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Autore: sab2fab4you    17/10/2020    0 recensioni
Non ho mai capito cosa fosse l’amore. L’ho sempre visto come una specie di droga, l’uomo è sempre alla ricerca di una nuova dose da iniettare nel suo corpo perché ne sente il bisogno, senza curarsi del fatto che essa lo uccide pian piano fino a portarlo all’overdose. Non ho mai capito cosa fosse l’amore fino a quando non ho incontrato lei, la mia droga personale, portatrice di salvezza e distruzione allo stesso tempo e da allora tutto ha iniziato ad avere senso.
***
Lily e Ben sono due semplici ragazzi di Bristol ma la loro vita è sempre stata complicata. Lily non sa chi sia suo padre e sua madre è in prigione; Ben vive con dei genitori completamente assenti, il padre lavora giorno e notte e la madre è sempre in giro. Sono l'uno il punto di riferimento dell'altro. Ben è da sempre innamorato di Lily ma non ha il coraggio di confessarle i suoi sentimenti perché ha paura di rovinare la loro amicizia. Lily d’altro canto prova dei forti sentimenti per Ben ma non ha mai capito cosa significhino realmente. L'amore tra Ben e Lily sboccerà oppure appassirà per sempre?
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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Capitolo 19


Ben

La busta era poggiata sulla mia scrivania e più la guardavo più i pensieri mi affollavano la testa. Se qualcuno avesse scoperto questa cosa, cosa avrebbe detto mio padre? Come avrebbe reagito Lily? Il mio futuro dipendeva da quella busta. La visione di me rinchiuso in una cella mi fece rabbrividire, la mia vita non poteva andare a puttane per questo.

Sentii bussare sui vetri della mia stanza, feci cenno di entrare perché la finestra era aperta ma non mi girai per controllare chi fosse, tanto sapevo già che era Daniel. Il ragazzo rimase seduto sul davanzale, con le mani fra le tasche e il cappuccio della felpa tirato sulla testa. Sospirò gravemente quando il suo sguardo cadde sull’involucro di plastica.

<< Grazie… per tutto >> proruppe.

<< Voglio sapere cosa sta succedendo Dan, basta con le cazzate >>, incrociai le braccia e gli puntai un dito contro, << ti voglio aiutare ma non lo posso fare se non mi dici la verità >>.

Daniel si passò una mano in viso per poi guardarmi negli occhi. << E’ diventato tutto così...complicato >>.

Presi il pacchetto di sigarette dal comodino e gliene offrii una. Daniel aspettò che l’avessi accesa anche io per continuare a parlare.

<< Ho iniziato a fare questa cosa perché volevo aiutare mamma visto che stava avendo problemi al negozio, le ho detto di aver trovato un lavoro part-time in un bar e ci ha creduto. All’inizio dovevo solo vendere tra i miei amici, quelli di scuola, poi tutto ha preso una brutta piega. Mamma ha perso il lavoro e ho dovuto allargare il giro e aumentare le dosi. Ieri ero andato a prendere la roba da Marlena solo che ho notato due poliziotti in borghese seguirmi, probabilmente la voce ha iniziato a girare e qualcuno ha fatto la spia a scuola >>.

Buttai fuori il fumo per poi premere due dita sulla tempia sinistra e chiudere gli occhi. << Cosa ne pensa Marlena di tutto questo? >>.

Daniel scese dal davanzale con un salto e ci si appoggiò contro. << Ha detto che è meglio che non ci vediamo per un po’, giusto per far calmare le acque; ma devo trovare il modo di restituirgli la busta >>.

<< Ho un’idea, ma ti aiuto solo se mi prometti che smetterai di spacciare >>.

**

Lily

Ero seduta su uno dei tanti muretti del Bearpit e stavo fumando tranquillamente la mia sigaretta, a differenza di Hana che saltellava in giro improvvisando passi di danza classica. Indossava una gonna che dati i suoi movimenti svolazzava qua e la, attirando l’attenzione dei passanti.

<< Che hai fatto al ginocchio? >> e indicai la sua gamba sinistra.

La ragazza si fermò e guardò il punto indicato, quasi come se si fosse dimenticata di essersi fatta male. << Oh! L’altra sera stavo ritornando da una consegna e sono caduta dalla bicicletta >>.

Quando finì di dire questa frase fece una piroetta e mentre la gonna si apriva a ruota, a pochi metri da noi si fermò un ragazzo il cui sguardo cadde sulle gambe di Hana. Ero già pronta a rispondere male e a dirgli quanto fosse maleducato da parte sua fissare in questo modo ma Hana mi precedette.

<< Oh, ciao Mike! >> disse sventolando una mano.

Il ragazzo parve cadere dalle nuvole e riportò lo sguardo sul viso sorridente di Hana, << Ehi >>.

Il modo in cui questo Mike guardava la mia amica mi diceva che provava qualcosa per lei.

<< Che fortuna averti incontrato, ho gli appunti di chimica che mi avevi chiesto >> era incredibile come Mike non si perdesse alcun movimento della ragazza. La seguì con lo sguardo mentre cercava il quaderno nello zaino.

<< Grazie mille.. ci-ci vediamo domani a lezione >> Mike diede un’ultima occhiata ad Hana per poi rivolgersi a me e fare un cenno con la testa.

Hana aveva ripreso a danzare, completamente ignara del fatto che Mike la stesse ancora guardando da lontano. Era come se non si fosse resa conto che quel ragazzo era cotto di lei.

<< Quindi… Mike, eh? >>.

<< Mh? Che intendi? >> e mi guardò con gli occhi pieni di curiosità.

Mi venne spontaneo sorridere di quella situazione, Hana era davvero una ragazza con la testa altrove. << Lascia stare >> ridacchiai.

Controllai l’ora sull’orologio per poi alzarmi dal muretto, << adesso devo andare, ho un appuntamento con Ben tra poco >>.

<< Allora ci si vede domani a scuola! >> mi salutò con un abbraccio inaspettato che però ricambiai volentieri.

**

Ben

Il silenzio regnava in casa. Io e Daniel eravamo seduti al tavolo in cucina, entrambi con le dita premute sulle tempie e con gli occhi fissi sul suo cellulare, in attesa di una risposta da parte di Marlena. La mia idea era questa: siccome Marlena frequentava la mia stessa scuola sarebbe stato più semplice consegnargli la busta, perché non ci sarebbe stato nulla di sospetto se ci fossimo incontrati. Quindi avevamo inviato un messaggio al ragazzo in cui gli avevamo spiegato il piano, e ora l’unica cosa che potevamo fare era aspettare.

L’involucro di plastica era poggiato affianco al cellulare, lo tenevamo sott’occhio quasi come se potesse scomparire da un momento all’altro.

All’improvviso il suono del campanello fece sobbalzare entrambi. << Presto nascondi tutto >> ordinai al mio migliore amico.

Ma chi poteva essere? Mio padre era a lavoro e non sarebbe tornato prima di mezzanotte, e anche se fosse aveva le chiavi quindi non c’era alcun bisogno di bussare. Fu solo quando aprii la porta che realizzai di essere nei guai.

Lily mi rivolse un sorriso prima di stamparmi un bacio sulle labbra. << Ehi >>.

Guardai l’orologio che segnava le sei e mezzo, cazzo, cazzo, cazzo! Avevo completamente rimosso l’impegno preso con Lily, le avevo promesso che saremmo andati ad allenarci al Bearpit.

<< Stavo pensando che magari dopo esserci allenati potremmo ordinare al ristorante di Hana, mi ha parlato così bene del pollo fritto coreano che mi ha fatto venire voglia! >> disse mentre oltrepassava la soglia.

<< A proposito di quest- >> non riuscii a finire la frase perché Lily mi interruppe quando vide Daniel.

<< Oh, non sapevo venissi anche tu! >>.

Il ragazzo mi guardò con gli occhi spalancati mentre fece cenno al rigonfiamento della sua felpa, cercò di coprirlo con un braccio ma con scarsi risultati. Avevo il cuore a mille e tutto d’un tratto stavo iniziando a sentire molto caldo.

<< Lily mi dispiace, ma non possiamo allenarci stasera… Daniel sta avendo un po’ di problemi a casa e mi ha chiesto di aiutarlo a distrarsi, almeno per ora >> sputai la prima bugia che mi venne in mente, che poi tanto bugia non era visto che la situazione era questa… più o meno.

<< Ahh, nessun problema, davvero >> la ragazza dondolò sui talloni e cacciò il telefono fuori dalla tasca.

Il cellulare di Daniel suonò improvvisamente e il ragazzo afferrò l’aggeggio con un gesto fulmineo, purtroppo però io venni distratto da una frase che Lily pronunciò e che mi provocò molto fastidio.

<< Posso chiedere a Thomas di accompagnarmi >>.

<< Perché devi andare per forza con lui? >> dissi incrociando le braccia al petto.

Lily stava per rispondere ma venne interrotta da un tonfo che fece zittire entrambi. Daniel aveva il cellulare fra le mani, probabilmente aveva alzato troppo le braccia e di conseguenza la busta era caduta. Il ragazzo mi guardò e capii subito dalla sua espressione che non aveva buone notizie.

<< Ha detto di no >>.

Non so cosa fosse peggio, Marlena che non mi voleva incontrare oppure Lily che fissava la busta sul pavimento.

<< Che cazzo è quella roba? >> domandò visibilmente turbata.

<< Oh merda… >> sussurrai.

Lily si piegò per raccogliere l’involucro e osservarlo meglio. << Che cosa state facendo con tutta questa erba? >>.

Boccheggiai per qualche secondo ma l’unica cosa che uscì dalla mia bocca fu: << posso spiegare>>.

Daniel guardò prima me e poi Lily, per poi stringere il cellulare fra le mani e parlare. << Succede che spaccio con un vostro compagno di scuola, Marlena. L’altro giorno ero andato a prendere la roba e sono stato inseguito da due poliziotti in borghese, così Ben mi ha aiutato a nascondere il tutto. Adesso stiamo cercando un modo di disfarci della busta senza attirare l’attenzione ma Marlena è diventato improvvisamente un cagasotto e non ne vuole sapere più niente >>.

Non riuscii a decifrare l’espressione di Lily, era arrabbiata sì.. ma c’era anche qualcos’altro, amarezza forse? Io d’altro canto mi sentivo davvero male, non riuscivo a sopportare di averla delusa.

<< Siete due incoscienti del cazzo… soprattutto tu! >> urlò, puntando il dito contro Daniel.

<< Non ho tempo per quest->> ma Lily lo zittì con uno sguardo truce.

<< Adesso parlo io! Che cosa ti è passato per la testa, spacciare, sul serio? Ti sarebbe potuto accadere di tutto… scenario numero uno: la polizia ti avrebbe potuto beccare. Scenario numero due: avresti potuto attirare l’attenzione delle gang che controllano la piazza di spaccio di Bristol. Scenario numero tre: saresti potuto morire, i criminali non ci pensano due volte ad eliminare chi fa concorrenza >>.

Lily mise la busta sul tavolo per poi poggiare entrambe le mani sui fianchi, ci aveva ammutoliti.

<< Dammi quel telefono >> e allungò la mano verso Daniel.

<< Che cosa vuoi fare? >> domandai confuso dal suo comportamento.

<< Secondo te? Cerco di risolvere questa situazione, mi sembra ovvio >>.

Io e Daniel ci scambiammo uno sguardo di pura sorpresa, non potevamo credere alle nostre orecchie. Il mio migliore amico le consegnò il telefono senza dire una parola e mentre Lily componeva il numero di Marlena entrambi ci posizionammo dietro di lei, come due bambini che si nascondono dietro la madre.

Lily stava continuando a borbottare, dal poco che si poteva capire, insulti e ramanzine nei nostri confronti. << Stupidi imbecilli… >>.

La ragazza sbuffò all’ennesimo squillo, impaziente di ricevere una risposta.

<< Marlena al telefono, che vuoi? >> il tono di voce del ragazzo lasciava trasparire il fastidio di essere stato disturbato un’altra volta.

<< Ciao Edward James, sono Lily Murphy, seguiamo lo stesso corso di storia >> rimasi sconvolto nello scoprire il vero nome di Marlena, suonava così strano.

<< Murphy? Come diavolo- >> Lily lo interruppe all’istante.

<< Basta stronzate, James. Stanotte alle due fatti trovare dietro al parcheggio della scuola per riprenderti la busta di erba, altrimenti finirà tutto nel gabinetto e addio >>.

<< Non ti permettere, non hai idea di quanto valga quella busta! >>.

<< Se ci tieni così tanto allora vieni a prenderla >>.

Marlena stette in silenzio per alcuni secondi, poi sbuffò. << … non deve mancare neanche un singolo grammo >>.

<< E’ stato un piacere fare affari con te >>.

**

Lily

Avevo freddo, molto ma molto freddo nonostante indossassi felpa e giubbotto. Non mi era sfuggito lo sguardo preoccupato di Ben nel vedermi tremare, e per un momento ero stata tentata nell’andare da lui e riscaldarmi fra le sue braccia; ma ero troppo arrabbiata per farlo davvero.

Una parte di me sapeva che lui non aveva colpe, aveva cercato di aiutare il suo migliore amico in difficoltà, e che quindi era sbagliato mantenere il broncio ma non riuscivo a togliermi da dosso la paura che tutto questo potesse andare storto. Avrei tanto voluto prendere Daniel a calci negli stinchi, sia per essersi creduto Pablo Escobar e sia per aver coinvolto Ben.

Strofinai le mani l’una contro l’altra per cercare di scaldarle. << Stai bene? >> mi domandò Ben.

Annuii impercettibilmente, << ho solo freddo >>.

<< Eccolo, sta arrivando >> annunciò Daniel.

Tutti e due ci girammo nella direzione indicata dal ragazzo, aspettammo pochi minuti e Marlena fu finalmente avanti a noi. Non avevo idea del perché si facesse chiamare così, sta di fatto che persino i professori lo chiamavano in questo modo. Edward James era un ragazzo alto e magro, dall’andatura dondolante come se fosse perennemente ubriaco. Aveva un viso molto particolare, zigomi sporgenti, un naso leggermente aquilino e occhi infossati. Portava i capelli lunghi ma rasati nei lati, come una specie di mullet.

<< Alla buon’ora >> esordii con un sorriso sghembo.

<< Come ti pare, facciamo in fretta >> disse il ragazzo, controllando furtivo se ci fosse qualche occhio indiscreto.
Daniel cacciò la busta da sotto la felpa con un movimento veloce e gliela consegnò.

<< A mai più >> e così si congedò Marlena.

Tutti e tre guardammo il ragazzo sparire nel vicolo buio, sentii Daniel tirare un sospiro di sollievo.

<< E’ stato… facile >> commentò Ben.

<< Siamo stati abbastanza fortunati, Marlena è uno che produce da sé quindi non deve dar conto a nessuno. Anche se avessimo gettato via la roba non avrebbe comunque potuto far nulla per vendicarsi >> spiegai.

All’improvviso Daniel si schiarì la gola, << Ancora una volta, grazie. So di essere stato molto stupido a fare una cosa del genere… non so come avrei fatto ad uscirne senza di voi >>.

<< Promettimi solo che adesso ti troverai un lavoro vero, idiota >> disse Ben mentre gli dava una pacca sulla spalla.

<< Niente più cazzate, lo prometto >> e giurò con una mano sul cuore.

I miei occhi e quelli di Ben si incontrarono, questa volta non riuscii a distogliere lo sguardo perché capii che era davvero dispiaciuto, era arrivato il momento di parlare.

**

Non appena arrivai a casa non tolsi neanche il giubbotto che già ero avvolta nel piumone che avevo sul letto. Venni seguita da Ben che dopo aver chiuso la porta rimase in piedi al centro della stanza.

Alzai un braccio e gli feci cenno di venirsi a sedere accanto a me.

<< Sei arrabbiata? >>.

Sbuffai sonoramente per poi borbottare un “no”, << mi sono solo spaventata, tutto qua >>.

Il ragazzo mi prese le mani e se le portò entrambe vicino alla bocca per lasciarci un bacio.

<< Non ti ho detto niente perché ne hai avuto abbastanza di persone che spacciano, avevo paura di deluderti >>.

Mi sentii una cosa dentro solleticarmi lo stomaco, il tono con cui aveva detto l’ultima frase, i suoi occhioni azzurri che mi fissavano, non potevo continuare a tenere il broncio. Mi piegai verso di lui e gli stampai un bacio sulle labbra, feci per staccarmi ma posò una mano dietro al collo e mi tenne ferma.

<< Mi sei mancata >> sussurrò a fior di labbra.

Lo presi per il colletto della felpa e lo trascinai verso di me, << fammi vedere quanto ti sono mancata >>.

Sprofondammo nel piumone, l’uno nelle braccia dell’altro.
   
 
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