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Autore: Thanos 05    09/10/2020    4 recensioni
(Spin-off di "JIID: Story of a thief")
Mi incamminai verso il motel in cui alloggiavo, dando un rapido sguardo a questo posto durante la notte, devo dirlo... è abbastanza squallido. 
<< Spazzatura per terra, barboni, lampioni che non funzionano, tra tutti i posti proprio qua mi doveva mandare, eppure lui sa che avrei un compito più importante di andare a prendergli un nuovo abito! >>
Mi fermai quando notai che davanti a me si stavano facendo sempre più vicine delle luci, di certo non potevano essere i fari di una macchina visto che qui era una zona solo per pedoni, anche se non mi aspettavo che questa gente seguisse le regole, anche quelle basilari. 
<< Motociclette? >> Un gruppo di centauri è proprio quello che mi aspettavo da queste periferie, vediamo cosa fanno potrebbero tornarmi utili.
Genere: Comico, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 5

Il mostro delle fogne correva a perdifiato nel lungo canale fognario, non ce la faceva più, quei tizi avevano rovinato tutto, tutto!
Cosa doveva fare per avere un po' di pace? Non faceva male a nessuno... di solito.
Voleva solo starsene in un luogo sicuro per più di una settimana, mangiare quando voleva mangiare, dormire quando voleva dormire per poi spirare serenamente di vecchia o malattia (considerando le condizioni del posto, era più probabile la seconda ipotesi), cosa c'era di sbagliato in questo?
Certo, rubava, ma ci provino gli altri a guadagnarsi da vivere senza un lavoro, lavoro che non poteva nemmeno permettersi di cercare: qualcuno avrebbe mai assunto un quasi analfabeta con una faccia come la sua?
Ma ormai la questione era chiara, doveva andarsene, e non solo in un'altra parte della rete fognaria, ma proprio in un altro posto dimenticato da Oum dove sarebbe stato lasciato in pace!
Per fortuna, gli animaletti che popolavano le fogne avevano deciso di impazzire e aggredire i suoi assalitori, non comprendeva se era stato un caso o qualcosa di più "preciso" e non gliene importava granché, la sua priorità era svignarsela quanto più presto possibile, doveva solo tornare nel condotto fognario abbandonato che usava come casa, raccogliere alcune cose e andarsene, e poteva arrivarci in metà del tempo se era in superficie, del resto era ancora buio e conosceva delle scorciatoie.
Salì in fretta la scala che portava a uno dei tanti tombini e cercò di sollevarne il pesante coperchio metallico, ma non ci riusciva, cioè, non era mai stato un rinoceronte in quanto a forza, ma aveva spostato questi affari almeno cento volte nella sua vita!
Perché ora sembravano incredibilmente pesanti?
Provava e riprovava a spingere, fino a farsi male le dita, ma sembrava che un goliath avesse scelto di farsi un pisolino sopra di lui.
Dei rumori di passi lo riportarono alla realtà, quel tizio strano era dietro di lui.
Scese dalla scala e andò verso il prossimo tombino, non potevano averlo messo in trappola, non poteva perdere nel suo territorio!
Magari era un caso, forse un camion aveva parcheggiato lì bloccando il tombino con una delle sue ruote, niente panico, le fogne sono piene di vie di fuga.
Corse più veloce che poté usando tutta l'agilità e le conoscenze che possedeva, ma inutilmente, ogni tombino sembrava sigillato.
"Chiuso", pensò il fauno tra un affanno e l'altro, ora era letteralmente un topo in trappola, e per sua sfortuna il disinfestatore era arrivato, il bizzarro bagliore luminoso dei suoi occhi rossi lo aveva raggiunto, poteva sentire quello sguardo gelido trafiggergli la schiena come una stalattite di ghiaccio, e nella sua situazione non poteva fare altro che voltarsi ed affrontare la sua fine.

Inseguì per minuti interi il mio obbiettivo, ammirandolo mentre si evolveva nelle acrobazie più assurde e fare fondo e tutte le sue conoscenze sulla zona per evitarmi, ma inutilmente.
E alla fine eravamo ancora una volta faccia a faccia, uno contro uno, mi divertivo a puntargli la luce della torcia sul viso, a vedere i suoi occhi chiudersi per la luce che, nonostante fosse flebile, era insopportabile per qualcuno che ha vissuto nel buio per mesi, se non anni, ma se tutto sarebbe andato secondo i miei piani, presto quella creatura dell'oscurità si sarebbe dovuta abituare ad estenuanti marce sotto la luce del sole.
L'acqua in quella zona non era molto alta, almeno era quasi impossibile che affogasse.
Mi presi un po' di tempo per stuzzicarlo, incalzandolo lentamente e guardandolo mentre retrocedeva con lentezza studiata.
Non era il mio lavoro? Lui sapeva che lo potevo fare, lui era stremato, io fresco come una rosa.
Ma ahimè, non riesco a resistere al piacere di spiegare ad un nemico sconfitto come è stato messo nel sacco.
<< Scommetto che ti stai chiedendo perché non riesci ad alzare i tombini come al solito, beh, vedi, diciamo che sono un tipo produttivo, che lavora in modo produttivo, e per essere produttivo come piace a m, non potevo certo avventurarmi nel tuo territorio senza un piano adeguato, ti pare? >>

****

Era sera nel sudicio motel dove avevo scelto di alloggiare, e Jack correva per la stanza a disseminare trappole per topi e spray insetticida in ogni anfratto visibile.
<< É davvero necessario? >>
<< Oh, scusami se non sono a mio agio a dormire accanto a topi e scarafaggi! Ma porco Oum, possibile che non sei riuscito ad avere di meglio!? >>
<< Secondo te non ci ho provato? Avrò anche finanze illimitate, ma per avere un albero migliore in questo paesino dovrei costruirmelo. >>
<< Sei schifosamente ricco ed è questo il tuo massimo!? La prossima volta compra tutto il paese e siamo apposto! >>
Ecco,fai vedere una carta di credito a dei poveracci e ti chiederanno di tirarla fuori per ogni inezia.
<< Quando hai finito raggiungi me e Ivan in cucina, dobbiamo discutere. >>
Detto questo mi avviai verso la cucina, beh più che una cucina era uno stanzina per consumare i pasti dotata di frigobar e forno a microonde.
<< Tanto vi sento comunque, siete praticamente a un paio di metri di distanzAAH! >>
Sospirai, cercando di ignorare la marea di bestemmie che Jack iniziò a cacciare fuori non appena il pollice del piede venne schiacciato da una delle sue stesse trappole.
Ivan era già seduto ad aspettarci, e quando Jack ci raggiunse zoppicando, potemmo iniziare a pianificare per il giorno dopo.
L'idea era semplice, anche per i loro standard:
Il ladro alla fine adottava uno schema preciso per i suoi attacchi e le sue fughe, ed anche se c'era il rischio che avrebbe cambiato strategia per qualche momento, alla fine sarebbe tornato a perseguire l'alternativa più comoda, ed a quel punto l'avremmo messo nel sacco.
<< Giunto il momento vi dirò quando e dove entreremo in azione, Jack, tu con me dentro le fogne, tu Ivan avrai lo scopo di bloccare ogni uscita che ti indicherò, incluso il tombino da cui entreremo, non risparmiare nulla: auto, massi, te stesso. >>
<< ASPETTA, ASPETTA E ASPETTA! >>
Jack si lanciò sul tavolo quasi cadendo con esso.
<< Perché devo andarci io nelle fogne di merda?! >>
<< Perché Ivan non ci entrerebbe e perché tu non riusciresti a spostare massi e auto come lui. >>
<< Sicuro capo? Non sarà troppo pericoloso attaccarlo nel suo territorio? >>
<< Bella considerazione Ivan, ma non preoccuparti, so bene quello che faccio, voi state ad ascoltare me, e giuro che non ve ne pentirete. >>
Jack si accasciò sul tavolo.
<< Troppo tardi... >>

****

<< Capito quindi? Puoi anche arr- >>
Non finii la frase che mi ritrovai la faccia imbrattata dal liquame, il mio bersaglio mi aveva appena schizzato l'acqua sporca della fogna usando la coda come una frusta.
Mi tolsi gli occhiali e me li infilai in tasca.
<< Come desideri. >>
Spensi la torcia, del resto non mi serviva, doveva sapere che nemmeno il buio l'avrebbe protetto.
Il mio avversario provò ad assaltarmi alla prima occasione, era disperato, sapeva che non poteva vincere, ma questo non voleva dire che non ci avrebbe provato.
La sua disgustosa cosa da ratto si avvolse attorno al mio polso destro, mentre con la mano destra mi bloccava l'altro braccio e con la sinistra procedeva a strozzarmi, il tutto mentre approfittava della sua altezza superiore per sbilanciarmi e farmi cadere.
Mi lascia piegare quel tanto che bastava per dargli una ginocchiata, il mio avversario si piegò in avanti e giurai di averlo sentito sputare sangue.
Destabilizzato il mio aggressore, fu gioco facile fargli mollare la presa sulla mia mano sinistra, con la quale gli afferrai il braccio che usava per strozzarmi il collo, facendo pressione fino a quando non liberò la mia mano destra dalla sua coda.
A quel punto lo tirai con forza e lo feci schiantare contro la parete del condotto.
<< La vogliamo concludere qui? >> Lo presi per il colletto, per quel diadema falso che portava al collo e lo sollevai ben oltre la mia testa, ero curioso... volevo vedere cosa nascondeva, così poggiai la mia mano su quella maschera presa da qualche cassonetto e cominciai a spostarla, vidi per un attimo quella che sembrava una profonda ferita che partiva fin da sotto il mento di carnagione scura, sentii ratti cominciare a salire per le mie gambe e insetti di ogni genere, ma non erano un problema, non erano le migliaia di viscide creature che ci avevano assalito pochi minuti prima, erano molto di meno e molto meno motivate dall'aiutare il loro "capo".
Evidentemente non aveva un vero controllo della sua semblance, e probabilmente ignorava di averne una.
Una semblance che si attivava con la paura, ma anche da terrorizzato ebbe la prontezza di sganciare il diadema che teneva assieme il mantello, così da cadere dalla mia presa e iniziare a correre via a quattro zampe.
<< Dove pensi di andare? >>
Gli presi la coda come prima e lo lanciai verso la stessa parete di prima.
Impattò su di essa con un lamento soffocato, ma il secondo iniziò ad arrampicarsi su di essa, fino a raggiungerne il punto più alto, e arrivato lì attaccò di nuovo con la coda, cingendomela attorno al collo.
Dovevo ammettere che aveva creatività.
Cercò di sollevarmi da terra mentre stringeva la presa attorno al collo, voleva impiccarmi lo scherzo della natura, o almeno asfissiarmi.
Purtroppo per lui non poteva ottenere nessuna delle due cose da un essere che non aveva bisogno di ossigeno.
Gli afferrai di nuovo la coda, e con un violento strattone lo tirai in avanti, schizzando acqua da tutte le parti e lasciandolo lì a galleggiare, più morto che vivo questa volta.
Sperai che questo fosse bastato a ridurlo a più miti consigli.
<< Con un po' di allenamento forse... >>
Mi fermai subito, nel suo stato non era in condizioni di ascoltare
Lo girai con un calcio e gli misi il piede sullo stomaco, il mio avversario mi scrutò con ostilità e rassegnazione mentre frustava l'aria con la coda nel tentativo di colpirmi.
Trovai che era il momento più adatto per mettere in mostra la mia semblance, aprì la mano destra, lasciando che una scarica elettrica rossastra prendesse posizione fra le mie dita.
<< Sai, non sei stato male, sopratutto con la tua roba degli insetti, anche se non era pianificata, sbaglio? >>
Continuò ad osservarmi, più con rassegnazione che con rabbia, aveva smesso di lottare, salvo l'intervento di un deus ex machina nulla l'avrebbe salvato da me.
<< Ora se non ti dispiace, sono curioso. >> gli misi la mano sulla maschera e cominciai a sfilargliela, era veramente una taroccata che aveva presumibilmente trovato in un cassonetto, magari era l'unica cosa che aveva trovato o forse era qualcosa che, combinato con il suo aspetto, trovava abbastanza spaventoso per intimorire il prossimo.
<<... Ah... >>
Credetemi quando vi dico che nemmeno una persona della mia spiccata intelligenza poteva trovare parole per descrivere il campo di battaglia che era il suo volto, la maschera mi aveva dato delle aspettative, ma questo le superava tutte.
Una cosa però posso dirvela con certezza: non era nato così, le ferite mal cicatrizzate dovevano essere il ricordino di qualcosa di molto affilato che era sfortunatamente entrato in contatto con la sua faccia.
Intanto lui mi continuava a guardare, senza fiatare una parola, sempre se sapeva come si parlava.
<< Sai parlare? >> nessuna risposta, tuttavia, soddisfatta la mia curiosità, gli resi la maschera.
Lui la prese, e non senza nascondere la sorpresa se la rimise in faccia.
A quel punto lo aiutai a rialzarsi, la lezione era stata appresa: non sfidarmi.
Si rialzò guardingo, non sembrava nutrire molta fiducia verso il prossimo, meno ancora con chi l'ha picchiato negli ultimi cinque minuti.
<< Su, andiamo ho un idiota da recuperare e un altro idiota che ci aspetta sopra. >>
Mi diressi verso la scaletta più vicina e vi salii sopra, poi con un pugno ben assestato feci saltare via il tombino ed il cassonetto che lo bloccata.
Sfilai dalla tasca il telecomando che avevo usato per segnalare a Ivan la mia posizione tutto il tempo (dandogli modo di starmi dietro e coprire eventuali tombini rimasti scoperti), mentre il topo di fogna mi seguiva con una certa riluttanza.
Non rimanemmo fuori a lungo, Ivan rispose al segnale e si presentò a noi con un sandwich in mano.
<< Finalmente siete fuori da quella fogna >> Si fermò davanti a noi, ipotizzai che a causa del buio non aveva ancora notato che la persona a fianco a me non era Jack.
Mi convinsi a dargli qualche secondo per capirlo.
<< Allora, avete sconfitto il mostro? Era veramente così ripugnante come dicono? Braccia lunghe coda che potrebbe impiccarti e bava corrosiva che esce continuamente dalla bocca? >>
Descrisse mentre rabbrividiva, e intanto che il nostro nuovo "amico" si portava una mano all'altezza della bocca, non sembrava una persona a cui importava tanto dell'opinione degli altri ma la "bava corrosiva" doveva essere qualcosa di nuovo anche per lui.
<< Ivan... guarda meglio. >>
Il nostro fauno rinoceronte strizzò gli occhi e si si avvicinò....fino a quando non li spalancò e indietreggiò così velocemente che per poco non perse la presa sul pasto.
<< Ma che!? >>
Si guardò attorno in cerca dell'amico, per poi prendermi per le spalle per andare un attimo in disparte a parlarmi.
<< Non dirmi che lo ha mangiato! >> bisbigliò con flebile voce, e per quanto fosse certo di aver parlato piano, il "mostro" si girò nella nostra direzione, Ivan sperò che era solo una coincidenza.
<< Calmati, Jack sta bene... semplicemente è dovuto rimanere un attimo nelle fogne per riposarsi, ha compiuto un impresa davvero eroica ed audace! Si è sacrificato per il bene della squadra, ho dovuto lasciarlo un attimo indietro per non fargli fare uno sforzo eccessivo... chiama un ambulanza mentre vado a recuperarlo >>
<< Cosa!? >>
<< Siete assicurati, non temere >>
In realtà l'assicurazione non copriva i morsi e punture da insetti, ma questo dettaglio era meglio tenerlo per me.
Cominciai a riscendere, mio malgrado, nelle fogne, mentre Ivan stava a fissarmi incredulo, penso che il pensiero dell'amico chiuso in un luogo buio, puzzolente e con vari animaletti gli abbia forse anche fatto perdere l'appetito...forse.
<< E scusa e noi che facciamo intanto!? >>
<< Chiama un ambulanza ci servirà. >>
Al che scesi... per poi risalire.
<< Ah, e fate un po' di conversazione. >>
I due si guardarono come per dire "Sul serio?"
<< Siete entrambi buoni ascoltatori e fauni, sono certo che andrete molto d'accordo! >>
Non so se la parte "entrambi fauni" fosse razzista, non me ne importava granché alla fine, scesi prima ancora di dargli tempo di replicare, ma riuscì almeno a sentire un tentativo di Ivan di rompere il ghiaccio.
<<... Allora...ehm, ne vuoi un po'? >>
Cavolo... non pensavo avrei mai assistito a questo momento.

****

<< Wow... quindi è per questo che porti la maschera... Santo Oum, mi dispiace un casino! >>
Ero riemerso dal poco con il corpo a malapena vivente di Jack, ed a quanto pare i due erano riusciti davvero a fare conversazione.
<< Ma, ti fa male? >>
Rimasto in silenzio, il fauno ratto si limitò a muovere la mano senza fare un segno che fosse di assenso o diniego.
<< E senti, com'è Vacuo? >>
Lo sguardo del fauno si indurì, e ciò seguito dal suo portare la mano all'altezza del naso ci disse parecchio su cosa pensava di casa sua.
L'ambulanza era già arrivata dopo la mia uscita dal tunnel, con Jack a peso morto sulla spalla come un sacco di patate, non è che ci sia molto da raccontare sul suo recupero, era lo stesso Jack svenuto che avevo lasciato in quel canale fognario abbandonato, con più insetti addosso.
Avrei preferito anticiparli, il motivo?
Il "mostro" li stava combattendo i medici per non farsi ricoverare a sua volta, mentre Ivan cercava di separare le due fazioni.
Pensai che avrei dovuto dare parecchie spiegazioni a parecchie persone, ma per fortuna dovetti limitarmi a darle ai medici ed al sindaco il giorno successivo, quindi su quel fronte lì era tutto apposto.
La vera preoccupazione riguardava Jack... a cui non ebbi modo di raccontare cosa era successo nei suoi cinque giorni di coma.
Ma meglio partire con ordine:
Appena gli infermieri videro le condizioni del povero Jack si affrettarono a caricarlo sulla barella, stupiti che fosse ancora vivo, e lasciarono perdere ogni discussione con il "mostro" partendo a tutta velocità con l'ambulanza, io volli essere ottimista, e gli diedi il 65% di possibilità di svegliarsi dal coma.
Ora non rimanevano che le cose importanti.
<< Beh, ora, ladro, perché non parliamo un po'? >>
Cinsi il mio interlocutore per le spalle, lui si era piegato in modo che potessi farlo data la sua altezza mostruosa, ma non fu lui a rispondermi.
<< Ah Drake, si chiama Kojo >> disse Ivan, mi girai sorpreso, allora avevano parlato... Kojo aveva parlato.
<< Allora non sei muto come facevi pensare! >> Diedi una pacca sulla schiena del nuovo arrivato, così forte che quasi finì a terra, ci aspettava una lunga chiacchierata alla fine ma mi sa che per farla avremmo dovuto tornare nella nostra "arena"
<< Allora, fammi strada >> capito cosa intendevo, il mostro iniziò a scendere le scalette che portavano alle fogne, ed io mi affrettai a seguirlo, non prima di una piccola domanda ad Ivan.
<< Ha detto altro? E come lo hai convinto a parlare? >>
Ivan alzò le spalle
<< Non lo so Drake, abbiamo semplicemente parlato, si ok non subito, ma parla, forse aveva solo bisogno di sentirsi a suo agio. >>
Il rinoceronte si posò una mano sul mento.
<< Abbiamo semplicemente chiacchierato sul come siamo finiti tutti qui, e la storia di Kojo non era per niente rose e fiori, diciamo che se ti pare che abbia problemi di fiducia... e perché ne ha tutti i motivi del mondo. >>
Pur volendo saperne di più, mi accorsi che era il caso di concentrarsi su una cosa alla volta, raggiunsi Kojo nell'impianto fognario per raggiungere la destinazione, rimandando le domande a più tardi.

Raggiungemmo presto una zona disastrata del condotto fognario, che non doveva ricevere manutenzione da quando la città era stata fondata, e fu lì che mi imbattei nella “casa” di Kojo.
Ci addentrammo e io potetti ammirare la sua...dimora.
<< Meglio di quanto pensassi... >> e non ero sarcastico, mi aspettavo un rifugio di fortuna fatto con cartone e vecchie lamiere, invece l'arredamento era più ricercato di quanto si potesse prevedere.
Trovai dei mobili in legno, rubati da qualche discarica, ma sempre mobili, che davano al posto un aria distinta venendo adornati da ogni genere di "spazzatura elegante" che il nostro amico fauno aveva trovato: vasi, giocattoli e sopratutto libri, erano capaci di dare a quel luogo una qualche eleganza, per intenderci, cambiate queste pareti fognarie con quattro mura degne di una casa accogliente, sostituite tutti gli oggetti con copie nuove di zecca e potreste dire di essere in una casa vera.
Stessa cosa non si poteva dire per il materasso, talmente infestato da insetti che faticavo a guardarlo.
<< Forse apparirò sarcastico, ma... hai davvero una bella casa Kojo. >>
Lui si limitò a darmi le spalle e a guardarmi con la coda nell'occhio tutt'altro che in modo amichevole, mentre riponeva in una teca qualche insetto morto che aveva preso appena entrato.
Lì trovai anche il ratto che aveva aggredito i miei assistenti durante la prima colluttazione, se ne stava buono nella teca a cui era attaccata un'etichetta, con sopra scritto “Moriarty” a caratteri grossolani.
Il ratto mangiò con gusto per poi salire prima sul palmo di Kojo e poi sul suo lungo braccio per poi fermarsi sulla spalla del suo amico, un ratto sulla spalla di un fauno ratto.
Quasi comico da vedere, quasi.
Oltre alla specie condividevano anche uno sguardo non molto tenero nei miei confronti, che gente difficile che mi ritrovo davanti.
<< Simpatico il tuo amico >> "Vi assomigliate" avrei voluto aggiungere, ma meglio evitare queste frasi per il momento. << Allora, perché non parliamo di affari, Kojo? >> non ne sembrava intenzionato a collaborare.
<< Ok, siamo partiti con il piede sbagliato, ma ti assicuro di essere mosso da buone intenzioni... per me. >>
Presi da una tasca interna del mio camice una busca di plastica con dentro dei fogli e una penna, non volevo che si bagnassero. << Sai leggere? Hai dei libri, quindi dovresti. >>
Si limitò a muovere la mano come per dirmi "Così, così", come sospettavo quando lo avevo visto, non doveva aver ricevuto chissà quale istruzione, eppure la presenza di libri, e intendo libri senza immagini, lasciavano sperare che volesse almeno provarci.
<< Penso proprio di poter personalizzare il tuo accordo per renderti più a tuo agio nell'accettare, mi potresti dare cinque minuti? Se poi non vorrai accettare me ne andrò e ti lascerò alla tua “vita” >> Accentuai la parte “vita”, la sua non era vita, era sopravvivenza.
E non ero sincero sul lasciarlo andare, dopo aver perso tutto quel tempo a catturarlo, lo avrei consegnato a chi di dovere se avesse rifiutato, ma meglio fargli credere di poter decidere per se.

****

<< Ben svegliato, Jack! >>
Jack se ne stava seduto accanto al letto di Jack a reggere un grosso palloncino a forma di cuore con la scritta “Guarisci presto”, cosa che però non sembrava migliorare l'umore del suo amico piromane.
Il dottore ci ha chiamato dicendoci che il nostro schizzoide si era finalmente svegliato per qualche miracolo, credetemi quel ragazzo potrà essere sfortunato quanto volete, ma è duro a morire, e ora era sul letto dell'ospedale con gli occhi sgranati, capelli in stato pietoso e in generale con una cera peggiore di quella del suo ultimo ricovero.
<< I-Ivan? Che... Che è successo? Ri-ricordo solo insetti... e ratti che mi camminavano addosso, mi entravano in gol- >>
Interruppe la frase mentre tratteneva un conato di vomito, Il suo amico fauno gli passò un secchio dove Jack scaricò tutto il disgusto che i suoi ricordi gli facevano rivivere, poi piano a piano si riprese, il respiro tornò normale... e cominciò prima a notarmi, seduto nella parte opposta della stanza con un cesto di ben tornato tra le mani, era facile procurarmene per me.
<< Tu! Ora ricordo! Il fottuto tuo superpotere del cazzo! >>
Provò a scendere dal letto per assalirmi, Ivan lo sbloccò dal suo intento.
<< Il dottore ha detto di non sforzarti per ora! >>
<< Avrà di certo comprato la sua laurea! >>
<< Devi smetterla di credere a tutto quello che ti dicono tuo padre o tuo nonno! >>
E prima che Jack potesse dire qualcosa << E no! Non crederò mai che fra qualche mese scoppierà un epidemia di fauni zombie! E quel mormorio che hai sentito quella volta al cimitero non è un punto valido per la tua teoria! >> sono certo che la famiglia Jackson ne aveva di cose da raccontare, ma per ora ero più interessato a sapere se Jack era ancora abile al suo ruolo.
<< Jack su, calmati, sono certo che mi farò perdonare, in un modo o nell'altro, sai che non mi mancano i soldi e tu, senza offesa, sei qualcuno che è molto facile da comprare >> Si limitò a sbuffare e a guardarmi che me se volesse mettermi le mani alla gola, credo proprio che la mia scossa abbia lasciato un bel segno nella sua mente bacata, credetemi, è da quel giorno che cominciai a vedere Jack... beh con lo sguardo del Jack di oggi, non l'avrò ucciso ma qualcosa di lui è rimasto in quella fogna.
<< Su amico, ha ragione, non possiamo semplicemente ricominciare a litigare per simili questioni! >> Ivan si faceva corrompere con il cibo, quel giorno gli avevo procurato una bella colazione. << Quindi ora stenditi, fai un bel respiro, calmati e tutto filerà per il verso giusto, siamo un squadra alla fine! L'importante è che tu sia vivo, no? >>
Jack guardò il suo amico d'infanzia con uno sguardo come dal dire "Ma sei scemo?"
Poi dopo aver esaurito le sue ultime forze in un secondo tentativo di rialzarsi, la sua rabbia poteva dirsi scomparsa, ok quasi tutta, e sembrava ora intenzionato a rilassarsi... forse non era un bel momento per la sorpresa, ma infondo non avremmo mai avuto un buon momento per questo alla fine, meglio togliersi subito il dente.
<< Jack, te lo chiedo come tuo capo, ora tu stai qui, ti rilassi e nei prossimi minuti non farai niente, ok? >> mi guardò perplesso.
<< Così mi fai preoccupare... >> e non aveva tutti i torti, gli feci segno di rimanere calmo, di rilassarsi.
<< Entra pure... >> dissi guardando la porta della stanza, a quel punto essa si aprì, e diciamo che i successivi minuti furono abbastanza selvaggi.
La figura alta di Kojo entrò nella stanza e appena Jack lo vide... giurerei che si stesse ancora chiedendo se era tutto un brutto scherzo dovuto dal risveglio o la terribile verità.
Ma dubito che gli importava alla fine dei conti, il nostro piromane, con una forza che non credevo possedesse, saltò giù dal letto e si avventò sulla gola del fauno, buttandolo a terra e cominciando a provare a strozzare con uno sguardo paragonabile a ferocia a quello di un grimm.
Kojo a sua volta gli circondò la gola con la sua lunga coda da ratto e fu praticamente una lotta a chi esauriva per primo l'ossigeno dell'avversario.
Io e Ivan ne prendemmo uno a testa e tirammo con forza per allontanarli.
<< LASCIAMI RHYNO! LO AMMAZZO A STO FIGLIO DI PUTTANA! >> Kojo non sembrò badare molto all'offesa.
<< Jack, Jack! Calmati! É il nostro nuovo compagno di squadra! >>
Il silenzio calò nella stanza, la faccia di Jack fu un misto tra shock e rabbia, poi soltanto rabbia.
<< MI PRENDETE PER IL CULO!? >> Ivan tirò fuori dalla tasca una pila di fogli piegati diverse volte, un contratto dove alla fine si poteva leggere il nome, scritto in maniera oscena, del nostro amico Kojo Jakande...e a quel punto Jack si fece forza e si liberò da Ivan, per andare contro a Kojo, e a me che lo tenevo bloccato, come se era un cane randagio colmo di rabbia, ci placcò con una forza non normale per qualcuno appena svegliato da un piccolo coma, finimmo tutti e tre a terra, io sotto Kojo mentre questi veniva di nuovo attaccato al collo dalle mani di Jack, era ossessionato da quel punto vitale!
Io invece ero scocciato.
Feci forza sulle braccia e gambe e mi rialzai da terra facendo cadere i due al suolo, e questi finirono presto di tentare di mettersi le mani al collo quando notarono che li guardavo con gli occhi di chi aveva perso la pazienza.
Li presi entrambi di peso e li sollevai, feci un bel respiro.
<< Sentite, sentite... >>
Li avvicinai mentre le mie mani li tenevano per le spalle, era buffo da vedere, sia Jack che Kojo erano più alti di me, e si notava sopratutto quando eravamo così vicini, eppure, nonostante tutto, un'altra cosa che si notava era il loro terrore, più o meno nascosto, di chi sapeva di aver esagerato.
<< Non sono qui per cercarmi amici, e se non lo sono io allora non lo siete neanche voi. Non vi sto imponendo di stringere un amicizia solidale l'un con l'altro, non sono quel tipo di insegnante, quello che voglio da voi è solo una dannata collaborazione! Nel vostro tempo libero siete liberi di azzannarvi come cane e gatto, ma in servizio sarà meglio, sopratutto per voi, che teniate la testa sulle spalle! Perché se mandate in malora una mia sola missione... non credo serva dire altro, giusto? >>
Strinsi la presa su di loro.
<< Ricordatevi, lo faccio solo perché non voglio pagare l'assicurazione ai vostri parenti o perdere altro tempo a cercare nuovi candidati, chiaro? Quindi prima di passare alle scosse, meglio che scolpiate nella vostra testa le parole "Team" e "Lavoro di Squadra"! Se uno muore moriamo tutti! E io non voglio ricongiungermi con la mia cara nonna solo per la colpa di qualche stupido ragazzo di provincia o di qualche mostro delle fogne che non sanno lavorare assieme, cristallino il concetto? >>
I due annuirono, per poi tornare a guardarsi in cagnesco, avevo ormai realizzato che avrei fatto da babysitter a questi due idioti.
<< Ho parlato con il sindaco, dietro a una bella sommetta vedrà di dimenticare tutte le brutte vicissitudini che il nostro nuovo amico ha fatto passare a questi poveracci, e ho dato una piccola mancia ai negozianti che sono rimasti danneggiati dalla sua attività da ladro. >>
Lo guardai, glielo avevo già detto prima che mi era costato caro, ora sapeva in che modo, e sarebbe stato meglio se avesse presto iniziato a darmi qualche soddisfazione. << Quindi è di nuovo un cittadino onesto e pulito. >>
<< Avrei da ridire sul pulito. >> Aggiunse Jack, la solita parola gentile.
<< E poi perché va ancora conciato così!? Come un cassonetto ambulante >> Ecco appunto... anche se questa volta non ha torto.

<< Gli piace vestirsi così, lo fa sentire più teatrale. >>
Kojo annuì alle parole di Ivan, i due si intendevano per qualche motivo, e da Ivan avevo appreso una certa passione per il teatro del caro mostro delle fogne.
<< Oh fantastico! Prendi le sue difese ora!? >>
<< Non sto prendendo le difese di nessuno! Ti dico quello che mi ha detto a me! >>
<< Oooh perché il nostro mostriciattolo è troppo timido per parlare!? Che razza di mezza sega sei!? >> Ignorando le mie parole di prima, il nostro irascibile amico si avvicinò di nuovo al fauno ratto, non per soffocarlo ma per guardarlo con lo sguardo più storto che poteva dare, con conseguente risposta neutra da parte del suo "oppositore"... ma non dal suo ratto domestico, rimasto tutto quel tempo sotto i vestiti di Kojo e ora pronto a difendere l'onore del padrone balzando sul piede di Jack.
<< AAAH! >>
L'irascibile Jack iniziò ad agitare il piede, a cui il ratto sembrava essersi attaccato con i denti.
<< LEVATEMELO! LEVATEMELO!! >> urlò mentre si agitava al che sia Kojo che Ivan cercarono di separare il topastro da Jack, senza fargli male
<< Jack, ti presento Moriarty. >> io rimasi a fissare i tre: scemo, più scemo e ancora più scemo.
Credetemi non sapevo proprio che pensare, a parte il fatto che saremmo rimasti qualche altro giorno per assicurarsi che Jack non avesse ricevuto malattie dal morso.
Ma per il resto... rimasi lì, a fissare i tre idioti, con sguardo neutro dietro i miei occhiali.
Non avevo idea di cosa sarebbe successo di lì in avanti, ma se avevo scelto quei tre scarti della società era perché vedevo del potenziale in loro, e se fossi riuscito a trasformarli in degli efficienti cacciatori, allora nulla mi sarebbe stato precluso.
Non sarebbe stato facile, ma forse era questo a renderlo gratificante, così diceva mio padre, e lui ha sempre ragione.

****

Ion Ascuns.
Il mio nuovo obbiettivo, un ladro probabilmente analfabeta, uscito strisciando da qualche vicolo di Atlas, che ci avrebbe dovuto far pervenire qualcosa di molto importante, e invece non solo non aveva tenuto fede alla sua parte di contratto ma adesso era entrato come studente a Beacon, una delle quattro grandi accademie per cacciatori.
E a me il compito di ritrovarlo e farmi consegnare le informazioni che ci aveva negato, con le buone o con le cattive.
Saremmo entrati dietro raccomandazione, ma erano passati anni da quando avevo messo assieme la mia squadra, e sapevo che erano a livello degli altri studenti.
Erano rimasti in congedo dopo aver svolto varie missioni, ma non dubitavo che sarebbero accorsi in mio aiuto, specie perché non avevano scelta.
Il primo che chiamai fu Ivan, tutto liscio, era anche felice di risentirmi, qualcosa che non mi capita mai!
L'unico inconveniente è che invece di "Beacon" aveva capito "bacon" e riattaccò entusiasta prima che potessi spiegargli lo sbaglio... quel ragazzo ha qualche problema con il cibo, eppure rimane il più equilibrato dei tre.
Aveva fatto grandi passi in avanti nella lotta, anche se il mio allenamento pareva averlo incattivito... specie quando si tratta di separarlo dal cibo.
Il secondo fu Kojo, si limitò a farmi il pollice in su attraverso la videochiamata, ovviamente senza far uscire una singola parola da dietro la maschera, sì, la indossava ancora.
Tra i tre è colui con cui ho trovato più punti di contatto, oltre ad allenarlo gli avevo insegnato a leggere e scrivere, aveva iniziato a parlare anche con me, ed era emerso fuori il suo amore per il teatro e il suo desiderio di scrivere per esso, malgrado le apparenze, è dotato di un intelletto vivace, peccato per la sua... scarsa loquacità.
Per ultimo chiamai il mio “secondo in comando”, e già sapevo che sarebbe stata una lunga chiamata.
Jack Jackson, la persona più irascibile che abbia mai conosciuto, ma anche la più tenace, divenuto secondo in comando perché dotato di iniziativa... beh in realtà perché Kojo non sa parlare ad alta voce ed Ivan è troppo stupido.
Alla fine anche Jack aveva rivelato i suoi pregi, e contrariamente alle mie aspettative fu subito dentro la missione da quanto non vedeva l'ora di menare le mani.
Un po' di soddisfazione.
Non sapevo quanto sarebbe durata la missione, o che piega avrebbero preso gli eventi, ma di una cosa ero certo... io, Drake Keller, ne sarei uscito vincitore.

****

<< Si...si, mio figlio si ritirerà per un po' dagli studi, purtroppo, motivi familiari, manderò qualcuno a prendere la sua di roba nel più breve tempo possibile, stessa cosa per i suoi amici... grazie per la comprensione, e scusate se non entro troppo nel dettaglio ma sapete, questioni delicate, comunque vi auguro una buona serata, arrivederci. >>
Un uomo, il cui aspetto mostrava più anni di quanti ne avesse veramente, se ne stava davanti a una decina di monitor di diversa grandezza, aveva una barbetta non curata, due occhiali da vista e un sigaro acceso in una mano tutto adornato da un espressione neutra e da un camice da laboratorio.
<< Ok... mettiamoci al lavoro... >>

****
"Così diceva mio padre, e lui ha sempre ragione."

<< Oh eccome se ho sempre ragione >> con un mezzo sorriso stampato sul volto, un uomo in camice da laboratorio se ne stava sulla comoda poltrona in pelle scura a guardare un filmato.
Filmato che si interrompeva con la visione di due tizi apparentemente usciti da un cartone animato che cercavano di togliere uno schifoso ratto dal piede di un altro strambo personaggio, un'immagine stravagante accompagnata da una frase di una delle rare persone a cui teneva veramente.
Si alzò, facendo finta di asciugarsi una lacrima, rivelando i suoi occhi stanchi segnati da varie borse, il sonno non era il suo passatempo preferito.
<< Mi commuove sempre questa parte, tu che trovi degli amici, per quanto non li chiamerai mai così... non succede spesso per un Keller,sai? >> sussurrò. mentre prendeva da un tavolo di legno una specie di mano robotica nuova di zecca. << Soprattutto per un vero Keller. >>
Posizionò la mano robotica su un tavolo, accanto a un altro lungo pezzo di freddo metallo, era a forma di avambraccio, lo si notava sopratutto ora che era vicino alla complessa mano robotica, un lavoro superbo che nemmeno i suoi più accaniti detrattori avrebbero potuto criticare.
Con delle pinze cominciò a connettere i fili delle due parti, creando un collegamento, una connessione.
<< Non rattristarti per questa missione fallita, in tutta la tua carriera come mia arma segreta hai svolto un eccellente lavoro, è successo altre volte che tu fallissi, ma ti ho sempre dato un'altra possibilità no? E tu hai infinite possibilità di tornare. >>
Non ricevette alcuna risposta, e questo gli fece ricordare come gli mancava ancora di più il suo interlocutore, non lo aveva sentito da tempo e ora sta qua a ricostruirlo... non è facile essere un genitore.
Il suo capolavoro, il suo orgoglio, il suo vero erede.
Suo figlio.
<< Drake, ogni volta che muori, tu torni più forte, ogni volta che i tuoi nemici ti seppelliscono tu risorgi e impari dai tuoi errori. Non preoccuparti, figlio mio, un paio settimane di lavoro e sarai come nuovo, ma che dico, sarai migliore, più forte e più geniale di prima. >>
Un sorriso attraversò il suo volto, mentre la mano robotica per un attimo si chiudeva a pugno prima di tornare distesa.
Tempo a tempo e presto Drake Keller sarebbe tornato.
Dominik non poteva che gioire al solo pensiero.

Note dell'autore:

Ed è infine giunta la conclusione di questa stramba storia che ha richiesto più tempo di quanto immaginavo!
Mi scuso ancora per l'attesa sperando che ne sia valsa un po' la pena.
Nonostante tutti i ritardi ci tenevo a finire questa storia il meglio possibile, ossia con Jack di nuovo all'ospedale, in modo da darvi finalmente la storia di come il team dal nome più volgare del mondo si sia unito.
E finalmente abbiamo avuto una prima vera occhiata a un personaggio spesso nonimato ma mai mostrato, il buon vecchio Dominik Keller, di certo qualunque cosa stia facendo non è niente di buono
Voglio ringraziare tutti quelli che hanno seguito e recensito la storia.
Inoltre ringrazio sopratutto Manu_00, il cui aiuto nella correzione e nella revisione ha permesso alla storia di uscire meglio di quanto sarebbe stata altrimenti.
Drake, Ivan, Kojo e Jack ricompariranno prima o poi e chissà in cosa si cacceranno, e chissà, magari saranno già tutti insieme o anche solo Drake che fa il Terminator della situazione

Ah e saluta anche Moriarty, la mascotte!
   
 
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