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Autore: SweetLuna    05/10/2020    1 recensioni
Mettete per un attimo da parte vampiri e lupi mutaforma, e immaginate un contesto in cui i personaggi di Twilight sono tutti umani. Se Renesmee e Jacob fossero stati entrambi umani, se l'imprinting non fosse esistito, le loro strade avrebbero trovato ugualmente il modo di incrociarsi?
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Renesmee ha diciotto anni e vive a Jacksonville con i suoi giovanissimi genitori, Edward e Bella. Un'occasione speciale, il matrimonio di suo nonno Charlie, la porterà a rinunciare ad un viaggio con i suoi amici per trascorrere due settimane a Forks. Lì farà la conoscenza di Jacob Black, un ragazzo della tribù Quileute più grande di lei e terribilmente affascinante.
Ma come reagirà Renesmee nello scoprire che Jacob anni prima era stato innamorato di sua madre?
E come reagirà Jacob nello scoprire che Renesmee è proprio la figlia della ragazza che gli aveva spezzato il cuore?
Leggete e scopritelo!
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N.B. Poiché la storia è una Alternative Universe che si svolge in un futuro non raccontato nella Saga di Twilight, alcuni personaggi potrebbero essere lievemente OOC.
DISCLAIMER: La seguente storia non è a scopo di lucro. I personaggi originali di Twilight e il materiale fotografico appartengono ai rispettivi proprietari.
Genere: Introspettivo, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Jacob Black, Renesmee Cullen | Coppie: Jacob/Renesmee
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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CAPITOLO 6
 
Renesmee
Avevo ancora la testa fra le nuvole, mi sentivo euforica. Avevo baciato Jacob, e forse era successo tutto troppo velocemente... Eppure, nemmeno per un istante ebbi il rimpianto di averlo fatto. Forse, se lui non mi avesse fermata, mi sarei addirittura spinta oltre, e non escludevo che in quelle due settimane non potesse accadere. In fin dei conti ero sufficientemente matura per decidere da sola della mia vita sentimentale e... sessuale, se lo avessi voluto. Arrossii, e ringraziai il cielo che in quel momento Seth stesse guidando e non potesse vedere la mia faccia. Era venuto a prendermi per riportarmi a casa all'ora di cena, e aveva guardato Jake in un modo strano. Ero decisa a scoprire quale fosse il motivo, non poteva trattarmi come se avessi ancora quindici anni.
‒ Seth, posso chiederti una cosa? ‒ gli domandai, per tastare il terreno.
‒ Dimmi, Ness ‒ rispose lui, continuando a tenere lo sguardo fisso sulla strada. 
‒ Perché prima hai guardato Jacob come se avessi voluto ucciderlo? ‒ gli chiesi, sfacciatamente.
‒ Ma no, che dici? ‒ Alzò il volume della radio e si mise a canticchiare, sperando di sfuggire alle mie domande. ‒ E' stata solo una tua impressione... ‒ insistette, ma sembrava poco convinto.
‒ Lo so che ci hai visti ‒ gli risposi, ‒ ma che ti aspettavi, che avremmo... giocato a scacchi? Jake mi piace, ed io piaccio a lui... e siamo entrambi adulti. Ci siamo solo baciati, sono sufficientemente grande per baciare un ragazzo ‒ gli dissi, senza troppi giri di parole. 
‒ Hai ragione, e non sono affari miei ‒ rispose. ‒ E' solo che... ecco, non vorrei che ci stessi male, quando tornerai a casa. Non mi sembri il genere di ragazza da storielle usa e getta ‒ proseguì a dire. 
Aveva ragione, non lo ero. Fino a quel momento ero stata quella che alcune mie compagne di scuola avrebbero definito "una sfigata". Piacevo a ragazzi che non piacevano a me, non mi era mai capitato di trovarmi nelle condizioni di avere una storia d'amore o qualcosa di vagamente simile. Che cosa c'era di strano? Nulla, perché pensavo che ognuno dovesse avere i suoi tempi. E il fatto di non aver avuto un ragazzo fino ad allora, ai miei occhi non mi rendeva affatto una sfigata. Stavo bene da sola, e non volevo accontentarmi. Avevo tanti interessi e pensavo che nella vita ci fossero cose ben più importanti prima dell'avere un fidanzato. Avevo imparato a farmi bella prima di tutto per me stessa, e non per gli altri... Ma ovviamente non potevo negare che ci fosse voluto un po' di tempo per vederla così, e che avevo avuto anch'io quei momenti di sconforto nei quali una "sfigata" mi ci ero sentita davvero.
"Perché capita agli altri e non a me?", mi domandavo spesso. E ancora: "Mamma alla mia età già conosceva papà". Avevo anche messo in dubbio il mio orientamento sessuale. Mi piacevano le ragazze? Mi piacevano sia i ragazzi che le ragazze? No, neanche quella era la risposta... Avevo capito ben presto che le ragazze non potevano interessarmi, non in quel senso. Semplicemente, non avevo mai avuto un ragazzo perché... be', perché non avevo mai conosciuto qualcuno di veramente speciale. Qualcuno come Jacob.
‒ Esiste la tecnologia, Seth ‒ dissi, rispondendo alla sua domanda. ‒ E avrò una scusa per venire a Forks un po' più spesso, non sei contento? ‒ Volevo che capisse di avere a che fare con una persona matura, non con una ragazzina. Forse ero presuntuosa a pensarlo, ma mi ritenevo più matura della maggior parte delle mie coetanee. 
‒ Ma sentila ‒ mi canzonò Seth, ‒ prima non ti fai vedere per quattro anni e poi non vedi l'ora di tornare a Forks. O meglio, a La Push! ‒ Si mise a ridere, voleva prendermi in giro ma in maniera affettuosa. Era fatto così, Seth era un giocherellone.
‒ Che c'è, sei geloso di Jake? ‒ ribattei; sapevo tenergli testa. ‒ Ah, Seth... devo dirti una cosa. Ho incontrato Billy a casa di Jake, e lui mi ha riconosciuta. Dici che lo dirà a nonno Charlie? ‒ gli domandai, cercando di non apparire troppo preoccupata.
‒ Non credo, Billy non è un impiccione ‒ rispose. Con me un po' lo era stato, ma decisi di tenere quel commento per me. ‒ Quindi... Jacob sa che sei la nipote di Charlie? ‒ proseguì a domandare.
‒ In realtà no... ‒ gli confessai. ‒ Dovrei dirglielo, lo so... Spero che non sia un problema, a quanto pare Billy e il nonno sono grandi amici. Perché non me lo hai detto prima? ‒ Seth sembrava di nuovo preoccupato, e mi rispose solo dopo alcuni secondi. 
‒ Be', ecco... ‒ Stava prendendo tempo, lo avevo capito.
‒ Seth, così mi fai preoccupare ‒ lo incalzai. ‒ Se c'è qualcosa che dovrei sapere, dimmela subito.
‒ Non è niente, okay? E' solo che... be', vedi... Jake e tua madre... si conoscono ‒ mi disse Seth.
‒ Che cosa?! ‒ Iniziai ad agitarmi. E se si fossero visti? E se Jake avesse detto a mia madre che aveva conosciuto una ragazza? Una ragazza di nome Renesmee. Tipico nome americano, pensai sarcasticamente. Dovevo mettere in chiaro le cose con Jacob, non volevo che tutta Forks e La Push si facessero gli affari nostri... E non volevo che mia madre iniziasse a pensare male di me, chissà che cosa mi avrebbe detto se avesse saputo che mi ero presa una bella sbandata per un suo conoscente di trentaquattro anni. Se le cose fossero andate come speravo, avrei dovuto dirglielo... Ma non era ancora il momento.
‒ Perché non me lo hai detto prima? ‒ proseguii a domandare. 
‒ Non pensavo che avreste... fatto amicizia così presto. Te l'ho detto, Jake è di gusti difficili e tu sei molto più giovane di lui, perciò... ‒ Lo interruppi. 
‒ Mettiamo le cose in chiaro, Seth. Per me non cambia nulla, e non sarebbe cambiato nulla nemmeno se lo avessi saputo prima. Ma almeno avrei evitato di fare la misteriosa, e di metterlo in una situazione scomoda con Billy. Tra l'altro Billy non si è presentato, ed io l'ho chiamato subito per nome... Credo che sarà lui a dire a Jacob chi sono, prima che possa farlo io. E probabilmente Billy penserà che sono una maleducata... ‒ Stavo andando leggermente in panico. ‒ Ne parlerà con nonno, questo è sicuro. Non credo che terrà la bocca chiusa, sono pur sempre la nipote del suo migliore amico.
‒ Renesmee, cerca di stare tranquilla. Jake è grande, e Billy si fa gli affari suoi. Sì, magari fa qualche battutina a Jake sul fatto che ancora non si è fidanzato, ma ti assicuro che la cosa finisce lì. Sai, è la mentalità delle persone della Riserva, non farci troppo caso. A breve sarò considerato anch'io uno scapolo d'oro, se non metto l'anello al dito a una ragazza. ‒ Si mise a ridere, trovava la cosa divertente. In effetti, era una mentalità piuttosto antiquata. 
Non sapevo se Seth mi stesse dicendo tutto quello per rassicurarmi, o perché effettivamente era vero. Sperai che fosse valida la seconda opzione, che Billy non si impicciasse troppo della vita del figlio.
‒ Un'ultima cosa, Seth... Ti prego di non farne parola con mia madre ‒ aggiunsi, sperando di aver chiarito, almeno un minimo, la situazione.
‒ Non dirò nulla a Bella, puoi stare tranquilla... Mi hai giurato che non ti metterai nei guai, perciò il mio dovere l'ho fatto. ‒ Di nuovo quel discorso. 
‒ Per l'ultima volta, Seth... Ci ha già pensato la mamma a farmi la testa come un pallone con questa storia. E ti ha preceduto di parecchi anni, con il discorso sulle api e i fiori! ‒ Ci mettemmo a ridere entrambi.
‒ Scusami Ness, non tirerò più fuori questo argomento.
‒ E non serve che ti dica di non parlare di Jacob neanche a mio padre, visto che arriverà domani. Jake conosce anche papà? ‒ domandai, sempre più curiosa.
‒ Be'... sì, Jacob e tuo padre si conoscono. Non ti dirò altro, perché ripeto: non sono affari miei. ‒ Seth sembrava un po' scocciato, a quel punto. L'argomento si esaurì da sé, alla radio passarono Time is Running Out dei Muse e ci mettemmo a cantare. 
Seth aveva ragione, se c'era qualcuno con cui avrei dovuto chiarire la situazione, quello era proprio Jake.
 
 
Poco dopo
 
Quando giungemmo a casa, mamma venne subito a dirmi che a breve sarebbe arrivata una sorpresa. Inoltre, Seth mi aveva detto che sarebbe rimasto con noi a cena.
‒ Renesmee, vai a farti una doccia e cambiati ‒ mi disse mamma. ‒ E fai in fretta, okay? 
‒ Certo, mamma. ‒ Una sorpresa. Che poteva essere? Forse avevano invitato nonna Esme e nonno Carlisle a cena, ero felice di rivederli. In quei due giorni mi ero comportata da nipote degenere, facendomi ampiamente gli affari miei. Mi diedi della stupida per non aver trovato il tempo di andare a salutarli, ma ne era valsa decisamente la pena... Dovevo sbrigarmi, ma volevo mandare un messaggio a Jake e anche alle mie amiche. Volevo dire a Christina e Stella che era successo qualcosa con il ragazzo fantastico conosciuto al falò in spiaggia.
Christina era fidanzata con Thomas, un ragazzo del nostro gruppo di amici. Mentre Stella era single, come me. O meglio, come me fino a una sera prima... 
Ma che vai a pensare, mi rimproverai. Un bacio non significava nulla, Jake ed io non eravamo fidanzati. Ma speravo vivamente che potessimo diventarlo, al diavolo gli ostacoli dell'età e della distanza. Presi il cellulare, e scrissi un messaggio a Chris e a Stella.
 
Renesmee: Novità con il ragazzo del falò...
 
Aggiunsi due emoticon. La faccina gialla con gli occhi a cuoricino e la scimmietta che si copre gli occhi. Mi sentii una cretina, ma in fin dei conti non potevo mascherare la mia felicità. 
Poi, mi feci coraggio e scrissi anche a Jake: Ehi, oggi sono stata benissimo con te... Non vedo l'ora di rivederti. E posso anche smetterla con la storia della ragazza del mistero, ci avrà già pensato tuo padre a dirtelo. Sono la nipote di Charlie Swan... Spero che non sia una notizia troppo sconvolgente :)
Come avrebbe preso la notizia che ero la nipote di Charlie? A giudicare dalla chiacchierata con Seth, non sarebbe stato un grosso problema. Ma a preoccuparmi di più non era nonno Charlie, bensì il fatto che Jake conoscesse i miei genitori. Qual era il loro rapporto? Amici, conoscenti? Non ricordavo che mamma mi avesse mai parlato di un Jacob, perciò probabilmente erano soltanto conoscenti. La tentazione di fare delle domande a mia madre era forte, ma a quel punto avrebbe capito tutto. Insomma, non è che potessi uscirmene con un "Ehi, mamma! Esco con un ragazzo che ha due anni meno di te!". Immaginai la scena, e mi venne da ridere. 
Mi chiusi in bagno, avevo già fatto la doccia a casa di Jake ma non volevo dirlo in giro. Mi tirai su i capelli e feci un'altra doccia, giusto per togliere ogni traccia del profumo da uomo di Jake e non destare sospetti. Subito dopo, mi infilai un paio di pantaloncini jeans e una canottiera nera con il logo dei Nirvana, una delle mie band preferite. Poi, come di consueto, feci un trucco leggero. La matita nera nell'interno occhi era una dritta che mi aveva dato mamma, in quel modo i miei occhi marroni sembravano magicamente più chiari. 
Guardai di nuovo il cellulare, lui mi aveva già risposto... E, ancora una volta, il mio cuore spiccò il volo. Cavolo, ero davvero messa male se un semplice messaggio su WhatsApp mi faceva sentire in quel modo.
 
Jacob: Nessie, anch'io non vedo l'ora di rivederti... E no, non è una notizia sconvolgente, ma devo parlarti di una cosa importante. Se non hai impegni, possiamo vederci anche domani sera, dimmi tu. Spero che vorrai ancora vedermi dopo che te ne avrò parlato...
 
Mi aveva chiamata di nuovo Nessie, quello era un buon segno. Ma aveva anche detto di dovermi parlare di qualcosa, qualcosa che lo preoccupava molto. Perché mai non avrei più voluto vederlo? 
In quel momento, avvertii il rumore di una macchina che parcheggiava nel vialetto di casa Swan, e subito dopo fui chiamata da mia madre.
 
Renesmee: Nulla di ciò che potresti dirmi mi farebbe desiderare di non vederti. Se dipendesse da me, vorrei rivederti già adesso. O stanotte. Non riuscirò a dormire per colpa tua...
 
‒ Renesmee, scendi! ‒ Inviai velocemente il messaggio a Jake e aggiunsi un cuore, prima che potessi rifletterci troppo e pentirmene. Dove era finita tutta la sfacciataggine di quel pomeriggio, quando mi ero seduta letteralmente addosso a Jake mezza nuda?
‒ Arrivo, mamma! ‒ Recuperai dal comò i miei braccialetti, una spruzzata veloce di profumo ed ero pronta.
Una volta scesa al piano di sotto, vidi che Sue era andata ad aprire la porta di casa. Mi precipitai all'ingresso per vedere chi fosse venuto a farci visita, e vidi entrare nonna Esme, nonno Carlisle e... zia Alice e zio Jasper, con il mio cuginetto David di appena tre anni. Mi precipitai subito a salutare tutti, era davvero una bellissima sorpresa. Teoricamente sarebbero dovuti arrivare il giorno seguente, con papà, zia Rose e zio Emmett. I miei zii vivevano tutti a Seattle, a sole tre ore di distanza da Forks.
Salutai subito i miei nonni, che mi strinsero in un abbraccio. Subito dopo andai da zio Jasper, che, nel salutarmi, mi sollevò da terra.
‒ Come stai tesoro? Ci sei mancata tanto ‒ disse zio Jasper. ‒ Ah, bella maglietta! ‒ Gli sorrisi.
‒ Sto bene, zio. Non so se potrò posticipare il mio viaggio a Los Angeles, ma a parte questo sto benissimo. ‒ Subito dopo andai da zia Alice, che era stata circondata dalle donne di casa. In braccio a lei c'era il mio cuginetto. Riccioli biondi come zio Jasper e occhi tra il verde e il grigio, un mix tra il colore degli occhi dei miei zii: il piccolo Dave era un bambino bellissimo. Non appena mi avvicinai a zia Alice per salutarla, Dave allungò le sue manine verso di me, chiamandomi "Nene". Non sapeva ancora dire il mio nome, perciò mi chiamava così... Ormai avevo perso il conto dei miei soprannomi. 
Quando finimmo di salutarci, mi sedetti sul divano con zia Alice e il mio cuginetto, che stava tranquillo in braccio a me e giocava con il suo gattino di peluche. Non avevo mai amato in maniera particolare i bambini, ma Dave e la figlia di zia Rose e zio Emmett mi avevano fatto decisamente cambiare idea. 
Mentre aspettavamo la consegna delle pizze, accesi la TV su una stazione di cartoni animati e mi misi a chiacchierare con zia Alice. Nonno Charlie stravedeva per lei, e in quei giorni avrebbe anche dato una mano per gli ultimi preparativi delle nozze. In fondo era il suo mestiere, era un'organizzatrice di matrimoni professionista.
‒ Allora Ness, che mi racconti? ‒ mi domandò. ‒ Sei ancora arrabbiata per il viaggio? Edward mi ha raccontato tutto. 
‒ No, non sono arrabbiata... Be', ovviamente spero di poter posticipare il viaggio. Mi darebbe fastidio perdere i miei risparmi ‒ le spiegai. ‒ E poi, ci tenevo moltissimo.
‒ Lo capisco, tesoro... E poi lo so che non ami molto venire a Forks ‒ mi disse. Mi venne da sorridere, perché le cose erano decisamente cambiate. 
‒ Ehi, perché stai sorridendo? 
‒ Non sto sorridendo, zia... ‒ Poi, all'improvviso, il genio: con la sua vocina da folletto, la zia mi fece esattamente la domanda che aspettavo. 
‒ Hai conosciuto un ragazzo... Non provare a negare, ti si legge in faccia! ‒ disse entusiasta, anche se a bassa voce. 
‒ Uffa, zia... non ti si può nascondere nulla! ‒ Ci mettemmo a ridere. Zia Alice era una specie di sensitiva, spesso faceva dei sogni premonitori o semplicemente ci prendeva sulle cose. Io ero una delle poche a saperlo, perché molti non le avrebbero creduto o avrebbero pensato che era un po' fuori di testa. Mi piaceva sapere che c'era un fondo di verità nelle leggende sul soprannaturale... 
Chissà, forse era vero che gli antenati di Jake si trasformavano in lupi. 
‒ Esatto, Renesmee. Hai detto bene, non mi si può nascondere nulla ‒ rispose, felice di avere ragione. ‒ Sai, tempo fa ho fatto sogno in cui mi dicevi di esserti fidanzata. 
‒ Davvero? E che altro hai visto? 
‒ Non te lo dirò, non voglio condizionarti! Piuttosto, parlami di lui. 
‒ Stai bene con i capelli più lunghi, zia! 
‒ Grazie, ma non cambiare discorso ‒ insistette lei, imperterrita.
‒ Okay, va bene... A te posso dirlo: è un ragazzo di La Push. Ieri sera Seth mi ha portato ad un falò in spiaggia, ed è lì che l'ho conosciuto. Era bello come il sole, ho avuto una specie di... colpo di fulmine ‒ le confessai. 
‒ Ti vedo tesa, Ness. C'è qualche problema? 
‒ Be', ecco... lui ha trentaquattro anni. E mi piace davvero tanto, zia. Ma tra due settimane tornerò a casa, non può funzionare. Siamo troppo lontani... ‒ Mi rabbuiai. Zia Alice mi venne più vicina e mi abbracciò.
‒ Tesoro mio, non essere così pessimista. L'hai appena conosciuto, se è destino troverete un modo. E ora dimmi, come si chiama? 
‒ Si chiama Jacob. Seth mi ha detto che lui e mamma si conoscevano... Anche questo sarà un bel problema. ‒ Vidi la zia sbiancare, per poi ricomporsi.
Volevo farle ulteriori domande, ma Dave richiamò l'attenzione della mamma.
‒ Mamma, mamma! Ho fame, quando mangiamo? 
‒ Tra poco, cucciolo. 
‒ Ne parliamo dopo, zia. ‒ Mi alzai dal divano, e subito dopo arrivò il fattorino con le pizze. 
Perché zia Alice aveva di colpo cambiato espressione? C'era qualcosa che ancora non sapevo, qualcosa che Jake mi avrebbe detto presto. Ripensai al suo "se vorrai ancora vedermi", e ricacciai indietro una lacrima. Cosa poteva essere di così terribile? 
Venni travolta dall'odore inebriante della pizza, ma all'improvviso non avevo più fame. 
  
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