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Autore: LilaChan    07/10/2020    4 recensioni
AGGIUNTO VII CAPITOLO
Le cose erano presto tornate alla normale quotidianità, dopo il tentativo di matrimonio fallito.
Ranma e Akane non avevano mai trovato abbastanza coraggio per parlare e confrontarsi dopo il disastro di quella giornata, ma entrambi avevano accettato con filosofia l'ennesimo strambo epilogo.
In fondo erano dei ragazzini e il tempo per prendere le cose sul serio ce ne sarebbe stato.
Senza dirsi nulla, i due avevano tacitamente deciso di rimandare i chiarimenti, magari dopo la conclusione della scuola superiore.
Nel frattempo i giorni trascorrevano.
La collezione di biancheria intima di Happosai era sempre più ricca; Shan Pu non perdeva mai l'occasione di estorcere un appuntamento a Ranma con uno dei suoi trucchetti; Ryoga continuava ad essere convinto di aver raggiunto un nuovo capo del mondo, salvo accorgersi di ritrovarsi a pochi passi da Nerima ed Akane non era ancora riuscita a cucinare un pasto decente.
Ma assieme alle solite abitudini c'erano stati anche alcuni piccoli cambiamenti..
***Ho sempre letto con passione le storie di questo piccolo mondo.
***Da oggi provo anche io a mettermi in gioco.
***Vi prego di non risparmiare commenti e consigli.
***Buona lettura!
Genere: Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, ranma/akane
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Ed eccoci con un nuovo capitolo!
Stavolta lascio un piccolo messaggio solo per i ringraziamenti.
Ho scelto di prendere una piega differente, su invito di alcune di voi, cercando di soffermarmi un po' più a lungo sulle descrizioni ed in particolare sulle parti introspettive dei personaggi.
E ne è uscito un capitolo leggermento più lunghetto del solito che però non mi sembrava giusto andare a separare in due parti.
.. Perciò spero di essere riuscita a rendere la lettura più interessante! E di continuare a ricevere le vostre preziosissime considerazioni.
Attendo impaziente! Nel frattempo vi ringrazio tantissimo per gli spunti ed i consigli che vorrete lasciarmi.
Buona lettura!!








Il giorno successivo Akane si sentiva stordita dalla notte trascorsa quasi insonne, travolta dalle emozioni e da un'irrefrenabile energia positiva. Temeva che, una volta riaperti gli occhi al mattino, si sarebbe accorta di aver fatto semplicemente un bellissimo sogno.

E invece, quando riuscí ad incrociare il suo sguardo di primo mattino, seduti a tavola per la colazione, cogliendo l'inconfondibile traccia imbarazzata nei suoi occhi, faticó quasi a controllare i fremiti del proprio corpo, sentendo un'euforia assalirla.
Era tutto reale: SI ERANO BACIATI!

Il suo primo bacio.
Il loro primo vero bacio.
Quello che aveva sempre aspettato e sperato di ricevere da lui.
Così bello.
Così appassionato.
Così intenso e travolgente..

Quando si soffermava a ripensarci le veniva automatico sfiorarsi le labbra, mentre provava a richiamare alla mente il suo sapore, il suo odore, cercando di trattenere il più a lungo possibile il momento vissuto poche ore prima e sentirlo ancora vivido.
Completamente estraniata da tutto ciò che la circondasse, appena si ridestava dai propri pensieri accorgendosi della mano appoggiata alla bocca, sentiva il calore avvamparle le guance e si ricomponeva, controllando che nessun componente della famiglia avesse scorto il suo strano atteggiamento.
"E Ranma?!" si interrogò ad un certo punto, sentendosi cogliere dall'ansia.
"Cosa ne penserà lui?".
"Come avrà trascorso la nottata?"
L'aveva pensata come lei aveva pensato a lui?
Il loro bacio gli era piaciuto veramente?
Avrà avuto dei ripensamenti?

Stava già per tuffarsi a picco nel baratro profondo della depressione quando un pensiero le fugó ogni timore: "Ranma si era eccitato".
Le riaffiorò un sorriso sulle labbra.
Ma il suo non era un sorriso malizioso.
Era sincera e candida sorpresa.
L'idea che lei, l'irriducibile maschiaccio privo di sex appeal, senza un briciolo di avvenenza avesse potuto scatenare in lui una reazione simile, la stupiva e la compiaceva.

L'instabilità delle proprie emozioni, in un folle turbinio di sali e scendi, come se fosse legata sulle più ripide montagne russe, la stava facendo impazzire.
Aveva bisogno di parlargli. Di confrontarsi e di cercare delle conferme. Ne andava della sua sanità mentale.

...

- Vieni qui! Non fare il vigliacco! - stava urlando Ranma, inseguendo un panda ghignante attorno al dojo.
- Ranma - si sentì chiamare da una voce. Proprio quella voce. - Sto per iniziare il mio riscaldamento. Ti andrebbe di venire con me? Avevo pensato ad un nuovo percorso da fare correndo -.
- Adesso non ho tempo di fare una stupida corsetta! - le rispose lui scocciato.

Sapeva che prima o poi avrebbero dovuto affrontare il discorso del giorno prima. Ma lui si sarebbe guardato bene dal darle l'attenzione che meritava.
Non era riuscito a chiudere occhio per tutta la notte, in preda all'eccitazione.
All'inizio era talmente su di giri che aveva fatto fatica a trattenersi dall'andare a trovarla in camera sua, durante la notte. Gli sarebbe piaciuto infilarsi nel suo letto, baciarla dolcemente e abbandonarsi nelle braccia di Morfeo, tenendola stretta.
Poi però, complice lo stato di insonnia in cui si era ritrovato, l'entusiasmo aveva lasciato il posto all'agitazione. Il pensiero di doversi avvicinare ogni volta a lei, sentendosi espirare sul collo il fiato di chiunque; la consapevolezza che il matrimonio, presto o tardi, si sarebbe celebrato; le spiegazioni e le litigate che avrebbero dovuto affrontare con Shan Pu.. più si protraeva la nottata, più si tormentava con pensieri contorti.
Al mattino ciò che rimaneva del ricordo degli attimi stupendi, trascorsi poche ore prima, era solo l'irritazione verso sé stesso per non essere stato in grado di riuscire a trovare riposo.
Un artista marziale come lui non poteva arrovellarsi tutta la notte per un motivo simile. Avrebbe dovuto subito riassestarsi sui binari e procedere dritto verso il suo traguardo: doveva pensare solo e soltanto a migliorarsi e a diventare il miglior combattente del Giappone, senza altre futili distrazioni.

- Come vuoi! - si sentì rispondere dalla fidanzata, afferrando un evidente tono risentito - Vorrà dire che allungherò il percorso fino a casa di Rui, chiedendogli se voglia approfittare di un allenamento privato.. -
Non le permise di concludere la frase, sbucandole di fronte e cogliendola a ridacchiare. Si stava prendendo gioco di lui!

Era cambiata.
Se si fosse permesso di trattarla in quel modo solo sei mesi prima, l'avrebbe spiaccicato al muro con uno dei suoi martelli e non gli avrebbe più rivolto la parola fino ad ottenere le sue scuse.
E adesso se la rideva sotto i baffi, facendo consapevolmente leva sulla sua gelosia.
Ormai era inerme di fronte a lei, che aveva imparato a conoscerlo e a leggere ogni nota della sua voce.
Ed ogni stupido dubbio si sbricioló, rotolando via dalla sua mente.
"Kami, quanto è bella quando sorride"

Corsero affiancati per tutto il tragitto, lui tenendo il passo di lei e spintonandola di tanto in tanto, per pungolarla un po'.
Quando arrivarono infine in una radura, si stesero sull'erba sudati e felici. Poi, rossi come due pomodorini maturi, avvicinarono le loro mani cercandosi ed intrecciando le dita.
Con un grosso sospiro Akane si tirò su, puntellandosi sul gomito, e si mise a rimirarlo, perdendosi in quei profondi occhi blu.
Ranma non le diede neanche il tempo di parlare. Si protese verso di lei, tirandosi su con un netto colpo di reni, e chiuse la distanza che li separava, baciandola.

...

Nei giorni seguenti i due furono abbastanza abili nel celare i propri momenti intimi.
La natura clandestina del loro rapporto rendeva eccitante trovarsi in segreto, sebbene la loro timidezza non gli consentisse di andare mai oltre uno sfioramento delle dita o un piccolo bacio impacciato.

Alla sera, dopo cena, si instauró rapida l'abitudine di ritrovarsi nella camera di lei.
Ranma si annunciava sempre picchiettando alla finestra, per non spaventarla, anche se la trovava già aperta, mentre Akane cercava di tenere a bada le farfalle nello stomaco.
Parlavano della loro giornata e si confrontavano sulle piccole novità o i pettegolezzi della scuola. I momenti dolci furono dapprima frenati dalla loro inguaribile timidezza.
Il vero motivo per cui quel rito era tanto atteso da entrambi era per il momento del saluto, suggellato dall'agognato bacio.
Baci. Era diventato il loro nuovo allenamento prediletto.
La tenerezza e la castità delle loro effusioni, via via che trascorrevano i giorni, acquisivano sempre più dimestichezza, poi naturalezza ed infine audacia.

Ovviamente le vecchie abitudini erano troppo dure a morire e non mancavano mai le occasioni per litigare.
Come quando P-chan si affacciava nella stanza di Akane, bisognoso di reclamare qualche coccola, e Ranma, chissà per quale strano motivo, iniziava a fare il diavolo a quattro.
Oppure quando lui si lasciava scappare qualche commento gentile su una loro compagna di classe e lei, tutto ad un tratto, si chiudeva in un mutismo e teneva su il broncio.

Quelle erano le volte in cui il bacio della buonanotte veniva rimandato a data da destinarsi. Dipendeva tutto da chi dei due decidesse di capitolare.
Nonostante l'evidente inesperienza, Ranma aveva saggiamente optato di fare sua la famosa tecnica del padre, rinominandola il "Colpo della tigre addomesticata". E gliela dava vinta. Il grande Ranma Saotome si arrendeva e cedeva alle rimostranze della fidanzata, scendendo a compromessi anche con sé stesso, forte del fatto che la faccenda non fosse ancora di dominio pubblico.
Lo faceva non soltanto per poter tornare il prima possibile a ritagliarsi quei momenti speciali con la sua Akane, ma per godere dello spettacolo dei suoi occhi illuminarsi e del suo sorriso suadente, quando finalmente facevano pace.

La scuola era il luogo, tacitamente concordato, in cui decidevano di parlare dopo un litigio.
Al liceo si sentivano abbastanza liberi, non dovendo più subire le incursioni di Kuno, ormai diplomato e accasato. Però cercavano sempre di avere un certo riguardo nei confronti di Ukyo.
Gosunkugi, invece, era stato una volta lo spettatore indesiderato di un loro bacio riappacificatore. Per pura (s)fortuna aveva anche immortalato la scena, cliccando il tasto della sua macchina fotografica, come un tic nervoso in reazione a quella situazione inaspetatta. Ma nessuno gli diede credito, soprattutto a causa di Ranma, che aveva opportunamente provveduto ad eliminarne le prove.

La sera che però Akane si addormentò, con il capo appoggiato sulle sue spalle, provata da un'estenuante giornata di allenamenti, Ranma non se la sentì di sgattaiolare via subito, finendo con l'appisolarsi accanto a lei sul letto, dopo essere rimasto a lungo a contemplarla, sotto la fioca penombra dei raggi lunari.

La mattina successiva, fu quasi per puro miracolo che Kasumi non notò il suo tallone spuntare da sotto il letto. Si era svegliato un attimo prima che la maggiore delle Tendo aprisse la porta, per venire a dare la sua dolce sveglia alla sorellina.
Ma quello era stato solamente il preludio di ciò che sarebbe accaduto in quella giornata.

Una volta scesi al piano di sotto, trovarono già tutta la famiglia riunita attorno al grande tavolo, per la colazione. Mentre erano presi a fingere totale indifferenza l'una nei confronti dell'altro, una domanda scosse il loro pasto, facendoli di colpo raggelare.
- Potrei sapere, figliolo, dove tu sia stato questa notte? Il tuo futon era immacolato - proferí Genma, con lo sguardo distaccato, tra un boccone e l'altro. - Sia io che tua madre abbiamo fatto caso di non averti visto nel tuo letto nè ieri sera nè al risveglio, questa mattina - .

Ranma cercò in tutti i modi di controllare la propria reazione, tradita dal suo codino ritto in testa. Senza spostare un muscolo, mosse gli occhi verso Akane, seduta di fronte a lui al capo opposto della tavola, in cerca di un implicito soccorso.

- Ah! - intervení lei, sembrando quasi disinteressata - È per quello che stanotte mi è sembrato di sentire un rumore provenire dalla camera di Nabiki.. -
- CHE COSA?! - gridò lui, oltraggiato - Come ti permetti! Io non sono andato di certo a sbirciare tra le cose di tua sorella! - le urlò, sentendosi tradito.
- EHEM.. - schiarì la gola e spalancò gli occhi, Akane - ..ed io che ero convinta fosse un animaletto entrato apposta per cercare un posto sicuro dove riposare - con sguardo allusivo.

Erano giorni che Ranma continuava a fantasticare all'idea di chiedere a Soun di potersi spostare nella camera di Nabiki, ma non trovava mai il coraggio per potersi fare avanti. Lo stava incitando a cogliere l'occasione ma, come al solito, il ragazzo muoveva lento gli ingranaggi quando c'era da approfittare di una situazione.

- OH! Sì.. Ecco, in effetti, io..i-io avevo bisogno di riposare un po' meglio! - colse finalmente Ranma - Sono giorni che non riesco a chiudere occhio per colpa tua, papà! Sembra di dormire accanto ad una motosega -
- È questo il modo di rivolgerti al tuo amorevole padre? - ribatté piccato Genma - Non è colpa mia se.. -
- Caro, avresti potuto dirlo sin da subito che ti imbarazza dormire con i tuoi genitori.. - si intromise Nodoka, regalandogli inconsapevolmente un grandissimo assist.

- Va bene, ho deciso - sentenziò il padrone di casa. Era rimasto tutto il tempo in silenzio, a braccia conserte ed occhi stretti, ad ascoltare i battibecchi dei Saotome.
- Ranma, da questo momento, potrà spostarsi a dormire nella camera di Nabiki. Ormai la mia bambina ha lasciato questa casa e non ha senso che rimanga vuota. Oltretutto non è più consono che tu stia in camera con i tuoi: hanno anche loro diritto alla propria intimità - concluse soddisfatto, convinto di aver saputo prendere come sempre un'ottima decisione, da buon capofamiglia.
Solo Akane colse l'occhiolino che Nodoka fece al figlio, sorridendo.
"Che avesse capito qualcosa??"

- Ehilà! C'è nessuno?! - si sentì provenire dall'ingresso.
L'ex proprietaria della stanza di cui stavano parlando, si affacciò proprio in quell'istante facendo capolino dal corridoio, con un vassoio profumato tra le mani.

- Buongiorno! Arrivo troppo tardi per la discussione mattutina? - si presentò Nabiki, sistemando sulla tavola delle brioches ancora calde.
- Che bello averti qui con noi di buon mattino! - la accolse teneramente Kasumi - Sai che Ranma si sposterà nella tua stanza? - la ragguagliò subito, con placido candore.

- Oh era ora! - ribatté Nabiki con un sorrisetto indirizzato alla sorella minore.
- M-ma cosa ci fai tu qui a quest'ora? I vostri servitori non sanno cucinare una buona colazione? - insinuò Akane, sbattendo le palpebre accigliata, innervosita da tutti questi sguardi ammiccanti di primo mattino.
- In realtà sono venuta a distrarmi un pochino - replicò l'altra con aria vaga - Ho spiegato l'altro giorno a Kuno come avviene la riproduzione e l'ho piazzato davanti ad un video porno. Pare sia rimasto abbastanza sconcertato: non rivolge parola a nessuno e se ne sta in giardino a blaterare frasi sconnesse sull'onore, il pudore e il rammarico per le occasioni mancate con la ragazza col codino. Non ho capito se abbia collegato che non sia incinta. Ho preferito fargli assimilare con calma le cose. Quindi eccomi qui a farvi compagnia - spiegò con la sua tipica nonchalance.

- Per quale motivo gli hai fatto vedere un video di Rorno? Non c'è mai stato? - trasecolò Kasumi.
[NdA. Rorno è un ristorante giapponese]

- Accidenti, come si è fatto tardi!! Ranma, datti una mossa se non vuoi beccarti la solita punizione! - scattò su Akane, seguita immediatamente a ruota dal fidanzato, con un cornetto infilato alla svelta in gola.
- Oh quasi dimenticavo di avere un appuntamento stamane, tra meno di mezz'ora! - si scusò imbarazzato Soun, prendendo il largo.
- No-nodoka! Cosa dicevi a proposito dei lavori di casa nostra? Ah già: bisognerà andare a dare un'occhiata stamattina su come stiano procedendo! Forza andiamo - disse Genma, trascinando per un braccio la moglie.

In pochi secondi la sala da pranzo si era svuotata, sotto lo sguardo ingenuo di Kasumi.
Nabiki se ne stava con un braccio appoggiato sulla tavola e la testa posata sul palmo della mano aperta, mentre sbocconcellava un croissant rimanendo impassibile.

- Oh beh! - si disse la secondogenita Tendo, alzando le spalle - Ho fatto trenta, farò anche trentuno! Pretenderò almeno dei ringraziamenti da Tofu -.

...

A pochi isolati di distanza anche una bellissima ragazza dalla chioma violacea si preparava ad uscire di casa.
- Mousse, sto andando al melcato a fale spesa pel la nonnina. Ti selve qualcosa? - disse, scostando la tendina di perle colorate che separava la cucina dal ristorante.
Sì stupì di trovare l'ambiente buio e silenzioso. Di solito il ragazzo era già sveglio da un pezzo. Dopo il suo allenamento mattutino, rientrava per una doccia veloce e poi, una volta spalancate tutte le finestre della sala, iniziava meticolosamente le sue pulizie.

- ..Dico sul serio! Perché non chiedi a Obaba di lasciarti un giorno libero? - sentì ad un tratto, dal retrobottega.
Aveva subito riconosciuto la voce di Mei-Lan! Assottigliò gli occhi a due fessure e tese le orecchie, tornando in cucina e avvicinandosi alla porta che dava all'esterno, facendo attenzione a nascondersi bene.
'Così non sento niente. Pallano tloppo a bassa voce!' pensò, senza aprire bocca.
Poi si avvicinò rapida al lavandino aprendo l'acqua e, infilando la mano di traverso sotto il getto, si infradició tutta.

Scosse il pelo intirizzito, infastidita da quel bagno del tutto imprevisto. E, senza perdere altro tempo, sgattaiolò sul cortile esterno avendo cura di non dare nell'occhio.
Vide Mousse a torso nudo, con il sudore che gli imperlava gli addominali scolpiti, che se ne stava con aria imbarazzata di fronte alla loro amica, ancora in tenuta da notte.
Solo che Mei-Lan non indossava uno di quei pigiamoni con motivi puerili, come quelli che portava la ragazza violenta. Lei evidentemente dormiva con una canottierina nera in raso e un paio di pantaloncini corti rosa, anche quelli in raso, con un pizzo nero abbinato alla parte superiore.
A Shan Pu venne il sospetto che una parte del sudore che ricopriva Mousse non fosse causato dalle semplici flessioni mattiniere.

Piano piano si spostò lungo il muro del ristorante, in direzione opposta ai due, e poi con un balzò arrivò al davanzale della finestra della camera della nonna e si sistemò comoda a seguire la conversazione, in prima fila.
- Allora, cosa ne pensi? - le stava domandando lei, con occhi pieni di entusiasmo - Ti prometto che torneremo in tempo per preparare il servizio della sera. Per una volta non credo che a Shan Pu si spezzerà la schiena ad occuparsi della sala, per un semplice pranzo -
La micetta dovette fare un grandissimo sforzo per trattenersi dal soffiarle, arrabbiata.

- Va bene, mi hai convinto! - le rispose lui con un sorriso accondiscendente - Ma solo se sarai tu a chiederlo alla mummia essiccata - aggiunse, ridendo.
- Non devi preoccuparti di nulla: tu corri a fare un bagno e a cambiarti, al resto penso io! - e lo baciò civettuola sulla guancia.

'La lagazza ci sa ploplio fale' rimuginò Shan Pu, rimasta sola, muovendo la coda flessuosa, come se proiettasse le onde dei propri pensieri.
I primi approcci erano stati per lei evidenti sin dalla settimana del suo arrivo. I complimenti profusi per le scarse tecniche combattive di Mousse, le chiassose risate alle sue stupide battute e le ampie manifestazioni di interesse ad ogni suo insulso pensiero non le avevano minimamente scaturito alcun tipo di fastidio, se non il desiderio di dileguarsi all'istante per evitare di assistere a quelle patetiche scenette.
Poi al matrimonio era riuscita ad intervenire giusto in tempo per metterla al suo posto e richiamarla ai precetti del villaggio. Da quel momento sembrava avesse deciso di fare le cose sul serio.
Il corteggiamento di Mei-Lan era diventato molto più diretto e spudorato: all'inizio aveva puntato sulla gentilezza di Mousse per andare a sbrigare una commissione assieme; poi la supplica di essere accompagnata per scegliere i souvenir da portare al rientro a casa ed infine l'impellente necessità di farsi una passeggiatina al parco, al chiaro di luna.
'..Stavolta cosa si salá inventata?'

...

Mousse era appena uscito dalla vasca, dopo un bagno sbrigativo. Passò la sua grande mano sul piccolo specchio appeso al muro, sopra il lavabo, ripulendolo dai vapori generati dall'acqua calda.
Rimase lì a fissare la sua immagine riflessa, cercando di riordinare le proprie idee.
Ancora non riusciva a rendersi conto bene di ciò che gli stava accadendo attorno. Mei-Lan aveva apportato dei tali scombussolamenti nelle sue abitudini, che gli sembrava fossero trascorsi dei mesi anziché un paio di settimane.

Inizialmente non aveva affatto dato peso alle attenzioni particolari dell'amica. Poco abituato a ricevere considerazione, aveva semplicemente interpretato i suoi comportamenti come un'innocente ricerca dei ricordi e un richiamo al passato.
Solo quando si accorse di stare passeggiando con lei, mano nella mano, lungo il vialetto di ghiaia del parco vicino casa, si sentì folgorato da un'illuminazione: erano soli.
Shan Pu non era mai stata parte dei loro assidui incontri.
Che le ragazze avessero litigato?

Tornando indietro con la mente, quando tutti e tre vivevano ancora nel villaggio Joketsuzoku, ricordava che Mei-Lan era sempre stata molto gentile con lui, prendendosi cura delle sue contusioni quando Shan Pu lo maltrattava o ascoltando i suoi tristi sfoghi quando lui si sentiva affranto.
Non aveva mai pensato che dietro a quelle attenzioni potesse celarsi un sentimento ben più profondo dell'amicizia.
Come aveva fatto a non rendersene conto prima?
Ad un tratto gli parve che lui e Mei-Lan fossero molto più simili e vicini di quanto avesse mai potuto immaginare.

...

- Se continui ad andare così lenta, finiremo con l'arrivare a scuola per la fine delle lezioni! - la stava canzonando Ranma, con passo frettoloso, in bilico lungo la rete che delimitava il fiume.

Si scansò in un attimo quando sentí un sibilo provenire dalla direzione di Akane: era la sua cartella, lanciatagli contro in segno di disappunto.
- Se ti scoccia così tanto aspettarmi, perché non prosegui da solo? - gli rispose lei, inacidita.

- ..Oppure perché non vieni tra le mie braccia e con un paio di salti raggiungiamo la scuola? - rilanciò lui, facendole una linguaccia, per cercare di mascherare l'imbarazzo per la proposta che le aveva appena fatto.
Le si era parato davanti, obbligandola ad arrestarsi di colpo, proteso verso di lei con il viso a pochi centimetri dal suo, mentre le porgeva indietro la cartellina recuperata al volo, tenendola per il manico con un dito teso.

- Ni-Hao Lanma! - interruppe l'idillio la ruota di una bicicletta, tramortendo alle spalle il povero Ranma, che aveva abbassato la guardia nel momento in cui rivolgeva la sua tenera proposta alla fidanzata.
- Pelché oggi non salti la scuola e ce ne andiamo insieme a fale i piccioncini al lago? - gli chiese melliflua la cinesina.

Ancora sotto shock per la botta, al ragazzo parve di sentir intervenire Akane: - Te lo puoi scordare Shan Pu! Ranma non verrà da nessuna parte con te -.
La bella rimase stupita per la strana intromissione e, inarcando un sopracciglio, le rispose subito - Cosa vuoi lagazza maschiaccio? Tu puoi pule collele a scuola come al solito. Lanma ed io non abbiamo bisogno di te - la liquidó con insufficienza.
- O sei pel caso gelosa? - la aggiunse subito dopo, fiutando qualcosa di insolito.

- I-io? - Akane indietreggiò leggermente, rendendosi conto che la conversazione stava prendendo una piega indesiderata - N-no, niente affatto! È che questa mattina abbiamo un'esercitazione in classe suddivisa in gruppi e Ranma ed io facciamo parte dello stesso - mentì di sana pianta, stupendo anche sè stessa.
E gonfiando il petto, raccolse per il codino il suo fidanzato stordito, trascinandoselo dietro - Non ho alcuna intenzione di perdere punteggio utile per i voti di fine anno! Tu e Ranma potrete andarvene al lago nel pomeriggio, se non avrete nient'altro di meglio da fare - continuò il suo discorso, voltandosi con aria sostenuta.

Quando si rigiró la cinesina era già sparita.

...

- Ben trovato, futuro marito. È da un po' che non ti facevi vivo. Troppo impegnato in nuovi tipi di allenamento? - lo accolse Obaba, con una strana aria maliziosa nei maturi e profondi occhietti.

Non gli sembrava ancora vero di essere lì perché glielo aveva ordinato Akane.

... INIZIO FLASHBACK

- Ma per quale motivo dovrei andare a trovare Shan Pu?! Ti è andato di volta il cervello? - gli chiese lui, mentre se ne stava beatamente disteso sul tetto, dopo aver concluso l'incontro settimanale con i bimbi nel dojo.

Akane lo aveva raggiunto per parlargli a quattr'occhi.
- Te l'ho già spiegato. Ci dev'essere qualcosa di strano che le sta succedendo. Non è da lei fuggire via in quel modo. E non è la prima volta che capita: mi hai raccontato tu stesso che al matrimonio era scomparsa, di punto in bianco, abbandonandoti inerme tra le grinfie di Kodachi - gli rispose ponderata, lei.
- E poi oggi anche Hiroshi e Daisuke ti hanno confermato che è da un paio di giorni che non fa più consegne -.

- Mmmh - ragionava, poco convinto il codinato.

- Ranma.. - si fece seria Akane - Shan Pu è nostra amica. Devi scoprire se ci sia qualcosa o qualcuno che le stia facendo del male o le impedisca di essere la solita approfittatrice che conosciamo. Perciò stasera andrai al Neko Hanten e ti farai dire cosa sta succedendo - concluse con un tono che non ammetteva repliche.

- E se fosse una delle sue solite strategie per tendermi qualche trabocchetto? - insinuò il ragazzo.

- Se non ti vedessi tornare a casa entro un'ora, sai benissimo che ti verrei a cercare! Anzi, ti accompagnerei volentieri, ma sai meglio di me che non possiamo andarcene in giro come una coppietta serena sotto gli occhi di tutti. Men che meno sotto il suo naso - gli rispose pazientemente, come se parlasse ad un bambino.
- E poi.. - aggiunse incerta - non credo che si tratti di qualcosa che abbia a che fare con te. -

Ranma incrociò le braccia stizzito - E, sentiamo, cosa glielo farebbe pensare detective Akane? - la canzonó lui.

- Doveva essere evidentemente occupata a pensare ad altro. Non si è nemmeno accorta che mi eri ad un centimetro di distanza dalle labbra, quando ci ha interrotti -.

... FINE FLASHBACK

Ed eccolo lì. Di fronte ad Obaba, mentre risistemava il locale tutta da sola, ad un insolito orario.
- Chiudete già a quest'ora? Dove si sono cacciati Mousse e Shan Pu? - le domandò diretto, senza tanti preamboli.

La vecchia assottigliò gli occhi, facendoli sembrare due punte di spillo nere, e rimbalzò le domande al mittente - Come mai tanto curioso? Hai bisogno di ordinare qualcosa? - fingendo di non capire.

- Obaba, cosa sta succedendo? - insistette il ragazzo - Non vedo Shan Pu da settimane. Sai meglio di me che questo non è normale. -
- Shan Pu sa badare a sé stessa, non c'è bisogno che te lo dica. Si tratta di Mousse: è per lui che si preoccupa - gli rispose lei, rimanendo vaga.
- E da quando in qua si preoccupa per Mousse? - domandò scettico lui.
- Da sempre, Ranma. Tu conosci solo una piccola parte di loro e del passato che li lega - fu la risposta di Obaba, sempre più criptica.
Consapevole di avere la completa attenzione del ragazzo, decise di proseguire, accomodandosi su una delle sedie appena riposte.

- Mei-Lan e Shan Pu sono sempre state molto unite. È stata la prima cosa che ti ha detto mia nipote, presentandotela: la considerava davvero la sua migliore amica.
Erano le ragazze più forti e promettenti del villaggio. Per anni si contesero il primato. Ma mentre nel cuore di una albergava l'onore e il rispetto delle nostre leggi, nell'altra si faceva spazio un sentimento egoistico e meschino che non tardó presto a palesarsi.
Mei-Lan non riusciva a non tenere conto dei continui paragoni tra le due. E l'invidia per l'amica divenne sempre più difficile da gestire, sapendo bene in cuor suo quale delle due fosse la migliore.
Arrivò al punto in cui desiderava possedere tutto ciò che mancasse a lei e che appartenesse all'amica, compreso l'affetto di Mousse.
Non si trattava di amore, doveva semplicemente essere il suo trofeo. Ed accorgendosi che non sarebbe mai riuscita ad ottenerlo con le buone, decise di utilizzare un potente filtro d'amore, tramandato da generazioni nella sua famiglia. Si trattava di un terribile sortilegio: il ragazzo era diventato molto simile ad un burattino nelle sue mani.
Completamente in balia della sua padrona, Mousse aveva perso la propria identità e indipendenza.
Così Shan Pu si intromise, cercando di far ragionare Mei-Lan. Le due litigarono violentemente e alla fine mia nipote prese la decisione di liberarlo.
Hai presente quando Shan Pu venne in Giappone per la prima volta? Non fu soltanto per cercare te - lo fulminò con un sottile sguardo provocatorio al quale Ranma rispose stupito.
- Era venuta a recuperare un fiore di loto alle pendici del monte Fuji. - riprese a spiegare Obaba - Per poi riuscire a tornare in Cina giusto in tempo per evitare che l'effetto del filtro diventasse permanente.
Poi preferì sparire dalle loro vite.
Non dico che fu per quello che decidemmo di venire a vivere qui, anzi ero fermamente contraria all'idea di fuggire per una ragione simile. Ma Shan Pu voleva bene ad entrambi. Non sarebbe stata lei a rivelare la verità a Mousse, compromettendo per sempre il suo rapporto con Mei-Lan. La pozione con il fiore di Loto gli aveva restituito solo i ricordi felici dell'infanzia, cancellando quelli recenti.
La scelta di seguirci, in un secondo momento, fino in Giappone fu totalmente sua -.

- Quindi è tornata a riprendersi il suo giocattolino? - le domandò cupo Ranma.
- Al matrimonio stava per riprovarci. Shan Pu se n'è accorta giusto in tempo per fermarla. Ho dovuto riprenderla, chiarendo sin da subito che non avrei accettato altri subdoli giochetti.
Se è venuta a portarselo via, dovrà comportarsi correttamente: quel ragazzo se lo merita. - concluse la donna.

Ranma si sentiva a disagio. Non aveva minimamente saputo cogliere i segnali della difficile situazione che stava affrontando Shan Pu.
Alla luce delle parole appena ascoltate dalla vecchia, il gesto di Mousse sul monte Hooh aveva acquisito ancora più dignità e rispetto.
Aveva avuto la possibilità di risvegliare Shan Pu, schiudendosi da un uovo surikomi, rendendola sua per sempre. Ma non era stato in grado di approfittarne, riconsegnandole la libertà, ponendola di fronte ad uno specchio.
Entrambi, all'oscuro dell'altro, avevano agito nello stesso modo, dimostrando di nutrire amore e rispetto reciproco. Si volevano bene più di quel che immaginassero.

- Perciò, in questo momento Shan Pu li sta pedinando per controllare che Mei-Lan si comporti bene? - gli chiese infine, Ranma.
- È così, anche se mi sembra che dal matrimonio non abbia più fatto scherzi - ottenne come risposta.
- Allora, se Mei-Lan ha deciso di rigare dritto, per quale motivo Shan Pu continua a pedinarla? - domandò ingenuamente il ragazzo.
- Cosa vuoi che ti dica, Ranma.. - abbozzò uno stanco sorriso, facendo decadere definitivamente il suo nomignolo preferito - Io sono solo una povera vecchia a cui rimarranno a dir tanto altri 50 anni da vivere. Il mio unico desiderio è solamente quello di insegnare a mia nipote il rispetto per sé stessi, prima ancora di quelle assurde leggi del villaggio. Io stessa l'ho capito troppo tardi. Spero di riuscire a tornare in Cina, prima o poi, e di invecchiare circondata da qualche bel nipotino.
E pazienza se saranno miopi come delle talpe.. L'importante è che abbiano dei genitori innamorati e felici -.

Ranma poteva percepire l'aura rilassata e pacifica che si diffuse nel piccolo locale.
Aiutò con calma la vecchia Obaba a sistemare il ristorante e si congedó ossequioso.

La serenità inaspettatamente trovata in quell'incontro gli impedì di accorgersi di due profondi occhi neri, che erano rimasti nascosti e presenti per tutto il tempo, in attento ascolto.

"Devo decidermi a fare presto qualcosa per togliere di mezzo Shan Pu e quell'insulso ragazzino" meditò Mei-Lan nell'ombra.

  
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