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Autore: Harry Fine    06/10/2020    1 recensioni
Una guerra terrificante si svolgerà presto sulla Terra. Ma i nemici da combattere sono tutto fuorchè convenzionali. Non sono esseri umane, ma macchine provenienti dallo spazio capaci solo di distruggere tutto quello che trovano sulla propria strada. E per sconfiggerle sarà necessario un esercito altrettanto nuovo, letale e pronto a tutto. L'esercito degli androidi Yorha, composto da valorosi volontari. Ma davvero ne varrà la pena?
Genere: Avventura, Guerra, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai, Yaoi
Note: Otherverse, What if? | Avvertimenti: Threesome
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Nell’ultimo anno di guerra, Momoko poteva dire di aver visto le cose peggiori del mondo, sia nel loro ambulatorio sia sul campo di battaglia.
Androidi con arti rotti o mancanti, con gravissime emorragie o scottature e addirittura senza la pelle artificiale o con tutto il corpo disarticolato. E aveva affrontato tutto ciò a sangue freddo, ma in quel momento era sul punto di una crisi di nervi.


Ishley era disteso su un lettino della sala operatoria, pallidissimo, sudato e in preda alle convulsioni. Ogni tentativo di sedarlo era stato quasi del tutto inutile e avevano dovuto legargli polsi e caviglie per impedirgli di attaccare o fuggire.
Quell'infezione da virus logico era la più grave che avesse visto dall'inizio della guerra, e lei era costretta non solo a lottare contro il suo amico per tentare di salvarlo, ma anche a sentire i bisbigli di altre due colleghe, due donne che non avevano smesso un secondo di dire quanto quel maledetto virus fosse incurabile!
Le avrebbe volentieri pestate e infilzate coi suoi ventagli senza pensarci un secondo pur di farle stare zitte, ma non era il momento. Doveva salvare il suo compagno di squadra.


L'unica consolazione era l'aiuto del primario 1H, che stava lavorando accanto a lei. Si era reso subito disponibile quando aveva chiesto aiuto e stava lavorando senza sosta, parlando solo quando doveva segnalare nuovi problemi o possibili soluzioni.
Era stato l'unico ad averla veramente sostenuta fin da subito, e lei era veramente molto grata per tutto quello che stava facendo. Ricordava fin troppo bene il gemito di orrore che le era uscito dalle labbra quando si era voltata e aveva visto gli occhi rossi ed infetti del dottore e Becky con le mani sopra la bocca.

 

Lui aveva detto qualcosa che non era riuscita a sentire, ancora intontita dalle botte prese, e poi lo aveva visto piegarsi in due in avanti con un gemito di dolore e aveva iniziato a tremare e agitarsi in preda agli spasmi.
Aveva sentito di sfuggita Ivar che diceva che il virus che aveva corrotto Kazehiro doveva averlo contagiato quando lo avevano hackerato e distrutto la sua mente. E a quel punto aveva solo reagito.
Si era precipitata da loro due, allontanando la rossa prima che l'uomo potesse fare qualsiasi movimento. Aveva visto più volte di cosa poteva essere capace un androide corrotto e non voleva che la ragazza ci finisse di mezzo.
Aveva provato a rallentare l'infezione, ma Ishley aveva iniziato a dimenarsi e sbraitare senza controllo: erano serviti Ivan, King, Kyran e Rahl a tenerlo fermo affinché lei riuscisse ad iniettargli una massiccia dose del tranquillante che aveva addosso.
Avevano chiamato i soccorsi immediatamente e per un fortuna varie pattuglie della superficie li avevano trovati e riportati al Bunker in tempo.

 


Era rimasta accanto a Ishley per tutto il tragitto, ascoltandolo urlare e pronta ad intervenire in caso di bisogno, ed aveva continuato a farlo anche dopo, quando erano arrivati in sala operatoria. E Ormai erano lì dentro da tre ore!
Gli avevano guarito le ferite e somministrato dei vaccini; stavano provando a mantenerlo stabile, ma sia lei che il primario stavano esaurendo le idee.
Quel maledetto Virus Era il più complicato che avesse mai visto: era un nuovo ceppo che in qualche modo continuava ad evolvere e crescere come un tumore, creando barriere e protezioni ad ogni passo per difendersi e stava pian piano alterando le funzioni vitali del suo ospite, rendendo inutili i sedativi e i rimedi comuni e quindi complicando ancora di più l'operazione.


Era quello il problema con le infezioni logiche: non bastavano delle clamp per bloccarne il flusso ed era inutile sostituire i componenti. Gli agenti dannosi dovevano essere eliminati completamente dal sistema altrimenti avrebbe consumato ogni singolo ricordo e informazione e ridotto l'androide ad una macchina da uccidere senza controllo!
Inoltre, il fatto che quelle due oche delle sue “colleghe” non la finissero mai di sussurrare quanto salvarlo fosse un'impresa disperata non la aiutava di sicuro!

 


All'ennesimo bisbigliosbatté le mani sul lato del lettino si girò verso di loro inviperita. 《Ok, ora basta! Voi due, fuori da questa sala operatoria! Andatemi a chiamare un'unità O, due S e altre due H che sappiano effettivamente fare il proprio lavoro! Muovetevi!》

 

Le due si zittirono, non osando controbattere. Quella ragazza era più bassa di loro di tutta la testa, eppure in quel momento, rossa in faccia e pronta a farle a fette coi suoi ventagli, faceva più paura di un senziente.
Scapparono fuori dalla sala tutte e due, tra le risate soffocate del primario, intento a tenere fermo Ishley. 《Ricordami di non farti mai arrabbiare.》
La ragazza sbuffò una risatina nervosa, tornando al suo lavoro. 《La prego, mi dica che almeno lei non la pensa come quelle due.》


《Non lascerò morire un tuo amico, ma abbiamo bisogno di rimboccarci le maniche.》 Disse, poggiando nuovamente le mani sul capo del dottore biondo.
La giapponese sentì una vera ondata di speranza attraversarla da capo a piedi ed annuì, mentre entrambi ricominciavano ad attaccare il virus.
Sentì la porta aprirsi dopo un po' di tempo, facendo entrare le cinque persone che aveva richiesto, due uomini e tre donne. Li conosceva di sfuggita: fortunatamente erano tutti molto dotati. Sperava solo che lo fossero abbastanza.


《Cosa dobbiamo fare primario?》.
L'uomo lo guardò tutti. 《Le unità S dovranno demolire le sue barriere e bloccare i suoi attacchi, mentre noi H distruggeremo il centro del virus. L'unità O invece dovrà segnalare qualsiasi problema dovesse insorgere e controllare i parametri del paziente. Fate attenzione, potrebbe provare ad attaccarvi.》


Tutti loro annuirono e si misero al lavoro, poggiando le proprie mani sul corpo di Ishley, che continuava a urlare e strattonare le manette disperatamente.
Tutti loro percepirono la sua rabbia e la sua confusione crescente, mentre la massa maligna di dati era intenta ad espandersi sempre di più, provando a spingerli fuori con tutta la sua potenza evolutiva e costringendoli a rispondere colpo dopo colpo.
Strinsero i denti: stavano cercando di eliminare l'infezione senza danneggiare i dati dell'uomo, ma si stava rivelando una sfida. Più di una volta dovettero interrompere a causa di un improvviso peggioramento delle sue funzioni vitali.
Erano riusciti a stabilizzarlo ogni volta grazie alla tipo O, ma sarebbe bastato solo un attimo di distrazione per ritrovarsi davanti un cadavere.


L’unico lato positivo di quegli episodi erano le momentanee perdite di conoscenza del dottore: lottare per tenere fermo uno Yorha infetto durante il tentativo di gurirlo era estenuante, viste le proporzioni dell'operazione.
Rimasero lì dentro per quelli che sembrarono secoli, ma, con sommo sollievo della giapponese, la sua resistenza iniziò pian piano ad indebolirsi sotto i loro colpi congiunti.
Erano riusciti ad isolare l’infezione, bloccandola in un’area ristretta del sistema motorio. La sua struttura era ormai più limitata e, pur continuando a lottare con violenza, opponendosi a loro e aggredendo i dati del suo ospite, stava venendo lentamente ridotto a polvere di dati. Anche i movimenti e le urla del dottore iniziarono a placarsi.


《Grazie ancora, Primario.》 Sospirò, grata, appena vide l'uomo cedere e crollare in un sonno profondo. Ce l'avevano fatta.
《Puoi chiamarmi semplicemente Davide.》 Rispose lui, esausto.

 


**

 


Fuori dalla sala operatoria l'atmosfera era altrettanto densa di nervosismo e stanchezza.
Ivar e tutti gli altri erano seduti sul pavimento del corridoio, in attesa di notizie. Nessuno di loro era particolarmente in vena di festeggiare la morte di Kazehiro: vedere Ishley venire corrotto così gravemente e così in fretta era stata davvero una brutta sorpresa.
Il biondino osservò tutti i suoi compagni: ognuno di loro aveva ricevuto le cure appropriate, ma erano comunque spossati. La battaglia era stata davvero estenuante, e si vedeva.


Nonostante gli sforzi, Kyran e King avevano ceduto al sonno, e ora stavano dormendo appoggiati contro Rahl, che continuava a vegliare su di loro. Allo stesso modo Natasha e Athal si erano addormentate spalla contro spalla.
Ivan era ancora sveglio, nonostante avesse una faccia stravolta, mentre Becky sembrava l'unica davvero vigile: era rimasta tutto il tempo con gli occhi puntati verso la porta in maniera spasmodica è senza muovere un muscolo. Non che si stupisse; ormai era chiaro come il sole che quei due si piacessero.


E quanto a lui, la consapevolezza che avrebbe potuto essere lui quello disteso su un tavolo operatorio era abbastanza per tenerlo sveglio. Ma quel silenzio pesante lo stava facendo impazzire!
Poco prima avevano sentito Momoko urlare e due donne erano fuggite a gambe levate fuori dalla stanza, poi altre cinque persone erano entrate, però da allora non si era sentito un suono.
Nessuno di loro aveva osato dire una parola da quando erano tornati, ma questo stava solo aumentando la loro tensione.

 


Si fidavano tutti dell'albina: era responsabile, intelligente e bravissima nella guarigione; li aveva salvati da varie situazioni decisamente tremende ed era abbastanza cocciuta da restare lì dentro per giorni, ma nessuno di loro riusciva a scacciare la paura che non ce l'avrebbe fatta.
Ivan, vedendolo preoccupato, si alzò e si sedette accanto a lui. 《Tutto bene?》
《Non ne sono sicuro. Anche se abbiamo ucciso Kazehiro, mi sembra di essere stato sconfitto,》


Il francese gli passò un braccio intorno alle spalle, stringendolo a sé. 《Tu e Ishley ci avete salvati. Se non vi foste messi in mezzo, saremmo morti tutti quanti. E lui è forte, vedrai che si riprenderà.》
《Non ho impedito che lui venisse contagiato.》 Ringhiò. 《L'ho sentito sai? Quel maledetto Virus. Ci stava attaccando senza pietà e io stavo per cedere. Lui deve avermi protetto in qualche modo, senza che me ne accorgessi, e ha dovuto indebolire le proprie protezioni.》

 

Il più alto lo tenne ancora di più vicino. 《Non è stata colpa tua Ivar. Lui sapeva quello che faceva, così come lo sa Momoko. Abbi fiducia in lei, Vedrai che ce la farà.》
《Ma questo non toglie che non sarebbe lì dentro se non fosse stato per me! E anche stavolta sono stato completamente inutile! No anzi, peggio. Sono stato un peso! È una situazione più brutta persino della volta nella Giungla!》 Ringhiò, gli occhi lucidi dalla frustrazione.

 


L'altro lasciò che si sfogasse, ascoltandolo singhiozzare contro il suo petto senza dire nulla. Più volte aveva avuto l’impressione che il ragazzo si sentisse in colpa perché non era riuscito a proteggere Emily e il resto della loro squadra originale durante la battaglia al Rio delle Amazzoni, e questa ne era la conferma.
Vedere Ivar così vulnerabile e impaurito non gli piaceva. Lui era forte, caparbio, indolente, ma anche sensibile e dolce quando voleva. Era così che voleva vederlo.
Si era arrabbiato molto con lui, ma se durante quei mesi era rimasta dell'amarezza tra di loro, ora era completamente svanita.


Sentendolo singhiozzare ancora, gli diede un bacio sulla fronte. 《Shhh. Mon Cher… non è vero che sei inutile e non sei un peso. Tu hai sempre fatto tutto quello che potevi e puoi star certo che tutti noi lo sappiamo. E io sono fiero di te》 Lo rassicurò.
Il biondino arrossì, ma non si allontanò da quella stretta rassicurante. Anzi, si lasciò andare, godendosi quella sensazione, mentre Rahl li osservava con un sorriso intenerito, stretto ai suoi amanti addormentati.

 


Rimasero così per un tempo che parve infinito, solo loro tre e Becky ancora svegli ad aspettare delle notizie.
A dire il vero, erano sul punto di addormentarsi quando la porta della sala operatoria si era spalancata di botto, facendone venire fuori l'equipe medica e svegliandoli tutti quanti di soprassalto.
Scattarono subito come molle nel vedere la loro aria soddisfatta, precipitandosi da Momoko e trovandola rossa dalla fatica, sudata e senza la benda, ma con un sorriso sulle labbra. Il primario era accanto a lei, anche lui spossato, però anche lui aveva un'espressione che faceva ben sperare.

 

《Allora!?》 Chiese Becky alla sua amica.
Lei sorrise stancamente. 《Ci siamo riusciti. Abbiamo eliminato ogni traccia del Virus. Non sappiamo se riporterà danni cerebrali o di altro tipo, ma sappiamo che vivr…》


L’abbraccio della rossa la fece tacere. 《Grazie! Grazie Momoko! Grazie di cuore per averlo salvato.》
L’altra ricambiò la stretta. 《Di nulla tesoro. Abbiamo indotto un breve coma farmacologico per permettere al suo sistema di riprendere le forze ed evitare che sprechi energia. Dovrà evitare ogni tipo di stress nei prossimi giorni.》

L’altra annuì con un sorriso sollevato, osservando Rafael, profondamente addormentato, che veniva portato via.

 


Il primario Bianchi si avvicinò, ridacchiando davanti a quella scenetta. 《Io credo sia il caso di andare a riposare. Siamo tutti esausti.》 Commentò, vedendo le facce sconvolte dal sonno del gruppo.
Ivan annuì con uno sbadiglio, così come Athal. 《Direi che è una buona idea.》
《Già. Io credo dormirò per una settimana.》 Borbottò Athal.

L'uomo sbuffò un'altra risatina. 《Allora alla prossima. E non temete. Appena starà meglio, potrete andare a fare visita al vostro compagno in infermeria quando vorrete.》

 


Tutti i membri della squadra si separarono per andare verso le rispettive stanze; solo Ivar rimase indietro.
Sapere che la sua incapacità non era costata la vita di Ishley era un gran sollievo, ma ora che non aveva più quell’ansia addosso c'era qualcos'altro che doveva controllare: nessun altro sembrava averci fatto caso, ma il generale e il colonnello non si erano visti.
Normalmente, passavano spesso in situazioni simili per richiedere rapporti, rimproverare o premiare gli androidi coinvolti, specie se si trattava della loro squadra, ma non stavolta.


Avevano vinto per l’ennesima volta contro un senziente, rischiando nuovamente di rimetterci la pelle, e il primario e la sua equipe avevano compiuto un’incredibile operazione medica, eppure quei due non erano da nessuna parte.
Era da qualche settimana che si stavano comportando così: non si vedevano quasi mai nei corridoi, se non per assegnare le operazioni, e sembrava che passassero tutto il tempo nelle i loro stanze in contatto con qualcuno.
Non sapeva se a parlare fosse la sua paranoia o la sua antipatia nei confronti di quei due fratelli, ma aveva ormai da mesi l’impressione che sia loro che tutti gli altri capi dell'esercito stessero nascondendo qualcosa di grosso. Ed era stufo di brancolare nel buio.
Momoko, Athal e Natasha avevano parlato a tutti loro del “Grande progetto" a cui il generale aveva accennato durante l'ultima riunione a cui avevano partecipato e poteva scommettere che c'entrasse qualcosa.
Non era del tutto sicuro che anche i suoi compagni avessero dei sospetti simili al suoi, ma visto quello che stava per fare non aveva tempo per chiedere aiuto.


Si allontanò non visto attraverso i corridoi, percorrendo la strada fino ad arrivare alla porta dell'archivio centrale. Quello era il posto in cui tutti i dati di cui erano in possesso gli Yorha venivano raccolti e salvati dai tipo O. Se voleva delle risposte, quello era l’unico posto in cui avrebbe potuto trovarle.
Era Una stanza simile ad uno sgabuzzino, polverosa, di dimensioni decisamente ridotte e insignificanti rispetto a quelle della sala principale, ed era occupata quasi per intero da un gigantesco computer.


Era esausto, ma poggiò comunque le mani sulla tastiera, iniziando ad hackerare. Aveva la sensazione che se non avesse fatto qualcosa subito, se ne sarebbe pentito amaramente.
Non incontrò resistenza di alcun tipo. Niente barriere, niente password, niente ostacoli: riuscì ad entrare nell'interfaccia più preziosa per il loro esercito senza problemi. Non sapeva se sentirsi fortunato o offeso.
Osservò le varie cartelle che apparvero sullo schermo e lesse quante più informazioni possibile, ma dopo venti minuti non aveva ancora trovato nulla di nulla. Emise un ringhio di frustrazione.


Aveva cercato tra i file di ogni singolo Yorha, sia gli attivi che i deceduti, dove erano contenute tutte le informazioni sia della loro vita da umani che da Androidi, ma non aveva trovato quelli del Generale o del Colonnello.
A quanto pareva, quei due avevano tenuto i propri fascicoli su server separati o non li avevano caricati affatto. Erano più furbi di quanto pensasse, ma non aveva intenzione di arrendersi.

 


Passò ai rapporti di tutte le missioni in cui venivano nominati, ma il Generale non aveva mai preso parte a quelle sul campo e il Colonnello lo aveva fatto solo due volte: il tentativo fallito di riconquistare Washington e quello riuscito della distruzione di un Server sugli Appallaci.
Provò dunque a cercare qualunque documento sul “Grande piano", ma anche la corrispondenza tra i generosi che era stata registrata non trattava nulla se non i rapporti delle missioni. In poche parole, un mucchio di robaccia inutile.
Si sarebbe messo volentieri ad urlare; non poteva essere l'ennesimo punto morto! Ci doveva pur essere qualcosa di utile!


Iniziò ad Hackerare a tutta velocità, tendendo le orecchie per la paura di essere scoperto, scorrendo pagine su pagine e non trovando assolutamente nulla di importante… fino a quando non incontrò una barriera su una cartella in particolare: "Rifornimenti per la Luna".
Avrebbe dovuto essere una semplice lista di tutto ciò che veniva inviato agli umani sulla Luna, cibo, acqua, strumenti e pezzi di ricambio, però poteva sentire una protezione di livello avanzato attorno ai suoi dati.
Provò a penetrarla, anche solo per curiosità, ma la forza con cui lo respinse lo lasciò più sorpreso del previsto. Era un blocco di livello troppo alto per il tipo di documenti che proteggeva.
Un sorriso vittorioso si aprì sul suo volto; forse aveva finalmente trovato un indizio su quello che stava cercando!


Ma il suo entusiasmo venne smorzato quando sentì la porta spalancarsi di colpo.
Il colore defluì dal suo volto. Era disarmato, non avrebbe mai potuto vincere in una colluttazione ed era sicuro che il generale non avrebbe peso bene il suo curiosare.
Si girò lentamente, pensando freneticamente a come passarla liscia, ma poi vide la faccia sorpresa di Rahl. Soffocò una sequela di imprecazioni molto colorite.


《Che diavolo ci fai tu qui!? Mi è venuto un infarto!》
《Si è allontanato di colpo senza dire una parola, signor Ivar. Volevo capire come mai. Mi scuso per la mancanza di fiducia, specie dopo quanto ha fatto per noi, ma ultimamente non sono certo di chi nasconda o meno qualcosa.》


Il più basso lo trascinò nella stanza senza tante cerimonie, facendogli segno di tacere. 《Sto cercando delle prove. Il generale e il colonnello nascondono qualcosa, lo hai capito anche tu, e ora che Kazehiro è Morto ed Ishley fuori pericolo… io voglio delle risposte.》
L'albino si fregò il mento: quella poteva rivelarsi un'occasione davvero fruttuosa. Anche lui, King e Kyran avevano provato ad investigare, passando al setaccio file e vari generi di rapporti, ma erano giunti ad un punto morto dopo l'altro. Magari le abilità da Scanner di Ivar avrebbero potuto dare nuove informazioni. 《Ha trovato qualcosa di utile?》


《Forse.》 Rispose lui, spiegandogli in breve della barriera che stava provando a forzare e dei registri che proteggeva.
《Ci potrebbero essere dei dati segreti nascosti in piena vista.》 Commentò l’inglese.


《Lo penso anche io.》 Rispose lui, concentrandosi sul blocco, continuando a forzarlo. Era un lavoro sopraffino, sicuramente opera di un Operatore di alto livello, ma rispetto all'hackerare la testa di un Senziente non era niente di speciale.
Quando finalmente si aprì, credeva che avrebbe trovato informazioni criptate o in qualche modo mascherate in mezzo ad un elenco infinito di rifornimenti, e invece si ritrovò davanti a delle pagine vuote. Non c'era nessun dato, né nascosto ne in vista. Era solo una lista di casse vuote
《Ma che diavolo…? Qui ci dovrebbero essere delle informazioni, perché è tutto vuoto?》
《Come può essere? Io stesso ho visto più volte le sonde spedite per inviare i rifornimenti sulla Luna.》


Il tipo S provò a scavare più a fondo, trovando solo elenchi su elenchi di contenitori vuoti, ma si interruppe di colpo quando una nuova schermata si aprì nel campo visivo di entrambi, mentre uno strano ronzio iniziava a diffondersi nelle loro orecchie. Si trattava di un aggiornamento collettivo di tutto il Bunker e dei suoi androidi.


《Che accidenti…? Cosa è questo? Non ho mai sentito di un aggiornamento simile.》 Si chiese il biondo. Aveva iniziato a sentirsi a disagio: dei brividi scendevano lungo la sua schiena e la sensazione era simile a quella che aveva provato quando era diventato un androide
《Non saprei dire, ma stanno succedendo troppe cose strane per essere una coincidenza. E questo ronzio… non mi piace affatto. Potrebbe interrompere il caricamento per noi due e i nostri amici?》 Suggerì Rahl, nelle sue stesse condizioni.


L’altro annuì, disconnettendo immediatamente i loro sistemi, quello di Ivan, di Momoko e del resto della squadra dalla rete collettiva del Bunker. Poteva essere una sciocchezza, ma quella sensazione non gli piaceva per nulla e Rahl aveva ragione: stavano succedendo troppe stranezze tutte insieme per essere banali coincidenze e in ogni caso… era meglio essere cauti.
L'aggiornamento si interruppe all’istante, così come il ronzio e i brividi, e i due tornarono a concentrarsi sullo schermo del computer. Se quei registri di spedizione erano vuoti e protetti da un firewall, era possibile che gli altri indizi che stavano cercando si trovassero in altri documenti inerenti agli umani sulla Luna.


Ivar iniziò a setacciare il server, cercando tutti i documenti di quel tipo e provando a percepire altre barriere simili. E ne trovò molte, ma solo una di gran lunga più potente, posta su un file di grandi dimensioni. Tutto ciò era chiaramente il lavoro dello stesso tipo O: uno molto abile e specializzato nella protezione e nel nascondere dei dati
Chiunque fosse stato, provare a celare quei documenti in piena vista aveva avuto una buona idea e di sicuro quelle barriere erano sopraffine, ma non così tanto da risultare invisibili alle sua abilità di Scanner.


《Ti rendi conto che, anche se non trovassimo niente, solo per aver letto questi registri vuoti potrebbero giustiziarci vero?》 Chiese, già pronto a sfondare quelle difese.
Rahl annuì. 《Non possiamo continuare a brancolare nel buio. Così come l'esercito non può continuare a operare sotto persone che non dicono altro che menzogne. Bisogna andare fino in fondo se vogliamo comprendere cosa sta accadendo.》

 


Il biondino annuì, iniziando a penetrare quanto più rapidamente possibile nei firewall. Come pensava, erano potentissime e complicate: fatte apposta per respingere quelli come lui. Attaccò con ancora più veemenza: Tutta quella maledetta attesa e l'ansia che portava stavano iniziando a fargli perdere la pazienza. Anche Rahl era trepidante: aveva gli occhi incollati allo schermo.


Dopo venti minuti buoni, tirarono un sospiro di sollievo nel vederla crollare. Il documento stavolta era pieno di informazioni, e scorrendole scoprirono che si trattava di vari rapporti sul progetto Luna.
C'erano informazioni su come erano state costruite le navette che avevano prelevato gli umani, come era possibile trasformarle in posizioni stabili per vivere sulla superficie del satellite, ma furono le ultime pagine ad attirare la loro attenzione. Leggendole, entrambi sentirono il colore defluire dal loro volto.

 

《È… è questo che il generale e il colonnello stavano nascondendo!? Come… come hanno fatto a...?!》 Boccheggiò Ivar.
Rahl scosse il capo, cercando di mantenere la calma e leggendo ad alta voce quello che dicevano le prime linee del documento. 《”Al generale e al colonnello, ci spiace informarvi che gli shuttle che avrebbero dovuto scortare gli umani sulla Luna, e che avrebbero dovuto fornire loro protezione e alloggio per tutta la durata della guerra, sono stati colti da un'imboscata delle biomacchine e distrutti poco dopo aver lasciato l'atmosfera terrestre. I pochi sopravvissuti alle esplosioni sono stati risucchiati nello spazio: ormai non è rimasto nessuno”.》. Seguiva poi una lunghissima lista dei nomi dei deceduti.

 


Quel rapporto era vecchio di un anno, era stato inviato il giorno precedente all'attacco contro il primo server. E questo significava che quella guerra stava venendo portata avanti basandosi su delle bugie! Che non c'era mai stato nulla di vero! E tutti gli androidi che erano morti e sarebbero morti pensando di aver protetto le proprie famiglie e il mondo intero, in realtà lo avrebbero fatto per nulla!
I generali e i colonnelli di ogni singolo Bunker avevano detto a tutti loro che gli Yorha avrebbero riconquistato la Terra aspettando il ritorno degli umani, ma quegli umani non c'erano più. Erano tutti morti. E probabilmente quasi nessuno dei loro commilitoni ne aveva idea.


《È stata tutta una presa in giro… un imbroglio, fin dall'inizio.》 Sussurrò Ivar, troppo sconvolto per pensare di aver letto i nomi dei suoi genitori e di suo fratello.
《Dobbiamo andarcene da qui. E dobbiamo parlare agli altri di questa storia. Non c'è tempo da perdere.》 Disse Rahl, pallidissimo, prendendolo per un polso e girandosi verso la porta giusto in tempo per vederla aprirsi.
Si specchiò negli occhi gelidi del Generale Weiss.

   
 
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