Capitolo 9: Casa dolce Casa
“Bene Harry il tuo
addestramento è terminato e devo dire che tu sei stato
un grande allievo per tutti noi hai appreso molto in poco tempo e tutto cio ti
servirà in futuro per assolvere al tuo compito ora però è tempo che tu vada,
che torni alla tua vita e ai tuoi amici va Harry e rendici orgogliosi forse un
giorno chissa ci rivedremo” Grifondoro èra commosso nello stringere la mano ad
Harry era arrivato il momento degli addii, aveva passato un anno con queste
persone e aveva imparato tanto gliene era profondamente grato, il ragazzo
stringeva le loro mani, aveva gli occhi lucidi era cambiato Harry sia
fisicamente che mentalmente ora era un uomo conscio di fin dove arrivassero i
suoi poteri e le sue responsabilità; si avviò con passo deciso verso il portone
del castello sulla soglia si voltò e lancio un ulteriore sguardo a quelle
persone forse non le avrebbe piu riviste.
Usci e l’aria fresca
gli sferzo il volto si avvicino al suo vecchio
ippogrifo Fierobecco con la fenice Fanny appollaiata sulla spalla
“Andiamo sussurrò al
destriero è ora di tornare” cosi dicendo diede un
colpetto ai fianchi dell’animale che prese a trottare verso quella che sapevano
essere l’uscita; riattraversarono quell’arco che circa un anno prima li aveva
condotti li lui giovane e spaventato e ignaro di cio che l’attendesse ora
fissava quell’arco sapeva cosa volessero dire quelle rune incise sopra “O tu
straniero che il potere cerchi non osare profanare questa antica soglia o morte
istantanea avrai ma se è la conoscenza cio che vuoi accolto con tutti gli onori
tu sarai” Harry sorrise Fanny spicco il volo ed anche Fierobecco la imitò si
dirigevano verso quel luogo che aveva cosi ardentemente desiderato di rivedere
verso i suoi amici verso Silente in poche parole verso casa.
Ormai dovevano
essere le 19 passate stava sorvolando le montagne vicino
Hogsmade quando due raggi di luce verde
lo mancarono Harry guardo in basso due figure incappucciate stavano prendendo
la mira, lui scarto di lato e con un fruscio spari dal suo destriero riapparve
proprio davanti ai due uomini “Stupeficium” mormoro e un lampo rosso scaturi
dalla sua bacchetta colpendo uno dei due in pieno petto e facendolo cozza
violentemente contro un albero lasciandolo li svenuto, il suo cappuccio era
scivolato: McNair un Mangiamorte; l’atro si caccio indietro il suo era Dolothov
che l’anno prima aveva fatto del male a Hermione:
“Maledetto Potter io
ti ucciderò e L’Oscuro Signore mi coprirà di gloria, Avada Kedrava” il getto di
luce schizzo verso Harry e lo colpi in pieno ma la sua
immagine cambio era solo un sasso “Ma cosa, come…” ebbe il tempo di dire il
Mangiamorte che il ragazzo tuonò “Petrificus Totalus” le braccia e le gambe di Dolothov
si unirono di scatto la bacchetta cadde, Harry si avvicinò lentamente puntò la
sua bacchetta al malfattore e disse “Veritatem” i suoi occhi rotearono e il
giovane inizio a fargli delle domande:
“Perché
siete qui?” chiese
“Ordini del padrone
dovevamo controllare i dintorni del castello in caso tu arrivassi” rispose con voce atono l’uomo
“E
che cosa volevate farmi?”
“Catturarti se fosse
stato possibile o ucciderti”
“Bene e dove si
trova Voldemort?” disse interessato Harry
“Non so dirtelo,
solo lui lo sa” rispose con lo stesso tono il
mangiamorte.
“Non mi servi a
nulla, Stupeficium” e lo schiantò dopo di che punto la bacchetta su McNair e
con n gesto fece volare il corpo svenuto a se e li trasfigurò entrambi in due
portachiavi che si lego alla cintura con un cenno
richiamò Fierobecco e Fanny rivolgendosi alla fenice disse piano “Avvertilo che
stiamo arrivando” e sorrise all’animale che subito spicco il volo e scomparve
in una nuvola di fumo.
Nella Sala Grande
intanto era appena terminata la cerimonia dello smistamento e la professoressa
Mcgranitt stava riponendo il vecchio cappello parlante
e lo sgabello in un angolo tutta la sala
era in silenzio composta Silente si alzo e disse “Buon appetito a tutti” e i
tavoli si imbandirono con ogni genere di prelibatezza in quel momento un lampo
di fuoco ci fu proprio sopra il preside e una piuma rossa e oro cadde
svolazzando nella sua mano, gli occhi del Preside brillarono, tutte le teste
erano scattate verso di lui anche gli altri professori lo fissavano e mentre reggeva
con una mano una coscia di pollo e con l’altra la piuma disse quasi sottovoce,
più rivolto a se stesso che agli altri, ma che dato il silenzio sentirono lo
stesso:
“Finalmente, sta
tornado” e la sua barba ebbe un tremito.
Nemmeno due secondi
dopo che finì la frase un brusio si alzo piano piano
dai tavoli delle case e da quello dei professori ma fu subito interrotto da
quello che segui: le porte della sala si aprirono di scatto una figura
incappucciata sostava all’ingresso , tutti trattennero il fiato, poi l’uomo
butto indietro il cappuccio, era lui Harry Potter era tornato con un filo di
voce mormorò:
“Casa dolce casa”.