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Autore: mask89    12/10/2020    7 recensioni
Naruto è in esilio auto inflitto, ma un omicidio, legato a delle circostanze misteriose, lo costringe a ritornare a Konoha, dove sarà costretto ad affrontare il suo passato.
Genere: Azione, Sentimentale, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ino Yamanaka, Jiraya, Kakashi Hatake, Naruto Uzumaki, Sakura Haruno | Coppie: Minato/Kushina, Naruto/Sakura
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Chapter XVIII

 
Ino quel lunedì mattina non riusciva a credere a ciò che stava vedendo. Probabilmente aveva le allucinazioni, ma le scene di ordinaria follia ospedaliera erano quelle solite. Quindi no, non aveva nessun disturbo audiovisivo. Veramente vedeva sorridere Sakura a trentadue denti. Era la quintessenza della felicità. Le si avvicinò e le tirò un pizzico sul braccio; ancora non riusciva a fidarsi, del tutto, dei suoi sensi. La reazione stizzita della sua amica per quel gesto, accompagnata dalla sua espressione spaesata a causa di quell’azione, le diedero la certezza che, effettivamente, non avesse nessun malessere. Cos’era successo alla sua amica, nel fine settimana, per causarle quel repentino cambio d’umore? Insomma, fino al giovedì della settimana precedente, sembrava una psicopatica a piede libero; invece, ora, sembrava essere tornata una persona normale, addirittura felice. Doveva sapere, a tutti i costi! La trascinò di peso nel bar dell’ospedale. La confusione, che regnava a quell’ora del mattino, sarebbe stata ideale per passare inosservate. Osservò con suo piacere, che l’unico tavolo libero era in un angolo appartato dell’ampia sala. Non le avrebbe disturbate nessuno. Fece un cenno al barista, mentre transitava per la stanza. Era più che sufficiente, ormai erano clienti abituali dai tempi dell’università, non c’era la necessità di proferire parola, per farsi arrivare al tavolo ciò che desideravano. Nonostante la moltitudine delle persone, il cameriere portò subito i succhi di frutta e due cornetti ai cereali con i frutti di bosco. Essere dei medici, dopotutto, aveva dei vantaggi. 
«Ora» esordì la bionda «mi dirai esattamente cosa è successo questo fine settimana!»
«E perché dovrebbe essere successo qualcosa?»
«Per quel sorriso trasognante che ti ritrovi stampato sul viso, da quando sei entrata in questo girone infernale, comunemente chiamato ospedale!»
«Ma no, ti stai sbagliando!» Rispose imbarazzata.
«Ascoltami bene fronte spaziosa. Ti conosco dai tempi delle elementari e non ti ho visto mai sorridere così. Neanche quando ti sei fidanzata con Sasuke Uchiha. Neanche quando ti sei laureata con lode. Quindi, smettila di prendermi in giro e dimmi cosa è successo.» 
Il sorriso di Sakura si allargò ancor di più.
«Io e Naruto abbiamo chiarito!»
Ino la squadrò per bene. Credeva a ciò che aveva appena detto, ma era abbastanza, per non dire del tutto, sicura che le stesse nascondendo qualcosa. Doveva farla parlare, anche a costo di forzare la mano. Era troppo curiosa! 
«Interessante. Ma c’è dell’altro. Sputa il rospo!»
«Nient’altro, finalmente abbiamo risolto tutto fra di noi. Ecco perché sono felice.»
La bionda assottigliò gli occhi. Se pensava di liquidarla con quelle briciole si sbagliava di grosso. C’era molto di più e lei su certe cose non si sbagliava, mai!
«Sakura Haruno, pensi che sia una cretina solo perché sono bionda? Mi dispiace, cara. Ora tu mi dici tutto, o ti giuro che non ci schiodiamo di qui, neanche se dovesse venire Tsunade in persona ad urlarci contro. Anzi, sai cosa ti dico, quasi quasi mi faccio aiutare dai lei…» E si guardò intorno alla ricerca della professoressa.
«Va bene, va bene. Ti dirò tutto, ma ti prego di non dirlo a nessuno. Ecco io e Naruto, abbiamo deciso di tenere, al momento, la cosa per noi…»
«Tu e Naruto, eh? Continua, cara, continua pure…» Disse con tutta la malizia di cui era capace. 
«Venerdì sono riuscita ad affrontarlo, come mi ero ripromessa. L’ho seguito fino a casa sua e ho cominciato ad inveirgli contro, finché mi sono accorta che qualcosa non andava. Praticamente, mi ha chiesto di lasciarlo solo e che mi avrebbe richiamato, cosa che ha fatto qualche ora più tardi…» Bevve un sorso di succo, per schiarirsi la voce. «Ecco, mi ha finalmente detto il motivo del suo comportamento. Non è sposato.» 
Ino la guardò perplessa. Non stava capendo.
«Quella fede, è il ricordo della promessa di matrimonio fatta alla sua precedente ragazza, che è morta di leucemia. Se l’è portata via nel giro di pochi mesi.» Sperò che la sua amica credesse a ciò che aveva appena detto. L’espressione sconvolta sul viso della bionda la rassicurò. Aveva promesso solennemente a Naruto di non raccontare ad anima viva ciò che le aveva rivelato.
«Mio Dio…è terribile…»
«Già. Inoltre, mi ha svelato che, appena mi ha visto, i sentimenti che provava per me sono tornati a galla. Solo che non voleva avvicinarsi troppo a me, perché gli sembrava di tradire la sua ragazza. L’amava molto, sai? Sono contenta che abbia potuto conoscere una donna del genere.»
«Ma allora…Mi hai detto che avete risolto!»
«In quell’arco di tempo che è rimasto solo, mi ha confidato che ha sentito come se lei lo avesse spinto ad andare avanti, a non autodistruggersi. Come, invece, stava facendo. Quando sono andata da lui, mi ha parlato molto di Hinata e dal modo in cui la descriveva, posso dire che era una donna eccezionale. Sono sicura che avrebbe sofferto molto nel vederlo ridotto in quello stato. Abbiamo parlato a lungo, di noi due, del nostro rapporto. Stavo per andare via, quando mi ha chiesto di restare a dormire da lui.»
«Cosa?» Gridò. Mezza clientela si voltò nella direzione da cui proveniva l’urlo.
«Abbassa la voce! Sei impazzita?! E poi, non è successo niente…Almeno quella sera…» pigolò Sakura.
La bionda rischiò di strozzarsi con il cornetto a quella rivelazione. Tossi parecchie volte, prima di riuscire ad articolare qualche parola.
«Spiegati meglio…» Proferì con gli occhi pieni di eccitazione. Sentiva che stava per ricevere una notizia bomba.
«Come dire…Il mattino successivo, complice il mio provocarlo, abbiamo fatto l’amore, diverse volte…Ci abbiamo dato dentro tutto il fine settimana.» Avvertì il suo volto andare in fiamme. Sia per la dichiarazione appena fatta, sia per le sensazioni che aveva provato in quei due giorni, passati nell’appartamento di Naruto. Vide l’amica dapprima guardarla con gli occhi sgranati, poi portarsi una mano sul ventre e l’altra sulla bocca, per contenere l’eccesso di risa. 
«Oddio» disse, cercando di riprendere fiato tra una risata e l’altra. «Non ci posso credere. Tu che…» Scoppiò di nuovo a ridere. «Ora capisco quel sorriso...E brava Sakura.» 
La guardò di traverso. Ma, alla fine, si ritrovò a ridere anche lei. Amava Naruto e la sensazione che derivava da quella consapevolezza, le donava un senso di felicità che mai aveva provato prima. 

 
Si sentiva rinato. Quei giorni erano stati un autentico sogno a occhi aperti. Per questo, si sentiva più determinato che mai a chiudere la faccenda. Doveva farlo, per lui, per Hinata e ora anche per Sakura. Non avrebbe permesso che la storia si ripetesse. Questa volta, avrebbe estirpato il male dalla radice. Aveva deciso di non dire nulla a Sakura. Non le avrebbe rovinato la vita. Una lacrima gli scivolò sulla guancia. Perché ci doveva essere sempre un’ombra nella sua felicità? Nella sua esistenza? Era arrabbiato con sé stesso, perché le stava mentendo spudoratamente. Non di certo, per quanto concerne i sentimenti che nutriva nei suoi confronti. L’amava. L’aveva sempre amata. Inconsciamente, non aveva mai smesso di provare quel sentimento. Ma quello che stava per fare…L’asciugò rabbiosamente. Se voleva avere una minima speranza di successo, per quello che si apprestava a fare, doveva mantenersi lucido, calmo. Non doveva permettere ai suoi sentimenti di interferire. Pena, la morte. Guardò ossessivamente il suo telefono. Gaara non si faceva vivo da quasi una settimana. Da venerdì, da quando gli aveva parlato dal suo ufficio, non dava notizie. Pensava che ci avrebbe messo meno tempo. Che avesse avuto qualche imprevisto? No, glielo avrebbe fatto sapere. Sentì suonare alla porta. Si domandò chi potesse essere. Quel mercoledì Sakura aveva il turno di notte. Aprì. Rimase sorpreso nel vedere chi fosse l’ospite inatteso, anzi gli ospiti.
«Killer B, Gaara, cosa ci fate qui?» Chiese sorpreso.
«Buonasera, anche a te, Naruto.» Rispose caustico Gaara.
“Yo, fratello!” Si limitò a dire B.
«Prego, entrate pure, è che non mi aspettavo una vostra visita…»
«Non ci fermeremo per molto.» Disse il rosso accomodandosi sul divano. «Però, abbiamo una cosa importante da dirti…»
«Cioè?»
«Scudo di Sabbia è stato un autentico successo. Siamo riusciti a completare tutto in meno di quarantotto ore, grazie alle tue indicazioni di venerdì pomeriggio.»
«E allora perché non ti sei fatto vivo?»
«Prova tu a tenere a bada una banda di nove pazzi scatenati e vediamo se riesci ad avere del tempo libero.” Rispose irritato Gaara, mentre B rideva beatamente stravaccato sul divano. 
«Non capisco…»
«Tutta la famiglia è qui. Si è voluta riunire per aiutarti!»
«Cosa?» Urlò il biondo.
«Già. Dopo quello che ci hai detto, ho contattato tutta la famiglia. Sono tutti pronti a darti pieno supporto. Il tuo piano può partire anche domani, noi siamo pronti!»
«Non è possibile, vuoi dire che gli altri ragazzi della banda sono qui?»
«Si, per garantirti il pieno supporto.»
«Allora, fratello, quando intendi agire?» chiese B.
«Se voi siete pronti, direi che domani sarebbe perfetto.» Rispose il biondo risoluto. Ormai ogni traccia di sorpresa era sparita.
«E domani sia!» Disse Gaara alzandosi, seguito a ruota da Killer B. 
«Ragazzi» li richiamò «Grazie!»
«Te l’ho già detto una volta» rispose il rosso voltandosi «Noi siamo una famiglia. Chi tocca uno di noi, tocca tutti noi. E poi, non dimentichiamo. Hai accettato di entrare nell’agenzia a causa nostra e nonostante questo, non ci hai mai tradito.»
«L’attacco informatico alla difesa era una mia iniziativa.»
«È vero» disse B «ma noi ti abbiamo aiutato. Potevi coinvolgerci, invece te ne sei assunto la piena responsabilità. È il nostro personale modo per sdebitarci, ma lo avremmo fatto anche se non avessimo avuto una motivazione. Gaara ha ragione. Siamo una famiglia!»
Li vide uscire dall’appartamento. Si sentì un uomo fortunato, aveva ritrovato la gioia di vivere, l’amore e un gruppo di amici pazzi, pronti ad aiutarlo in qualsiasi momento. 

 
Aveva dato appuntamento a Jiraiya e Kakashi in un open bar, situato sul terrazzo di un esclusivo palazzo, edificato a strapiombo, sulla sponda del fiume, il quale divideva la città in due. Quest’ultimo lo aveva avvisato che avrebbe fatto un po’ di ritardo, causa corso di aggiornamento. Ma questo non sarebbe stato un problema.
Mentre si avviava verso l’ingresso, notò che, con suo disappunto, un pontile per pulire le vetrate rovinava quella magnifica facciata. Si abbottonò il giubbotto in pelle. Nonostante fosse quasi metà maggio, quel giorno il cielo era di un compatto color grigio. La temperatura era rigida e le nuvole gravide di pioggia. Vide che Jiraiya lo stava aspettando già al tavolo che aveva prenotato, era situato vicino la ringhiera. Da lì si godeva di un’ottima vista sul corso d’acqua. Come al suo solito, stava facendo il cascamorto con la cameriera. 
«Quando finirai di fare il marpione con le ragazze?»
«Probabilmente il giorno in cui morirò.» Sghignazzò il direttore dell’agenzia. «La tua borsa sembra pesare parecchio.»
«Già, ma c’è un motivo…»
«Cioè?»
«Ho risolto il caso!»
«Cosa?!»
«Ho scoperto chi si cela dietro l’omicidio. Chi è il mandante di Hidan. Perché mi voleva qui. Il nesso con la mia missione di un anno e mezzo fa. Ecco.» Tirò fuori dalla borsa la voluminosa cartellina. «Buona lettura!» Disse ironico.
Jiraiya cominciò a spulciare quei numerosi dossier. Mentre leggeva, vide il suo allievo prediletto, scarabocchiare qualcosa con alcuni fogli. 
«A quanto pare, ti ho trasmesso anche una delle mie abitudini più bislacche. Scrivere qualcosa senza senso, mentre si è in attesa o nervosi.»
«Già…» Rispose, girando il foglio verso il suo interlocutore. Il direttore lo guardò per un attimo accigliato, come infastidito da quel gesto, poi divertito rispose con qualche scarabocchio. Naruto ripiegò il foglio e lo mise al posto.
Si tuffò nuovamente nella lettura. Più andava avanti, più non riusciva a credere a ciò che stava leggendo. Finché non arrivò all’ultimo file. Lo sbigottimento si trasformò in rabbia. 
«Naruto, se questo è uno scherzo, sappi che è di pessimo gusto!» disse irritato. 
«Nessuno scherzo. Tu sei il colpevole di tutto questo. Sei tu che hai organizzato tutto!» Rispose con rabbia. 
«Sei impazzito all’improvviso?»
«Mai stato meglio!»
«Cazzo Naruto, come puoi credere ad una cosa del genere? È ovvio che non ci sono io dietro tutto questo. I tuoi informatori ti avranno dato delle notizie fuorvianti!» Sbraitò alzandosi dalla sedia e sbattendo i pugni sul tavolo. In quel momento poco gli importavano le occhiatacce degli altri avventori.
«Nessun informatore questa volta. Ho hackerato personalmente il tuo pc personale. Sei stato tu a fornirmi tutte le prove che mi servivano! Eri l’unico a sapere dov’ero quella sera con Hinata.» Rispose con rabbia. Lentamente si alzò in piedi ed aprì la zip del giubbotto . Tirò fuori un revolver. Sparò.
Kakashi aveva accumulato un ritardo mostruoso anche per i suoi standard. Sperava di trovare ancora i due al bar. Prese l’ascensore che lo avrebbe portato sulla terrazza panoramica. Era quasi giunto al piano, quando sentì il rumore di un’arma da fuoco. I suoi sensi furono allertati. Cosa diavolo stava succedendo?  Quando i battenti dell’ascensore si aprirono, constatò che il caos era intorno a sé. Gente che scappava, come impazzita. Si diede un rapido sguardo intorno. La scena che osservò lo lasciò pietrificato. Poi il suo addestramento prese il sopravvento. Vide Jiraiya colpito al petto, che indietreggiava pericolosamente verso la ringhiera. Udì un secondo colpo di pistola e colui che lo aveva sparato. Era Naruto. Il proiettile aveva centrato perfettamente il cuore. Vide il suo superiore cadere oltre la balconata. Dopo qualche secondo, udì il tonfo in acqua. Si avventò sul suo ex-allievo, bloccandogli ogni possibile movimento. Un fulmine squarciò il cielo, cominciò a piovere.
«Naruto, cosa cazzo hai combinato?»
Non ebbe la forza di dire nulla. I suoi pensieri erano rivolti a Sakura, ai suoi genitori e ai suoi amici. Perdonatemi, pensò.



Spazio autore:

Ciao, 
puntualmente, come ogni lunedì, ecco il nuovo capitolo.
Le cose belle, come al solito, durano troppo poco. Naruto si è messo nei guai; riuscirà a cavarsela? E Sakura come reagirà?
Come sempre, spero che il capitolo sia stato di vostro gradimento.
A presto!
Mask.
 
   
 
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