Nella
tana
Quando Jimmy varcò il maestoso ingresso della
casa gli sembrò di entrare in un film d’epoca: le pareti erano ricoperte da uno
spesso strato di velluto rossastro e, in molti punti, malandato; sopra la sua
testa penzolava un enorme lampadario oscillante, a cui mancavano alcune
lampadine; e il pavimento di marmo scuro era ricoperto da un largo tappeto
persiano e da polvere. Di fronte a lui una scala di legno cadente portava al
piano di sopra.
Ami si schiarì la gola, riportandolo con i piedi
per terra. Già, Ami Kudo, minuta ragazza dalla pelle pallida e dagli occhi
intensi, vibranti quasi. Ami Kudo, la vampira invisibile. O almeno, era così
che la chiamavano i suoi simili.
«Da questa parte» mormorò, avviandosi verso un
passaggio nella parete di destra. L’angelo la seguì, percorrendo velocemente
con lo sguardo il breve corridoio buio e ingombro di oggetti di ogni sorta, per
poi sbucare in una stanza molto più piccola e confortevole, un salottino
talmente zeppo di cianfrusaglie da sembrare l’operato di un accumulatore
seriale. E lì, accanto alla finestra oscurata con della vernice nera, c’era
Teresa Negron, il motivo per cui si trovava lì. La ragazza era intenta ad
accendere un bastoncino d’incenso con un fiammifero, che usò subito dopo
per accendersi una sigaretta. Aveva un paio di occhi limpidi e semichiusi e le
forme appena coperte da una vecchia vestaglia aperta, che lasciava intravedere un
completo intimo che aveva poco di completo e tanto di intimo.
«Che ci fa un angelo nella casa di un vampiro?»
chiese la ragazza, dirigendosi verso una poltrona situata dall’altro capo della
stanza.
«Mi assicuro che il vampiro in questione sia vivo»
rispose tranquillamente Jimmy, facendo un passo in avanti. Una rapida occhiata
alle sue spalle gli annunciò che Ami si era appoggiata alla parete, le braccia
dietro la schiena, gli occhi che non lo abbandonavano un attimo.
«Carino da parte tua, ma c’è dell’altro, vero?» chiese
ancora Tamara.
L’angelo sorrise.
«Ci serve una strega. E non una qualunque. Ci servi
tu.»
Tamara aspirò una boccata di fumo prima di
rispondere.
«E perché dovrei collaborare con il dipartimento?»
la sua voce si era indurita, diventando quasi velenosa.
Il sorriso di Jimmy si allargò: aveva fatto
centro.
«Perché, Tamara, non ti perderesti per nulla al
mondo la possibilità di vendicare la morte di tua zia.»
Ami trattenne il fiato a quell’affermazione. Nessuno
parlava di quella vicenda. Era vietato.
«Noi lo sappiamo, e per questo motivo abbiamo
deciso che collaborerai con noi. Ci aiuterai a prendere un uomo che ha le
risposte che cerchi.»
Ed ecco, la breccia che Jimmy aveva individuato
si allargò. Tamara aveva finalmente alzato lo sguardo; uno sguardo fiammeggiante,
carico di rabbia e ferite. Carico di armi affilate e di vendetta.
Il silenzio che calò dopo quell’affermazione durò
poco.
«Accetterò. Dopotutto, gli angeli non mentono… Ma
gli umani sì. Quindi mettiamo subito in chiaro una cosa: se scopro che c’è un
trucco me ne andrò e non mi rivedrete mai. Più.»
Jimmy annuì, lasciandosi scappare un brivido. Vampiri:
erano il freddo sinuoso delle ombre. L’opposto dei suoi simili.
Ed erano maledettamente affascinanti.
Angolo dell'autrice: buonasera a tutt*! Ecco qui il mio contributo al quindicesimo giorno di #writober2020 (prompt: incenso), ovvero un'altra occasione per mettere in campo degli OC e vedere a che punto di cottura sono :D
Vi ringrazio di cuore per aver letto, significa molto per me♥
Alla prossima!
Frix