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Autore: TimeTurner23    09/10/2020    1 recensioni
Dal capitolo II: "Era giunta quasi a a destinazione, quando improvvisamente si sentì sfiorare il braccio; e alla sua sinistra comparve un mantello nero col cappuccio foderato internamente di verde. Fu solo dopo qualche passo che vide chi era stato a passarle così vicino e realizzò quanto era appena successo. Il biondo, invece, continuó a camminare fino alla fine del corridoio; all'ultimo si girò a guardarla, di sfuggita. Poi scomparve dietro l'angolo. Hermione allora si fermò di colpo. Avrebbe giurato di averlo visto farle l'occhiolino e, perfino, sorriderle."
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger, Serpeverde, Severus Piton | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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XXI.

 

Erano in penombra, a ridosso di un portoncino, di uno di quei piccoli e stretti sgabuzzini dove riponevano vecchie scope o sedie sgangherate, che neanche la magia poteva più restaurare.

Hermione aveva ancora gli occhi chiusi, mentre Draco la osservava serio, gli occhi per la prima volta lucidi.
Non poteva crederci, si era arreso con una naturalezza che non gli apparteneva.

Da quando era cambiato così tanto? Da quando si lasciava andare in questo modo?
Che fine aveva fatto l'altro Draco Malfoy?

Con lei gli era così facile essere una brava persona, riusciva a far emergere il suo lato buono; non sempre ci riusciva interamente, vecchie sfumature permanevano in certi atteggiamenti, o forse facevano semplicemente parte del suo carattere.

Erano mesi che non subiva più i lavaggi del cervello di suo padre. Nessuna ramanzina, libero finalmente di pensare e ragionare con la propria testa, senza dover rendere conto a nessuno. Ma soprattutto, poteva ascoltare per una volta, ciò che di più profondo dettava il suo cuore.
E questa pausa aveva aiutato a far emergere il meglio di lui.

Scostò delicatamente una ciocca ribelle dal volto della Grifondoro.

<< Che cosa mi stai facendo? >> sussurrò involontariamente.

Hermione riaprì gli occhi; non riuscì a decifrare nè l'espressione del biondo, nè quanto aveva appena ammesso.

<< Che.. che vuoi dire? >>

Draco sciolse l'abbraccio.

<< Niente >> s'irrigidì all'istante. " Troppo complicato "
<< Forza, andiamo >> continuò guardando altrove. Ma Hermione non si mosse.

<< Rispondimi Draco >>
Ogni volta che lo chiamava per nome, il cuore perdeva un battito.

<< Non ora. Non qui >> rispose asciutto.

La Grifondoro sbuffò: << Sempre a rispettare i tuoi tempi, eh? Ed io, scusa? Dannazione Malfoy, scendi da quel benedetto piedistallo una volta tanto! >> rispose esasperata.
Aggirandolo, andò involontariamente a scontrarsi contro la spalla del Serpeverde. Il dolore al volto e alla mano era diventato quasi insopportabile.

<< Per Salazar, e sta' un po' attenta! >>

Subito la ragazza sentì la mano di Malfoy stringersi decisa sulla sua spalla. Ogni suo tocco le faceva uno strano effetto ed il suo autocontrollo andava, come sempre, a farsi benedire.

<< E smettila di toccarmi! >> disse, togliendogliela in malo mado.

<< Come siamo intrattabili. Perchè questa sfuriata adesso? >>

<< Stammi lontano ho detto! >>

<< Granger, a breve ci sarà il cambio d'ora. E cosa comporterà? Una marea di studenti lungo questi benedettissimi corridoi! Non possiamo parlare di certe cose qui! >>

<< Perchè, ne parleresti? >> incrociò le braccia, il piede batteva nervoso sull'irregolare e lucido marmo.

Draco si prese qualche istante. Si passò una mano tra i fini e lucenti capelli biondi, ravvivandoli leggermente. << Viste queste tue sceneggiate, forse è il caso. Di questo passo attireremo troppo l'attenzione. E poi, ci sono anche quelle cose del..di quel stradannato giuramento, rammenti? "Dobbiamo allenarci" >> concluse, imitando la professoressa Parker.

<< Ogni tanto la dici una cosa sensata, mh? >>

<< Che fai, sfotti? Attenta, Mezzosangue. Se i miei baci ti fanno questo effetto, meglio evitare...non credi? >> sussurrò accorciando le distanze.

" No " pensò sincera la riccia, il volto di nuovo accaldato.

" Non resisterei, temo " ammise il biondo tra sè e sè, soffermandosi su quelle splendide labbra.

<< Come ti pare, Furetto >> gli diede le spalle ed iniziò a salire le scale a passo spedito.

<< Attenta a non inciampare. Non vorrei mai dover stare al tuo capezzale per giorni interi! >>

le urlò, seguendola senza fretta.

Hermione decise di ignorare quell'ultima provocazione.

Tirò due volte il cordoncino della campanella dell'infermeria; due forti Din-Din risuonarono con un lieve eco.

<< Un minuto e arrivo! >> urlò l'infermiera dall'altra parte della porta.

Draco nel mentre era tornato al suo fianco. Non la smetteva di fissarla.

 

<< La vuoi finire? Sembreresti quasi preoccupato >> rise sarcarstica.

<< Un po' sì, Mezzosangue >>

Hermione mosse solo gli occhi sorpresa, e ne scoprì due, chiarissimi e al contempo serissimi.

" Merlino, fa sul serio "

 

Il portone si spalancò e comparve una donna sulla sessantina, dai capelli raccolti color argento; un paio di piccoli occhiali dalla montatura dorata, poggiavano leggeri sul naso. Indossava un ampio grembiule, bianchissimo, uguale alla cuffietta posta sopra all'impeccabile acconciatura. Neanche un capello era fuori posto. Il volto, invece, era attento ma sereno e due occhi piccoli e tondi, color del mare, fissavano attentamente la pelle ustionata della giovane.

 

<< Mi faccia indovinare: germogli delle tre lune piene? >>

<< Sì. Sono accidentalmente caduta sul vaso >>

<< Non temere, basterà un unguento e un po' di riposo >>

Lo sguardo si posò poi sul Serpeverde.

<< Lei, Signorino Malfoy? Sta bene? >>

<< Sì >>

<< Se vuole, lei può andare. Posso mandare un gufo a Miss Sprite >>

<< Preferirei restare, se non è un problema. Sono già d'accordo con l'insegnante, rientrerò in classe poco prima che termini la lezione per aggiornarla sullo stato di salute della mia collega >>

<< Come preferisce, allora. Entrate pure. Secondo letto della prima fila a sinistra, Granger. Sieda lì. >> fece segno con il dito, per poi dirigersi al carrellino dei medicinali.

I due fecero come richiesto.

 

<< Nessuno ti obbliga a stare qui >>

<< Tu mi hai lasciato solo alla Stamberga Strillante? >>

<< Le circostanze erano un tantino più drammatiche, Malfoy >>

<< Non è questo il punto. Rimarrei al tuo fianco, a prescindere dalla gravità della situazione; che tu sia o meno in pericolo di vita, mezzosangue. Ficcatelo in quella testa. >>

<< Puoi stringermi la mano, se vuoi >> le sussurrò in aggiunta, mettendosi a sedere sulla piccola sedia in fòrmica bianca.

Hermione non seppe cosa rispondere, non capiva il perchè di tutta quella tensione.
Rimase a fissarlo, indecisa sul da farsi, fino a quando non ricomparve Poppy Chips.

<< Eccomi, questa lozione andrà applicata mattina e sera per una settimana. Vedrà che la sua pelle tornerà come prima. Unico inconveniente, brucia particolarmente. Dovrà portar pazienza >> uno sguardo materno arrivò rassicurante dall'anziana donna.

<< Va-va bene >> rispose con un nodo in gola. Chiuse gli occhi, in attesa.

Improvvisamente sentì avvolgere la propria mano con quelle di Malfoy. Erano calde, rassicuranti. Forse non lo avrebbe mai ammesso apertamente ma, lo ringraziò di essersi fermato, di esserle rimasto accanto con quella sua innaturale dolcezza.

 

Al primo mugolio, la stretta di Malfoy si fece più salda. Aveva un'espressione tesa, vederla soffrire, anche se lievemente, era decisamente spiacevole.
Non lo sopportava.

<< Per questa mattina resterà qui in osservazione, per precauzione sa, potrebbero manifestarsi alcuni effetti collaterali. >>

<< La ringrazio Madama Chips >>

<< Di nulla cara.

Oserei dire che, a quanto vedo, lei è in buone mani. I miei più sinceri complimenti signorino Malfoy >>

Draco in risposta fece una smorfia. << Solo una richiesta: che questa cosa non esca di qui >>

<< Mmh >> la guaritrice si congedò sovrappensiero. Non era d'accordo. Così come la giovane studentessa.

<< Non vuoi che ne nessuno sappia come ti sei comportato in questa circostanza? Perché? >>

<< Non è da Malfoy, so-tutto-io >>

<< Ma non ha senso, perché ostinarsi ad apparire per ciò che non si è? >>

<< Perché non me lo posso permettere. Perché ho la sfortuna di portare il cognome di un m..>>, ma improvvisamente gli morirono le parole in gola.

Stava per dire 'mangiamorte'.
Non si sentiva ancora pronto a parlarne, sebbene quella giovane Grifondoro, già conosceva il suo più oscuro dei segreti.

Hermione colse il disagio.

<< Va bene così >>

Draco fece solo un leggero cenno con la testa.

 

Quel fastidioso bruciore durò una decina di minuti.

<< Mi-mi dispiace tu debba sopportare anche questo >> sussurrò Granger ad occhi chiusi.
Si era distesa, con la speranza di trovare un po' di sollievo.

<< Non è un problema. Sto bene. >>

 

Ma Draco era in ansia, per sua madre, per quel dannato marchio, per il giuramento magico.
Il senso di responsabilità iniziava a farsi sempre più opprimente.

Sentiva il bisogno di proteggere quella giovane donna. E molto probabilmente lo avrebbe fatto, nonostante non gli fossero chiari tutti i perché.
Aveva da sempre mostrato sempre e solo odio nei suoi confronti, anzi, più fastidio che odio. Ma ora se ne vergognava.
Aveva agito sempre sotto consiglio di suo padre, perché nella sua famiglia, i purosangue facevano così, e agivano sempre in quel modo.

Ma quel mondo non gli apparteneva più.
Ne aveva abbastanza di tutti loro, voleva tagliare tutti quei rapporti malsani, una volta per tutte.

 

Prese ad accarezzarle la mano, sovrappensiero.
Hermione forse lo avrebbe capito, lei aveva la capacità di vedere 'oltre' certe cose.
Avrebbe lottato per lei, al costo di mettersi contro tutti. O almeno ci avrebbe provato, a stringere un legame profondo, ma soprattutto, vero.

 

<< Granger, torno alla serra. È ora >>

Disse dopo un po' di tempo, volgendo lo sguardo sul grande orologio incantato dell'infermeria.
Ma Hermione dormiva profondamente. La osservò attentamente, avevo il viso rilassato sebbene fosse ancora infiammato.

Decise di non svegliarla. Tirò fuori la propria bacchetta dal mantello e la puntò in direzione del polso di Hermione: " Alba Meam ", sussurrò deciso.
Si alzò lentamente dalla seggiola ed uscì, a passi leggeri.

 

 

-----------

 

 

<< Allora Malfoy, hai approfittato della nostra amica per saltare Erbologia eh? >> sputò Ron dal fondo del corridoio. Disgraziatamente, Malfoy incrociò per primi proprio i due Grifondoro.

<< Taci un po', lenticchia >> rispose annoiato, sorpassandoli.

<< Hey Malfoy >> lo richiamò Harry.

Il serpeverde si arrestò tranquillo.
<< Che vuoi Potter? Sfidarmi per caso? >>

<< Non mi interessa duellare, solo sapere come sta Hermione. Può ricevere visite?>>

Draco sollevò le sopracciglia, fece per rispondere ma Weasley lo anticipò. << Andiamo amico, secondo te si è preoccupato davvero di come sta? >>

Il biondo serpeverde lo incenerì col solo sguardo.
<< Merlino, ma dimmi se devo sprecare fiato con te! Colleghi mai qualche neurone o parli tanto per dar aria alla bocca, idiota di un Weasley?! >> sbraitò avanzando verso il rosso.

<< Senti, imbalsamato di un >> iniziò Ron, ma Harry li interruppe infastidito, tendendo le braccia per bloccarli.

<< Basta così, dai! Ron calmati, non è il caso davvero.. Malfoy, rispondi semplicemente e chiudiamola qui...civilmente >>

Il ragazzo alto e magro sbuffò: << Come desidera, San Potter.
La vostra amica è stabile e, sì, può ricevere visite >>

<< Bene >> rispose il moro.

<< Aspettate l'ora di pranzo. Ora dorme >>
Non attese oltre, girò i tacchi e sparì aldilà del portone a cassettoni, avvolto nel suo nero mantello.

I due Grifondoro rimasero a fissarlo perplessi.

<< Tu credi che... >> buttò lì Ron.

<< Sembrerebbe di sì. Hermione ce lo saprà dire >>

Ron annuì, dubbioso.

<< Abbiamo Rune Antiche tra poco, dobbiamo assolutamente prendere appunti o ci maledirà per settimane! >> fece Harry, sovrappensiero.

I due presero a correre a più non posso per le scale.

 

 

------------

 

Era l'ora di pranzo, quando Hermione si svegliò. Madama Chips la osservava ai piedi del letto mentre con le mani reggeva un vassoio fumante.

<< Come si sente cara? Ha fame? >>, le si avvicinò appoggiando il tutto sul piccolo comodino.
C'erano la crema di zucca e le polpettine di pollo panate, le sue preferite.

Hermione si mise a sedere, aveva un discreto appetito.
<< Mi sentomolto meglio, grazie. Il bruciore è scomparso >> constatò sorridente, passandosi la mano su viso e palmo della mano. Le bolle si erano già fatte più piccole.

<< In base alla mi esperienza, è probabile che la situazione migliorerà in meno di una settimana. Su di lei, questa crema, risponde in modo ottimale! >> constatò entusiasta la guaritrice. Poi fece levitare un piccolo specchio di fronte alla ragazza.

<< Menomale >> rispose sollevata la ragazza, osservando il proprio riflesso. Aveva la pelle ancora arrossata ed i capelli un po' spettinati.
Fece per sistemarseli ma, in quel preciso momento, sentì qualcosa accarezzarle la pelle all'altezza del polso.

Guardò meglio e scoprì una fine catenina in oro bianco con un ciondolo. Lo prese tra le dita per osservarlo meglio. Lo riconobbe subito, era di Draco, il piccolo serpente che formava la lettera "D".

Hermione non riuscì a trattenere un sorriso.

Rimase incantata ad osservarlo, fino a quando l'infermiera non la riportò al presente.

<< Va tutto bene Granger? >>

La ragazza si destò subito: << Oh, sì! Certo! >>

<< Bene! Allora la lascio al suo pranzo. Ah, dimenticavo, se se la sente può tornare a lezione. Si ricordi di prendere la pomata, è nel cassetto del suo comodino >>

<< Grazie infinite, per tutto >> sorrise la riccia

<< Dovere mia cara >> ed uscì dalla stanza canticchiando, con un fagotto di lenzuola volanti dietro di lei.

 

Era quasi l'una, decise che una volta finito di mangiare, avrebbe raggiunto subito i suoi amici.

Ma il trio si presentò neanche mezz'ora dopo.
<< Sorpreeeeesaaaaa! >> urlò Ginny con in mano due tavolette di cioccolata di Mielandia.
<< Ti vedo bene Herm! Qualsiasi cosa ti abbiano dato, ha già fatto effetto! >> la rassicurò Harry, abbracciandola.

Quel saluto super caloroso le fece venire gli occhi lucidi, gli voleva davvero un gran bene.
<< Voi...siete i migliori amici che potessi desiderare! >> si buttò in mezzo a loro per abbracciarli.

Ronald invece rimase qualche passo indietro.

<< Ron, che hai? >> chiese Hermione, il rosso aveva lo sguardo fisso sulle proprie scarpe.

<< Io....io Herm, mi-mi dispiace davvero tanto! >> sbottò impacciato, si sentiva terribilmente in colpa per la gomitata che le aveva dato accidentalmente durante l'ora di Erbologia.

<< Oh Ron, non fa niente. Sul serio! Può succedere >> lo rassicurò, avvicinandosi.

<< Beh, lo stesso. Mi dispiace tanto, anche per il fatto di esser stata accompagnata da Malfoy. Sarei venuto io, piuttosto.

Spero non ti abbia offesa o trattata male..o io, giuro, lo picchio un volta per tutte! >> sbottò in preda alla rabbia.

<< Non sarà necessario. Lui è stato.. gentile.>>

<< Malfoy, gentile? >> chiesero all'unisono i due ragazzi.

<< Beh, sì. Mi è stato sempre vicino, di sua spontanea volontà. Avrebbe potuto benissimo defilarsi fin da subito, e invece >> rispose con naturalezza.

Il trio, inutile dirlo, rimase a bocca aperta. Forse Ginny era quella meno sconvolta, visto che in parte era al corrente della faccenda.

<< Malfoy? Siamo certi di parlare di quel Malfoy?? >> esclamò incredulo Harry.

<< Mmmh, non è che ha qualcosa in mente? Magari è una trappola o l'ennesimo motivo per deriderti?! >>

Hermione roteò gli occhi.

<< Non credo proprio. La sensazione è stata un'altra e tutt'altro che negativa >>

<< Questa è davvero bella, sicura di sentirti bene? No, ci sono, forse ti ha stregata! >> continuò Ron.

<< Sono seria ragazzi. Io..lo trovo un po' cambiato, a dirla tutta >>

 

<< Effettivamente più d'uno, compresa la sottoscritta, ha notato qualcosa di diverso nei suoi comportamenti >> ammise Ginny.

<< Questa poi... >> intervenne Potter, con discreta enfasi.

<< Harry, prova ad osservarlo attentamente. Non puoi negarlo >> suggerì la rossa.

Harry si prese un momento.

<< Beh, oggi è stato quasi cortese nei confronti di Herm, è vero. Però non vorrei fosse l'ennesimo sotterfugio per ottenere chissà che. Non sarebbe la prima volta. >>

Potter non aveva tutti i torti, era nelle corde di Malfoy aggirare dei problemi con astuzia o quantomeno usando le persone.

Ma ora Hermione aveva motivo per dubitarne, conosceva il suo segreto e lui stesso gli stava dando modo di fidarsi.

Ci sarebbe comunque andata coi piedi di piombo, non avrebbe mai fatto qualcosa contro il proprio volere.

<< Dai, staremo a vedere.
Ora però io e Ron dobbiamo scappare. Abbiamo allenamento, avevamo concordato col resto della squadra di anticiparlo perché, tra due ore, si alleneranno anche i Serpeverde e, siccome il mini torneo si avvicina, dobbiamo approfittarne.

Ginny, sei dei nostri? >>

<< Sicuro! Vi raggiungo tra un momento >> esclamò sorridente a Potter.
Lui in risposta fece un cenno con la testa, un lieve rossore si diffuse sulle guance, in parte nascoste dalla montatura nera degli occhiali.

<< Ah, dimenticavo...Anzi, no. Ron, li hai tu! >> e diede una pesante gomitata all'amico.

<< Ma che ti prende ora?! >>

<< Gli appunti!! >>

<< Oh, è vero, giusto! >>

Rovistò nervoso nella propria tasca dei pantaloni. << Eccoli >> disse porgendo alla riccia Grifondoro un paio di pergamene ripiegate su se stesse e piuttosto stropicciate.

<< Gli appunti di Rune Antiche, da parte nostra >> disse Harry.

<< Oh, ragazzi.. Grazie mille! >> un sorriso radioso illuminò il volto di Hermione.

<< Ci si vede più tardi! >> salutarono i due, uscendo dall'infermeria.

 

Hermione raccolse barrette pergamene e crema in un fazzoletto e con la bacchetta rimpicciolì il tutto, riponendolo nella tasca interna della toga. Ginevra invece, era lì in parte, che la osservava attentamente.

<< Davvero bello il braccialetto. Chi lo ha scelto, conosce bene i tuoi gusti.

È proprio da te Herm, sai? >> constatò Ginny, con sguardo di chi la sapeva lunga.

Granger per poco non inciampò sui propri passi. Gli occhi sbarrati.

<< Non ti sfugge nulla! Ma come fai? >> le sorrise, incredula.

<< No, proprio nulla! Fammi indovinare, un dono da parte di Flavus? >> disse, facendole l'occhiolino.

<< Mh, già...Proprio Flavus. Me lo sono trovato al polso al risveglio. Il ciondolo apparteneva al suo bracciale. Lo abbiamo usato come passaporta, per scappare ai mangiamorte. E donandomi un oggetto antico, a sua volta donatogli dalla sua famiglia, si è manifestata una magia piuttosto singolare e antica.
Ora mi appartiene >>

L'amica rimase basita.

<< Sì, immagino come possa sembrare il tutto >>

<< Beh....wow. Hermione, a quel ragazzo mi sa che gli fai un effetto particolare, nuovo. Mi spiego? Di sicuro non sei più una qualunque. E lui di certo se n'è reso conto. Sta andando contro i suoi principi. Quelli vecchi, per capirci >>

<< Tu credi? >>

<< Mh, sì. Stiamo a vedere comunque. Tu, non fare passi azzardati però >>

 

Giunte in prossimità dell'atrio secondario, quello del chiostro, si salutarono velocemente.

<< Vi raggiungo al termine dell'allenamento, okay? Ora vado a trascrivere questi appunti >> disse, alzando parte della toga.

<< Va bene! A più tardi! >> esclamò correndo a più non posso.

<< Buon allenamento, ciao! >> le urlò felice da dietro la fontana.

 

<< Signorina Granger! >> la voce profonda di Severus Piton trapassò la giovane. Col cuore in gola lo cercò, girando su sé stessa.

<< Qui Granger, dietro la colonna! >> il tono già spazientito.

Hermione in tutta fretta avanzò agitata verso l'insegnante.

<< Che diavolo le è successo? >>

Per un momento si era scordata dell'ustione: << Oh, questo.. >> sussurrò sfiorandosi la guancia << un piccolo incidente. Ma sto bene >>

<< Mh. Se è in forze, e se la sente, potrebbe venire assieme a Malfoy nel mio studio... per quell'allenamento di cui si discuteva ieri sera. >>

<< Ehm, ora.. No, cioè, tra un paio di ore i Serpeverde hanno il Quidditch, le prove intendo >>

Piton rimase immobile, a fissarla con aria severa. << Mh, dopo cena allora. Ore 20 e 30. Glielo riferisca, per cortesia >> e si dileguò, con passo nervoso.

" Alla grande! Ed io come ci vado al campo di Quidditch, in mezzo a tutti i suoi compagni Serpeverde? E come diamine lo trascino in disparte? "
Hermione s'incamminò verso la biblioteca con la mente piena di dubbi, indecisa, ancora una volta, sul da farsi.

 

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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