Finalmente sono riuscita ad uscire da quel palazzo, siamo al teatro di Parigi! E dopo il magnifico spettacolo appena terminato, é il momento del ballo. Cosí, con il mio mantello ed una maschera sul viso, inizio a muovermi per la sala, allontanandomi dalla mia compagnia.
È vero, a palazzo siamo pieni di eccellenti cuochi, ma pare che stasera il miglior pasticciere della cittá si sia dilettato a preparare i desserts per la serata. Cosí, osservando tutte le scintillanti decorazioni per le camere, mi dirigo verso uno dei dolci buffets, fino a quando distrattamente inciampo. Fortunatamente qualcosa, o meglio qualcuno, mi arresta a mezz’aria, bloccando la mia mano nella sua. Alzo gli occhi, ed incrocio il suo sguardo, cosí giovane ed elegante. E mi ritrovo a cadere, nelle sue iridi magnetiche zaffiro, da cui non riesco (e non voglio) straccarmi per tutta la serata. Lo ascolto interessatissima mentre mi espone il suo viaggio in giro per l’Europa, fino al finale:
“Comunque il mio nome é Axel Fersen, conte svedese. Con chi ho avuto l’onore di dialogare questa sera?”
E prima ancora che io possa decidere se mentire o rivelargli la mia vera identitá… “Guarda laggiú, quella damigella è la Delfina di Francia”.
Mentre mi osserva stupito, poggio dolcemente il mio indice sulla bocca, come a volerlo esortare a mantenere il silenzio. Alla folla peró sfugge il leggero soffio che esce dalle mie labbra, per mandargli un tenero e leggero bacio, prima di dover sparire verso la carrozza reale.