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Autore: betty58    16/10/2020    1 recensioni
Elizabeth Gray è una studentessa della Beacon Hills High School e a tutti è nota la sua mente brillante. La sua vita cambia drasticamente quando, una notte, si avventura con i suoi due migliori amici, Scott e Stiles, nel bosco. Qui tante cose succederanno, come per esempio vedere la persona più importante per lei venire morsa da un lupo mannaro diventandolo a sua volta. Da questo momento, Beth verrà catapultata in un nuovo mondo sconosciuto e surreale, che solo nei libri aveva mai letto. I suoi sentimenti, il suo amore, la sua devozione la porteranno a compiere particolari e pericolose azioni pur di salvare chi ama, anche allearsi con un misterioso e spaventoso licantropo, Derek Hale.
*Personaggi e battute completamente prese da Teen Wolf. Ho semplicemente aggiunto un personaggio, ma la storia seguirà perfettamente la serie, o quasi. Buona lettura! :)*
Genere: Fantasy, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Derek Hale, Lydia Martin, Nuovo personaggio, Scott McCall, Stiles Stilinski
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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*Personaggi e battute completamente prese da Teen Wolf. Ho semplicemente aggiunto un personaggio, ma la storia seguirà perfettamente la serie, o quasi. Buona lettura! :)* 

 

Questa notte non ho chiuso occhio, continuavo a pensare a Scott, a Stiles, a Derek, a quello che è successo alla clinica, allo zio di Derek, alle sensazioni che ho provato. Inutile dirvi che sono quasi le 7 del mattino e non sono psicologicamente pronta per andare a scuola. A parte il sonno insostenibile, ma non sono proprio dell'umore per affrontare questa giornata. Spengo la sveglia e svogliatamente mi rigiro dall'altra parte del letto. Non ho neanche la forza di alzarmi e andare ad avvisare i miei. Non posso pensare che siano dei cacciatori, che potrebbero dare la caccia a Scott, o peggio ucciderlo. Anche se avrebbe un minimo di senso. Almeno riesco a spiegare la loro missione di ieri notte, le mille domande ogni volta che esco, le centinaia di raccomandazioni, la loro pesante insistenza nel sapere ogni singolo aspetto della mia vita sociale. Insomma, i genitori non diventano così opprimenti da un giorno all'altro. Poi hanno sempre questo atteggiamento misterioso e tornano ad orari improponibili. Che mi stia, come sempre, facendo troppe paranoie? In fondo tutto è nato da quando ho scoperto che Chris è un cacciatore e solo perché è amico con i miei, non vuol dire che loro lo siano, giusto? Aspetterò che escano di casa, per fare le mie ispezioni. Sento un leggero bussare alla porta e successivamente questa aprirsi. Parlando del diavolo, ecco che spuntano le corna.
"Tesoro, sono le 7 la colazione è pronta" dice mia mamma piano mentre si avvicina alla finestra, probabilmente per spostare le tende che impediscono alle prime luci del mattino di finirmi dritte in faccia. 
"Mamma oggi non mi sento molto bene" rispondo semplicemente coprendomi il viso con le coperte. Lei si avvicina scoprendomi la testa e, come vede la mia faccia, mi guarda confusa e un po' preoccupata.
"Oh tesoro, hai delle occhiaie terribili" grazie mamma, tu sì che sei d'aiuto. Mi poggia una mano sulla fronte per sentire la febbre, ma sono certa di non averla e se ne accorge presto anche lei.
"Non ho dormito molto questa notte. Posso restare a casa? Solo oggi promesso" le faccio un piccolo sorriso, sperando mi grazi. Un po' mi dispiace per questa situazione che si è creata. Io e mia mamma eravamo super legate. Le raccontavo sempre tutto e lei stava sempre al mio fianco ad ascoltarmi per poi donarmi sempre i suoi calorosi abbracci, è sempre stata come una sorta di migliore amica. Ha sempre avuto una specie di radar nei miei confronti, nel senso che capisce sempre alla perfezione ogni mio stato d'animo, prevede ogni mia reazione, a volte mi dà quasi fastidio. Insomma, sono così prevedibile? In diverse occasioni mi è capitato di arrabbiarmi con lei e, magari presa dalla troppa rabbia, usavo parole che su di lei stonano completamente. Eppure lei non si muoveva, stava comunque al mio fianco a tenermi sotto la sua ala protettiva, a difendermi da tutto e tutti. Ha costantemente questo forte atteggiamento di altruismo verso le persone che ama e le fa molto onore. Non mi viene in mente una sola volta che abbia pensato a sé stessa, che si sia dedicata solo a lei. Si mostra sempre come la donna più forte al mondo, non l'ho mai vista crollare. Chissà a cosa pensa, di cosa si preoccupa tutto il giorno. Chissà cosa la farà star male, o che comunque le tira giù il morale. Chissà cosa combatterà tutto il tempo. Mia madre è sempre stata molto brava a conoscere gli altri, a prevederli, a leggerli nel pensiero, ma lei è come una dura corazza impenetrabile. La guardi e vedi solo il suo splendido sorriso che le illumina il viso e ti trasmette allegria. A volte mi fermo ad osservarla e mi viene naturale pensare che da grande vorrei essere esattamente come lei. Non importa cosa nasconde, rimarrà sempre la mia bellissima mamma e la amerò incondizionatamente. Mi piacerebbe riprendere il rapporto con lei, magari potrei iniziare con il parlarle di Scott. Tanto è l'argomento più attuale e quotidiano che mi viene in mente. Finché non sono sicura che non centrino niente con il mondo soprannaturale, però non voglio tradirmi. 
"Va bene! Solo per oggi però" ribatte mentre alza il mignolo, che stringo subito sorridendole. 
"Devi andare subito al lavoro?" le chiedo mentre mi metto a sedere sul letto non staccando gli occhi da lei.
"Non subito, cosa mi devi chiedere?" mi dice mentre alza un sopracciglio. Tipico suo quando tenta di capire la persona che ha di fronte.
"Magari potremmo fare colazione insieme qui nel letto e parlare di cose a caso" abbasso leggermente lo sguardo sentendo un po' di imbarazzo salire. Oh andiamo, è mia mamma non la vecchia zia ficcanaso! Lei in risposta mi lascia un bacio sulla fronte ed esce dalla camera. Mi appoggio alla testiera del letto e penso alle parole giuste da dirle. Non me ne sto pentendo, solo che bisogna essere cauti. Non vorrei farmi sfuggire qualcosa di troppo, non ci vuole niente. Ritorna presto con un vassoio pieno di cibo, tra brioches e frutta, e due tazze belle fumanti. Lo appoggia sul comodino di fianco al letto e mi passa il mio cappuccino caldo, mettendosi poi di fronte a me. 


"Credo mi piaccia un ragazzo. Solo che le cose sono un po' complicate" inizio non staccando gli occhi dalla tazza, ma sento benissimo il suo sguardo puntato su di me. "Diciamo che abbiamo un rapporto strano io e lui, ci cerchiamo in continuazione, ci sosteniamo in ogni situazione, ci appoggiamo ad ogni bravata, siamo molto complici. Solo che non è mai abbastanza. Forse sono io che non mi sento molto alla sua altezza. Poi lui si sta sentendo con un'altra ragazza, quindi rimarrò sempre nell'angolo" mi lascio scappare una risata amara, mentre con le dita percorro il bordo della tazza. 
"Stai parlando di Scott?" alzo immediatamente lo sguardo verso di lei completamente scioccata. Lei, al contrario, si beve tranquilla il suo caffè. Bhe, inutile essere sorpresa. Ma come cavolo fa? Mi legge davvero nella mente? Sono forse troppo prevedibile? "Oh andiamo tesoro, pensi davvero che non l'avessi capito?" mi dice con tutta la serenità del mondo. 
"Cosa faccio mammaaaa?" le chiedo disperata mentre, dopo aver appoggiato la tazza, appoggio la testa sulle sue gambe. "È che... è sempre stato il mio migliore amico e io la sua. Non penso abbia mai pensato a qualcos'altro. Chiamala abitudine o sentimento non ricambiato. Penso non ci sia differenza" mi lascio cullare del suo dolce tocco sui miei capelli e nel frattempo fisso i miei occhi sulle grosse nuvole grigiastre che oggi ricoprono tutto il cielo.
"Finché non ne parlate, non ne verrete mai a capo" ribatte solamente. Ma che consiglio è? Come se fosse una cosa facile, no?!
"Ma come? A parte che sta con un'altra ragazza che, tra parentesi, è una mia amica. Non sarò la stronza di turno che ci prova con i fidanzati altrui. E poi sono arrabbiata con lui adesso. Non riuscirei a parlargli" rispondo mettendo su un piccolo broncio, mentre sento lei ridere. Ma da che parte stai mamma? 
"Cosa avrebbe combinato?" mi domanda guardandomi dall'alto senza smettere di accarezzare i miei capelli.
"Credo che non si fidi di me" replico mentre mi rimetto seduta al suo fianco. 
"Elizabeth, questa è la più grande cavolata che abbia mai sentito! Scott si fida ciecamente di te. Vi ho visti crescere bambina mia, e il rapporto che avete instaurato niente e nessuno potrà togliervelo. Non so che relazione abbia con questa ragazza, ma non credo proprio che potrà mai prendere il tuo posto. Avete vissuto insieme così tanti momenti, così tanti dolori e così tanta felicità. Siete diventati uno la felicità dell'altro. E non lo dico solo perché sono la tua mamma. Ne sono fermamente convinta, chiamalo sesto senso femminile" mi lancia un occhiolino e, quando sentiamo papà chiamarla, si alza lasciandomi un bacio sulla testa, per poi uscire. Mi ristendo nel letto e ripenso alla conversazione appena conclusa. C'è una parte di me che le crede con tutta la forza possibile, ma l'altra è molto scettica. Voglio dire, conosco Scott, meglio delle mie tasche, e lo sguardo che mi ha lanciato ieri sera non era come tutti gli altri. C'era qualcosa dietro. Lo sento. Ne sono certa. Non sono pronta a perderlo, anche a costo di vederlo a fianco di Alison. Certo, all'inizio farà male e dovrò lavorarci parecchio anche perché è un cavolo di lupo mannaro. Sente di quanto aumenta il mio battito quando mi è vicino, sente l'effetto che mi fa. Possibile che non l'abbia ancora capito? Cioè sarebbe un po' stupido dato che tutti quelli con cui parlo non fanno altro che rinfacciarmi i miei sentimenti. O magari non sa cosa dirmi per non ferirmi, in quanto l'interesse è unilaterale. Già, questa mi sembra l'opzione più valida. Fatto sta che prima o poi dovremo parlarne che mi piaccia o meno, e posso solo sperare che sia rapido e non troppo doloroso. Posso dire che situazione di merda? Che situazione di merda! Sento la porta principale chiudersi e contemporaneamente il mio telefono squillare.

Messaggio da Lyds:
Come mai non sei a scuola?
07:53
Messaggio a Lyds:
Non sto tanto bene
07:54

Neanche due secondi dopo, parte la mia suoneria e trovarci il suo nome mi fa sorridere. 
"Ti ho detto che non sto tanto bene, ma tranquilla che domani torno" rispondo immediatamente.
"E il malessere è fisico o di cuore?" mi domanda semplicemente lasciandomi senza parole. Allora sono davvero così prevedibile?!
"Lyds, ho appena finito di parlare con mia mamma, non mi va di iniziare di nuovo. Poi tu hai lezione tra esattamente 4 minuti" le comunico dopo aver staccato il telefono per vedere l'ora.
"Non finisce qui tesoro. Sentirò la tua mancanza. Baci" ribatte chiudendo subito dopo la chiamata. Lancio il telefono da qualche parte lontano nel letto e mi alzo in piedi stiracchiandomi per bene. Scendo velocemente in cucina con la mia tazza ormai fredda, che infilo immediatamente nel microonde. Aspetto che questa si riscaldi per bene e nel mentre mi dirigo al frigo per prendermi un po' d'acqua. Su di questo trovo un fogliettino appeso con una calamita:

"Provo a tornare a casa per pranzo. In caso contrario ti chiamo. Promesso.
Rimettiti 😉
Ti amo -Mamma"

Lo stacco con un grosso sorriso sulle labbra e, dopo il beep del microonde, torno in camera. Mi rimetto sotto le calde coperte e mi gusto il mio buonissimo cappuccino. Riprendo in mano il telefono, per controllare se siano arrivati altri messaggi o chiamate, e rimango un po' delusa nel non vederne nessuna. Mi convinco che sia solo per il fatto che tutti i miei amici abbiano lezione in questo momento. Finisco velocemente la mia bevanda e finalmente mi stendo chiudendo gli occhi.

**********************************

Mi sveglio sentendo un rumore strano e noto con dispiacere che sono solo le 10:48, il che vuol dire che ho dormito solo tre ore circa, il che vuol dire non abbastanza. Rimango comunque stesa con gli occhi chiusi, dato che il silenzio è ricalato nella stanza. Che mi sia immaginata tutto? Bhe di certo non mi stupirei, con tutte le cose strane che accadono le allucinazioni sono più che plausibili. Mi metto a sedere mentre un grosso sbadiglio si crea sul mio viso. Afferro gli occhiali sul comodino e, prima di indossarli, mi stropiccio gli occhi. Il sonno è ancora molto presente.
"Buongiorno eh" dice una voce, che in un primo momento non riesco a riconoscere, facendomi sobbalzare dalla paura. Ma è possibile che non posso rilassarmi un attimo? Mi volto immediatamente verso di essa e trovo Stiles e Scott appoggiati al muro di fianco alla porta. Si può sapere come sono entrati? O meglio ancora, perché cavolo sono qui? Sono stati lì come dei deficienti a guardarmi dormire? Mi devo preoccupare? I battiti del mio cuore sono aumentati per lo spavento appena preso e così anche il mio nervosismo. 
"Mi avete spaventata un casino! Come siete entrati? Sapete che esistono le porte?" chiedo ironica, mentre mi alzo dal letto.
"Betty ci conosciamo da 6 anni, conosciamo ogni porta e chiave di scorta di questa casa" mi risponde Scott con un tono molto scocciato. Senti, carino mio bello, già non sei messo in una buona posizione, in più mi avete svegliato dal mio riposino riparatore, e usi pure quel tono con me? Sei proprio una faccia tosta. Come se non lo sapessi d'altronde. 
"Bene allora, ricordatemi di aggiungere alla lista delle cose da insegnarvi anche come suonare un dannato campanello" ribatto con la sua stessa intensità. Mi devo calmare forse. "Cosa ci fate qui? Dovreste essere a lezione
"Anche tu" dice semplicemente il pelato alzando le spalle. Tutti e due hanno delle facce accusatorie, come se fossero contrariati da qualcosa e volessero farmi la ramanzina per qualcosa. Si sono invertite la parti e non me ne sono, per caso, accorta? Non sono fisicamente e psicologicamente pronta a questa conversazione. Non so dove vogliono andare a parare, ma sono davvero stanca. Vorrei solo tornare alla pace, è difficile da capire?
"Sentite... non mi sento tanto bene, perciò se vi siete intrufolati in casa mia solo per guardarmi con quelle facce, ve lo dico chiaramente, potete uscire" proferisco con un sorprendente tono calmo. Distolgo lo sguardo dai due, girandomi verso la finestra e dando così le spalle a loro. Sento già le lacrime agli occhi e non va bene. Perché sono così debole? Cala un opprimente silenzio e spero con tutta me stessa che escano davvero dalla porta.
"Vogliamo solo parlare" prova a dire Stiles in modo gentile.
"In realtà vogliamo sapere che cavolo ti prende in questo periodo" ribatte veloce Scott sempre con una certa arroganza. Questo cosa vorrebbe dire scusa?! Cosa prende a me? Ditemi che è uno scherzo.
"Intanto direi che potresti anche calmarti, dato che fra i tre quella arrabbiata dovrei essere io. E poi cosa vorresti dire con questo? Cosa prende a me? Sul serio?" mi giro verso di loro e non stacco gli occhi, nemmeno un secondo, dal moro a cui piace tanto puntare il dito.
"Arrabbiata tu? E sentiamo per cosa? Per includerti in ogni cosa che facciamo, senza lasciarti spazio sufficiente per i tuoi nuovi amici?" mi attacca quest'ultimo non muovendosi di un millimetro. Queste sue parole mi hanno ferito immensamente. Come può pensare una cosa del genere? I miei "amici", come ci tiene a puntualizzati in modo così aggressivo, sono loro due. Si può aggiungere Lydia, ma con lei è un rapporto totalmente diverso. Non capisco il punto di questa sua accusa. Non capisco dove vuole arrivare. Darei di tutto pur di passare più tempo con loro e li vedo praticamente tutto il giorno. Eppure non mi basta mai, ma sembra che non ci arrivino. 
"Che ne dite se ci calmiamo tutti?" interviene Stiles, notando il mio cambiamento d'umore. Non sono più arrabbiata, sono solo enormemente delusa. Dice tanto che ci conosciamo da 6 anni, ma se realmente crede questo di me, ha completamente sbagliato rotta. 
"Scusa, non dovevo usare quel tono. Il fatto è che sembra che ogni decisione che prendiamo non ti vada bene. Ti fidi sempre degli altri piuttosto che di noi. Hai ogni volta una critica nei nostri confronti e non sappiamo cosa fare. Non sappiamo che ti succede." continua Scott puntando gli occhi su tutto tranne che su di me.
"Potete farmi un esempio più esplicito? Perché a me sembra davvero tutto il contrario. Ogni singola cosa che mi succede, anche la più insignificante, ve la dico. Non ci sto capendo niente di tutto questo, sul serio. Se è uno scherzo, vi prego di smetterla" verso la fine la mia voce si incrina. Sento le gambe molli e le mani tremare. Ho una brutta sensazione e vorrei solo andarmene da questa stanza.
"Bhe... il più recente che mi viene in mente è Derek. Sembra che ogni cosa che dica sia legge. Non ti fiderai mica di lui? Non è affidabile" risponde il moro ritornando il tono iniziale. Oh mio dio, ma quindi è lui il problema? Non ci voglio credere. Derek è davvero l'ultimo dei miei pensieri.
"E mi spaventa, tanto" aggiunge Stiles che fin a questo momento aveva solo ascoltato a testa bassa.
"Tutta questa situazione è nata per Derek?" chiedo incredula, mentre i due puntano lo sguardo su di me. "Sentite, io non mi fido ciecamente di Derek, non penso sia una sorta di onnipotente, ma al contrario vostro gli dò il beneficio del dubbio. Sa esattamente come muoversi in ogni circostanza, ha sempre la soluzione pronta se ne avessimo il bisogno. È come un cavolo di libro delle istruzioni, che necessitiamo con una certa urgenza. Solo io ho notato che siamo ancora indietro e non sappiamo praticamente nulla di quello che può capitarti? Se non che puoi attaccare le persone e non ricordare nulla una volta che ti trasformi?" domando rivolgendomi al neo-lupo nell'ultima parte. 
"Quindi vedi che ti fidi più di lui" ribatte immediatamente quest'ultimo. Ha per caso il cerume nelle orecchie? Eppure l'ultima volta che ho controllato era un licantropo con tutti i sensi strasviluppati.
"Bhe... se parliamo di licantropi, dei loro 'poteri' e qualità, di tutte le stranezze che ne derivano, Sì. Mi fido più di un lupo con anni e anni di esperienza, piuttosto che di qualche sito internet. Potete biasimarmi? È semplice logica" se è questo che si vogliono sentir dire, bene. Eccovi serviti, ma non è nulla di nuovo, avevo già fatto questo genere di discorso. Alzano entrambi gli occhi, assumendo una faccia molto scocciata. Questo è ancora più surreale del mondo soprannaturale. 
"Quindi tu puoi fidarti di un estraneo che potrebbe ucciderti in mezzo secondo e con cui ci hai parlato due volte, ma noi non possiamo affidarci a persone del mestiere con cui almeno abbiamo già un dialogo umano?" chiede Scott, mentre vedo Stiles al suo fianco annuire in silenzio. Scemo numero 1 e scemo numero 2. Ecco cosa sono. Giunta a questo punto mi domando quanto effettivamente valga pena continuare. Insomma, se andiamo avanti di questo passo non arriviamo di certo da nessuna parte. Però, come si suol dire, queste parole hanno solo fatto traboccare il vaso. Non gli permetto di insinuare certe cose. Ho la coscienza pulita in tutto e per tutto.
"Queste 'persone del mestiere', come le definisci tu, cacciano e uccidono quotidianamente persone come te. Quindi perdonami se parto un po' scettica nei loro confronti. La questione è molto, molto diversa. Non si tratta di me che mi fido di Derek, o voi di loro. Per quanto mi riguarda potete credere anche ai sassi, è una vostra scelta. Quello per cui mi sento così delusa e distrutta, è che voi non vi fidiate di me. Mi sembra così surreale. Siamo cresciuti insieme. Abbiamo affrontato di tutto insieme. Sappiamo ognuno i segreti dell'altro. E mi venite a fare un discorso del genere? A me? È dalla terza elementare che non vi mollo un secondo, che non vi perdo di vista. Siete praticamente la cosa più bella che mi sia capita, e vi giuro che ogni cosa che ho fatto, ogni mia azione, ogni mio gesto o parola, è legata a voi, per rendervi felici e farvi star bene. Nessuna persona potrà mai venire prima di voi, mai. Se ho chiesto aiuto a Derek, non è perché voglio farvi un torto, ma perché voglio proteggervi. Siamo finiti in un mondo molto più grande di noi. Non sappiamo assolutamente niente, a parte che durante la luna piena puoi diventare una animale furioso. Avete mai pensato se quel proiettile avesse colpito te, Scott? Cosa avremmo fatto? Ti portavamo all'ospedale? O ti guardavamo mentre ti contorcevi dal male finché il veleno non avesse raggiunto il tuo cuore? Perché mi dispiace, ma io non sono pronta a vivere nulla del genere. Quindi sì, ho chiesto una mano a una persona più esperta, che sia in grado di salvarti quando io non posso farlo. Non perché non voglia, ma semplicemente perché non è nelle mie conoscenze. Siete la mia famiglia, le persone che amo più al mondo. Ieri sera alla clinica e anche adesso, con questo vostro discorso insensato, mi state spezzando. Non posso credere che non riusciate a vedere tutto quello che sto facendo per voi" come ho iniziato il discorso non ho più retto. Mille lacrime sono scese incessanti sul mio viso, bloccandomi diverse volte. Mi sento così vuota, annientata. Nulla a più senso. Mi giro velocemente, dando loro le spalle. Non riesco a guardarli. Sento dei piccoli passi venire verso di me e, di conseguenza, mi sposto cercando di allontanarmi il più possibile.
"Vi prego, andatevene. Ho bisogno di stare da sola" cercando con tutte le mie forze di non voltarmi. Tento di asciugarmi le guance dalle innumerevoli lacrime scese, ma è tutto inutile dato che non smettono di scendere.

 Tento di asciugarmi le guance dalle innumerevoli lacrime scese, ma è tutto inutile dato che non smettono di scendere


"Betty..." comincia a dire, ma non ho davvero voglia e forza per reggere ancora.
"No! Vi prego, andate via" lo interrompo velocemente con ancora la voce rotta dal pianto, mentre punto il mio sguardo fuori la finestra. Per fortuna o sfortuna, sento la porta aprirsi e, subito dopo, chiudersi. Mi lascio andare totalmente. Alla tristezza. Alla delusione. Alle lacrime. All'amarezza. Alla rabbia. Mi rifugio nel mio letto e semplicemente scoppio, lascio andare. Quando sono in queste condizioni sono sempre loro due i primi e gli unici che chiamo, eppure questa volta sono proprio loro che mi hanno ridotto così. Sembra una barzelletta. Prendo il telefono in mano e, come mi aspettavo, non trovo nessuna notifica. Entro nella chat e, seppur con molte e pesanti incertezze, mando il messaggio.

Messaggio a Lyds:
Ho bisogno di te
11:02

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Sono stesa con la testa appoggiata sulle gambe di Lydia, mentre lei mi accarezza dolcemente i capelli. È arrivata qualche ora fa con tre vaschette di gelato e, mentre le raccontavo tutto ciò che fosse capitato questa mattina, ce ne siamo pure finite due. 
"Si accorgeranno dell'errore che hanno fatto e, credimi Beth, torneranno" mi ribadisce la mia amica. Diciamo solamente che sta imparando ad inquadrarli. Prima di conoscermi e prima che Scott diventasse così 'casualmente' bravo a lacrosse, ignorava l'esistenza di entrambi i miei amici. Quando avevo finito il mio racconto non era affatto contenta, tant'è che li ha insultati per un po' e più volte mi ha detto di lasciarli perdere. La situazione ha iniziato a cambiare quando mi ha visto piangere e solo allora le ho parlato del nostro passato, di loro due, di quanto siano diventati importanti e parte di me. Lei ha cambiato totalmente atteggiamento e semplicemente mi ha stretto forte a sé. Non desideravo altro. Poi ci siamo stese, mi ha aggiornato sulla noia che ha vissuto oggi a scuola e mi ha prestato i suoi appunti. Da quel momento il silenzio era calato nella mia stanza.
"Non posso perderli Lyds" rispondo chiudendo gli occhi, dato che sentivo già le lacrime salire.
"E non lo farai. Te lo prometto" mi dice sicura, mentre con delicatezza mi gira al viso affinché io possa guardarla.
"Gossip Girl?" aggiunge subito dopo con un grosso sorriso che spontaneamente coinvolge anche me. 
"Okay, vada per GG" mi alzo e prendo il computer dalla scrivania. Mentre stavo tornando al fianco della rossa, il suo telefono suona.
"Cos'è quella faccia? Chi è?" le chiedo notando la sua faccia indecisa e confusa.
"È Alison" risponde titubante.
"E cosa aspetti a rispondere? Chiedile se vuole raggiungerci qui" le dico sedendomi al suo fianco, mentre lei mi lancia un'occhiata molto strana alla "ma sei sicura?". In questo momento ho solo bisogno di buona compagnia, e per 'buona compagnia' intendo persone che mi vogliono bene. Non sono arrabbiata con Alison, anzi vorrei scoprire di più su lei. Si è appena trasferita e posso solo immaginare cosa possa provare. Ovviamente il pensiero mi ricade su Scott, ma non voglio far vincere i brutti pensieri. Si merita davvero la possibilità di essere capita e scoperta, e sono molto curiosa di conoscerla a fondo. Mentre la rossa parla al telefono, scendo in cucina per prendere la vaschetta rimanente e faccio scoppiare due pacchetti di pop-corn nel microonde, giusto per sgranocchiare qualcosa mentre guardiamo la nostra serie preferita. Prima che potessi risalire al piano superiore, sento il telefono di casa suonare e, dopo aver posato momentaneamente il cibo sul tavolo, mi affretto a rispondere.
"Pronto?" chiedo non molto interessata.
"Ma allora sei sveglia. Come ti senti?" riconosco subito la voce di mia mamma. A ripensare a questa mattina, mi ritornano presto le lacrime agli occhi e un senso di tristezza mi colpisce forte addosso. 
"Non va mamma, quando torni?" le rispondo sentendo la voce leggermente incrinata. 
"Tesoro mio, cosa è successo?" mi chiede con tono allarmato.
"Sono venuti Stiles e Scott questa mattina e non è finita bene. Abbiamo litigato. Quando sei a casa ti racconto meglio" dico semplicemente mentre tiro su con il naso.
"Oh Lilibeth, mi dispiace così tanto. Sei sola adesso? Perché non chiami qualche amica?" prova a dirmi, cercando di aiutarmi.
"Sì sì, non ti preoccupare. C'è Lydia e tra poco arriva anche Alison" la sento tirare un sospiro di sollievo. La conosco abbastanza da sapere che è preoccupata per me, so che vorrebbe stare al mio fianco in questo momento; ma so anche che appena il suo turno finirà, passerà tutta la notte con me, non lasciandomi neanche per un secondo da sola. Perché è questo che fa lei, mi sta vicino e prende tutto il peso e il dolore che riesce, solo per alleggerirmi. 
"Bene, sono più tranquilla a saperti con qualcuno. Finirò per le 22 massimo, okay? Poi vengo direttamente da te" mi aggiorna la mia dolce mamma.
"Va bene mamma, ci vediamo questa sera" riattacco giusto in tempo per il campanello. 
Come apro la porta mi trovo Alison che, appena mi vede, assume quella faccia di compassione, che avrei voluto disperatamente evitare. Mi abbraccia forte e nella mia testa penso a chi glielo possa aver detto. Lydia? Scott? Probabilmente entrambi. Apprezzo che, però, non mi abbia ancora detto nulla a riguardo. Riprendo il cibo che avevo appoggiato sul tavolo e poi ci dirigiamo insieme nella mia camera. 
"Cosa stavate facendo?" chiede Alison dopo essersi seduta a fianco alla rossa.
"Stavamo iniziando un nuovo episodio di Gossip Girl, sei giusto in tempo" ribatte Lydia lanciandole un occhiolino. 
Mi metto al loro fianco, condividendo le varie schifezze prese e godendomi le mie amiche. 
Nel bel mezzo dell'episodio il mio telefono suona, costringendoci a stoppare. Proprio oggi le persone vogliono chiamarmi in continuazione? Sbuffo leggermente e mi alzo andando verso la scrivania, dove avevo lasciato il cellulare a caricare. "Scottino♡" il suo nome illumina lo schermo e il mio cuore inizia a battere più velocemente. Ancora una volta il grande divario dentro di me, riesce a mettermi in discussione. Muoio dalla voglia di rispondergli, di ascoltare ciò che a dirmi, di parlare fino a fare mattina come siamo soliti fare. Ma dall'altra non riesco. Il dolore che mi hanno causato è immenso. Le ho osservate le loro facce questa mattina, ho notato come hanno cambiato espressione nel momento in cui hanno sentito le mie parole e visto le mie lacrime. Vorrei tanto che capissero i miei gesti, le mie azioni; e, finché non lo faranno, non voglio essere soggetto della loro compassione. Con enorme fatica rifiuto la sua chiamata e piano piano mi giro verso le mie due amiche. Lydia mi guarda quasi soddisfatta di me, come se non accettare quella telefonata fosse stata una mossa vincente, mentre Alison mi guarda esattamente l'opposto. 
"Sono passata da lui prima di venire qui. Mi aveva chiamato e già dalla voce si capiva benissimo quanto fosse triste e dispiaciuto. Mi ha raccontato quello che è successo e si sentiva così in colpa. Credimi quando ti dico che vuole rimediare" mi racconta la mora alzandosi e posizionandosi di fronte a me.
"Bhe, effettivamente la colpa è sua" incalza Lydia mentre ci osserva dal letto. Distolgo subito lo sguardo, ancora una volta le lacrime minacciano di uscire. Ma possibile che non finiscono mai? Devo smetterla di fare la debole.


"Alison, ti ringrazio per quello che mi stai dicendo, ma sono al fianco di Scott da tipo 6 anni. Ce ne siamo fatti di torti, entrambi abbiamo sbagliato nei confronti dell'altro. L'ho visto triste, disperato e distrutto, ed è proprio quando si sentiva più solo che io ero lì per lui. Ma questa volta è diverso e ho bisogno di tempo per mandare giù. Sono certa che tornerà tutto alla normalità, ma adesso voglio solo stare con me stessa e con voi. Ho bisogno di stare lontana da lui e da tutto" rispondo dando sempre le spalle alle mie due amiche e, solo dopo essermi calmata, mi giro verso di loro.
"Beth... io non so cosa hai capito di me e Scott, ma credimi che non è così. Tu hai bisogno di lui al tuo fianco e lo stesso vale per Scott. Prima risolvete questa situazione, meglio sarà per entrambi" ribatte Alison mandandomi totalmente in confusione. Cosa verrebbe dire? Ho capito che sono così prevedibile e che ormai anche Obama è a conoscenza dei miei sentimenti per il mio migliore amico, ma la sua prima frase mi continua a girare in testa e non ha alcun senso. Stavo per parlare e chiederle di spiegarsi meglio, ma vengo bloccata dal suo cellulare che suona. "Scusate, è mio padre" dice uscendo dalla camera, lasciando me e la rossa.
"Tu ne sai qualcosa?" le chiedo riguardo a quello che ha detto poco prima la nostra amica.
"No, non capisco a cosa si riferisse" proferisce mentre guarda altrove e si arrotola una ciocca di capelli al dito. A volte è davvero una pessima bugiarda. La guardo male, ma lei in risposta si alza ed esce dalla stanza, dopo aver avviato una telefonata con Jackson. Non ho parole. Prendo il mio cellulare in mano e noto un messaggio.

Messaggio da Scottino♡:
Possiamo parlare?
19:18

Ignoro il messaggio sentendo entrare entrambe le mie due amiche. Questo loro comportamento così strano mi irrita. Sembra che mi stiano nascondendo qualcosa e questa sensazione mi fa sentire solo presa in giro.
"Noi dobbiamo andare. Ti vengo a prendere domani mattina, va bene?" mi chiede retoricamente Lydia. Ovviamente la mia risposta non può essere un "no". Prendono le loro cose e velocemente scendono le scale.
"Aspettate! Ali... cosa volevi dire prima? Potete rimanere a cena, non è un problema anzi..." provo a dire mentre le seguo. In realtà non ho voglia di rimanere da sola.
"Alison ha avuto un problema con i suoi genitori e io mi sono scordata di avere un impegno che non posso assolutamente saltare. Beth, vogliamo solo il tuo bene e credimi è proprio quello che stiamo facendo. Ci ringrazierai domani" ribatte rapida Lydia che, dopo avermi stretto in un abbraccio, esce insieme alla mora. Altre poche volte mi sono sentita così stupida e ingenua. Cosa cavolo voleva dire? A quanto pare è diventato il motto della giornata. Mi fermo in cucina a prendere un bicchiere d'acqua e il mal di testa si fa più insistente. Questa è decisamente una delle giornate più brutte e pesanti mai affrontate prima. Non solo litigo pesantemente con le persone più importanti della mia vita, ma mi devo anche far prendere in giro da persone che stanno prendendo sempre più posto all'interno del mio cuore. Poi però alla fine, quella sola sono io. È uno schifo. 
Sono appena salita al piano superiore, pronta a rintanarmi nel mio dolce e amato letto, quando il mio sguardo cade sulla camera dei miei genitori. Fra tutti gli eventi di questo interminabile giorno, mi sono anche totalmente dimenticata di cercare delle prove su di loro. Ma cosa sto facendo? Sono i miei genitori, se fossero dei cacciatori del sovrannaturale me ne sarei resa conto. Giusto? Okay, lo ammetto ogni tanto giocano a fare gli agenti 007, ma sono troppo buoni e perbenisti per fare del male anche solo a una mosca, figuriamoci a una persona. Appunto perché sono convinta di questa mia tesi, decido di entrare e dare ragione a me stessa. Appoggio il bicchiere sul comodino e mi guardo un po' attorno. Tutto è al suo posto. Niente maglia o calzino sparso per la stanza. Niente fogli di qualsiasi testo gettati a caso. Tutti i libri sono ordinatamente sistemati sulla scrivania. Così come il portapenne e gli altri vari oggetti di cancelleria. Il letto non ha neanche una piega e l'armadio è perfettamente chiuso. Tutto dannatamente e impeccabilmente ordinato. Mi avvicino al guardaroba e spulcio tra i vari abiti dei miei. Tutti rigorosamente stirati e ancora si sente il profumo dell'ammorbidente. Mi dà quasi fastidio tutta questa perfezione. Continuo a guardare un po' in giro, ma, come avevo già previsto, non ho trovato nulla. Soddisfatta e con un "te l'avevo detto" che riecheggia nella mia mente diretto ovviamente a me stessa, mi dirigo verso la porta, quando con il piede vado a sbattere contro qualcosa appena sotto il letto. Mi abbasso e, alzando le coperte che toccavano perfettamente il pavimento, trovo una valigetta di metallo. Ora sono decisamente curiosa. Cosa nascondono? Soldi? Scartoffie? Okay, non è che hanno qualche gioco erotico? Perché in quel caso potrei seriamente vomitare. Con una faccia schifata, osservo la scatola indecisa più che mai se aprirla o meno. Bhe, a questo punto, o la va o la spacca! Socchiudendo gli occhi, un po' intimorita da quello che posso trovare al suo interno, sblocco le levette di sicurezza e, finalmente la apro. Non è possibile. Non può essere vero. Forse avrei preferito trovare oggetti erotici, al posto di proiettili e pistole. Magari non è quello che penso. Magari li hanno comprati solo per proteggerci da eventuali ladri. Magari non c'entra niente con licantropi e lupi. Eppure questo senso di sconfitta e delusione mi sta opprimendo il petto. Prendo una pallottola e velocemente rimetto tutto esattamente come l'ho trovato. Chiederò a chi ne sa più di me. Esco dalla stanza dei miei genitori con l'intento di ritornare nella mia, quando il campanello di casa suona. Panico. Chi cavolo è a quest'ora? Non ho ordinato niente da mangiare. I miei genitori sono entrambi a lavoro e tornano tardi. Che sia Lydia o Alison? Magari si sono dimenticate qualcosa. Rapidamente entro nella mia camera e nascondo il proiettile nella prima giacca che vedo, dopodiché scendo le scale e, con molta titubanza, apro la porta tenendo la catenella di sicurezza inserita. Sorpresa o meno, nel mio portico vedo Scott che immediatamente fa scattare gli occhi nella mia direzione. Tristi e rossi.


"Cosa ci fai qui? Cosa vuoi?" gli chiedo prima ancora che lui possa parlare.
"Voglio solo parlare" mi dice semplicemente con quella faccina da cane bastonato. 
"Bhe ti facilito il compito. Io non voglio, perciò buonanotte" rispondo velocemente tentando di chiudere definitivamente la porta, ma lui mi blocca.
"Ti prego, solo cinque minuti" mi fissa dritta negli occhi e un po' lo odio per questo, perché sa che non resisto. 
Chiudo la porta e, ancora non del tutto sicura, sgancio la catenella e lo faccio entrare, rimanendo a dovuta distanza. Solo guardandomi riesce a destabilizzarmi, figuriamoci se mi tocca.
"Non esistono abbastanza e precise parole per esprimere quanto io sia dispiaciuto. Ho fatto una cosa orribile e non ci sono scusanti. Ti ho ferito, di nuovo. Sono consapevole che questa volta non si guarirà con delle banali bende. Non faranno la crosta e non andranno via dopo due giorni. Questa volta ho tradito la tua fiducia che, credimi, è peggio di qualsiasi altra cosa. Sono stato uno stupido, anzi sono tutt'ora uno stupido. Cerco di proteggerti da tutto il male, ma sono sempre quello che te lo causa..." abbassa la testa e so che è dispiaciuto. Riesco a vederlo e sono certa che mi stia dicendo la verità, ma questo non cambia. Non basta un 'scusa' o un 'sono uno stupido', sono cose che entrambi già sappiamo. 
"Scott... per quanto lo vorrei, non riesco a far finta di nulla. Non adesso almeno. Non vi ho mai voltato le spalle, a te specialmente. Per questo non capisco le vostre motivazioni" il grande dibattito dentro di me sta scatenando l'inferno. Non capisco più quali siano i miei pensieri, non so cosa dire, come comportarmi. Vorrei stringerlo forte a me, baciarlo; ma al tempo stesso vorrei prenderlo a calci e mandarlo lontano da me. 
"Non ci sono giustificazioni. È che... quando si tratta di te non riesco a ragionare lucidamente. Sono stato sopraffatto dalla gelosia e sono giunto a conclusioni affrettate. Non mi sono fermato neanche un secondo a chiedere a te, a parlare con te, a confidarmi con te, ad ascoltarti. Ed è stato così egoista" adesso ha iniziato a gesticolare e, santo cielo, è così carino mentre lo fa. Dovrei essere arrabbiata io in questo momento.
"Ma geloso di cosa? Non ho fatto niente, se non proteggere te e Stiles" chiedo rassegnata, mentre mi appoggio allo schienale del divano, dietro di me.
"E ti giuro che l'ho capito. Lo so che volevi proteggerci, so che lo fai sempre e continuerai a farlo. È che ti ho vista più preoccupata per Derek che per me. Ho avuto paura che lui potesse prendere il mio posto, prima ancora che io me ne accorgessi. Da quando sono diventato un lupo mannaro, sento tutto più amplificato e reagisco senza pensare. Sono più istintivo e non ragiono prima di fare o dire qualsiasi cosa" parla talmente veloce che quasi fatico a stargli dietro. Deve seriamente smetterla di dire certe cose. Così mi illude e basta, e finirà per farmi più male di quanto pensa. Mi asciugo velocemente una lacrima solitaria e spero con tutto il cuore che non l'abbia vita. Ma come abbiamo già constatato, oggi la fortuna non gira dalla mia parte.
"Cosa c'è? Ho detto qualcosa di troppo? Ho sbagliato qualcosa?" chiede preoccupato avvicinandosi a me.
"C'è che devi smetterla. Non puoi basare sei anni della nostra amicizia e del nostro rapporto con una, e sottolineo una, giornata con Derek. Che poi l'ho passata con lui solo perché stava per morire e, tra parentesi, aspettavamo te che te la spassavi tranquillo con Alison. Quindi perdonami se non capisco le tue motivazioni" gli dico cercando di allontanarmi, ma lui è più veloce. Mi prende per il braccio avvicinandomi a sé e facendo scontrare le nostre labbra. Rimango interdetta per un secondo, insomma ho aspettato questo momento da così tanto tempo che mi sembra un sogno. Solo quando lo sento staccarsi, realizzo ciò che sta accadendo e gli riafferro il viso, circondandogli il collo con le mie braccia. Lo vedo sorridere e subito riappoggia le sue dolci e morbide labbra sulle mie. 

Sento le gambe cedermi, il cuore sciogliersi, gli elefanti nel mio stomaco sembra stiano dando un party e la mia testa è completamente andata

Sento le gambe cedermi, il cuore sciogliersi, gli elefanti nel mio stomaco sembra stiano dando un party e la mia testa è completamente andata. Non riesco più a ragionare, i miei pensieri viaggiano su strade contorte e diverse tra di loro, mandando a puttane qualsiasi parte razionale e lucida di me. È la sensazione più bella e libera che abbia mai provato. Stare con lui, adesso e qui, non si spiega a parole. E il bacio? Bhe, non è il bacio più passionale della mia vita, non è quello più dolce e non è il primo; ma è quel bacio che mi sta facendo capire che mai vorrei baciare qualcun'altro dopo di lui. Questo è il mio piccolo attimo di paradiso. Dico 'piccolo', perché i miei sensi di colpa, verso una bellissima ragazza che è pure mia amica, mi stanno soffocando. Mi sento una stupida a fare questi pensieri quando, finalmente, riesco a realizzare questo mio sogno, ma non riesco. Staccarmi e allontanarmi da lui è stato il gesto più difficile di sempre e mi ci è voluta davvero tutta la mia forza di volontà. Gli poggio le mani sul petto chiudendo gli occhi e cercando di spostarlo un po' più indietro.
"Non posso. Non puoi. Non possiamo. Tu stai con Alison e non le farò un torto del genere. Io... io starò bene, ma Scott davvero. Ho bisogno di tempo" sento che il cuore a momenti mi esce dalla gabbia toracica e gli occhi iniziano a pizzicare. È incredibile come solo standomi vicino, riesca a farmi sentire così sensibile e fragile. 
"Betty... quando smetterai di dire cazzate e inizierai a capire che io e te non possiamo stare staccati? Che insieme va tutto enormemente meglio?" qualche lacrime sfugge al mio controllo e scorre veloce sulla mia guancia. Incredibile come ogni volta sappia perfettamente dove andare a colpire, come tocca sempre quel mio punto debole. Lui, vedendomi in queste condizioni, si avvicina prendendomi dolcemente i fianchi e appoggia la sua fronte contro la mia.
"Scott... credimi che dirti questo mi è un sacco difficile, ma oggi è stata davvero una giornata pesante e vorrei solo stendermi nel letto e sperare che finisca presto" balbetto pesantemente mentre chiudo gli occhi pur di non vederlo. So che non sarei mai riuscita a dirgli queste cose se lo avessi guardato. Lui in compenso stringe la presa, deciso a non lasciami andare, e ancora una volta prendo io questa iniziativa. 
"Ho solo bisogno di un po' di tempo da sola. Non troppo, lo sai che ci sarò sempre. Devo solo capire certe cose e far ritornare la testa con i piedi per terra. Ma è proprio perché ho questo perenne istinto di proteggerti che ti dico che secondo me c'entra lo zio di Derek in tutto questo casino. Le sensazioni che ho provato quando eravamo lì di fronte a lui, non riesco a spiegartele. Erano così forti, vere e già vissute. Ti giuro che non sono pazza, Scott, e penso tu abbia capito dove voglio andare a parare. In più, penso che... i miei genitori credo siano dei cacciatori." dico mentre mi allontano leggermente da lui, dandogli le spalle. Un misto tra vergogna e ansia prende il possesso del mio corpo. Ancora sono scioccata per quello che ho scoperto, anche se ancora devo verificare che sia del tutto vero.
"Che cosa?" chiede Scott con tono abbastanza preoccupato e sorpreso.
"Non ne sono ancora certa, ma ho dei dubbi. Appena so di più, vi aggiornerò" finalmente mi giro e, come una calamita, il mio sguardo si incontra con il suo. Mi avvicino alla porta e per fortuna lui mi segue. Non vorrei cacciarlo via, ma se resta ancora due minuti non riuscirò davvero più a resistergli. Mi si para davanti e, dopo avermi lasciato un bacio sulla fronte, esce chiudendo la porta dietro di sé. Come la sua figura sparisce dalla mia visuale, un forte senso di solitudine mi invade. Lui conosce tutti i miei punti deboli, sa cosa dirmi e come dirmelo, sa come deve trattarmi. Quando sono con lui mi sento sempre tanto piccola e fragile, ma al tempo stesso invincibile come se niente e nessuno possa ferirmi. Forse è per questo che apro la porta ed esco nel vialetto. Forse spero di vederlo ancora lì. Forse questa volta non farò vincere l'orgoglio e lo abbraccerò fino a non mollarlo più. Ma come lo vedo, intento a salire sulla sua bicicletta, resto ferma sul posto e, quando si gira a guardarmi, mi affretto a rientrare in casa e chiudere tutto. Corro in camera mia buttandomi nel letto, sperando davvero di addormentarmi presto e facendo così terminare questa giornata. Le scene di questa mattina si mischiano al bacio di questa sera, così come tutte le parole che sono state dette. La mia testa è un grande macello.

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Questa mattina a scuola è andata relativamente bene, Lydia mi ha tenuta occupata tutto il tempo. Più volte ho visto Stiles e Scott provare ad avvicinarsi, ma puntualmente la mia amica aveva un impegno "importantissimo" stranamente dall'altra parte della scuola. Ah queste coincidenze! Sinceramente non so se ringraziarla o meno. Da una parte sono ancora delusa per quanto accaduto ieri con i miei due migliori amici, ma dall'altra mi mancano. Sono sempre i miei migliori amici, dannazione. L'ultima campanella della giornata è già suonata da due minuti e la rossa mi sta trascinando verso il gruppo dove si trova Jackson. Mi infilo le mani nelle tasche e, quando sento l'oggetto che ho nascosto ieri sera, la voglia di andarmene e scoprire la verità aumenta notevolmente.
"Salve dolcezze!" ammicca nella nostra direzione Jackson, per poi attaccarsi alle labbra della sua fidanzata. Livello palo della situazione 150%. Alzo gli occhi scocciata, per poi spostare lo sguardo che "casualmente" cade su Scott e Stiles non troppo distanti da noi. Noto che sono già rivolti verso di me. Li saluto con un cenno di mano e un piccolo sorriso, che viene immediatamente ricambiato. Quando penso di aver trovato la forza e sicurezza giusta per andare da loro, qualcosa mi ferma o meglio qualcuno.
"Ehi Beth, come va?" mi volto verso la persona in questione e mi trovo di fronte un Josh con un ampio sorriso. Okay, questo incontro non me lo aspettavo. 
"Ehi! Ehm... tutto bene grazie, tu?" rispondo alternando per un momento lo sguardo tra di lui e i miei amici. Non è molto educato vero? Diciamo che sono un po' presa alla sprovvista, non mi immaginavo un incontro con lui.
"Tutto alla grande ora che ti ho rivista" si lascia scappare una piccola risata e, come la prima volta, quel senso di inadeguatezza si fa largo in me. Non fraintendete, Josh è davvero un ragazzo carino e simpatico, ma diciamo che non è molto il mio tipo. A buon intenditore, poche parole. 
"Allora... non ti ho vista molto in giro dalla nostra uscita" continua, notando forse il mio disagio.
"Sì, ieri non mi sentivo molto bene e non sono venuta. Gli altri giorni vengo rapita da Lydia o sto con i miei migliori amici. Diciamo che non sono il genere di persona che si fa notare" dico e vedo subito la mia amica allontanarsi con Jackson, mentre mi fa un cenno con la mano e uno sguardo ammiccante. Io non ci posso credere. Piano piano anche gli altri del gruppo si allontanano, lasciando soli me e Josh.
"Sì, diciamo che l'ho capito. Al bowling mi sono divertito tanto con te e devo ammettere che ho scoperto una bellissima persona. Ti chiedo ancora scusa per il mio comportamento da coglione esaltato, non so cosa mi fosse preso. Mi chiedevo se ti andasse quell'uscita di cui parlavamo, magari come seconda possibilità" mi chiede abbassando leggermente la testa, mentre si spettina i capelli. 
"Josh... anche io mi sono divertita quella sera e devo ammettere che, nonostante l'atteggiamento iniziale, ti sei rivelato totalmente il contrario di quello che pensavo. Sei un bravo ragazzo e so per certo che troverai la ragazza giusta per te, ma non penso di essere io quella persona. In più è un po' un periodo incasinato e non sono quella adatta al momento" gli rispondo cercando di usare le parole giuste per questa circostanza. Non voglio ferirlo, né illuderlo. È inutile negare che il mio cuore appartiene ad un altro e, finché non chiarisco con lui, non mi butterò in niente di nuovo.
"Capisco... c'è già un ragazzo, giusto?" mi domanda ancora mentre fissa i suoi occhi nei miei. Gli annuisco piano e sembra davvero capire la situazione. 
"Ci vediamo in giro Gray" mi regala un dolce sorriso e, dopo avermi stretto in un abbraccio, si allontana. Sono contenta che non ci sia rimasto troppo male, ma soprattutto che abbia davvero capito il mio stato in questo periodo. Non ho davvero la testa per concentrarmi su un altro ragazzo, specialmente quando ne ho già uno.
"E così mister simpatia ti ha chiesto di uscire?" mi volto immediatamente, sentendo la voce del pelato.
"Sì, ma non gli è andata molto bene" gli rispondo cercando di non spostare lo sguardo su Scott. 
"Quindi c'è già qualcuno nella tua testa?" mi domanda sarcastico sapendo, ovviamente, la risposta. Dopo aver lanciato una veloce occhiata al moro al suo fianco, lo guardo peggio che posso. 


"Ho un impegno importantissimo ora, quindi se volete scusarmi" rispondo non staccando gli occhi da Stiles, per poi girarmi e iniziare a camminare verso la mia meta.
"Ti possiamo accompagnare" interviene per la prima volta Scott facendomi arrestare.
"Vi ringrazio, ma è letteralmente a 5 minuti a piedi da qui. In più ho bisogno di schiarirmi un po' le idee, quindi..." lascio la frase in sospeso con la speranza che entrambi capiscano dove voglio andare a parare. 
"Beth, so che te lo abbiamo già detto e so che lo sai, ma ci dispiace davvero per quello che è successo" continua il pelato cambiando totalmente tono rispetto a prima. Mi rigiro vero di loro e, come sempre, automaticamente i miei occhi si fissano in quelli del ragazzo per cui ho perso del tutto la testa.
"Lo so. Adesso devo proprio andare, ma vi aggiornerò, okay? Ci vediamo domani" li saluto l'ultima volta con un piccolo sorrido e, senza più girarmi, mi avvio verso il bosco. Mi infilo le cuffie nelle orecchie e, dopo averle collegate al telefono, sparo la musica al massimo. Voglio, per questo breve tragitto, sovrastare il rumore dei miei mille pensieri. Non posso ancora credere a quello che sto andando a scoprire. Non riesco ad accettare che questa possa essere la verità. Cosa farò? Cosa dirò ai miei? E se dovessero scoprire qualcosa? Faranno davvero del male a Scott? O a Derek? E se mi costringessero a fare qualcosa a me? Non mi potrei mai perdonare nulla di tutto questo. 
Prima di quanto immagino, arrivo davanti alla porta della casa di Derek e, dopo una piccola esitazione, mi decido a bussare. Neanche dopo due secondi, apre la porta rivelando la sua figura severa ma al tempo stesso, vedendomi, curiosa.
"Cosa ci fai qui? Sto bene" parla velocemente, credendo che fossi lì solo per una cosa così banale. Magari Derek, magari.
"Mi fa piacere che stai bene, ma non sono qui per quello. Ho una domanda per te, anche se sono terrorizzata dalla risposta" gli confesso sinceramente. Il suo sguardo su di me si fa più intenso e automaticamente abbasso la testa.
"Non sono la persona giusta per risolvere i vostri drammi adolescenziali. In più non mi interessa e non ne ho il tempo" continua sempre con quel suo tono duro. Tiro fuori il proiettile dalla tasca e, molto titubante, glielo passo non staccando gli occhi dall'oggetto.
"Dimmi che è un proiettile qualunque. Dimmi che non c'entra niente con voi lupi mannari. Ti prego" quasi gli sussurro le ultime due parole. Per la centesima volta, nel giro di due giorni, sento le lacrime minacciare di uscire.
"Cosa ci fai con questo? Dove l'hai trovato?" mi domanda ancora una volta alzando di poco la voce.
"Puoi... puoi solo dirmi cos'è? Senza fare domande, per favore" incateno il mio sguardo con il suo. China di poco la testa osservando la pallottola che ancora tiene in mano. Con un gesto veloce rompe la punta, versando poi la polvere sul palmo.
"Annusa" mi dice semplicemente allungando il braccio verso di me. Leggermente confusa lo fisso, per poi fare ciò che mi ha detto. Non capisco molto il motivo, dato che ovviamente non succede niente. Se è una prova per testare una mia possibile allergia, mi dispiace ma non ha funzionato. Dopo di che fa la stessa identica cosa anche lui e, come annusa la polvere bianca, inizia a tossire buttandola poi tutta a terra. Mi avvicino di poco a lui, per assicurarmi che stia bene.
"È strozzalupo e questo proiettile ne è pieno" mi informa con tono preoccupato, ma soprattutto confuso.
Mi allontano di poco dandogli le spalle. Quindi questo vuol dire che i miei genitori uccidono persone come loro? Vuol dire davvero che i miei genitori uccidono persone? Perché sono pur sempre persone quelle a cui tolgono la vita! Come mi devo comportare adesso? Non posso andare da loro e rivelare che so tutto. Non posso affrontare un discorso diretto con loro. Se dovessero sapere di Scott, non so davvero come reagirei. L'idea che possano fargli del male, mi dilania. 
"Mi puoi dire cosa significa tutto questo? Dove l'hai trovato?" mi chiede ancora mentre si avvicina a me. Mi giro piano verso di lui, tentando di ricacciare indietro le lacrime.
"L'ho trovato sotto il letto dei miei genitori. Era da qualche giorno che avevo dei sospetti, ma ero convinta che fossero solo paranoie. Ma dopo aver visto i miei uscire alle due di notte e il giorno dopo te con un proiettile nel braccio, mi sono fatta due domande. Ho cercato in camera loro e ho trovato questa scatola con armi e pallottole. Ti giuro Derek, non ne sapevo niente. Mai avrei pensato che questo fosse il loro nuovo lavoro. Ti prego credimi, non ne sapevo niente. Non volevo che ti ferissero così gravemente. Non voglio che lo facciano ancora o che tocchino Scott. Te lo giuro" mi sfogo mentre un paio di lacrime scendono sulle mie guance, ma velocemente le spazzo via. Provo ad avvicinarmi a lui e, per mio sollievo, non si allontana. Questo vuol dire che mi crede, vero? Vorrei tanto guardalo negli occhi, ma la vergogna e il dispiacere mi oppressano. Ho passato letteralmente un giorno intero a stargli accanto, a curarlo, quando a ferirlo sono stati i miei genitori. Ditemi che è uno dei miei soliti incubi. Ditemi che non è vero.
"Ti credo" mi dice semplicemente. Alzo velocemente la testa verso di lui e noto il suo viso leggermente rilassato. Mi crede e questo è quello che conta. Mi siedo sconfitta sulla panchina che si trova sulla veranda e, appoggiando i gomiti sulle ginocchia, affondo il viso tra le mani. 
"Cosa intendi fare?" mi domanda sedendosi al mio fianco. Fa un po' troppe domande per il mio mood attuale.
"Sarebbe stata la mia prossima domanda, ma dato che me l'hai posta tu, suppongo tu non abbia la risposta" mi alzo e mi giro nella sua direzione, incrociando le gambe sulla panca e guardandolo negli occhi. Che bel casino. E ora che faccio? Ora cosa faremo? 
"Cosa sta succedendo qui?" sento una voce che, a malincuore, conosco troppo bene.
"Cosa ci fai qui Beth?" continua ancora Stiles, mettendosi le mani sui fianchi contrariato. Tempo di notare Derek alzare gli occhi scocciato, che le mie due guardie del corpo si materializzano di fronte a noi.
"Disturbiamo per caso?" domanda sarcastico il pelato alternando lo sguardo tra me e il ragazzo al mio fianco.
"Stiles stai totalmente fraintendendo tutto" dico calma, ma tutte le emozioni provate poco prima mi inondano nuovamente, lasciandomi quasi senza fiato.
"Betty..." mi chiama Scott chiedendomi spiegazioni con un gesto del capo. Lancio un veloce sguardo a Derek, che mi fa un cenno la testa. Mi sa proprio che è ora di parlare. Prendo un grosso respiro e mi giro verso i miei due amici.
"A te, Scott, l'avevo già accennato ieri sera. Era solo un grosso dubbio che mi portavo dentro da un po', ma non c'era stato nulla di certo che mi facesse pensare che fosse reale. Poi ho visto i miei genitori uscire alle due di notte, dopo una chiamata da parte di Chris Argent, e il giorno dopo Derek ha rischiato seriamente di morire. Così ieri, curiosando nella loro camera, ho trovato una valigetta piena di pistole e proiettili. Ne ho preso uno e l'ho portato qui da lui, per capire se i miei dubbi fossero fondati o meno. E a quanto pare i miei sono dei cacciatori del sovrannaturale e io non so cosa fare. Non voglio che vi facciano del male" concludo il mio racconto alternando lo sguardo tra Scott e Derek, anche se è chiaro per chi sia più preoccupata. 
"Che casino! Scusate davvero, per tutto quello che hanno fatto e faranno. Penso abbiano stretto una sorta di coalizione con gli Argent" continuo, spezzando il silenzio che si era creato precedentemente.
"Sempre che non ce l'abbiano già da anni" pronuncia duro Derek non staccando gli occhi dalla staccionata rovinata di fronte a noi. Non starà mica pensando che l'incendio è stato appiccato dai miei? 
"Cosa stai insinuando? Credi davvero che centrino qualcosa con l'incendio?" chiedo quasi scioccata. No, non lo farebbero. Poi dai, avevano proprio appena cambiato lavoro, è impossibile che siano subito diventati degli esperti.
"Abbiamo appena scoperto che sono dei cacciatori e non ti sei accorta di nulla per tutto questo tempo. Vivono sotto il tuo stesso tetto e ci parli quotidianamente, non capisco la tua sorpresa" continua lanciandomi un'occhiata veloce, per poi alzarsi e allontanarsi leggermente. Un po' mi ha offeso quello che ha detto. Non penso che lui la prenderebbe in modo diverso, se venisse a scoprire che i suoi genitori uccidono lupi mannari. Specialmente se non era a conoscenza del mondo sovrannaturale.
"Va bene, d'ora in avanti staremo tutti attenti, con orecchie e occhi aperti. Non ci faranno nulla se non facciamo del male, giusto?" interviene Scott domandando l'ultima parte al più grande, il quale fa semplicemente un gesto con il capo.
"Vieni Beth, ti portiamo a casa" mi dice Stiles posandomi una mano sul braccio. Mi alzo e inizio a seguirli verso il sentiero che porterà alla strada. Mi volto un'ultima volta verso Derek, il quale continua a guardare verso di noi. Mi avvicino velocemente, rimanendo comunque a debita distanza.
"Tu hai detto che mi credi. Hai sentito il mio battito e sai che ho detto la verità. Non ti conosco, ma di certo non meriti di morire. Io ti aiuterò Derek" gli dico sicura non staccando gli occhi dai suoi. Non so cosa mi spinge a essere così protettiva nei suoi confronti. Lui poi che di protezione ne ha ben poco bisogno, caso mai è il contrario. Questa notizia dei miei genitori mi ha davvero scioccata e pensare che siano stati loro a sparargli, rischiando persino di ucciderlo, mi fa star male. Non voglio che nessuno soffra. Non voglio che nessuno venga ferito. Troverò un modo per parlarne con i miei, perché di sicuro non starò ferma a guardare. Derek è una persona molto sola, o almeno questo è quello che mi è parso, non ha amici o parenti (al di fuori dello zio con mezza faccia ustionata) e per questo non lo lascerò. La mia intenzione non è di diventare la sua confidente, per carità, ma giusto dargli un po' di compagnia, o almeno dimostrargli che forse una persona che si interessa di lui esiste. 

Senza aggiungere altro, mi giro e raggiungo correndo i miei amici che si erano fermati a metà strada per aspettarmi

Senza aggiungere altro, mi giro e raggiungo correndo i miei amici che si erano fermati a metà strada per aspettarmi. Arriviamo presto alla macchina e, come saliamo, il silenzio cala velocemente all'interno della Jeep. 
"Non volevo dirvelo senza avere delle prove certe. Per questo sono venuta da Derek oggi" spiego tenendo lo sguardo puntato sulla strada fuori dal finestrino. 
"Lo sappiamo, non devi dare spiegazioni. Come ti senti?" prende parola Scott essendo, in realtà, già a conoscenza di questo mio dubbio in quanto gliel'ho confessato ieri sera. 
"Non lo so" rispondo sinceramente.

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"Tantissimi auguri Ally" esclamo alla mora, notando i palloncini uscire dal suo armadietto e il suo disperato tentativo di rimetterli dentro. 
"Grazie, ma come... come lo sai? Hai organizzato tu questo?" mi domanda una volta essersi guardata attorno. Non vuole che nessuno sappia del suo compleanno o è una mia impressione?
"Sono entrambe due domande di cui conosci bene la risposta. In più sì, ho contribuito a costruire la sorpresa" le rispondo facendole un piccolo sorriso. Ieri, prima di uscire da scuola, io e Lydia ci siamo fermate a riempirle l'armadietto di palloncini e biglietti di auguri.
"Non fraintendermi, mi piace un sacco! Solo che non mi piace molto festeggiare il compleanno" dice semplicemente abbassando lo sguardo. 
"Questo non ti svincola da un abbraccio di auguri" ridacchio leggermente, per poi stringerla tra le mie braccia. 
"Grazie Beth, davvero! Allora? Hai qualcosa da raccontarmi?" cambia discorso Alison lanciandomi una strana occhiata. Cosa sa che io non so?
"Non capisco di cosa stai parlando" rispondo sinceramente e alquanto confusa. Neanche tempo di rispondere che si avvicina Scott, affiancandomi.
"Non sapevo fosse il tuo compleanno" dice alla mia amica, per poi posare lo sguardo su di me. 
"Io devo tornare al mio armadietto. Ho dimenticato il libro di chimica e tra poco inizia la lezione. Ci vediamo in giro" esordisco distogliendo lo sguardo dal mio migliore amico e, dopo aver salutato entrambi, mi allontano velocemente. Sento un "Glielo devi dire" e un "Ci ho provato, ma ho paura e mi blocco" di risposta e questo mi basta per accelerare il passo. Questa è la conferma che stanno insieme, giusto?! Non credo proprio di essere pronta a questa notizia, però almeno così posso smetterla di illudermi. Una volta raggiunto il mio armadietto, prendo il materiale giusto e mi dirigo verso l'aula di chimica.
Mi guardo attorno e noto che gli unici posti liberi sono: uno vicino a un ragazzo che non fa altro che chiedermi i compiti e gli appunti; e l'altro di fianco a Stiles. Senza neanche pensarci due volte, mi siedo alla sinistra del mio pelato. Dopotutto mi manca un sacco e, dopo la scena di Scott e Alison, ho bisogno di supporto. Chissà dov'è Lydia, è molto strano che non ci sia. 
"Ehi" mi saluta Stiles smettendo di sottolineare, momentaneamente, il libro. Si sarà accorto che in realtà lo sta colorando? Questo è un mistero che gli lascerò scoprire da solo.
"Ehi" rispondo facendo un piccolo sorriso e concentrando tutta la mia attenzione sul professor Harris.
"Vi ricordo che questa sera i professori riceveranno i genitori. Gli studenti con la media al di sotto della sufficienza dovranno partecipare. Non farò i nomi, in quanto la vergogna che provano per loro stessi è abbastanza come punizione." annuncia fermandosi di fianco al nostro banco, lasciando ovviamente intendere a chi si riferisse. "Qualcuno ha visto Scott McCall?" continua girandosi verso di noi. Ecco, proprio questo intendevo. Io e il pelato ci guardiamo attorno, notando che effettivamente il nostro amico non è in classe. L'ho lasciato in compagnia di Alison, non è così difficile pensare come sia andata a finire la loro mattinata. Poi ci sono io, cogliona di turno, che tenta pure di spiegargli chimica per farlo andare bene e lui salta le lezioni. Ad interrompere il silenzio creatosi, è l'entrata in classe di Jackson. Meglio tardi che mai. Tutti lo fissano come se fosse un alieno e lui, senza degnare di uno sguardo nessuno, si siede nell'unico banco libero. Harris si avvicina a lui e gli poggia una mano sulla spalla. 
"Jackson... se devi uscire prima per qualche ragione, dimmelo" gli dice con un'insolita compassione e gentilezza, lui semplicemente gli annuisce. Okay, cosa mi sono persa? Harris gentile? Jackson che non sbraita? Mi trovo in un mondo parallelo per caso? Sto per chiedere spiegazioni a Stiles, ma vengo anticipata dal professore.
"Cominciate a leggere il capitolo 9. Signor Stilinski cerchi di posare l'evidenziatore ogni tanto. È un libro di chimica, non un album da disegno" esordisce dandoci le spalle, mentre si avvicina alla cattedra. Il mio amico, in compenso, sputa il tappo che teneva in bocca e lo guarda male. Mi giro verso di lui, dopo aver dato una veloce occhiata a Harris, pronta a chiedergli cosa fosse successo, ma nuovamente vengo interrotta.
"Danny... posso farti una domanda?" chiede il pelato al migliore amico di Jackson, seduto di fronte a noi.
"No" risponde sospirando.
"Te la faccio comunque... per caso hai incontrato Lydia oggi?" domanda nuovamente Stiles. Danny sembra pensarci su, ma continua esclamando un secco "No". 
"Posso farti un'altra domanda?" continua il mio amico assumendo la solita faccia da investigatore.
"La risposta è sempre no" ribadisce facendomi sorridere. Stiles non ha mai parlato con lui, fa strano pure a me tutto questo interesse.
"Sai che è successo a lei e Jackson ieri notte?
"Lui non me lo direbbe" risponde Danny per la prima con una frase che non sia "no".
"Ma è il tuo migliore amico" insiste Stiles, non ricevendo però nessuna replica.
"Un'ultima domanda" continua il pelato avanzando con il busto verso il ragazzo di fronte a noi. 
"Che c'è?" chiede spazientito perché interrotto in continuazione.
"Tu mi trovi attraente?" domanda facendomi sbattere una mano sulla fronte. Non posso credere che l'abbia chiesto davvero. Ovviamente Danny non risponde e Stiles, a forza di avvicinarsi, cade dalla sedia attirando l'attenzione di tutti. 


"Mi puoi dire cosa sta succedendo? È capitato qualcosa a Lydia?" il mio tono è leggermente preoccupato. Possibile che non possiamo stare tranquilli nemmeno un giorno? Poi perché Lydia? Non ha fatto niente, se non essere tremendamente intelligente e bella.
"Ieri sera c'è stato un incidente alla videoteca. Jackson è stato attaccato, Lydia era scioccata e il commesso è stato ucciso" mi aggiorna velocemente sui fatti, mentre finge di leggere il capitolo assegnatoci dal professore.
"Cosa?! Ma... si sa cosa o chi è stato?" domando nuovamente ancora più in ansia per la mia amica. Andrò da lei dopo questa lezione. Lei c'è stata nel momento del bisogno, così farò io per lei.
"Dicono un leone di montagna" risponde guardandomi negli occhi. Siamo tutti d'accordo che non ci crediamo.
"Sì, immagino che leone di montagna sia" concludo concentrandomi sul libro aperto sul banco. In realtà "concentrandomi" si fa per dire, non capisco niente di quello che sto leggendo, il mio pensiero è fisso sulla mia amica.

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Sono uscita da scuola due ore prima e ho passato tutto il mio pomeriggio con Lydia, anche se non era molto di compagnia. Sua mamma le aveva dato delle pasticche per "farle calmare i nervi" e diciamo che ha sparato certe cazzate che sicuramente le rinfaccerò, da buona amica che sono. Ho provato pure a farle qualche domanda riguardo ieri sera, ma anche qui non ha saputo darmi risposte sensate. Quando sarà più sobria, indagherò meglio. Ci aveva pure raggiunto Stiles, preoccupato per la sua amata rosso fragola. Probabilmente sono stati i 20 minuti più divertenti della giornata. C'è stato un momento in cui la mia amica si è avvicinata talmente tanto, che pensavo seriamente volesse baciarlo. Lui ovviamente non si è tirato indietro anzi. Il problema arriva quando Lydia pronuncia il nome del suo fidanzato e la faccia di Stiles in quel momento non si può spiegare. Epica! Sono davvero una pessima amica, che ride delle disgrazie altrui. Diciamo che ha poi avuto la sua rivincita. Mentre ci dirigevamo verso casa sua gli ho raccontato di Scott e Alison e della loro, possibile, scappatella di oggi. Infatti poi i ruoli si sono rovesciati ed era lui che rideva di me. Può sembrare strano, ma in realtà è uno dei nostri modi per supportarci e darci conforto, sdrammatizzando anche in situazioni di cuore delicate come queste.
Come entriamo in camera sua, non ci penso due volte che mi butto subito sul letto guardandolo mentre inizia a camminare avanti e indietro chiamando Scott. È da questa mattina che ha staccato il telefono e non si riesce a contattare in nessun modo. Potrei dire che è da irresponsabili, specialmente quando c'è un grosso Alpha in giro per la città che attacca e uccide le persone, ma sarebbe dettato solo dalla gelosia. In tutta sincerità, se ci fossi io al posto di Alison avrei fatto la stessa cosa. Una giornata insieme al mio ragazzo, solo io e lui, senza nessuna interruzione.
"Ehi sono di nuovo io. Ho scoperto una cosa e non so che fare, okay? Quindi se accendessi il cellulare adesso sarebbe fantastico altrimenti ti uccido, mi hai sentito bene? Ho detto che ti uccido. Ora sono molto nervoso quindi non ti dirò come intendo ucciderti, ma lo farò. Chiaro? Io ti... Ciao" termina la chiamata lanciando il telefono sul letto e sedendosi sulla sedia girevole davanti alla scrivania. Già, mentre eravamo da Lydia abbiamo scoperto che con il suo telefono aveva filmato la scena di quando il grande lupo scappa dalla finestra della videoteca. Non immagino neanche lo spavento che si è presa. Lei non c'entra niente e farò di tutto per tenerla fuori. Vedo Stiles prendere il telefono di Lydia e riguardare, per la ventesima volta, il video. 
"Andiamo Scott, dove sei?" guarda un'ultima volta la foto del lupo e poi cancella il video. 
"Possiamo provare a parlarne con Derek" propongo per spezzare anche il silenzio creatosi.
"Per fare? Di certo non sa riconoscere dal pelo di chi si tratta" risponde facendomi alzare gli occhi. La questione "Derek" sarà sempre impossibile da fargli capire. Bussano alla porta e subito dopo fa il suo ingresso Noah, interrompendo così la nostra conversazione. 
"Dimmi che avrò delle buone notizie alla riunione con gli insegnanti" dice con un tono abbastanza calmo. 
"Che intendi per buone notizie?" chiede vago il pelato.
"Intendo che hai il massimo dei voti e nessun problema in condotta" risponde suo padre mettendosi le mani sui fianchi.


"Dovresti rivedere i tuoi parametri" ribatte il mio amico causandomi una piccola risata.
"Non dire altro" continua lo sceriffo aprendo la porta per uscire.
"Noah ti posso chiedere un passaggio fino a scuola? I miei mi vogliono lì con loro" lo interrompo alzando gli occhi. Vado bene in tutte le materie tranne in matematica, ma non sono comunque insufficiente. Quindi la mia presenza è totalmente inutile, ma con tutto quello successo nell'ultimo periodo me li devo graziare un po' altrimenti rimango davvero serrata in casa fino ai quarant'anni.
"Certo!" mi dona un tenero sorriso e, dopo aver salutato Stiles, lo seguo fino alla macchina.

********************************

Siamo arrivati a scuola nello stesso momento dei miei genitori e fin da subito mi hanno riempito di domande sulla mia giornata e soprattutto sulla scuola. Come se non sapessero la mia situazione scolastica. Sono a conoscenza del fatto che sono la migliore della classe in praticamente tutte le materie al di fuori di matematica, ma sanno anche che mi faccio aiutare dai miei amici e che mi impegno comunque al massimo. In questo momento i miei sono dentro a parlare con i vari professori ormai da 20 minuti, mentre io mi sono fermata di fuori. Mi sto annoiando tantissimo, così ne approfitto per chiamare Lydia. 
"Sì? Prontoo?" mi risponde con un tono abbastanza allegro. Bene, direi che è ancora sotto gli effetti delle pillole.
"Lyds, come stai? Ti sento bene" le dico, immaginandomi la mia amica stesa sul letto con tutti i capelli davanti alla faccia.
"Molto bene grazie Beth per preoccuparti sempre di me. Sai dovresti passare da me" peccato che ci abbia passato tutto il pomeriggio. Però la capisco, è capitato due/tre volte che si addormentasse dal nulla oggi. In effetti non mi fa per niente strano che non si ricordi.
"Lo farei con piacere, ma sono a scuola con i miei per i colloqui. Magari ti passo a prendere domani mattina" le propongo mentre inizio a camminare avanti e indietro davanti all'entrata della scuola.
"Ma non devono presentarsi solo gli studenti insufficienti?" mi chiede alquanto confusa.
"Sì, ma con tutto quello che sta succedendo vogliono tenermi sott'occhio" continuo notando alcuni genitori uscire.
"Comunque mi viene a prendere Jackson domani. Ci organizziamo per un'altra volta" cambia discorso mentre sento in sottofondo il rumore dello scarico del gabinetto. 
"Certo, magari ti porto a fare colazione" aggiungo, mettendomi nel frattempo seduta sugli scalini.
"Mi sembra una fantastica idea" mi risponde con un tono molto basso e si riesce benissimo a percepire la sua stanchezza.
"Vai a riposarti, ci vediamo domani" le dico apprensiva. 
"Ci vediamo domani Beth, grazie" mi saluta per poi chiudere la chiamata. 
Noto che nel parcheggio è appena arrivata una macchina e subito dopo, da questa, scendono Scott e Alison. Non ci posso credere, ma proprio ora dovevano arrivare? Non sono ancora pronta a vedere la nuova coppietta. Sento un certo calore nel petto crescere sempre più ed è inutile negare la mia invidia. Sono così curiosa di sapere cosa hanno fatto tutto il giorno, di cosa hanno parlato, di dove sono andati. Vorrei tanto sapere se affronta con lei gli stessi argomenti di cui parliamo noi, se si comporta come quando è con me, o almeno cosa fa in più e di diverso. Insomma se stanno insieme non la tratterà come tratta la sua migliore amica, giusto? Ma dall'altra parte voglio continuare a rimanere all'oscuro per quanto riguarda loro e la loro giornata. Giuro, solo un altro po' di tempo. Giusto per digerire la questione da per me, poi possono dirmi tutto quello che vogliono. Sto cercando di nascondermi da quando li ho visti scendere dalla macchina, portando i capelli davanti alla faccia e tenendo la testa china sul telefono. Già, le foto della galleria sono davvero spettacolari e particolarmente interessanti, alcune non ricordo nemmeno di averle scattate.
"Betty, ehi! Cosa ci fai qui?" mi richiama all'attenzione il mio amico, distruggendo così il mio piano.
"Ehi! Ehm... i miei genitori mi vogliono tenere nelle loro vicinanze, dato questo periodo un po' strano. Quindi sono qui ad aspettarli. Voi invece? Siete spariti letteralmente tutto il giorno" chiedo cercando di mimetizzare al massimo il mio poco interesse e reprimendo il più possibile la mia gelosia.
"Sì, siamo andati nel bosco e abbiamo perso la cognizione del tempo" rispondo Scott abbassando la testa.
"E del telefono. Stiles ti avrà chiamato milioni di volte. Però niente che non possa aspettare, poi ti diremo meglio. Spero abbiate passato una bellissima giornata e tu, Ally, un compleanno meraviglioso!" informo il mio amico cercando di non trasmettergli la mia ansia e preoccupazione. Nonostante tutto voglio davvero che sia felice e se lei riesce in questa impresa, a me va più che bene. 
"Grazie ancora Beth! Sì, è stata una giornata perfetta. Abbiamo parlato tantissimo e, in effetti, Scott ha qualcosa da dirti. Non è così Scott?" risponde Alison, per poi rivolgersi al moro ancora al suo fianco. Mi volto confusa verso di lui, che si sta grattando la testa imbarazzato. Decido di fare anche questa volta il primo passo, anche se tutto il mio corpo mi grida di non farlo. O la va o la spacca!
"Dovete dirmi qualcosa?" domando restando molto vaga, non voglio andare dritta al punto anche se mi servirebbe.
Alison in risposta si volta verso Scott incrociando le braccia. Non capisco davvero cosa sta succedendo. Per loro non dovrebbe essere così difficile dirmi che stanno insieme, casomai sono io quella che dovrebbe essere in crisi per quello che andrà ad ascoltare. Sono decisamente più confusa di prima. Avanti, ditelo e basta! Non tiriamola per le lunghe.
"Okay, te lo dico io. Beth... io e Scott siamofidanzati, o almeno questa è la parola con cui la mia testa ha automaticamente completato la frase della mia amica. 
"Scott" "Alison" "Elizabeth" i nostri nomi detti allo stesso tempo e con toni diversi fa decisamente più paura di qualsiasi altra cosa, Alpha compreso. Ci giriamo verso l'entrata e troviamo tutti i nostri genitori schierati. Melissa e gli Argent sono giusto un po' contrariati, probabilmente perché sono venuti a sapere della fuga romantica dei loro figli, mentre i miei hanno usato un tono molto più felice e orgoglioso. Non facciamo in tempo a dire niente che dal parcheggio si sentono forti urla e il rumore di numerosi motori accendersi e sfrecciare via. Professori e genitori scappano verso le loro macchine urlando. Nell'arco di un minuto si è scatenato il casino più totale e non si riesce a capire il motivo. Presto, però, si sentono piccoli, ma ben udibili, ruggiti e subito mi volto preoccupata verso Scott. Mi lancia una veloce occhiata e si mette poi a girare tra le macchine seguendo i rumori dell'animale. Tento di avvicinarmi ad Alison che, in questo momento sta attraversando la strada. Noto una macchina venirle addosso e velocemente la spingo verso il marciapiede, salvandoci per un pelo. Ci appoggiamo sane e salve contro il palo, mentre vedo correre verso di noi Scott.
"State bene?" ci chiede preoccupato e nel frattempo mi poggia una mano sulla schiena. Vorrei tanto godermi questo momento, ma dietro di lui vedo Noah cadere a terra a causa di una macchina che stava facendo retromarcia. Richiamo subito l'attenzione del mio amico e corro in aiuto dello sceriffo.
"Oddio Noah! Tutto bene? Ti fa male qualcosa?" domando mentre lo tiro su a sedere. Il tipo in macchina non si è nemmeno fermato, ha tirato dritto e si è allontano velocemente. In più noto a malincuore che Scott è rimasto vicino ad Alison, ma tenendo sempre gli occhi su di me. Distolgo velocemente lo sguardo delusa e presto la mia massima attenzione al padre del mio migliore amico.
"Sto bene. Sto bene" mi risponde mentre con la mano si allunga prendendo la pistola che tiene legata alla caviglia. Non fa in tempo nemmeno a caricarla che si sentono due colpi di pistola, per poi calare il silenzio più totale. Tutti fissano la scena, o almeno Chris Argent e l'uomo al suo fianco con le pistole nelle loro mani. Dopo aver lanciato una rapida occhiata a Noah, mi avvicino cautamente ai due. 


"Papà" lo chiamo e lui, ignorandomi, cammina verso l'animale che è stato colpito. Scott mi affianca e insieme ci fermiamo dietro i due cacciatori. Di fronte a noi vediamo un puma ormai senza vita. Non posso credere a quello che è successo. Non posso credere a quello che ha fatto mio padre. 

 

  
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