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Autore: vannagio    20/08/2009    3 recensioni
Albus ha appena conosciuto Scorpius. Suo zio Ron gli ha consigliato di non frequentarlo. Perchè? Perchè tutti sembrano sapere qualcosa che ha a che fare con suo padre e di cui lui, invece, non è a conoscenza?
Spero di avervi incuriosito...
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Albus Severus Potter, Scorpius Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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Nota Autore:
Per Lady Lily – Lo so che la tua non era una critica, non ti sei fatta capire male. Hai fatto una domanda e ho voluto risponderti. Apprezzo tutte le recensioni, belle e brutte, perché aiutano a crescere. Mi piacciono anche le domande. Cercherò di rispondere nei limiti del possibile. Continuate a recensire e buona lettura!
P.S.: questa volta il capitolo è un po' più lunghetto rispetto agli atri.

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Selezioni di Quidditch



La mattina seguente, un raggio di sole, che era riuscito ad intrufolarsi tra le tende, svegliò Albus.
In un primo momento egli dimenticò dove si trovava e con la voce ancora impastata dal sonno, si lamentò: << Mamma! Perché hai aperto le tende? >>.
Quando non udì la risposta della madre, finalmente il ragazzo ricordò tutto: si trovava a Hogwarts e quello sarebbe stato il suo primo giorno di lezione.
Immediatamente, come se fosse stato punto da uno Schiopodo Sparacoda, saltò giù dal letto. Inizialmente pensò di essere rimasto solo nel dormitorio. Dopo alcuni secondi, però, si rese conto che le tende del letto di Scorpius erano chiuse.
Stava ancora dormendo?
<< Scorpius? >>, chiamò.
Nessuna risposta.
<< Scorpius? Svegliati! È il primo giorno di lezione! >>, tentò nuovamente Albus.
<< Uhm… >>, fu il primo suono emesso dal ragazzo.
<< Dai, Alzati! Non possiamo fare tardi >>.
Albus aprì le tende del letto di Scorpius.
<< Vai pure, io non vengo >>, mormorò lui.
<< Non fare il cretino e alzati >>, lo esortò Al, scuotendogli il braccio.
<< Mi odiano tutti, io non vengo >>, protestò Scorpius.
<< Io non ti odio e nemmeno mio fratello. E comunque non puoi rinchiuderti qua dentro per sempre. Sei un Grifondoro, dimostralo! >> lo incitò ancora Albus.
Ma il suo incoraggiamento non ebbe l’effetto sperato, perché Scorpius si voltò verso di lui e con rabbia domandò: << Ma perché perdi tempo con me? Tu… tu dovresti odiarmi più degli altri e invece sembra che non ti importi. Se fingi di essermi amico, solo perché ti faccio pena… >>.
<< Ascolta: non ho la più pallida idea a che cosa tu e tutti gli altri vi riferiate. Il motivo per cui perdo tempo con te è che mi stai simpatico, tutto qui. Anche se potrei pentirmene, visto che mi stai facendo far tardi >>, rispose stancamente Albus.
<< Tutto qui? E non ti interessa sapere cosa ha fatto la mia famiglia per meritarsi tutto questo odio? >>, chiese Scorpius sbalordito.
Albus ci pensò un attimo: la curiosità lo logorava, ma di qualsiasi cosa si trattasse, non doveva essere un argomento molto piacevole per Scorpius, quindi rispose: << Mi piacerebbe saperlo per non fare la figura dell’ignorante, ma non è essenziale. Di qualsiasi cosa si tratti, non influenzerà il mio giudizio su di te. Mio padre dice sempre: Non è quello che siamo a fare la differenza, ma quello che decidiamo di essere. Quando e se vorrai, sarai tu a raccontarmelo >>.
Albus si stupì di se stesso per la profonda saggezza mostrata.
Senza aggiungere altro, i sue ragazzi si vestirono velocemente e andarono a fare colazione.

Mentre Albus si versava un po’ di the nel calice, un leggero fruscio d’ali annunciò a tutti, nella Sala Grande, l’arrivo della posta. Infatti, qualche secondo più tardi, decine e decine di gufi entrarono, recapitando lettere, pacchi e riviste agli studenti. Albus vide sua cugina Rose, seduta al tavolo di Corvonero, ricevere una lettera da quello che certamente era il gufo dello zio Ron: Leotordo II, detto anche Tordo.
Poi un pensiero lo folgorò...
<< Ho dimenticato di scrivere ai miei! >>, esclamò improvvisamente.
<< Io non gli ho scritto di proposito, se sapessero che sono finito a Grifondoro… >>, disse Scorpius, che nonostante tutto sembrava più allegro, più roseo in viso e meno mingherlino rispetto a prima, come se le parole di Albus lo avessero rinvigorito. Mangiava tutto quello che aveva a tiro, anche se cercava di non guardarsi intorno per non esser costretto ad intercettare gli sguardi degli altri studenti.
<< Non ti preoccupare Al, ho scritto io a mamma e papà. Guarda! Hanno già risposto >>.
Così dicendo, James lanciò una lettera ad Albus, che la lesse velocemente. I suoi genitori scrivevano che erano molto contenti per lui e Rose (secondo loro, Corvonero era perfetto per lei). Gli raccomandavano di comportarsi bene e di studiare.
Quella lettera piena di affetto e amore risollevò il morale di Albus.
Poi James disse, riportandolo alla realtà, << Chissà come è andata a Rose, non mi sembra che ci siano tracce di strilettere, vero? >>.
<< Vado a scoprirlo >>.
Albus raggiunse velocemente il tavolo dei Corvonero. Rose sembrava tranquilla. << Ciao Rose! Dormito bene? >>, domandò.
<< Al! Si, e tu? >>, sorrise raggiante.
Albus non poté fare a meno di notare che i suoi genitori avevano ragione. Rose si era ambientata benissimo tra i Corvonero. Ognuno di loro aveva almeno un libro con se, che leggeva o sfogliava, mentre faceva colazione. Rose non era da meno. Stava già leggendo il manuale di Trasfigurazione: Guida pratica alla trasfigurazione per principianti, di Emeric Zott. La ragazza aveva trovato il suo elemento naturale.
<< Non c’è male. Notizie dei tuoi genitori? >>, chiese ancora, attento ad apparire il più naturale possibile.
<< Ho capito cosa intendi… mia madre è al settimo cielo: a quanto pare il Cappello Parlante aveva preso in considerazione l’idea di metterla a Corvonero; papà invece… beh… non mi ripudierà come figlia, se è questo che ti preoccupa >>, raccontò lei ironicamente.
<< È andata così male? >>, chiese Albus preoccupato.
<< No, no. Certo, avrebbe preferito Grifondoro, ma non è arrabbiato. Ha scritto - testuali parole – “Ho sempre saputo che mia figlia ha un cervello grande come una casa” >>. Entrambi risero.
<< Al! Gli orari delle lezioni! >>.
Scorpius lo stava chiamando, sbracciandosi dalla tavola di Grifondoro.

La prima settimana passò velocemente e Scorpius non aveva ancora comunicato ai suoi genitori in quale casa fosse finito.
<< Ma devi dirglielo! Come la prenderanno quando ti vedranno tornare per Natale con la divisa di Grifondoro? >>, chiese Albus per la duecentesima volta.
<< Sto solo aspettando il momento più propizio >>, rispondeva ogni volta Scorpius, << E poi ho altri pensieri per la testa >>.
Poteva ben dirlo.
I loro compagni di casata non si erano ancora abituati a lui.
Lo ignoravano, il che era un netto miglioramento.
Qualcuno, comunque, aveva improvvisamente smesso di tenergli il broncio, quando durante la prima lezione di volo, Scorpius aveva dimostrato una padronanza stupefacente sulla scopa (degna di un allievo del quinto anno). Madama Bumb aveva affermato che con un po’ di allenamento sarebbe diventato un ottimo cercatore.
La prima a porre fine alle ostilità fu il capitano della squadra di Quidditch di Grifondoro, Emily Moon. Quando era venuta a conoscenza della splendida performance del ragazzo, gli aveva ordinato di partecipare alle selezioni per la squadra, che si sarebbero tenute quello stesso sabato.
<< Ci andrai? >>, domandò Albus a Scorpius.
<< Non so. Non sono troppo piccolo? >>, chiese pensieroso Scorpius.
<< Da quando mio padre è diventato il cercatore più giovane del secolo, quella regola non vale più! >>, lo rassicurò Albus.
<< E tu non vuoi provare? >>.
<< Veramente io preferisco il ruolo di cacciatore, come mia madre. Penso che proverò il prossimo anno. I cacciatori sono al completo per adesso >>, rispose Albus.
I Serpeverde, che odiavano tutti i Grifondoro, nei confronti di Scorpius assumevano un atteggiamento da “amico tradito”. Si sentivano feriti nel profondo dal cambiamento di rotta di Scorpius.
Nel complesso, però, il ragazzo appariva più tranquillo. In una sola settimana il ragazzino che cercava di nascondersi nel sedile del treno, si era trasformato in un ragazzo un po’ più sicuro di sè. Tra le due entità, che Albus aveva visto combattere in lui durante lo smistamento, era prevalso il lato spavaldo. Camminava a testa alta e cercava di non dar peso alle occhiate e ai bisbigli che lo accompagnavano.
Anche Frank aveva preso la via dell’indifferenza nei loro confronti e questo suo atteggiamento ad Albus dispiaceva molto, perché voleva molto bene a Frank e nonostante tutto lo considerava ancora un amico.
Rose, Scorpius e Frank si dimostrarono subito gli studenti migliori del loro anno e questo non fece altro che aumentare l’astio di Frank nei confronti di Scorpius.
Gli insegnati non mostravano nessuno dei pregiudizi che, invece, sembravano essere così radicati negli studenti. Perfino Neville, o meglio il Professor Paciok - come Albus doveva chiamarlo a scuola - si comportava bene. La cosa stupì tanto Albus, quanto Scorpius. Infondo era stato il padre a raccontare a Frank dei misteri che circondavano i Malfoy: perché allora non dimostrava lo stesso disprezzo del figlio?
<< È un insegnante! Deve essere imparziale >>, diceva Scorpius.
<< È troppo semplice come spiegazione… >>, rispondeva Albus.
Certo, sarebbe stato utile sapere di quali gravi colpe si fossero macchiati i Malfoy, ma Albus non osava fare domande. Tanto meno voleva tradire la fiducia dell’amico chiedendo a qualcun altro.
Venerdì pomeriggio, Albus e Rose si diressero verso la casa di Hagrid per andare a fargli visita. Scorpius aveva preferito non venire. Albus sospettava che il ragazzino nutrisse un certo timore verso il mezzogigante. Durante il tragitto, Rose e Albus parlarono di Frank.
<< Ma non capisci che è geloso? >>, chiese Rose, esasperata.
<< Geloso? E di cosa? >> domandò stupito Al.
<< Oh, per l’amor del cielo, è così chiaro! Lui è sempre stato il tuo migliore amico e poi, all’improvviso, arriva Scorpius che si prende l’esclusiva >>, spiegò lei, come avrebbe fatto una maestra con un maghetto di tre anni. Questo atteggiamento irritava molto Albus.
<< Se lui non si fosse comportato da idiota, adesso noi saremmo ancora amici, ma lui insiste con i suoi pregiudizi… lo hai visto pure tu che Scorpius è un tipo a posto, no? >>, replicò Albus con un tono che non ammetteva repliche.
<< Si, si. Anche papà ha detto che stava scherzando sul fatto di non frequentarlo… >>, rispose Rose.
Albus rivolse gli occhi al cielo: tipico di Rose cercare l’approvazione dei genitori.
<< Comunque sia, geloso o no, Frank non ha il diritto di aggredire in quel modo Scorpius… >>.
<< Veramente è stato Scorpius ad aggredire Frank… >>, disse Rose maliziosa.
<< Lo avrei fatto anch’io se qualcuno avesse offeso la mia famiglia… >>, ma Albus si fermò improvvisamente.
Gli era venuta in mente una domanda che voleva rivolgere a Rose da un po’ di tempo.
<< Rose? >>, chiese titubante.
<< Uhm? >>.
<< Tu sai sempre tutto, no? >>.
<< Ma noooo!! Quasi… >>, rispose lei, ridendo.
<< Spiritosa! Comunque… mi chiedevo… tu sai cosa è… >>.
Avrebbe tradito il suo amico chiedendo a Rose?
In fondo non le faceva una domanda diretta…
<< Cosa? >>, lo incoraggiò la ragazza.
<< Un… Marchio Nero? >>, concluse imbarazzato.
<< Uhm… Marchio Nero hai detto? No, non credo di averlo mai sentito… ma perché lo vuoi sapere? >> chiese lei sospettosa.
<< Niente… non ha importanza >>, rispose Albus deluso.
<< Se vuoi posso fare una ricerca, anche se non so quanto tempo ci impiegherò. Ho molto da studiare e anche tu! >>, concluse Rose alzando il sopracciglio, gesto che la rendeva identica a sua madre.
Albus rifletté un attimo. La curiosità lo consumava.
<< Va bene, fai la tua ricerca, ma non dirlo a nessuno. Mi hai capito? Nes.Su.No! >>, scandì Al con sguardo minaccioso.
<< Non sarà qualcosa di illegale, vero?! >>, domandò Rose scandalizzata.
Ancora una volta Albus rivolse gli occhi al cielo.

Sabato mattina.
Selezioni per la squadra di Quidditch di Grifondoro.
Dopo molti ripensamenti, Scorpius si era convinto a partecipare. Albus e Rose avevano deciso di accompagnarlo. Anche James si unì a loro, perché voleva tentare di entrare nella squadra come battitore.
Quando arrivarono, il campo era gremito di gente. A quanto pare Scorpius e James non erano gli unici ad ambire un posto nella squadra.
Emily Moon appariva nervosa. Era la sua prima prova come capitano, dato che quello precedente - Dennis Baston, che aveva ricoperto il ruolo di portiere - aveva concluso i sette anni a Hogwarts l’anno prima. I posti vacanti erano quello di cercatore, battitore (ne mancava uno) e portiere ovviamente.
Le selezioni iniziarono una mezzoretta più tardi e Emily se la cavò molto bene.
Per prima cosa divise i partecipanti in gruppi di sette e li fece volare in torno al campo, per vedere come si comportavano sulle scope. Fu una scelta azzeccata, perché in questo modo vennero scartati circa la metà degli studenti che si erano presentati. Scorpius e James erano spettacolari sulle loro scope.
Quando Emily fu certa che gli aspiranti giocatori rimasti sapessero volare in modo decente, cominciarono le selezioni vere e proprie.
I primi ad essere esaminati furono i battitori.
Emily doveva cercare il suo compagno ideale, visto che lei giocava nel ruolo di secondo battitore. Alla fine, dopo innumerevoli prove, rimasero in tre: James, alto e magro ma con una mira infallibile; un certo Alex Brown che aveva la fisionomia di un armadio; Minerva Nottingam anche lei molto grossa ma poco sveglia.
Emily giocò con tutti e tre uno alla volta.
La prova con Minerva fu un disastro: non aveva dei buoni riflessi e nemmeno una buona mira: colpì Emily in pieno naso, tanto è vero che la ragazza fu costretta a sospendere le selezioni per correre in infermeria.
Alex non era male, ma a causa della sua stazza non era molto agile e quindi non riusciva a stare dietro ai bolidi, come avrebbe voluto e dovuto.
James invece era agilissimo. La sua scopa e la sua mazza non perdevano un colpo. Inoltre, fin dal primo momento, lui ed Emily si capirono alla perfezione. Da come volavano, sembravano pensare con una sola testa.
Naturalmente fu scelto James, che con fare spavaldo e compiaciuto, si diresse verso le tribune.
Scorpius, Rose e Albus lo applaudirono festosamente.
Fu il turno dei portieri.
Anche questa fu una lunga selezione, soprattutto perché molti studenti non erano entusiasti di venire eliminati. Albus pensò al peggio, quando Emily dovette minacciare uno del settimo anno con la sua mazza, per convincerlo a lasciare il campo.
Dopo tante eliminazioni, Emily scoprì un vero talento: Sara Smith: una ragazza del sesto anno, così grossa da coprire tutti e tre gli anelli, ma dotata, allo stesso tempo, di una sensazionale agilità e capacità di intercettare ogni tipo di pluffa.
Arrivò il momento dei cercatori.
Scorpius era teso come un nervo di drago ed aveva assunto un colorito molto pallido. Nonostante ciò si comportò egregiamente in campo.
Gli aspiranti cercatori erano in tutto dieci. Emily li divise in coppie. Per ogni coppia, il capitano avrebbe lanciato una palla da ping-pong per tre volte: chi l’avrebbe presa per primo e per il maggior numero di volte, sarebbe passato al livello successivo.
Rimasero in cinque. Tra questi c’era anche Scorpius, che aveva acchiappato tre palline su tre.
Questa volta Emily fece giocare ognuno di loro con un boccino vero, controllando il tempo che impiegavano per acciuffarlo. Forse il capitano era un po’ troppo meticoloso nelle selezioni, ma era chiaro che voleva scegliere i migliori giocatori per non fare brutta figura.
Scorpius venne superato per alcuni millesimi di secondo da un tipo del settimo anno, Erni Thompson, che non aveva la corporatura tipica di un cercatore, ma che sicuramente aveva più esperienza di volo. Visto il piccolo divario tra i due, Emily decise di fare uno spareggio: chi avrebbe preso per primo il boccino, sarebbe entrato nella squadra.
<< Forza Scorpius! >>, urlò Albus.
<< Fai mangiare la polvere o l’aria o quello che è a quello scemo! >>, urlò a sua volta James che, come sempre, cercava di sdrammatizzare.
<< Buona fortuna! >>, strillò Rose.
Emily lasciò andare il boccino e i due ragazzi si alzarono in volo.
Scorpius sembrava un Asticello in confronto a Thompson, ma era molto veloce. Volarono, disegnando diversi cerchi in aria. La tensione sulle tribune era palpabile e il silenzio era assoluto. Improvvisamente Scorpius scese in picchiata. Thompson, credendo che il ragazzino avesse visto il boccino, si lanciò al suo inseguimento.
Ma si sbagliava!
<< Quel Thompson è un vero idiota! >>, esclamò James.
Scorpius aveva fatto una finta. Aveva visto il boccino alle spalle di Thompson, che invece non si era accorto di nulla. Per depistarlo, era sceso in picchiata. Mentre Thompson lo inseguiva ancora, ignaro di tutto, con uno sforzo disumano, Scorpius costrinse la sua scopa a virare verso alto, all’inseguimento del boccino. Finalmente Thompson parve rendersi conto del suo madornale errore.
Ma ormai era troppo tardi, perché, prima che l’abbondante corpo gli permettesse di girare il manico di scopa, Scorpius aveva già afferrato il boccino.
Il ragazzo, al settimo cielo, urlava di gioia.
Albus, Rose e James saltavano sulle panchine delle tribune, esultando felici. L’intera squadra di Grifondoro applaudiva. Non importava quali fossero le radici di Scorpius: la cosa che contava veramente era la sua abilità come cercatore.
Un po’ meno contento era Thompson, che cercò di protestare, farfugliando: << Preferite una Serpe…? >>.
Ma non riuscì a terminare la frase, perché l’intera squadra si parò di fronte a Scorpius con fare protettivo.
In testa al gruppo c’era Emily, che con sguardo minaccioso, disse: << Se hai un problema con il nostro cercatore, allora hai un problema con tutti noi >>.
Accanto a lei, mazza alla mano, c’era James, che rivolse un ghigno poco rassicurante a Thompson.
Chissà come, l’energumeno riuscì a smaterializzarsi nel giro di due secondi. Scorpius raggiunse Albus.
<< Hai fatto bene a convincermi a partecipare! Se non fosse stato per te, sarei ancora nel mio letto a piagnucolare >>, disse, sorridendo riconoscente.
<< Figurati… sei stato spettacolare! >>, si complimentò Albus.
E mentre si dirigevano verso gli spogliatoi, ripercorsero i momenti più importanti delle selezioni, per filo e per segno.

   
 
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