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Autore: Lina Lee    08/10/2020    1 recensioni
Questa è la prima volta che partecipo al Writober indetto da FanWriter.it e non so nemmeno se riuscirò a scrivere tutti i giorni o se sarò costretta a saltare qualcosa. Almeno ci provo, e vediamo cosa ne verrà fuori. ;)
L'ambientazione è quella di Harry Potter e della mia long Until the very end; non ci saranno dei personaggi principali, potrebbero essere presi in considerazione un pò tutti. E non ci sarà un genere principale, mi baserò su quello che mi verrà in mente di giorno in giorno.
Inoltre intendo mixare le tre liste proposte in maniera da creare la "mia" lista Writober, sperando che l'ispirazione non mi abbandoni.
Il titolo è stato scelto a posta perché funga da esortazione per la sottoscritta, per scrivere anche quando dovessi averne meno voglia.
Il titolo di ogni capitolo corrisponderà al prompt scelto di giorno in giorno.
Genere: Angst, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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Giorno 8, Prompt: Sera

È sera quando Lele rientra nella casetta dopo aver passato tutta la giornata all’interno della scuola. Ancora non si capacita del fatto che lui sia lì ad attenderla, che in quella casetta lei non sia più sola e che lui non sia più rinchiuso nell’orrore e nel gelo di quella prigione. Forse glielo legge nella mente, perché dopo averla salutata solleva un sopracciglio e la fissa, come a studiarla, come a farle capire che non è un sogno, e non è nemmeno un fantasma o un incubo del passato.
Lele solleva le mani in segno di resa e sorride, la sua mente non è mai chiusa quando è davanti a lui, è forse l’unico che può sbirciare nei suoi pensieri senza problemi, senza trovare alcun impedimento.
«È difficile riabituarsi, vale per te come per me» le fa notare, abbracciandola e rimanendo stretto a lei per alcuni minuti. Lele non si ritrae, ricambia quel gesto di cui entrambi hanno bisogno come l’aria, poggia la testa sulla sua spalla e si lascia cullare da quel calore, dall’odore della sua pelle, del profumo che ha ripreso a utilizzare, dei vestiti perfetti e puliti. Sente le labbra di Sirius lasciarle un piccolo bacio sulla guancia e le viene da sorridere a occhi chiusi, mentre si allontana piano da lui e si leva il cappotto, portandolo in camera.
«Con tutta questa dolcezza finirai per viziarmi» lo prende in giro bonariamente, mentre lui sta già agitando la bacchetta per preparare la cena sul tavolo del salone.
«Ci viziamo a vicenda, dobbiamo recuperare tutto il tempo perso» le fa notare, aggiungendo subito.
«E immagino che ne abbiamo bisogno entrambi, o sbaglio?» Lele annuisce, sedendoglisi accanto e iniziando a cenare insieme a lui. La cena non è più un rito silenzioso e solitario, lo è stato per dodici anni, un po’ come la colazione e il pranzo, consumati in un religioso e ostinato mutismo, ma ora è tutto diverso. Sirius è costretto a rimanere lì dentro, ma ogni tanto l’accompagna alla Foresta Proibita nelle vesti di Felpato, e quando la sera Lele rientra, si fa raccontare tutto quanto accaduto a Hogwarts; chiede di Harry, del suo caro figlioccio di cui vuol sapere e conoscere il più possibile, per recuperare anche da quel punto di vista tutto ciò che non ha potuto conoscere e vedere coi suoi occhi, che non ha potuto vivere come avrebbe voluto e dovuto.
Quel salone non è più silenzioso, si sentono le voci dei due che chiacchierano, ridono, si prendono in giro, si preoccupano, si amano. Esattamente come Lele si sta riprendendo dalla solitudine e dal silenzio che l’hanno accompagnata negli anni in cui veniva creduta morta, lentamente Sirius si sta riprendendo dall’oblio e dall’orrore che Azkaban gli ha lasciato addosso, fin dentro le ossa. Scappare a sud ha aiutato il suo corpo, non più pallido e emaciato come quando si erano rivisti quella sera in cui la verità era finalmente venuta a galla; ma per l’anima il sole e il caldo non bastano, per quella c’è sempre bisogno di altre anime affini, di amici, di legami, di un calore diverso, fatto di piccoli gesti, sorrisi, parole. Per Lele vale lo stesso; far sapere al mondo magico che lei è ancora viva non basta per farla riprendere completamente da quel silenzio, da quella solitudine che hanno caratterizzato le sue giornate. Ha bisogno di parlare con qualcuno, ha bisogno di abbracciare qualcuno, ha bisogno di confrontarsi, a volte anche di tornare a discutere animatamente, ha bisogno di vivere per davvero, e non in maniera fittizia.
Quando si alzano dalle sedie e agitano le bacchette per pulire e sistemare, la sera ha ormai fatto posto alla notte. Hanno preso l’abitudine di dormire in una delle camere, a turno, e quel giorno è in quella di Sirius che si rifugiano. Le chiacchiere lasciano spazio ai sussurri, gli abbracci alle carezze più sentite, i baci casti a quelli più languidi e vogliosi. Riprendere in mano il loro rapporto significa anche questo, riprendere in mano la loro vita significa anche questo, e farlo insieme fa meno paura.


Note dell'autrice: Buonasera! Non pensavo di farcela, ero persino incerta su quale prompt scegliere (ne avevo anche un altro oltre questo), ma devoringraziare SeveraBartySha e ciò che lei ha scritto per il prompt di oggi, che mi ha ispirato una certa dolcezza e il desiderio impellente di scrivere di Sirius e Lele (tanto per cambiare >.<). L'ambientazione temporale è quella del quarto anno, dopo che Sirius ha accettato di rimanere a vivere nella casetta insieme a Lele e non nella caverna con Fierobecco. Ho per un attimo messo da parte le preoccupazioni del Torneo Tremaghi per concentrarmi su di loro e sul loro modo di riprendersi lentamente tutto ciò che gli è stato tolto per dodici anni.
Detto questo vi saluto, e ci vediamo domani, spero! <3
Lina Lee

 
  
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