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Autore: clif    08/10/2020    2 recensioni
-Ecco a lei, signora. Una bambina bellissima- Disse la signora Cole, porgendole il fagotto. La puzza di sigaretta poteva sentirsi chiaramente provenire da lei. Era evidente fosse un posto terribile dove far crescere dei bambini. Se fosse stata abbastanza lucida, si sarebbe rammaricata del luogo dove avrebbe lasciato la sua piccola, ma in quel momento era a malapena in grado di fare pensieri coerenti.
-Come intende chiamarla?- Le domandò la donna. Nonostante la nota dolce, si poteva sentire il tono seccato: la gentilezza era tutta una maschera. Probabilmente era desiderosa di scaricare il fagotto in qualche culla e tornare a fumare o bere. Merope però era troppo concentrata sulla domanda per notarlo: il nome? Non aveva mai pensato ad un nome.
-Nicole... Merope... Nicole Merope Mikaelson- Queste furono le ultime parole di Merope Gaunt. La fatica aveva preso un forte pedaggio sul suo corpo negli ultimi mesi e il parto fu la sua ultima fatica. Avrebbe potuto salvarsi usando la magia, ma era mentalmente troppo distrutta per andare avanti. Sapeva di essere egoista ad abbandonare la figlia, ma non poteva fare altro. Pregò solamente, un secondo prima di spirare, che la sua vita sarebbe stata felice a differenza della sua.
Genere: Dark, Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Tom O. Riddle
Note: Cross-over | Avvertimenti: Gender Bender | Contesto: Più contesti
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Stamberga Strillante. Confine tra Hogsmeade e la foresta proibita.

Sirius Black non era un uomo felice. In realtà non lo era da oltre dodici anni. Aveva tentato di introdursi ad Hogwarts per poter mettere le mani sul ratto traditore. Aveva fatto il suo tentativo durante la notte di Halloween, approfittando del fatto che gli studenti fossero tutti nella sala grande a banchettare.

I dissennatori circondavano i confini della scuola, ma usando la sua forma Animagus non fu un problema per lui superarli. Purtroppo però, senza la password, non ebbe modo di entrare nella sala comune dei Grifondoro. Non ebbe modo di ottenerla, dato che i vari studenti stavano per andare a letto, e fu obbligato a fuggire nuovamente. Quando il ritratto di guardia alla porta informò lo staff di Hogwarts della sua "visita", le difese vennero incrementate ancora di più.

Ora era quasi impossibile per qualcuno entrare nel castello. O per lo meno, per qualcuno che non conosceva alla perfezione ogni passaggio segreto fuori e dentro la proprietà. Se avesse voluto, sarebbe stato in grado di fare nuovamente irruzione, ma per il momento decise di attendere. Aveva una sola occasione per trovare Minus e non se la sarebbe lasciata sfuggire.

Così eccolo lì. In attesa del momento opportuno per fare la sua mossa, ancora tutto sporco e logoro dalla sua permanenza ad Azkaban, rifugiato nella catapecchia dove anni prima uno dei suoi migliori amici, Remus Lupin (Sirius fu sorpreso di scoprire fosse diventato un professore) si rifugiava durante le notti di luna piena.

L'attesa era snervante. Neanche gli anni di prigione erano stati tanto terribili. Lì non aveva alcuna speranza rimastagli nel cuore, ma ora poteva vedere la possibilità di riscattare il suo nome. Era tanto vicina che poteva quasi toccarla. Una volta libero si sarebbe occupato di Neville... ed Harry. Cercava di non soffermarsi troppo sul secondo, perchè ogni volta che lo faceva, i sensi di colpa tornavano a piena forza.

Non aveva fatto nulla per il suo figlioccio, neanche un dono o altro. Quando il mese prima, c'era stata la partita di Quidditch tra Tassorosso e Grifondoro, si era avvicinato (in forma Animagus, ovviamente), e aveva avuto modo di vedere Neville volteggiare nel cielo in groppa alla sua scopa Nimbus 2000. Aveva più talento di Frank ed Alice messi insieme.

Il quasi incidente del ragazzo (dannati dissennatori), gli fece perdere per sempre la sua scopa, e permise a Sirius di trovare un regalo adatto: la Firebolt appena uscita in commercio, sarebbe arrivata anonimamente durante il giorno di Natale al maniero Paciock. Ora l'unico problema era appunto Harry. Aveva pensato di vedere volteggiare anche lui alla ricerca del boccino, proprio come a suo tempo faceva James.

Seppur non lo avesse mai visto di persona (escluso il suo primo anno di vita), si era sempre immaginato di trovarsi di fronte ad un clone del suo migliore amico. Invece, da quello che aveva potuto captare dagli studenti che visitavano Hogsmeade, il suo figlioccio era un tipo piuttosto riservato. Una giovane strega straniera era il suo unico amico stretto.

Questo rendeva più difficile trovare un modo di avvicinarsi a lui. Il ricercato scosse la testa. Ora doveva concentrarsi sul suo obbiettivo. Una volta tornato libero, si sarebbe occupato di prendere la tutela di entrambi i ragazzi.

Casa Gilbert. Mystic Falls.

Il taxi si fermò proprio di fronte alla staccionata della casa. Andrea ringraziò l'autista, e dopo averlo pagato, si diresse alla porta d'ingresso. Aveva deciso di passare le vacanze invernali con i suoi zii e il resto dei suoi amici a Mystic Falls. Non li vedeva tutti dalla fine dell'estate, meno Damon ed Elena,  qual all'epoca erano in giro per il paese alla ricerca di Stefan.

Non aveva informato nessuno del suo arrivo, nel tentativo di fare una sorpresa. Ora però si stava chiedendo se avesse fatto la cosa giusta: nessuno dei suoi amici sembrava essere presente. Una volta giunta in città (usando la passaporta internazionale affidatale dal governo magico), si era diretta a casa Salvatore, di cui lei era la legittima proprietaria.

Dopo la morte di Zach, le era l'ultimo membro della famiglia ancora vivo, perciò, seppur non ancora maggiorenne, era l'unica che poteva invitare i vampiri nella casa/ritrovo del gruppo. Il fatto che lei fosse la maggior parte del tempo oltre oceano era un vantaggio. Nessun vampiro con cattive intenzioni avrebbe potuto superare la soglia senza prima rintracciarla ed obbligarla a dargli l'invito. Piuttosto difficile, considerando fosse sotto la protezione di antichi e potenti incantesimi.

Questo risultò però anche uno svantaggio, quando ad esempio doveva dare l'accesso anche ai loro alleati immortali. Tale problema si mostrò il mese prima. Lei e i suoi zii si erano scambiate poche lettere dall'inizio dell'anno scolastico, ma da quel che aveva letto, parecchie cose erano successe.

Andrea li aveva informati dei suoi corsi extra (aritmanzia e cura delle creature magiche), e della brutta situazione causata dai dissennatori; loro invece l'avevano informata dell'intera famiglia originale che si trasferiva in città e dell'inaspettata trasformazione di Elena in vampiro. Tre giorni dopo arrivò in risposta un messaggio scritto di Andrea che permetteva alla nuova non morta di mettere piede nella sua casa.

In fondo era la "non ufficiale" sede del gruppo ed era essenziale che tutti loro potessero accedervi. Per questo motivo, vedendola in quel momento vuota sentiva una brutta sensazione allo stomaco. dove erano tutti? Tentò di chiamarli usando il telefono della villa (per via dell'interferenza causata dalla magia non poteva portare cellulari con se), ma erano o irraggiungibili o tenevano i propri telefoni spenti.

Per questo in quel momento era lì. Se non erano alla villa Salvatore, di solito il gruppo si sarebbe riunito a casa Gilbert. Una volta entrata, però, la accolse una vista che mai avrebbe voluto vedere: il salotto e (da quel che poteva vedere dal suo punto di vista) la cucina erano state messe completamente a soqquadro, di fronte a lei vi era il cadavere carbonizzato di un vampiro totalmente irriconoscibile (pregò non fosse uno dei suoi zii), ma non fu quello a turbarla di più.

Al centro del salotto, di spalle a lei, vi era un uomo... no, un vampiro. Le dava le spalle, ma la sua magia la poteva avvertire chiaramente del pericolo che aveva di fronte. Non era sicura fosse un alleato o un nemico, ma poteva dire per certo fosse più anziano e potente di entrambi i suoi zii messi assieme. Sapeva che il battito del suo cuore l'aveva smascherata ancor prima di entrare in casa, perciò non si scomodò a restare in silenzio quando afferrò la bacchetta per difendersi.

-Ma bene, guarda chi abbiamo qui, la piccola detentrice di bacchetta. Ciao amore, non mi aspettavo di rivederti qui; credevo sinceramente fossi ancora in una di quelle scuole magiche della tua specie- Affermò il vampiro, voltandosi finalmente verso di lei. Dimostrava poco più di vent'anni (ma questo diceva poco, essendo lui immortale), con dei folti capelli biondo sporco, un fisico ben allenato (non magro, ma neanche troppo muscoloso) e degli occhi verdi e azzurri.

Era bello... molto bello, dovette ammettere la strega. Il piccolo sorriso arrogante e le fossette che esso formava gli conferivano una natura giocosa. Natura giocosa che veniva velocemente smentita dallo sguardo freddo e penetrante che trasmettevano i suoi occhi simili al ghiaccio vivo. Qualunque altra emozione venne spazzata va, quando la paura prese ad affiorare.

-... Klaus...?- Domandò lei esitante. L'ibrido originale era praticamente diventato l'equivalente dell'uomo nero per il loro gruppo, simile alla paura che Voldemort aveva istillato nel cuore dei maghi Inglesi. Nonostante ciò, lei non lo aveva ancora visto di persona. Il loro unico incontro era avvenuto durante il ballo della scuola, quando aveva preso possesso del corpo di Alaric (uno dei loro amici, morto proprio il mese prima). Il sorriso del presunto Klaus si accentuò.

-Esatto, amore, sono io. Puoi stare tranquilla, la strega Bennett mi ha bloccato in questo salotto e per un po' non potrò lasciare questi due metri cubi di stanza- Spiegò lui, agitando il dito come per mostrarle un muro invisibile che lo circondava. Seppur la vista non le permise di vedere nulla, la sua magia percepì chiaramente un potentissimo strato di energia wicca che circondava il salotto.

-Perchè sei qui e perchè Bonnie ti ha bloccato?- Domandò Andrea, attenta a restare oltre la linea della barriera. Si sentiva come una bambina timorosa di avvicinarsi al feroce leone dietro le barre della gabbia. C'era un motivo per cui era temuto da tutti i vampiri del mondo: sapeva bene che la barriera di Bonnie non avrebbe tenuto a bada l'ibrido millenario per troppo tempo.

-Vedi, amore, i tuoi amici hanno momentaneamente lasciato la città per dedicarsi alla ricerca di un'antica cura per il vampirismo. Il motivo per cui sono qua, invece, è perchè i tuoi amici avevano paura della mia vendetta dopo che ebbero assassinato mio fratello Kol e lasciato il suo corpo senza cura lì per terra- Affermò lui, indicando con un cenno del capo il corpo al suo fianco. Andrea, distratta a guardare il cadavere, non notò il lampo di rabbia e dolore nello sguardo di Klaus.

-Andrea, cosa fai qui?!- Esclamò una voce alle sue spalle. Per poco non lanciò una maledizione contro l'idiota che le era arrivato alle spalle senza avvertirla. Tyler Lockwood, il ragazzo fortunato che aveva appena evitato di essere colpito da un incantesimo vacante, era un giovane locale introdotto nel mondo sovrannaturale da meno di un anno. Aveva scoperto d essere un licantropo, e poi era stato trasformato in un ibrido da Klaus.

-Sono appena tornata dall'Inghilterra. Tyler, cosa sta succedendo?- Domandò lei, non sicura di potersi fidare della versione di Klaus. Con sua sorpresa, il ragazzo confermò la storia dell'Originale: Jeremy Gilbert aveva scoperto di essere un cacciatore sovrannaturale, e analizzando il suo marchio del cacciatore (un tatuaggio che gli era iniziato ad apparire sul braccio dopo aver ucciso il suo primo vampiro) vi avevano trovato sopra una mappa.

La mappa portava ad un isola magicamente nascosta, dove erano stati sepolti duemila anni prima il corpo essiccato del primo immortale e la cura per essa. Tutti coloro che facevano parte del loro mondo (la banda di Mystic Falls e Rebekah, la sorella della famiglia Originale) , ognuno in un gruppo diverso. Gli unici ad essere rimasti in città erano Klaus, Tyler e Caroline, la ragazza (tra alt e bassi) del secondo.

-Forse è meglio se aspetti il ritorno degli altri a casa Salvatore. Qui resto io- Affermò Tyler, mentre Andrea, dopo aver lanciato un occhiata ai due ibridi presenti, annuì e lasciò in fretta la casa. Klaus la seguì con lo sguardo fino a che non scomparve oltre la linea della porta. Aveva sempre trovato interessante il potere dei detentori di bacchetta, ma il rispetto e simpatia per loro erano assenti. specialmente dopo la faccenda della ragazza Gaunt.

Scosse la testa, scacciando via dalla mente i pensieri sulla giovane Salvatore e si riconcentrò su Tyler, il suo primo ibrido e ingrato traditore.

Ufficio di difesa contro le arti oscure. Hogwarts.

Remus Lupin non era un uomo felice... non lo era stato da molto tempo. I ricordi dei suo primi cinque anni di vita, i momenti in cui era ancora innocente e spensierato, erano stati quasi del tutto cancellati dall'attacco di Fenrir Greyback, il quale lo morse e lo trasformò in un licantropo, condannandolo in questo modo ad una vita di sofferenze.

Nella magica Gran Bretagna il suo genere era mal visto, e non avrebbe potuto ottenere neanche un istruzione appropriata, per paura che attaccasse gli altri studenti. Fu solo grazie a Silente, il quale nascose agli altri la sua natura e preparò una baracca nella foresta dove si sarebbe potuto trasformare in tranquillità durante le notti di luna piena, che potè studiare ad Hogwarts, la scuola più prestigiosa del paese.

Quelli furono i sette anni più belli della sua vita. Aveva trovato cari amici in Lily, Frank ed Alice e dei fratelli in tutto tranne che nel sangue in James, Sirius e Peter. Gli ultimi tre, durante il loro secondo anno, avevano scoperto per caso il suo oscuro segreto, ma invece che allontanarsi, si misero d'impegno ad imparare l'incanto per diventare Animagi e stargli vicino durante le trasformazioni. Nei suoi sogni più sfrenati non avrebbe mai potuto sperare di trovare amici così.

Purtroppo però tale gioia non fu destinata a durare. Circa un anno dopo essersi diplomati, tutto il loro gruppo di amici si unì all'Ordine della Fenice, guidati dal loro ex preside, e si ritrovarono in prima fila nella guerra contro Voldemort. I suoi giorni presero a tornare cupi come un tempo, e i bei ricordi della scuola si oscurarono mano a mano.

Era costretto a vivere a casa dei suoi amici (un mese a turno), dato che nessuno avrebbe dato  un lavoro a un licantropo, e perciò non aveva soldi, e peggio, durante gli scontri era obbligato a vedere le persone intorno a lui morire una ad una. Aveva sempre avuto rispetto per Silente (dopo tutto ciò che aveva fatto per lui), ma negli ultimi anni di guerra stava vedendo un lato del vecchio uomo che prima ignorava.

Silente era un uomo con dei forti pregiudizi. Non come i Mangiamorte, ma teneva a distanza tutto ciò che riteneva oscuro, sia le magie che le creature. Per lui oscuro e male erano sinonimi. Lo aveva notato anche a scuola, quando lanciava sottilmente sguardi di disapprovazione agli studenti Serpeverde (a prescindere che venissero da famiglie di Mangiamorte o no).

Anche per le creature oscure che facevano parte dell'esercito della Signora Oscura non aveva pietà. Era sottile, ma notava che i suoi commenti sul pentimento e la possibilità di perdono per far rivedere la luce riguardavano solamente i Mangiamorte purosangue che avevano una certa influenza nella società.

Quando alle orecchie dell'Ordine arrivò l'informazione che la Signora Oscura avesse usato qualche rito malvagio sconosciuto per permettere a suo licantropi di poter controllare quando trasformarsi, senza l'influenza della luna piena. Mentre gli altri erano disgustati dall'uso di tale magia tanto rivoltante, Silente per primo, Remus era scioccato da tale possibilità.

Seppur lo avesse fatto con la magia oscura e sicuramente solo per il proprio tornaconto, aveva donato loro ciò che lui bramava da una vita intera. Sapeva che anche Silente avrebbe potuto trovare un modo per aiutarlo, ma il vecchio non lo avrebbe mai fatto, considerando che tale atto fosse troppo immorale per lui.

Nonostante tutto quello che aveva fatto per lui, dei piccoli semi di dubbio si stavano insinuando nella mente del licantropo: che il vecchio mago lo tenesse al suo fianco solo perchè lo ritenesse... ammaestrato? Il periodo più brutto della sua vita fu però quando la guerra finì. Guerra che vinsero, ma ad un prezzo spaventoso: Lily, Frank, Alice e James erano morti durante l'ultima notte, Sirius si era scoperto un traditore e aveva ucciso il loro amico Peter.

Fu a quel punto che commise il più grande tradimento che mai avrebbe potuto fare: abbandonò il paese e lasciò alle spalle i figli dei suoi unici amici. Nessuno avrebbe permesso ad un licantropo di adottare dei giovani eredi di famiglie Purosangue, ma questo era solo la scusa che si disse per lenire la sua coscienza: in realtà voleva solamente fuggire da tutto il dolore che in quel momento stava provando.

Per oltre un decennio non mise più nemmeno piede sull'isola. Solo quando Silente lo rintracciò, mentre aveva preso residenza in un piccola paese dell'Austria, offrendogli un posto come insegnante di difesa contro le arti oscure, decise di tornare. Ovviamente prima si assicurò che il preside avesse preso le dovute precauzioni: Severus Piton, il professore di pozioni, gli avrebbe preparato ogni mese una pozione che avrebbe tenuto a bada il suo lupo interiore.

Il motivo principale per cui Remus aveva accettato l'impiego era per via della fuga del suo ex amico Sirius da Azkaban. Era certo che il suo obbiettivo sarebbe stato Hogwarts, e come ultimo membro dei "Malandrini" era suo compito fermarlo. Vi era però anche un secondo motivo, ed erano Neville ed Harry. Aveva insegnato loro, li aveva addestrati con l'uso dell'Incanto Patronum, ma non aveva detto loro nulla sul suo passato, ne quello dei loro genitori.

-James, Lily, Frank, Alice... Mi dispiace, sono un vigliacco- Mormorò l'uomo, mentre beveva un goccio di scotch, concentrandosi sul prepararsi alla prossima lezione di inizio anno. Non aveva avuto il coraggio di presentarsi loro come lo "zio acquisito" che li aveva abbandonati per anni, e preferì mantenere con loro semplicemente una piacevole relazione studente - insegnate.

Sperò solamente che in futuro non sarebbe venuto a pentirsi di tale scelta.
 

N.d.A.

Ecco finita anche la seconda parte del capitolo. Avevo pensato di farvi anche leggere i pensieri di Peter Minus, il ratto traditore, ma poi ho cambiato idea. Il prossimo capitolo farà un balzo di alcuni mesi ed entreremo nel quarto di libro della saga di Harry Potter. Il giovane prescelto segreto  non si ritroverà immischiato nella faccenda del ippogrifo - fuggitivo - giratempo, perciò quella parte sarà saltata.
SPOILER. Nel prossimo aggiornamento, dopo numerosi capitoli di assenza, farà il suo tanto atteso ritorno la Signora Oscura Voldemort. Spero che la storia vi stia piacendo. Al prossimo capitolo. Bye-Bye
  
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