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Autore: AlbAM    10/10/2020    25 recensioni
Alba, trentenne single e convinta di essere destinata a rimanere tale, è assillata da un incubo ricorrente di cui non riesce mai a scoprire la conclusione.
Azaele, diavolo romantico e casinista, è convinto di aver riconosciuto in lei il suo amore perduto.
Michele, il suo migliore amico, è un angelo gentile e protettivo che è sempre finito nei pasticci per cercare di tirare il suo amico fuori dai guai.
In una Roma un po' reale e un po' inventata le loro vite si incrociano inevitabilmente.
Riuscirà Azaele a riconquistare Alba?
E Michele ce la farà a tenere l'amico lontano dai guai o finirà inevitabilmente per essere coinvolto nei pasticci combinati da Azaele per riconquistare la donna di cui è innamorato da quattrocento anni?
E Alba? Come cambierà, se cambierà, la sua vita? E se scoprisse di non essere esattamente la persona che ha sempre creduto di essere?
Genere: Comico, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Universo Aza&Miky'
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Capitolo 16

L'altra faccia della medaglia


Michele atterrò sulla terrazza dell'appartamento di Molinesi gettò un'occhiata dentro e vide Sael che se ne stava comodamente spaparanzato sul divano, in camicia e pantaloni, con le lunghe gambe distese e i piedi nudi poggiati sul bracciolo. Stava leggendo un libro e ridacchiando. Michele pensò che era davvero molto carino quando sorrideva in quel modo.

"Hey, ciao!" lo salutò "Cosa leggi?"

"Ciao" lo salutò Sael con un sorriso radioso "È un libro che mi ha prestato Azaele, si intitola Buona apocalisse a tutti! É spassoso!"

"Ah, si! È quello del diavolo con i capelli rossi che si allea con l'angelo biondo per evitare l'Armageddon, giusto?" commentò Michele sorridendo e spostando le gambe di Sael per farsi spazio sul divano.

"Ahahaha, si sono buffissimi! Somigliano un po' a te e ad Azaele!" replicò divertito Sael.

Michele lo fissò un attimo e commentò ridacchiando "Beh, a me pare che Crowley somigli molto più a te che ad Azaele e poi io non sono grasso!"

Sael ci pensò un attimo "In effetti, anche io ho i capelli rossi… Però i miei occhi sono normali e poi non c'entro nulla con la famosa mela!" sorrise allegramente poggiando il libro sul tavolo di cristallo e domandò serio "Allora, che ti ha detto mio padre? Azaele é nei casini?"

"Si esatto, Safael mi ha avvertito che qualcuno all'Inferno sta cominciando a notare la sua assenza e…" Michele si interruppe sconvolto e domandò "Scusa come sarebbe a dire?"

"Sarebbe a dire cosa?" domandò Sael allungando le gambe sul tavolo di cristallo.

"Sarebbe a dire tuo padre! Che significa che Safet é tuo padre, che ne sai?"

"Quindi tu lo sapevi?" sospirò Sael.

"Fino a qualche ora fa, no. É saltato fuori il discorso quando…"

Sael osservò incuriosito Michele "... quando stavamo parlando di Azaele e di come sia finito all'Inferno!" concluse l'angelo.

"Immagino ci sia finito come tutti noi" sospirò Sael.

Michele evitò di commentare e domandò "Tu come l'hai saputo? In teoria nessuno di voi nati dovrebbe saperlo"

"È stato quello stronzo del mio tutore, quando mi si è spaccata l'aureola e le mie ali si sono trasformate l'ho chiamato disperato per chiedergli aiuto, ero terrorizzato. E quando è arrivato anziché confortarmi o almeno aiutarmi ad affrontare la punizione si è limitato a commentare che le mele marce non cadono mai lontano dall'albero e che avevo fatto la stessa fine di mio padre Safael, l'unico Arcangelo a precipitare all'Inferno. Mi ha detto anche che sarebbe stato meglio tenermi per me quel segreto se volevo che sia io che mio padre continuassimo a vivere e mi ha abbandonato al mio destino. Non ho mai detto a mio padre che lo so, ma gli voglio bene e so che lui ne vuole a me, me l'ha dimostrato in molti modi da quando siamo precipitati all'Inferno e se sono sopravvissuto ai primi secoli è stato anche grazie a lui. Però la minaccia del mio ex tutore continua a pesarmi e non riesco a confessargli la verità!" Sael terminò il racconto con gli occhi lucidi.

Michele non riusciva a credere alle sue orecchie, come aveva potuto il tutore di Sael comportarsi in modo tanto crudele e sconsiderato!

"Mi dispiace Sael, il tuo tutore dovrebbe solo vergognarsi, io non ho mai pensato di abbandonare Azaele"

Il demone sorrise "Ah, ora si spiega il vostro legame e perché tu lo proteggi sempre, Azaele è stato fortunato ad avere te come tutore!"

Michele si rattristò a quelle parole, Sael lo notò e gli posò una mano sulla spalla "Hey, ho detto qualcosa che non va?"

"No" rispose Michele "tu non c'entri! In ogni modo tieniti per te quello che ho detto, non voglio che si sappia in giro che anche Aza é un nato, ha già abbastanza casini" terminò lanciando un'occhiata alla mano del demone.

Sael ritirò immediatamente la mano.

"Tornando al problema attuale" continuò l'angelo "dobbiamo aiutare Azaele a parlare con Alba entro la mezzanotte di domenica, altrimenti Safael dovrà portarselo all'Inferno e punirlo senza che si sia chiarito con lei e questo potrebbe significare che rischia di perderla nuovamente, oltretutto Razel e Ariel potrebbero finire per allearsi contro Azaele e la cosa mi preoccupa, soprattutto per Ariel che sta rischiando di oltrepassare i limiti!"

"Non dovresti preoccuparti tanto per lui, solo un idiota rischia di perdere il Paradiso dopo aver visto cosa significa! Quanto ad Alba, spero di aver incrinato un po' le sue barriere!"

"Si, è vero!" ammise Michele "quando vuoi sei bravo a parlare!"

Sael arrossì un po' nel sentire il complimento di Michele, guardò l'ora e decise che era venuto il momento di tornare a casa "Senti, devo andare, ma tu non preoccuparti per Azaele" disse alzandosi "sono certo che mio padre ci darà una mano se Ariel e Razel si dovessero alleare, lui veglia su diversi di noi scapestrati e non permetterà che Azaele soffra ancora, ne sono sicuro. Il moretto però deve decidersi a lasciare il corpo di Molinesi e parlare con Alba, perché anche se lei non lo sa, lo sta cercando e questa situazione la fa sentire terribilmente sola!"

Michele annuì "Lo so, me ne sono accorto al bar, ma lui teme le conseguenze del risveglio di Alba, non so se sai cosa è successo la volta scorsa!"

Sael annuì.

"Allora sai anche perché Aza non si decide!"

"Senti, sono sicuro che Alba questa volta saprà gestire le conseguenze! È una ragazza in gamba e quando le tornerà la memoria, saprà anche che deve evitare certi… eccessi! E poi questa volta non sarete soli, ci sono anche io e c'è anche mio padre, vedrai che insieme riusciremo a proteggere sia Aza che Alba!"

Sael si infilò calze e scarpe e recuperò la giacca. Michele si rese conto che vederlo andar via gli metteva una gran malinconia.

Si alzò e lo fermò "Aspetta, posso farti una domanda?"

Il demone annuì.

"L'altro giorno, quando ci siamo incontrati in quel corridoio, mi hai baciato solo perché stavi tenendo una parte a beneficio di quei quattro imbecilli che ti circondavano?"

Sael impallidì, sperava che Michele avesse deciso di lasciar perdere l'argomento, l'angelo però si era alzato in piedi e lo fissava in attesa di risposta.

"Ti… ti chiedo scusa Michele, sono stato un vero stronzo!"

"Quindi non è stato perché avevi voglia di baciarmi?" lo incalzò Michele avvicinandosi.

Sael indietreggiò sbattendo contro il tavolo di cristallo che gli impedì di mettere abbastanza distanza tra lui e Michele "Per favore… perdonami, ti prometto che non mi permetterò più!" pregò terribilmente a disagio.

Michele notò che Sael stava tremando, improvvisamente sentì un gran calore sul fianco sinistro, abbassò lo sguardo verso la spada e la estrasse di qualche centimetro, era quasi incandescente.

"Mi… Michele… " balbettò Sael, livido.

L'angelo si rese conto di aver spaventato il demone estraendo la lama, ma voleva capire cosa stava succedendo e perché la spada stesse reagendo in modo così anomalo. La estrasse completamente e mentre la osservava capì che era anche colpa di ciò che provava per Sael se la spada era diventata incandescente e non solo delle emozioni del demone. Slacciò il cinturone e poggiò tutto sul tavolo sfiorando Sael che continuava a tremare e tenere lo sguardo rivolto verso il basso senza quasi respirare.

Michele gli afferrò i capelli e gli tirò su la testa costringendolo a guardarlo negli occhi "Non hai risposto alla mia domanda!"

Sael raccolse tutto il coraggio che poteva e ammise "Io ho sempre voglia di baciarti, Michele, non riesco a non desiderarlo!"

L'angelo sospirò, ormai aveva capito che Sael gli piaceva davvero tanto e che era stanco di controllarsi e di aver paura di venir meno ai suoi doveri.

"E si tratta solo di toglierti il gusto di una scopata con un angelo o è qualcosa di più?" domandò con molta calma "Per favore sii sincero, non sono arrabbiato, voglio solo sapere la verità!"

"E' molto di più!" mormorò d'un fiato Sael.

"Allora non andartene, resta con me!" disse Michele attirandolo a sé e baciandolo con un tale trasporto che Sael non capi più niente a parte che quello era il bacio più bello che avesse mai ricevuto in vita sua.

"A che ora finisce Azaele?" domandò Michele quando finalmente riuscì a staccarsi da Sael.

"Verso le sei, in genere" rispose il demone frastornato.

"Abbiamo tempo!" considerò Michele baciandolo ancora e trascinandolo in camera da letto.

#

Azaele guidava nel traffico di Roma cantando insieme alla radio:

Woman I can hardly express,
My mixed emotion at my thoughtlessness,
After all I'm forever in your debt,
And woman I will try express,
My inner feelings and thankfullness,
For showing me the meaning of success,
oooh well, well”
1

Gli piaceva molto guidare in quel caos, lo rilassava. Quel pomeriggio era anche riuscito ad uscire dal lavoro un'ora prima del solito perché in previsione della sessione finale dei laboratori, aveva annullato tutti gli incontri pomeridiani con la scusa di permettere ai partecipanti di preparasi psicologicamente all'intenso fine settimana che li aspettava.

Ripensò allegramente al colpo di genio che aveva avuto nello scegliere la sede, l'agriturismo Drag me to hell di Ferentino. Si trattava di un agriturismo noto, fino a poco tempo prima, per una leggenda metropolitana secondo la quale per molti anni nessuna ditta di costruzioni era riuscita a restaurare la villa padronale perché le misure degli infissi cambiavano in continuazione. Questo fino a che una nota famiglia romana aveva acquistato sia la villa che i terreni circostanti e, a dispetto della leggenda, aveva concluso finalmente il restauro. Girava voce che il capofamiglia, un uomo con molto pelo sullo stomaco, avesse fatto un patto con il diavolo.

Il che era vero. Nello specifico aveva fatto un patto con Razel, proprietario della villa per via di una questione troppo lunga da raccontare. L'accordo aveva infastidito parecchio i demoni romani che avevano sempre utilizzato la villa abbandonata come sede di feste e orge varie.

Razel li aveva cacciati fuori a calci nel sedere affermando che dovevano solo ringraziarlo per aver permesso loro di far casino in una sua proprietà senza che lui chiedesse nulla in cambio per tutti quei secoli e così i demoni, per vendicarsi, avevano cominciato a visitare gli ospiti dell'agriturismo diventando inaspettatamente una delle attrazioni maggiori, tanto è vero che il nome originale, Villa Ferentina, era stato per l'appunto cambiato in Drag me to Hell e la possibilità di un incontro demoniaco era citata perfino nel sito web.

Azaele lo aveva scelto proprio perché se Alba avesse perso il controllo dopo aver riacquistato la memoria, nessuno avrebbe attribuito a lei le eventuali conseguenze.

Immerso in queste considerazioni Azaele arrivò a casa. Entrò in salone per poggiare le chiavi del SUV sul tavolo di cristallo notando distrattamente la spada e il cinturone di Michele.

Si diresse in camera da letto per cambiarsi, aprì la porta e per un attimo rimase lì impalato con la mano sulla maniglia e gli occhi sgranati a fissare Michele e Sael che dormivano nudi e abbracciati nel suo letto matrimoniale.

Ci mise qualche secondo per riprendersi, dopo di che indietreggiò chiudendo silenziosamente la porta.

Visto che la camera da letto era occupata, decise di andare in terrazza per fumarsi una sigaretta. Mentre osservava il panorama gli venne un po' di malinconia, vedere Michele e Sael abbracciati lo aveva reso felice, soprattutto per Michele che si meritava una storia d'amore seria dopo tanti secoli, ma gli aveva anche fatto pensare ad Alba e a quanto avrebbe voluto essere insieme a lei.

Aspirò l'ultima tirata e poi decise che aveva bisogno di farsi un voletto in giro per Roma, era stufo di stare dentro il corpo di Molinesi.

Lo lasciò sul divano con attaccato un post-it per Sael, era sicuro infatti che di lì a poco i ragazzi si sarebbero svegliati e avrebbero iniziato a preparare qualcosa per la cena.

Non ci sarebbe stato nulla di male se Sael si fosse preso cura del pelatone per un'oretta.

Spiegò le ali e volò pensieroso sui tetti di Roma finché la sua attenzione non fu attirata da una donna di una certa età che arrampicata su un'impalcatura di fortuna era sul punto di fare un volo e rompersi la testa.

"Che fa quell'idiota?" si domandò Azaele scendendo velocemente di quota.


#


La professoressa Aurora Sattarelli osservò perplessa il risultato del suo lavoro. Laureata all'Accademia di Belle Arti negli anni della contestazione, era stufa di insegnare solo teoria durante l'ora di Storia dell'arte e così si era offerta di realizzare, con l'aiuto degli studenti di quarta e quinta superiore dell'Istituto di belle arti Regina Angelorum, i murales che avrebbero abbellito le mura esterne fino a quel momento decorate solo da insulti e peni più o meno stilizzati. Quel pomeriggio aveva deciso di trattenersi di più e mentre era impegnata a dare gli ultimi ritocchi al murales della parete Nord si era resa conto che non era decisamente così che si era immaginata l'effetto finale della Vergine Maria. Va bene che volevano rappresentarla più moderna e vicina ai giovani che frequentavano la parrocchia della scuola, però quella sembrava più una cubista tatuata e ipertruccata e insomma, a tutto c'era un limite!

Fece un passo indietro per osservare meglio il murales ma il suo piede destro non trovò alcun appoggio. Aurora precipitò da un'altezza di più di tre metri, o per lo meno ebbe l'impressione di precipitare, perché in effetti si ritrovò in piedi per terra senza capire come fosse stato possibile.

Si voltò per cercare il pennello che le era volato via dalle mani a causa della caduta e rimase paralizzata dallo spavento.

A meno di due metri da lei una creatura che non poteva essere altro che un diavolo infernale con annesse corna e ali da pipistrello, stava osservando con curiosità il suo murales.

Aurora non riusciva a credere ai suoi occhi, aveva ingoiato migliaia di pastiglie e subito anni e anni di terapia per dimenticare quelle strane visioni che aveva iniziato ad avere da bambina e che avevano finalmente smesso di tormentarla intorno ai vent'anni (probabilmente grazie alle numerose canne che si era fatta in quel periodo) e ora un demone infernale era proprio lì davanti a lei.

Il demone sentendosi osservato si voltò e un'espressione stupita apparve sul suo viso, si guardò intorno e constatando che a parte loro due non c'era evidentemente nessun altro le domandò "Scusi, ma lei mi vede?"

La professoressa suo malgrado dovette ammettere due cose riguardo al demone, la prima era che la sua voce non aveva niente di "demoniaco" anzi era una normalissima voce dalla perfetta dizione italiana, l'altra che aveva oggettivamente un viso simpatico e per niente spaventoso.

Nonostante ciò l'anziana professoressa era abbastanza scioccata, anche perché era la prima volta che una visione le parlava, così tutto quello che riuscì a dire fu esattamente ciò che stava pensando in quel momento "Ma perché sembri un marinaio, con le corna e le ali?"

Il demone la guardò un po' offeso e rispose con lo stesso tono che usava lei quando ripeteva per l'ennesima volta la stessa spiegazione ad uno dei suoi alunni svogliati "Ancora con questa storia, ma che palle, non sono corna è l'aureola che si è spezzata quando ho fatto la mia scelta!"

La Sattarelli balbettò "M... ma che c'entrano il giaccone e il berretto da marinaio?"

"Me li ha regalati Jacques Cousteau, ha presente? Il famoso oceanologo. È una lunga storia!" rispose il demone come se stesse parlando del più e del meno "Comunque io mi chiamo Azaele e lei?" domandò educatamente.

"I… io sono la professoressa Aurora Sattarelli"

"Molto piacere Aurora, posso chiederti come cavolo fai a vedermi? In teoria sono in modalità invisibile agli umani!"

"So… sono morta?"

"Non direi proprio ti ho appena salvato la vita"

"Allora credo sia perché fino ai vent'anni avevo la capacità di vedere cose che le altre persone non riescono a vedere, ormai me ne ero quasi del tutto scordata...” la professoressa sospirò malinconicamente “Sai, temo proprio che a causa tua i miei ultimi quarant'anni di terapia siano appena finiti dentro il cesso!"

"Oh, mi dispiace, sono desolato!"

"Si , beh… immagino che ricomincerò a farmi le canne, ma tu perché sei qui?"

"Nessun motivo particolare, stavo riflettendo sui miei problemi quando ho notato che stavi per cadere nel vuoto, visto che non c'era nessuno a prenderti ho pensato ad un errore, a volte capita" rispose Azaele "A proposito, nel complesso è molto bello" aggiunse indicando il murales "a parte per il modo in cui hai raffigurato Lei, è vero che non è così noiosa come la rappresentate normalmente, però così mi sembra un tantino eccessivo!"

"Tu, l'hai conosciuta?" domandò stupita Aurora.

Azaele le rivolse uno sguardo divertito "È da qualche anno che sto in giro per il vostro mondo!"

"Oh, certo, non ci avevo pensato!"

"Beh, ora vado, è stato un piacere conoscerti, stai attenta a dove metti i piedi!"

Aurora si rese conto che nonostante tutto desiderava che Azaele rimanesse ancora per qualche minuto, non era un'esperienza di tutti i giorni scambiare due chiacchiere con una creatura ultraterrena, per quanto demoniaca, che oltretutto apprezzava la sua arte, così gli domandò "Aspetta, tu come la rappresenteresti?"

"Non penso che dovresti chiedere un consiglio proprio a me, non credi?"

"Beh, l'hai conosciuta e non mi pare che le manchi di rispetto…" considerò Aurora.

"Ok, allora mettile un paio di jeans neri, una maglietta di Born to run di Springsteen e toglile quel trucco eccessivo, lei è più il tipo della rockettara acqua e sapone, non è mica una cubista sexy!"

Aurora ci pensò su e si rese conto che indubbiamente era una rappresentazione decisamente meno blasfema di quella che stavano osservando.

"Grazie, mi sembra un ottimo consiglio!"

Azaele fece spallucce "Figurati, comunque complimenti, sei piuttosto brava!"

"Grazie!” rispose Aurora e subito dopo chiese ancora “Posso farti una domanda?"

Il demone annuì.

"Che problemi hai?” vedendo che Azaele la guardava un po' perplesso aggiunse "prima hai detto che stavi riflettendo sui tuoi problemi, posso aiutarti?"

"Tu, vuoi aiutare me?" domando lui stupito.

"Tu hai aiutato me e poi è una vita che aiuto i miei studenti, anche i più scapestrati, perché non dovrei provare ad aiutare te?"

"In effetti!” riflettè Azaele.

“Ok, il fatto è che... non ne combino una giusta, capisci? Da quando ho scelto di andare all'Inferno ho preso solo decisioni sbagliate, messo nei casini il mio migliore amico e allontanato involontariamente l'unica donna che abbia mai amato!" spiegò Azaele malinconicamente.

Aurora era sbalordita "Posso chiederti cosa intendi per scelto di andare all'inferno? Cioè senza offesa mi risultava che ci foste stati mandati per punizione!"

"Si... cioè... gli altri si, nel mio caso è stata una scelta. Vedi io avevo capito in tempo che era stato un errore ribellarsi in quel modo e mi sono rifiutato di combattere i miei simili, ma il mio migliore amico, Michele, venne ferito gravemente e stava morendo, così ho chiesto di salvare lui al posto di perdonare me e per fortuna mi hanno ascoltato"

"Michele… l'arcangelo?"

'No, no, Michele e basta, sono solo omonimi, lui è l'angelo a cui sono stato affidato da bambino!"

"Bambino?" Aurora era sempre più confusa.

"Io e alcuni altri di noi, siamo una specie di esperimento… tipo un vostro prototipo per intenderci!"

Azaele si rese conto che la professoressa era in totale confusione "Ora ti spiego, prima di voi umani il Padre lassù ha fatto qualche esperimento, io e alcuni altri di noi siamo simili a voi per quanto riguarda il modo in cui siamo nati, nel senso che siamo nati da un padre e una madre, che però non ci hanno cresciuto"

"Perché non vi hanno cresciuto?"

"Non so, immagino che non fosse ancora contemplata l'utilità di avere dei genitori, in ogni modo io sono stato affidato a Michele che ha badato a me come un fratello maggiore, capisci ora?"

"Ma quindi gli angeli hanno un sesso?"

"Ovvio, scusa perché non dovrebbero? Anche voi lo avete!"

"Si, ma… a noi serve per fare i figli!"

"Hai figli tu?"

"No!"

"Appunto!"

La professoressa rimase alquanto spiazzato dalla logica di Azaele così lasciò cadere l'argomento sesso e figli.

"Perché dici che prendi solo decisioni sbagliate?"

"Perché è così, te l'ho detto! Incasino sempre tutto, mando involontariamente la gente in Paradiso, cambio i destini delle persone per errore, offro una seconda possibilità che non era contemplata! Insomma sono proprio un disastro!" sospirò Azaele.

I due rimasero in silenzio per qualche minuto.

Aurora stava riflettendo su quello che gli aveva appena detto Azaele, poi colpita da una idea gli posò una mano sulla spalla.

"Hai mai pensato che quelli che consideri errori in realtà non lo siano affatto?"

Azaele la fissò perplesso.

"Sta a sentire, poco fa mi hai visto cadere da lassù e mi hai salvato la vita pensando che dal momento che non c'era nessuno sicuramente ci fosse un errore, giusto?"

"Si, infatti!"

"Però c'eri tu!"

Azaele impallidì "Santo Cielo, ho combinato un altro casino!"

Aurora lo guardò con un sorriso materno e poi gli parlò con lo stesso tono che usava con i suoi studenti un po' scapestrati "No, non credo. Credo che abbia fatto esattamente ciò che ci si aspettava che tu facessi. Voglio dire che lassù sapevano che saresti intervenuto e forse volevano che io te parlassimo!"

"Ma perché?"

"Magari perché era ora che qualcuno ti dicesse che non c'è niente di sbagliato in ciò che fai, perché probabilmente visto che sei finito all'Inferno per scelta e non per punizione, a volte senza rendertene conto pensi ancora come un angelo!”

Azaele le rivolse uno sguardo perplesso, ma lei continuò pensierosa “E magari questo potrebbe significare anche che la scelta che hai fatto allora, forse non è così definitiva come credi!"

"Cioè, tu credi che io possa avere una possibilità di tornare lassù?" commentò incredulo Azaele.

"Io non so se tu hai davvero questa possibilità e non so se è un obiettivo che puoi raggiungere presto o se hai ancora tanto cammino davanti a te, però credo che sia una cosa sulla quale dovresti riflettere!" concluse lei sorridendo.

Azaele mise le mani in tasca e rivolse di nuovo lo sguardo verso il murales, in quel momento sentì una mano spingerlo contro il muro e la punta di una spada premergli contro la nuca.

Alzò immediatamente le mani. Qualcuno gli afferrò una spalla e lo fece voltare era Ysrafael il supervisore di Michele e Ariel. L'angelo gli puntò la spada alla gola e ordinò con un tono che non ammetteva repliche “Dimmi immediatamente dove si trova l'anima di Molinesi!”

Azaele stava per rispondere quando sentì la voce irata della professoressa “Scusi, ma lei come si permette di comportarsi in questo modo?”

Ysrafael rimase senza parole nel vedere la professoressa Aurora Sattarelli osservarlo con aria di estrema disapprovazione, rivolse lo sguardo verso Azaele che rispose alla sua domanda silenziosa “Proprio così, la professoressa ci vede!”

“Vi vedo eccome” aggiunse lei “e quello che vedo non mi piace affatto, abbassi immediatamente quell'arma, come si permette di minacciare un ragazzo inerme!” Gli anni di contestazione giovanile avevano instillato in Aurora una certa idiosincrasia verso i comportamenti minacciosi di qualsiasi rappresentante dell'autorità costituita, per nulla impressionata dal suo aspetto soprannaturale si avvicinò all'angelo con i pugni sui fianchi e ripetè “Le ho detto di abbassare quell'arma!”

Ysrafael spiazzato dalla piega inaspettata che aveva preso la situazione balbettò “Scusi, si rende conto che questo è un demone e che io sono un angelo?”

“E allora? Le pare che questo le dia il diritto di comportarsi in modo così aggressivo? Può chiedere la stessa cosa senza rischiare di ferire nessuno!” rispose Aurora.

Ysrafael sospirò, rinfoderò la sua arma e si rivolse con calma ad Azaele che lo osservava divertito “Dove hai lasciato l'anima di Molinesi? E cerca di rispondere seriamente, Ariel sta rischiando di perdere l'aureola, non ti permetterò di rovinargli la vita!”

Azaele sospirò “Senti Ysrafael, Ariel può darsi una calmata, non ho intenzione di fregare l'anima di nessuno. Molinesi rientrerà nel suo corpo domenica notte e poi se la vedranno Razel e Ariel come doveva essere fin dall'inizio!”

“E secondo te dovrei crederti? Sta attento Azaele se per colpa tua Ariel dovesse perdere il suo posto in Paradiso te ne farò pentire amaramente!”

“Scusi, ma si sente quando parla?” intervenne ancora la professoressa.

Ysrafael alzò gli occhi al cielo “Senta, queste sono cose che non la riguardano, le dispiace farsi da parte e lasciarmi discutere con il ragazzo?”

Ma Aurora non aveva intenzione di mollare, il suo animo di educatrice non le permetteva di accettare passivamente quello che riteneva un comportamento estremamente ingiusto e poco educativo da parte di Ysrafael “Si rende conto che lei continua ad accusare Azaele per il comportamento erroneo che sta tenendo questo... Ariel? Se il suo pupillo non è capace di affrontare la situazione in modo corretto, non vedo perché debba addossare la colpa ad Azaele! Ognuno deve essere capace di prendersi le proprie responsabilità!”

Ysrafael rimase senza parole, si era reso conto che la donna non aveva torto. Per quanto gli costasse ammetterlo, Ariel stava rischiando di commettere errori imperdonabili a causa della sua incapacità di controllare il suo carattere irascibile e sebbene Azaele avesse agito come suo solito in modo sconsiderato, non era corretto incolparlo anche degli errori di Ariel.

“E va bene!” concesse a malincuore “Per questa volta voglio crederti, Azaele. Ringrazia questa donna che è riuscita a farmi vedere l'altra faccia della medaglia, ma sta attento perché ti tengo d'occhio!”

Azaele osservò allibito Ysrafael aprire le ali e volare via.

“Beh, alla fine era una brava persona!” commentò Aurora.

Azaele le rivolse uno sguardo carico di ammirazione “Lui è una brava persona, ma tu sei una forza della natura! I tuoi studenti sono fortunati ad averti come insegnante!”

Aurora sorrise e pensò divertita che ricevere quei complimenti da un demone infernale era una delle soddisfazioni più belle che avesse provato in tutta la sua vita di insegnante.



Nota 1: Woman di John Lennon (1981)

   
 
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