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Autore: Florentia    14/10/2020    0 recensioni
"Benvenuti a "Florentia - Harry Potter Fan", gruppo che accoglierà giovani maghi e streghe italiani, fan della saga, e che permetterà di sfogare la vostra fantasia.
Oltre a parlare della saga del maghetto, potremmo vivere insieme le avventure nella scuola di magia italiana di "Florentia", seguendo le vicende di Iris, giovane nata babbana che scoprirà che il mondo di Harry Potter è tutto vero, e che anche lei andrà a studiare in una scuola. Periodicamente verranno postati i capitoli di questa avventura, a cui voi vi potrete unire con le vostre #fanfiction e le vostre #fanart, alcune delle quali saranno selezionate per diventare canonici, con la possibilità di creare vostri personaggi.
Saranno ben accette anche le #discussioni sulla saga, delle #riflessioni e gli #offtopic, in maniera di conoscerci e crescere assieme.
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Albus Silente, Alecto Carrow, Altro personaggio
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Prologo 10 Di solito la domenica mattina la “Tazza Traboccante” rimaneva chiusa, in quanto Auriga non aveva più le energie di quando era giovane. Il sabato tendeva a rimanere aperta fino ad una certa ora, ma più per abitudine che altro. Era dietro il bancone, che osservava lo strano assortimento sul tavolo, la figlia Lilia col marito, la nipotina Iris, e in più il caro Bogumil. Aveva imparato ad apprezzare quel ragazzo un po’ strano, fidato contatto col mondo della magia, oltre che caro amico del marito. Non avrebbe mai pensato di assistere ad una scena così particolare. Iris entusiasta riempiva di domande l’animagus, il genero che sorseggiava un caffè amaro, e la figlia, accigliata, che guardava il vuoto. Si erano sempre odiati per non averle mai detto la verità, ma lei non aveva mai dato segnale di aver ereditato la particolarità del padre, quindi non c’era mai stata ragione di deluderla. Ma vederla lì, accigliata, faceva davvero male. Cercava di sorridere solo quando Iris la coinvolgeva nella discussione, ma si notava che la tristezza che la circondava. Non aveva mai saputo affrontare una delusione. E forse questa era la più cocente che le potesse capitare, in quanto inaspettata. “Lilia, cara, puoi venire un attimo a darmi una mano?”, chiese Auriga, nel tentativo di rimanere da sola con lei. “Certo.”, rispose freddamente la donna, alzandosi quasi automaticamente dalla sedia. “Devo prendere qualcosa nel magazzino, vieni.”. Si ritrovarono da sole nello scantinato impolverato della locanda, circondate da scatoloni e bottiglie. Una sola finestrella illuminava lo spazio. Fin da bambina, Lilia aveva temuto scendere lì sotto, e oggi non era da meno. Era colma di sentimenti contrastanti. Non sapeva se quello che stava accadendo fosse vero, ma soprattutto sicuro. Che fossero diventati tutti matti? “Che hai?”, chiese senza troppi giri di parole la madre, affrontandola faccia a faccia. “Che ho? Secondo te devo accettare tutto questo senza problemi? Hai visto Iris? È entusiasta. Non capisce che tutto questo è una follia.”, aveva iniziato a parlare, lasciando andare tutte le emozioni e dubbi, rovesciandoli sulla madre, nella speranza segreta di sentirsi dire che fosse tutto uno scherzo. “Non ti sto chiedendo di accettare tutto dal nulla, ma solo di provare ad ascoltare quello che sta accadendo.”, disse Auriga. “Io so che per quanto assurdo possa sembrare, questa è la verità, e non posso dirti il contrario, anche se conoscendoti è ciò che vorresti. Tuo nonno era un mago, e questo ci ha creato problemi nei nostri primi anni insieme, quando ancora vivevamo in Inghilterra. E tua figlia ha ereditato questa cosa.”. “Mi vuoi dire che mi avete mentito su tutto? Che non siete fuggiti perché i genitori di papà non vedevano di buon occhio il vostro rapporto?”, chiese Lilia trattenendo le lacrime. “No no, questo è tutto vero. Anzi. Non vedevano proprio per questo bene il nostro rapporto.”, disse sorridendo la donna, lasciandosi andare ai ricordi. “Devi sapere che l’amore tra non maghi e maghi non è mai stato visto bene, in quanto alcuni vorrebbero conservare solo tra le famiglie dette pure la magia. Io non sono una strega, e questo loro non riuscivano ad accettarlo. Dovemmo fuggire per riuscire a vivere quello che eravamo sicuri fosse il nostro destino. E ora tu sei nella brutta situazione di dover accettare che quello di tua figlia sia diventare una strega.”. “E tu come fai a sapere che questa per lei sia la cosa migliore?”, chiese Lilia senza troppi giri di parole. “Perché immagino che questo la allontanerà da casa, lontano dai suoi amici. Non può essere semplice come la fai tu, mamma.”. Lilia iniziava a realizzare che questa storia l’avrebbe allontanata dalla figlia, così presto. Non era pronta. “Se capisci come vivere questa cosa, oltre ad avvicinarvi, questa cosa potrebbe cambiare in meglio anche la tua vita. Però ti assicuro che educarla ad usare la sua magia è l’unico modo perché per lei non diventi un pericolo. E a Florentia ci sono gli insegnanti migliori che possa trovare.”. Auriga aveva realizzato molto tempo prima quella cosa. “Vedo che ti sei preparata il discorso per bene.”, disse Lilia alla madre. “Oh, perché l’ho già vissuta con tuo padre, quando eri ancora piccola. Lui mi ha fatto capire che, se tu fossi stata una strega, sarebbe stato il caso di educarti. Ma allora Florentia non esisteva. Saresti dovuta andare, nella migliore delle ipotesi, in Francia, se non in Inghilterra.”. Auriga ricordava bene quella litigata, avvenuta su alla locanda, una notte, con solo una candela accesa. E si ricordò come fu difficile per lei accettare quella possibilità. “Senti, la magia è un qualcosa di potente, ma può essere controllata con le giuste conoscenze. Se non educata, invece, può mettere a rischio la sua e vostra incolumità, col passare degli anni. Più lei diventa grande, più il suo potere aumenta. Tanto che potrebbe anche prendere il sopravvento. Io capisco tutte le tue paure, ma è per il suo bene.”. “In poche ore è impossibile realizzare che tua figlia è una strega, e che bisogna educarla affinché possa controllare questa…questa…cosa!”. Lilia era in contrasto coi suoi stessi sentimenti. Era una situazione troppo grande, arrivata di colpo nella sua vita. Poi realizzò. “Luigi. Lui perché è così tranquillo, lì sopra?”. Rifletté. “Lui sapeva già tutto, mamma?”. “Non lo nego, no. Un giorno vide tuo padre far volare i tavoli alla locanda, mentre facevamo le pulizie. Era passato per un saluto, non sapevamo sarebbe venuto. Gli abbiamo dovuto raccontare la verità, pregandolo di non dirti nulla.”, rise. “Lui quella volta svenne.”. “Quindi avete tutti complottato contro di me?”. Si mise a piangere. Girò, le spalle, e fuggì fuori. Era troppo. “Ehi mamma, sai che...mamma?”, disse Iris, guardando la mamma correre via dalla locanda. “Luigi, forse è il caso che tu la segua. È alquanto turbata.”, disse Auriga, apparendo dietro il bancone, con un sorriso malinconico sulle labbra. “Non la presa bene, vero?”, disse il padre. “No”. “Allora vado. Tu Iris fai la brava qui. Cercherò di sistemare la cosa.”, disse il padre della bambina, infilandosi la giacca. “Ma...”. Iris stava realizzando che intorno a lei non tutti erano entusiasti di quella novità. “Non preoccuparti, cara. Le passerà.”, disse la nonna, arrivando al tavolo con tre bottiglie, che Iris non aveva mai visto alla locanda. “Ho fatto molto danno?”, chiese malinconico Bogumil. “Ti avevo detto di passare prima qui con la lettera. Ma non importa, sistemeremo le cose. Ore bevete.”, diede una bottiglia a testa. “Cosa è?”, chiese sospettosa Iris. “Burrobirra. Quella vera.”, disse la donna, ricambiando il sorriso stupefatto della nipote. “Dobbiamo comunque festeggiare questo giorno. Tua mamma capirà. Ha paura, ed è normale.”. “A Florentia sarà al sicuro, non deve temere nulla.”, disse Bogumil. “Lo so, caro. Ma la figlia sarà lontana da casa con degli sconosciuti. Non è facile accettarlo.”, disse la nonna. “Ma ci sarò io, a me mi conosce.”, fece notare il ragazzo. “Non gli hai fatto la migliore delle impressioni, purtroppo.”, rise la nonna. “Iris, tu come stai?”, chiese. “Strana. A quest’ora avrei dovuto essere ancora a letto, invece sono qui a realizzare che ciò che ho sempre voluto fosse vero, lo è. Ma vorrei che la mamma fosse qui con me.”, disse un po’ malinconica la bambina. Voleva davvero che la mamma fosse lì con lei. “Vedrai che capirà.”, disse la nonna. “Adesso dobbiamo organizzarci per andare a comprare le che ti serviranno. Però una cosa la voglio provare adesso. Si alzò, dirigendosi verso una credenza. Da un cassetto tirò fuori una scatoletta di legno. Era anni che non la tirava fuori. Tornò al tavolo. Aprì il contenitore, dalla quale estrasse un telo arrotolato. Srotolandolo, rivelò quello che sembrava essere un bastoncino di legno. “Questa era la bacchetta di tuo nonno. Ora, io non so bene come funzioni, ma pare che sia vera la storia che sia la bacchetta a scegliere il mago o la strega. Avrebbe voluto, ne sono sicura, che l’avessi tu.”, e così dicendo la porse alla bambina. “Ma è magnifica.”, disse Bogumil, cercando di toccarla, e prendendosi uno schiaffo sulla mano dalla nonna. “Ahia”. Iris la afferrò, sentendo uno strano calore scorrere nel palmo della mano. La bacchetta emise alcune scintille rossastre. “Sembra che voi due andiate d’accordo.”, disse la nonna. “Spero che imparerai a fare tutte le cose fantastiche che ci faceva tuo nonno.”. Nel dire ciò, si asciugò una lacrima.
   
 
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