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Autore: Iron_Captain    17/10/2020    2 recensioni
[Hazbin Hotel]
Angel Dust verrà assoldato da un potente demone per uccidere un essere umano nel mondo dei mortali, con la promessa di riportarlo in vita…
Genere: Azione, Generale, Horror | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing
Note: Cross-over, Lime | Avvertimenti: Contenuti forti
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Capitolo 3: La fuga

Nonostante fosse cosciente, Angel Dust notò che intorno a sé c'era il buio più totale. Non riuscì a capire dove si trovava. Ricordò perfettamente del rituale a cui era stato sottoposto, così come del resto dei propri ricordi. Era forse andato storto qualcosa? Era forse morto un’altra volta? Se era andata così, dove si trovava adesso?
In quel preciso momento, mentre si pose quella domanda, comparve una flebile luce che gli permise di vedere chiaramente l’ambiente che lo circondava: la stanza era molto piccola e buia, a causa delle persiane ancora chiuse, che grazie ad alcuni spiragli fece entrare alcuni raggi del sole che la illuminarono leggermente; infatti notò che le pareti erano grigie scure. Si trovava in una camera da letto, poiché era disteso sopra un soffice materasso ed aveva la testa appoggiata su un morbido cuscino alto.
Non ci credo: ha funzionato davvero, disse tra sé Angel Dust incredulo; e a conferma di ciò, fu che il corpo della persona che avrebbe dovuto controllare si alzò dal letto per mettersi seduto, dopodiché si mise in piedi e andò ad aprire le persiane. Grazie a quell'azione, il demone capì immediatamente in quale citta era stato portato da quel cavaliere: si trovava a Londra, dove riconobbe il cosiddetto Big Bang, che vide dalla finestra.
Inglesi, pensò il demone a quattro braccia scocciato, poiché sapeva che nella lingua parlata, gli inglesi erano precisi e si offendevano facilmente se qualcuno parlava il cosiddetto inglese americano.
Quando l'essere umano si voltò, mostrando il resto della camera da letto, Angel Dust vide che era davvero disordinata, ma cosa più importante vide che i vestiti sparpagliati erano femminili: e poiché non c’erano altre persone dentro la camera, intuì subito di essere dentro il corpo di un transessuale...o di una donna.
Che fortuna, pensò sollevato il demone, il quale era preparato a impersonare un simile personaggio, e non aveva perciò bisogno di studiare la parte che avrebbe dovuto interpretare. Forse essere letteralmente all’interno di un corpo femminile sarebbe risultato abbastanza diverso rispetto a un uomo che cercava di imitare e assomigliare a una donna; ma poiché si trattava di una situazione temporanea, Angel Dust non si creò ulteriori dubbi sul ruolo che avrebbe dovuto ricoprire in quel momento, e decise di concentrarsi sull’incarico che aveva ricevuto.
Quando l’umano si diresse in bagno per lavarsi il viso e avere un aspetto più curato e presentabile, ebbe la conferma di essere dentro il corpo di una persona transessuale: nonostante l'aspetto verosimile a una ragazza, riconobbe perfettamente i tratti caratteristici che poteva soltanto avere un maschio; infatti era un ragazzo giovane, sui 25 anni, con i capelli corti biondi, gli occhi azzurri intensi, e con un viso talmente liscio e perfetto da sembrare…una creazione divina: non aveva nei, brufoli e nessun tipo di peluria. La sua bellezza lo faceva sembrava un famoso attore tedesco.
Dopo aver saputo in quale corpo si trovava, il demone aracnide capì subito che il bersaglio che avrebbe dovuto uccidere era un gay. Questo particolare lo trovò confortante, poiché era la sua specialità saper sedurre e attirare gli uomini...tuttavia non aveva mai fatto una cosa del genere allo scopo di uccidere di sorpresa un proprio cliente. Doveva esercitarsi a non destare sospetti nel momento in cui lo avrebbe sedotto e portato a letto…fino ad arrivare al momento in cui lo avrebbe ucciso.
Tuttavia Angel Dust, mentre osservava la ragazza che andò a prepararsi e a fare gli ultimi ritocchi per sembrare più bella e più femminile possibile, probabilmente per andare a fare il suo “lavoro”, per strada o in qualche locale, cercò di capire come poteva prendere il controllo del suo corpo, dal momento che era la prima volta che si trovò a possedere un essere umano.
Vediamo un po’…Come funziona?, rifletté il demone.
In quel preciso momento qualcuno bussò forte alla porta.
“Apri immediatamente questa porta, Karen. So che sei dentro!”
“Em…un momento solo!” disse Karen allarmata.
Il demone osservò in prima persona l’umana che stava al momento possedendo vestirsi rapidamente e mettere in ordine la stanza; dopodiché andò ad aprire a colui che stava bussando alla porta. Angel Dust vide che era un uomo robusto, con i capelli neri, quasi rasati, barba e pizzetto neri, e indossava una maglietta a maniche corte bianca con delle scritte azzurre, un paio di jeans marroni e degli scarponi neri consumati. Dall’espressione si vedeva chiaramente che era arrabbiato…
“Sei in ritardo con l’affitto.”
Prima che dicesse quelle parole, Angel Dust capì subito che quella persona non era affatto brava: era uno di quei tipi che si divertivano a ricattare e approfittare dei più deboli e fragili, e che erano disposti ad accettare il ritardo dei pagamenti degli affitti in cambio di favori di ogni tipo, inclusi quelli illegali…o di passare una notte nel suo appartamento per soddisfare i suoi desideri pervertiti, nel caso delle prostitute e delle donne. Il demone odiava quel tipo di persone…e nel momento in cui lo vide, crebbe dentro di sé una tale rabbia che fece fatica a trattenere, dal momento che aveva a che fare ogni giorno con un tipo che si divertiva a tormentarlo con ricatti e abusi di ogni genere. Conosceva quel senso di impotenza che aveva ogni volta che era presente Valentino…e ora avvertì quello stesso senso che provava la povera ragazza. Ovviamente sperava che quel tizio fosse lì soltanto per dare un avvertimento, o magari un ultimatum: non aveva intenzione di iniziare un litigio o una zuffa, poiché significava attirare parecchie attenzioni indesiderate.
“Mi dispiace…le darò tutto stasera, glielo prometto.” piagnucolò Karen, che era stata avvertita più volte di essere in ritardo con i pagamenti dell'affitto.
“Oh Karen…” cominciò a dire quell’uomo con tono intimidatorio e minaccioso. “Sei in ritardo di troppi mesi; e questo non va bene. Lo sai cosa ti aspetta.”
La ragazza iniziò ad allontanarsi impaurita non appena vide che il proprietario del palazzo entrò nell’appartamento e chiuse violentemente la porta.
Angel Dust capì subito cosa stava per accadere, soprattutto quando vide che quel bastardo si stava avvicinando sempre di più alla sua preda, impugnando la sua cintura che aveva sfilato dai suoi pantaloni.
Quando Karen vide, e capì, ciò che quell'uomo gli avrebbe fatto, andò ad accovacciarsi vicino al mobiletto, a fianco del letto, per cercare di proteggersi dalle sue cinghiate: sapeva bene che non aveva alcuna possibilità di scappare, né poteva prenderlo a pugni, poiché era più forte e robusto, oltre che essere violento. Dopo essersi avvicinato alla sua preda, l'uomo cominciò a colpirla con la sua cinta. Lei, che era abituata a subire quelle torture, si limitò a lanciare gemiti di dolore.
Mentre assisteva a ciò, la rabbia di Angel Dust crebbe a dismisura, poiché ciò gli fece ricordare gli abusi che riceveva spesso dal proprio datore di lavoro. Inoltre ebbe persino la sensazione di star subendo lui stesso quelle torture…dovuta probabilmente al fatto che si trovava dentro il corpo della ragazza transessuale, e che riusciva a sentire le sue sofferenze. Fatto sta che alla fine gli occhi del demone diventarono rossi e si illuminarono.

Dopo aver subito una serie di colpi da parte di quel bullo approfittatore, Karen, che si sentì come animata da un'adrenalina alimentata dalla rabbia, colpì con un pugno i suoi testicoli.

“LASCIALA STAREEE!!!!”

“Maledetto…!” esclamò l'uomo arrabbiato e dolorante, che smise di parlare non appena vide che gli occhi di Karen erano diventati rossi, e il suo viso si era deformato sui lati, mentre i suoi denti erano diventati appuntiti…e uno di essi era beige.
“O mio dio!” esclamò impaurito l'uomo nel momento in cui vide quell'abominio.

“Credi di essere il padrone di chiunque!...”

Cominciò a dire Angel Dust tramite la ragazza.

“Ma non sei altro che un verme senza palle che si diverte a picchiare e ad approfittare di coloro che non sanno cavarsela.”

Dopo aver detto ciò, il demone prese dal cassetto del mobiletto alle proprie spalle la pistola a quattro colpi dell'essere umano, che aveva comprato per la legittima difesa. Sapeva che c'era: lo aveva visto nei suoi pensieri.
“Sei un mostro!” urlò l'uomo riprendendosi da quel colpo basso doloroso.
Senza perdere tempo a rispondere, Angel Dust gli puntò contro la pistola e sparò, centrandolo sulla fronte. Il verme cadde all'indietro e sbatté la testa contro il muro alle sue spalle, ormai sporco di sangue. Non appena vide che era ancora in fin di vita, l'aracnide si avvicinò e gli sparò di nuovo sulla faccia fino a svuotare il caricatore e finendo per rovinare il suo volto.

“Sei tu il mostro, brutto sacco di merda senza palle.” disse infine Angel Dust dopo averlo ucciso e osservato il suo cadavere.

Dopo avergli sputato ed essersi calmato, senza rendersene conto, abbandonò il controllo della ragazza: il suo volto, infatti, tornò ad essere liscio e i suoi occhi azzurri…ma soprattutto non ricordò ciò che era accaduto poco fa, poiché non aveva ucciso lei stessa quell’uomo. Quando vide il suo cadavere, e la pistola che aveva tra le proprie mani, Karen entrò nel panico più assoluto.
“Oh no!...Che cosa ho fatto!?”
Completamente impaurita e confusa, Karen prese da sotto il letto il trolley e lo riempì in fretta di tutte le cose essenziali; e dopo aver preso tutti i contanti che custodiva all'interno di un piccolo borsello rosso, e un taccuino in cui aveva scritto tutto ciò che riguardavano gli appuntamenti con i clienti e i loro pagamenti, abbandonò l'appartamento prima che arrivasse la polizia.
Che reazione esagerata, pensò Angel Dust, che dopo aver trascorso tanto tempo all'Inferno si era dimenticato che nel mondo dei mortali certe cose risultavano essere più complicate del previsto.

Nei pressi della clinica psichiatrica San Patrizio

Un uomo di bell’aspetto, vestito con camicia bianca, una cravatta bordeaux, pantaloni lunghi e giacca di cotone color beige, e con le scarpe marroni scure della John Lobb, scese la grande scalinata della clinica psichiatrica in cui era andato a curare un paziente affetto dall'unica malattia che soltanto lui poteva curare: essere posseduti da un demone. Ebbene si: lui era l'unico essere umano in tutto il pianeta che sapeva cacciare via i demoni all’interno dei propri simili. Li conosceva come le sue tasche, e allo stesso modo sapeva anche evocarli nelle situazioni in cui era necessario farlo. Ma non era un esorcista qualsiasi: lui era John Constantine, e come diceva il suo biglietto da visita, era un demonologo, un esorcista, e uno specialista delle arti occulte. Era molto conosciuto, persino dai demoni, i quali lo temevano allo stesso modo degli angeli e…del Signore degli Eserciti, nonché il creatore del pianeta Terra e di tutti gli esseri viventi che la popolavano. Nonostante ciò, John non si vantava mai dei propri poteri, nonostante dimostrava spesso di essere arrogante e spavaldo, che usava soltanto quando era strettamente necessario, e qualche volta aveva avuto bisogno di stringere accordi persino con i suoi stessi nemici…riuscendo tuttavia a portare la situazione sempre a proprio vantaggio, e impedire ai demoni di usare l'inganno per trascinare il loro odiato nemico nel profondo Inferno, dove avrebbero voluto infliggergli le peggiori sofferenze immaginabili.
Dopo essere entrato dentro la macchina nera parcheggiata di fronte alla clinica, fu accolto dal proprio migliore amico, Chas Chandler, il quale era anche diventato il suo autista privato, oltre che suo apprendista e aiutante.
“Immagino sia andata bene.” chiese Chas mentre mise in moto la macchina.
“Come al solito, amico mio.” fu la risposta di John.
“Dove andiamo adesso?”
“Ho voglia di un cheeseburger, e te ne offrirò uno."
Per tutta risposta, Chas sorrise.
“Non c'è bisogno che tu lo faccia.”
“È il minimo che posso fare, dopo tutte le volte in cui mi hai sempre dato un passaggio per portarmi nei posti in cui c'era bisogno delle mie capacità, e per essere sempre stato al mio fianco nei momenti più difficili.”
“Innanzitutto, John, dovresti dire “delle nostre capacità”, e poi lo sai bene che lo faccio perché siamo amici e appoggio la tua causa.” lo corresse Chas, nonostante avesse una grande conoscenza soltanto delle arti occulte.
“Sai bene che non combatto per una causa, e che non ne ho una in cui credere.” ribatté John, che aveva un buon motivo per odiare i demoni.
“Ancora con questa storia, John.” disse Chas non appena notò l'espressione cupa del proprio migliore amico…e sapeva bene il perché. “Non è stata colpa tua…”
“Non ne voglio parlare!” tagliò corto il mago, che non voleva ripensare, per quanto fosse difficile, a quello che era successo tanti anni fa.
Ad un certo punto Chas parcheggiò l’auto di fronte a un Burger King. Dopo aver avuto i soldi da John, l’autista andò a comprare il pranzo. Una volta rimasto solo, il demonologo abbassò il finestrino alla propria destra, dopodiché iniziò a fumare una delle sue sigarette “Silk Cut".
Dopo aver atteso per un’ora in macchina, John vide uscire dal locale il suo migliore amico.
“Alla buon’ora! Sto morendo di fame.” esclamò l’esorcista buttando via la sigaretta consumata.
“Ho ricevuto la chiamata da parte del detective Adrian.” si giustificò Chas mentre entrò in macchina. “Per non parlare della fila chilometrica alle casse.”
“Che cosa vuole il nostro…scherzi?” esclamò John contrariato non appena ricevette, oltre al cheeseburger, una bottiglia di acqua minerale gassata.
“Ha un lavoro per noi, nonostante abbia citato soltanto TE, perciò devi essere lucido.” fu la risposta dell'autista, il quale sapeva benissimo che al proprio migliore amico piacevano gli alcolici, e che alle volte finiva per ubriacarsi…soprattutto quando non c'era nessuno che lo tenesse d'occhio.
“Che palle.” imprecò l'umano addentando il panino.
“Non fare i capricci, amico mio.” scherzò Chas mettendo in moto la macchina.
“Tu invece pensa a guidare, invece di farmi la predica…e dimmi piuttosto cosa vuole il detective Adrian.”

Nel frattempo…

Angel Dust aveva visto Karen fuggire e prendere la metropolitana. La situazione era degenerata, e cosa più importante non sapeva ancora bene come prendere il controllo del suo corpo, e pensare così a cercare il cosiddetto bersaglio che avrebbe dovuto eliminare.
Dannazione, imprecò il demone, che aveva tutta l’intenzione del mondo di portare a termine quell’incarico.

Che cosa ho fatto…Che cosa ho fatto!

Il demone sentì chiaramente i suoi pensieri…era come se gli avesse parlato. Doveva cercare di comunicare con lei…doveva assolutamente farlo, affinché potessero collaborare insieme e avere la possibilità di portare a termine l’incarico affidatogli.
“Karen…mi senti?”
Angel Dust non ricevette alcuna risposta. Ma non si diede per vinto: provò a parlare di nuovo, finché non avrebbe avuto una qualsiasi risposta.

Angolo Autore
Eccomi qua…e scusate il ritardo del mio aggiornamento, poiché avevo avuto qualche problema nel pensare a un proseguimento abbastanza degno di questa fanfiction. Inizialmente avevo anche pensato a proseguire diversamente, riservandovi alle ultime righe la rivelazione del crossover, ma non riuscivo a farlo venire bene. Alla fine è venuto fuori questo, e spero possa andare bene…e nel prossimo capitolo ho intenzione di far incontrare il nostro demone a quattro braccia con il nostro…John Constantine. Come andrà a finire? Continuate a seguire questa storia, e lo saprete.
Aggiornerò anche gli “avvertimenti" sulla fanfiction, che credevo non avrei avuto bisogno di modificarli.

   
 
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