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Autore: lapacechenonho    09/10/2020    0 recensioni
Una raccolta che racchiude i momenti in cui Harry e Ginny hanno conosciuto i loro bambini, i loro pensieri e le loro paure.
Ogni one-shot è ispirata ad una canzone.
Genere: Generale, Slice of life, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Severus Potter, Ginny Weasley, Harry Potter, James Sirius Potter, Lily Luna Potter | Coppie: Harry/Ginny
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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When Harry met Lily Luna Potter.
 
Com’era possibile che ogni volta che Ginny fosse sul punto di partorire, lui non fosse a casa? O meglio, perché i suoi figli decidevano di nascere ogni qualvolta lui era al lavoro o in missione? Solo con James si era trovato al posto giusto al momento giusto, ma in quel caso era stato pattuito fin da subito che in sala parto sarebbe entrata Molly. Con gli altri due no. Con gli altri due sarebbe dovuto esserci Harry dentro la sala, ma entrambe le volte era successo che Harry non fosse a casa e arrivasse quando il parto era concluso o stava per concludersi.
«Papà!» esclamò James vedendolo arrivare. Nel frattempo aveva imparato a parlare quasi per bene, le sillabe sconnesse erano ormai abbandonate, quel compito adesso spettava ad Al. Harry corse dai suoi bambini e li abbracciò.
«A che punto è? Deve ancora nascere?» domandò poi rivolto ad Arthur che, come sempre era seduto su una sedia di plastica.
«Non sappiamo niente» rispose il suocero.
«Ti do un galeone se è maschio, ci stai?» l’orecchio di Harry venne raggiunto dalla voce di George che era poco più dietro di lui e confabulava con Ron.
«No. Due galeoni se è femmina» patteggiò il minore.
«Affare fatto!» esclamò George stringendo la mano di Ron. Harry si avvicinò divertito con entrambi i figli al seguito.
«State scommettendo su mio figlio?» domandò. «O mia figlia» si affrettò ad aggiungere vedendo il sorriso sornione di George.
«Non su tua figlia o figlio ma su nostra sorella» chiarì George con un sorriso furbo, calcando volutamente sulla parola “figlio”.
«Secondo Geroge e Bill ha ereditato la capacità da mamma di avere solo figli maschi» spiegò Ron. «Ma secondo me, Hermione ed Audrey non è vero». Harry non poté che ridere a quella spiegazione che non aveva niente di logico, sapeva che se Ginny fosse stata lì, probabilmente quelli sarebbero stati gli ultimi istanti della loro vita, ma Harry trovava quella scommessa esilarante.
Ad essere onesti, però, patteggiava con la fazione di Ron, Hermione ed Audrey. Con Ginny, durante quei nove mesi, si erano detti più volte che quello sarebbe stato il loro ultimo figlio ed Harry sperava con tutto il cuore fosse una femmina. Sarebbe stato contento se fosse stato un maschio, naturalmente, ma il pensiero di una bambina piccolina, identica a Ginny, gli riempiva il cuore di gioia.
«Signor Potter!» la solita Guaritrice uscì dalla sala con un ampio sorriso, Harry quasi di riflesso sorrise anche lui. «La signora Potter la desidera dentro».
«Ma è maschio o femmina?» domandò George che ricevette un’occhiata di rimprovero da Molly Weasley. Era piuttosto invecchiata nell’ultimo periodo, ma le sue occhiatacce fulminee erano ancora capaci di intimorire i figli tutti ormai abbastanza adulti. Per sua fortuna o sfortuna, anche Ginny aveva ereditato quella particolare abilità.
Fece un profondo respiro e con entrambi in bambini entrò all’interno della sala parto. Vide Ginny che teneva in braccio il neonato, sebbene fosse il terzo non riuscì a non sorridere emozionato; i suoi occhi divennero lucidi all’istante.
«È una sorellina» disse lei emozionata. Non avesse avuto i suoi due figli nelle mani, sarebbe corso a baciarla e abbracciarla ma cercò di trattenersi e piano piano si avvicinò al letto. Prese in braccio i due bambini per far vedere loro la nuova sorellina e quando vide il sorriso di Al aprirsi sul viso non riuscì a non trattenere una lacrima.
«Grazie Andromeda» disse Harry cercando di recuperare un minimo di contegno davanti ai suoi figli.
«Mamma, papà» iniziò James serio. «Ma con una sorellina posso giocare come con un fratellino?»
Harry venne colto dal panico: “giocare” per James significava attentare del bambino che aveva di fronte, incurante se fosse un parente, un amico o uno sconosciuto incontrato al parco.
«Forse quando sarà più grande» rispose Ginny ridacchiando.
«Ma tanto grande» rincarò la dose Harry preoccupato dell’incolumità della piccola.
«Ome si iama?» domandò Albus con la vocina piccola piccola. A quel punto Harry guardò Ginny che ricambiò lo sguardo.
«Lily» disse decisa senza staccare lo sguardo da lui. Harry, colto dall’emozione abbracciò la moglie delicatamente, baciandole una tempia.
«Anche lei ha un secondo nome?» chiese ancora James, il più curioso dei due.
«Be’ non è neces-» iniziò Harry, ma venne immediatamente interrotto da Ginny.
«Certo che ce l’avrà» disse. «E avrei anche un’idea».
Harry la guardò dubbioso, Andromeda era ancora lì, sentendosi un po’ estranea in quel quadretto familiare. Erano tutti in attesa delle parole di Ginny che però sembrava persa ad ammirare quella bambina con i capelli uguali ai suoi che dormiva beata.
«Vorrei ringraziare Andromeda, per avermi aiutata. Avevo pensato di darle come secondo nome Ninfadora o Andromeda ma non ci sta tanto bene con Lily» cominciò ridendo. «Però pensavo a Luna. Durante gli ultimi giorni della gravidanza cercavo il nome adatto e sfogliando i libri ho trovato che Luna in latino è il nostro “moon” in inglese. Potrebbe diventare così un onore a Remus e Tonks» abbozzò. Per tutto il tempo aveva guardato la bambina e solo in quando finì il suo discorso guardò la donna alla sua sinistra che sorrideva emozionata. «A te andrebbe bene?» chiese con voce sottile.
«È un pensiero bellissimo Ginny, non dovete se non vi va» precisò.
«Ma ci va!» rispose energicamente Harry, ancora scosso dal ragionamento della moglie. «E poi Lily Luna suona benissimo!» aggiunse entusiasta.
«Lily Luna» ripeté James mentre Albus batteva le manine paffute ridendo.
Dopo aver ringraziato ancora una volta sia Harry che Ginny, Andromeda lasciò la sala per avvisare il resto della famiglia fuori. La bambina aprì gli occhi ed Harry vide le stesse iridi di sua moglie e quelle di suo figlio James, l’abbracciò e poi guardò Ginny, James Sirius ed Albus Severus e con un pizzico di commozione disse: «Benvenuta Lily Luna Potter».
 
É per te il dubbio e la certezza, la forza e la dolcezza
É per te che il mare sa di sale
É per te la notte di Natale
É per te ogni cosa che c'è
Ninna na ninna eh
(Per te – Jovanotti)
 
Angolo autrice:
Siamo arrivati alla conclusione della storia! Ad essere onesti è partito tutto una sera mentre Radio Italia passava appunto questa canzone. Harry con Lily me lo sono immaginato sottone come solo un padre sa essere con una figlia. È anche per questo che ho accentuato sul sesso del nascituro, spero di non essere risultata OOC con nessuno dei personaggi.
Sulla canzone: brano stra-conosciuto di Jovanotti a cui sono particolarmente legata, forse la canzone più dolce che un padre possa scrivere per una figlia. Dedicata alla bambina, Teresa Lucia, prima che nascesse, è uno dei singoli estratti dell’album “Lorenzo 1999 – Capo Horn” del 2000, il brano viene pubblicato a maggio del 1999, la figlia nascerà poi a dicembre dello stesso anno.
 
Grazie, a chiunque ci sia stato, anche solo di passaggio.
A presto,
Chiara.
   
 
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