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Autore: Sarah_lilith    19/10/2020    1 recensioni
E se una fan di Mo Dao Zu Shi si ritrovasse catapultata nel novel, trovandosi davanti alla possibilità di conoscere e vivere con i suoi personaggi preferiti?
E se si accorgesse di essere lì per una ragione, di essere capitata non in un punto imprecisato, in cui i fatti sono ancora in corso, ma quando tutta la trama si è svolta e la storia procede lenta verso un "vissero felici e contenti"?
E se scoprisse di dover dare il lieto fine a personaggi che non l'hanno avuto, o rendere giustizia e ridare dignità a persone che non l'hanno ricevuta?
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Un nuovo nemico si avvicina e la storia decide di prendere vita per proteggere se stessa e i suoi protagonisti, richiamando un'eroina da un'altro mondo, perché nessuno potrebbe mai eguagliare la sua forza di spirito nel cercare di salvare i personaggi che ama.
Non che lei sia d'accordo...
Genere: Avventura, Comico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Jiang Wanyin/Jiang Cheng, Jin Ling/Jin Rulan, Lan XiChen/Lan Huan, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Dove c’è caos, il Patriarca non può mancare

 

 

Mi voltai nella direzione da cui il sussurro tenebroso era provenuto, un grido che mi si incastrava in gola, pronto ad uscire.

Con tutta l’intenzione di sfoderare la spada e colpire l’intruso, mi fermai appena in tempo prima di ferire, per quanto possibile, Wen Ning. La mano mi tremò sull’elsa, le dita intorpidite per la tensione che scivolavano perdendo la presa sulla pelle dell’impugnatura.

Il cadavere senziente non si mosse, guardandomi con le iridi vacue senza paura o altre emozioni che infiammassero quegli occhi spenti. Non temeva la morte, questo era certo.

Lan SiZhui, ancora in braccio al compagno, fece ciondolare la testa nella direzione del parente. La dovette appoggiare alla spalla di Jin Ling quasi subito, però, sofferente per le ferite subite.

-La biblioteca sta…- mormorò in stato di semi incoscienza, le palpebre che vibravano mentre tentava invano di tenerle aperte -Hanguang-Jun non vorrebbe che… bruciasse- biascicò prima di svenire definitivamente.

Wen Ning si fece in avanti con le braccia protese, richiedendo in silenzio al cultore vestito di oro di lasciargli prendere in braccio l’unico membro ancora in vita del suo Clan. 

Considerate le competenze mediche della sorella e gli studi che lui stesso aveva intrapreso, doveva ricordarsi abbastanza su come curare la gente, dato che si offriva di salvare il giovane.

Se c’era qualcuno che poteva aiutarlo, in quel momento, era proprio il Generale Fantasma.

Jin Ling non sembrò dello stesso parere, però.

-Stai lontano, tu…- sputò con voce furiosa, le labbra che si stringevano in una linea sottile e l’espressione che si distorceva in una maschera rabbiosa -Ce la faccio- precisò con un ringhio.

Sapevo che tra di loro non scorreva buon sangue, dato il dolore passato che condividevano. Wen Ning aveva ucciso il padre del giovane ragazzo, eppure Jin Ling l’aveva perdonato a tal punto da parlargli in modo quasi civile, il più delle volte.

Proprio come per Wei WuXian e Jiang Cheng, serviva tempo per guarire vecchie ferite come quella.

-Rulan, sta cercando di aiutarti- borbottai mentre mi massaggiavo la forte con le dita -Non è il momento per le ostilità- lo rimproverai poi severa lanciandogli un’occhiata d’ammonimento.

Lui si mosse a disagio, spostando i peso da un piede all’altro e rafforzando la presa che aveva sul corpo svenuto fra le braccia. 

Spostò lo sguardo sul viso candido dell’amico, coperto da una patina di sudore freddo e contorto in un’espressione sofferente. Scosse la testa e si rivolse a me, evitando di incrociare gli occhi dello zombie mentre parlava di lui.

-Non mi sto comportando così per… quello che è o che ha fatto- si giustificò con il tono lamentoso di un ragazzino viziato -Lan SiZhui è ferito, non possiamo muoverlo di qua e di là senza cura- aggiunse, stringendo le dita sulla stoffa bianca della divisa dell’altro.

Non seppi cosa rispondergli, perciò gli feci cenno con la testa di ubbidire e gli indicai il non-morto che era rimasto zitto davanti al nostro breve litigio.

Con evidente riluttanza, il ragazzino si decise ad avanzare, portando l’amico ferito dove gli era stato detto fin dall’inizio della sua sceneggiata. Girò al largo del cadavere ambulante, ma per lo meno non insistette con le proteste o altro.

-Portatelo qui, Giovane maestro Jin- lo guidò Wen Ning vedendolo spostarsi.

Gli indicò una zona sicura che era circondata ai lati da due edifici ancora intatti e si piegò verso terra per sistemare il suo mantello sul terreno erboso, preparando un giaciglio di fortuna. Schiacciò la stoffa sul terreno con le mani pallide e annuì quando fu pronta per distenderci Lan SiZhui.

-Puoi curarlo?- domandò Rulan senza guardarlo, concentrando tutte le sue attenzioni nel sistemare il compagno il più comodamente possibile. 

Il ragazzo non reagì quando venne appoggiato sul mantello, quasi il suo stato di incoscienza lo privasse anche del dolore alla testa e alla gamba. Eppure, non appena Wen Ning scostò con le dita la parte di tunica zuppa di sangue che gli copriva la coscia, l’intero corpo del giovane sussultò come se fosse stato percorso da una scossa.

Gemette ad occhi chiusi, portandosi un pungo chiuso al petto e stringendo l’altra mano sul manto erboso che lo circondava al di fuori del perimetro di stoffa su cui era disteso.

Jin Ling si fece avanti con uno scatto che faticai a vedere, ma si fermò alle parole del "medico".

-Credo di sì- dichiarò lo zombie con voce profonda, sfiorando i nastri rossi che tenevano a bada il flusso sanguigno e guardando la tunica gialla da cui provenivano -Non è una ferita mortale- ci rassicurò.

L’occhiata che aveva lanciato al ragazzo di LanLing non sfuggì al diretto interessato, che si sentì in dovere di nascondere la mancanza dei suoi lacci scarlatti con le mani mentre arrossiva dalla testa ai piedi.

-Allora perché continua a sanguinare?- domandò per dissimulare l’imbarazzo, scuotendo il capo e stringendo i pugni sulla stoffa dorata del suo abito.

Wen Ning ritorno a guardare con le iridi biancastre il suo paziente, affrettandosi a misurargli il battito del polso con un’espressione concentrata.

-Dobbiamo farli riprendere conoscenza: non sta usando i sui poteri spirituali per tenere a banda la perdita di sangue- spiegò posando nuovamente gli occhi opachi su di noi -Oppure…- iniziò.

Si interruppe per concentrare lo sguardo sul giovane cultore al mio fianco, le labbra socchiuse e la frase incastrata in gola.

-…potrei donargli un po’ della mia- finì Jin Ling per lui, precipitandosi al capezzale dell’amico senza nemmeno attendere la conferma del Wen.

Si sporse sul compagno e gli piazzò una mano sulla fronte, mentre con l’altra, appoggiata sull’erba dal lato opposto a quello in cui si era seduto, si reggeva in equilibrio per non distendersi a peso morto sul corpo di Lan SiZhui.  

Iniziò a trasmettergli il suo potere spirituale dopo aver preso un respiro profondo, le spalle che si tendevano come se d’un tratto dovesse reggere una straordinaria pressione.

-Vi stancherete presto- mormorò il non-morto nella sua direzione, alzandosi però in piedi per lasciare spazio di manovra al giovane.

-Invece no- lo contraddisse Rulan arido, la voce poco più alta di un sussurro e fredda come una stiletta di ghiaccio. Gli concesse uno sguardo con la coda dell’occhio, le iridi chiare che brillavano di arroganza.

Lo zombie si piegò un poco verso i due e posizionò una mano sul collo candido del ragazzo svenuto, controllando i suoi segni vitali. 

-Per ora è stabile- disse allontanandosi nuovamente, le lunghe gambe che si muovevano veloci sotto lo strascico stracciato della tunica.

Mi si accostò senza distogliere lo sguardo dai due ragazzi, affiancandomi a debita distanza quando mi vide così emotivamente scossa. La mia espressione corrucciata doveva essergli parsa ostile, anche se non era rivolta a lui.

Lan SiZhui è ridotto così male, pensai preoccupata, non oso immaginare cosa ne è dei cultori meno esperti.

-Senti, hai visto Elisa da qualche parte? É con Lan XiChen?- domandai a bruciapelo, spostando lo sguardo sul cielo terso mentre cercavo di calcolare tramite il sole l’ora esatta.

Sentii dell’esitazione nella voce cavernosa del Generale Fantasma, quando mi rispose. Mi voltai per sincerarmi della sua espressione, ma su quel viso pallido non intravidi nemmeno l’ombra di un’emozione.

-Non è qui- affermò rivolgendosi a me senza guardarmi, gli occhi fissi sulla scena che gli si parava davanti. 

Che cazzo… come sarebbe a dire non è qui? fu il mio primo pensiero, ricco di panico e confusione. Quando però aprii bocca per esplicarlo, fui anticipata da un grido che proveniva dalle mie spalle.

-Cristina, dove diavolo eri finita?- mi richiamò una voce familiare.

Mi voltai in tempo per vedere la figura di Jiang Cheng, ammantata di viola e con la spada fra le mani, che mi correva incontro fino a raggiungermi. L’uomo lanciò un’occhiata a Wen Ning vicino a me, poi si mise fra noi con discrezione fingendo un movimento casuale e dando le spalle al non-morto.

Il suo sguardo si posò preoccupato sulla figura accovacciata del nipote, ma vedendo che non era lui quello ferito le sue spalle si rilassarono visibilmente.

-Cercavo Jin Ling, ora sta zitto- gli risposi io col panico che mi stringeva la gola, aggirandolo come se fosse un mobile e tornando a rivolgermi allo zombie -Cosa intendi con "non è qui"?- domandai piegando il capo all’indietro per poterlo guardare negli occhi. 

Il Generale Fantasma si fece piccolo piccolo sotto il mio sguardo penetrante, accartocciandosi su se stesso come un bimbo che veniva sgridato dalla madre. 

Non per questo abbassai il tono o rilassai l’espressione tesa sul mio volto, ed anzi incrociai le braccia al petto in attesa di una risposta.

-Mi è stato riferito che prima dell’attacco si era diretta a Moling per una caccia insieme al Gran Maestro di Gusu- spiegò nascondendosi dietro ai capelli sciolti che gli ricadevano scompigliati sulle guance pallide.

A quel punto avrei voluto voltarmi e correre verso qualunque fosse la direzione in cui si erano allontanati quei due, ma venni fermata da due importanti motivazioni.

La prima fu il pensiero rassicurante che, se davvero Elisa si era diretta a caccia con Lan XiChen oltre i confini dei Meandri della Nuvola, probabilmente in questo momento era quella più al sicuro di tutti, fra noi. 

La seconda, ancora più attuale, fu l’impellente urgenza di sedare gli animi che si stavano scaldando.

Alle parole pronunciate da Wen Ning, infatti, il cultore al mio fianco non era stato capace di trattenere una smorfia di disappunto. Se prima ignorarlo gli era sembrata l’opzione migliore, ora per qualche motivo trovò intelligente aggredire il non-morto con un’espressione rabbiosa.

-E tu invece che ci fai qui?- gli ringhiò contro facendo tre passi nella sua direzione con Zidian che gli sfrigolava fra le dita. 

Quasi petto contro petto, i due uomini si fronteggiarono in silenzio, uno furioso e pronto allo scontro, l’altro con la testa bassa e le mani congiunte in segno di sottomissione.

Alzando gli occhi al cielo, afferrai la stoffa della tunica di Jiang Cheng in corrispondenza del gomito e lo strattonai violentemente per farlo tornare in se’. 

Non riuscendo a muoverlo di un millimetro, però, caricai il calcio che gli avrei assestato alle caviglie pur di rimetterlo in riga, essendo impossibilitata a prenderlo a sciabolate. Ci serviva in battaglia, d’altro canto.

Per sua fortuna, un’altra voce proveniente da poco lontano mi fermò prima che gli provassi a fratturare la tibia con il piede.

-L’ho mandato io qui perché ci anticipasse- disse il nuovo arrivato con tono spavaldo.

Voltandomi nella direzione da cui proveniva la voce, vidi il Patriarca di Yiling che si faceva strada a passo lento sul campo di battaglia, fermando con la sua sola presenza ogni cadavere ostile nelle immediate vicinanze.

Cambiò le sorti dello scontro solo passeggiando svogliatamente vicino ai combattenti, la posa tranquilla e lo sguardo annoiato di chi crede non sia chissà che come risultato, quello appena ottenuto.

Il sorriso felino con cui ci si approcciò prometteva però guai, guai grossi.

 

 

-Sei in ritardo- furono le parole che Jiang Cheng pronunciò vedendo il fratellastro venirci incontro -Che pensi di fare?- gli chiese senza vero interesse, dando intanto le spalle a Wen Ning e rivolgendosi al parente con gli occhi socchiusi e le braccia incrociate.

Il cultore demoniaco rise di una risata profonda che mi fece tremare le dita, per la prima volta da quando lo conoscevo veramente spaventata da Wei Ying.

-Il mio lavoro, al contrario di ciò che stai facendo tu- rispose sarcastico, lo sguardo acceso da una competizione che non gli avevo mai visto negli occhi. Poi le sue iridi si spostarono sulle due figure dietro di noi e persero ogni insolenza -Lan SiZhui, in che guaio ti sei cacciato?- mormorò preoccupato correndo al fianco del figlio.

Si inginocchiò sull’erba illuminata dal sole calante e posò una mano sul capo del ragazzo, scostando con un gesto quella di Jin Ling che ancora gli stava passando energia spirituale. Sospirò e prese a mormorare qualcosa, il volume troppo basso per essere udito.

Il ragazzo dorato fece per protestare, ma vedendo che il Patriarca estraeva dalle maniche strette della tunica una serie di talismani preferì tacere, osservando in silenzio la procedura che lo zio stava adottando.

-Ora il suo potere spirituale è libero di circolare- spiegò infatti il genitore adottivo del ferito dopo avergli applicato alcuni degli amuleti attorno allo squarcio -Riprenderà i sensi fra poco, quindi sarà capace di curarsi da solo- rassicurò il nipote.

Quasi all’istante, infatti, le palpebre di Lan SiZhui tremolarono ed il ragazzo riaprì gli occhi, rivolgendo attorno a se’ uno sguardo offuscato dalla confusione. Jin Ling gli fu subito a fianco, sorridente come poche volte l’avevo visto. 

Prese subito a sussurrargli cosa si era perso da quando era svenuto, spiegandogli che lo zio ed il Generale Fantasma, ma sopratutto lui e la sua energia spirituale, gli avrebbero permesso di guarire presto.

Sfruttando la distrazione dei due giovani che si prendevano il loro attimo privato, Jiang Cheng fece un passo avanti e fronteggiò il fratello con il mento alto e le sopracciglia corrucciate.

-Dov’è tuo marito?- gli domandò come se intendesse cacciare Lan Zhan dal campo di battaglia, dato che si era portato appresso Wei WuXian nella sua missione di soccorso.

Io fui tentata di ricordagli che lui stesso aveva pensato di domandare aiuto al negromante, per quella guerra, ma preferii se la risolvessero tra loro.

Guardarli bisticciare era un vero spettacolo, per di più.

-Si sta occupando della biblioteca- dichiarò in risposta con arroganza il Patriarca, scostandosi i capelli dalle spalle e fissando l’altro con le iridi grigi che promettevano guai -Alcuni discepoli avevano bisogno di aiuto a spegnere le fiamme- aggiunse incrociando le braccia ad imitare la posa ostile del fratello.

Jiang Cheng sbuffò alzando gli occhi al cielo e si rigirò nervosamente Zidian sul dito, probabilmente valutando se colpire o no l’uomo davanti a lui.

-E tu hai intenzione di aiutare o preferisci stare qui a discutere?- lo anticipai prima che davvero aggredisse Wei WuXian, scoccandogli poi un’occhiata di rimprovero quando ridacchiò per la rispostaccia che avevo dato all’altro -Lo stesso vale per te- gli ricordai.

I due mi fissarono oltraggiati, il primo piacevolmente sconvolto e l’altro imbarazzato dal ricevere una strigliata in presenza del fratellastro.

Potevi pensarci prima di dire cagate, tesoro mio.

-Ah, sei perfetta per mio fratello!- si complimentò Wei Ying battendo le mani e rivolgendo un gesto veloce a Wen Ning perché si allontanasse per aiutare nei combattimenti, accontentandomi -Sono così felice che finalmente una donna lo tenga in riga… sai, non è molto popolare- mi confidò intanto.

Il tono frivolo ed esageratemente alto che usò servì solo a stuzzicare il fratello, come era ovvio intendesse fare. E ci riuscì più che bene, dato che Jiang Cheng esplose come un scorta di polvere da sparo vicino ad una scintilla.

-Tu pensa ai fatti tuoi- gli urlò infatti contro il cultore di Yunmeng, sbraitando e sfoderando Sandu pronto alla lotta. 

-Chi fra noi si è sposato per primo?- rise l’altro indietreggiando di un passo e preparandosi a combattere con un sorriso sulle labbra -La nostra povera amica deve aver battuto la testa quando è caduta dall’altro mondo, per poter sopportare qualcuno col tuo caratteraccio- insinuò canzonatorio.

Questa fu la goccia che fece traboccare il vaso.

-Schifosissimo cane che non sei altro! Prova a ripeterlo e ti spezzo le gambe- gridò il cultore in viola vestito prima di attaccare.

Gli si lanciò contro con una violenza che aveva dell’irreale, facendosi avanti con la spada sguainata e lo sguardo infervorato di un guerriero. Nonostante tutto mancò il bersaglio, però.

Wei WuXian si spostò agilmente a destra poco prima di venir colpito, per fortuna, danzando leggiadro e facendo ondeggiare la coda di cavallo che raccoglieva i suoi capelli in un folto fiume carbone sulle sue spalle.

Alzai gli occhi al cielo e gli lasciai qualche minuto perché si sfogassero, dimostrandosi affetto nell’unica maniera in cui erano capaci, ovvero litigando.

Dopo però parecchi minuti di scontro, i due sembravano essere ancora ai ferri corti ed io, spazientita, feci per intervenire per fermare quell’inutile teatrino. É tutto molto divertente, ma abbiamo un Clan da salvare.

Il mio avanzare fu però bloccato da un intervento esterno che arrivò fulmineo ed inaspettato. All’inizio non capii cosa fosse, ma quando il pesante respiro di uno sconosciuto mi scaldò il lobo dell’orecchio, una terribile sensazione mi invase lo stomaco, raggelandomi.

Senza alcun preavviso oltre a quel fiato, sentii l’estranea sensazione di una lama fredda sfiorarmi il collo, rendendomi all’istante impossibile muovermi. 

Trattenni il fiato per non premere la gola sul metallo, troppo sconvolta per capire cos’altro fare.

La mia mente ritornò a quando ero stata rapita e, anche se qui non c’erano catene che mi stringevano la carotide, il respiro mi rimase incastrato fra i polmoni e la trachea.

Mi lasciai sfuggire un respiro smorzato solo quando l’estraneo dietro di me premette il busto sulla mia schiena, facendomi rabbrividire per l’orrore.

Quel suono anomalo e quasi impercettibile allarmò le orecchie sensibili dei due cultori che stavano litigando, facendoli interrompere il loro scontro. Si voltarono simultaneamente nella mia direzione, i visi che impallidivano vedendomi in quella situazione.

Jiang Cheng ebbe la reazione più eclatante fra i due, a mio parere.

Mentre Wei Ying si faceva serio in viso e irrigidiva ogni muscolo del corpo, allerta, suo fratello si bloccò per qualche istante.

Il colore defluì dal suo viso come se gli avessero cancellato ogni rossore. Le labbra presero una sfumatura quasi bluastra, stringendosi in una linea sottile.

La sua espressione si scurì, piena di rabbia e furore incontrollato mentre i suoi occhi riconoscevano chi mi aveva aggredita. Le sue mani si strinsero a pugno, una emettendo scintille violette e l’altra rafforzando la presa sull’elsa della spada a tal punto da tremare. 

Poi, aprì bocca per parlare con voce profonda e vibrante.

-Tu…- mormorò facendo un passo avanti, le braccia protese nella mia direzione e lo sguardo animato da una luce pericolosa.

Sussultai a quel gesto, più sorpresa che dolorante.

Quando il cultore avanzò, infatti, venni percorsa da un brivido mentre il filo della spada mi graffiava la carne per l’improvviso indietreggiare della lama. Una goccia di sangue colò lungo il metallo fino a cadere a terra fra i miei piedi.

Ne sentii l’odore ferroso, ed il fastidio inaspettato che mi invase il collo mi fece capire che un taglio non molto profondo era ora presente sulla mia giugulare, fin troppo vicino ad una zona vitale per poter essere ignorato dal cultore.

Jiang Cheng si fermò infatti all’istante, gli occhi violetti che si socchiudevano minacciosi. Si morse le labbra preoccupato ma non fece altro, spaventato da cosa sarebbe potuto succedere se fosse avanzato oltre.

Alle mie spalle, intanto, sentii il petto dell’aggressore premermi sulla schiena mentre prendeva fiato per parlare.

-Immagino che a questo punto sia giunto il momento di agire, non credete?- mormorò una voce maschile e familiare al mio orecchio.

 

 

 

 

ANGOLINO D’AUTRICE
Allora… buonasera gente. O dovrei dire buona mattina? Ah, aggiornare a ste ore mi devasta, ma sono sicura sconvolga più voi, vero? (Deb perdonami)
Sarò breve, dato che ho sprecato fin troppe parole per questo aggiornamento: sono una stronza e mi piace vedervi soffrire, perciò eccovi un finale che non è un finale, degno delle migliori telenovelas messicane.
Chi sarà il misterioso sconosciuto? Lo scopriremo nella prossima puntata de "Jiang Cheng ha sfiga pure in amore";D
No davvero, quanto lo sto massacrando poverino? Già con la famiglia è messo male, figurati se gli ammazzo pure la quasi-moglie!

Un bacio a tutti, Sarah_lilith

   
 
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