Anime & Manga > Mo Dao Zu Shi
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Autore: Sarah_lilith    11/10/2020    1 recensioni
E se una fan di Mo Dao Zu Shi si ritrovasse catapultata nel novel, trovandosi davanti alla possibilità di conoscere e vivere con i suoi personaggi preferiti?
E se si accorgesse di essere lì per una ragione, di essere capitata non in un punto imprecisato, in cui i fatti sono ancora in corso, ma quando tutta la trama si è svolta e la storia procede lenta verso un "vissero felici e contenti"?
E se scoprisse di dover dare il lieto fine a personaggi che non l'hanno avuto, o rendere giustizia e ridare dignità a persone che non l'hanno ricevuta?
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Un nuovo nemico si avvicina e la storia decide di prendere vita per proteggere se stessa e i suoi protagonisti, richiamando un'eroina da un'altro mondo, perché nessuno potrebbe mai eguagliare la sua forza di spirito nel cercare di salvare i personaggi che ama.
Non che lei sia d'accordo...
Genere: Avventura, Comico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Jiang Wanyin/Jiang Cheng, Jin Ling/Jin Rulan, Lan XiChen/Lan Huan, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Galeotta fu la Dama bianca…
(Elisa)

 

 

Avevo avuto occasione di leggere della rabbia in Lan XiChen, quando avevo sfogliato il romanzo che raccontava la storia di Wei Wuxian.

Ero rimasta stupita di come un personaggio calmo come lui potesse perdere la pazienza, se si trattava del bene di chi amava. Averlo davanti così agitato, sconvolto dalle emozioni che lo squassavano, mi aveva fatto divertire.

Vederlo gridare contro di me non fu altrettanto piacevole.

-Cosa volete dire?!- esclamò dopo il lungo silenzio che aveva seguito le mie parole.

Fece per tirarsi in piedi, confuso e sopratutto indignato, ma io gli strinsi le mani e lo trattenni, costringendolo ad inginocchiarsi di nuovo. Mi accontentò con una smorfia sconcertata, le sopracciglia inarcate e le labbra socchiuse.

-Calma, non intendo mandarti in un bordello a cercare della compagnia serale- lo rassicurai scuotendo il capo con veemenza -Sto dicendo che dovrai fingere di esserci andato per poter essere preso di mira dalla Dama bianca- spiegai per chiarirgli le idee.

Si rilassò leggermente sotto il mio tocco gentile, godendosi le carezze che le mie dita gli facevano mentre gli massaggiavo i polsi per calmarlo. Le sue spalle restarono comunque tese, i muscoli contratti come se fosse pronto a scattare al minimo cenno.

Mi rivolse uno sguardo implorante e si piegò leggermente verso di me chiudendo gli occhi.

-Come puoi chiedermi di…?- iniziò prima di interrompersi per prendere un profondo respiro, il petto che si alzava e abbassava frenetico come se non avesse fiato.

Io gli premetti il palmo aperto sul petto e aumentai la stretta che avevo sulla sua mano, intrecciando le dita fra le sue.

-Rilassati, stai iperventilando- lo avvertii mentre ridacchiavo, divertita dal panico che il mio suggerimento gli aveva scatenato -Non è niente di che. Basterà che tu entri nel bordello e che ci resti per un’oretta, poi uscirai e ti incamminerai in un vicolo buio ed isolato. A quel punto lei apparirà e tu farai il tuo lavoro- conclusi con un’alzata di spalle.

L’occhiata non del tutto convinta che mi lanciò mi fece tornare seria, nonostante provassi ancora del sincero divertimento vedendolo così scosso. Non volevo però infierire ulteriormente, quindi mi limitai a mordermi le labbra dubbiosa.

Ridere o non ridere, questo è il problema.

Lan XiChen, in ogni caso, non sembrava concorde col mio piano nemmeno ora che glielo avevo spiegato per bene, nonostante gli avessi confermato che non avrebbe dovuto fare nulla di disdicevole con altre donne.

-Dove starai tu per tutto il tempo mentre caccio? Non ho intenzione di lasciarti sola mentre faccio da esca, potrebbe essere pericoloso- obbiettò scuotendo il capo e sospirando mesto -E poi un matrimonio con questa fretta…- aggiunse lasciando la frase a metà.

Mi guardò da sotto le ciglia scure, il capo piegato in avanti e il viso a pochi centimetri dal mio. 

Il sole che dietro di lui andava avvicinandosi all’orizzonte nel suo calare tinse il cielo alle sue spalle di rosso, arancione e blu. L’aura di luce che illuminò i contorni del suo volto come un’aureola mi fece perdere un battito, ma grazie alle sue parole riuscii a restare lucida.

Le rimostranze che mi propose erano infatti così deboli che non potei far altro che ridacchiare.

-La cerimonia formale la faremo quando torneremo a Gusu, una volta finita questa faccenda- suggerii con le labbra piegate all’insù in un ghigno saputo -Inviteremo tuo fratello, Wei Ying, Cristina e gli altri, faremo una cosa in grande con tutti gli onori del caso, ma per ora basta questo- gli promisi scoccandogli un bacio sulla fronte nuda, privata del suo solito nastro che ora mi avvolgeva le tempie.

Se questo non fosse bastato, non avrei saputo in che altro modo convincerlo.

Per mia fortuna sembrò approvare, anche se l’espressione confusa faticò a lasciare il suo bel viso. Per qualche motivo non credeva che potessi desiderare un matrimonio così sbrigativo.

-Ma non vuoi qualcosa di più?- insistette per l’ultima volta, i lunghi capelli che gli scivolavano oltre le spalle fino a sfiorarmi il busto.

Io ci riflettei un po’ e gli rivolsi un’occhiata pensierosa, squadrandolo da capo a piedi per capire se fosse una domanda che necessitava davvero di una risposta. Se fosse stato retorico, il suo tono me lo avrebbe dovuto suggerire, invece pareva serio.

Distolsi lo sguardo dalla sua figura e fissai il ciottolato sotto di noi.

-In realtà avevo sempre voluto che il vero rito fosse privato, solo io e… beh, in questo caso te, senza le formalità del caso- spiegai con un velo di rossore che mi colorava le guance -Questa situazione è solo una "fortunata" coincidenza- aggiunsi comprendimi la faccia con le mani mentre ridevo imbarazzata.

Sentii Lan XiChen prendere un profondo respiro e afferrarmi le mani, scostandomele da davanti al viso per potermi guardare negli occhi.

-Se è quello che desideri sarò felice di accontentarti- dichiarò con un sorriso gentile così da lui che mi venne da piangere. Mi limitai ad appoggiare la fronte sulla sua spalla, nascondendomi in quell’abbraccio per non fargli notare i miei zigomi in fiamme.

-Grazie, è esattamente ciò che voglio- risposi soffocando le parole nella stoffa chiara della sua veste morbida.

Il cultore non sembrò infastidito dal mio abbraccio e anzi mi strinse a se’ con maggior vigore, appoggiando il mento sulla mia testa.

-Nel tuo mondo deve essere diverso. Sai come funziona il rito matrimoniale qui?- mi chiese cambiando argomento con maestria per non alimentare ancor di più il mio imbarazzo.

Io mi scostai dalla sua figura e iniziai a giocherellare con i nastri celesti della mia fascia lombare, osservandolo con un sorriso. Annuii per confermare.

-L’ho letto: bisogna inginocchiarsi davanti al cielo e alla terra, davanti ai genitori e poi l’uno all’altro- elencai per dimostrargli che davvero sapevo di cosa stava parlando -Beh, per la prima ci siamo- sussurrai poi indicando il cielo.

Il sole non era ancora tramontato altre le montagne, mentre la luna era visibile, seppure sfuocata, già da un po’. Lui seguì il mio sguardo e fissò con gli occhi nocciola socchiusi la volta celeste che andava imporporandosi.

-I tuoi genitori sarebbero d’accordo con la nostra unione?- domandò ad un tratto senza alcun preavviso, tornando a rivolgersi a me.

Io fui colta alla sprovvista da quel quesito, ma quando capii ciò che mi aveva chiesto scoppiai a ridere senza controllo. Gli appoggiai una mano sulla spalla, reggendomi a lui per non scivolare a terra per il divertimento.

Ripresi fiato giusto quel po’ che bastava per rispondergli, le guance che mi dolevano per il troppo sorridere.

-No, di certo no, ma non importa- mugolai fra i singhiozzi, anche se dovetti spiegargli ciò che intendevo quando mi guardò confuso -Sono dei cattolici molto osservanti, e tu appartieni ad un’altra religione… per non parlare del tuo aspetto e del tuo lavoro- indicai con un unico gesto i suoi capelli, la sua veste e la sua spada.

Gli accarezzai dolcemente una ciocca castana mentre si osservava stranito, le braccia allargate e le sopracciglia contratte dalla concentrazione. Altalenò lo sguardo fra se stesso e me, cercando febbrilmente di cogliere ciò che i miei genitori avrebbero trovato strano. 

Dato che non sembrò giungere a nessuna conclusione, mi affrettai a consolarlo con una smorfia divertita ed un’occhiata di scuse.

-Non sono mai stata praticante, quindi non è un mio problema- lo rassicurai con un’alzata di spalle. Poi rabbrividii sotto al suo intenso sguardo, le iridi scure che mi scandagliavano il volto alla ricerca di una qualche esitazione.

Non trovando traccia di un mio ripensamento, si rilassò e mi sorrise mite, stringendomi le mani fra le sue e portandosele al viso per sfiorarmi con il respiro le nocche. Quell’imitazione così intima di un baciamano mi avrebbe fatto arrossire, se non fosse stato per il suo sguardo serio.

-I miei genitori approverebbero, anche se per due motivi diversi- mormorò piegando leggermente il capo di lato -Mia madre ha sempre desiderato solo la felicità per me, mentre mio padre non potrebbe biasimarmi, dopo quello che ha fatto- considerò arricciando il naso.

Adorabile, fu il mio primo pensiero. In che contesto famigliare mi sto cacciando? fu il successivo. 

-Ci siamo già inchinati l’uno davanti all’altro- gli ricordai indicandoci con un cenno del mento -Direi che il matrimonio è concluso. Evviva!- esultai con un gridolino entusiasta che si perse nel vento.

Dopo quella mia affermazione, Lan XiChen si lasciò scappare uno sbuffo divertito che si trasformò presto in una risata sommessa.

Non lo avevo mai visto lasciarsi andare così tanto all’euforia, ne’ credevo fosse capace di ridere in modo tanto spensierato. Forse il matrimonio era come l’alcool, per i Lan, e quindi li rendeva fin troppo sensibili alle emozioni.

-É stata la cerimonia più breve di cui abbia mai sentito- mi confessò depositandomi un rumoroso bacio sul capo in corrispondenza del candido nastro frontale.

Ridacchiando insieme a lui, lasciai che mi coccolasse per un po’. Poi mi mossi infastidita su me stessa, le gambe che mi si indolenzivano per la posizione inginocchiata non del tutto comoda che avevo assunto.

-Che si fa ora, caro marito?- chiesi alzandomi in piedi e porgendogli la mia mano, invitandolo ad alzarsi.

Il suo ampio sorriso lo accompagnò mentre si risollevava da terra, intrecciando le dita con le mie in una stretta affettuosa.

 

 

Con mia grande delusione, e sono certa sotto sotto anche sua, dovemmo rimandare la prima notte di nozze. Lan XiChen si era detto d’accordo con me nel posticipare il tutto, dicendosi determinato a catturare per prima la Dama bianca perché non facesse altre vittime.

Quindi alla fine ho davvero aspettato il matrimonio per portarmelo a letto, dissi a me stessa con sconcerto.

Più che deprimermi delusa davanti all’evidenza dei fatti, ovvero ai mie piani per la nottata che andavano in fumo, mi ritrovai a pregare con tutto il cuore che il fantomatico spettro si presentasse davanti a me, piuttosto che al cospetto del cultore. Avrei avuto parecchie cose da dirle, a quella guastafeste.

Prima dovrei ringraziarla per avermi dato l’occasione di sposarlo, pensai, e poi la massacrerei per il suo tempismo nelle apparizioni.

Lan XiChen mi aveva lasciata alle cure dei genitori di una delle prostitute, che si erano gentilmente offerti di ospitarmi mentre il mio compagno risolveva il caso che riguardava il bordello dove lavorava la loro "bambina".

Erano due amabili vecchietti molto simpatici che accettavano completamente la vita della figlia. Avevano perfino raccomandato al mio neo-marito di salutarla da parte loro, se l’avesse incontrata nella casa fiorita.

Io avevo trovato il loro affetto fin troppo dolce, ma ero rimasta in silenzio e mi ero limitata a ringraziarli per la loro gentilezza.

Poi mi ero voltata verso Lan Huan e l’avevo abbracciato stretto, allacciandogli le braccia al collo e permettendogli di sollevarmi da terra di qualche centimetro mentre mi stringeva. Prima che uscisse per dirigersi al bordello, gli baciai le labbra e le guance.

Lui mi sorrise, appoggiandomi a terra ed incamminandosi in direzione della porta.

-Non farti uccidere- gli avevo gridato dietro quando ormai aveva superato la soglia della casa -Mi devi la mia prima notte di nozze, chiaro?- gli ricordai.

Incespicò nei suoi passi come se fosse all’improvviso inciampato, ma proseguì lungo la strada senza voltarsi, forse imbarazzato a tal punto da non volermi mostrare il suo rossore.

Lo sguardo compiaciuto della vecchia donna che mi invitò a sedermi con lei e suo marito per cena mi rese molto orgogliosa di me, in ogni caso.

 

 

Lan XiChen

 

Mi allontanai a passo svelto dalla residenza, ansioso di poter concludere il mio compito.

Avrei mentito se avessi affermato di desiderare di riuscire a catturare presto la Dama bianca solo per il bene che quest’azione avrebbe portato alla città di Moling. Il mio intento era sì quello di purificare la zona dal suo spettro maligno, ma nei miei pensieri c’era anche l’allettante attrattiva di tornare al fianco di Elisa.

Sono sposato, mormorai incredulo a me stesso mentre percorrevo la strada e salivo gli scalini della Sala della Peonia. Mio fratello sarà deluso dal non aver potuto partecipare alla cerimonia… ma non credo si arrabbierà davvero.

Anche WangJi, dopo tutto, aveva sposato suo marito in gran segreto, senza gli esagerati festeggiamenti che di solito quegli eventi comportavano.

Immerso nei miei pensieri, mi ci volle un po’ per rendermi conto che l’ora prestabilita era passata da quasi venti minuti e che potevo andarmene.

Mi alzai dal tavolino che mi era stato riservato e salutai le due donne che avevano accolto me ed Elisa la prima volta, indicandogli con un cenno del capo il sacchetto di denaro che avevo lasciato sul tavolo per la loro disponibilità.

Quando mi ero presentato al cospetto della proprietaria con la richiesta di usare il loro locale come copertura mentre preparavo la trappola per l’essere maligno, non solo le due si erano dette pronte a collaborare, ma avevano perfino trovato un alloggio sicuro per la mia novella moglie.

Ora non mi restava che adempiere ai miei doveri.

Come concordato con Elisa poco prima, mi diressi lungo la strada principale senza allontanarmi troppo dalla casa fiorita. Trovai presto un vicolo laterale che si immetteva nella via che stavo percorrendo e mi ci infilai con passo veloce.

A questo punto rallentai la camminata e misi mano alla spada con un movimento casuale, nascondendone l’elsa con la lunga manica.

Non dovevo far altro che aspettare con pazienza, nonostante la mia mente continuasse a ricordarmi mille immagini di cosa mi aspettava una volta tornato. Il viso sorridente di Elisa mi balenò davanti, i miei pensieri che riportavano le sue parole ed i suoi baci alla luce e mi facevano distrarre.

Scossi il capo per tornare concentrato. A quel movimento, alcune ciocche sciolte mi scivolarono davanti al viso, costringendomi a pettinarle indietro con un gesto frettoloso.

Da quando la ragazza venuta dall’altro mondo aveva preso il mio nastro per legarselo in fronte mi era difficile abituarmi ai lunghi capelli che si spostavano davanti alla mia visuale. Non avevo nessuna intenzione di dirglielo, però.

Vederla con indosso qualcosa di così intimo, per me, un oggetto privato e dal significato profondo, mi rendeva febbricitante.

Con il volto libero dalle ciocche scure, potei guardarmi attorno e perlustrare il vicolo buio. Rallentai ancora il passo, arrivando quasi a fermarmi in prossimità di un pertugio che conduceva ad un’altra stradina laterale.

Attesi qualche minuto in silenzio, fingendo di sistemarmi gli abiti e di dovermi appoggiare al muro per il troppo alcool che in teoria avrei dovuto bere al bordello.

Non successe nulla. Attorno a me regnava il silenzio.

Pronto a tornare indietro a controllare che lo spettro non avesse seguito qualcun altro, fui fermato da un rumore sinistro che mi giunste dalle spalle. Mi voltai con lentezza, spostando lo sguardo dalla parete alla creatura che si stagliava nel bel mezzo della strada.

A pochi metri da me era apparsa la figura di una donna bassa e minuta, le delicate forme che si intravedevano sotto alla leggera stoffa della tunica bianca che indossava. La veste non le copriva ne’ i piedi scalzi ne’ le caviglie sottili, le corte maniche che le arrivavano a mala pena ali avambracci.

Un sibilo sofferente le uscì dalla bocca violacea e gonfia, riempiendo l’aria con quell’acuto ululato di dolore che solo una donna piangente poteva produrre.

Teneva il capo piegato in avanti, nascondendo gli occhi dietro ad una folta capigliatura scura. Il viso pallido era quasi dello stesso colore della veste candida, eppure aveva una sfumatura blu che poteva derivare solo dal soffocamento.

La donna tradita che si era impiccata davanti al bordello, dissi a me stesso mentre lanciavo un’occhiata al suo collo martoriato da lividi scuri.

Senza muovermi per evitare di farla scattare, spostai di poco la mano nascosta dalla manica e strinsi le dita attorno all’elsa di Shuoyue, pronto a colpire. All’improvviso però mi tornarono in mente le parole di Elisa.

Magari aveva ragione, a non volerla eliminare completamente, mi ritrovai a pensare guardando lo spettro che singhiozzava e si lamentava.

Sembrava addolorata, più che furiosa, eppure sapevo che aveva ucciso gli uomini che aveva scoperto a tradire le proprie mogli e perfino i cultori minori che erano giunti in città per eliminarla.

-Come hai potuto… come hai potuto farmi questo?- il suo pianto disperato interruppe le mie riflessioni, mettendomi sull’attenti -Ti amavo così tanto, come hai potuto!?- urlò con voce rotta, riconoscendo in me il marito traditore.

Abbassai la mano che avevo appoggiato sulla spada ed estrassi dal mio sacchetto spirituale un talismano di blocco che l’avrebbe tenuta ferma mentre svolgevo il rito di purificazione. 

Feci per lanciarlo, ma le sue grida mi ricordarono quelle di Elisa quando era stata rapita, quindi tentennai un secondo di troppo.

Quell’esitazione mi costò cara, perché l’essere maligno alzò il capo fissandomi con gli occhi gonfi e marcescenti, ghignando nella mia direzione con le labbra gonfie e spaccate.

Poi la Dama bianca mi si scagliò contro gridando vendetta fra le lacrime.

 

 

 

 

ANGOLINO D’AUTRICE
Ma salve, come va la vita? La mia da schifo, fra scuola e scuola e… beh, scuola :)
Questa di Lan XiChen è stata una sorpresa, lo so, ma desideravo così tanto fare un pezzettino sul suo punto di vista che mi stavano prudendo le dita, davvero. Per di più trovo esageratamente ingiusto che voi possiate leggere riga dopo riga ogni minimo pensiero di Elisa e Cristina senza però potervi godere i nostri cari cultori rincretinirsi per amore.
(Si, sto considerando un paragrafo anche per Jiang Cheng, anche se è di gran lunga meno calmo e posato di Lan Huan)
C’è da dire che sto capitolo è lungo e frastagliato, non odiatemi però. Io vi voglio bene… il più delle volte. Per tutti quelli che sono arrivati fino a qui grazie, avete una pazienza immensa (Deb in primis).

Un bacio a tutti, Sarah_lilith

   
 
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