IV
Smarrimento e Consolazione
Era
stata sancita una sorta di tregua tra Serpeverde e Grifondoro e
nessuno sembrava a conoscenza del motivo. In realtà, nemmeno Draco
riusciva a spiegarselo bene ... sapeva solo che da quel pomeriggio
alla Torre di Astronomia Harry, (non più Potter e Malfoy tra di
loro), aveva preso a salutarlo e a trattarlo con gentilezza anche
davanti al pubblico della Sala Grande. E a lui non era riuscito
assurdamente facile ricambiare con la dovuta cortesia; anche se
ostacoli ce n'erano stati:
da
un lato Draco aveva dovuto affrontare le accuse di chi tra i
Serpeverde lo additava come un traditore, e di quelli tra le altre
case che ritenevano stesse cercando appoggio in Potter solo per la
sua fama e quindi per riabilitare i Malfoy;
dall'altro
Harry aveva suscitato il malcontento tra i suoi fan e nel Ministero,
che avrebbe voluto stabilire un ferreo controllo sulle famiglie
Purosangue superstiti da Azkaban, e in particolare sul loro
patrimonio. Una punizione esemplare che colpisse tutti
indiscriminatamente gli appartenenti di quella casata di nobili maghi
oscuri che era Serpeverde sembrava ad alcuni membri rimasti ai
vertici del Wizegamont la soluzione migliore per accontentare le
vittime della Guerra, e per ricevere i loro voti alle ormai prossime
elezioni per il posto di ministro. Ma se Harry Potter ora si metteva
a "fraternizzare con il nemico" andava a rompere loro le
uova nel paniere....
Ron Wesley, Hermione Granger e Neville Paciock erano nel pieno di una crisi di nervi, perchè ormai si avvicinava Halloween ed Harry non aveva smesso di aggirarsi misterioso nei corridoi della scuola con un ghigno da serpe e con un'espressione da 'sta per succedere qualcosa ma non ve lo dirò per salvarvi le chiappe' a loro detta parecchio irritante. Sapevano solo che tutti i finesettimana Remus veniva a trovarlo con Teddy e poi si acquattavano da George ai Tiri Vispi Wesley per architettare chissà che cosa.
Pansy
Parkinson non si era fatta alcun tipo di domanda, anche perché ora
la sua attenzione era stata calamitata da un certo cafone di nostra
conoscenza... girava a braccetto con Cormac McLagghen, con due
cuoricini al posto degli occhi...
Gregory
Goyle invece se ne era fatte molte di domande, ma non era venuto a
capo di niente e constantemente voltava il capo da Vincent a Draco
sperando che i suoi vecchi amici si decidessero a spiegargli qualcosa
Blaise Zabini e Theodore Nott avevano capito tutto ma tacevano, incuriositi piuttosto dalle possibili svolte di quella strana situazione. Chi tra tutti stava peggio era Vincent Tiger, che da quella famosa mattina nella stanza delle Necessità si aggirava per Hogwarts come uno zombie dall'aria particolarmente imbarazzata, e da alcuni primini Tassorosso era stato scambiato per il Barone Sanguinario. Se prima faceva in modo di trovarsi sempre sulla traiettoria di Neville per rompergli le scatole, ora lo evitava come la peste e faceva finta di non vederlo. Neville non era da meno, ma iniziava a essere francamente stanco di quell'atteggiamento... ora che Bellatrix aveva raggiunto il Nirvana infernale con il suo Lord Oscuro, Tiger rimaneva il suo principale avversario, nonchè il suo punto di riferimento.
Mancava una sola settimana ad Halloween e le zucche di Hagrid avevano raggiunto dimensioni cosmiche. Hogwarts era già addobbata a festa con le classiche decorazioni; fu durante la lezione di Erbologia che Neville, libero dalle preoccupazioni che di solito lo assillavano nelle altre materie, si ricordò di una questione importante.
-Neanche avessi più la Ricordella Neville- fece Ron, quando a metà lezione lui spalancò gli occhi nocciola ed esclamò: – oh, Merlino, la Pena! -
La
Pena del Perdente la doveva stabilire ovviamente chi vinceva un
Duello Doppio; in quel caso il Patto era stato siglato dalla magia
oscura, quindi sino a che non si fosse deciso il prezzo da pagare,
Tiger sarebbe stato soggetto ad essa. Ron inizialmente lo aveva preso
in giro per la sua smemoratezza e ci aveva riso su, ma poi,
affiancato da un'Hermione sconvolta, lo aveva redarguito sulle gravi
conseguenze che questo avrebbe potuto portare al Serpeverde. Neville,
alle prese con una Astrofilia Pigmentaria Carnivora, aveva dato una
veloce occhiata al ragazzo moro col cravattino verde – argento che
stava lavorando a due tavoli di distanza... e che ricambiava lo
sguardo. Neville
arrossì furiosamente e si ritrovò con un fastidioso groppo in gola.
Eppure il suo essere Grifondoro gli stava intimando di muoversi;
abbandonò
la sua pianta ad un destino incerto e si avvicinò a Tiger...
Vincent
non distolse un secondo gli occhi dalla figura del compagno
rosso-oro, nascondendo ad arte il suo imbarazzo. Quando ormai mancava
solo mezzo metro a separarli però una voce li richiamò entrambi –
PACIOCK, TIGER!!!- , la Sprite li osservava. Non era essattamente
quel che si dice 'furiosa', ma sebrava molto irritata e offesa
dalla mancanza di attenzione del suo migliore studente. Neville si
irrigidì. Il rossore diffuso sulle gote testimoniava il suo
crescente imbarazzo, imbarazzo che molti scambiarono per la vergogna
di essere stato richiamato;
-
Le vostre Astrofilia sono in evidente stato di depressione a causa
della vostra disattenzione. Resterete qui a fine lezione per
rimediare al danno... non voglio sentire patetiche giustificazioni!-
Neville
che non era abituato a farsi riprendere dalla Sprite esibì un colore
'rosso Wesley' in zona orecchie, ma a parte questo non tornò alla
sua postazione con la testa bassa, proprio come Tiger invece si
aspettava; richiamò a sè con un Accio il vaso incriminato e lo
appoggiò nel banco del Serperverde, che già lo divideva con Goile e
Draco. I due decisero di non commentare e si spostarono su un altro
banco per sommo orrore di Vincent ... il ragazzo sibilò un
'traditori'
ai suoi "amici", ma poi si dovette girare perchè Neville
aveva preso a tirarlo per la manica;
-si
può sapere cosa vuoi!?- sussurrò stizzito il Serpeverde evitando
però di guardarlo nuovamente in faccia ... faceva finta di essere
concentrato sul compito della Sprite... scostò con una manata le
dita del giovane davanti a lui.
-Mi sono ricordato solo ora della
tua Pena Tiger... scusami davvero- disse Neville chinandosi più che
potè verso Vincent, mentre anche lui fingeva di occuparsi della
Astrofilia. Aveva dovuto farsi violenza per pronunciare quelle
semplici scuse e non osava immaginare il seguito...
Dire che Vincent era rimasto di sale era un eufemismo, gli occhi a palla e la mascella cadente erano solo i segnali più evidenti della sua incredulità.. perchè in otto anni di scuola Neville Paciock non si era mai scusato di niente con lui, nè tantomeno aveva mai usato un tono gentile. Gentile e preoccupato. Paciock preoccupato per lui? Nah, più probabilmente i suoi erano i famosi sensi di colpa rosso-oro che spingevano qualsiasi Grifondoro ad adottare atteggiamenti e tattiche inusuali e ridicole pur di rimediare a possibili torti commessi.
Tiger scosse il testone come a dire che non gliene importava... anche se in effetti in quell'ultimo periodo usare la bacchetta era diventato quasi impossibile, perchè gran parte degli incantesimi gli si ritorcavano contro. Molti avevano semplicamente pensato che quello fosse il risultato della sua evidente stupidità. Pochissimi, tra i quali Neville, erano a conoscenza delle sue reali capacità. A Vincent non importava ciò che la gente pensava di lui, ciò che gli aveva dato fastidio era stato non poter usare la bacchetta a suo piacimento. Fino a quel giorno aveva pensato che tutto ciò fosse stato architettato da Paciock per fargliela pagare, ma ora era evidente che non era stato così. Una dimenticanza. Vincent strinse i pugni fino a farsi sbiancare le nocche, che scricchiolarono minacciose alle orecchie del Grifondoro. Come aveva potuto dimenticarsi di una cosa così importante!?! Vincent non voleva ammettere che a infastidirlo era soprattutto il fatto che Paciock non lo aveva minimamente considerato in quelle settimane, anzi, lo aveva evitato... ( si, ma tu hai fatto lo stesso! gli rimarcò la sua coscienza, perennemente inascoltata). Arrossì un poco al pensiero di ciò che li aveva spinti a comportarsi così.
Neville osservò preoccupato e confuso le sue reazioni. Quando la campanella suonò rimasero immobili in mezzo al trambusto di gente che correva verso l'uscita caricandosi la borsa in spalla, tra sedie che grattavano il pavimento e strumenti quali cesoie e coltellini che tintinnavano e sbattevano rumorosamente, lasciati di colpo sui tavoli da lavoro.
Ron
e Hermione salutarono con la mano prima di dirigersi verso l'uscita,
un pò preoccupati. Pansy li superò, uscendo in fretta e furia e
strattonando Goile che le portava la borsa. Harry per niente
impensierito si avvicinò ai due e a Draco:- Neville, Vincent , se
non riuscite a finire in tempo per il pranzo fate un salto in cucina
ok? Dirò a Dobby e a Winky di preparare qualcosa per voi-
-Grazie
Harry, sei un amico- disse subito Neville, sorridendogli con calore.
Non
si accorse del luccichio improvviso negli occhi di Vincent, che
sembrava interessato dalla piega delle sue labbra... invitanti...
Oddio Vince riprenditi, che cavolo vai a pensare... bleah, è uno
schifoso Grifondoro!Uno schifoso Grifondoro con
delle labbra da favola devi ammetterlo...
NO!!!No, PROPRIO PER NULLA! * (1)
mentre
nella mente del Serpeverde avveniva questo immane scontro,
all'esterno nulla sembrò essere stato percepito. Vincent guardò il
Grifondoro moro, distraendosi finalmente dall'altro, e abbassò
brusco il capo in uno sgraziato ma sincero cenno di ringraziamento. Harry
gli posò una mano sulla spalla e strinse come a dargli conforto..
aveva notato eccome i futili tentativi di usare la bacchetta in quei
giorni.
Poi si rivolse a Draco: - Hai da
fare dopo le lezioni del pomeriggio?-
-Uh? In realtà avrei gli
allenamenti di Quidditch...-
-Ok, ehm, stasera? Possiamo vederci
nella Stanza delle Necessità?-
-...-
-Dovrei parlarti di quello che mi ha
detto Lupin -
-Harry,
ma...!?!- li interruppe Neville, questa volta visibilmente scioccato.
Non aveva voluto rivelare a nessuno dei suoi amici il motivo del suo
recente turbamento, ed ora andava a spifferare tutto a Malfoy...
Draco
lo guardava con espressione smarrita.
D'accordo
che tra loro c'era una sorta di tregua, ma da qui ad invitarlo ad
uscire insieme... ehm ehm, (colpo
di tosse stile Umbridge dalla sua coscienza),
veramente Malfoy, ti ha solo invitato nella Stanza per una
discussione seria, non per una chiaccherata tra amici!
Appunto, questa è una cosa più intima!
Corri Draco, corri...
-O-ok Harry, alle otto in punto. Non
azzardarti ad arrivare in ritardo. Ciao Vince, ... Paciock -
Il
biondo dopo aver salutato si stava allontanando da
solo,
ma Harry lo affiancò quasi subito: -ti accompagno, tanto la strada è
la stessa -
Draco
non rispose ma sulle sue labbra comparve un sorriso, rapidamente
camuffato da un ghigno. Dentro di sè esultava. Uscirono spalla a
spalla dall'aula di Erbologia.
Infine Neville rimase solo con
Vincent. Per un pò si dedicarono seriamente alle Astrofilie... in
fondo dovevano solo proiettare sulle lunghe foglie, attorcigliate sul
gambo robusto come edere, una luce illusoria, simile a quella di una
stella, in modo da farle riprendere. Non ci volle molto che sotto
l'influsso dell'incantesimo, riuscito quasi perfettamente anche a
Tiger, comparvero piccole chiazze colorate sui petali enormi e
soffici. Neville ne accarezzò uno, della consistenza del cotone.
Il passo successivo sarebbe stato
quello di nutrire i fiori con insetti vari, possibilmente vivi. Per
loro "fortuna" le Astrofilia andavano ghiotte di lombrichi
e ne avevano due vasetti pieni. Finirono il compito nel giro di una
mezzora, e a quel punto furono costretti a guardarsi e a rivolgersi
la parola.
-... allora?-
-ehm, veramente non so ...-
-non lo sai!? Merlino del cazzo e
che cosa dovrei fare io eh?! A cosa hai pensato nell'ultima ora!?-
-uh, beh... ora che mi ci fai
pensare l'idea di lasciarti penzolare per gli alluci dal soffitto
della camera di Gazza...-
-Ehi, non ti ci provare nemmeno!O ti
ritroverai tu appeso da qualche parte... e non sarà piacevole!!!-
-Umpf, non si può neanche scherzare
eh?Bene allora...-
-Allora che?!-
-Un attimo! Per Morgana, non
mettermi fretta!!!
-...-
-ecco, trovato!-
-...-
-sceglierai
tu stesso la tua Pena... in un certo senso, eh eh –
Fece
la sua comparsa un ghigno made in Malfoy scopiazzato per
l'occasione... sulle labbra di Neville faceva orrore. Vincent
soppresse un brivido.
-...-
-Bene, chiederò a Herm di aiutarmi!
Ehm, mi raggiungeresti dopo cena nella...-
-Stanza delle Necessità? Come mai a
voi Grifondoro scemi viene in mente solo quella?-
-Si da il caso che l'abbia scoperta
io*(2). Ho tutto il diritto di usarla quando mi conviene, no? E poi è
l'unico posto segreto e neutrale di tutta Hogwarts-
-Avrei da obbiettare sia per il
'segreto' che per il 'neutrale'. E non è l'unico posto- ,Tiger
guardò l'orologio appeso al muro e sospirò rassegnato : – Bene
,mi sa che non abbiamo altra scelta...-
-Infatti! La Stanza è...-
-Vieni!-
Di colpo Neville arrossì. Non era
da lui fare certi collegamenti, ma il tono del Serpeverde era così
roco e autoritario... e dopo quella fatidica mattina...
Vincent ci mise meno di un secondo a
capire cosa aveva detto di così disturbante:- ma che v-vai a
pensare scemo! Andiamo, và, - lo afferò per un braccio, ignorando i
brividi lungo la schiena e lo condusse con una certa fretta fuori
dalla serra;
-D-dove?-
-Nel secondo posto più segreto e
neutrale di tutta Hogwarts-
Neville scoprì con sollievo che il secondo posto più segreto e neutrale di tutta Hogwarts era la Cucina. Le Cucine di Hogwarts erano grandi e sempre affollate dagli elfi domestici del castello, pronti a servire e riverire chiiunque. Come aveva promesso Harry, al loro arrivo Dobby e Winky li fecero accomodare a un tavolino un po' appartato, già apparecchiato per due; non appena si furono seduti apparvero le prime pietanze insieme ad acqua e ...
- ehi, ma questo è Wiskie
incendiario!!-esclamò Tiger, afferrando con reverenza una bottiglia.
Neville osservò il suo riflesso sul vetro verde limone, poi sollevò
lo sguardo su Tiger e questo lo ricambiò, con un ghigno da serpe.
-Che ne dici? Una bottiglia di
Wiskie Incendiario da Madama Rosmerta... Quando Piton parlò di
"imbottigliare la morte" non aveva tenuto conto di questa -
sventolò la bottiglia davanti al ragazzo, che lo fissava
meravigliato: – Ricordi ?-
-del mio Capocasa?
Ogni.Singola.Parola. Non sono uno smemorato Grifondoro che si
dimentica persino le parole d'ordine, Paciock-
Quella frase diede inizio a una lunga discussione, coronata da quattro abbondanti sorsi di Wiskie Incendiario a testa. Erano così impegnati nel loro acceso diverbio che non si resero nemmeno conto di stare entrambi bevendo dalla stessa bottiglia. Il cibo ingerito però contribuì a tenerli abbastanza lucidi, e la bottiglia sparì che era appena a tre quarti. Richiamata da uno schiocco di dita di un certo elfo grande amico di Harry Potter.
-Winkie ammazzare me se sa che Dobby pescato dalle sue scorte personali. uff. Dobby fare tutto quello che può per Harry Potter!-
A un certo punto entrambi i ragazzi
si erano chinati per prendere lo stesso pezzo di pane... l'immagine
di una gustosa scarpetta aleggiava tra i due come un illusione nel
deserto
-Ah, scusa- disse Neville, che allo
sfiorarsi impercettibile delle loro dita era diventato un peperone.
Vincent lo notò. Allungò in fretta la sua mano per trattenere
quella di Neville. Stettero li a guardarsi con le mani allacciate,
per quella che sembrò loro un'infinità. Poi Tiger spezzò il pane e
ne diede una parte al compagno, piacevolmente sorpreso dal gesto. Il
pranzo si protrasse silenzioso ma intenso, forse più a lungo di
quanto sarebbe stato necessario per un semplice pranzo tra compagni
che ufficialmente si detestavano. Non so dirvi se fu il Wiskie ad
avere il merito di tutto ciò. Chiedetelo ad Harry Potter.
Alle
otto in punto Harry e Draco si incontrarono davanti all'arazzo di
Barnaba. Harry aveva già preparato la stanza... - Mai che tocchi a
me, eh Potter?- disse Draco guardandolo con una finta aria
imbronciata, riferendosi al fatto che era sempre Harry a decidere
l'arredamento e ciò, secondo la modesta e pertinente opinione del
Serpeverde, andava a scapito del buongusto.
-Mm, non te la prendere , se fosse
per te la Stanza assumerebbe l'aspetto di una seconda sala comune
Serpeverde... non che non apprezzi i divani di pelle nera e le pareti
di pietra nuda ma... -
-Ah!E tu come fai a sapere com'è
fatta la mia Sala Comune, dove si trova e...- Draco si interruppe.
In effetti non ci aveva pensato fino
a quel momento, ma quando Harry lo aveva riportato nel suo
dormitorio, aveva proceduto a passo spedito, come se già ne
conoscesse l'ubicazione. Harry potè ben leggere i suoi dubbi dalla
buffa espressione che aveva, ma si limitò a scuotere la testa e a
farlo entrare nella porta che aveva appena fatto la sua comparsa
-Una volta o l'altra risponderò a
tutte le tue domande Draco, ma ora siamo qui per un altro motivo -
Harry si sedette in una comoda
poltrona, molto simile a quella evocata per il Duello. La sala era di
modeste dimensioni, molto accogliente. C'erano due poltrone vicino al
caminetto acceso; un soffice tappeto copriva quasi tutto il
pavimento, un tavolino rotondo di cristallo, con fini intarsi
nell'unica gamba di metallo che lo sosteneva, si trovava al centro
della stanza, e una brocca con acqua fresca faceva su di esso
compagnia ad una teiera di ceramica insieme a due tazze da tè e due
bicchieri.
C'erano però ben tre sedie intorno al tavolo e inoltre, proprio mentre anche Draco andava a sedersi al suo posto, comparvero un'altra tazzina di caffè nero e... un biberon. Draco, già girato di spalle, non notò nulla, perchè tutta la sua attenzione era stata deviata dalla Stanza e calamitata sul ragazzo al suo fianco. Oltre al tavolino comunque, c'erano ben due scaffali stracolmi di libri e se il biondo avesse avuto la curiosità di andare a leggersi i titoli avrebbe capito che quelli facevano parte dell'antica quanto preziosa raccolta dei Black. Harry, lieto di non averlo fatto insospettire, gli rivolse un amaro sorriso e cominciò: - Se ti ho chiesto di venire qui è perchè mi fido di te-
Draco lo guardò come se gli avesse
detto che voleva un mondo di bene a Voldemort...
-e credo che, al contrario di Ron,
Herm e Neville... tu non cercherai di fermarmi nè di farmi cambiare
idea-
cominciamo bene... vuole rendermi
complice del suo nuovo piano per suicidarsi...
-E' qualcosa di pericoloso?-
-... solo per me. Per ora ti chiedo
solo di ascoltarmi. Di capirmi. Il fatto è che... ho trovato
il modo di far tornare Sirius -
-Black? Intendi il cane pulcioso
rinchiuso ad Azkaban per dodici anni?-
Harry strinse minaccioso gli occhi –
E' il mio padrino -
-Ah, beh... ma non era... morto?-
-Non proprio. Per ora è rinchiuso
in un limbo. Il suo corpo, visto che ormai è passato tanto tempo,
potrebbe aver subito dei cambiamenti ma... di sicuro la sua anima è
ancora intatta. So come fare a riportarlo indietro. Il problema è
che il Ministero è contrario a questo mio... esperimento,
così l'hanno definito- concluse Harry con una smorfia.
-Ancora non ho capito perchè mi
dici tutto questo, dopo tutto sono, sono... lo sai cosa ! -
Harry si alzò dalla poltrona e si
inginocchiò davanti a quella del suo rivale di sempre. Mercurio fuso
nello smeraldo all'incontro dei loro sguardi. Harry gli prese una
mano. La mano di quel braccio. Sbottonò rapidamente il
polsino e sollevò la manica così in fretta che Draco non potè
impedirglielo. E lì, a deturpare il bianco candido della sua pelle,
svettava pallido ma sempre Nero, il Marchio.
-NO!
C-cosa vuoi fare!?!- Draco si odiò in quel momento ma non riusciva a
smettere di tremare, era come paralizzato. Fissava la cosa orrenda
nel suo braccio per non incontrare il disgusto negli occhi di Harry.
Ma orrore e disgusto in lui si mischiarono ad una tiepida speranza,
quella che vide riflessa negli occhi del moro quando questo lo prese
per il mento e lo costrinse a sollevare il capo. Harry si chinò
inesorabilmente verso il simbolo di tutto ciò che aveva sempre
odiato. Eppure non c'era disprezzo per Draco, nè per quello che era
stato, ... per quello che, alcuni si ostinavano a dire, sarebbe stato
sempre. Lo sfiorò con le labbra, ne delineò il contorno con un dito
e poi lo frappose alla sua cicatrice. Il suo Marchio, la sua
Maledizione e allo stesso tempo la Benedizione per tutti gli altri.
-
Nessuna traccia oscura, proprio come pensavo- disse sorridendo Harry,
tirando fuori dalla veste una bacchetta ed una scatolina
rettangolare. Draco strabuzzò gli occhi quando riconobbe la
bacchetta di Sambuco. - Ma questa?-
-Non la considero come mia, la uso
solo per i casi più difficili-
-...-
Harry puntò la bacchetta sul
Marchio Nero e pronunciò una formula a lui sconosciuta. Il marchio
sparì, come inchiostro che si scolori pian piano. Draco guardò
esterrefatto prima il braccio completamente bianco e liscio, poi la
bacchetta, poi la mano che la impugnava e poi il proprietario di
quella mano. Un pò sfocato a causa delle lacrime che gli riempivano
gli occhi.
Malfoy non piangeva che in silenzio. Era stato educato così. Malfoy non sorrideva, semmai ghignava. Malfoy non ringraziava, non abbracciava, non faceva trapelare i suoi sentimenti se non la rabbia.
Draco invece si. Si abbassò, piano, scosso da brividi in tutto il corpo, e si ritrovò a pochi centimetri da Harry. Si sporse quel tanto che bastava e posò le sue labbra su quelle di Harry, nulla più che una carezza. Nel bacio, un sorriso e una speranza, per tutti e due. E nella scatolina un ricordo di ciò che non sarebbe più stato e di ciò che sarebbe potuto accadere, la bacchetta che aveva sconfitto Voldemort. La bacchetta di Draco, una dolce consolazione.