Serie TV > Leverage
Segui la storia  |       
Autore: Little Firestar84    07/10/2020    0 recensioni
Eliot Spencer credeva che le cose andassero bene: nessun pezzo grosso con cui saldare conti arretrati, pochi colpi, nate ormai sobrio che non dava colpi di testa... adesso aveva perfino il suo lavoro dei sogni come chef nella birreria di Hardison e una ragazza in pianta stabile da cui tornare la sera.
Andava tutto bene. Fin troppo. E difatti, dopo trent'anni, si ritrova davanti l'ultima persona con cui avrebbe più voluto a che fare....
Multichapter partecipante alla challenge "Just stop for a minute and smile" di Soul_Shine che trovate sul forum di EFP.
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Hitter & Chemist'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Prompt #17: adesso ti metterai comodo e mi racconterai tutto! (Per il loink alla challenge just stop for a minute and smile, capitoli precedenti)

“Ma tu non dovevi cenare con tua madre stasera?” Becks, dato che avevano fatto il colpaccio con ampio anticipo e avevano già  distribuito il ricavato del loro duro lavoro, stava piluccando delle verdure bollite in insalata condite con salsa di soia dietro al bancone del bar, mentre vide Eliot gustarsi uno dei suoi sandwich gourmet, fulminandolo con lo sguardo. Quando lo vedeva mangiare quelle prelibatezze ipercaloriche, lo detestava, perché lei doveva stare a stecchetto per mantenere un peso decente, lui invece mangiava tutti ti tipi di grassi possibili in tutte le versioni presenti e aveva quella stramaledetta tartaruga addominale. 

Porca miseria se lo detestava. Certo, da nudo era un gran bel vedere, però, sì, a volte lo detestava. E pure parecchio.

“Sorpresa delle sorprese,” disse tra un morso e l’altro. “Né si è presentata, né si è preoccupata di avvisare che mi dava buca. La cosa positiva è che almeno so come si sentiva Hardison al liceo- le ragazze, per uscire con me, facevano la fila.”

“Spiritoso. Vorrei ricordarti che le ragazze adesso fanno la fila per uscire con i nerd come ero io al liceo, perché sanno che sono i ricchi di domani.” Hardison lo punzecchiò, triandogli addosso uno strofinaccio fradicio appallottolato.

“Però è ai quarterback come ero io che la danno,” ripose Eliot da uomo maturo quale era, facendo la linguaccia ad Hardison, dimostrando di essere entrambi, mentalmente,  adolescenti. Se non peggio. C’erano davvero giorni in cui Becks si sentiva come una maestra d’asilo, a stare in mezzo a quei due.

“Allora, su cosa stanno litigando questa volta?” Nathan le chiese quando arrivò con Sophie. Lei si sedette su uno sgabello, mentre lui fece segno al barista di portargli il suo solito- ovvero acqua frizzante con una spruzzata di lime con cubetti di ghiaccio, servita in un bicchiere da whisky che lui guardava come un cucciolo affranto perché, certi giorni- soprattutto quando doveva sorbirsi i battibecchi tra i membri della sua squadra- il bere gli mancava davvero tanto, tanto, tanto. 

“Hardison al liceo andava in bianco mentre Eliot no.” Parker rispose, candida, apparendo dal nulla, come suo solito, e facendo passare l’appetito a Becks. Quel poco che aveva. Nathan alzò gli occhi al cielo prima di stropicciarseli, mentre Parker, candida come sempre, del tutto  inconsapevole delle normi sociali, e dei clienti che li stavano guardando e che lasciavano il tavolo a sentire parlare di sesso così, come se nulla fosse, metteva il dito nella piaga. “E a te come andava al liceo?”

“Ma Tara non aveva detto che Parker era diventata normale?”  Sophie chiese, parlando con tutti e nessuno in particolare.

“Tara per un colpo ci ha presentato regolare fattura per “opera di consulenza” - Eliot virgolettò con le dita-  con tanto di tariffa oraria e IVA, davvero prendi per buono cosa esce dalla sua bocca?”

“Scusalo Sophie, è di cattivo umore. Credo che sia sincronizzato con il ciclo di Becks. Quando va in sindrome lei, ci va pure lui.” All’ultima affermazione di Parker- che fece scappare un altro cliente- Becks gettò nel lavandino il suo pasto. La fame le era decisamente passata.

Il cellullare di Eliot- che lui odiava, come odiava ogni dispositivo tecnologico, Smart Tv inclusa – trillò, e lui, distrattamente e svogliatamente, lo controllò. Lo sentirono digrignare i denti e  ringhiare manco fosse stato un cane da guardia- chiara indicazione che, visto che Hardison era con loro, poteva trattarsi solo di sua madre o di Sterling- e poi fece Ah.

Solo quello. E basta. E poi si rimise il telefono in tasca, e li guardò, uno ad uno, con fare colpevole.

Beh?  Becks gli chiese mentalmente, alzando un sopracciglio.

“Sentite ragazzi, perché non andiamo di là e ci mettiamo comodi, così vi spiego tutto?” Disse, un po’ in imbarazzo- perfino di più della volta che dovette convincere Nathan ad aiutare una ex con cui era stato fidanzato ufficialmente e che aveva mollato per la divisa (o la volta in cui l’intera ciurma aveva sorpreso Becks nuda alla birreria, nel tentativo di irretirlo).

“Eliot, cosa hai combinato stavolta?” Nathan domandò, stropicciandosi gli occhi e sentendo il bisogno di ubriacarsi. Davvero, certi giorni era davvero dura.

“Perché devo aver combinato qualcosa?” Eliot fece il muso, indignato. “Io sono quello che combina meno guai di tutti, eppure tutte le volte che capita qualcosa mi chiedi che cosa ho fatto! Solo perché faccio a pugni non vuole dire che sia un cretino!” Sbuffò, e fece vedere loro il telefono- era un messaggio, solo che non c’era testo, né audio, solo un’immagine -sua madre. Legata ad una sedia, con tanto di bavaglio stile film western. E una pistola puntata alla testa.

Una pistola con il tappo rosso. Di quelle finte. Ma che cretino si scordava di togliere il tappo prima di fare una foto del genere?

Probabilmente lo stesso cretino che faceva una foto in cui si vedeva la sua faccia nel vetro a specchio, ecco chi.

Becks alzò lo sguardo. “Beh, almeno sai che non ti ha dato buca perché è una strega menefreghista ma perché è stata catturata…”

Eliot la fulminò con lo sguardo, mandandola mentalmente a quel paese- eh, effettivamente se l’era cercata, se doveva essere sincera.

“Fammi vedere una cosa…. Dietro alla mammina c’è una finestra….” Hardison prese il telefono e poi il suo portatile, zoomò sulla foto sul primo e poi sul secondo, e guardò pensieroso prima una poi l’altra foto. “Una domanda: non vi sembra che il tipo che è riflesso nella finestra assomigli incredibilmente all’assistente di Woodward?”

 “Ah, ma vuoi vedere,”  Parker indicò la foto con fare pensieroso, ma sicura di sé. “che la vera mente della cosa era l’assistente, che agiva nell’ombra?”

“Mente mi sembra una parola un po’ grossa…” Becks sghignazzò. Effettivamente, il tipo era piuttosto sbadato.

“Ma che… l’altra sera era al bar, me lo ricordo, tutte le volte che qualcuno lo sfiorava faceva dei salti alti così!” Eliot sospirò, stringendo gli occhi. “Come diavolo ha fatto a trovarci?”

“Ah, non guardate me,” Becks grugnì quando Nate la fulminò con lo sguardo. “Il mio piano era perfetto. se c’è qualcuno che ha fatto casini quelli siete voi!”

“Quindi abbiamo fatto tutta quella fatica per niente?” Sophie, che odiava i film dell’orrore, specie quelli che parlavano di case infestate (Nathan l’aveva pressoché costretta a guardare Hill House, per poi lamentarsi del fatto che trovava affascinante Timothy Hutton*) aveva gli incubi da quando avevano architettato il colpo, anche se sapeva che era tutto finto. Aveva odiato ogni minuto di quel piano, e adesso scopriva che aveva fatto tanta fatica per niente. (Ma possibile che le vittime non sapessero nemmeno dire chi le truffava?)

“Hardison, riesci a capire dove sono dalla finestra?” Nathan gli chiese, studiando la foto che intanto era passato sul maxischermo.

“Credo di essermi buttata dal tetto di quel palazzo il mese scorso…” Parker osservava l’immagine sfocata a braccia incrociate ed il capo chinato da una parte. “Dev’essere il Mirabella: leggermente curvo, non eccessivamente alto, si e no cento piedi… sicurezza da schifo, non  hanno nemmeno un sistema centralizzato, è uno di quei posti dove ognuno pensa per sé, il che rende facile rubare, ma anche complicato, perché non sai mai che tipo di sistema d’allarme ti troverai davanti, non che  sia un problema per me, insomma, io sono quella che ha battuto il fiore all’occhiello dei sistemi d’allarme!

“Cento piedi per te è basso?” Sophie le chiese, pentendosi subito dopo della domanda. Come se Parker fosse stata normale.

“Ho già detto ad Hardison che se ci sposiamo, voglio che in viaggio di nozze andiamo a visitare il Burj Khalifa, è un grattacielo di Dubai, il più alto del mondo, quasi 930 metri. Sono indecisa se scalarlo con le ventose magnetiche come Tom Cruise in Mission Impossible: Ghost Protocol o se salire in ascensore, e poi paracadutarci dal tetto.”

Hardison singhiozzò, e decise che mai e poi mai avrebbe dato l’anello di fidanzamento a Parker (anche perché tanto lei lo avrebbe rubato prima): in tanti anni non le aveva mai detto di soffrire di vertigini, e se qualche piano poteva ancora andare bene, ma buttarsi da quasi mille metri era tutt’altra storia.

No. Se lo poteva scordare. Parker sarebbe rimasta signorina vita natural durante.

“Okay,  comunque, come stavo per dire,  il tizio non ha nascosto il numero. Quindi adesso gli mando un messaggio con trojan annesso e attivo il GPS del telefono per localizzarlo. Persino Chaos sarebbe in grado di farlo. Cosa dico, forse perfino Eliot potrebbe farlo!” Il suddetto Eliot gli diede una gomitata nelle spalle, e lo guardò come se lo volesse uccidere, cosa assai plausibile, dato che Eliot odiava essere preso in giro, specie se si trattava di tecnologia. “Beh, tu mi prendi in giro per come faccio i nodi, io ti prendo in giro perché a malapena sai usare un telefono!”

“Questi aggeggi non sono telefoni, sono… sono aggeggi giapponesi! Un telefono serve solo a telefonare, questi fanno tutto tranne quello!”

   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Leverage / Vai alla pagina dell'autore: Little Firestar84