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Autore: Ace of Spades    20/10/2020    1 recensioni
“Mio padre non era così, prima di perdere mia madre era un'altra persona. Di sicuro non una dolce e carina, ma almeno era una persona. Dopo la morte di sua moglie è diventato un mostro senza sentimenti, animato solo da ciò che ci potrebbe essere di più oscuro dentro un cuore vuoto.”
Degli occhi neri lo fissarono.
“Come se avessero aperto il Vaso di Pandora”
“Aperto? Direi più che è caduto al suolo e si è frantumato. Quando si perde una persona amata in modo traumatico è come perdere il sostegno che ti teneva sulla retta via, come la colonna su cui posava il Vaso. Senza quella, le piaghe dentro al tuo cuore prendono vita e ti divorano da dentro”
“Ho sempre trovato quel mito abbastanza insulso”
“Come mai?”
“Sai perchè esiste il detto ‘la speranza è l’ultima a morire’? Perchè è l’ultima che esce dal Vaso di Pandora. Ma perchè dovrebbe essere l’ultima se è ciò di cui si ha più bisogno?”
“Perchè le speranze le hanno le persone, ma i destini li distribuisce il diavolo.”
•••
DoflaCroc + Mihawk / AkaTaka/ KiddLaw/ KillerPenguin.
Genere: Angst, Demenziale, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Crocodile, Donquijote Doflamingo, Drakul Mihawk, Eustass Kidd, Trafalgar Law | Coppie: Shichibukai/Flotta dei 7
Note: AU, Lemon, What if? | Avvertimenti: nessuno
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58) "Tutto quello che dirai potrà essere usato contro di te. Ma anche tutto quello che non dirai, se è per questo. Hai il diritto di tacere o di parlare, vedi tu."











 

Non sapendo da che parte iniziare, fece quello che ogni donna fa quando si trova in queste situazioni: comprò riviste per matrimoni, riviste di abbinamenti astrologici, riviste per l'appuntamento perfetto, qualsiasi cosa potesse tornargli utile.

Kidd aveva sempre ammirato la capacità delle donne di avere dei giornaletti pieni di ogni cavolata possibile, alla fine però potevano dargli l'idea che cercava per togliersi quei due dalle palle.

 

O almeno così pensava.

Killer lo trovò sdraiato in casa sua, in mezzo al salotto, ricoperto di fogli e quaderni.

"Ho passato il pomeriggio a leggere cazzate per cosa? Nulla!" Sbottò il rosso mettendosi a sedere e facendo volare tutto per la stanza.

Killer scosse la testa.

"Sei ridotto davvero male se cerchi la soluzione in quelle schifezze"

"Non lo nego"

Poteva fare solo un'altra cosa.

Estrasse il cellulare.

 

"Bon Clay?"



 

Bon Clay si stava godendo il suo pomeriggio di shopping sfrenato quando vide lo schermo del telefono illuminarsi.

Il povero Eustass era davvero a corto di idee se chiamava lui, ma almeno poteva risollevargli un po' il morale.

 

"Non preoccuparti, Kiddy-boy. Sugar e Goldy ci hanno già messo lo zampino, fidati che nelle prossime settimane se tutto va bene avrai più tempo per il tuo doc! Buona giornata!"

 

Era ora di provarsi quel tacco quindici.



 

Kidd fissò Killer ancora più confuso di prima.

"La sola cosa che mi frega è che non dovrò preoccuparmi di trovarmi di nuovo Doflamingo in casa" commentò alzandosi e accendendo la Playstation.

"E tutti questi giornaletti? Che casino!"

"Metto a posto dopo, ora o giochi con me o esci di casa".

E Killer non se lo fece ripetere due volte.

"Chi muore prima mette in ordine".


-


Sugar e Golden Week, fedeli alla loro parola, decisero di incontrarsi in un ristorante, questa volta alla sera. Sapevano che i due uomini non avrebbero permesso che uscissero da sole a quell'ora, e che di certo avrebbero trovato una scusa per accompagnarle se sia Vergo che Daz fossero stati indisponibili. Così avevano concordato coi due bracci destri che proprio quella sera dovessero prendersi una pausa.

"Signorino, io vado allora!"

"Tu non vai da nessuna parte, dov'è Vergo?"

"Aveva un impegno" rispose ingenuamente la bambina, spostando il peso da un piede all'altro. 

"È una fortuna che Dellinger abbia annullato il suo appuntamento, verrà lui con te".

"No!" Sbottò per poi mettersi le mani sulla bocca. Così non andava bene, quello scemo dalla faccia da pesce gli avrebbe rovinato i piani.

"No? Sugar." 

La bambina sospirò sconsolata.

"Volevamo un altro appuntamento tra te e Crocodile"

E Doflamingo capì; aprì la bocca e la chiuse, sorridendo mestamente.

"Siamo stati raggirati dalle nostre figlie, che brave"

Sugar si guardò i piedi, perché sapeva che era andato tutto all'aria. 

"Se devo vedermi con lui è il caso che mi metta dei bei vestiti, non ti pare? Riferisci a Golden che arriveremo in orario." 

Detto questo si alzò dal divano e si diresse nelle sue stanze. Sugar lo guardò con la bocca aperta: era stata raggirata anche lei dal Signorino oppure no? L'importante alla fine era che venisse con lei.

 

Golden Week era riuscita nel suo intento di trascinarsi dietro Crocodile anche un po' troppo facilmente, per questo fissava il profilo dell'uomo mentre guidava con un'espressione interrogativa. 

"Devi chiedermi qualcosa?" 

"Tu lo sai dove stiamo andando"

"Mmm" annuì il moro non distogliendo lo sguardo dalla strada.

"E sai anche chi troveremo al ristorante"

"Mia cara bambina, devi ancora farne di strada per riuscire ad imbrogliarmi." Il sorriso sardonico del suo capo le fece storcere il naso.

"E se lo sai perché ci stai venendo lo stesso?"

L'uomo continuò a sorridere ma non rispose, e la bambina rinunciò a capirci qualcosa.

Robe da adulti, come aveva detto Perona.


Sugar e Golden Week avevano prenotato una stanza intera del ristorante Moby Dick, una delle sale riservate a cene di affari o per chi voleva stare in pace, anche se il più delle volte venivano usate da coloro che non volevano farsi vedere in giro.

In quel caso le due bambine pensavano sarebbe stato meglio la privacy e lo spazio, e, dato che poteva anche finire a botte, dovevano essere preparate a tutto.

Crocodile si sfilò il trench Burberry nero e si sistemò il collo alto del maglione grigio scuro; in quel posto faceva abbastanza caldo ma non troppo. Era ansioso di vedere cosa avessero in serbo le due bambine.

Un cameriere dal rossetto rosso e vestito con un bel kimono li accolse e li portò in una saletta al cui centro si trovava un tavolo in legno scuro apparecchiato per due, nessuna tovaglia, i piatti erano bianco avorio e le posate dorate, bicchieri e calici anch'essi con bordo dorato; il centrotavola consisteva in un teschio con in bocca una rosa rossa fresca.

L'uomo si girò verso il cameriere e lo trovò chinato di fianco alla bambina, entrambi sorridevano.

"La cena è per due, abbiamo già preso accordi di occuparci noi delle due bambine" commentò notando che anche gli ultimi ospiti erano arrivati.

Sugar corse ad abbracciare Golden Week e, mano nella mano, uscirono dalla porta dirigendosi verso un uomo dai capelli biondi.

"Non preoccupartevi, Marco adora i bambini, quando avete finito e volete andare siamo nella stanza in fondo" commentò uscendo e chiudendosi la porta alle spalle.

Doflamingo ancora non aveva aperto bocca.

"Hanno davvero pensato a tutto, che brave" disse Crocodile prendendo posto a tavola così da evitare di guardare il fenicottero che aveva deciso improvvisamente di vestirsi bene.

Cappotto blu scuro con taglio medio lungo, camicia bianca e pantaloni tartan grigi.

Non ha iniziato a vestirsi bene, pensò accavallando le gambe, si è vestito così per me.

Quindi anche lui aveva capito.

 

Doflamingo sorrise e si accomodò di fronte a lui.

"A quanto pare sì, sono state molto efficienti a trascinarci qui. Oh guarda, un palmare per ordinare! Geniale, e immagino che la porticina lì dietro serva per far arrivare i piatti."

"Nessun contatto umano non richiesto. Comincia a piacermi questo posto" commentò il moro.

"Rosso o bianco?"

"Mangiamo pesce, direi bianco"

"Frizzante"

"Meglio"

Una volta scelto il vino si girarono entrambi verso la porticina in legno in mezzo al muro; attesero qualche minuto fino a che non sentirono un beep.

Il biondo si alzò e la aprì, estraendo la bottiglia in questione. "È un mini ascensore! Ne voglio uno a casa mia"

Crocodile espirò aria dal naso in uno sbuffo divertito; quell'uomo aveva ancora l'animo di un ragazzino per le cose più stupide.

Ordinarono e si versarono il vino, restando di tanto in tanto in un piacevole e confortante silenzio.

Crocodile stava per mangiare il primo boccone di pesce quando alzò gli occhi e rimase con la forchetta a mezz'aria e la bocca aperta. Doflamingo, come se nulla fosse, si era tolto gli occhiali e li aveva appesi allo scollo della camicia, cominciando a mangiare.

"Che c'è, non avevi fame?" Lo rimbeccò ridendo.

Il moro scosse la testa; era una gara che durava da una vita la loro, alla fine piaceva ad entrambi cogliere l'altro impreparato.

"Quindi" disse sorseggiando il vino, "dopo che hai lasciato l'ospedale che cosa hai fatto?"

"Do ut des?"

"Come sempre."



 

-



 

Sugar e Golden Week si erano proprio divertite, avevano mangiato, guardato i cartoni animati e Marco aveva dato loro un blocco da disegno nuovo.

Era da poco passata la mezzanotte quando Crocodile e Doflamingo le vennero a riprendere, entrambi sembravano molto più rilassati di quando erano arrivati e le bambine si ritennero soddisfatte.

Una serata proficua.



 

-


Qualcuno gli stava accarezzando i capelli, era una bella sensazione. Mihawk aprì gli occhi lentamente e si trovò davanti un paio di occhi che lo fissavano in una maniera così amorevole che si svegliò completamente. 

"Cosa è questa roba?" Sibilò senza spostarsi.

"Affetto" rispose Shanks imperturbato.

"Che schifo. Continua"

Il rosso sorrise e lo avvolse in un abbraccio.



 

-


Zoro aveva davvero sonno, e Perona, che continuava a parlare, non migliorava certo la situazione.

Aprì la porta di casa e buttò lo zaino per terra passandosi una mano nei capelli.

"Spero ci sia del cibo in frigo, ho pure fame"

"Anche io ora che ci penso"

I due entrarono in cucina e si trovarono davanti uno Shanks senza vestiti girato di spalle, che beveva del latte dalla bottiglia.

Perona cacciò un gridolino mettendosi le mani sugli occhi arrossendo e Zoro sgranò gli occhi.

"Ah, siete già tornati"

"Sono passati due giorni, cosa vuol dire già tornati? E mettiti dei vestiti addosso! Anzi, perché sei nudo?" Sbottò lo spadaccino più piccolo.

Shanks lo fissò assottigliando lo sguardo sorridendo.

"Potete chiamarmi Mamma"

Se una mandibola avesse potuto allargarsi fino a toccare il pavimento probabilmente quella di Zoro ci sarebbe riuscita in quel momento.

Uno spostamento d'aria lo distrasse e vide Shanks afferrare qualcosa con il medio e l'indice.

 

Quel tizio ha fermato un pugnale con due dita prendendolo per la lama. Un pugnale tirato da Mihawk. 

 

"Rosso, vestiti. E voi due andate a lavarvi, puzzate di alcool e sigarette."

I due ragazzi non se lo fecero ripetere due volte, bordeaux in volto e fame dimenticata. 

"Non pensavo fossero già passati due giorni, il tempo vola quando ci si diverte" commentò Shanks porgendo il pugnale al padrone di casa.

"Uso la tua doccia"

 

Mihawk inspirò profondamente.

Purtroppo dopo circa mezz'ora si ritrovò i tre inquilini seduti bellamente al tavolo in cucina. 

"Quindi state insieme adesso? Che bello!" Squittì Perona sorridendo.

"Basta che stabiliamo dei limiti" commentò Zoro incrociando le braccia al petto, "primo, in casa girate vestiti per favore, e secondo, non… copulate con noi in giro o fuori dalla vostra camera" concluse facendo una smorfia di terrore.

Dire che Shanks si stava divertendo sarebbe stato dire una bugia.

"Nemmeno il tavolo della cucina?"

I due si allontanarono di scatto dal suddetto mobile.

"Che schifo!"

Mihawk li guardò impietrito fino a quando non perse la poca calma accumulata.

"Silenzio."

I tre lo guardarono.

"Primo, nessuno ha usato il tavolo se non per mangiarci sopra; secondo, quella è camera mia non nostra; terzo, questa è casa mia e decido io cosa fare e quando farlo. Chiaro?"

Zoro e Perona annuirono rimettendosi a sedere.

Shanks si alzò e si avvicinò al moro, circondando la sua vita con un il braccio.

"Perché tratti così i bambini, non hanno detto nulla di male Papi, e poi dovresti fare un po' di educazione sessuale, sono già grandi per questo discorso"

E come se fossero stati punti da un'ape, i due ragazzini si volatilizzarono correndo in salotto.

"Come mi hai chiamato?" Sibilò Mihawk voltandosi a fissarlo.

"Dovremmo fare questo discorso anche noi forse" sussurrò il Rosso appoggiando il mento sulla sua spalla.

"Dimmi, cosa ne pensi del daddy kink?"



 

-



 

Crocodile tornò al lavoro e nel giro di qualche giorno finì le pratiche arretrate sulla scrivania, mise in ordine crescente matite e biro, diede la polvere e l'acqua alle sue piantine grasse nell'angolo vicino alla finestra, poi si sedette nuovamente espirando soddisfatto.

Aver parlato con Doflamingo di tutto quello che era successo in quegli anni era stato come farsi una doccia fredda in piena estate, rinfrescante, rinvigorente e soprattutto si era tolto un peso che non pensava di avere.

Forse Mihawk aveva ragione, pensava sempre di essere a posto anche se in realtà era più facile mentire a se stessi e ignorare i problemi.

Si appoggiò allo schienale e chiuse gli occhi fino a quando la porta non si aprì di scatto, come se fosse esplosa una bomba. E c'era solo una persona che non bussava ma buttava giù porte con l'irruenza di un ragazzino in piena crisi ormonale. 

 

"Kidd ti ho detto di bussare" sbuffò non aprendo nemmeno gli occhi ma passandosi una mano tra i capelli.

"No senti, qui stiamo rasentando il ridicolo. Stamattina mi sono trovato sotto cosa quel tizio con gli occhiali e i capelli dritti che fa parte dell'allegra famigliola del tuo futuro scopamico to rendi conto?"

 

Crocodile aprì gli occhi e lo fissò.

"E cosa ci faceva Gladius sotto casa tua? Immagino abbia cose più importanti che spiare te"

"Era venuto a controllare se Law era nei paraggi! 'Sono qui a fare un giro' un paio di palle! Levami dai coglioni questi psicopatici o giuro che comincio a diventare violento" sbottò Kidd pestando un piede per terra ed incrociando le braccia al petto, incassando la testa nell'incavo del collo.

Crocodile lo guardò e sorrise.

"La vera domanda Kidd è perchè non sei ancora venuto alle mani? Ti arrabbi per molto meno"

Il rosso aggrottò le sopracciglia in un evidente gesto di stizza.

"Come perché? È ovvio, mi hai detto tu di non attaccare briga con loro"

"No, io ti ho detto di non provare a batterti con Doflamingo, non ho nominato i suoi subordinati." Commentò il moro inclinando la testa a destra.

"Se vuoi fare a botte fai pure, non sono mica tua madre"

 

Kidd sogghignò.

"Questa è la prima volta che siamo d'accordo su una cosa, ottimo."

Detto ciò girò i tacchi e si diresse verso la porta.

"Ah, sono passate due settimane, anche di più, devo controllarti la mano?"

Crocodile deglutì e si fissò la protesi.

"No, non mi fa male"

E lo disse con un tono così sorpreso che Kidd uscì sorridendo senza dire altro; aveva sempre pensato che il suo dolore fosse cronico e non collegato al suo impianto e finalmente lo stava capendo anche il diretto interessato.

 

Chiuse la porta e con passo spedito uscì dall'edificio. Ora che aveva carta bianca e poteva menar le mani era tutta un'altra storia. 

Siamo nel mio territorio sfigati.


-


Doflamingo stava scorrendo le notizie sul cellulare quando vide entrare nel salotto Gladius e Senor Pink pieni di ferite e zoppicanti. Appoggiò il telefono e li guardò incuriosito; era da tempo che qualcuno non si permetteva di alzare le mani sulla sua famiglia,ma soprattutto quei due non erano certo avversari facili, e qualcuno era riuscito a far loro molti danni.

"Ok, immagino fossero in una ventina ma chi è stato?" Chiese lo stesso vedendo che i due temporeggiavano.

"Glielo dico io chi è stato Signorino, quel bastardo di Eustass Kidd! Prima mi vede sotto casa sua che faccio una ricognizione come mi aveva chiesto lei, poi se ne va ringhiando. Dopo una quarto d'ora ritorna e nel frattempo avevo chiamato Senor perché dovevamo andare dal parrucchiere. E questo moccioso non ci sfida entrambi dicendo di, testuali parole, 'fatevi sotto mammolette'?"

"E come se non bastasse", commentò Pink, "nel corpo a corpo fa davvero paura, incassa come se uno lo avesse appena toccato e ti colpisce con una violenza inaudita!"

 

Doflamingo, che era restato in silenzio fino a quel momento, si mise una mano sul volto e rise.

"A quanto pare il giovane Eustass ha perso la pazienza. Forse è il caso che non vi mandi più sotto casa sua."

 

Dopo aver portato entrambi da Lao G, recuperò il cellulare e chiamò.

 

Crocodile era nel bel mezzo di una riunione con i vertici dell'azienda, questa volta riguardava i controlli doganali e i nuovi trucchi per far passare la droga senza essere scoperti. 

Il telefono cominciò a vibrargli in tasca, lo estrasse per vedere chi fosse, non intenzionato a rispondere, ma quando vide chi era a chiamarlo cambiò idea.

 

"Dimmi"

"Il tuo amabile cagnolino ha quasi mandato all'ospedale due dei miei stamattina"

"Quasi. Credo che tu abbia sottovalutato Kidd, è vero, si dà un sacco di arie ma quando si tratta di risse da strada non è un cliente facile."

"Immagino che tu gli abbia detto che poteva fare quello che voleva"

"Io gli ho detto di non infastidire te, non ho mai parlato dei tuoi sottoposti. E poi sai bene cosa devi fare se vuoi calmarlo un po'."

"Law al momento rimane dov'è"

"E dove sarebbe Trafalgar?"

"Non credo ti darò questa informazione"

"No, anche perché so che hai mandato il tuo figlioccio fuori città, e c'è solo una persona a cui potresti affidarlo e per cui Law partirebbe subito, tuo fratello"

"..."

"Perdonami, avrei dovuto fingere un po' di più"

"Ti odio, possibile che una persona non possa avere dei segreti con te?"

"Abbiamo visto tutti com'è finita l'ultima volta. Comunque non dirò nulla a Kidd, dormi tranquillo Doflamingo. Ora sono in riunione, richiama se manda altre persone all'ospedale"

 

E detto questo chiuse il cellulare e lo rimise in tasca.

"Io non mi do un sacco di arie!" Sbottò Kidd dall'altra parte del tavolo.

Bon Clay rise e lo prese in giro mentre gli altri cominciarono a parlare tra loro.

"Che cazzo vuol dire che non mi dici dov'è?"

Crocodile sbuffò e si alzò in piedi.

"Quello che ho detto, non credo sia salutare darti un'informazione del genere" 

Tamburello con le dita sui fogli davanti a lui.

"Credo andrò fuori a fumare" ed uscì chiudendosi la porta alle spalle.

Kidd lo fissò con astio.

"Ma non fumava qui due minuti fa?" Commentò Double Finger e il rosso saltò in piedi e si buttò sul tavolo, afferrando i fogli di Crocodile e sfogliandoli velocemente.

"Ah! Ecco dove si trova!" Prese il cellulare e fece una foto ad un foglio, poi corse fuori sotto lo sguardo allibito dei presenti.

 

Crocodile fumava tranquillamente davanti ad una finestra quando Das Bornes lo raggiunse.

"Manipolare gli eventi e le persone è un vizio che non hai mai perso"

Il moro sorrise.

"Immagino che tu abbia implicitamente consigliato a Kidd di fare a botte, sapendo che Doflamingo da casa sua avrebbe mandato Law in un altro posto, e tu sapevi già dove lo avrebbe mandato, come sapevi che Kidd avrebbe rovistato in quei fogli. Per quello ti sei portato alla riunione quelle informazioni. Sei davvero cattivo Boss"

"Il lato positivo è che nessuno si farà male per ora. E poi io non ho mentito, non ho detto niente, lo ha scoperto da solo"

Das scosse la testa e sorrise, Crocodile espirò una boccata di fumo.

"Sai che 'essere alla frutta' in realtà significava 'commettere un omicidio' perché nel mondo antico, quando si voleva uccidere di qualcuno, lo si faceva a fine banchetto, quando il soggetto in questione era ormai debole dopo tutto il cibo e il vino? Non mi rimane che usare un po' di alcool"

 

E Mister 1 lo guardò, pensando che a volte il suo capo fingesse di parlare con qualcuno quando parlava più con se stesso.

Chissà cosa aveva in mente ora.









 

Angolo dell'Autrice:
Salve a tutti, stiamo procedendo con la storia e finalmente sbuca un altro personaggio che a breve si farà vedere!
Crocodile tira i fili ma sarà davvero così? 
E Kidd ce la farà a ritrovare Law?

A presto,

A.o.S 

 
  
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