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Autore: Rie29    07/10/2020    1 recensioni
Fred è sopravvissuto alla Battaglia di Hogwarts ma non sa chi lo abbia salvato.
Hermione nasconde un segreto e combatte contro gli incubi tremendi che l'assalgono di notte, reminescenze del passato.
Entrambi cercano risposte e soluzioni, ma non sanno che quelle sono molto vicine e che basterà poco perchè si ritrovino indissolubilmente legati l'uno all'altra. Affronteranno una sfida per cui non sono preparati: l'amore, cercando di venire a patti con una magia antica come il mondo.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fred Weasley, George Weasley, Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger | Coppie: Angelina/George, Fred Weasley/Hermione Granger, Harry/Ginny
Note: Lemon, Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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Fred e George li avevano riuniti tutti quanti in giardino per un grande annuncio, così ora una piccola folla di gente se ne stava a guardare i gemelli, trepidante. Quando loro facevano qualche annuncio c'era sempre da divertirsi. Non fosse altro che per la rabbia di Molly, che però non era stata invitata. Al suo posto c'erano Bill e Fleur, con Charlie che era stato richiamato appositamente per quella serata. Tutti i Weasley più, Harry e Hermione guardavano i gemelli sopra una cassa che si davano arie da grandi conquistatori. Indossavano dei jeans scuri e due magliette bianche identiche, con sopra giubbotti di pelle di drago nera. I capelli erano scompigliati ad arte. Hermione li guardò preoccupata. L'idea della cena era evidentemente andata a farsi benedire. La preoccupava il contenuto della cassa.

“Grazie di essere venuti, famiglia!” Iniziò George, facendo una sorta di inchino.

“Vi abbiamo riuniti per festeggiare il nostro imminente contratto col Ministero per gli Scaccia Intrusi!” Continuò Fred. I fratelli maggiori si profusero in esclamazioni felici.

“Ben fatto ragazzi!” Si complimentò Charlie. Hermione gli lanciò un'occhiata di sottecchi. Se mai aveva visto un ragazzo attraente era proprio lui. Come i gemelli indossava un giubbotto di pelle di drago nera, sotto una maglietta nera e dei jeans logori. L'orecchio era stato forato con diversi anelli scintillanti e i capelli lunghi erano tenuti fermi con un elastico. Per il resto era uguale agli altri fratelli, solo più muscoloso e dall'aria pericolosa. Una barba di qualche giorno gli cresceva sulle guance. Aveva qualche cicatrice sul collo e sulle mani, il che aiutava l'idea di pericolo. Ginny la vide guardare Charlie e per poco non scoppiò a ridere. Le diede un colpetto col gomito. Hermione arrossì immediatamente ripensando alle parole della sorella.

“Sì ma non è solo per questo che vi abbiamo convocati tutti”

“Per festeggiare abbiamo trovato la passaporta per il concerto delle Sorelle Stravagarie!” Annunciò Fred. I ragazzi si misero tutti a parlare contemporaneamente.

“Ma è l'evento dell'anno, come avete fatto?” Domandò Bill. Nonostante le ferite sembrava che Fleur lo amasse più di prima.

“Abbiamo i nostri metodi. Adesso se volete avvicinarvi...” saltarono giù dalla cassa, che aprirono, mostrando il contenuto. C'erano diversi oggetti dentro, uno più strano dell'altro.

“A cosa servono?” Domandò Ron, scettico. Di solito i gemelli non erano affidabili.

“Servono per arrivare al concerto” disse George.

“Non capisco, in che senso?”

“Noi abbiamo trovato il modo di arrivare al concerto, ma abbiamo scoperto che una passaporta non basta. Ne serve una ogni tre persone, non di più. Io, George ed Hermione andremo insieme. Harry, Ginny e Ron insieme. Charlie, Fleur e Bill insieme” li divise, passando loro una vecchia trombetta, un pallone da calcio e un cappello malconcio.

“Ora, la passaporta non vi dà l'accesso automatico al concerto. Dovrete passare una sorta di test prima, quindi prendete queste” estrassero delle bottiglie dalla cassa e ne diedero una a testa. Era Whisky Incendiario.

“Che prova?” Chiese Ginny ridendo.

“Non si può entrare sobri al concerto. Vi faranno un test per verificare il livello di alcol” spiegò George, che la trovava un'idea incredibilmente geniale. Charlie scoppiò a ridere e svitò il tappo della sua bottiglia, immediatamente imitato da Bill e i gemelli.

“Prevedo che sverrò molto prima di averla finita” commentò Hermione, che non reggeva molto bene l'alcol. Tutti quanti brindarono e iniziarono a bere. La gola le bruciò come se avesse bevuto fuoco liquido. Era micidiale.

“Tranquilla ci pensiamo noi a te, Granger” ridacchiò George, passandole un braccio attorno alle spalle. Stranamente non ne fu incoraggiata, ma non replicò e diede una lunga sorsata. Bevvero tutti avidamente, aspettando che le passaporte si attivassero. Fu una breve attesa. All'improvviso Fred scattò in piedi e afferrò la cassa, trascinando anche Hermione e George.

“Tenetevi pronti, ci vediamo al concerto!” Esclamò, prima di essere trascinato via. Hermione odiava viaggiare a quel modo. Sentì lo stomaco artigliato e una pressione tremenda schiacciarla. L'alcol nel suo stomaco si agitò prepotentemente, ma non lasciò andare.

“Mollate ora!” Urlò George. Lei fece come le avevano detto e si sentì cadere da un'altezza impossibile. Impattò col terreno morbido e fresco, sputacchiando. Erano in una specie di bolla e un tizio pelato con una bacchetta li guardava annoiato. Fred si era già rimesso in piedi.

“Controllo alcolico” esordì il tizio, agitando la bacchetta davanti alla faccia del rosso. Apparve una spunta verde e il tizio si rivolse a George e Hermione. Tutti e tre passarono il test, così la bolla si dissolse e si trovarono in mezzo ad un prato immenso, alla fine del quale era montato un palco fluttuante. C'erano centinaia di ragazzi che confluivano verso il palco urlando e ridendo sguaiatamente. Luci stroboscopiche che ferivano gli occhi, di tutti i colori, venivano riflesse da degli aggeggi che Hermione non aveva mai visto prima, ma che assomigliavano a delle coccinelle giganti che volavano in cerchio sopra la zona del concerto. Lei stringeva ancora la sua bottiglia, piena per metà e si guardava attorno alla ricerca degli altri. I gemelli non sembravano così ansiosi di ricongiungersi al gruppo, ma la trascinarono verso un ragazzo di colore che si rivelò essere Lee Jordan.

“Hey Granger!” La salutò cordiale.

“Lee grazie per la dritta sul concerto” esordì George dandogli una pacca sulla spalla.

“Figurati amico!” Il ragazzo aveva preso a lavorare in radio, così era in contatto con tutte le feste e i concerti che si tenevano sul territorio inglese.

“Non sono venuti con voi gli altri?” Chiese Lee.

“Dovrebbero essere in giro da qualche parte” George scrollò le spalle.

“Allora ci vediamo in giro, devo andare a presentare il gruppo spalla” disse, dirigendosi verso il palco.

“Oggi ho incontrato Adam Maxwell” disse Hermione, guardando Lee andare via. Le era venuto in mente solo in quel momento.

“Chi?” Domandò George, perplesso.

“Era del vostro anno, biondo, alto e magro, occhi azzurri. Ha un fratello a Corvonero”

“Ah ora me lo ricordo. Dove l'hai incontrato?”

“All'ufficio Obliviatori. Lavorano tutti e due lì” raccontò. George sembrò sul punto di chiederle qualcosa, ma si trattenne. Quello non era il momento adatto.

“Ragazzi!” Charlie veniva verso di loro seguito da tutto il resto della banda. Sembrava molto allegro.

“Ce l'avete fatta!” Fred si beccò una pacca dal fratello maggiore.

“Ron non era abbastanza ubriaco, ma Ginny ha rimediato subito” spiegò con la sua voce profonda. Per qualche motivo Hermione scoppiò a ridere. Charlie le fece l'occhiolino, contento che qualcuno avesse capito il sottinteso delle sue parole. Fred aggrottò la fronte. Lee salì sul palco in quel momento richiamando l'attenzione di tutti. Con un incantesimo amplificatore annunciò il gruppo spalla che si chiamava Sunset Sons. Erano tre ragazzi, che da quella distanza sembravano solo delle formiche con in mano degli strumenti. Quando però attaccarono a suonare risultarono molto bravi. Attaccarono a suonare un brano che si chiamava “Remember”. Una musica leggera ma ritmata si diffuse in tutta la radura.

“Andiamo a ballare, Hermione!” Esclamò Ginny afferrando l'amica per la mano e trascinandola in mezzo alla ressa. Harry e Ron le guardarono sparire, inorriditi all'idea di ballare. Non era proprio il loro forte.

“Andiamo Harry, non vorrai lasciare Ginevra da sola?” Lo prese in giro Bill, mentre Fleur lo trascinava dietro alle due ragazze. Il moro sospirò profondamente: odiava ballare. Le due amiche si muovevano a ritmo, ridendo mentre improvvisavano delle mosse stupide. Marito e moglie stavano appiccicati lì accanto, scambiandosi effusioni. Hermione, cogliendo le parole del ritornello cominciò a cantare a pieni polmoni, subito imitata da Ginny. I gemelli, Harry e Ron erano scomparsi, ma Charlie le aveva raggiunte. Afferrò la sorella e se la caricò in spalla, facendola svettare oltre il mare di teste. Lei indossava dei jeans attillati e un top bianco abbastanza scollato e sembrava la persona più libera del mondo. I lunghi capelli rossi le ricadevano dietro la schiena come un mantello di seta. Le guance arrossate e gli occhi luminosi le davano un'aria ancora più affascinante. Il fratello maggiore la teneva come se non pesasse niente ed entrambi iniziarono ad agitare le braccia protese a ritmo. In quel momento due mani calde si posarono sui fianchi di Hermione, facendola rabbrividire. Il top nero che Ginny aveva insistito per farle indossare le lasciava la pancia scoperta e i jeans a vita alta non erano abbastanza coprenti. Le mani la fecero indietreggiare, finché non si trovò premuta contro un corpo caldo, molto familiare. I capelli di George le solleticarono le narici quando lui si chinò a darle un bacio sulla guancia.

“Devi iniziare a vestirti un po' di più quando ci sono io nei paraggi” sussurrò al suo orecchio, facendola rabbrividire.

“Se lo facessi, che gusto ci sarebbe?” Domandò, di rimando. La sua risata si riverberò lungo la schiena di Hermione. Stava per girarsi a baciarlo, quando George s'irrigidì all'improvviso, si voltò e scomparve tra la folla, lasciandola sola e interdetta. Una saetta le passò accanto, dandole uno spintone mentre passava. Hermione la riconobbe subito: Angelina. Senza aspettare, senza pensare, la rincorse. Si muoveva tra le persone come se fosse la padrona del mondo e quelle si scansavano per farla passare o si beccavano spallate e pestoni. La perse di vista solo quando un ragazzo la urtò rischiando di farla precipitare al suolo. Imprecò recuperando l'equilibrio, ma Angelina era già scomparsa. Freneticamente, si spinse in avanti. Non le ci volle molto per vederli. Erano al limitare della folla. Lei lo teneva per un braccio e stava dicendo qualcosa, in atteggiamento aggressivo. George sembrava mortificato, ma i suoi occhi mandavano scintille. Hermione si avvicinò lentamente.

“Angelina ora basta” stava urlando lui.

“Basta cosa?! Mi hai mentito!” Ringhiò. Hermione vide il dolore sul volto della ragazza e si sentì malissimo.

“Non ti ho mentito, non sono George” disse, cercando di scrollarsela di dosso. Angelina impallidì e mollò la presa. Hermione era confusa. Come faceva a non essere George? Si avvicinò ancora per vederlo meglio, ma le girava la testa e non era sicura. Poteva essere Fred? Poteva non essersi accorta che era lui quando l'aveva toccata?

“Menti ancora” disse Angelina, ma sembrò poco convinta.

“Ti proverò che sono Fred. Ti ricordi alla festa che abbiamo organizzato alla Tana? Siamo andati in cucina a prendere da bere e abbiamo parlato di te e George, di quanto lo ami e io ti ho consigliato di confessargli i tuoi sentimenti” vide la ragazza arrossire violentemente e tutta la rabbia sparire dal suo volto. Per quanto riguardava Hermione, non provava niente.

“Scusa Fred, pensavo che fossi George” la ragazza abbassò lo sguardo.

“Figurati, ci scambiano tutti di nuovo ora che ha la protesi” rise Fred.

“Allora tu e la Granger, eh?” Domandò l'altra, sorridendo per la prima volta.

“Oh ehm...diciamo che è una storia lunga e complicata. Prima o poi te la racconterò” fece lui evasivo. Se avesse iniziato a parlare di quello si sarebbero sicuramente persi il concerto. In quell'istante le Sorelle Stravagarie salirono sul palco, accolte da applausi scroscianti e da una pioggia di scintille che ricoprì l'intera radura. Hermione alzò il volto al cielo, osservando delle fatine svolazzare allegramente, mentre lanciavano quella polverina. Sentì la testa farsi leggera e ogni preoccupazione o pensiero dissolversi. Una parte del suo cervello registrò che quello era uno degli ingredienti che i gemelli usavano per le loro pozioni di Svia Pensieri, ma niente di più. Sorrise come una scema, dimentica del motivo che l'aveva fatta dubitare un momento prima.

“Hey, che ci fai qui?” George le spuntò alle spalle. Aveva i capelli pieni di polverina.

“Ciao, straniero” lo accolse. Lui vide la polvere scintillante sul suo volto e gemette.

“Merda! Hermione hai respirato quella roba?” Sembrava un po' allarmato.

“Oh si! Guarda tuo fratello sta discutendo con Angelina” gli indicò la coppia che ora chiacchierava amabilmente. Vide George confuso.

“Dai vieni con me, raggiungiamo gli altri” la prese per mano e lei sentì una scossa piacevole percorrerla. Anche lui sembrò averla sentita. La guardò con gli occhi sgranati.

“Possiamo aspettare?” Domandò. Si sentiva bene in quel momento. La musica le vibrava dentro, la testa era calma e si sentiva eccitata per via dell'alcol e di quella polverina misteriosa. L'altro annuì con un sorriso incerto. Le sembrava troppo razionale, così si passò un dito sulla faccia, raccogliendo tutta la polverina magica possibile e se lo passò sulle labbra. Senza dargli il tempo di pensare, attirò George in un bacio. Lo sentì esitare solo un momento, ma quando lei aprì la bocca e lo accarezzò con la lingua, lui emise un gemito strozzato e l'afferrò per i fianchi, attirandola il più possibile contro il suo corpo. Hermione venne percorsa da una scarica elettrica, quando lui le affondò una mano tra i capelli e approfondì il bacio. Non si era mai sentita così famelica, neanche sul tetto, ma in quel momento desiderava solo perdersi sulle labbra di lui, fondersi con la sua pelle che sapeva di temporali estivi. Le sue mani trovarono la porzione di pelle lasciata scoperta dai vestiti e iniziarono a muoversi lentamente su e giù provocandole dei brividi. Si staccò da lui ansimando. I suoi occhi erano dilatati, grandi e languidi, le labbra gonfie per i baci famelici che si erano scambiati, i capelli spettinati. Non aveva mai visto niente di così bello.

“Mi fai impazzire, Granger” la sua voce roca, le provocò una stretta al basso ventre.

“Anche tu Weasley” sussurrò, mentre si stavano già baciando. Era quasi una necessità fisica. Lui le afferrò i glutei e la trascinò lontana dalla ressa. Hermione non si rese conto di niente, se non quando sentì la schiena premuta contro qualcosa di ruvido. Si voltò vedendo una grossa quercia centenaria. La musica le vibrava ancora dentro, ma non era più assordante. Per qualche motivo le venne da ridere.

“Scusa, non volevo condividerti con nessuno” spiegò lui, baciandole il collo. Alzò il mento per agevolarlo e lui sorrise a contatto con la pelle morbida di lei. Mordicchiò il punto dove l'aveva baciata e lei emise un gemito che gli fece ribollire il sangue nelle vene. Sentì le sue mani intrufolarsi sotto la sua maglietta e si affrettò a gettare per terra il giubbotto di pelle, per agevolarla. La vide mordersi il labbro, mentre le sue dita trovavano l'orlo della maglia e risalivano, trascinandola nel loro percorso di esplorazione. Sentì i muscoli tesi dell'addome di lui fremere sotto al suo tocco, mentre si spostava verso la schiena e tornavano sui suoi pettorali, sfiorando i capezzoli rosa. Lo sentì trattenere il fiato e premersi contro di lei. La sua erezione si sentiva anche a contatto coi jeans. Hermione sgranò gli occhi a corto di fiato. Lui rise a quella reazione e lasciò cadere l'indumento a terra. Vederla così disinibita, audace e scarmigliata rischiava di fargli perdere il controllo delle sue azioni. Sapeva che non doveva, che doveva rispettare i suoi tempi, ma quando lei si strofinò contro la sua erezione, rischiò di prenderla contro quell'albero.

“Dobbiamo rallentare” ansimò.

“Non avrai paura Weasley” lo canzonò lei.

“Stai giocando col fuoco, Granger” l'avvertì.

“Non ho paura di bruciarmi” furono le sue parole, prima di baciarlo ancora. Era inebriata, si rendeva anche conto che era tutto merito di quella polverina e dell'alcol se in quel momento si sentiva così audace. Ma non le importava. George era magnifico, sexy e divertente e non era un codardo, la voleva e lei voleva lui. Sentiva il sapore della sua pelle sotto le labbra, il vago sentore di sudore, il respiro affannato, lo sforzo dei suoi muscoli guizzanti della schiena nello sforzo di tenerla su e allo stesso tempo non strapparle gli abiti di dosso. Sentì la sua lingua percorrerle il collo in una scia infuocata e poi farsi audace e assaporare anche la clavicola, dove depositò un bacio umido. Lui la mise in piedi, lasciandola per un momento e le afferrò il top con entrambe le mani, guardandola molto seriamente.

“Cosa state facendo?!” La voce di Ginny interruppe la magia. Entrambi sussultarono vedendo apparire la rossa nel loro campo visivo. Teneva un Harry sorridente per mano. Gli occhiali del ragazzo erano completamente incrostati di polvere luccicante.

“Sei una guasta feste, sorellina” ringhiò George, recuperando la maglietta caduta al suolo.

“Scusate, anche noi cercavamo un posto per appartarci” si giustificò. Vide Harry arrossire violentemente, ma non disse niente.

“Come no, scordatelo. Se rovini la festa a me, io la rovino a te” afferrò la sorella per la collottola e la trascinò di nuovo alla festa. Harry e Hermione si guardarono in evidente imbarazzo.

“Andiamo o ci lasciano qui” commentò lei, afferrando l'amico sotto braccio. Una serie di urla scoppiò in mezzo alla folla, lampi di luce volarono ovunque, seguite da maledizioni senza perdono. La gente iniziò a correre in ogni direzione, travolgendo amici e vicini, senza distinzione. Hermione ci mise un secondo a realizzare cosa stesse accadendo. C'era un attacco in corso. Totalmente sobria si voltò verso Harry, afferrando la bacchetta. Vide l'amico fare lo stesso e pulire gli occhiali con un colpo di polso. Il sorriso beato era scomparso, sostituito da uno sguardo fermo e risoluto. Sapevano tutti che i Mangiamorte non se ne sarebbero stati buoni, anche se Voldemort era caduto. Harry li conosceva quasi tutti e quelli catturati avevano fatto dei nomi. Non avevano più niente da perdere e quella ne era la prova. Cinque o sei figure incappucciate stavano al centro della folla e sparavano maledizioni senza perdono ovunque. Hermione si guardò attorno frenetica, ma di George e Ginny non c'era traccia. Poteva scommettere che sarebbero andati ad affrontare l'emergenza senza pensarci due volte. Con Harry al suo fianco fece lo stesso. Rimasero uniti, mentre cercavano di fendere la folla impazzita. Hermione evocò uno scudo che li proteggesse e con quello riuscirono a raggiungere Ron. Il ragazzo stava duellando con un tizio ammantato di nero che gli scagliava maledizioni addosso. Harry lo schiantò con un gesto del braccio e quello si accasciò al suolo.

“Miseriaccia, dove siete stati?!” Esclamò vedendoli.

“Dove sono gli altri?” Chiese Hermione, ignorando la sua domanda.

“Charlie e Bill stanno duellando laggiù con Fleur. Ho visto Ginny e i gemelli inseguire dei Mangiamorte in quella direzione” spiegò.

“Rimaniamo uniti! Andiamo ad aiutare Ginny” Harry era il loro capo, soprattutto in quelle situazioni. Gli altri due non se lo fecero ripetere due volte e scattarono, con Ron che mostrava la strada. Videro anche Angelina, Lee e Katie che facevano onore all'Es. Senza fermarsi scagliarono qualche maledizione per aiutarli.

“Uno dei gemelli è ferito!” Sentì gridare Angelina. Hermione sentì tutto il sangue abbandonare il suo corpo a quelle parole. Partì di corsa, schivando i raggi di luce che le arrivavano addosso da ogni direzione. L'adrenalina le pompava nelle vene. Si fermò scivolando quando vide i tre Weasley accerchiati da quattro Mangiamorte. Fred sanguinava da un lungo taglio che gli aveva squarciato la maglietta. Si reggeva al gemello, ma non aveva smesso di lottare. Ginny era piena di polvere e tremava, ma respinse al volo una maledizione di Dolohov, che ringhiò. Harry emise un verso inarticolato e si gettò nella mischia. Hermione e Ron lo seguirono a ruota. Ora erano i Mangiamorte ad essere in svantaggio. Hermione si mise davanti a Fred proteggendolo. Lo sentì sospirare quando la vide.

“George, dobbiamo portarlo via di qui!” Gridò, sopra il frastuono.

“Ti sembra facile?!” Urlò di rimando, facendo esplodere una zolla di terra invece che l'avversario mascherato.

“Sta perdendo troppo sangue! Ti copro, tu prendilo e vattene!”

“Scordatelo, non ti lascio qui” Fred era più testardo di un mulo.

“Sei ferito! Smettila di fare l'idiota!” Replicò lei. Vide Harry gettare a terra Ginny in tempo per evitarle una fattura volante. Rotolarono a terra e lui si alzò immediatamente, gettandosi verso Dolohov con ferocia.

“Non ti lascio” ansimò. Hermione, assolutamente furiosa con lui intensificò gli sforzi e George le diede manforte. Tenevano a bada due nemici, mentre Fred manteneva la protezione su di loro.

“Se ti fai ammazzare questa volta ti lascio morire!” Ringhiò, prima di schiantare il suo avversario. Gli ultimi Mangiamorte rimasti capirono che avevano perso e iniziarono a Smaterializzarsi in fretta e furia.

“Ron, vieni con me!” Urlò Harry. Hermione capì quello che voleva fare e corse verso di lui insieme all'amico. Dovevano afferrare la scia.

“Porta Fred a casa!” Gridò a George, prima di afferrare la mano di Harry e farsi trascinare via. Si sentì strattonata e compressa, un vortice di immagini confuse la stordiva. Sbatté la spalla contro il terreno roccioso e si guardò attorno. Non c'era traccia di Mangiamorte. Harry ansimava e Ron si tamponava il naso. Si trovavano su un promontorio a picco sul mare in tempesta. Il paesaggio era brullo e nubi oscure impedivano alla luna di rischiarare l'ambiente. Le ci volle un po' prima di adattare la vista a quell'oscurità.

“Cos'è successo?!” Gemette massaggiandosi il fianco. Le sanguinavano i palmi delle mani ed era convinta di avere diversi lividi.

“Abbiamo afferrato il Mangiamorte e ho tentato di vedere la sua faccia, ma quello ha iniziato a lottare con calci e pugni e ci siamo trovati qui” spiegò Harry riprendendo fiato. Aveva gli occhiali storti sul naso e un grosso livido gli si stava formando sullo zigomo destro.

“D'accordo, dobbiamo tornare alla Tana. Fred era ferito” disse Hermione rimettendosi in piedi a fatica.

“Dobbiamo andare nella radura, potrebbero esserci altri Mangiamorte da catturare” obiettò Harry, dimostrando di essere cresciuto. Ron annuì, anche se si vedeva che era preoccupato per il fratello. Hermione era combattuta. Così decise di aprire il suo legame coi gemelli. Anche se a distanza non funzionava, era convinta che in caso fosse successo qualcosa a Fred lei l'avrebbe sentito. Tutti e tre, stanchi, sporchi ed esausti tornarono al concerto. Una squadra di Auror era già sul luogo. Savage strillava ordini a tutti, abbaiando di non far avvicinare i civili. Quando vide i tre, però disse di lasciarli passare.

“State bene?” Domandò brusco, passandoli al radar.

“Solo qualche ammaccatura, signore” replicò Harry.

“Bene. Abbiamo preso tre Mangiamorte, grazie al vostro coraggio, gli altri sono scomparsi” li informò.

“Ne abbiamo rincorso uno ma era troppo tardi” Harry sembrò in imbarazzo.

“Capisco. Siete riusciti a capire chi fosse?”

“No. Aveva la maschera” Savage sospirò sconfitto.

“Vittime?” Domandò Hermione, interrompendoli. Guardarli discutere le faceva capire chiaramente a chi avrebbe lasciato il suo posto Savage, un giorno.

“Nessuno grave. Ci sono solo un paio di schiantati, cinque affatturati e uno cruciato” riassunse, mestamente. Poteva andare molto peggio.

“Strano. Sembra quasi che...” rifletté Hermione ad alta voce.

“Cosa?” Domandò Ron, impaziente. Sapeva che la sua amica quando supponeva qualcosa molto spesso ci azzeccava.

“Sembra che non volessero uccidere nessuno. Il che è strano e mi porta a supporre che ci siano solo due motivi per questo: o volevano ricordarci che anche se Voldemort è caduto loro sono sempre qui nell'ombra...o volevano solo distrarci e il loro obiettivo era un altro” rifletté. Vide Savage impallidire, considerando la sua seconda ipotesi.

“Quanti Auror ci sono qui stasera?” Domandò Harry, capendo al volo.

“Ventidue” quella parola gli uscì dalle labbra come un sussurro.

“Ci sono anche le guardie di Azkaban?” Dopo che Voldemort si era alleato con i Dissennatori era stata votata una legge che li bandisse dalla prigione, in modo che una cosa del genere non succedesse ancora. Il problema era che ora erano gli Auror a supervisionare i prigionieri.

“No figliolo non sono così sprovveduto” sbottò Savage. I tre tirarono un sospiro di sollievo. Eppure Hermione non si sentiva affatto tranquilla. C'era qualcosa che non andava.

“Dove sono i miei fratelli?” Domandò Ron, che era pallido come un cadavere.

“Sono laggiù. La vostra famiglia è piena di eroi, Signor Weasley” fece cenno verso Bill, Fleur e Charlie. Nessuno di loro pareva ferito, solo scarmigliati, sporchi e stanchi. La bellissima bionda sembrava una dea vendicatrice tutta sporca di terra, coi capelli aggrovigliati e gli occhi azzurri che lanciavano scintille a chiunque si avvicinasse al marito.

“Charlie, dove sono Ginny, Fred e George?” Esclamò Hermione vedendoli.

“George li ha portati alla Tana, Fred era ferito abbastanza gravemente” spiegò. Hermione sbiancò, sentendo le ginocchia molli.

“Devo andare, pensaci tu qui” disse a Harry. Lo abbracciò per un momento e si Smaterializzò, temendo di non arrivare in tempo questa volta.

 

 

 

Note: innanzi tutto mi scuso perchè non ho riguardato il capitolo e credo che troverete una marea di errori...mi dispiace ma ho delle giornate assurde a lavoro e non riesco neanche a tenere gli occhi aperti. Quindi perdonatemi. Questo capitolo è lunghissimo ma denso di avvenimenti e spero che vi piaccia tanto quanto è piaciuto a me scriverlo. Inoltre...bhe non penso che riuscirò a pubblicare sempre il mercoledì, quindi dobbiamo andare un pò a fortuna. Mi dispiace ma sono cambiate tante cose nella mia vita. Fatemi sapere che ne pensate!

   
 
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