Aveva
scoperto la grappa italiana e non la trovava male.
Michael
era seduto alla scrivania, mentre due pretucoli lavoravano
alacremente con gli alambicchi, seguendo il complicato
procedimento
che serviva a distillare il liquido della purificazione. La
ricetta
era menzionata su alcuni rotoli del Mar Morto e affondava le
sue radici nell'antica Babilonia.
Gli
umani pensavano che fosse un portento divino per esorcizzare
il
Demonio, ma quando gli avevano tradotto i passi delle
pergamene,
l'angelo aveva compreso che quel liquido poteva intossicare
e
indebolire un qualsiasi angelo, mentre era inutile contro i
demoni.
Probabilmente era un ritrovato dei Lilim per poter portare
avanti una
guerra chimica con il Paradiso che, per non si sa quale
motivo, era
finita in mano agli umani. Magari era qualcosa rimasto nelle
menti
degli umani dopo una possessione demoniaca, prima che Papà
ordinasse
a Lucifer di dare regolata ai suoi demoni. In realtà,
nemmeno Michael
poteva sapere come quella ricetta era finita agli umani e,
francamente, non gliene importava poi molto.
Aveva
lasciato ai preti l'incombenza di preparare il distillato,
mentre lui
stava continuando a leggere le annotazioni della Dottoressa
Martin
relative alle sedute con suo fratello.
C'era
qualcosa che Lucifer sembrava aver fatto diverse volte, a
differenza
sua. Appoggiò i fogli sul tavolo, prese il bicchiere con la
mancina
e bevve un sorso di grappa.
«Avete
mai baciato una donna?» domandò, occhieggiando i due
prelati. Uno
era il giovane, l'altro era ormai verso i sessanta.
Quest'ultimo
scosse il capo, mentre il primo abbassò lo sguardo.
«Padre
Vittorio, tu sembra abbia l'aria colpevole» commentò con un
sorriso
compiaciuto.
«Sono
diventato prete dopo una delusione d'amore...» confessò lui.
«Amore»
ripeté atono Michael, sbuffando infastidito. «Quindi hai
baciato.
Come si bacia una donna che si ama?»
Il
giovane si strinse nelle spalle. «Basta seguire il proprio
cuore,
penso.»
L'angelo
alzò gli occhi al cielo. «Per l'amore di mio Padre...»
mormorò,
per poi sospirare. «Devo fare pratica: cosa consigliate?»
«Per
trovare una donna che ti ami?» domandò Padre Henry. Era
originario
del Ghana e aveva un accento particolare, ma parlava
benissimo
l'inglese, meglio che l'italiano.
Michael
sbuffò. «Devo fare esperienza di carnalità. Devo
interpretare un
ruolo molto ostico, la persona che andrò a interpretare è
sempre
stata molto attiva sul profilo carnale, quindi per essere
credibile,
devo capire come funziona» spiegò senza pudore. «Il bacio
soprattutto, è un concetto che mi è totalmente alieno. Sia
chiaro, so come si fanno queste cose, ma solo perché le ho
viste fare.»
«Magari
puoi andare un bar, avvicinare una signora...» esordì Henry.
«Sei una specie di guardone?» domando il giovane Vittorio,
all'occhiataccia dell'angelo si rimise al lavoro. «Trova
una prostituta. Se è solo la carnalità che ti interessa, chi
meglio
di loro» propose.
«Le
prostitute non baciano» commentò Henry. «Almeno così diceva
Julia
Roberts in Pretty Woman.»
Vittorio
rise, poi osservò la fiala e sorrise. «Alleluia! Siamo
riusciti a
riempirla!» disse, chiudendo il piccolo contenitore.
Michael
si alzò, raggiunse il tavolo da lavoro e scansò i due umani
con le
braccia. «Finalmente. Ci avete messo quasi un mese!»
protestò,
prendendo la fiala tra le dita, osservandone il contenuto.
«Signori,
spero di non aver più bisogno di voi» commentò poi,
avviandosi
alla porta, dopo aver fatto sparire l'oggetto nella tasca
sinistra.
Non
appena ebbe lasciato la stanza, i due religiosi si
riscossero. La
presenza di quello straniero li metteva in soggezione, li
faceva
stare sempre sul chi vive, con la sensazione che ogni mossa
potesse
essere sbagliata.
Vittorio
raggiunse il corridoio, per assicurarsi che Michael se ne
fosse
andato e, effettivamente, era così. Lui non era in vista, ed
era
bizzarro: era come se fosse volato via. Vittorio scosse il
capo e
chiuse la finestra che dava sul cortile. Sopra i tetti,
faceva
capolino la cupola di San Pietro.
Uscì
sul balcone, incurante della propria nudità. Si stava
abituando a
mantenere una postura simile a quella del gemello, ma quando
era
sovrappensiero, la spalla destra tornava a sollevarsi,
palesando il
suo inganno.
Le
stelle autunnali brillavano sul cielo romano ed erano molto
più
numerose che nella città delle stelle. Per quanto fosse
grossa, Roma
non era nulla a confronto di Los Angeles. La temperatura era
attorno
ai dieci gradi, ma Michael non ne risentiva. Lasciò
scivolare le
iridi scure sulla cupola della Chiesa di Santa Maria del
Popolo.
L'Italia gli piaceva, aveva tantissime chiese e diverse
erano
dedicate a lui, ospitando affreschi che lo ritraevano mentre
cacciava
Lucifero dal Paradiso.
A
quel ricordo, avvertì una fitta alla spalla destra e si
ritrovò a
sospirare. Si accomodò su una delle poltrone del terrazzo
della
Popolo Suite dell'Hotel de Russie, massaggiandosi la spalla
con la
mancina.
Un
colpo di tosse dall'interno della camera da letto, gli fece
tendere
l'orecchio, ma non avvertì altro. Le sue ospiti non si erano
svegliate. Aveva provato il sesso, sicuramente gradevole, ma
nulla
per cui impazzire. Il desiderio era un campo per il quale
Samael era
tagliato, lui no. Lui era sempre stato quello responsabile,
troppo
occupato a preoccuparsi per il futuro, a pianificare che
tutto fosse
perfetto, per permettersi simili velleità.
Samael
era sempre stato più un tipo d'azione, riflettere non era
nelle sue
corde. Se si fermava a riflettere, le sue insicurezze lo
divoravano.
Linda Martin non aveva scoperto molto di nuovo, rispetto a
quello che
già lui sapeva. Certo, Chloe Decker era un discorso diverso.
Il suo
piano si era ormai delineato, mancavano solo alcuni
dettagli, ma
l'idea era pronta: sostituirsi a Lucifer, strappare al
gemello la
tanto agognata prima volta con quell'insignificante umana,
trattarla
in modo che lei non volesse mai più avere a che fare con
quell'idiota di Samael. Una volta spezzato quel legame tanto
speciale
per il fratello, le insicurezze lo avrebbero sommerso.
Perché
Lucifer non era altro che un bambino petulante in cerca
dell'approvazione di qualcun altro, che fosse Papà, Mamma o,
ora,
Chloe Decker.
Chiuse
gli occhi, riempiendo i polmoni con l'aria fresca di quella
notte
romana.
«Papà,
ci hai creato come soldati, per combattere...»
«Non
è del tutto corretto, Samael» rispose loro Padre, mentre
Michael li
seguiva, qualche passo più indietro.
Samael
agitò una mano, scacciando un'invisibile mosca da davanti a
sé.
«Dettagli» disse. «Però pensavo che darsi pugni e calci da
mattina a sera sia un po' monotono. Non potremmo avere
qualcosa da utilizzare per farlo?
Remiel vorrebbe dare la caccia ai cervi, ma scappano.»
«Quindi
a te e ai tuoi fratelli e alle tue sorelle servono delle
armi?»
chiese Dio, fissando benevolmente il figlio.
Samael
ci rifletté qualche istante. «Armi? Cos'è un'arma?»
Dio
sollevò le mani davanti a sé, i gomiti aderenti al busto, i
palmi
della mano rivolti verso l'alto. Un lampo di luce costrinse
tutti a
socchiudere gli occhi. Quando il bagliore si spense, tra le
mani di
loro Padre vi era uno strano oggetto, aveva un'impugnatura e
una parte
appiattita e appuntita.
«Cos'è
quest'oggetto di forma fallica, Papà?» domandò Samael,
sorridendo divertito.
«Una
lama, sarà la spada di Azrael» sentenziò Dio.
Un
vociare si levò attorno a loro e in men che non si dica, la
nominata
accorse a vedere cosa Padre avesse creato per lei. Dio
le diede l'arma e la ragazza la guardò con curiosità. «A
cosa
serve?» domandò, per poi agitarla.
Papà
le prese un polso delicatamente e le sorrise. «Piano,
figliola. È un oggetto
pericoloso. Se trafiggessi uno dei tuoi fratelli o sorelle,
annienteresti la loro anima. Servirà a scandire la mortalità
dell'esistenza.»
«Cos'è
un'anima?» domandò Amenadiel.
«L'anima
è l'essenza immortale di ogni mia creazione» spiegò il
Padre.
«Nostra»
sottolineò Madre, raggiungendo il marito. «Perché creare
qualcosa
che può annientare i nostri splendidi bambini?» chiese al
compagno.
«Perché
ho un piano e per metterlo in pratica devo creare l'Uomo.»
Un'esclamazione
di stupore risuonò tra gli angeli.
«Che
cos'è?» chiese curioso Samael.
Dio
gli sorrise. «La creazione a cui sto lavorando. Creerò per
lui un
giardino e inizialmente sarà immortale, come voi, figli
miei. Ma lo
metterò alla prova e se fallirà, diventerà mortale» spiegò,
guardando benevolo i proprio figli.
Michael
inclinò la testa verso una spalla, con espressione assorta.
Perché
Papà aveva creato la spada per Azrael? Se l'uomo avesse
superato la
prova, non sarebbe servita... O forse, l'aveva creata poiché
sapeva
che l'Uomo non avrebbe superato quell'impresa. «Quindi
la spada di Azrael, servirà ad annientare l'anima dell'Uomo
se
fallirà la prova?» domandò al genitore.
«No,
Michael. L'anima dell'Uomo sarà immune alla spada, solo la
sua vita
ne verrà influenzata.»
Michael
lo guardò per qualche istante. «Quindi, la spada verrà usata
solo
se l'Uomo fallirà la prova e diventerà mortale.»
Dio
sorrise, annuendo, quindi si allontanò assieme alla Dea
della Creazione, ma gli angeli la videro poi allontanarsi
contrariata.
«Incantevole!»
Michael spostò le iridi sul gemello. «Cosa?»
«Be',
finalmente ci sarà una nuova creatura. Non vedo l'ora di
incontrarla, magari ci sarà da imparare qualcosa di nuovo!»
«Oltre
a masturbarti?» chiese con una punta di divertimento nella
voce.
Samael
rise. «Lo ammetto, ho un po' esagerato, ma la mia è solo
curiosità
su come il mio corpo reagisce. Il tuo no? Non ti chiedi mai
come
siamo nati?»
«Papà
e Mamma ci hanno creati» rispose tranquillo Michael.
«Ma
come?» lo incalzò il fratello.
«Perché
creare qualcosa che può interrompere una vita ma non l'anima
dell'Uomo, a meno che non sia certo che questi fallirà la
prova?» chiese
invece, guardando Samael, il quale aggrottò la fronte.
«Prudenza,
no? Nell'eventualità che l'Uomo fallisse la prova, sarà già
tutto
pronto.»
«A
meno che non abbia già deciso dall'inizio come andranno le
cose e farà
in modo che vadano come vuole lui...» ipotizzò l'altro.
Samael
aggrottò la fronte e sorrise nervoso. «Pensi che Papà
manipolerebbe gli umani?»
Michael
lo guardò cupo. «O forse anche noi» soffiò a fil di labbra,
poi sorrise. «No, sicuramente no! Vorrebbe dire che
nostro Padre è un manipolatore e sarebbe terribile. Ci
sarebbe da
averne paura, non credi?»
Samael
sorrise, ma lo sguardo era preoccupato. Annuì incerto e
Michael
ricambiò il sorriso del gemello.
Quella
fu la prima volta in cui mise il dubbio, il timore, nel
cuore di
qualcuno.