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Autore: 0421_Lacie_Baskerville    16/10/2020    2 recensioni
Avvertimento Spoiler All Might (ci sono vari spoiler fino alla quarta stagione di MHA e tutto FT)
Immaginiamo il mondo di MHA e che All Might abbia incontrato Erza Scarlet di FT, scappata dalla Torre e abbia deciso di adottarla. Immaginiamo la Erza di Fairy Tail, rinomata agenzia e accademia per eroi, assistere in TV ai fatti di Kamino e decisa ha proteggere la persona che è diventata suo padre, si trasferisca alla Yuei, seguita dai suoi amici Natsu e Lucy per proteggerlo.
Così incontra il successore di All Might, Midoriya Izuku, che resta profondamente colpito dall'esistenza di questa "figlia". Intanto la Yuei subisce diversi attacchi e dietro di essi si cela un unica persone che da anni manipola gli eventi della vita di Erza, in attesa di poter fare la sua mossa e vendicarsi del Simbolo.
I ragazzi dello Yuei e di Fairy Tail dovranno unire le forze per sconfiggere questa sinistra figura, intrecciando fra loro amicizie, amori e rivalità.
Genere: Angst, Avventura, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai | Personaggi: All Might, Dabi, Izuku Midoriya, Ochako Uraraka
Note: Cross-over, Lemon | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!, Tematiche delicate
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38. –  Conseguenze

--- Erza Scarlet ---
Erza sedeva su una scomoda sedia in plastica, con la schiena e la testa poggiate contro la parete in calce fredda e gli occhi chiusi.
Le avevano fasciato le braccia e l’addome con bende candide e assegnato un letto, ma non ci si era sdraiata nemmeno una volta in quei giorni. Aveva continuato a dormicchiare sulle sedie in uno stato di semi incoscienza, ricettiva ad ogni movimento che la circondava.
C’era un brusio costante per le corsie ospedaliere, mormori e qualche risata che suonava quasi fuori luogo, in quel momento. I corridoi erano ingombri di personale medico di fretta e pazienti sistemati in letti improvvisati.
Tutti gli ospedali della zona avevano fatto il pieno di cittadini ed eroi, dopo l’invasione che avevano subito, e sembravano in aumento di giorno in giorno.
Uno scenario talmente nero da deprimerla più di quanto già non lo fosse.
≪Erza?≫ la chiamò una voce dolce.
Lei aprì gli occhi trovandosi davanti il visino angelico di Mirajane, che le sorrideva dolcemente. I capelli bianchi della ragazza le sfiorarono le braccia nell’inchinarsi a porgerle un bicchiere di carta, da cui saliva un vapore caldo e zuccherino. ≪ Ti ho portato un cappuccioc ≫
≪ Un cappu-che? ≫ replicò lei confusa.
Gli occhi di Mira scintillarono divertiti, mentre diceva ≪ Un cappuccino al cioccolato ≫. Erza fissò la bevanda calda nella sua mano, fortemente perplessa. Esisteva davvero una roba simile?
≪ Uhm grazie…credo ≫ rispose, poggiando la tazza calda nella sedia accanto a sé, senza nemmeno assaggiarla.
Il sorriso sul viso di Mira si affievolì, lanciò un’occhiata a Cana che sorseggiava una bevanda calda che dal colore sembrava essere the.
≪ Dovresti mettere qualcosa nello stomaco ≫ le disse preoccupata, Mira. ≪ Vuoi che vada a cercarti una bella torta? ≫
Il pensiero del dolce le fece stringere lo stomaco che protestò. Non riusciva a ricordare quando era stata l’ultima volta che aveva mangiato qualcosa di più consistente di un pacchetto di patatine delle macchinette.
≪ Magari dopo ≫ disse stancamente, lanciando un’occhiata alla parete di fronte.
La porta a vetri del reparto intensivo era ancora chiusa.
Dentro c’erano Wendy, Porlyusica e Recovery Girl che da giorni sottoponevano Toshinori a trattamenti di cura grazie ai loro poteri. Se non erano impegnati con lui erano intente a guarire altri eroi e cittadini: Elfman che si era spaccato le costole e un braccio. Freed che aveva una brutta lesione su tutto il lato destro del viso. Sato che aveva una gamba rotta o Mina che si era beccata una commozione cranica. Momo che era rimasta fulminata.
Oppure Izuku.
I dottori avevano dovuto indurgli il coma perché i dolori che provava erano troppo per essere sopportati con il solo aiuto della morfina.
Il potere del One for All che aveva usato in un momento di forza isterica, gli aveva disintegrato le ossa di tutto il corpo e lacerato i tessuti. Era quasi morto e ancora non avevano idea di quali fossero le sue condizioni complessive.
Lo avrebbero saputo solo una volta che i risultati delle analisi fossero stati pronti e avessero potuto svegliarlo dal coma.
≪ Dovresti provare a dormire un po' ≫ insistette Mira, osservandola. Si era proprio calata nella parte della sorella amorevole e apprensiva. Erza sbuffò. ≪ Sto benissimo ≫
≪ Lo sai che non ci crede nessuno, si? ≫ intervenne Cana. Era seduta per terra con le gambe incrociate. Erza sapeva che l’unica ragione per cui erano lì e non fuori ad aiutare i soccorritori o accanto ad uno dei loro compagni, era lei.
Erano preoccupate per tutto quello che aveva passato.
Quando Erza si era ritrovata con tutti i membri di Fairy Tail e della Yuei, tenere ancora nascosto quello che era successo era stato impossibile.
Lucy e Ochaco l’avevano aiutata a spiegare la situazione. Aveva raccontato loro della Torre, di Gerard, di lei ed All Might e infine anche della Regina.
Era stato il discorso più lungo e sfiancante della sua vita. Si era aspettata che alla fine qualcuno l’avrebbe additata come la causa principale di tutti i problemi, la figlia della donna drago che aveva cercato di sterminare un’intera città. Invece, erano stati molto gentili e comprensivi. Iida e Kirishima - che avevano partecipato alla battaglia alla Torre - avevano parlato in sua difesa, mentre la tensione fra i membri di Fairy Tail si era spezzata nel momento in cui Cana aveva sbottato ≪ Questo spiega assolutamente tutto! ≫
Erza l’aveva guardata sorpresa, mentre la ragazza mora continuava toccandosi un dito per ogni cosa che elencava. ≪ Forza nettamente superiore alla norma. Potere considerevole. Capacità di recupero straordinarie. I suoi pugni hanno effetto perfino su Natsu e Gajil che sono Dragon Slayer e di genere non risentono di queste cose. Cioè ragazzi, abbiamo svelato l’arcano! ≫
≪ L’avessi vista! ≫ aveva esclamato Gray, ridendo. ≪ Quella donna aveva la stessa faccia di Erza la volta in cui Natsu si mangiò l’ultima fetta di torta. Dava i brividi ≫
Erano scoppiati tutti a ridere, compresi i ragazzi e le ragazze dello Yuei. Non si conoscevano bene fra loro, ma avevano combattuto l’uno accanto all’altro e questo aveva generato una complicità e una fiducia molto più profonde di quelle che sarebbero potute nascere fra i banchi di scuola.
Erza si era sentita sollevata, specialmente quando Gray l’aveva afferrata, stringendola in un abbraccio.
≪ Me lo dovevi dire prima, idiota ≫ aveva esclamato, mentre Natsu annuiva alle sue spalle. ≪ Sarei corso ad aiutare. Io pensavo che Natsu esagerasse ≫
≪ Io non esagero mai ≫ aveva replicato l’altro, risentito.
≪ Gray-sama sta abbracciando un’altra ragazza ≫ aveva piagnucolato Juvia, sconsolata e arrabbiata allo stesso tempo. ≪ Anche se è Erza ed è per una buona causa, Juvia non lo sopporta. Gray-sama è solo mio ≫.
 Gray aveva alzato gli occhi al cielo, esasperato. ≪ Non dire cose altamente fraintendibili! Noi non stiamo insieme! ≫
≪ Ragazzi ≫ aveva commentato Kirishima, con un colpo di tosse nervoso. ≪ Mi sembra che qui stiamo a divagare ≫
≪ Ma si ≫ era intervenuto Sero, gettandoli un braccio intorno alle spalle. ≪ C’è bisogno di divagare un po' dopo tutto quello che abbiamo passato ≫.
Erza aveva sventolato il pugno chiuso sotto il naso di Gray, dicendo minacciosa. ≪ A chi è che stai dando dell’idiota? ≫
Il ragazzo era sbiancato, sudando freddo. ≪ Ehm, ecco io. ≫
Tutti i presenti si erano sciolti in una risata liberatrice, mentre Erza guardava truce l’amico.
In verità, era felice che tutti loro fossero lì. Si sentiva sempre a casa quando c’erano i membri di Fairy Tail intorno a lei, ma era anche stanca. Voleva tornare ai giorni spensierati in cui la sua massima preoccupazione era impedire a Toshinori di scolarsi un cartone di Coca cola e mandarsi in malora lo stomaco.
Sospirò, tornando a poggiare la testa contro la parete fredda. La cosa peggiore era che non poteva fare nient’altro che attendere, stare a fare avanti e indietro per i corridoi dell’ospedale, incapace di aiutare le persone a cui teneva con le sue stesse mani. Non poteva fare nulla per loro. Non c’erano missioni di salvataggio che potesse condurre o nemici da sconfiggere, le loro vite erano nelle mani di qualcun altro e lei non poteva sopportare quell’attesa impotente.
La porta si aprì e la figura piccola e gracile di Recovery Girl avanzò. Erza si raddrizzò di scatto, chiedendo ansiosa. ≪ Si è svegliato? ≫
La vecchina la guardò dispiaciuta, scuotendo pieno la testa. ≪ Mi dispiace, ma non ancora. ≫
Quella piccola speranza che si era accesa in lei nel vederla si spense, lasciandole un senso di vuoto e desolazione. Si lasciò sfuggire un verso straziato, abbandonando la testa sulle mani fredde. Era così stanca. Non dormiva da giorni e le faceva male ogni centimetro del corpo.
Le avevano diagnosticato una commozione celebrale e diversi altri danni di entità minore. Wendy si era offerta di curarla, ma Erza si era rifiutata. Voleva che ogni briciolo di potere nelle loro mani venisse usato per curare i suoi compagni, Toshinori e Izuku prima di tutti.
Lei se la sarebbe cavata anche con i medicinali normali.
≪ Non c’è proprio nient’altro che possiamo fare? ≫ chiese preoccupata Mira. La vecchina sospirò. ≪ Solo aspettare e sperare che non voglia arrendersi. ≫
≪ Certo che non vuole! ≫ scattò Erza, balzando in piedi e facendole sussultare. Il respiro le si spezzò in gola. ≪ Lui è la persona più testarda che esista. Non si arrenderebbe mai. Per nessuna ragione ≫
Il petto le doleva per l’angoscia. Non l’avrebbe mai lasciata da sola, infrangendo la promessa che le aveva fatto. Era sopravvissuto fino ad allora, perché avrebbe dovuto arrendersi proprio ora?
Io ci sarò sempre per te. Aveva detto, le centinaia di notti in cui si era svegliata urlando, terrorizzata dai suoi incubi.
Allora, svegliati. Non lasciarmi da sola.
Tutto il corpo di Erza era attraversato da un brivido inquieto che la faceva tremare dalla testa ai piedi.
 Mira corrugò la fronte, preoccupata. Sembrò sul punto di dirle qualcosa, ma i suoi occhi vennero calamitati dalla figura bionda in avvicinamento. Zoppicando leggermente con la gamba fasciata e qualche cerotto, Lucy andò loro incontro.
 Accanto a lei c’era Gran Torino, la testa fasciata, e poco più indietro una figura alta e snella. Erza trasalì nel riconoscere i suoi occhiali rettangolari dalla montatura trasparente e i capelli pettinati e fissati con cura su un lato. 
Di tutte le persone che avrebbe voluto vedere in quel momento, lui era decisamente l’ultima al mondo.
≪ Ci sono novità? ≫ si informò ansiosa Lucy, lanciando un’occhiata ad Erza, ma rivolgendosi direttamente a Recovery. La vecchietta scosse la testa e la bionda sospirò, delusa e stanca.
≪ Ne è passato di tempo dall’ultima volta che ti ho visto ≫ commentò Recovery, adocchiando l’uomo in completo.
La sua voce era posata e calma proprio come Erza se la ricordava. Lui posò il suo sguardo fermo su di lei, mentre rispondeva. ≪ Avrei preferito che questa riunione avvenisse in circostanze meno spiacevoli ≫
Erza non rispose, il suo sguardo era fisso in quello dell’uomo in completo bianco che ricambiava con fredda compostezza.
≪ Andiamo ≫ disse Gran Torino, aprendo la porta e voltandosi a guardare l’uomo. Lui si lisciò un risvolto della giacca e le passò davanti senza degnarla di uno sguardo. Le sue labbra si schiusero a lasciar uscire poche parole. ≪ Stai accelerando la sua fine. ≫
I pugni di Erza si serrarono di scatto, tremando. Le ragazze la guardarono allarmate, vedendola impallidire. Un senso di nausea le chiuse la gola.
≪ Erza? Non ti senti bene? ≫ le chiese allarmata Lucy, allungando una mano per toccarle la spalla. Cana inarcò un sopracciglio. ≪ Oi tutto ad un tratto sei bianca come un lenzuolo ≫
≪ Deve essere la mancanza di sonno ≫ aggiunse Mira, portandosi una mano alla guancia. ≪ Da quand’è che non mangi e dormi come si deve? ≫
Erza scosse la testa, allontanandosi da loro. ≪ V-vado a fare un giro ≫
≪ Aspetta un momento ≫ protestò Lucy, allarmata. ≪ Vengo con t- ≫
≪ No ≫ sbottò Erza, brusca. Le tremavano le mani. In quel momento, l’ultima cosa che voleva era che qualcuno la vedesse ridota così. Fragile e tremante, quasi fosse tornata ad essere la bambina della Torre del Paradiso. ≪ Voglio stare un po' da sola ≫
Le ragazze restarono a fissarla preoccupate mentre si allontanava lungo il corridoio affollato, facendosi largo fra personale medico, volontari, eroi, pazienti e loro famigliari. Camminò evitando di incrociare lo sguardo di chiunque, senza nemmeno vedere i loro visi, si fermò davanti a una porta aperta.
Dentro c’erano due file di letti, tutti occupati, intorno erano radunati i ragazzi e le ragazze di Fairy Tail e della Yuei.
Iida aveva una gamba ingessata e Momo gli stava stringendo la mano, con tenerezza. Kaminari e Jiro erano seduti ai due lati del letto di Todoroki e parlavano con Max, dall’altra parte della stanza, accanto al letto di Elfman.
Lo sguardo di Erza scivolò fino a trovare la famigliare testa bionda, spettinata. Bakugou era seduto su una seggiola, davanti al letto di Izuku. Teneva la testa fasciata abbassata e la schiena curva.
Erza aveva avuto modo di conoscere meglio il ragazzo biondo in quei giorni, mentre entrambi vegliavano sul corpo supino e incosciente di Izuku. Aveva avuto modo di apprezzare la sua fermezza di carattere, soprattutto quando Inko Midoriya era apparsa a trovare il figlio.
Erza si era sentita congelare perfino il respiro alla vista della donna in lacrime e straziata dall’angoscia. Dopo essere stata seduta nel soggiorno di casa sua, come poteva spiegarle che suo figlio era quasi morto per proteggerla da sua madre? Come poteva guardarla in faccia e dirle che le dispiaceva?
Era rimasta lì in piedi, paralizzata davanti a quegli occhi così somiglianti a quelli del figlio da straziarle in cuore.
Fortunatamente, non aveva dovuto farlo.
Bakugou si era fatto avanti e aveva parlato alla donna con calma e distacco. Era rimasto lì ad ascoltarla piangere, una roccia irremovibile ed affidabile su cui poter contare.
Erza strinse i pugni, traendo un respiro tremante e indietreggiò.
Non sopportava più tutta quella tensione e l’incertezza. Tutte quelle emozioni negative non le permettevano di respirare.
Tornò ad attraversare i corridoi pensando di andare in giardino e prendere una boccata d’aria o magari di salire sul tetto, dove spesso si radunavano Mina e le altre. Magari si sarebbe distratta un poco, invece i suoi piedi la portarono da un’altra parte.
Non fu sorpresa di trovarsi davanti a quella porta. In quei giorni le capitava spesso. Ogni volta che stare ferma ad aspettare un qualche segno accanto al letto di Toshinori o di Izuku diventava insopportabile, finiva sempre per ritrovarsi davanti a quella porta.
C’era stato un tempo in cui l’unica cosa che l’aveva tenuta in piedi, impedendole di sprofondare nel baratro della disperazione totale e della morte, era stato lui.
 Prima che Toshinori la trovasse e la salvasse, prima che Izuku entrasse nella sua vita con il suo sorriso luminoso e i modi dolci, Gerard era stata l’unica persona in grado di infonderle forza.
Ci sarebbe dovuta essere una guardia davanti a quella porta, ma in quel momento non c’era nessuno.
La sua mano tremò nello spingersi in avanti e afferrare la maniglia.
Era assurdo, pensò mordendosi il labbro. Andare a cercare sostegno da una persona che nemmeno si ricordava di lei e di quello che avevano condiviso. Dalla stessa persona che per anni aveva animato i suoi incubi più spaventosi.
La porta si aprì su una stanza luminosa.
Le tende erano aperte a far entrare il pallido sole autunnale che si riversava sul letto rivestito di coperte candide. C’era un ragazzo su quel letto, con la testa turchese china su un libro e l’aria assorta.
Erza sentì il respiro impigliarsi in gola alla sua vista.  
Gerard non sollevò lo sguardo dal suo libro nel dire ≪ È già ora della visita? ≫
La sua voce era bassa e calma, aveva una leggera nota acidula che un tempo non possedeva, quando era solo un bambino che desiderava disperatamente vivere e vedere il mondo.  
Le dita le si contrassero, affondando nella carne. Le parole non ne volevano sapere di formarsi nella sua bocca, il suo corpo non si mosse, rigido e teso come una corda di violino.
Gerard sollevò la testa, posando lo sguardo verde oliva su di lei, le sue labbra si schiusero per la sorpresa. Non lo vedeva da quel giorno, in ospedale, quando lui gli aveva detto che i suoi capelli avevano lo stesso colore delle foglie degli aceri.
≪ Erza ≫ pronunciò quel nome con uno strano fremito nella voce che le fece balzare il cuore in gola. Gerard la fissò, socchiudendo gli occhi e chiudendo il libro sul suo grembo. ≪ Sei tu, non è vero? Sei Erza. ≫
Lei mosse un passo indietro.
Improvvisamente le sembrò che fosse tornata nella Torre, durante l’ultima battaglia. ≪ Erza, sei tu? Sei veramente Erza? aveva detto sorpreso e disorientato, prima di conficcarle un pugnale nel corpo e guardarla crollare a terra in una pozza di sangue.
Sappi che ti ho amato.
Il respiro le si spezzò in gola, al ricordo di quel bacio dal retrogusto amaro e metallico. Un dolore straziante le afferrò lo stomaco.
Indietreggiò, sentendo le lacrime cadere a bagnarle il viso. Aveva commesso un errore. Non sarebbe mai dovuta andare da lui, non era pronta ad affrontare i ricordi e le sue stesse emozioni.
L’espressione sul viso di lui si rattristò. ≪ Non andartene, per favore. ≫ supplicò, facendo scivolare i piedi giù dal letto e guardandola ansioso. ≪ Io…volevo parlare con te. ≫
Lei si bloccò, guardando incredula quell’espressione sofferente ed angosciata che gli oscurava il viso e rendeva i suoi occhi fragili come vetro.
≪ Non ho ancora recuperato tutti i miei ricordi, però… so cosa ho fatto e ≫ la voce gli si spezzò. I suoi occhi verdi erano pieni di una tristezza inafferrabile, del senso di colpa e dell’angoscia. ≪ Mi dispiace. Davvero ≫
≪ N-Non ti ricordi? ≫ sussurrò lei, le labbra le tremarono. ≪ Tutto quello che ci hai fatto…a me, a Sho, Wally e Shimon. A Miriana. L’hai sfigurata a vita ≫
Un tremito nervoso le scosse sotto pelle, scuotendola dal torpore. I suoi piedi si mossero facendola avanzare verso il letto, dove Gerard l’aspettava con il viso triste sollevato ad accogliere le sue parole incredule.
≪ Ci hai sempre protetti. Ti sei preso cura di noi e poi… ≫ disse con voce tremante. ≪ Ci hai tradito e hai manipolato tutti i tuoi amici, gli hai fatti macchiare di crimini orribili. ≫
 La sua voce si alzò, assumendo una sfumatura di rabbia e angoscia.
Per sei anni, aveva cercato di seppellire tutte quelle emozioni dentro di sé, pensava di essersene liberata con il crollo della Torre, ma si era sbagliata. Erano sempre state lì, ad aspettare il momento in cui si sarebbero rincontrati.
≪ Erza ≫ mormorò lui.
La mano di lei afferrò il tessuto grezzo del suo camice, tirandolo in avanti e portando i loro visi alla stessa altezza. ≪ Hai davvero il coraggio di dire che non te lo ricordi?! ≫ gli gridò in faccia. ≪ Ti conficco una spada nel cuore se osi dire che non ti ricordi più nessuna delle tue azioni! Se osi pensare di poter vivere dimenticando mentre noi siamo condannati a ricordare! ≫
Lo sguardo di Gerard era triste. I suoi occhi lasciarono cadere le lacrime che aveva cercato di trattenere.
Erza trattenne il fiato davanti a quel sorriso sottile, pieno di tristezza, davanti alle sue lacrime, specchio di quelle che rigavano un lato del viso di lei.
≪ Hai ragione ≫ disse Gerard, liberando il respiro tremante. ≪ Fai bene ad odiarmi, non ho il diritto di vivere libero dalla colpa mentre voi siete condannati a ricordare tutto il male che vi ho fatto. ≫
La mano che stringeva il tessuto del suo camice tremò, allentando la presa. Gerard sollevò la mano come se volesse toccarle la guancia e si bloccò prima di farlo. Erza lo guardò con gli occhi sbarrati, il petto in subbuglio. Per un lungo istante, restarono così, immobili a guardarsi, senza sapersi decidere se toccarsi o meno, se parlare e cosa dirsi.
Dopo lunghi istanti di immobilità, Erza lasciò la presa sul suo camice raddrizzandosi. Si sentiva bruciare gli occhi per la voglia di piangere. Gerard era lì davanti a lei, ma non era più nessuna delle persone che lei conosceva.
≪ Io…non posso farlo ≫ disse Erza, con voce tremante. ≪ Sento di non poter più andare avanti in questo modo ≫ La voce le si spezzò in gola. ≪ Toshi ed Izuku. I miei amici e compagni. Tutto questo non sarebbe mai accaduto se non fosse stato per me. ≫
Le tremavano le mani, strette in pugni lungo i fianchi. ≪ Forse sarebbe stato meglio se io fossi morta quel giorno. Si, avresti dovuto lasciarmi morire ≫
Quel giorno in cui Gerard aveva messo in gioco la sua vita per salvarla ed aveva condannato sé stesso per questo. Se quel giorno avesse semplicemente chinato il capo e avesse lasciato che si prendessero la sua vita, Irene non sarebbe mai arrivata ad assediare un’intera città, ferendo i suoi amici.
≪ Vivere significa accettare il rischio di sbagliare e ferire gli altri ≫ mormorò Gerard, facendola sussultare. Sollevò lo sguardo solo per trovare i suoi occhi dolci e tristi che la fissavano. ≪ Arrendersi però non migliorerà le cose, non lo fa mai. Possiamo cambiare le cose che non ci piacciono, migliorare le nostre vite, solo continuando a combattere. ≫
Il cuore di Erza ebbe un sussulto. Quelle parole lei le conosceva bene, ricordava la prima volta che le aveva sentite, con il peso del corpo di Sho e Miriano contro le sue spalle. Gerard stringeva il pugno arrabbiato, gli occhi brucianti di una determinazione ribelle, mentre Wally e Shimon annuivano fiduciosi.
Allora, erano stati nulla di più che degli schiavi, ma lui pensava e parlava del futuro come un giovane rivoluzionario che desiderava vivere più di chiunque altro.
Il Gerard di adesso, accennò un sorriso timido, dicendole ≪ Insieme ai nostri amici, accanto alle persone che amiamo e di cui ci fidiamo. Insieme siamo più forti, Erza ≫.
Erza tese la sua mano e gli sfiorò la guancia con la punta delle dita. La sua pelle era più ruvida di un tempo, le ciocche dei suoi capelli blu le solleticarono la pelle. Gerard la guardò confuso.
≪ Perfino senza i tuoi ricordi ≫ mormorò lei, con un’emozione inafferrabile nella voce. ≪ Tu dici sempre le stesse cose, Gerard. ≫
Gli occhi verdi di lui si fissarono nei suoi, le sue labbra si schiusero come a volerle parlare, ma lei non era pronta ad ascoltare. Non ancora. Si ritrasse, distogliendo lo sguardo dal suo.
≪ Mi dispiace per aver urlato prima ≫ gli disse, evitando il suo sguardo. ≪ E-ero arrabbiata ≫
Lui esitò, stringendo i pugni sul copriletto e abbassando lo sguardo. ≪ No, non scusarti. L’unico che dovrebbe farlo sono io ≫
Erza non rispose, avviandosi alla porta. Ora che aveva parlato con lui si sentiva un po' meno depressa. Adesso, aveva la speranza che un giorno avrebbe rivisto quel fuoco caldo e ribelle nel suo sguardo, rincontrato il Gerard per cui era arrivata a risvegliare un potere che non aveva mai voluto.
≪ Combattere e vivere per i propri amici ≫ disse piano. ≪ Era questa la ragione per cui ci ribellammo. Per noi stessi, per la nostra libertà… e per i nostri amici ≫
≪ Tornerai? ≫ sussurrò lui, un tremito di inquietudine nella voce, come se sperarlo fosse troppo. ≪ A trovarmi. Verrai ancora a trovarmi, Erza? ≫
Lei si voltò a guardarlo. I suoi occhi tristi avevano una piccola scintilla nello sguardo che le faceva tremare il cuore in petto. Accennò un consenso con la testa, prima di uscire e chiudersi la porta alle spalle.
Prima che fosse del tutto chiusa lo sentì sospirare e dire. ≪ Aspetterò che tu lo faccia ≫.
≪ Erza? ≫ la voce concitata di Jiro la fece sussultare. Si sentì bruciare le guance come se fosse stata sorpresa a fare qualcosa di sbagliato.
La ragazza le corse incontro, seguita da Tsuyu che posò lo sguardo sul numero di stanza e chiese curiosa. ≪ Stavi facendo visita a un amico? ≫
Erza si irrigidì, un senso di panico a stringerle lo stomaco. Era ridicolo, perché non c’era proprio niente di cui scusarsi. In un certo senso, aveva ragione, stava solo facendo una visita.
La ragazza rana chinò la testa di lato, osservandola più attentamente davanti al suo silenzio. Jiro sbuffò. ≪ Adesso, non è importante! ≫ disse sbrigativa. ≪ È successa una cosa, devi venire subito ≫
Per un attimo, vide nella sua mente gli scenari peggiori. Toshinori morto, un nuovo attacco di qualche villan, la Regina risorta o Ultear che aveva attaccato l’ospedale perché voleva riprendersi Gerard.
Jiro la guardò negli occhi e disse ≪ Midoriya si è svegliato ≫
Il cuore di Erza fece un balzo e minacciò di saltarle fuori dal petto. La gioia e il sollievo che l’invasero le fecero girare la testa, un sorriso si fece largo sul suo viso, ma vacillò davanti all’espressione ansiosa delle due ragazze.
La voce gracchiante di Tsuyu era piena di tristezza, disse ≪ Le sue condizioni mediche non sono buone. È meglio se vieni ≫
≪ Andiamo ≫ disse Erza decisa, stringendo i pugni lungo i fianchi. Era di nuovo pronta ad affrontare qualsiasi cosa si fosse trovata davanti e porvi rimedio.
 
 
--- Midoriya Izuku ---
 
La prima cosa che vide aprendo gli occhi, fu il rosso cremisi delle sue iridi. Un colore denso e scuro, profondo come i meandri di due rubini che lo scrutavano negli occhi verdi.
Nel vedere il proprio sguardo ricambiato, Katsuki sgranò gli occhi, trattenendo il fiato e si lasciò sfuggire dalle labbra tese. ≪ Fottuto Nerd, sei ancora vivo! ≫
Izuku lo guardò confuso, ricambiando incerto il sorriso, incredulo e sollevato dell’altro. Il suo cuore si strinse in una morsa di nostalgia a quel piccolo gesto.
 Eccolo, il Katsuki che aveva sempre ammirato e dietro cui aveva arrancato fin da bambino. Lo stava finalmente ritrovando dopo anni in cui non aveva fatto altro che respingerlo e tormentarlo.
Era passato così tanto tempo dall’ultima volta in cui gli aveva sorriso in quel modo, che non sapeva nemmeno più quando era accaduto.
Fu una gioia breve, perché Katsuki si rese conto di cosa stava succedendo e il sorriso si trasformò in una smorfia. ≪ Fottuto Nerd ≫ ripeté con rabbia. ≪ Non ti decisi proprio a schiattare. ≫
Izuku lo guardò allibito, cercando di mettere insieme i ricordi frammentare nella sua mente. Rammentava un enorme drago, Natsu avvolto dalle fiamme, All Might ferito gravemente ed Erza che fronteggiava con la sua spada un enorme drago.
Il fiato gli si spezzò in gola. ≪ C-cosa…? ≫
≪ Non dargli retta ≫ intervenne una voce allegra. ≪ Sta facendo l’idiota ≫.
Lo sguardo del ragazzo biondo si adombrò, ringhiò ≪ A chi stai dando dell’idiota, svampita?! ≫
Il viso sorridente di Lucy fece capolino nel suo campo visivo, insieme a quello di Uraraka, rigato di lacrime. ≪ Deku-kun, finalmente ≫ disse la ragazza, tirando su con il naso. ≪ Eravamo tutti in pensiero ≫
Izuku le guardò confuso. Era sdraiato su un letto con addosso un camice ospedaliero e le braccia gessate. Tutto il suo corpo era fasciato da bende candide.  ≪ Dove sono? ≫
≪ Sei diventato scemo? ≫ replicò Katsuki, seccato. ≪ Di sicuro non sei in paradiso. Siamo in una merda di ospedale e tu sei il peggiore degli idioti, ti sei spaccato tutte le ossa e ti hanno svegliato dal coma poco fa. ≫
Lucy rise, guardando l’altro ragazzo divertita. ≪ Adesso fa tanto lo stronzo ≫ gli disse, con gli occhi scintillanti di allegria. ≪ ma devi sapere che è rimasto seduto qui, al tuo fianco, da quando sei uscito dalla sala operatoria ≫
Uraraka annuì, asciugandosi le lacrime e sorrise. ≪ Hanno provato a dimetterlo, ma non voleva lasciarti. Ha dormito su quella sedia per giorni ≫
Izuku spostò lo sguardo incredulo sul compagno. Katsuki gli voltò le spalle, ringhiando piano qualcosa di incomprensibile. ≪ Se l’ho fatto e solo perché non puoi schiattare prima che ti faccia il culo. ≫
≪ Oh cielo ≫ commentò una vocetta dolce. Mirajane sedeva sul letto di un ragazzone tutto muscoli e dai capelli candidi. Teneva una mano sulla guancia e un sorriso dolce e divertito le curvava le labbra. ≪ È così poco sincero con i propri sentimenti da fare tenerezza ≫
≪ Neechan ≫ protestò Elfman, infastidito. ≪ Non dire così… ≫
≪ Bakugou è così ≫ commentò Todoroki, con un sospiro. ≪ Non fateci caso. ≫
Il diretto interessato si voltò di scatto verso di lui, ringhiando ≪ Eh?! chi ti ha interpellato Bastardo a Metà? ≫
Todoroki sollevò lo sguardo su di lui, corrugando la fronte. ≪ Uhm, scusa ≫
≪ E tu fatti gli affari tuoi ≫ aggiunse rivolgendosi alla ragazza.
Izuku si guardò attorno disorientato. Lucy ed Uraraka erano sedute sul suo letto, dietro di loro Natsu gli sorrise dal letto in cui Gray era sdraiato, con il petto nudo avvolto da bende candide.
Dall’altra parte, c’era un altro letto, dove si trovava un ragazzo con il viso ricoperto di piercing e una ragazzina piccolina dai capelli sbarazzini che somigliava a un folletto.
Nell’altro lato della stanza, Iida, Todoroki e il ragazzo che aveva chiamato Mirajane “sorellona” erano semisdraiati a letto.
Avevano tutti delle bende e dei cerotti addosso, chi più chi meno. Sul letto di Todoroki, Jiro e Kaminari gli sorrisero sollevati.
≪ Hai fatto una cosa pazzesca, Mido! ≫ esclamò Kaminari, sconvolto. ≪ Dicono che hai sollevato da solo un drago gigantesco! ≫
≪ Ma dai non è possibile ≫ sbuffò Jiro, roteando gli occhi. ≪ Lo sanno tutti che i draghi non esistono ≫
A quelle parole, Natsu si tese voltandosi verso Gray. ≪ Dicevamo? ≫ disse divertito. Gray alzò gli occhi al cielo. Una ragazza dai capelli blu lo guardava inginocchiata dietro il bordo del letto, borbottando fra sé.
 ≪ Te l’ho già detto ≫ sbuffò il ragazzo. ≪ Va bene, okay, esistono. I draghi esistono. Ora smettila di rompere ≫
Iida sorrise a Izuku dal suo letto, la gamba ingessata e sollevata. Momo era al suo fianco, seduta sulla sedia a rotelle.
≪ Midoriya-kun, sono felice di vederti sveglio ≫ disse Iida con un sorriso commosso. ≪ Eravamo davvero in pensiero per te ≫
≪ Iida, anche tu sei rimasto ferito? ≫ disse sorpreso. Il ragazzo annuì. ≪ Molti di noi hanno riportato ferite leggere e sono già stati dimessi, solo quelli che dovevano completare le analisi o fare trattamenti particolari sono rimasti. L’importante è che siamo tutti vivi ≫ sospirò ≪ Purtroppo, ci sono stati moltissimi feriti, ma dovremmo essere grati per quanto siamo stati fortunati ≫
Izuku accennò un sorriso, sentendo pungere gli occhi di lacrime di gioia. Era felice che i suoi amici stessero tutti bene e fossero insieme.
Il suo sguardo corse per la stanza, alla ricerca di una famigliare chioma scarlatta. ≪ Erza? ≫ domandò incerto. ≪ Dov’è? P-perché non è qui? ≫
L’allegria negli occhi dei suoi compagni si spense di colpo. I loro visi divennero seri, alcuni perfino angosciati.
≪ Mido… ≫ disse Jiro, nervosa. ≪ Ecco, vedi… ≫
Un terribile presentimento si istaurò in lui, tento di alzarsi e guardò le sue braccia ingessate. Non riusciva a muoverle. L’ansia lo artigliò. ≪ Dov’è Erza? Sta bene? ≫
≪ Sta bene ≫ intervenne Lucy, sventolando le mani davanti al suo viso. ≪ Aveva una commozione, ma gliel’hanno curata. Non c’è da preoccuparsi ≫
≪ Dire che sta bene è un po' troppo ≫ commentò Gray. Il ragazzo con i piercing sbuffò. ≪ Il suo umore è peggiore del solito ≫
≪ Sua madre ha tentato di ucciderla, Gajil, anche tu saresti di pessimo umore dopo ≫ replicò la ragazzina che sembrava un folletto.
Izuku guardò Lucy, interrogativo. ≪ C-credo di essere un po' confuso ≫ ammise. In realtà, più che confuso era deluso. Non riusciva a capire perché la sua ragazza fosse l’unica a non essere lì.
Se stava bene, allora perché non era lì con tutti gli altri?
 Lucy sospirò, stancamente. ≪ Immagino ≫
≪ Stiamo tutti bene, Deku-kun. Tranquillo ≫ intervenne Uraraka, giocherellando con le bende sul suo polso ed evitando di guardarlo. ≪ Solo…ecco ≫
≪ Dateci un taglio ≫ sbottò Katsuki, spazientito. Era in piedi dietro la sedia, con le mani sullo schienale e l’espressione scocciata. ≪ Non è un bambino e se fatte così è pure peggio ≫
Izuku lo guardò, incrociandone lo sguardo cupo. ≪ Si tratta di All Might, vero? ≫ disse. Se Erza non era lì poteva dipendere solo da quello, ne era sicuro.
Katsuki fece un cenno con la testa, incupendosi. ≪ La tua ragazza ha passato tutto il suo dannato tempo tra il tuo capezzale e quello di All Might. Non sono nemmeno sicuro che abbia mai dormito, davvero ≫
Izuku sussultò, avvertendo un tuffo al cuore. ≪ Wendy non ha curato le sue ferite? Di All Might, dico ≫
≪ Ci prova da giorni ≫ disse Lucy, rattristandosi. ≪ Ma oltre il fatto che lei, Porlyusica e Recovery stanno aiutando tutti quanti, il fisico di All Might era già messo male… ≫
≪ E anche tu, Deku-kun ≫ aggiunse Uraraka, affranta. ≪ Avevi tutte le ossa rotte. Hanno dovuto operarti e curarti più volte. Perfino, ora stiamo aspettando gli esisti di altri esami per capire se ci sono danni ≫
Izuku annuì, teso. ≪ E la Regina? ≫ chiese, guardando Natsu. ≪ L’avete sconfitta? ≫
Natsu fece un sorrisone, puntando il pollice contro il proprio petto. ≪ Ci ho pensato io! L’ho mandata all’altro mondo, sicuro! ≫ I suoi occhi neri scintillarono, voltandosi verso Gray, aggiunse canzonatorio. ≪ Chi è il vero drago, adesso?! ≫
Il ragazzo moro sollevò gli occhi al cielo, sbuffando. ≪ Salvatemi! Cristo Santo, mi darà il tormento per il resto della vita ≫
≪ Non infastidire Gray-sama  ≫ esclamò la ragazza dai capelli blu, oscurandosi in viso. ≪ Juvia non può permetterlo ≫
≪ Comunque non sei l’unico drago qui ≫ commentò Gajil scocciato, strappando una risatina canzonatoria alla ragazzina. ≪ E tu non ridere! ≫
≪ In realtà, ≫ commentò Lucy, passandosi una mano fra i capelli. ≪ Non siamo sicuri se sia ancora viva o meno. ≫
Izuku trasalì, guardandola turbato. Lucy si mordeva il labbro, pallida e tesa. Possibile che non fosse servito a nulla tutto quello che avevano fatto?
 Deglutì. ≪ I-in che senso? ≫
≪ I soccorsi sono andati a cercarne il corpo, hanno percorso tutta la zona, ma non l’hanno trovato ≫ spiegò Lucy, il viso adombrato dall’ansia. ≪ Hanno trovato solo il punto in cui era caduta, ma di Irene non c’era traccia ≫
≪ M-magari si è dissolta ≫ commentò Max, rabbrividendo. ≪ Come un brutto sogno ≫
≪ Non dire assurdità ≫ rispose Gajil. ≪ Il corpo dei draghi e fatto di carne e sangue, non scompare ≫
≪ Sono sicuro di averla sconfitta definitivamente ≫ borbottò Natsu.
Izuku si sentì afferrare il petto dall’ansia. Non capiva se potesse o meno tirare un sospiro di sollievo. Erza era al sicuro adesso, oppure correva ancora il rischio di essere usata come contenitore dalla madre?
Il corpo gli faceva male, la pelle gli formicolava. Si sentiva ancora stanco e stordito e aveva voglia di vedere la sua ragazza. La sua assenza nella stanza era come una un buco nel petto. Si morse il labbro amareggiato, cercando di scacciare quei pensieri egoistici. Erza doveva essere a pezzi per le condizioni di suo padre, non poteva avercela con lei per questo.
Dal letto del fratello, Mirajane emise un sospiro. ≪ Alcuni dei villan sono fuggiti e hanno fatto perdere le loro tracce. ≫. I suoi occhi azzurri si posarono sulla figura di Gray che aveva abbassato la testa, incupendosi. ≪ Non sappiamo dove potrebbero essere andati ≫
Gray si morse il labbro, frustrato. Natsu gli posò una mano sulla spalla. ≪ Coraggio, non fare così. ≫
L’altro lo respinse, girando il viso per impedire loro di vederne l’espressione.
≪ Giusto! ≫ disse la ragazzina-folletto. ≪ Almeno adesso sai che Ultear è ancora viva. La ritroveremo, vedrai ≫
≪ Un vero uomo non perde mai la speranza ≫ concordò Elfman. ≪ Combattere per la propria famiglia è da veri uomini ≫
≪ Oh Cielo, sarà questo il caso? ≫ si domandò Mira, pensierosa.
Izuku abbandonò la testa contro il cuscino, chiudendo gli occhi. Erano troppe informazioni tutte insieme, aveva bisogno di tempo per riordinarle e metterle in ordine. La regina era stata sconfitta, ma dove era finito il suo corpo e chi aveva interesse a portarlo via?
Ultear non aveva ottenuto ciò che voleva, ma era scomparsa, lasciando suo fratello Gray senza risposte. Ed All Might era ferito gravemente e non si era ancora svegliato. Infine, voleva vedere Erza, il prima possibile.
≪ Forse dovremmo lasciarlo riposare ≫ sentì dire a Todoroki. ≪ Sono un sacco di informazioni da digerire e si è appena svegliato. ≫
≪ non dovevamo dirgliele così, tutte insieme ≫ concordò Uraraka.
≪ Uno che può sollevare un drago potrà anche gestire le informazioni, no? ≫ replicò Gajil. ≪ Non sarà stupido come Salamander, spero ≫
≪ A chi stai dando dello stupido? ≫ gridò Natsu, balzando in piedi. ≪ Dimmelo in faccia se hai il coraggio ≫
≪ Lo sto facendo, idiota ≫ replicò Gajil, facendo sbuffare le ragazze e gridare Iida dei rimproveri. La confusione nella stanza era allegra e vivace. Izuku teneva le palpebre chiuse, lasciando che i suoni rimbalzassero nel buio.
Tossì, la gola secca. ≪ Posso avere un po' di acqua? ≫ domandò, incerto.
Katsuki sbuffò. ≪ Prenditela ≫
Uraraka gonfiò le guance, arrabbiata. ≪ Sei veramente tremendo che ti costa avvicinargliela? ≫
Izuku aprì gli occhi, mormorando. ≪ La prenderei se riuscissi a muovere le braccia ≫
Fu come se avesse gettato su di loro un secchio di acqua fredda. Li guardò confuso, mentre loro ricambiavano lo sguardo. Katsuki si accigliò. ≪ Oi, Deku. Che cazzo stai dicendo? ≫
Lucy abbassò lo sguardò sul suo braccio e disse tesa. ≪ P-potresti stringere il pugno, Mido? ≫
Lui la guardò senza capire. Provò a farlo e si accorse con orrore che non sentiva più la punta delle dita. Il respiro gli si spezzò in gola, mentre Lucy ripeteva ansiosa. ≪ Solo per un momento, chiudi le dita ≫
≪ L-lo sto facendo ≫ rispose lui, ma lo sapeva che le sue dita non stavano eseguendo quel movimento. Era stato avvertito. I suoi tendini erano già danneggiati, sapeva di non potersi permettere altri danni importanti alle braccia, ma non aveva potuto far altro che reagire alla situazione.
Le lacrime presero a rigargli il viso. ≪ N-non le sento. ≫ ammise, la voce ridotta a un sussurro. ≪ Non sento più le braccia ≫
Lucy scattò verso la porta, gridando ≪ Vado a cercare aiuto ≫
Jiro scivolò giù dal letto, lo sguardo velato di tristezza. ≪ Cerco Erza. Tranquillo, Mido, risolveremo la cosa. Vedrai ≫
Lui non rispose, chiudendo gli occhi. In quel momento, avrebbe preferito essere solo per poter piangere.
 
   
 
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