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Autore: MusicAddicted    08/10/2020    13 recensioni
AKA Le Avventure di JJ&KK!
Killgrave si incammina sul lungo e tortuoso sentiero della redenzione, tra uno scivolone e l’altro.
Jessica cerca di mantenerlo sulla retta via, tra un battibecco e l’altro.
Se volete farvi strada fra quintalate di fluff, situazioni tragicomiche e una spruzzata di romanticismo, siete i benvenuti ;)
Teoricamente sarebbe il sequel della miniserie ‘Stupid Christmas Time!’ … ma se volete la reader’s digest version: Kevin sta cercando di rigare dritto. Per lei. Sempre per lei.
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jessica Jones, Kilgrave, Malcolm Ducasse, Trish Walker
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Buonanotte,
lo so che lo dico sempre ma… questo capitolo non era previsto, o meglio , un po’ sì, ma mi aspettavo di scrivere tutt’altra cosa, che a quanto pare finirà nel prossimo.

Comincio seriamente a pensare che Killgrave in realtà sia nascosto da qualche parte e mi comandii di scrivere queste cose.

Ah, si sono ritagliati moooolto spazio anche Trish e Malcolm, spero che la cosa non vi dispiaccia <3

biww-cover


AKA It was not a fucking date!

Sulla strada di casa, Jessica adocchia un pub, per lo più frequentato da ventenni ed è lì che le viene un’idea.

“Serata alcolica insieme?” propone.

“Come, prego?” domanda Kevin, colto alla sprovvista.

 

“Mi hai capito bene, sai che ne avremo una a settimana, tanto vale che sia questa sera: possiamo spendere parte di questo bel gruzzoletto, la notte è ancora giovane e non ho nessuna voglia di andare a letto.” argomenta lei.

“Oh beh, dipende cosa intendi per andare a letto…” ammicca sornione lui, ma lei gli pizzica le labbra, tirandole leggermente.

“Killgrave, non rovinare quella che tutto sommato finora sembra essere una bella serata.” gli dà quel saggio consiglio, lasciandolo andare.

 

“Okay per la serata alcolica insieme, solo che pensavo ne avremmo passata una più tranquilla, a casa…” borbotta lui.

“Ti piacerebbe! E invece no, caro il mio sociopatico, devi imparare a stare fra la gente. E ti dirò di più, non solo ora entreremo lì dentro, ma tu non userai nemmeno il tuo potere.” gli lancia come sfida e lui accetta con un cenno del capo, seguendola dentro quel locale.

Peccato che le aspettative siano molto diverse dalla realtà.

Dieci minuti dopo stanno già uscendo, con una Jessica di pessimo umore.

“Ti avevo detto di non usare il tuo potere!” sbotta lei.

 

“Ho dovuto farlo, se tu hai usato il tuo per sollevare e sbattere al muro un ragazzino che ti ha solo chiamato ‘Signora’!” riepiloga Kevin.

“Era già il quarto, dopo soli cinque minuti lì dentro, cazzo!” si giustifica Jessica. “Non sono mica così più vecchia di loro!”

“Dieci anni, se non di più, non sono pochi...”

“Sappi che ti stai addentrando in un campo minato!” lo mette in guardia Jessica, pungolandogli il petto con un dito.

“Lo sai che per me sei una bambina,” le sorride ammaliato lui, rubandole un bacio inaspettato.

“Almeno quel moccioso è convinto sia stato uno scherzo dei suoi amici con l’aiuto di una stuntman professionista!” si giustifica Killgrave.

“Sì, in fondo… hai fatto bene.” riconosce Jessica, che deve ancora un po’ riprendersi. “Basta che ci allontaniamo da questo posto di merda pieno di sfigati, brufolosi e irrispettosi.”

“Se ti va di fare quattro passi, lungo il molo, vicino alla mia precedente casa, c’è un posto più adatto a noi.” la consiglia lui e lei si fida.

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“Ohh andiamo, e quello lo chiami bere?” lo sbeffeggia Jessica quando, circa tre quarti d’ora dopo, seduti a un tavolo di un lounge bar molto più raffinato e soprattutto frequentato da gente più in linea con la loro età, Kevin si mostra restio mentre lei fa per versargli il terzo bicchiere di whisky.

Di un’ottima annata. Inutile dire che lei è già al quinto e che si è fatta lasciare direttamente la bottiglia dal cameriere.

“Di che cazzo hai paura, di abbassare la guardia? Non scapperò, sono a casa tua per volontà mia…” gli spiega lei, finendo di riempire i loro bicchieri “Non c’è niente che dovresti temere di confidarmi, già lo so da un pezzo che mi ‘ami’,” posa la bottiglia lei, per piegare due volte gli indici e i medi con il resto delle dita chiuse. 

“Devi proprio dirlo con le virgolette?” le fa pesare lui, offeso nel suo amor proprio.

“Hai ragione, scusa. Nel tuo modo contorto e malato... so che mi ami sinceramente.” lo stupisce lei con la sua risposta, ancora di più quando gli accarezza il viso. 

“E comunque, niente, non lo distinguo più da quello fasullo!” fa una smorfia lei, quasi arrabbiata bevendo il suo bicchiere.

“Allora, se nemmeno fa più differenza, perché devi ostinarti a farti devastare da quello vero?” rimbrotta lui.

“Non ci provare. Io ho bisogno di devastarmi seriamente.” tira la bottiglia vicino a sé lei.

La serata procede piuttosto piacevolmente, Kevin è concentrato solo su Jessica, quindi ignora totalmente gli avventori di quel lounge bar, mentre lei si versa il decimo bicchiere.

“Me lo spieghi che senso ha tenerti lontana dall’alcol se poi tu in una sera ti bevi il quantitativo che hai evitato per due settimane?” borbotta Kevin.

“Il solito esagerato! Questo è a malapena una parvenza di sbronza leggera per me. Non potrei mai allontanarmi dall’alcool, accontentati di avermi notevolmente ridotto il quantitativo che ho abitualmente in corpo.” ribatte lei, svuotando velocemente il suo shot.

“La considero già una vittoria importante.” sorride lui.

“Allora festeggiamo!” gli versa quello che ormai è il quinto bicchiere mentre lei finisce il poco che resta direttamente dalla bottiglia.

“Jessss, io credo di aver bevuto a sufficienza…” protesta lui, cominciando ad aver qualche difficoltà ad articolare bene le parole. 

“Andiamo, non fare storie, al massimo mi confesserai un tuo scabroso segreto, tipo che il viola in realtà ti fa schifo e vorresti vestirti sempre giallo limone!” lo fa ridere lei.

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Quando fanno ritorno a casa, verso l’una di notte, Kevin ha ancora lucidità mentale a sufficienza per aprire la porta, infilando la chiave giusta nella serratura al primo colpo.

“Quanto mi era mancata questa sensazione di sentirmi uno schifo,” esulta Jessica, un po’ sbronza, ma non quanto avrebbe voluto. “Ora però voglio dormire fino al 2030.” sbadiglia, subito dopo.

“Mi manchereshti trooppo…” biascica Kevin, decisamente alticcio. “Troviamo come compromesssso che domani ti faccioo svegliare a mezzosgiorno?”

 

“Andata!” approva lei, mentre si dirigono alle scale.

“Jesshica, lo sciai che staaaasera il nostro è shtato un ap…” prova a farle notare lui, prima che le loro strade si dividano, ma lei ha i riflessi ancora pronti abbastanza da zittirlo con l’indice sulla sua bocca.

“Ssshh! Chiudi il becco e non t’azzardare a rovinare una notte pressoché perfetta!” mormora lei, mentre percorrono il corridoio che porta alla sua  camera da letto. “Ti concedo pure di darmi il bacio della buonanotte.” lo informa lei e, sbronzo o meno che sia, Kevin non si lascia certo sfuggire quell’occasione, posando le labbra sulla fronte con un leggero schiocco.

“Buonanotte Jeessh!” la saluta sulla soglia, avviandosi alla sua stanza.

- Non ha ragione lui, non è stato un appuntamento, cazzo!- è quello che continua a ripetersi lei, finchè il sonno non finisce per sopraffarla.

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“Non è stato un appuntamento, cazzo!” è quello che ripete il pomeriggio seguente, sdraiata su un divano.

No, non ha iniziato alcuna seduta di terapia, semplicemente è a casa di Trish.

“Io temo che un po’ lo sia stato!” dice la sua Malcolm, intento a sistemare il lavandino della cucina.

“Non accetto pareri da gente in mutande!” replica Jessica.

“Ho solo tolto la maglietta!” si difende lui.

“Perché?” si stranisce Jessica.

“Mio ragazzo, mie regole, è così un bel vedere!” approva Trish, lanciandogli uno sguardo carico di desiderio. “Cos’è, sei forse invidiosa? Vorresti che Killgrave sistemasse il tuo di lavandino?” provoca la sorella subito dopo.

“Perché cazzo ci vedo un doppio senso a sfondo sessuale?” si agita la mora.

“Perché c’è un cazzo di doppio senso a sfondo sessuale!” puntualizza la bionda.

“Perchè trovo questo discorso così eccitante?” si domanda perplesso Malcolm.

“Zitto tu, torna a lavorare … e mostrami di più quel tuo bel culetto!” comanda la speaker, leccandosi le labbra.

“Anche no, grazie, potreste giocare all’idraulico infoiato e la casalinga annoiata quando sarò uscita da qui? È un’immagine che vorrei dimenticare, cazzo!” protesta Jessica, ma questo la fa ragionare su qualcosa.

- Dimenticare…oh, cazzo!-

“Tornando a noi, Jess, raccontami meglio la serata di ieri, siete andati a sbronzarvi, okay. Ma… ci sono stati baci?” indaga Trish, sedendosi di fianco a lei per affrontarla meglio.

“Beh… l’ho baciato quando il gatto lo ha graffiato, per consolarlo un po’...”

“Aspetta, quale gatto?” si acciglia la bionda.

“Uh, non te l’ho detto? Lunga storia, comunque, Malcolm, quella befana spilorcia della Signora Brettford non ha più bisogno di aiuto!” urla Jess, per farsi sentire dal ragazzo, impegnato sotto il lavabo, che mugola un assenso.

“Poi l’ho baciato sulla via per il pub, anche perché prima eravamo stati in un postaccio e lui, tutto sommato, ha fatto una cosa giusta… e poi mi ha baciata, ma mi ha colto alla sprovvista. Poi l’ho baciato al primo bicchiere di whisky, ma sai… alcool vero dopo due settimane? Avrei baciato chiunque, cazzo!” si giustifica lei.

“Uhmm…” si limita a esternare le sue perplessità la sorella.

“E poi l’ho baciato mentre tornavamo a casa… o mi ha baciato lui, chi se lo ricorda? Abbiamo fatto il pieno entrambi!” ridacchia lei. “E poi, prima di salutarci, mi sono fatta dare il bacio della buonanotte, sulla fronte.”

“Accidenti, Jess, così è pure peggio!” borbotta Trish. “È qualcosa di … tenero. Tu non sei mai tenera!”

“Oh, cazzo!” si dispera la mora, seppellendosi la testa sotto un cuscino.

“Devi affrontare la realtà. Quello di ieri è stato a tutti gli effetti un appuntamento.” sentenzia la speaker.

Jessica riemerge da sotto il cuscino.

“Come fai a dirmelo così tranquillamente? Perchè non mi aggredisci, dicendo che sto sbagliando tutto e sto perdendo la ragione?” la affronta lei.

“Perché forse non stai sbagliando niente. Lo so che stiamo parlando di un soggetto pericolosissimo come Killgrave, che ti ha reso la vita un inferno, ma è anche vero che ha visto la morte in faccia, gliel’hai fatta vedere tu … e questo può cambiare profondamente una persona. Sì, okay, magari c’è qualche piccolo scivolone ogni tanto, al suo potere non sa rinunciare del tutto, ma è innegabile che lui si stia davvero sforzando tanto per cambiare e che non ha più fatto un vero e proprio passo falso.” argomenta pazientemente Trish.

- ‘Redenzione per amore, è davvero possibile?’ Potrebbe essere l’argomento perfetto per la mia prossima puntata!- trama la bella speaker.

“Quindi non sono l’essere più deplorevole della Terra se trovo così poco orribile baciarlo?” cerca ulteriori conferme Jessica.

“Non lo saresti, nemmeno se te ne innam…”

 

“ALT! Ti prego, un problema alla volta! Ho già fin troppi casini così” la ferma in tempo la detective, alzandosi e avviandosi all’uscita.



“Sei davvero convinta di quello che hai detto a Jessica?” rimbrotta Malcolm, che ha ascoltato tutto.

“Beh, sì. Killgrave può anche aver cercato di uccidermi, due volte, a dire il vero, ma… diamogliene atto che non ci sia mai riuscito!” sdrammatizza lei, ma poi si fa più seria. “Se io sto dando una possibilità alla reincarnazione del Male Puro che è mia madre, perché mai Jessica non dovrebbe concederla a lui?”

“Sperando che lui non se ne approfitti…” borbotta Malcolm.

“Non credo che lo farà, l’ho visto profondamente cambiato, ci sono state più occasioni in cui avrebbe potuto davvero approfittare del suo potere e non lo ha fatto. Quanto a te… ti ha solo spinto a metterti con me, come faccio a non essergli grata?” aggiunge, chinandosi, in modo che le sia possibile baciarlo.

“Ammetto che avevo bisogno di un po’ di fiducia in me stesso… voglio dire, guarda me e guarda te, così bella, in gamba e indipendente, circondata da tutto quello star system… e quando mai ti saresti accorta di me?”

“Vieni qui, star system!” lo tira a sé Trish ridendo, prima di baciarlo a fondo.

“Questa casalinga annoiata aspetta l’idraulico infoiato in camera da letto… e, mi raccomando, presentati con gli arnesi giusti!” ammicca lei, avviandosi con fare sensuale dove indicato.



Quando torna alla villa, la prima cosa che fa Jessica è andare in cerca di Killgrave.
In effetti non lo ha visto nemmeno quando si è svegliata.
Non lo trova per tutta la casa, il suo staff le comunica che non solo non è uscito, ma non ha nemmeno lasciato la propria stanza ancora.

È da quando gli ha fatto l’improvvisata il giorno di Natale che Jessica non entra più nella sua camera da letto.
È ora di tornarci. Ecco perché percorre il corridoio che separa le loro stanze e non si fa intimorire, né dalla porta chiusa, né dalle luci spente.

“Kevin, dobbiamo parlare!” entra irruente, spalancando quella porta che per fortuna non è chiusa a chiave e accendendo le luci.

Kevin mugugna il suo disappunto, voltandosi a pancia in sotto e seppellendosi la testa sotto il piumone… viola, ovviamente.

“Spegni la lucee.. e spegniti anche tu..” si lamenta da sotto le lenzuola.

Per tutta risposta, Jessica gliele strattona, sollevata nel constatare che indossi un pigiama, di un'elegante seta color indaco.

“Qualcuno sta facendo amicizia con l’hangover eh?” ridacchia lei, abbassando però il volume della voce, per un qualche senso di pietà, ma la luce rimane accesa.

“Io non voglio mai più bere!” spergiura lui, che si sente perforare la testa da un martello pneumatico.

“Tanto lo so già che ti ritroverò puntuale fra sette giorni alla nostra prossima serata alcolica!” ribatte sicura lei, sedendosi sul letto.

A fatica, l’uomo si volta verso di lei, sforzandosi di aprire gli occhi.

“Tu… avrai bevuto, non lo so… quattro volte tanto quello che ho bevuto io… e guardati, sei un fiore… com’è possibile?” le rivolge la parola, a metà fra un complimento e una protesta, mentre si regge la testa con le mani, perché gli sembra che la stanza gli giri intorno vorticosamente.

“Super forza uguale super resistenza ai postumi delle sbronze!”spiega trionfante lei. “Hai voluto il tuo prezioso controllo mentale? Chiedi a qualcuno che si prenda il mal di testa al posto tuo, ma non credo funzionerà.” lo sbeffeggia, prima di andarsene.

Jessica è di ritorno circa venti minuti dopo, dopo aver setacciato la cucina in cerca di ciò che le serviva.

La luce è rimasta accesa, come se in qualche modo lui ci sperasse di rivederla.

La ragazza entra reggendo un vassoio, che gli posa sul grembo.

“Banane, mangiale per il potassio. Miele, così fai il pieno di fruttosio, aiuta a mettere KO l’alcool che hai ancora in circolo. Succo d’ananas, per le vitamine. E fra mezz’ora vengo a controllare se hai preso tutto.” dice, avviandosi alla soglia.

“Grazie, Jess,” mormora lui. “Ma se tu non hai questi problemi, allora come... “

“Sai quante sbornie ho fatto passare a Trish?” lo fa sorridere lei. “E se quello non funziona, ti aspetta un bagno nel wasabi… ma spero di non dover arrivare a tanto!”

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I primi rimedi di Jessica si sono rivelati più che efficaci e il mattino dopo lei lo ritrova più in forma che mai, quando scende a fare colazione, vestito di tutto punto.

“Che volevi dirmi ieri?” le chiede, prendendo posto accanto a lei, che sta caricando il suo piatto con ogni tipo di pietanza a disposizione, mentre lui si limita a delle fette di pane tostato e del succo d’arancia.

“Ah, allora te lo ricordi che volevo parlarti di qualcosa,” bofonchia Jessica, fra una cucchiaiata di yogurt e l’altra. “Non trovi strano che Trish non si sia più ricordata nulla né di quando le hai chiesto di portarmi al centro commerciale e di farmi quelle foto, nè il giorno prima, dopo che l’hai avvicinata in radio?” le fa notare lei, versandosi altra frutta fresca.

“In effetti sì, è strano…” riflette lui, addentando un croissant.

“Già, voglio dire, okay, puoi anche averle chiesto di dimenticarlo… ma tipo dopo ventiquattro, quarantottotto… non lo so, fossero anche novantasei fottutissime ore… ormai dovrebbe ricordare. Sono passate delle cazzo di settimane intere ormai!” comincia ad agitarsi lei.

“Hai ragione… forse la durata del mio potere si è estesa?” si fa pensieroso Kevin.

“In effetti, tu mi hai parlato dei tuoi miglioramenti quella sera al locale, prima di scagliarmi contro Luke…” rimugina lei.

“Perché vuoi farmi andare di traverso la colazione nominandomi quello scimmione?” ringhia lui.

“Perché mi serve per capire, citrullo!” ribatte lei. “Il punto è, cos’è successo dopo l’ultima iniezione? Un comando normale che dai ha la solita durata… il discorso pare che cambi quando chiedi a qualcuno di dimenticare… lo hai fatto con qualcun altro, di recente?” lo interroga.

“No, credo che l’ultima sia stata proprio Patsy.” ammette lui. “Nemmeno al tossico ho mai chiesto nulla del genere.”

“Allora dobbiamo fare luce su questa cosa, Kevin!” lo trascina via dal tavolo, dandogli solo il tempo di portarsi via il croissant e una delle fette di pane.

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“Trish, apri sono io, se c’è anche Malcolm è pure meglio!” la esorta Jessica, parlandole dal videocitofono. “C’è anche Kevin e ci serve fare un piccolo test.” aggiunge, perchè non vuole coglierla di sorpresa.

Con una rapidità che la lascia piuttosto allibita, Trish apre loro la porta.

“Che genere di test?” si incuriosisce.

“Io non ne voglio sapere niente!” piagnucola Malcolm, nascosto dietro il divano.

“È questo l’uomo impavido, pronto a proteggerti, che ho contribuito a mettere al tuo fianco?” alza gli occhi Kevin.

“Hey, io sono molto impavido… ma ti preferisco a novanta metri di distanza!” protesta Malcolm, sempre da dietro il divano.

“Abbi il coraggio delle tue azioni e vieni qui, ti assicuro che non ti faccio niente.” insiste Killgrave e al ragazzo non rimane scelta.

“Hey! Non azzardarti a comandare il mio ragazzo!” ringhia Trish.

“Suvvia, quello non è nemmeno un comando, semmai gli sta evitando di coprirsi di ridicolo.” dice la sua Jessica.

Non si sofferma nemmeno a pensare che sta prendendo le difese di Killgrave.

“Hai parlato di un test. Spara, di che si tratta?” torna sull’argomento la bionda.

“I comandi di Killgrave che riguardano la memoria cominciano ad essere un po’ troppo anomali… tipo quello che ha dato a te, Trish, ti rendi conto che non lo hai più ricordato?”

“Oh, cazzo, Jess, hai ragione!” si allarma lei, prima che Malcolm la stringa a sé.

“Non temere, tesoro, non gli permetterò più di farti alcunchè!” ritrova il suo innato coraggio, affrontando con lo sguardo il persuasore.

“Oh bene, significa che allora ti candidi tu? Perché a me non fa alcuna differenza, sai.” sogghigna Killgrave.

“Ca-candidarmi per cosa?” deglituisce pesantemente il ragazzo AfroAmericano.

“Tagliamo corto, serve qualcuno al quale far dimenticare qualcosa, da testare poi nel tempo.” spiega Jessica. “Lo farei io, ma… oh, sì, è vero, c’è quel piccolissimo problema che Killgrave non mi controlla più!” fa spallucce. “Potremmo chiederlo a qualcuno del suo staff, però preferirei fosse uno di voi due, che ormai con questo genere di cose avete a che fare da un bel po’.” cerca di convincerli.

“Trish, ti amo e tutto quanto, lo sai, però…” borbotta Malcolm.

“E va bene, va bene, che sarà mai? Lo faccio io!” si offre Trish. “Ma non vi azzardate a farmi dimenticare qualche appuntamento di lavoro, ho un’agenda fitta!” li mette in guardia.

“Niente del genere, sarà più semplice di quello che credi.” le promette Killgrave. “Dovrai dimenticare qualcosa che ancora non sai.”

“In effetti sono contenta ti sia candidata tu, con te è più facile,” commenta Jessica. “Te lo ricordi quando avevi vent’anni? Alan McGown, il tuo fidanzatino di allora, ci ho dato dentro con lui una volta, sul retro del tuo locale preferito.” le spiattella quel segreto.

“Sei una grandissima stronza, Jess, come hai potuto?” sbotta inviperita Trish.

“Kevin…” chiama i rinforzi la mora.

“Patsy, dimentica quello che Jessica ti ha appena rivelato.” ordina, per poi rivolgersi a Malcolm. “E non sia mai che tu glielo possa rivelare, quindi dimenticalo anche tu!” aggiunge per sicurezza.

“In effetti dovevamo testare entrambi. Così sapremo se il caso anomalo è solo Trish… oppure è una cosa generale.” rivela Jessica, scambiandosi uno sguardo complice con Kevin.

“Allora, questo test? Lo cominciamo o no?” è la risposta che ricevono dalla speaker.

“A dire il vero, lo abbiamo già finito.” rivela Jessica. “Ci rivediamo fra qualche giorno, per vedere come va. Grazie per la vostra collaborazione.” si congeda con Kevin, uscendo da quella casa.


“Quella cosa che le hai detto… beh, la vorrei dimenticare anch’io!” brontola Kevin, corroso dalla gelosia, mentre sono per strada.

“Ma che vuoi? Nemmeno mi conoscevi ancora!” replica acida Jessica, prima di rincarare la dose. “E se pensi che quella con te sia la mia prima convivenza con un ragazzo, sei solo un povero illuso!”

TBC

Jessica sta cominciando a cedere e Kevin ancora non lo sa ;)

 

Il Killy brillo me lo ricordavo già coi TenTENNANTi che fosse divertente da scrivere, ma quello in preda all’hangover lo è ancora di più XD

A suo modo, Jessica gli ha dato pure un po’ di hurt/comfort, no?

Lo avrete capito che è un mio kink enorme quello di poter far manipolare la memoria a Kevin a suo piacimento? 3 strade diverse in tre fic diverse , lol, forse la dark è l’unica in cui non glielo faccio fare, LOL

Chiedo scusa se non sono andata avanti con le ‘missioni ‘ di Kevin, ma.. l’ho già detto che non era un capitolo previsto?


chiedo scusa anche per Trish e Malcolm che a un certo punto sembravano usciti da un porno di qualità scadente (sentivo in sottofondo il saxofono, lol) ... hanno fatto tutto loro ^^'

Ad ogni modo, spero vi sia piaciuto ^^
 

‘Notte, è parecchio tardi XD

   
 
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