Anime & Manga > Cyborg 009
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Autore: Pessima_Idea_Amico    29/09/2020    0 recensioni
002, 003 e 005 sono in missione a Londra per indagare su alcune strane sparizioni. Tutti e tre conosceranno delle persone che accetteranno la loro natura di cyborg e mostreranno loro un nuovo modo di vedere la loro condizione. 002 conoscerà Jiuly, un'impulsiva ex-studentessa universitaria, costretta a lasciare gli studi dopo la morte del padre. 003 conoscerà Dylan Dog, un giovane ed attraente ispettore di Scotland Yard, che indaga come lei sul dott. Erenfest. 005 conoscerà Elrond il capo di un campo Rom, che crede che "cyborg" sia il nome della tribù di Geronimo. Abituati al rifiuto ed all'emarginazione, le attenzioni di quelle persone li destabilizzeranno fino a commettere degli errori.
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Françoise Arnoul, Geronimo Jr, Jet Link
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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I quattro amici avevano preso in affitto un appartamentino nella zona di Kensington Garden, in una stradina che affacciava direttamente sul parco. Le indagini occupavano gran parte della loro giornata e avevano modo di trascorrere un po’ di tempo insieme solo la sera.
Quella sera 003 e 007 erano stati i primi a rientrare. Françoise era seduta intorno al tavolo del grande salone d’ingresso, mentre Bretagna era comodamente adagiato al divano.
- Allora, 007, quando ti deciderai a darci una mano?-
Bretagna, lamentoso: - Suvvia, Françoise, non essere così severa con me! Sono solo un po’ fuori forma, ma appena la situazione si sbloccherà, passerò anch’io all’azione! Ad ogni modo, dimmi: ci sono novità?-
- In realtà una novità c’è… oggi ho conosciuto un giovane, un certo Blade. Aveva appuntamento col dott. Erenfest. Gli ha chiesto di effettuare su di sé l’operazione per diventare cyborg.-
Bretagna la guardò stupito: - E me lo dici così come se nulla fosse? Gliel’hai impedito, spero!-
- Lasciami finire… è stato il dott. Erenfest stesso a mandarlo via … io ho visto che aveva con sé il distintivo di Scotland Yard e che aveva dato un nome falso…-
Bretagna la interruppe:- Tu hai visto il suo distintivo?!…-  esitò qualche secondo poi la guardò perplesso e aggiunse: - Era carino?-
Françoise arrossì di botto:- Ma…ma-ma  che c’entra questo?!-
Bretagna assunse un aria compiaciuta: - Come pensavo… ammettilo, Françoise, era carino e gli hai fatto i raggi x!-
- Ma che dici! Cretino! Io ti sto parlando di una cosa seria! Voglio dire che ho scoperto che anche Scotland Yard sospetta del dott. Erenfest … e non è finita … ho scoperto Il detective Dog che frugava nello scantinato della clinica… forse ci ha trovato qualcosa di interessante…-
007 la guardò con l’aria di chi non riusciva a seguirla: - beh …si…forse…ma come facciamo a saperlo?-
Françoise si alzò e non curante disse: - spero di scoprirlo domani a cena…-
007, strabuzzò gli occhi: - Co-cosa?! Hai un appuntamento con lui domani a cena!? Ma… ma… ma… Françoise… tu… tu… -
- Che ti prende Bretagna? Perché balbetti così? Il detective Dog mi ha chiesto di uscire domani sera perché vuole delle informazioni da me, lui sa che io sono la segretaria di Erenfest e pensa che io possa essergli utile. Tutto qui.-
Bretagna con fare da saputello: - si si … e il fatto che tu sia una bella ragazza gli renderà il tutto più piacevole…-
La conversazione fu interrotta dall’arrivo di Geronimo. Era visibilmente stanco e i suoi vestiti mostravano evidenti segni di lotta.
Françoise, preoccupata, disse: - Geronimo! Tutto bene?-
- Si, amici, è tutto apposto, ma stasera ho dovuto battermi con dei teppisti… ma non importa, ho scoperto delle cose interessanti: pare che le persone scomparse siano più di quelle che la polizia pensa, ci sono anche alcuni ragazzi Rom di cui non è stata denunciata la scomparsa alle autorità.-
003 e 007 si rattristarono alla notizia, i fantasmi neri erano sicuramente dietro tutte quelle sparizioni.
Mentre Geronimo stava silenziosamente andando in camera sua, Jet dall’aria piuttosto allegra entrò nell’appartamento canticchiando: - Taràtatà ta-tà Taràtatà ta-tà tabatatà tabatatà-
Bretagna colse l’occasione per fare lo spiritoso: - Aiuto! Bisogna fermarlo! Uccidetelo prima che ci contagi tutti con la Jazz-mania!-
- Ah ah spiritoso! Stasera sono stato in un pub davvero carino, c’era pure della bella musica dal vivo! Domani, se fate i bravi, vi ci porto…-
- Non ti ho mai visto così allegro, che ti è successo Jet?-  disse Françoise.
Jet si mise subito sulla difensiva: - Cosa c’è? È forse vietato divertirsi un po’ per una sera? Non ho fatto niente di male… anzi stasera ho aiutato una ragazza in metropolitana… c’erano dei tipacci…-
- ah-aaaaah una ragazza… eh? Scommetto che sei andato con lei nel pub “davvero carino”, non è forse così?-  disse 007, interrompendolo.
Jet non gradì il commento di Bretagna tuttavia non riuscì ad evitare di diventare rosso: - Idiota! Che dici? Non è come pensi!-
I tre si guardarono stupefatti. Françoise: - Deve essere proprio una cosa seria per diventare così rosso… Jet, ti senti bene?-
Jet si agitò ancora di più e cominciò ad alzare la voce: - Ma cosa dici! IO NON SONO ROSSO!-  - Ah no?-
 - Andate al diavolo! Io volevo solo invitarvi in questo pub…-  disse allontanandosi e sbattendo la porta della sua stanza.
- Pfiuuu! Che furia!-
- Deve proprio essersi preso una bella cotta!-
- E già! …chi l’avrebbe mai detto: il nostro Jet è... è innamorato…-
Jet urlò dalla sua stanza: - Vi ho sentiti! Non sono innamorato!-  poi fece capolino dalla sua porta e disse: - …insomma, ci venite o no, domani con me?-
I tre si guardarono e si misero a ridere fragorosamente. Jet si arrabbiò e sbatté di nuovo la porta. 
 
002 , 007 e 005 erano seduti ad un tavolo del pub di May e Charles.
- Perché 003 non è venuta?-
- Aveva un altro impegno…con un certo detective di Scotland Yard…-
- mmmh … e Joe lo sa?-
- Bah valli a capire quei due!-
- Se voi avreste sentito cosa le ha detto prima di partire! ...non mi meraviglierei se si gettasse tra le braccia del primo che le dimostra un po’ di interesse!-
Jiuly, visibilmente contenta: - Ciao Jet! Allora sei tornato davvero! E questi sono i tuoi amici?-
Bretagna si alzò in piedi e disse quasi recitando: - Molto lieto, signorina, io sono Bretagna, conte di Piccadilly, lord della corona d’Inghilterra…-
- ...aaah lei è quello che faceva l’attore, Jet mi ha detto che non le riusciva granché a me invece sembra molto comico!-
 Bretagna delusissimo fece una delle sue smorfie più buffe. Jet e Geronimo risero di gusto della scena.
- E tu devi essere Geronimo! Io sono Jiuly, è un piacere per me fare la vostra conoscenza…ma… non doveva esserci anche una ragazza con voi?-
 - Eh si, Françoise, ma aveva già un altro impegno…-
Françoise comparve improvvisamente: - …ma volevo proprio conoscerti, Jiuly! Purtroppo però non posso restare!-
- Fa’ niente sono lieta di conoscerti! Ora devo andare, vi lascio il menù, vi consiglio però di assaggiare il chees-cake di May: è favoloso!-
Appena Jiuly si allontanò piovvero i commenti per Jet.
- Ma che ci troverà una ragazza carina come Jiuly in un tizio come te?!-
- Che vorresti dire?-
- Ma ti sei mai guardato allo specchio?-
- IO?! Ma senti chi parla! Pensi di essere Paul Newman, tu?-
- Non te la prendere, Jet! Bretagna voleva solo dire che Jiuly è molto carina e non devi lasciartela scappare...-  disse Françoise strizzandogli un occhio - Ora devo andare: ho chiesto a Dylan di aspettarmi qui fuori.-
- Siete già al tu! Non dagli troppa confidenza, Françoise!- 
Françoise canzonò Bretagna: - Ssssi, papà!-
Bretagna cominciò ad  agitandosi vistosamente: - Scherza tu! Non fidarti degli uomini: vogliono solo approfittare delle ragazze!-
Jet, Geronimo e Françoise si guardarono perplessi.
-  Bretagna, ora cominci a preoccuparmi! Non vorrai farmi anche da madre!!!-
Risero tutti di Bretagna, ma quando Françoise si stava allontanando Geronimo la seguì e arrivati alla porta le disse: - Divertiti, Françoise, ma non lasciarti ingannare da nessuno, nemmeno da te stessa!-
Françoise gli sorrise, lo tirò per un braccio costringendolo ad abbassarsi, gli diede un bacio sulla guancia e andò via.
 
 
 
La serata al pub fu piacevole, i tre amici rimasero a lungo.
Jiuly si avvicinò al tavolo e disse: - Vi porto un’altra pinta, ragazzi?-
Geronimo rispose con la sua solita calma e determinazione: - È ora di andare...-
Jet protestò: - No, dai! È ancora presto... -
- Resta tu, se vuoi, Jet. Fossi in te aspetterei l’orario di chiusura... magari potresti accompagnare a casa questa bella signorina... è stato un piacere, Jiuly! -  disse Bretagna
- Anche per me: spero di rivedervi! -
- Lo speriamo anche noi! -  Disse Bretagna strizzando l’occhio a Jet che era visibilmente in imbarazzo.
 
Chiuso il pub, Jet e Jiuly cominciarono a passeggiare verso casa della ragazza. Era notte fonda ma la luna illuminava con forza la loro strada.
- È molto bella la luna stasera-  “ma che diavolo sto dicendo? Non ci credo di averle detto una simile smanceria!”
- Effettivamente il cielo è limpido come raramente lo è qui a Londra! Ma non illudiamoci: il tempo cambia in fretta, potremmo essere avvolti dalla nebbia da un momento all’altro!-
Jet le sorrise, ci vollero parecchi passi per fargli tirare fuori altre parole. - E così studiavi cibernetica...-
 - Bio-cibernetica, come mio padre il dott. Lemming, era uno scienziato importante, sai?-
- Era?-
Jiuly si intristì di colpo: - Si, mio padre è morto: lavorava su una piattaforma sperimentale e fu ucciso da un’organizzazione criminale... Dopo la sua morte ho dovuto lasciare gli studi...- .
Jet cercò di risollevarla scherzando: - Non avresti mai potuto diventare uno scienziato: sei troppo bella! Gli scienziati sono tutti curvi, vecchi e dalle capigliature bizzarre! -
Jiuly stette allo scherzo: - E questo che doveva essere? Un complimento? Non sarai mica uno di quelli che pensano che le ragazze carine sono tutte sceme?!-
- Non tutte!-
- La tua amica Françoise è molto bella, non penserai che sia stupida?-
- Se conoscessi il tizio con cui sta, e sapessi come si fa trattare da lui, lo penseresti anche tu!-
Jiuly sospirò: - Ah, Jet, per fortuna l’amore rende tutti più scemi e cechi. Altrimenti nessuno si innamorerebbe di un tipo brutto come te! -
Jiuly si mise a ridere mentre Jet la guardava fingendo di essere arrabbiato poi rise anche lui. Dentro di sé sentiva strani sentimenti che non provava da tempo ormai. Strani e forti sentimenti che però preferiva ignorare, era un cyborg e non poteva dimenticarlo nemmeno in quel momento. Jiuly sentì che c’era qualcosa che non andava e pensò fosse timidezza quella di Jet.
- ...E poi io non sono bella, in realtà io sono molto miope e se non avessi le lenti a contatto dovrei portare degli occhiali che mi renderebbero simile a una talpa. -
- Ma dai, non ci credo! -
- Guarda pure- .
Jet le si avvicinò e la guardò dritta nei suoi splendidi e vivaci occhi. Ci si perse. Poi si ricordò del motivo per cui li stava guardando, ma non vedeva lenti a contatto
- Io non vedo nient... -
Jiuly lo baciò di colpo lasciando Jet stupefatto. Portò le dita sulle labbra:
- Co-cosa hai fatto?-
Jiuly, gli disse scherzando: - Da queste parti si chiama bacio, si usa scambiarselo tra le persone che sono innamorate o quantomeno si piacciono...-
Jet non sapeva che dire, lo aveva preso alla sprovvista, se non fosse stato un cyborg le cose sarebbero andate diversamente e se solo lei avesse saputo la verità sul suo conto sarebbe scappata a gambe levate.
Jiuly non riuscendo ad interpretare quel silenzio breve ma interminabile per lei disse: - Non preoccuparti comunque: non lo rifarò più!-
Jet posò le sue mani sulle sue spalle: - Jiuly, tu... io...-
- Non c’è bisogno tu dica niente, Jet. Ho frainteso... pensavo che tu...-
- Io sono un cyborg!-
- Questa poi! Di tante scuse... -
-  È la verità! -  Disse stringendole inavvertitamente le braccia.
- Ahi! -  La lasciò immediatamente. - Non c’è bisogno che tu mi faccia male per dimostrarmelo!-
- Scusa, ora mi odierai. Un cyborg non può amare né essere amato. Penserai che io sia un mostro... ma questo mostro è innamorato di te! -
Jiuly si massaggiò le braccia: - Certo questo proprio non me lo aspettavo! -  Fece una smorfia, un abbozzo di sorriso. -  È proprio vero che le donne cercano il proprio padre negli uomini di cui si innamorano!-
Jet, scrollò la testa: - Non capisco!-
- Anche mio padre era un cyborg. È stato lo stesso un padre meraviglioso!-
Jet la guardò incredulo.
- Ti sbagli quando dici che un cyborg non può amare né essere amato! Lo so per certezza! -
Jiuly accarezzò il viso ma Jet si discostò di scatto. - A questo punto il problema non sono più io, ma tu stesso! E questo problema lo devi risolvere da solo. -  Disse e si allontanò.
Jet rifletté qualche secondo con lo sguardo basso. Quando risollevò lo sguardo si accorse di essere avvolto dalla nebbia. Jiuly era sparita in essa.
 
 
 
Dylan aveva portato Françoise in una pizzeria al centro di Londra. Era stato molto gentile con lei, ma Françoise sentiva dentro di sé una sensazione di inadeguatezza, si sentiva fuori luogo e fuori dal tempo, come se avesse lasciato qualcosa di irrisolto dietro di se. Erano state le parole di Geronimo a risvegliare in lei certi pensieri. Dylan avvertì che c’era qualcosa che non andava e cercò di scherzare per alleggerire la serata.
- Forse ti aspettavi qualcosa di più di una pizzeria....ma vedi io sono vegetariano oltre che squattrinato!-
Françoise sembrò trasalire: - Oh no, scusami, ero pensierosa... io adoro la pizza...-
Dylan la guardò attentamente, era uno sguardo diverso da quello che aveva avuto per lei la prima volta che l’aveva vista. La prima volta quello sguardo aveva messo in imbarazzo Françoise, stavolta la stava fissando con curiosità, studiandone attentamente i gesti e le espressioni. Françoise stava per dire qualcosa ma Dylan la precedette.
- Spiegami una cosa, Françoise, come può una ragazza all’apparenza gracile come te, riuscire a fare questo?-
Dylan tirò fuori dalla tasca della sua giacca una barra di ferro piegata a 90° e la poggiò sul tavolo. Françoise la riconobbe subito: era la barra che aveva piegato la sera precedente per entrare nello scantinato della clinica del dott. Erenfest. Dylan l’aveva presa di sorpresa.
- No-non sono stata io!-  disse poco convincente.
Dylan le sorrise: - Tu sei un cyborg, vero? Accidenti! Non avrei mai pensato di... conoscerne uno!-
Françoise non riusciva a dire nulla, Dylan l’aveva completamente spiazzata, non riusciva a fare altro che strabuzzare gli occhi. Dylan versò dell’acqua nel suo bicchiere indovinando il suo più urgente bisogno. Quando ebbe bevuto cominciò a sentirsi meglio.
- Non preoccuparti, io voglio solo delle informazioni sul dott. Erenfest, non ti sarà fatto alcun male e ti assicuro che farò quanto è in mio potere per farti tornare “normale” quando avremo incastrato quel criminale-
Françoise capì che Dylan era sinceramente animato di buone intenzioni, ma non aveva chiara la situazione. Gli sorrise: - Non si può tornare indietro, detective Dog!-
Dylan fu stupito: - Conosci la mia vera identità... allora Erenfest è sulle mie tracce...-
Françoise scrollò il capo: - Erenfest non sa nulla di te... io ho visto il tuo distintivo nella tasca interna della tua giacca...-
- Come puoi aver visto il mio distintivo nella tasca interna? E perché non l’hai riferito a Erenfest?-
- Io non sono al servizio di Erenfest. Dietro il dott. Erenfest c’è un organizzazione molto potente, si fanno chiamare i “Fantasmi Neri”. Sono mercanti d’armi, i più ricchi uomini d’affari della Terra, il loro scopo è quello di inventare delle macchine da guerra intelligenti e invincibili... Sono stati loro a rapirmi e trasformarmi in Cyborg, mi hanno dotata di un dispositivo di visione che mi permette di vedere oltre gli oggetti… ma noi ci siamo ribellati e li combattiamo..-
- Noi? Vuoi dire che ci sono altre persone come te?-
Françoise sorrise: - Non credi che ora tocchi a te raccontarmi come sei finito sulle tracce di Erenfest?-
Dylan annuì: - Sono stato incaricato da Scotland Yard di indagare sui rapimenti avvenuti in questi mesi, stavo battendo una pista alternativa: avevo intuito che il dott. Erenfest usava le persone rapite per degli esperimenti e mi sono documentato su i suoi esperimenti di Bio-cibernetica. Quando ho parlato di cyborg, il sovrintendente mi ha riso in faccia. Bloody Hell! Ma questo va ben oltre la mia immaginazione! Fortuna che il mio capo ha fiducia in me e mi ha lasciato indagare su Erenfest... il buon vecchio ispettore! Sta rischiando la pensione per me! Se sapesse!-
Françoise allarmata da quell’ultima affermazione gli prese una mano: - Dylan, nessuno deve sapere di noi! Le persone ci considerano mostri, non ci considerano esseri umani. Quasi tutti coloro che hanno saputo che eravamo cyborg ci hanno trattato con disprezzo...-
Dylan lesse la sofferenza negli occhi di Françoise: -  Ti assicuro che non faccio parte di quelle persone: io stento a credere che tu sia un cyborg... ma ti credo quando mi dici che molti ti tratterebbero come un mostro. Personalmente ritengo che siano queste persone i veri mostri...-
Prese anche lui la sua mano e aggiunse: - Non dirò a nessuno di te, hai la mia parola.-
Il cameriere li interruppe portando loro le pizze che avevano ordinato. Françoise distaccò di colpo le mani imbarazzata e fece spazio ai piatti.
Dylan le sorrise e aggiunse impugnando coltello e forchetta: - Spero di non averti guastato l’appetito. Queste pizze hanno un aspetto invitante!-
Françoise sorrise, Dylan era riuscito a rassicurarla e ad allentare decisamente la tensione.
Dylan era davvero simpatico. Era una persona molto sensibile, aveva un fare molto rassicurante ed... era anche carino. A Françoise vennero in mente le parole di 007
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Bretagna assunse un aria compiaciuta: - Come pensavo… ammettilo, Françoise, era carino e gli hai fatto i raggi x!-  Françoise: - Ma che dici! Cretino!-
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Françoise arrossì e sorrise. Dylan si era accorto che Françoise lo stava guardando e si accorse anche del suo rossore.
- Io proprio non riesco a non considerarti altro che una semplice ragazza, anzi una bella ragazza!-
Un incendio divampò sul volto di Françoise che cercò di cambiare argomento: - A che punto sono le tue indagini?-
- Ad un punto morto, purtroppo. Ieri, come sai, ho fatto visita allo schedario ed ho trovato una piantina della clinica di Erenfest. Credevo di aver trovato qualcosa di interessante, ma è stato solo un altro buco nell’acqua!-  Rispose scoraggiato.
- Cioè? Cos’è che hai trovato?-
- Secondo la cartina dovrebbero esserci altri due piani sotterranei ma non ho trovato né una porta nascosta né un muro che suonasse di vuoto.-
- Posso dare un’occhiata alla piantina?-
- Certo, l’ho portata a casa mia, che è qui vicino.-
 
Françoise esaminò attentamente la piantina poi disse indicando una porta: - Qui deve esserci un passaggio segreto. Con la mia supervista sarà facile trovarlo!-
Françoise prese il suo cellulare e chiamò Bretagna.
- 007, ho trovato una pista, chiama subito 002 e 005. Facciamo una visita alla clinica del dott. Erenfest!-
#Dovrai accontentarti di me e 005, 002 è “impegnato” stasera... non so se mi intendi...#
- Capisco perfettamente... Allora ci vediamo tra poco alla clinica!-
- Vengo anch’io!-  disse Dylan non appena Françoise ebbe riagganciato
- Dylan, può essere pericoloso per te.-
- Non importa, non posso certo lasciare andare una ragazza da sola fino alla clinica a quest’ora della notte! Anche la mia cavalleria riesce a considerarti solo una ragazza, una bella ragazza.-
 
 
 
Geronimo era appena uscito dal pub dove lavorava Jiuly, si era separato da Bretagna e vagava per le strade londinesi. La sua mole gli assicurava la tranquillità necessaria a godersi quella bella serata di luna piena. Nessuno avrebbe osato mai infastidirlo. Non era certo un “animale metropolitano”, ma quella sera poco faceva caso a dove in realtà si trovasse, subissato com’era di pensieri e malinconie. Era un uomo estremamente pacifico sebbene fosse stato in passato un grande cacciatore della sua tribù. La sua tribù... gli vennero in mente le parole che Elrond della sera precedente 
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Geronimo fu un po’ sorpreso: - È vero… io sono un … cyborg!-
- A noi non interessa a quale tribù appartieni… Ci hai aiutati e te ne siamo riconoscenti!-
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Evidentemente quella gente ignorava cosa fosse un cyborg! Lo faceva sorridere il pensiero che avessero creduto che “cyborg” fosse il nome della sua tribù... la sua tribù, la sua gente gli mancava tanto. Le montagne rocciose, i torrenti che le solcavano prepotenti, le grandi vallate, gli ampi orizzonti, il cielo limpido di quei luoghi. Alzò involontariamente lo sguardo al cielo. Le luci della città gli impedivano la vista delle stelle. Scosse il capo e riabbassò lo sguardo fino a terra. In Arizona nelle notti di luna nuova riusciva a vedere miliardi di stelle. Una vecchia leggenda indiana parla del cielo notturno come di un nero manto che oscura il sole e le stelle non sono altro che piccoli buchi del nero manto della notte attraverso i quali filtra la luce del sole. “In città sono più ricchi: da noi il manto è più consunto”, pensò.
- Ben tornato, amico Cyborg!-  gli disse una voce familiare. Geronimo rialzò finalmente lo sguardo e vide Elrond di fronte a lui. I piedi lo avevano portato di nuovo alla baraccopoli dell’east-side. I suoi pensieri lo avevano condotto a quello che più gli sembrava vicino a una antica tribù.
Fu felice di unirsi di nuovo a loro. Una nuova festa di musica e colori riempì l’aria di cordiale allegria. Quella sera rispolverò perfino il suo panflute. Erano anni che non suonava, d’altro canto erano anni che non si sentiva così.
 
- Elrond, c’è anche un altro motivo per cui sono qui...-  Elrond lo guardò con curiosità, Geronimo proseguì: - Ho paura di avervi messo nei guai l’altra sera... Quei teppisti torneranno.-
- Lo so-  disse sorridendo.
Geronimo non capiva come faceva ad essere così tranquillo.
- Non devi meravigliarti, amico Cyborg, e non è colpa tua: quei tipi vengono qui spesso. Si divertono a seminare il panico tra la mia gente...L’altra sera hanno avuto finalmente ciò che meritavano... ma non te ne preoccupare, stasera pensa solo a divertirti!- 
 
Come invocati da cattivi auspici, il cupo rumore delle potenti moto interruppe quella festa. Stranamente quella volta le moto non puntarono verso il centro del campo come era loro solito, ma si limitarono a girargli intorno come in una specie di danza. I motociclisti si disposero a cerchio puntando i loro fari verso il centro del campo. La faccenda non prometteva niente di buono. Geronimo si alzò lentamente in piedi sentendosi chiamare direttamente in causa. A quel punto si alzarono urla di acclamazione come se i motociclisti fossero divertiti dalla scena e nello stesso tempo eccitati dallo spettacolo di quella montagna umana. Il cenno del braccio di uno di loro fece calare il silenzio tra i motociclisti. Prese la parola divertendosi a stuzzicare Geronimo
- Ma bene, bene! Abbiamo il piacere di rivedere il nostro amico cyborg! Stavolta il piacere sarà tutto nostro: il piacere di vederti fatto a pezzi!-  disse poi sibillino rivolgendosi ad uno di loro: - Ehi, Spittle, “sciogli il cane”!-
Altre urla accompagnarono la comparsa di un’enorme figura. I fari puntati alle spalle ne rivelarono solo i contorni. Barcollante la figura si portò al centro del campo e la luce ne illuminò il volto.
- Juri! Figlio mio!-  urlò Elrond pieno di gioia nel rivedere il figlio.
Lo sguardo spento di Juri insospettì Geronimo e stupì il padre.
- Juri... figlio mio, che ti succede?-  disse l’uomo avvicinandosi a lui, ma quando provò a sfioralo, Juri spalancò di colpo il braccio scaraventando Elrond a terra ad alcuni metri di distanza.
Geronimo capì che Juri era stato trasformato in cyborg e privato della sua volontà. Juri puntò un dito contro di lui. Era la sua sfida. Geronimo non voleva combattere con lui ma Misha si diresse verso il fratello che ebbe per lui lo stesso riguardo che aveva avuto per il padre. Misha fu scaraventato a terra e perse i sensi. Geronimo capì che era giunto il momento di agire. Juri si scaraventò contro di lui con tutta la sua forza. Geronimo parò il colpo con le mani e sferrò un pugno all’addome di Juri. Le sadiche urla di incitamento dei motociclisti si fecero più alte mentre la gente del campo assisteva attonita alla scena. Juri sferrò un pugno al volto di 005 poi prese la sua testa tra le mani e la spinse verso il basso facendola scontrare con il suo ginocchio. Geronimo fu atterrato dal colpo ma cercò di rialzarsi. Juri lo colpì con un calcio quando era ancora a carponi. Si avvicinò di nuovo per colpirlo ma Geronimo lo prese per la caviglia facendolo cadere a terra. Sedette su di lui colpendolo più volte al volto ma Juri lo allontanò con un calcio. Geronimo lo afferrò da dietro alla vita e al collo immobilizzandolo. Fu allora che Juri emise dei raggi laser dai suoi occhi che puntavano verso il campo. Alcune roulotte esplosero mettendo la gente in fuga. Geronimo non aveva più scelta, doveva fermarlo immediatamente. Strinse la sua presa fino a fare esplodere il suo avversario.
Il silenzio scese improvviso. Il motociclista che aveva introdotto Juri irruppe in quel silenzio ordinando ai suoi di darsela a gambe. Geronimo però lo inseguì e lo afferrò. Lo prese per il collo e sollevò il braccio facendogli perdere il contatto con il terreno.
- Dove avete trovato quel ragazzo? Chi lo ha trasformato in cyborg? Dimmelo!-  Disse Geronimo scuotendolo.
- No- non lo so, amico! Io non centro! Era già così quando lo abbiamo comprato!-
A Geronimo non piacque quella risposta: - Comprato? Da chi? Rispondi!-
- So-sono quelli che ci procurano le armi... noi compriamo da loro le pistole e i fucili, ma non gli chiediamo certo da dove le prendono... capisci, amico, non conviene fare domande con certa gente...-
Geronimo strinse più forte la sua presa: - Non sono tuo amico! Dovrei ucciderti...-
- No, ti prego, non uccidermi... coff... coff...-
Geronimo mollò la presa: - Va’ via! E non farti più rivedere!-
 Il tizio scappò a gambe levate e i motociclisti non tornarono più al campo.
Geronimo si voltò verso il campo, Elrond aveva ripreso i sensi giusto al momento per vedere suo figlio esplodere tra le braccia di Geronimo. Era in ginocchio e teneva tra le mani degli stracci, ultimi resti dell’abito del giovane Juri. Geronimo gli si avvicinò silenzioso.
- Va’ via...-  Elrond disse lui risoluto senza nemmeno guardarlo.
Geronimo abbassò la testa e incurante delle sue ferite si trascinò via da quel campo. In cuor suo maledisse un’altra volta ancora i Fantasmi Neri.
   
 
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