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Autore: _Zaelit_    16/10/2020    1 recensioni
Come cambierebbe la storia di Final Fantasy VII se un'altra creatura aliena fosse caduta sul pianeta, anni fa, oltre a Jenova?
Il Progetto Yoshua R porta alla creazione di una ragazza all'apparenza normale ma che, in realtà, dovrebbe incarnare il potere dei Cetra e uguagliare la forza fisica dei prodotti del Progetto Jenova.
Rainiel non sa di essere nata da un esperimento, esattamente come non lo sa Sephiroth, ma i loro destini percorrono la stessa strada e sono pronti a incrociarsi.
- La Fanfiction è ambientata durante le vicende di Crisis Core ma gli eventi sono stati cambiati per comodità della trama. Alcuni personaggi potrebbero risultare lievemente OOC. Vi è la presenza di coppie canon e noncanon e di personaggi OC. -
Genere: Azione, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Nuovo personaggio, Sephiroth
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Crisis Core, Contesto generale/vago
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- Questa storia fa parte della serie 'Heiress of Yoshua'
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Quella sera, Sephiroth chiamò personalmente i suoi insoliti ospiti con l'intento di mostrar loro qualcosa. Chiese loro di raggiungerlo in un corridoio della villa, al piano terra, che terminava bruscamente con un muro di pietra e una porticina di legno scuro. Il catenaccio che doveva sigillare qualsiasi cosa si trovasse oltre quella parete era stato affettato con brutalità, un taglio netto che fungeva da firma di riconoscimento. Solo una persona al mondo sarebbe stato capace di un colpo così ben assestato e pulito.
Zack, Cloud e Rainiel attendevano nella penombra dell'andito, alle spalle del più grande tra i presenti, il quale liberò l'accesso subito dopo.
«Dove ci stai portando?» chiese Zack, ancora non del tutto persuaso. Quel pomeriggio aveva cercato di mantenersi calmo e di non intervenire nonostante i rumori provenienti dal piano inferiore, ma subito dopo era corso da Rain ad assicurarsi che stesse bene. Lei non aveva fornito spiegazioni a proposito della sua "discussione" con il Generale e lui non aveva fatto altre domande, gli bastava sapere che Sephiroth era stato fedele alla parola data, ma non per questo si fidava di lui.
Cloud, benché in presenza di Sephiroth si sentisse perennemente incerto e inesperto - lo aveva incontrato forse una sola volta in passato e grazie a Zack, ma per lui non restava che una figura importante con la quale gli sembrava impossibile avere a che fare - si decise finalmente a fare sentire la sua voce.
«È qui che sono stati condotti gli esperimenti sulle Copie-R del Progetto Yoshua?» titubò.
Sephiroth gli rivolse uno sguardo neutro ma capace di metterlo in soggezione. Chiaramente era sorpreso che sapesse già tanto, ma probabilmente Zack e Rain gli avevano dovuto spiegare molte cose, quel giorno.
«Sei perspicace, ragazzo.» si complimentò.
Cloud batté le ciglia e si sentì per un attimo riempire d'orgoglio, ma ricordò poi di dover essere cauto: quello davanti a lui non era più un valoroso e giusto eroe.
«Ho visitato io stesso ogni ala di questa magione. Sembra essere mascherata da comune fattoria, ma nasconde alcuni piani sotterranei. Studi, archivi, laboratori segreti... sembra che la Shinra sia riuscita a creare un piccolo clone di se stessa, quaggiù.» riprese a dire l'uomo dai lunghi capelli argentati, muovendosi nella stanza scoperta dopo aver spalancato con calma la porta.
In fila, le persone dietro di lui lo seguirono.
«Hai trovato nulla di nuovo, che interessi il Progetto Yoshua?» domandò Rain, stringendosi tra le proprie braccia. Non aveva dimenticato quanto accaduto quel pomeriggio e proprio per questo evitò di guardare direttamente Sephiroth.
Cosa che non sfuggì a Zack, il quale però dovette far finta di nulla.
Il Generale parve contento di poter parlare di nuovo anche con lei.
«Ora so con certezza che le Copie-R sono in totale ventuno. Ne avete uccisa qualcuna, nell'ultimo periodo?»
«Cinque.» replicò lei.
«Io sette. Dunque, sommate a quelle eliminate in passato, dovrebbero restarne altre sei in libertà. Ci occuperemo di loro il prima possibile.»
«Non hai scoperto nient'altro?» continuò Zack, incuriosito.
«Sì, ma probabilmente si tratta di informazioni già in vostro possesso. Le Copie-R sono tutti soggetti falliti del progetto Yoshua R. L'esperimento prevedeva di creare delle copie del soggetto umano appena nato, ma pare che il DNA di Rainiel fosse impossibile da copiare su altre forme di vita. Risalgono a uno stesso periodo di creazione, vale a dire circa vent'anni fa, ma sono state conservate in uno stato di sonno criogenico fino a un momento impreciso, quello del loro rilascio.»
Cloud camminò per la stanza che si trovarono davanti: una grande sala dal pavimento in legno con un tavolo al centro, delle mappe, degli scaffali impolverati e macchinari e cianfrusaglie sparsi in giro. Provò a immaginare delle enormi capsule che contenevano quei mostri che lui stesso aveva affrontato più di una volta.
«Chi mai lascerebbe in libertà delle creature simili? Non riesco a capire a quale scopo qualcuno avrebbe potuto farlo...» commentò, la testa carica di pensieri.
«Non puoi sperare di comprendere la mente di uno scienziato pazzo. Persone del genere non hanno alcun interesse nel trovare un "perché", il loro unico desiderio è provare corrette le loro stesse teorie con ogni mezzo possibile.»
Mentre gli rispondeva, Sephiroth chinò la schiena e si appoggiò con i palmi delle mani al tavolo alto davanti a lui, quello al centro della sala cupa. Di fronte, oltre quella stessa tavolata, il muro si interrompeva per lasciar spazio a un'altra porta e una serie di gradini che conduceva ad altri piani inferiori, sempre più bui, come se si potesse lentamente ridiscendere nello stomaco di una belva.
Lo sguardo dell'uomo era offuscato da sentimenti ed emozioni che, inevitabilmente, a momenti si facevano troppo pressanti per poter essere nascosti.
Rainiel pensò di raggiungerlo, ma si fermò poco prima di farlo. Non doveva essere precipitosa. Non doveva dargliela vinta... e non poteva lasciarli illudere di nuovo. Ma si sentì comunque dalla parte del torto, in quel caso.
Lesse nei suoi occhi che, in quell'istante, Sephiroth si sentiva molto simile all'uomo che aveva ridotto entrambi in quello stato: una persona che vuole giocare a fare il dio senza curarsi delle persone che gli stanno attorno.
Sephiroth era stato proprio così, quando aveva scatenato l'incendio negli archivi. Ma Rain ebbe tutta l'impressione che non lo fosse più.
Zack, intanto, girovagò dando un'occhiata ai gingilli attorno a lui, individuandone uno più curioso degli altri. Un grande schermo piatto a parete dallo sfondo verde scuro continuava a ospitare cerchi concentrici rossicci, che si espandevano silenziosi su quella che sembrava essere una mappa delle distese aride fra le quali l'Oasi sorgeva. Una abbastanza grande da comprendere anche il limitare della piattaforma e dei bassifondi.
«Huh? E questo cosa sarebbe?» domandò allora, poggiandovi una mano sopra.
Sephiroth raddrizzò la schiena, alzando il volume della propria voce per replicare al suo dubbio.
«Quello è il motivo per cui volevo che vedeste questa stanza. Si tratta di un radar. Devo chiederti di non toccarlo, non sappiamo se le impostazioni possano modificarsi erroneamente al minimo passo falso.» avvisò.
Zack ritirò la mano, con aria colpevole, ma ben presto tutti si radunarono attorno al meccanismo.
«Un radar?» domandò Rain, giustamente incuriosita, «Un radar per cosa?»
«Per le Copie-R. La Shinra ha piantato dispositivi di controllo ovunque, in queste zone, al rilascio delle creature di mako. Ho scoperto che il radar può individuare le copie in avvicinamento. Se dovesse capitare, farà scattare un allarme che ci avviserà della loro presenza. È così che gli scienziati dell'Oasi si tenevano al sicuro da quei mostri.»
«Quindi è da qui che localizzavi quelle creature? Per questo ne hai uccise tante e tutte da solo.» notò Cloud, spostandosi di qualche passo quando Sephiroth gli si avvicinò. Non solo in un certo senso gli metteva paura, ma non sopportava quell'enorme differenza di altezze fra loro due. Possibile che non arrivasse neanche alla sua spalla? Era persino più alto di Zack!
Il grande guerriero parve notarlo e, francamente, dovette trattenere un sogghigno divertito per tornare a concentrarsi sulla discussione. Una volta anche Rainiel si sentiva in soggezione se accanto a lui, ma ora notò che se ne stava calma e in silenzio con gli occhi fissi sul monitor.
«Ho potuto notare che le creature, per qualche motivo, prima o poi passano sempre da queste parti. Se attendessimo, arriverebbero anche le restanti sei. Quel che non capisco... è il perché.» annunciò poi.
Rainiel, allora, si strofinò il mento.
«Non credo che lo facciano per l'Oasi. Dubito persino che sappiano dell'esistenza del laboratorio, alla fine non sono creature senzienti. E poi, ricordate tutti la prima belva di mako che abbiamo sconfitto, giusto?»
«Sì, nei bassifondi del settore 5.» rispose Zack, che durante quella missione era particolarmente preoccupato.
Rain ricordava benissimo quella lotta: nessuno, né i SOLDIER né la Turk Vaneja e nemmeno il fante Cloud sapevano come comportarsi con la belva e questo li aveva quasi portati alla morte. Se non fosse stato per Sephiroth, che fortunatamente non era lontano e aveva sentito l'allarme di Zack, probabilmente nessuno dei tre sarebbe stato adesso lì a parlarne con lui. Questo non poteva negarlo.
«Infatti. L'Oasi era disabitata e per questo nessuno ha notato l'allarme. Nessuno che volesse fermare la creatura, perlomeno.» riprese a dire, conscia che l'Oasi fosse certamente sotto controllo da distanza. Sicuramente Hojo stava tramando qualcosa ben lungi dal rassicurante. «Quindi, se quella creatura ha raggiunto i bassifondi, significa che il suo obiettivo non era l'Oasi.»
«Esattamente.» replicò Sephiroth, sollevando una mano per indicare, a debita distanza, un punto più a Sud sulla grande mappa davanti a loro. «E cosa c'è oltre l'Oasi?»
Una domanda retorica ma che, come in un ossimoro, necessitava comunque di una risposta.
«Midgar.» Rain parlo a denti stretti, seguendo la sua indicazione. «Le Copie-R stanno facendo ritorno a Midgar.»
E nella stanza calò un cupo clima di preoccupazione.

 

   
 
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