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Autore: Il cactus infelice    18/10/2020    7 recensioni
Estate 2020. Il riscaldamento globale colpisce non solo il mondo Babbano, ma anche quello dei Maghi. La frenesia dei social, della tecnologia, sta travolgendo anche i maghi e le streghe. Bisogna tenersi al passo coi tempi.
Ma mentre queste questioni vengono lasciate ai Babbani - che se ne intendono di più - il Mondo Magico avrà un'altra gatta da pelare.
Harry Potter si ritroverà a dover risolvere un altro mistero, forse addirittura a combattere un'altra guerra e questa volta lo riguarda molto, molto da vicino.
Tutto inizia con un ritorno inaspettato una mattina del 10 Luglio 2020.
Genere: Angst, Azione, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Famiglia Potter, Famiglia Weasley, I Malandrini, Nimphadora Tonks, Teddy Lupin | Coppie: Bill/Fleur, Harry/Ginny, James/Lily, Teddy/Victorie
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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FAMILIARITÀ


Remus e Teddy erano usciti per una passeggiata; Teddy era felice di potersi finalmente permettere qualche ora d’aria, quantomeno per uscire di casa e fare dell’attività. Sentiva di star deperendo dentro quelle quattro mura a non far nulla - e aiutare sua nonna in cucina aveva funzionato solo un paio di volte - e stare fermo non lo aiutava nemmeno a studiare. Era stanco persino di pesare su Vicky che lo veniva a trovare quasi tutte le sere, lamentandosi di Andromeda o del fatto che si annoiasse terribilmente. Almeno quando lavorava in ospedale aveva sempre qualcosa da raccontarle, anche se la ragazza storceva il naso a sentir raccontare di malattie o sangue. 

Nemmeno le telefonate di Elijah gli davano più sollievo, ma solo tanta invidia; l’amico gli diceva che lui era fortunato perché almeno aveva il tempo di studiare, ma Teddy non riusciva a studiare se stava fermo, il suo cervello apprendeva sul campo. 

“Come sta andando la campagna di Hermione?” chiese al padre a circa metà strada.

“Bene, per ora. Stiamo preparando il prossimo dibattito”. 

“Non è andato male quello precedente. Anche se Lark ha dato del filo da torcere a Hermione. Però ha fatto presa solo sui suoi simpatizzanti, e questo già lo sapevamo”.
“Hermione sta comunque andando bene nei sondaggi”, disse Remus e i due caddero di nuovo nel silenzio.
Fecero qualche altro metro, quando Teddy si sedette su una panchina che trovarono lungo la strada. Le passeggiate gli piacevano, ma si stancava velocemente. 

“Papà”, chiamò, alzando lo sguardo sul padre e spostandosi per fargli posto. “So che stai ancora pensando… Sì, insomma…”. Il ragazzo abbassò gli occhi sulle proprie scarpe da ginnastica. “So che ti senti ancora in colpa per tutto questo. Per me e… Volevo solo dirti che dovresti smetterla”.
Remus si girò verso il figlio deciso a dirgli qualcosa ma si morse la lingua quando si accorse che Teddy non aveva finito. 

“Non mi sono pentito di quello che ti ho detto quando… Sì, insomma, quando hai scoperto che sono come te. Davvero, ne sono ancora convinto. Non penso ci sia nulla che accada per caso nella vita, quindi… Non cambierei nulla. Penso che la licantropia mi abbia aiutato a essere quello che sono, a capire tante cose della vita, e anche questo intervento che comunque è andato bene, quindi… Continuiamo con la vita perché altrimenti niente di tutto ciò che è successo avrebbe senso”. 

Quando smise di parlare, Teddy sorrise leggermente al padre e gli colpì la spalla con la propria. Remus ricambiò il sorriso con un sospiro e si alzò porgendo la mano al figlio che la afferrò per usarla come una leva e alzarsi. 

“Hai ragione. Basta con i musi lunghi, allora”. 

“Ben detto”. 

La strada era ancora da percorrere, ma quantomeno questa volta erano nella direzione giusta. E la psicologa che gli aveva consigliato Harry gli stava dando un’enorme mano, si disse Remus. 


“Come va al lavoro?”
“Bene”. 

Possibile che fossero quelle le conversazioni che tenevano? Regulus era tornato da una settimana ormai, eppure Sirius ancora sobbalzava quando rientrava a casa e lo trovava seduto sul divano o in cucina a farsi il tè. 

Non avevano ancora affrontato gli argomenti più importanti. Da quando gli aveva detto che non c’era fretta, che poteva aspettare, Regulus non aveva più accennato a voler parlare di… Be’, di Voldemort, dell’Horcrux, della sua morte. E Sirius non poteva aspettare. Non era mai stato bravo ad aspettare.

Perché glielo aveva detto? Perché non lo aveva interrogato finché non vuotava il sacco come sapeva fare anche coi criminali che catturava? Fingeva una gentilezza e una disponibilità che non aveva. E il suo corpo fremeva dentro.

Ma si trattenne anche quella sera.

Mangiarono la cena riscaldata smozzicando qualche parola giusto per non stare in silenzio e sentirsi in imbarazzo, poi Sirius ripulì i piatti e mise un film in tv. Aveva notato che a Regulus piaceva guardare la tv, soprattutto i film; non che il fratello glielo avesse detto, però lo notava dallo sguardo attento mentre osservava con occhi avidi le immagini che passavano sullo schermo. Sirius spesso si addormentava, e quando si risvegliava trovava Regulus nella stessa posizione e lo sguardo fisso, come se non lo avesse mai spostato o non avesse nemmeno battuto le ciglia. 

Si stupì nel scoprire che trovava quel piccolo sprazzo di quotidianità confortevole. In quel momento capiva perché non chiedeva nulla a Regulus, nulla che fosse importante almeno; un velo di tristezza perenne si notava nello sguardo del ragazzo, tranne quando guardava la televisione. 


A Zeudi piaceva avere il controllo. Le piaceva quando era piccola, all’orfanotrofio, specialmente quando poteva comandare i maschi, le piaceva farlo ora con quel manipolo di persone che aveva richiamato dalla morte. Solo che con questi ultimi le cose si stavano rivelando più toste del previsto: erano forti, autonomi, le si ribellavano facilmente, la contraddicevano. Non mostravano alcun segno di gratitudine per quello che aveva fatto per loro, per il rischio che correva, per i sacrifici e soprattutto la bravura. Lei non era Lui, ci tenevano sempre a precisarlo, soprattutto sua madre. Cosa cambiava? Era comunque sangue del suo sangue. Riportare in vita Lui sarebbe stato ben più impegnativo.
Insomma, non erano deboli o vigliacchi come quelli a cui era abituata a dare ordini, i bambini dell’orfanotrofio che aspettavano solo lei gli dicesse cosa fare. Per questo le piaceva circondarsi di persone come Patrick.
Ma se voleva costruirsi un esercito forte, aveva bisogno anche di persone valenti, che sapessero prendere decisioni per conto proprio. Forse avrebbe dovuto imparare a condividere il controllo. No. No. Non sarebbe stata Sua degna erede. 

Proprio per questo suo amore per il controllo, anche a letto le piaceva avere il comando. Ormai lo facevano sempre così, lei e Antonin, con lei che gli stava a cavalcioni dettando i ritmi, dove aveva un’ottima visuale delle sue espressioni di piacere, dove poteva capire quando veniva. 

Dovette piegarsi per un po’ in avanti quando l’orgasmo la colse alla sprovvista. Si presero qualche secondo per riprendersi, respirando forte, ma senza dir nulla. Poi Antonin le fece segno di scendere e lei obbedì docile. Fare sesso la stancava, la fiaccava e il suo corpo diventava molle, come fosse fatto di pasta frolla; ma mentalmente si sentiva potente e pronta a tutto. 

Antonin era la sua valvola di sfogo: un bell’uomo, alto, moro, occhi scuri, zigomi alti, aspetto regale, anche intelligente e uno dei pochi che non le disobbediva solo per il gusto di farlo. Ma erano pochi i momenti in cui si parlavano.Solitamente facevano sesso, e basta - e lui in questo era eccezionale - non si dicevano nulla né prima né dopo. Non riusciva nemmeno a capire cosa pensasse, e se da un lato lo odiava per questo, dall’altro apprezzava che a letto fosse come una semplice macchina. Serviva al suo scopo, alla fine, no?

Antonin si era già rivestito quando anche Zeudi decise di fare altrettanto, alzandosi pigramente dal letto della sua stanza fredda. 

Niente parole, niente coccole. 


Dominique era stata chiamata durante l’ora di Antiche Rune dalla professoressa McGranitt che l’aveva fatta uscire dicendo che c’era un’emergenza e la ragazza aveva capito subito che si trattava di Louis. O quello oppure era successo qualcosa a qualcuno della sua famiglia - e internamente aveva pregato un Dio in cui non crede che non si trattasse di un peggioramento di Teddy - quindi quando la Preside le disse che Louis aveva avuto una crisi delle sue tirò un sospiro di sollievo. Quello poteva gestirlo.
C’era da dire però che Louis non aveva avuto una delle sue crisi da un bel po’, non come quando era piccolo e si era appena trasferito ad Hogwarts; cambiare routine era sempre un bel problema per lui, ma una volta capito come funzionava Hogwarts, con anche un amico di cui fidarsi che gli stava accanto, tutto era diventato più gestibile pure per lui.
Era a lezione di Incantesimi quando era successo - le spiegò la McGranitt - tutto ad un tratto gli era venuto un attacco di panico e si era tappato le orecchie per non ascoltare nessuno.
Così Vitious aveva fatto uscire dalla classe tutti quanti e aveva chiesto alla McGranitt che cosa fare. Di solito, all’inizio, quando succedevano queste cose chiamavano Vicky, e secondo Dominique era la persona migliore per questo, ma ora non poteva certo interrompere la sua vita per questo. 

Probabilmente stavano facendo un qualche incantesimo troppo colorato e luminescente per i gusti di Louis e si è agitato. E il suo migliore amico non seguiva Incantesimi. 

Quando Dominique arrivò in aula trovò il fratello seduto in un angolo per terra con le mani che gli coprivano le orecchie. 

Lei, con calma, si avvicinò e gli si sedette accanto. “Lo so. Certe volte il controllo ti sfugge semplicemente di mano”, disse lei dopo un po’ guardando dritto davanti a sé. Incrociò le gambe e si mise comoda.
Louis finalmente tolse le mani dalle orecchie e si girò verso la sorella, ora più calmo.
“Anche io a volte vorrei nascondermi da tutto e tutti”, continuò lei. “E sai cosa faccio in quei casi? Lo faccio e basta. Mi prendo il mio tempo, anche se devo dire di no a qualcuno, anche se posso risultare antipatica. Ma non mi importa nulla. Il mio benessere mentale viene prima di tutto il resto”. 


***

Eccomi!!
Come avete trascorso questo weekend? Tutto bene, spero.
Non mi dilungherò in troppe parole, semplicemente vorrei ringraziare tutti i miei lettori per il continuo supporto, sia chi recensisce sia chi segue in silenzio.
Mi rendo conto che è una storia abbastanza complessa e che non sempre i capitoli possono essere il massimo - almeno per me non sempre lo sono - e quindi apprezzo ancora di più quando trovate dei significati pure in quelli più tranquilli.
Quindi sbizzarritevi e ditemi cosa ci trovate in questo ^^ 


E per il resto, buona settimana a tutti :) 


C.

   
 
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