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Autore: EleAB98    17/10/2020    1 recensioni
(SERIE 2*) - Sequel di "Ricominciare"
“Significa che la nostra storia è tutta scritta qui, su questo foglio”, rispose lui, indicandole il papier che aveva tra le mani. “Ciò che hai appena letto, congiuntamente all’altro frammento che abbiamo analizzato la volta precedente, è quanto ho redatto nel mio diario personale lo scorso anno, a seguito dei nostri trascorsi. E io non posso più recitare questa parte, perché non mi si addice affatto.”
“Quale parte?” sussurrò la giovane, ormai incatenata al suo sguardo profondo intriso di parole non dette ma perfettamente capibili.
“Quella del professore integerrimo e totalmente insensibile a una ragazza meravigliosa che si trova proprio dinanzi a me”, disse lui in un soffio, avvicinandosi ancora di più al suo volto.
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NOTA: La Serie 1 e 2 sono collegate. Opera registrata su Patamù.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon, Lime, Otherverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Non appena la vide, gli sembrò di essere stato catapultato in una favola. Jane indossava un bellissimo vestito rosso di media lunghezza, imbastito di un cinturino con gli strass che le fasciava perfettamente la vita e la sua semplice acconciatura, costituita da quella lunga treccia biondo-castana accompagnata da un piccolo cerchietto bianco che le scopriva tutto il viso, la faceva sembrare una vera principessa. 

In quel momento, Thomas si domandò se anche lui fosse in qualche modo alla sua altezza nella veste del consueto 'principe azzurro'. Ma immediatamente, scoprì che non gli importava... Sì, la scelta dell'abbigliamento si era rivelata senz'altro fondamentale in quella circostanza, ma nessuno dei due si soffermò troppo su tale aspetto. Non smisero neanche per un attimo di guardarsi negli occhi e non appena si riunirono in un bellissimo quanto emozionante abbraccio, non vi fu alcun bisogno di scambiarsi reciproci complimenti. Gli occhi di entrambi si erano già detti tutto.

“Finalmente sei qui”, proruppe Thomas, accarezzandole la guancia. “Temevo non arrivassi più.”

“Ma dai, non ho fatto così tardi!” protestò lei, cullandosi nel suo dolce abbraccio. “Anzi, ammettilo... sono stata brava a scoprire dove ti trovavi, mentre tu...” - la ragazza si guardò intorno, estasiata - “mentre tu sei stato alquanto creativo e romantico nel ricreare quella circostanza che lo scorso anno sancì la fine del nostro rapporto.”

“Sono felice che ti piaccia. Sai, qui la luce non c'è e siamo totalmente immersi nell'oscurità... Quelle candeline accese sul tavolino basteranno a malapena a guardarci negli occhi... ma questo non mi disturba, anzi. A dire il vero, è tutto quello che desidero.”

“Ne sei sicuro?” ribatté Jane, avvicinandosi ulteriormente al suo viso. “Non credi forse che io meriti di ricevere un premio per il mio duro lavoro?”

Thomas ridacchiò e si scostò da lei.

“Senz'altro lo riceverai. Ma non adesso...”

“Ma come, non vuoi darmi nemmeno un bacio?”

“No”, ribatté Hunt, categorico. “Nemmeno uno... o perlomeno, non fino al momento del dolce.”

Jane scosse la testa, ma non riuscì a smettere di sorridere.

“Ma quanto sei crudele!” sentenziò poi, cingendogli di nuovo le braccia al collo.

“Che ci vuoi fare... ogni cosa a suo tempo, mia cara Jane”, rispose lui, baciandola affettuosamente sulla guancia. “A ogni modo”, continuò poi, tornando serio, “sapevo che alla fine mi avresti trovato. E sapevo che ti saresti ricordata di ogni singolo momento di felicità e di scontro che abbiamo vissuto lo scorso anno in quelle semplici stanze che per noi rappresentano moltissimo. Dal mio ufficio e in particolar modo su quel divano, nel quale abbiamo discusso per la prima volta della mia vecchia sceneggiatura, dalla Sala Cinema al terrazzo e poi in quell'aula... nella quale tu mi hai dato l'opportunità di riflettere ampiamente sul mio passato e sul mio presente.”

“E dove tu hai suscitato in me la convinzione di essermi innamorata di te... sai, in quel momento sapevo che non avrei più potuto scampare ai miei sentimenti.”

Thomas sorrise e le cinse la vita.

“Questa tavola imbandita è davvero stupenda ed è straordinario trovarci qui, insieme, nei sotterranei dell'università”, continuò Jane, beandosi ancora di quel contatto. “Ma avrei una domanda da porti.”

“Sono tutt'orecchi”, replicò lui, scostandole la sedia affinché potesse sedersi.

“Ti ringrazio. Ti volevo chiedere... per quale motivo hai scelto di porre l'ultimo indizio sul pavimento, per giunta proprio vicino al secchio della spazzatura? Non temevi che qualcuno potesse trovarlo e che magari potesse gettarlo nel cestino?”

“Era un rischio che dovevo correre”, rispose lui, sedendosi a sua volta. “Sapevo che le donne delle pulizie non sarebbero entrate a pulire le aule prima delle 20:40, l'orario in cui speravo saresti arrivata qui. Quanto alla tua domanda... quel punto preciso rappresenta per me un qualcosa di veramente speciale. È stato proprio in quel punto che Jonas ha ritrovato la tua sceneggiatura e, grazie a essa, la consapevolezza di farmi di nuovo avanti con te, nonostante la difficile situazione.”

“Ancora non riesco a credere che il mio scritto fosse andato a finire lì...” commentò la ragazza, scuotendo impercettibilmente la testa.

“Già... 'Un amore impossibile' era proprio andato a finire lì e non sai quanto mi abbia reso felice che Jonas l'abbia trovata per puro caso in quell'aula, in un giorno come tanti altri. Ma siamo soltanto agli inizi della serata... spero soltanto che le pietanze che ho scelto siano di tuo gradimento”, disse poi, indicandole la tavola imbandita.

“Lo saranno senz'altro, Thomas. Adoro l'insalata di riso!”

“Dici sul serio?”

Jane ne addentò un boccone, poi riprese a parlare.

“Sì. Mia madre me la preparava sempre quando tornavo da scuola il fine settimana. Devo ammettere che mi ero quasi dimenticata della sua esistenza. Comunque, è davvero buonissima.”

“Concordo”, rispose Hunt, assaporandola a sua volta. “Comunque sia, non ti ho ancora detto quanto tu sia stupenda.”

“Anche tu lo sei... ma noi due siamo così diversi dagli altri...”

L'uomo versò a entrambi un bicchiere di Chardonnay.

“Che cosa intendi dire?”

“Intendo dire che i nostri occhi si parlano a vicenda e spesso riusciamo a capirci senza nemmeno parlarci.”

“Hai ragione, Jane... e ti assicuro che il dono della telepatia non è mai stato il mio forte... A volte fatico ancora a comprendere le tue mosse, però. Riesci sempre a sorprendermi... e devo ammettere che non è sempre stato un bene per me, poiché sapevo che avrei potuto rimanerne scottato. Ed è quel che è successo.”

“E ne sei felice?”

“Tu cosa ne pensi?” ribatté lui, allungando la sua mano sul tavolo per intrecciarla con quella di Jane.

La ragazza ricambiò il suo gesto, provando un'emozione che pervase lo stesso Thomas.

“Penso che sei meraviglioso”, rispose lei, senza aggiungere altro.

Dopo aver terminato l'antipasto, Thomas sì alzò e scoprì un vecchio stereo impolverato che poco prima che arrivasse Jane aveva testato. Senza ulteriori preamboli, premette il tasto play e partì una bellissima sinfonia di Chopin.

“Balliamo?” domandò poi alla ragazza, porgendole la mano. 

“Con immenso piacere.”

Un bellissimo valzer lento riecheggiò nella stanza e in quel momento, quello squallido posto si trasformò in una dimora principesca. Thomas strinse Jane tra le braccia e nel contempo guidò i suoi passi con decisione lungo la stanza. Entrambi sorridevano e Jane constatò quanto fosse bravissimo anche nell'arte della danza, malgrado lo avesse già sperimentato durante la serata di San Valentino.

“Hai fatto scuola di ballo, per caso?” gli domandò all'improvviso. “Quante altre cose mi nascondi, mio prode cavaliere?”

Thomas rise leggermente.

“Forse ne rimarrai sorpresa, ma non ho mai frequentato una scuola di danza. Nel tempo libero, oltre a coltivare un grande interesse per la lettura, adoravo cimentarmi nell'apprendimento dei passi delle Danze Standard. E qualche cosa ho imparato... Ma questa è la prima volta che faccio pratica con il Valzer lento.”

“In tal caso, ti ringrazio di questo grande privilegio. Sei davvero bravissimo.”

Quando la musica terminò, Thomas la guardò profondamente negli occhi. Entrambi si fermarono, al centro della stanza, mentre un'altra sinfonia cominciava a delinearsi e a risuonare nella stanza. D'un tratto, quasi inaspettatamente, le loro labbra si incontrarono scambiandosi un tenero bacio. 

Dopo qualche istante, Jane ruppe il silenzio.

“Non avevi deciso di voler arrivare al dolce aspettando che io cadessi finalmente ai tuoi piedi?”

Thomas si trattenne dal ridere. Il lato ironico di Jane lo affascinava sempre moltissimo e riusciva sempre a mantenere alta la sua allegria.

“Ho deciso di anticiparti questo piccolo regalo per buona condotta. Ma non è ancora finita... Avrei un altro regalino per te.”

“Ma Thomas, non dovevi affatto disturbarti!”

Il professore estrasse dalla sua valigetta un piccolo pacchetto regalo e glielo porse.
 
“So che forse non ho più l'età per queste cose, ma spero ti piaccia.”

“Sicuramente”, rispose lei, in preda all'emozione. Non appena lo aprì, Jane smise per un momento di respirare. 

“L'ho comprata in un negozio di artigianato qui vicino”, riprese l'uomo, mantenendo lo sguardo fisso su di lei. “Come vedi, non è un oggetto di valore, ma per me nasconde un profondo significato.”

“Anche per me”, replicò prontamente la ragazza, dandogli un altro bacio. “È davvero bellissima, Thomas.”

Jane la guardò ancora una volta. Una collana a forma di libro - simbolo dei loro incontri al club di lettura - intagliata in legno con all'interno le loro iniziali.     

“Spero la porterai sempre con te”, mormorò l'uomo, deglutendo a fatica.

“Lo farò senz'altro... ma dal tono con cui me lo hai detto, sembra quasi che tu debba partire per un lungo viaggio”, osservò l'altra, scrutando il suo sguardo vagamente preoccupato.

Il sorriso di Thomas si spense per un momento, ma il docente cercò di nascondere agli occhi di Jane quanto fosse agitato per quello che avrebbe dovuto dirle.

“Passiamo al secondo, ti va?” domandò infatti, cercando di rimandare l'argomento a più tardi. 

Per sua fortuna, Jane non replicò. 

“Certamente, ma prima... potresti aiutarmi a indossare questa collana?”

Thomas acconsentì con gioia, dopodiché si gustarono entrambi l'hamburger grigliato che il regista estrasse dal frigo bar. Quando conclusero la cena, Thomas le propose di uscire dai sotterranei per recarsi al di fuori della Hollywood U. 

“Hai ancora voglia di un dessert? Potremmo fare un salto alla pasticceria di Tony's Meyer... Produce degli ottimi tiramisù.”

“Mi piacerebbe molto. Ma non hai paura che qualcuno possa riconoscerti?”

“Per quello non c'è alcun problema. Tony è un mio carissimo amico e mi sono riservato il diritto di chiedergli di entrare dal retro del negozio. So che non è molto romantico, ma...”

"Va benissimo così. Per me l'importante è stare con te", rispose lei, prendendolo per mano con sicurezza.

“In tal caso, usciamo immediatamente da qui. Ho altre sorprese in serbo per te.”

 
***

 
Dopo aver chiamato un taxi per dirigersi nella famigerata pasticceria di Tony's Meyer, Thomas e Jane ebbero cura di separarsi per un breve tratto al fine di ritrovarsi sul retro del locale. Quando si riunirono, Tony servì loro un tiramisù davvero invitante che entrambi divorarono con voracità.

“Cavoli, è davvero buonissimo questo tiramisù.”

“Non mi dire che non conoscevi le specialità di Tony! È il miglior pasticcere della zona anzi, che dico, di tutta Los Angeles. In fondo, aver vinto per tre volte consecutive il titolo di Bake Off non è certo cosa da poco.”

“Diciamo soltanto che non avevo mai assaggiato il suo tiramisù. Ma non dubitavo del fatto che fosse il miglior pasticcere di Los Angeles.”

“E io non dubitavo che avresti apprezzato. Ma la serata non è ancora finita... Ho intenzione di portarti in un posto isolato che sarà soltanto per noi due.”

“Davvero? E come avresti fatto a trovarlo?” domandò lei con curiosità.

L'uomo le prese di nuovo la mano.

“Lo scoprirai molto presto. Vieni con me.”

 
***

 
Quel giardino segreto nel quale l'aveva condotta, benché fosse totalmente abbandonato, era davvero stupendo. La sensazione di profonda meraviglia che lo stesso suscitava era a dir poco impressionante. Per un momento, entrambi rimasero in silenzio e, camminando mano nella mano, continuarono a scrutare con vivo interesse l'ambiente circostante. Tutt'a un tratto, Thomas rivolse alla giovane una 'strana' domanda.

“Jane... ricordi il nostro primo bacio?”

“Come potrei dimenticarlo”, rispose lei, accennando un sorriso. “In quel momento, mi avevi colto completamente alla sprovvista.”

“Me ne sono accorto”, ridacchiò lui. “Ma c'era una ragione ben precisa, se avevo compiuto quel gesto così irresponsabile.”

“Lo so. Provavi infinita compassione per me e dunque avevi pensato di consolarmi con un bacio.”

“Esatto. Questo è quello che, per lungo tempo, ho raccontato a me stesso. Ma non è stato affatto quello il motivo. E a oggi, ne sono più che convinto.”

Jane lo guardò dritto negli occhi.

“Convinto... di cosa?”

“Intendo dire che avevi ragione tu”, confessò Thomas, cingendole la vita. “Quel giorno ti ho baciata perché lo volevo, non perché io sia stato in qualche modo costretto dalle circostanze.”

“Sai, in parte lo sospettavo... ma aspettavo solamente che tu me lo dicessi. Sapevo che prima o poi sarebbe arrivato questo momento.”

Senza aspettarsi una risposta da lui, Jane lo baciò con passione e Thomas rimase felicemente colpito da quello slancio di iniziativa che per circa metà della serata si era aspettato da Jane. Sapeva quanto cercasse in lui delle conferme riguardo il loro rapporto, ma allo stesso tempo quel gesto aveva ormai dipanato ogni incertezza.

“Comunque, io non ti merito”, gli sussurrò poi nell'orecchio, tenendolo stretto. “In fondo, un uomo brillante e affascinante come te avrebbe potuto avere qualsiasi donna ai suoi piedi.”

Thomas scosse la testa.

“Evidentemente, non avevo ancora trovato quella giusta.”

Jane gli sorrise.

“Ne sei davvero convinto? Non che non mi fidi della tua parola, ma...”

“So che conosci già la risposta, Jane.”

“È vero, Thomas, la conosco già. Me lo hai appena detto. Ma vorrei sentirtelo dire ancora una volta per accertarmi che non si tratti soltanto di un bellissimo sogno a occhi aperti...”

Thomas posò delicatamente le mani sulle guance della ragazza.

“Jane, sei tu la donna giusta per me. Tu mi capisci come nessun'altra. Inoltre... da tantissimo tempo non provavo queste emozioni e non credevo di poterle sperimentare di nuovo. Già il solo fatto di poter accarezzare queste dolci guance suscita in me un batticuore impressionante. Personalmente non ho alcun dubbio, ma se ne hai tu...”

“Ti ho dato forse quest'impressione?” replicò lei, spalancando leggermente gli occhi.

“Affatto. Ma forse sono io a voler essere sicuro di non stare sognando. Perché ancora non riesco a credere di trovarci qui, al nostro primo vero appuntamento, completo di cena romantica. Non sai quanto l'ho desiderato, quanto ho aspettato per vivere tutto questo. Dentro di me ho sempre saputo che tu saresti stata quella donna che avrebbe potuto farmi perdere la testa.”

Il cuore di Jane palpitò di gioia e Thomas si avvicinò al suo viso. Anche stavolta, il bacio fu inevitabile. Sembrava proprio che quella notte le stelle brillassero con maggiore intensità e che quelle effusioni amorose rendessero quel momento ancora più magico.

“Sai, è strano. Di solito, al primo appuntamento non si lascia spazio a dichiarazioni così importanti”, enunciò la ragazza, non appena si staccò dalle sue labbra.

L'uomo posò la propria fronte su quella di lei.

“Siamo o non siamo un'eccezione?”

Jane convenne con la sua affermazione, enfatizzando il concetto.

“Noi siamo l'eccezione, Thomas.”

“Hai ragione. E spero proprio che continueremo a esserlo.”

“Ti prometto che, se tu lo vorrai, lo saremo sempre...” rispose Jane, dandogli un altro bacio. “Promettimi che non ci separeremo mai più... ti prego.”

Thomas raggelò a quelle parole, poi inspirò profondamente. Era giunto il momento di dirglielo.

“Jane, ascoltami... Io devo dirti una cosa molto importante...”

“Guarda, Thomas! Un'altra stella cadente!” proruppe lei, arrestando il suo proposito. “Esprimi un desiderio!”

L'uomo scosse la testa al suo entusiasmo e abbozzò un sorriso.

“Espresso?” gli domandò poi, piena di emozione.

“Sì”, rispose Thomas, tornando serio. “Ma adesso, sarà meglio andare... Jeremy ci aspetta.”

"Il tuo tassista di fiducia?”

“Esatto. Ci condurrà nei pressi di casa mia.”

“Sarà meglio non farlo aspettare, allora!” rispose la giovane, sempre più entusiasta per la serata che stava vivendo con il suo lui.

 
***

 
Non appena giunsero a destinazione, Thomas sapeva che avrebbe dovuto dire alla sua amata quello che Lennard gli aveva riferito nel pomeriggio. Con grande coraggio, le spiegò quanto accaduto a San Francisco e la sua esigenza di recarsi a Francoforte con il proposito di sistemare la situazione. Com'era prevedibile, Jane non prese affatto bene la notizia.

“Si tratta del mio lavoro, Jane... Non posso proprio tirarmi indietro. Se sono quello che sono lo devo, in larga parte, al mio mentore. E io non posso tradirlo.”

“Non mi lasciare un'altra volta, ti prego. Non posso più vivere senza di te! Non posso...”

Profondamente colpito da quelle parole, Thomas le asciugò immediatamente quelle lacrime che stavano per invaderle il volto.

“Jane, io non ho affatto intenzione di lasciarti. Credimi.”

“Ti credo... ma non posso immaginare di starti lontano per ben cinque mesi. Ci rivedremo a giugno inoltrato, te ne rendi conto?”

“Ti prego Jane, calmati. Vieni qui.”

Con tutta la forza che aveva, Thomas abbracciò la ragazza. In quel preciso momento, una scossa elettrica percorse i loro corpi e in entrambi si scatenò il forte desiderio di rimanere insieme per l'ultima notte, prima di separarsi nuovamente. Effettivamente, quel semplice abbraccio si trasformò ben presto in un bacio disperato dal quale sembrava che nessuno dei due intendesse separarsi.

“Thomas, ti prego... Questa è la nostra ultima sera. Posso dormire a casa tua questa notte?”

“E me lo chiedi? Ti ho desiderato per tutta la serata e impazzisco soltanto al pensiero di fare l'amore con te...” rispose l'uomo con voce profonda, fiondandosi con forza sulle sue labbra.

Jane ricambiò nell'immediato il suo bacio e, d'istinto, gli allentò la cravatta. Anche lei lo desiderava ardentemente e quella notte avrebbe dovuto essere ancora più speciale delle altre perché, per molto tempo, sarebbe stata la loro ultima notte insieme. Senza indugio, l'uomo estrasse le proprie chiavi dalla tasca della sua giacca e aprì con foga il portone che conduceva al suo vecchio appartamento; poi strinse di nuovo la giovane a sé e la trascinò su per le scale senza smettere di baciarla. Benché la zona fosse scarsamente illuminata, l'uomo non se ne preoccupò e prolungò quello scambio di ardite effusioni che suscitarono in lui un forte entusiasmo - nonché un'emozione che il suo corpo non si risparmiò di fargli notare -.
 
All'improvviso, a causa del fervore di quei baci, Jane inciampò su un gradino, ma l'uomo l'afferrò prontamente aggrappandosi al corrimano, evitando che cadesse. Si abbandonarono entrambi a una risata smorzata e divertita e, salendo con tranquillità gli ultimi scalini, ne approfittarono per riprendere fiato. Non appena Thomas aprì la porta di casa sua, si voltò verso di lei, quindi la baciò di nuovo e, senza ulteriori preamboli, la condusse in camera da letto, dove entrambi presero a spogliarsi lentamente ma con bramosia, regalandosi di tanto in tanto sorrisi complici. Poi, per un lungo istante, si guardarono l'un l'altra. Erano entrambi nudi e vulnerabili, eppure così forti e desiderosi l'uno dell'altra. L'uomo accarezzò le spalle della studentessa, quindi le braccia per poi giungere alle sue mani che strinse con delicatezza manifestandole, però, una grande sicurezza. Quando abbassò del tutto lo sguardo, si concentrò sulla mano sinistra della ragazza e i suoi occhi si posarono sul suo anulare.

Il posto perfetto per un anello, commentò in sordina, sorridendo impercettibilmente. Con il pollice, sfiorò la zona interessata e Jane gli regalò uno sguardo confuso.

“Thomas... A cosa stai pensando?”

L'uomo si scontrò con le sue meravigliose iridi e le lasciò le mani, per poi stringersi al suo corpo perfetto cingendole la vita. Quell'intima vicinanza rinnovò in lui il desiderio di fare l'amore con lei e, magari, rinviare quell'argomento a più tardi.

“Sto pensando a questo”, le disse infatti, fiondandosi sul suo seno per poi trascinare entrambi sul letto. Jane sospirò e inarcò leggermente la schiena abbandonandosi del tutto alle sue attenzioni e alle sue calde mani che, congiuntamente alla sua bocca, cominciarono a regalarle un sommo piacere che, ben presto, avrebbe dato voce al loro amore.

“Sei così meravigliosa, che a volte penso che tu non sia vera...” le disse poi, poco prima di congiungersi a lei in un abbraccio perfetto.
   
 
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