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Autore: parsefeni    29/09/2020    7 recensioni
"Essere uno dei pochi nati Babbani in una scuola di gente cresciuta a pane e Magia era stato un colpo. Persino Hermione Granger, nata da una coppia di dentisti, sembrava essere a suo agio in quel mondo più di quanto lo fosse il figlio di una qualunque famiglia magica; aveva un modo di tenere la bacchetta che la faceva sembrare una brillante strega sulla quarantina con un impiego di prestigio al Ministero mentre lui, impacciato come pochi, aveva la perenne impressione di aver comprato un inutile pezzo di legno sagomato.
«I tuoi genitori sono Babbani, vero?».
Dean annuì prima di imboccare una scalinata che sembrava portare all’ala giusta del castello.
« Mia madre si è risposata quando ero piccolo, dopo la morte di mio padre, ma nessun altro in famiglia ha mai tinto i capelli della sorella di verde per farle un dispetto. A volte mi chiedo se sia tutto vero. Sai, ho paura di svegliarmi da un sogno e scoprire di essere solo un Babbano»."
-Prima classificata al contest “La prima volta al primo anno” indetto da Artnifa sul forum di EFP-
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Dean Thomas, Seamus Finnigan
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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Figlio di un eroe

Quando Percy Weasley aveva detto di tenere d’occhio le scale, Dean non aveva davvero preso sul serio le sue parole.
‘Sono scale’, aveva pensato. ‘Non possono spostarsi più di tanto’.
Scoprì di avere torto marcio appena dieci giorni dopo quando Seamus Finnigan aveva deciso di far esplodere la piuma con cui si stava esercitando ed il professor Vitious l’aveva spedito in Infermeria tra le risate generali, chiedendo a Dean di accompagnarlo.
«Per Godric, quanto vorrei conoscere l’Incanto Quattro Punti», sbottò l’irlandese mentre superavano un arazzo dall’aria familiare.
«L’Incanto Quattro Punti?», chiese l’altro. L’espressione di Seamus gli fece capire che quell’incantesimo era ordinaria amministrazione e di nuovo, come accadeva ormai da giorni, Dean si sentì un pesce fuor d’acqua.
Essere uno dei pochi nati Babbani in una scuola di gente cresciuta a pane e Magia era stato un colpo. Persino Hermione Granger, nata da una coppia di dentisti, sembrava essere a suo agio in quel mondo più di quanto lo fosse il figlio di una qualunque famiglia magica; aveva un modo di tenere la bacchetta che la faceva sembrare una brillante strega sulla quarantina con un impiego di prestigio al Ministero mentre lui, impacciato come pochi, aveva la perenne impressione di aver comprato un inutile pezzo di legno sagomato.
«I tuoi genitori sono Babbani, vero?».
Dean annuì prima di imboccare una scalinata che sembrava portare all’ala giusta del castello.
«Mia madre si è risposata quando ero piccolo, dopo la morte di mio padre, ma nessun altro in famiglia ha mai tinto i capelli della sorella di verde per farle un dispetto. A volte mi chiedo se sia tutto vero. Sai, ho paura di svegliarmi da un sogno e scoprire di essere solo un Babbano».
Era la prima volta che esprimeva ad alta voce i suoi sentimenti a qualcuno e Seamus, con un sopracciglio bruciato e le guance ricoperte di cenere, scosse la testa con un sorriso incoraggiante.
«È tutto vero», commentò con voce quasi solenne. «Mio padre ha scoperto che mia madre era una strega solo dopo il matrimonio e ancora oggi a volte lo vedo sorprendersi per delle piccolezze. Tu sei un mago tanto quanto lo sono io, Dean».
Un silenzio imbarazzato ma grato riempì lo spazio tra i due primini e Seamus rispettò quel momento limitandosi a dare una pacca sulla spalla al compagno di Casa prima di illuminarsi come un bambino a Natale.
«Christ on a Bike! *». Dean alzò un sopracciglio ma non fece in tempo a dire niente, perché venne trascinato in un’aula colma di targhe e trofei. «Guarda! Questi sono i nomi di tutti i migliori giocatori di Quidditch della storia di Hogwarts!».
Dean alzò gli occhi al cielo; lo sport magico era una delle tante cose che ancora faceva fatica a comprendere e che ovviamente lo faceva sentire come un alieno su un pianeta sconosciuto.
«James Potter. Era il padre di Harry?», chiese indicando una delle targhe più grandi mentre Seamus annuiva con il naso incollato al vetro della teca. Dean provò un pizzico di invidia di cui si vergognò subito: nonostante tutto aveva ancora una famiglia.
«Era uno dei migliori Cacciatori del suo anno. Credo che anche mia madre avesse una cotta per lui, l’ha nominato davvero spesso. E poi c’era Patil che giocava come Portiere, i Cacciatori erano Baston, Spinnet e...». L’irlandese si interruppe di colpo e fece un passo indietro con aria sorpresa prima di voltarsi a guardare Dean. «Come si chiamava tuo padre?».
«Chester, perché?».
Seamus sgranò gli occhi azzurri ed indicò la teca come se avesse visto un fantasma.
«Chester Thomas! Classe 1960, Cacciatore della squadra di Grifondoro!».
Le parole aleggiarono nella sala rimbombando sulle targhe come se ci fosse un eco. Qualcosa nel cervello di Dean sembrava non voler funzionare.
«Deve essere un errore. Mio padre non era... Mio padre non era un mago!». Spinse la mano contro la teca ed osservò con la bocca secca il nome inciso su quella placca dorata. Il cuore gli batteva all’impazzata mentre cercava di ricordare qualcosa dell’infanzia di suo padre; passarono svariati minuti prima che si rendesse conto di non saperne molto. Praticamente niente.
«Ah, che grande uomo e che grande perdita». Dean e Seamus sobbalzarono voltandosi di scatto per incontrare, sull’uscio della porta, lo sguardo profondo e cristallino di Albus Silente.
«Signore! Ci scusi, stavamo cercando l’Infermeria».
L’uomo si avvicinò con lentezza fino ad osservare l’interno della teca con una certa malinconia.
«Chester era uno degli studenti più brillanti che abbia mai incontrato», mormorò posando con dolcezza la mano sulla spalla di Dean. «Aveva uno spiccato senso dell’umorismo, lo adoravano tutti».
Continuò a camminare e Dean seguì i suoi passi rapito ed ancora incredulo. «Ma signore, perché la mamma non me l’ha mai detto?».
«Credo non l’abbia mai saputo». Il professore alzò la mano libera per indicare una parete interamente dedicata alle vittime della Prima Guerra Magica. «Imparerai presto che il nostro mondo è stato minacciato da un uomo potente quanto malvagio, Lord Voldemort». Seamus trasalì alle loro spalle, ma entrambi lo ignorarono. «Pensava che la razza magica dovesse essere preservata, che i Babbani fossero feccia. Tuo padre amava davvero molto tua madre, voleva proteggere te e lei e tenervi lontani dalla guerra». L’uomo sospirò tristemente ed indicò un memoriale che riportava il nome di Chester Otilius Thomas, mago coraggioso e guerriero leale. «I seguaci di Voldemort lo trovarono ma non rivelò mai la vostra posizione. È morto per proteggervi».
Calde lacrime riempirono gli occhi di Dean e scivolarono sulle sue guance. Abbassò lo sguardo stringendo i pugni e Silente gli accarezzò i ricci scuri con dolcezza. «Hai un retaggio di cui essere orgoglioso, Dean».
Seamus apparve al suo fianco osservando con ammirazione la parete che li sovrastava. «Tuo padre era un mago!», esclamò esaltato. «Ha combattuto la guerra. Che grande!».
Silente uscì dalla stanza in silenzio e Dean sorrise tra le lacrime accarezzando con le dita quel nome che sapeva di ricordi.
«Lo era, so chi sono. Sono il figlio di un eroe».
 
- - -
*Espressione irlandese che indica stupore. Ho trovato questa informazione su Google, quindi chiedo perdono nel caso fosse inesatto. Volevo caratterizzare Seamus il più possibile nonostante il limite di parole.


Buonsalve a tutti! 
Questa storia per me è stata una sorpresa, quindi vorrei scrivere
un paio di precisazioni per spiegare alcuni dettagli secondo me importanti.
Stando ai libri Dean Thomas era un nato Babbano e per questo,
durante la persecuzione attuata dai seguaci di Voldemort, scappa insieme
ad altri nati Babbani (come si evince dalla trasmissione radio che ascolta Ron).
Tuttavia, facendo delle ricerche, ho trovato più volte informazioni riguardanti
il fatto che il padre di Dean fosse un mago e che fosse stato ucciso dai 
Mangiamorte quando Dean aveva nemmeno un anno.
Da qui è nata la mia idea per il contest. Ho deciso di prendere alcuni elementi
reali e canon ed inserirli in un contesto in cui un piccolo Dean Thomas, spaesato
e confuso, scopre casualmente chi sia suo padre.
Come sempre avrei voluto avere più parole a disposizione, ma ringrazio molto Artnifa per aver
indetto il contest ed avermi fatto conoscere questo aspetto sconosciuto quanto affascinante
di un personaggio a cui decisamente non ho mai dato le giuste attenzioni.

Basta, ho finito giuro!
Ringrazio chi è arrivato a leggere fin qui e spero davvero di
leggere una vostra recensione per saperecosa ne pensate.
A presto, Parse
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
   
 
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