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Autore: Baldr    30/09/2020    1 recensioni
Lucifer è tornato all'Inferno, Chloe deve ricostruire la sua vita appena andata in pezzi, Michael decide di scendere sulla Terra per smascherare il gemello.
Long legata alla quinta stagione, inizia due mesi prima della stessa, il giorno dopo che Lucifer è tornato all'Inferno.
Genere: Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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Kamar




Aveva scoperto la grappa italiana e non la trovava male.
Michael era seduto alla scrivania, mentre due pretucoli lavoravano alacremente con gli alambicchi, seguendo il complicato procedimento che serviva a distillare il liquido della purificazione. La ricetta era menzionata su alcuni rotoli del Mar Morto e affondava le sue radici nell'antica Babilonia.
Gli umani pensavano che fosse un portento divino per esorcizzare il Demonio, ma quando gli avevano tradotto i passi delle pergamene, l'angelo aveva compreso che quel liquido poteva intossicare e indebolire un qualsiasi angelo, mentre era inutile contro i demoni. Probabilmente era un ritrovato dei Lilim per poter portare avanti una guerra chimica con il Paradiso che, per non si sa quale motivo, era finita in mano agli umani. Magari era qualcosa rimasto nelle menti degli umani dopo una possessione demoniaca, prima che Papà ordinasse a Lucifer di dare regolata ai suoi demoni. In realtà, nemmeno Michael poteva sapere come quella ricetta era finita agli umani e, francamente, non gliene importava poi molto.
Aveva lasciato ai preti l'incombenza di preparare il distillato, mentre lui stava continuando a leggere le annotazioni della Dottoressa Martin relative alle sedute con suo fratello.
C'era qualcosa che Lucifer sembrava aver fatto diverse volte, a differenza sua. Appoggiò i fogli sul tavolo, prese il bicchiere con la mancina e bevve un sorso di grappa.
«Avete mai baciato una donna?» domandò, occhieggiando i due prelati. Uno era il giovane, l'altro era ormai verso i sessanta. Quest'ultimo scosse il capo, mentre il primo abbassò lo sguardo.
«Padre Vittorio, tu sembra abbia l'aria colpevole» commentò con un sorriso compiaciuto.
«Sono diventato prete dopo una delusione d'amore...» confessò lui.
«Amore» ripeté atono Michael, sbuffando infastidito. «Quindi hai baciato. Come si bacia una donna che si ama?»
Il giovane si strinse nelle spalle. «Basta seguire il proprio cuore, penso.»
L'angelo alzò gli occhi al cielo. «Per l'amore di mio Padre...» mormorò, per poi sospirare. «Devo fare pratica: cosa consigliate?»
«Per trovare una donna che ti ami?» domandò Padre Henry. Era originario del Ghana e aveva un accento particolare, ma parlava benissimo l'inglese, meglio che l'italiano.
Michael sbuffò. «Devo fare esperienza di carnalità. Devo interpretare un ruolo molto ostico, la persona che andrò a interpretare è sempre stata molto attiva sul profilo carnale, quindi per essere credibile, devo capire come funziona» spiegò senza pudore. «Il bacio soprattutto, è un concetto che mi è totalmente alieno. Sia chiaro, so come si fanno queste cose, ma solo perché le ho viste fare.»

«Magari puoi andare un bar, avvicinare una signora...» esordì Henry.
«Sei una specie di guardone?» domando il giovane Vittorio, all'occhiataccia dell'angelo si rimise al lavoro. «Trova una prostituta. Se è solo la carnalità che ti interessa, chi meglio di loro» propose.
«Le prostitute non baciano» commentò Henry. «Almeno così diceva Julia Roberts in Pretty Woman.»
Vittorio rise, poi osservò la fiala e sorrise. «Alleluia! Siamo riusciti a riempirla!» disse, chiudendo il piccolo contenitore.
Michael si alzò, raggiunse il tavolo da lavoro e scansò i due umani con le braccia. «Finalmente. Ci avete messo quasi un mese!» protestò, prendendo la fiala tra le dita, osservandone il contenuto. «Signori, spero di non aver più bisogno di voi» commentò poi, avviandosi alla porta, dopo aver fatto sparire l'oggetto nella tasca sinistra.
Non appena ebbe lasciato la stanza, i due religiosi si riscossero. La presenza di quello straniero li metteva in soggezione, li faceva stare sempre sul chi vive, con la sensazione che ogni mossa potesse essere sbagliata.
Vittorio raggiunse il corridoio, per assicurarsi che Michael se ne fosse andato e, effettivamente, era così. Lui non era in vista, ed era bizzarro: era come se fosse volato via. Vittorio scosse il capo e chiuse la finestra che dava sul cortile. Sopra i tetti, faceva capolino la cupola di San Pietro.

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Uscì sul balcone, incurante della propria nudità. Si stava abituando a mantenere una postura simile a quella del gemello, ma quando era sovrappensiero, la spalla destra tornava a sollevarsi, palesando il suo inganno.
Le stelle autunnali brillavano sul cielo romano ed erano molto più numerose che nella città delle stelle. Per quanto fosse grossa, Roma non era nulla a confronto di Los Angeles. La temperatura era attorno ai dieci gradi, ma Michael non ne risentiva. Lasciò scivolare le iridi scure sulla cupola della Chiesa di Santa Maria del Popolo. L'Italia gli piaceva, aveva tantissime chiese e diverse erano dedicate a lui, ospitando affreschi che lo ritraevano mentre cacciava Lucifero dal Paradiso.
A quel ricordo, avvertì una fitta alla spalla destra e si ritrovò a sospirare. Si accomodò su una delle poltrone del terrazzo della Popolo Suite dell'Hotel de Russie, massaggiandosi la spalla con la mancina.
Un colpo di tosse dall'interno della camera da letto, gli fece tendere l'orecchio, ma non avvertì altro. Le sue ospiti non si erano svegliate. Aveva provato il sesso, sicuramente gradevole, ma nulla per cui impazzire. Il desiderio era un campo per il quale Samael era tagliato, lui no. Lui era sempre stato quello responsabile, troppo occupato a preoccuparsi per il futuro, a pianificare che tutto fosse perfetto, per permettersi simili velleità.
Samael era sempre stato più un tipo d'azione, riflettere non era nelle sue corde. Se si fermava a riflettere, le sue insicurezze lo divoravano. Linda Martin non aveva scoperto molto di nuovo, rispetto a quello che già lui sapeva. Certo, Chloe Decker era un discorso diverso. Il suo piano si era ormai delineato, mancavano solo alcuni dettagli, ma l'idea era pronta: sostituirsi a Lucifer, strappare al gemello la tanto agognata prima volta con quell'insignificante umana, trattarla in modo che lei non volesse mai più avere a che fare con quell'idiota di Samael. Una volta spezzato quel legame tanto speciale per il fratello, le insicurezze lo avrebbero sommerso. Perché Lucifer non era altro che un bambino petulante in cerca dell'approvazione di qualcun altro, che fosse Papà, Mamma o, ora, Chloe Decker.
Chiuse gli occhi, riempiendo i polmoni con l'aria fresca di quella notte romana.

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«Papà, ci hai creato come soldati, per combattere...»
«Non è del tutto corretto, Samael» rispose loro Padre, mentre Michael li seguiva, qualche passo più indietro.
Samael agitò una mano, scacciando un'invisibile mosca da davanti a sé. «Dettagli» disse. «Però pensavo che darsi pugni e calci da mattina a sera sia un po' monotono. Non potremmo avere qualcosa da utilizzare per farlo? Remiel vorrebbe dare la caccia ai cervi, ma scappano.»
«Quindi a te e ai tuoi fratelli e alle tue sorelle servono delle armi?» chiese Dio, fissando benevolmente il figlio.
Samael ci rifletté qualche istante. «Armi? Cos'è un'arma?»
Dio sollevò le mani davanti a sé, i gomiti aderenti al busto, i palmi della mano rivolti verso l'alto. Un lampo di luce costrinse tutti a socchiudere gli occhi. Quando il bagliore si spense, tra le mani di loro Padre vi era uno strano oggetto, aveva un'impugnatura e una parte appiattita e appuntita.
«Cos'è quest'oggetto di forma fallica, Papà?» domandò Samael, sorridendo divertito.
«Una lama, sarà la spada di Azrael» sentenziò Dio.
Un vociare si levò attorno a loro e in men che non si dica, la nominata accorse a vedere cosa Padre avesse creato per lei. Dio le diede l'arma e la ragazza la guardò con curiosità. «A cosa serve?» domandò, per poi agitarla.
Papà le prese un polso delicatamente e le sorrise. «Piano, figliola. È un oggetto pericoloso. Se trafiggessi uno dei tuoi fratelli o sorelle, annienteresti la loro anima. Servirà a scandire la mortalità dell'esistenza.»
«Cos'è un'anima?» domandò Amenadiel.
«L'anima è l'essenza immortale di ogni mia creazione» spiegò il Padre.
«Nostra» sottolineò Madre, raggiungendo il marito. «Perché creare qualcosa che può annientare i nostri splendidi bambini?» chiese al compagno.
«Perché ho un piano e per metterlo in pratica devo creare l'Uomo.»
Un'esclamazione di stupore risuonò tra gli angeli.
«Che cos'è?» chiese curioso Samael.
Dio gli sorrise. «La creazione a cui sto lavorando. Creerò per lui un giardino e inizialmente sarà immortale, come voi, figli miei. Ma lo metterò alla prova e se fallirà, diventerà mortale» spiegò, guardando benevolo i proprio figli.
Michael inclinò la testa verso una spalla, con espressione assorta. Perché Papà aveva creato la spada per Azrael? Se l'uomo avesse superato la prova, non sarebbe servita... O forse, l'aveva creata poiché sapeva che l'Uomo non avrebbe superato quell'impresa. «Quindi la spada di Azrael, servirà ad annientare l'anima dell'Uomo se fallirà la prova?» domandò al genitore.
«No, Michael. L'anima dell'Uomo sarà immune alla spada, solo la sua vita ne verrà influenzata.»
Michael lo guardò per qualche istante. «Quindi, la spada verrà usata solo se l'Uomo fallirà la prova e diventerà mortale.»
Dio sorrise, annuendo, quindi si allontanò assieme alla Dea della Creazione, ma gli angeli la videro poi allontanarsi contrariata.
«Incantevole!»
Michael spostò le iridi sul gemello. «Cosa?»
«Be', finalmente ci sarà una nuova creatura. Non vedo l'ora di incontrarla, magari ci sarà da imparare qualcosa di nuovo!»
«Oltre a masturbarti?» chiese con una punta di divertimento nella voce.
Samael rise. «Lo ammetto, ho un po' esagerato, ma la mia è solo curiosità su come il mio corpo reagisce. Il tuo no? Non ti chiedi mai come siamo nati?»
«Papà e Mamma ci hanno creati» rispose tranquillo Michael.
«Ma come?» lo incalzò il fratello.
«Perché creare qualcosa che può interrompere una vita ma non l'anima dell'Uomo, a meno che non sia certo che questi fallirà la prova?» chiese invece, guardando Samael, il quale aggrottò la fronte.
«Prudenza, no? Nell'eventualità che l'Uomo fallisse la prova, sarà già tutto pronto.»
«A meno che non abbia già deciso dall'inizio come andranno le cose e farà in modo che vadano come vuole lui...» ipotizzò l'altro.
Samael aggrottò la fronte e sorrise nervoso. «Pensi che Papà manipolerebbe gli umani?»
Michael lo guardò cupo. «O forse anche noi» soffiò a fil di labbra, poi sorrise. «No, sicuramente no! Vorrebbe dire che nostro Padre è un manipolatore e sarebbe terribile. Ci sarebbe da averne paura, non credi?»
Samael sorrise, ma lo sguardo era preoccupato. Annuì incerto e Michael ricambiò il sorriso del gemello.
Quella fu la prima volta in cui mise il dubbio, il timore, nel cuore di qualcuno.


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Ieri mi sono data da fare e ho scritto un poco. È difficile immaginare la vita degli appena creati Angeli. Cioé mi immagino il povero Lucifer e la sua insaziabile carica sessuale... e nessuno con cui sfogarla, visto che le uniche creature esistenti all'inizio erano solo i suoi genitori e i suoi fratelli e, abbiamo visto, come nonostante sia il Diavolo non pratichi l'incesto.
Grazie a tutti i lettori.
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Per chi fosse interessato, può passare a trovarmi presso il mio gruppo su facebook:
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Daniela

 

   
 
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