Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS)
Segui la storia  |       
Autore: _cioc_    12/10/2020    0 recensioni
Doyun non ha nulla da perdere. Dopo essere scappata si ritrova davanti ad una nuova vita che amerà.
---
La storia è ambientata nelle scene di Spring day.
Genere: Drammatico, Hurt/Comfort, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Maledetta quella volta che ti ho ascoltato! Sbuffai asciugandomi le lacrime che stavano per diventare ghiaccio da quanto freddo faceva. Camminavo in una stradina innevata immersa da enormi alberi che non volevano smettere. Penso siano una mezz'ora scarsa che cammino e sono già stanca, il giubbotto di piuma non aiuta più di tanto e nemmeno la borsa che ho sulle spalle con il minimo indispensabile dentro. Magnifica idea correre via senza pensare a che strada prendere, adesso chissà quando passerà il prossimo treno! In più sono ben lontana dalla ferrovia. Mi fermai mettendo un momento le mani dentro le tasche della giacca per trovare un po' di calduccio, odio l'inverno. "Che freddo" dissi battendo i denti. Da quanto ho capito origliando dai passeggeri di fianco a me, sembra che poco lontano ci sia un motel poco conosciuto, anzi direi sconosciuto da tutti, dimenticato dal mondo. Perfetto per una come me diciamo. La neve era come appena caduta, candida e bianca. I miei capelli biondi crespi e lunghi erano raccolti in una coda fatta male che fra poco dovrò rifare, ma tenevano caldo, solo poco però. Sentii il cellulare vibrare, curiosa di chi sia lo tirai fuori non sbloccandolo. "Torna a casa ti prego" lessi ad alta voce. Non mi ero resa conto che mi ero bloccata nel bel mezzo della strada in quel momento, impietrita da ogni singola lettera sullo schermo. Torna a casa ti prego. Così poche lettere che racchiudono un messaggio triste e malinconico da chi viene dall'esterno, ma non da chi sa tutta la storia. Mi morsi il labbro sentendo le lacrime tornare urlare vendetta sui bordi dei miei occhi, vendetta per il dolore causato da chi so bene io. Misi il cellulare in tasca dopo aver tirato via la notifica velocemente con un gesto del dito. Devo andare avanti. Continuai per la mia strada fino ad arrivare ad una fermata di un autobus, un cartello verde con scritto bus stop. Sgranai gli occhi non essendomi accorta di essere vicino al mare, appena dietro la fermata. Devo riposarmi. Con le mie ultime forze mi sedetti sulla panchina coperta da un'infrastruttura vecchia fatta di metallo e vetro, chissà da quanto nessuno viene qua. Diciamola tutta, non passerà nessun maledetto bus da qui. Non si vede nemmeno l'asfalto da quanta neve c'è. Il mio respiro caldo condensava con il freddo esterno, malgrado avessi sciarpa e cappello tremavo come una foglia seduta su quella panchina. Chissà come è d'estate. Pensai guardandomi intorno. Forse ci sono gli uccellini che cantano e tutte queste piante in fiore assieme a delle macchine che passano, forse. Senza accorgermene mi addormentai, un sonno profondo mi rese inconscia di quello che accadeva attorno a me, di chiunque mi fosse passato davanti, cosa che dubito. Sentivo ancora freddo ma in parte, è come se il mio corpo si fosse abituato a quel freddo, come se fossi diventata parte di esso. Aprii gli occhi di colpo non sentendo quasi più un muscolo del mio corpo, il buio era calato ed una piccola tempesta si stava abbattendo sopra la mia testa, neve e vento leggero erano tutti attorno a me rendendomi nervosa ed impaurita. Sloggiamo. Mi alzai di colpo e venni presa alla sprovvista dal peso della borsa, il che mi fece cadere in avanti e sbattere il mento sulla neve fredda. "Iniziamo bene" mi alzai incominciando a camminare velocemente ed a guardarmi attorno. Il buio. Divenni paranoica, continuavo a guardarmi attorno, non era possibile che nessuno fosse una, doveva esserci pur qualcuno! Odio il buio. Iniziai a correre, senza un apparente motivo. Avevo troppa paura di rimanere intrappolata in quell'oscurità, in quel mondo dove non ci vedi, dove non sai quello che ti accade attorno. Senti e basta. Notai in lontananza una luce azzurrina che illuminava la strada innevata. Luce! Accelerai il passo ancora una volta sperando veramente nella salvezza. Inciampai ancora cadendo di faccia sulla neve. Iniziai a tossire mentre mi alzavo, non riuscivo ad aprire gli occhi. Sentii tutto un tratto un qualcosa afferrarmi il polso, il quale lo ritirai immediatamente. Scacciai un urlo aprendo gli occhi ma vedendo veramente poco. Quel qualcosa cercò di afferrarmi ancora, urlai ancora una volta dimenandomi per liberarmi. "Mi senti!" L'udito era ovattato sentivo malissimo. "Hey" la voce a poco a poco divenne limpida e smisi di dimenarmi anche se il cuore continuava a pulsare sangue. "Stai bene?" Disse la voce, cercai di aprire gli occhi passandomi più volte le mani su di essi per togliere la neve fredda. Vidi una figura di un ragazzo dai capelli corti vicino a me, sembrava preoccupato. "Riesci ad aprire gli occhi?" Chiese mentre io mi misi seduta, passai ancora una volta le mani sugli occhi vedendo quasi come prima, il buio era persistente intorno a me ma una lieve luce rifletteva sulla neve, sul mio viso e sul viso del ragazzo che riuscii a vedere più chiaramente. "Oh bene, meno male" sorrise vedendomi aprire gli occhi del tutto. Aveva delle dolcissime fossette ai lati della bocca ed una voce alquanto profonda. "Vieni ti porto al caldo" si mise dritto porgendomi la mano che afferrai subito dopo. Prese la mia borsa la mise addosso e, dopo avermi messo un braccio intorno alle mie spalle, ci incamminammo verso quella luce azzurrina che vedevo da qualche minuto. Avvicinandoci sempre di più notai che l'insegna luminosa era enorme e formava la parola Omelas, non saprei che cosa sia. Sul porticato al coperto c'erano due ragazzi, uno con una giacca nera il quale era seduto, ed uno con una giacca rossa lui invece in piedi. Ridevano tra di loro finché non ci notarono. "Hyung!" Esclamò quello con la giacca rossa sorridendo, mise le mani in tasca e si avvicinò. "Hobi portala dentro è infreddolita ed ha bisogno di riposare" disse tutto d'un fiato mentre io sempre di più prendevo il controllo del mio corpo, ora tremavo tutta come una foglia d'autunno quando una leggera brezza la colpisce. "Subito" rispose il ragazzo prendendomi sotto braccio. Entrammo dentro una delle porte verdi, ed immediatamente una botta di caldo mi fece sospirare ma non fu abbastanza. "La stanza libera è di qua" il ragazzo parlava da solo mentre giravamo per il corridoio stretto. "Eccoci" aprii una porta ed una stanza piccola mi accolse, non era molto pulita ma non chiedevo moto per ora. "Ora togliti tutto" disse tirandomi via il giaccone. "Cosa?" Dissi mezza rimbambita, dovrei spogliarmi? "Eccomi" il ragazzo di prima arrivò con il mio borsone che poggiò a terra vicino a letto. "Devi cambiarti, non puoi rimanere con quei vestiti" disse anche lui mentre il ragazzo dal giubbotto rosso si avvicinava. "O-ok" annuii con gli occhi socchiusi togliendomi la maglia, mi feci aiutare da entrambi perché tremavo ancora. Misi addosso i vestiti puliti e devo dire che avevano ragione. "Ecco fatto, questi li lavo" il ragazzo dal giubbotto rosso prese su i vestiti sporchi che erano a terra ed andò via senza dire una parola. "Ora riposati, torno con delle coperte" disse l'altro ragazzo uscendo velocemente dalla stanza. Ora ero da sola. Mi guardai attorno trovando la stanza abbastanza disordinata e lasciata a se stessa. Ma per ora andava bene così, mi sdraiai coprendomi con le lenzuola leggere che c'erano sul letto ed in men che non si dica mi addormentai.

   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS) / Vai alla pagina dell'autore: _cioc_