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Autore: Rie29    21/10/2020    2 recensioni
Fred è sopravvissuto alla Battaglia di Hogwarts ma non sa chi lo abbia salvato.
Hermione nasconde un segreto e combatte contro gli incubi tremendi che l'assalgono di notte, reminescenze del passato.
Entrambi cercano risposte e soluzioni, ma non sanno che quelle sono molto vicine e che basterà poco perchè si ritrovino indissolubilmente legati l'uno all'altra. Affronteranno una sfida per cui non sono preparati: l'amore, cercando di venire a patti con una magia antica come il mondo.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fred Weasley, George Weasley, Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger | Coppie: Angelina/George, Fred Weasley/Hermione Granger, Harry/Ginny
Note: Lemon, Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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Il giorno seguente, quando Molly scese in cucina per preparare le colazione, passò a trovare il figlio che giaceva ancora sul divano. Nella luce calda del mattino vide George stravaccato in poltrona, coi capelli sparati in ogni direzione e i vestiti del pigiama freschi di lavanderia. Era rimasto al fianco di Fred tutta la notte. Si avvicinò per controllare le ferite e notò un'altra sagoma. Hermione si era seduta accanto al divano, con la testa posata vicino alla coscia del moribondo, ancora vestita come la sera precedente, sporca e sfinita. Non si era neanche andata a fare una doccia. Lei e il figlio si tenevano per mano, cosa che la sorprese. Accadevano troppe cose che non notava in quei giorni. Sapeva che qualcosa non andava tra lei e Ron, ma non avrebbe mai creduto che quel qualcosa fosse Fred. Sorrise, non le sarebbe dispiaciuto che sposasse il maggiore dei gemelli, nonostante le sembrasse una coppia strana. Lui era così immaturo, mentre la ragazza aveva i piedi per terra e la testa sulle spalle. Ma magari era proprio quello che li univa, quella loro diversità che faceva in modo che supplissero alle mancanze dell'altro. Aveva sempre immaginato Hermione come parte della sua famiglia, che fosse o meno sposata con uno dei suoi figli, ma quel risvolto la fece sorridere. Ginny fu la prima a scendere. La notte le era sembrata infinita, ma non era riuscita a riposare bene, anche con Harry al suo fianco. Si era agitata nel letto all'infinito, macerandosi il fegato al pensiero di Fred che si era lanciato sulla traiettoria della maledizione per salvarla. Era tutta colpa sua e se gli fosse successo qualcosa di peggio, non se lo sarebbe potuto perdonare. Privare George ed Hermione di una parte di loro le sembrava un delitto imperdonabile. Fece un salto in salotto e vedendo i tre così accovacciati sorrise. Hermione non aveva lasciato Fred neanche per un istante.

“Buongiorno mamma!” Esclamò entrando in cucina e trovando la donna, ancora in vestaglia, già ai fornelli.

“Ti sei svegliata presto” commentò mettendo in padella del bacon.

“Ho dormito male...col pensiero di Fred e tutto” confessò prendendo del succo di zucca fresco.

“Tesoro, non è stata colpa tua. Tu avresti fatto lo stesso per lui” la consolò la donna. Anche Harry glielo aveva ripetuto all'infinito, ma non cambiava niente.

“Sì, ma non ci sono io su quel divano a soffrire” replicò, sedendosi a tavola.

“Non mi sembra che stia soffrendo molto” commentò Molly, lanciando alla figlia un'occhiata furba. Ginny colse al volo l'allusione e ridacchiò.

“Oh no, mi è sembrato di vedere anche un sorrisetto sulla sua faccia” la Signora Weasley rise con la figlia.

“Sai qualcosa che non so?” Domandò, curiosa. I suoi figli tendevano a nasconderle la loro vita privata, ma Ginny ogni tanto le raccontava qualcosa, soprattutto di Harry e pettegolezzi sugli altri. La figlia era sempre informata di tutto.

“Oh mamma, so anche qualcosa che non sanno loro!” Sghignazzò. Le informazioni quando si hanno come fratelli Fred e George, erano una moneta di scambio preziosa. Aveva imparato fin da piccola che il ricatto era il modo migliore per ottenere quello che voleva.

“Racconta!” Esclamò deliziata la donna.

“Bhè a quanto pare Hermione si trova al centro di una specie di triangolo. Sia George che Ron le hanno chiesto di uscire” iniziò. Vide la madre sgranare gli occhi, totalmente dimentica della colazione, che si stava cucinando da sola.

“Ma allora...Fred?”

“Aspetta. Lei ha accettato di uscire con tutti e due, più per colpa mia che altro. Comunque l'ha fatto perché Fred è tornato con Alyssa” al solo nominare quella ragazza Molly inorridì.

“Non ce ne eravamo liberate?” Borbottò turbata.

“A quanto pare è tornata e ha tentato di riprendersi Fred. Comunque Hermione è uscita con George perché lui è andato dalla ex e perché...bè perché George è molto affascinante e le ho consigliato di divertirsi”

“Ginevra!” Esclamò la madre, scandalizzata dai consigli sconsiderati che la figlia elargiva.

“In realtà speravo che facesse ingelosire Fred. E credo che sia andata così. Lui si è presentato con Alyssa nel posto dove stavano cenando lei e George ed è successo un gran casino. Le ragazze hanno litigato e Hermione ne è uscita ferita. Grazie a questo Fred ha chiuso con Alyssa” Molly si sentiva tornata adolescente. Aveva capito che le fosse sfuggito qualcosa, ma non credeva tutte quelle cose! Doveva prestare più attenzione ai suoi figli. Si alzò per togliere il bacon dalla padella e mettercene altro. I suoi figli mangiavano come lupi.

“Continua!” La incitò. La storia la stava appassionando.

“Non conosco le dinamiche precise di tutto quello che è successo dopo. Mi devo ancora aggiornare con Hermione, ma l'ho trovata avvinghiata a uno dei gemelli ieri sera, non chiedere quale dei due perché non lo so” la precedette ridendo.

“E Ron in tutto questo?” Chiese preoccupata.

“Lui è totalmente fuori gioco. Ha dichiarato i suoi sentimenti a Hermione, ma poi l'ha trattata malissimo e l'ha anche accusata di essere una poco di buono...così lei si è infuriata e hanno passato settimane a non parlarsi. Poi lui ha capito che i suoi fratelli gli stavano soffiando la donna da sotto il naso e si è svegliato, ma troppo tardi. Hermione aveva già perso la testa per Fred. Credo che usciranno comunque insieme, ma solo per mettere fine alla cosa” la Signora Weasley tacque a lungo. Le dispiaceva per il figlio minore. Ron era sempre stato quello più insicuro dei suoi figli. Crescere all'ombra di Charlie, Bill, Percy, Fred e George era stata molto dura per lui. Doveva competere con delle personalità molto forti. Quando poi era diventato amico di Harry e Hermione, aveva capito che sarebbe continuata ad essere dura per lui. I suoi amici erano indubbiamente più famosi e talentuosi di lui. Eppure Ron era cresciuto molto, aveva salvato il mondo e i suoi amici. Nonostante questo, quando era a casa, spesso tornava ad essere il bersaglio dei gemelli, sottomesso a tutti loro. Vedersi portare via la donna che amava dai fratelli poteva essere troppo per lui.

“Credi che Fred la ami?” Domandò alla figlia.

“Penso di sì, anche se è troppo stupido per ammetterlo” Molly annuì. Fred non era stupido, ma solo testardo. Quando si metteva in testa una cosa era impossibile fargli cambiare idea. In quel periodo vedeva chiaramente quanto fosse cambiato, ma si identificava ancora con il rubacuori che era stato prima della guerra. Sperava che Hermione gli facesse cambiare idea.

 

 

Fred si trovava in un sogno che non era il suo. Era chiaro dal fatto che stesse osservando tutto dall'esterno, come quei film proiettati nell'aula di Babbanologia a scuola. Non che avesse mai frequentato il corso. Si erano solo introdotti lì per rubare il divano e portarlo nel loro covo. Quando però avevano visto la scatola magica, si erano incuriositi e messi ad armeggiare con i pulsanti. Gli erano piaciuti molto quei film, anche se gli era ancora totalmente oscuro cosa fossero e come facessero ad essere dentro la scatola. Suo padre aveva provato a spiegarglielo, ma non ci aveva capito molto. In ogni caso, ora gli sembrava di star guardando un film, anche se non aveva coscienza del suo corpo. Vedeva Hermione più piccola, con quei capelli cespugliosi sempre in disordine, mentre la divisa era impeccabile. A giudicare dal maglioncino che indossava sopra, doveva essere inverno, ma non ancora troppo freddo. Stava studiando su un libro più grosso di lei. C'era poca gente quel giorno. Neville era immerso nella lettura di un libro sulle piante del Mediterraneo e un altro paio di studenti leggeva in disparte. Quando però notò il ragazzo che fissava Hermione di sottecchi capì immediatamente a che anno fossero. Victor Krum, Campione Tre Maghi per Drumstrang, Cercatore per la Bulgaria, primo amore di Hermione Granger. Non ricordava che fosse così grosso. Ad un tratto lui si alzò, prese coraggio e si avvicinò a lei.

“Io disturbare te?” Domandò con il suo inglese stentato. Lei parve totalmente confusa da quell'approccio.

“No, dimmi”

“Vuole venire a ballo con me?” Hermione rimase basita. Aprì e chiuse la bocca qualche volta.

“Ehm, posso pensarci un paio di giorni?” Chiese, per prendere tempo.

“Sì. Io osservato te da lontano. Tu molto bella e intelligente. Unica donna che volere per ballo” rincarò. Hermione arrossì violentemente.

“Grazie, ti farò sapere il prima possibile” rispose. Lui annuì impacciato e caracollò via con quel suo strano modo di camminare. Sembrava sempre che non fosse a suo agio per terra, ma che gli mancasse volare. Forse era quello il segreto della sua bravura. Hermione chiuse il librone, raccolse la sua roba e in fretta raggiunse la Sala Grande. Fred rivide tutti i suoi compagni di scuola, e persino lui e George con quei capelli lunghi inguardabili. Quell'anno si erano rifiutati di tagliarli, così tanto per fare. Hermione si accomodò tra Harry e Ginny, frastornata. Aveva ancora le guance rosse.

“Allora fratellino hai trovato una compagna per il ballo?” La voce di George attirò l'attenzione del tavolo. Tutti si voltarono verso Ron, che divenne rosso come un pomodoro.

“Ancora no! Tu con chi ci vai?” Domandò piccato, come se volesse coglierlo in castagna. George sorrise, lanciò il tovagliolo ad Angelina per richiamare la sua attenzione.

“Vuoi venire al ballo con me?!” Le chiese. Vide la ragazza arrossire e annuire, felice.

“Vedi? È così che si invita una donna” commentò il se stesso più giovane, facendo l'occhiolino al gemello.

“Perché tu con chi vai?” Notò distintamente Hermione che sollevava la testa per ascoltare. Fred aveva sorriso, si era alzato e aveva raggiunto Katie.

“Mia signora, vuole farmi l'onore di venire al ballo con me?” Aveva chiesto inchinandosi profondamente. Era proprio scemo all'epoca. Katie divenne scarlatta, ma accettò la sua mano con gioia.

“Certo che vengo al ballo con te!” Trillò felice. Fred la fece piroettare sul posto, le baciò la mano e la fece riaccomodare al tavolo. Evidentemente soddisfatto tornò a sedersi. Ron era allibito. Lanciò un'occhiata a Hermione.

“Hermione...tu sei una ragazza” esordì. La vide illividire a quelle parole e gli venne da ridere.

“Sì, Ron che scoperta, sono una ragazza!” Sbottò infastidita.

“Pensavo che magari potresti venire al ballo con uno di noi” Hermione scattò in piedi indignata.

“Ci vado già con qualcun altro!” Tuonò, per poi correre via. Il sogno cambiò impercettibilmente e la vide fermare Krum che usciva da un'aula. Lui parve molto felice di vederla.

“Verrò al ballo con te” esordì. Lui le fece un sorriso gigantesco mettendo in mostra una dentatura bianca e perfetta.

“Io essere felice! Come tu cambiare idea?” Chiese.

“Oh ehm, il ragazzo che speravo mi invitasse ci va con un'altra” spiegò imbarazzata.

“Lui stupido. Io promette te serata indimenticabile” Hermione gli sorrise timidamente.

“Grazie, sei molto gentile”

“Posso portare tuoi libri?” Le chiese e i due si allontanarono insieme.

Fred rimase interdetto. Ron non ci andava con nessuno, allora perché lei aveva detto che il ragazzo da cui voleva essere invitata era impegnato? Si riferiva forse a lui? Impossibile, se lei avesse avuto una cotta per lui a scuola, l'avrebbe capito. O no?

 

Hermione aprì gli occhi lentamente, accecata dalla luce. Le faceva male la schiena e il collo per l'assurda posizione assunta durante la notte. Si era addormentata al fianco di Fred, tenendogli la mano e George l'aveva lasciata stare al ritorno dalla doccia. Il risultato fu che era indolenzita, sporca e puzzolente. Si stiracchiò attentamente, lanciò un'occhiata al ferito e decise che aveva tempo per mettersi in ordine. La lunga doccia calda le sciolse i muscoli ed ebbe il potere di farla sentire meglio. Si stava asciugando i capelli con un asciugamano, quando Leotordo piombò nella stanza super agitato e cinguettante. Aveva una lettera nel becco che fece cadere sul letto di Hermione, per poi continuare a girare sul soffitto come una trottola invasata. Lo convinse a scendere solo offrendogli dei biscotti, che si mise a sgranocchiare sul davanzale, emettendo dei gorgoglii soddisfatti. Hermione aprì la lettera col cuore che le batteva all'impazzata.

 

Cara Signorina Granger,

ho ricevuto la sua missiva attraverso uno strano gufetto iperattivo e ne sono rimasta assai colpita. Lei dice che in seguito alla Battaglia di Hogwarts, dopo che gli ha salvato la vita, ha instaurato un legame mentale col Signor Fred Weasley. Solo Merlino sa quanto io sia turbata dalla notizia. Per quanto riguarda la sua domanda, temo di non avere la minima idea di che legame magico si tratti e neanche di come spezzarlo. Sono sicura che quando verrà a scuola a settembre Silente saprà darle le spiegazioni che cerca. Non mi sono arrogata il diritto di esporre la sua storia al suo ritratto, in sua assenza. Vorrei che fosse lei in persona a raccontargli tutto. Farò sicuramente delle ricerche per suo conto e le invierò i volumi che mi ha chiesto.

In attesa del suo ritorno.

Sinceramente sua,

Minerva McGranitt.

 

Hermione lesse la missiva d'un fiato, rimanendo delusa del suo scarno contenuto. Aveva sperato che la nuova preside potesse fare un po' di chiarezza, ma evidentemente diventare il capo di una scuola millenaria non faceva di te una persona onnisciente. Silente lo era stato ma a prescindere dal suo ruolo. Non le veniva in mente nessun altro a cui chiedere a meno di non recarsi all'Ufficio Misteri. Luogo che comunque non era autorizzata a frequentare e che le era stato interdetto per sempre dopo averne distrutto la maggior parte al quinto anno. Così scese da basso, con una vecchia tuta e una maglietta dello studio dentistico dei suoi che le stava troppo grande. Con sua somma sorpresa Fred era sveglio e parlava, tutto allegro. Si era persino tirato a sedere sul divano e la Signora Weasley lo stava rimpinzando di cibo. Quando la vide fece un gran sorriso e un occhiolino. Hermione sentì il cuore battere all'impazzata nel petto. Doveva parlargli al più presto. Ma quello non era il momento adatto. La famiglia Weasley festeggiava il suo ritorno alla vita e gli si affollavano tutti attorno per congratularsi con lui. Ginny era in lacrime al suo fianco che gli teneva stretto un braccio.

“Tutto bene?” La voce di Ron la costrinse a voltarsi.

“Sì, sono felice che stia meglio” commentò, guardandolo mangiare una fetta di bacon.

“Allora stasera c'è il nostro appuntamento, sei pronta?” Domandò muovendo le sopracciglia allusivamente. Lei si costrinse a sorridere, anche se si era totalmente dimenticata di lui.

“Certo. Qualche indizio su dove andiamo?” S'informò.

“Nessuno! È una sorpresa. Mettiti solo qualcosa di semplice, non preoccuparti, mi piaci acqua e sapone” disse prima di mettersi in bocca un toast. In realtà non l'aveva chiesto per l'abbigliamento, ma per prepararsi psicologicamente. Non era certa di poter sopportare un appuntamento come quello con George, ma non aveva il coraggio di disdire. Ron ci sperava e sarebbe stato da maleducati dargli buca all'ultimo. Lui aveva bisogno di provarci. Se poi non fosse andata, aveva promesso di metterci una pietra sopra, ma almeno un appuntamento glielo doveva.

 

Fred venne trasportato nella sua stanza di peso, perché camminare era uno strazio e non poteva rimanere sul divano a lungo, era troppo alto e i piedi gli sporgevano oltre il bordo. Così con attenzione lo fecero levitare fino alla sua vecchia stanza e la Signora Weasley si affacciava ogni due minuti per controllare le sue condizioni, chiedergli se voleva qualcosa e assicurasi che le fasciature non fossero impregnate di sangue. Lui sembrava migliorare a vista d'occhio. Mangiava e parlava, ma gli faceva ancora molto male ridere e si affaticava in fretta. George lo vegliava come un segugio e cacciava via tutti non appena vedeva il fratello che iniziava a manifestare segni di stanchezza o dolore. Hermione si era tenuta alla larga da loro due per tutto il giorno. Un po' perché non voleva affrontare il discorso Battaglia di Hogwarts, un po' perché non voleva vedere George e ricordarsi quanto era stata stronza. Così passò la giornata a studiare, con Ginny che l'assillava.

“Hermione mancano tre settimane scarse alla partenza per Hogwarts, smettila di studiare e prenditi una pausa” stava dicendo per la milionesima volta.

“Voglio essere preparata” fu la sua risposta secca.

“Sì certo, non l'hai ancora imparato a memoria quel libro?” Ridacchiò la rossa, che era andata a scusarsi con il fratello e lui l'aveva perdonata senza neanche battere ciglio, ma con la promessa che gli avrebbe fatto da schiava finché non si fosse rimesso. Lei si era sentita così in colpa che non aveva neanche protestato ed era corsa a preparargli un panino.

“Ginny cosa vuoi?” Sbottò esasperata.

“Voglio che la smetti di fare così e ti rendi conto che non ti rimane tempo per stare con Fred. Ti nascondi dietro George, dietro Ron e dietro lo studio” le disse, un po' troppo brutalmente.

“Non mi sto nascondendo. Devo studiare” Ginny le strappò il libro di mano e lo gettò sul letto. Le stava davanti con le mani sui fianchi in un atteggiamento aggressivo alla Signora Weasley da mettere i brividi.

“Hermione Jean Granger! Sei o non sei la salvatrice del mondo magico? Hai o non hai resistito alle torture di quella pazza di Bellatrix, cavalcato un drago e affrontato i Mangiamorte in mille occasioni?” Domandò perentoria. Quando Ginny faceva così c'era da aver paura.

“Sì, ma...”

“Silenzio! Tu hai fatto cose assurde in vita tua, ti sei lanciata a capofitto in situazioni al limite dell'umano senza neanche battere ciglio! Non puoi avere paura dei tuoi sentimenti e farti fermare da quell'idiota di mio fratello!” Tuonò. Hermione ascoltò l'amica attentamente e si sentì rincuorata. Aveva ragione, si stava comportando da stupida e da codarda.

“Che devo fare?” Chiese sconfitta. Ginny fece un ghigno soddisfatto.

“Vai da lui e parlagli. George ti ha dato l'ultimatum, confessa tutto e basta”

“Ma lui sta con Alyssa” si lamentò

“L'ha lasciata la sera in cui ti ha aggredita” Hermione rimase stupita. Nessuno si era preso la briga di informarla. Però quello cambiava molte cose.

“Posso farlo domani?” Chiese, speranzosa.

“No! Vai adesso o rimanderai all'infinito. O vai tu a dirglielo o lo faccio io” l'avvertì. A differenza delle minacce di George, Hermione non le credette. Ginny non l'avrebbe mai tradita e non avrebbe avuto alcun senso farlo.

“Va bene ci vado!” Sbottò esasperata. Si controllò allo specchio, sistemandosi alla meglio i capelli e legandoli in una crocchia improvvisata sulla nuca. Non era al suo meglio, ma non poteva pretendere molto da se stessa dopo una nottata come quella appena trascorsa. Prese il coraggio a due mani e salì le scale che portavano alla stanza dei gemelli. Ogni scalino le sembrò più duro del precedente, ogni minuto un secolo. Poteva farcela, doveva solo parlargli a cuore aperto. Era inevitabile, George, Ginny, Ron e Harry lo sapevano, non poteva rimandare ancora o prima o poi qualcuno l'avrebbe tradita, anche per sbaglio. Mentre saliva le scale, sempre più convinta di star facendo la cosa giusta, Ron arrivò di corsa. Aveva un paio di jeans blu e una camicia bianca leggera che gli stava un po' larga coi bottoni diversi e il colletto alla coreana.

“Hey non sei ancora pronta?” Domandò sorridendo.

“Ma sono solo le cinque, pensavo che saremmo andati a cena” lui arrossì e si grattò la nuca.

“Scusa mi sono scordato di dirtelo, andiamo per il tè delle cinque” Hermione esitò, ma non riuscì a dirgli di no.

“Dammi cinque minuti, vado a cambiarmi” tornò di corsa in camera, sbattendo la porta dietro di sé. Ginny la guardò stupita.

“Che ci fai qui?!” Sbottò, mettendo Arnold la Puffola Pigmea nella sua gabbietta.

“Ho scordato l'appuntamento con Ron, mi devo preparare” imprecò tra i denti, lanciandosi verso l'armadio.

“Ma non puoi! Devi andare da Fred” esclamò, turbata dalla piega che avevano preso gli eventi.

“Gli parlerò dopo l'appuntamento, te lo giuro, adesso smettila e aiutami a trovare il vestito a fiori” disse spazientita. Ginny storse il naso, ma l'aiutò e in un quarto d'ora fu pronta. Non era al suo meglio e neanche lontanamente bella come la sera in cui era uscita con George, ma non poteva lamentarsi. L'amica l'aveva truccata leggermente, applicandole lucidalabbra e mascara in quantità industriali, poi aveva tentato di domarle la chioma, capendo che era impossibile aveva ripiegato sulle trecce olandesi.

“Come sto?” Domandò Hermione guardandosi allo specchio.

“Come una che sta andando a un appuntamento con uno che non ama” borbottò l'altra, incrociando le braccia sul petto.

“Grazie!” Le lanciò un bacio uscendo. Ron la stava aspettando seduto su un gradino, con la testa tra le mani, ma quando la vide arrivare sorrise felice.

“Sei molto carina” le disse. Lei annuì e si fece portare fuori. In cortile lui la strinse a sé e ruotando sul posto si Smaterializzarono.

 

La prima cosa che Hermione notò fu che il posto le era familiare. C'era una strana atmosfera di casa lì e solo in un secondo momento si rese conto di essere a Hogsmead, per la precisione davanti alla sala da tè di Madama Piediburro. Confusa si voltò verso Ron.

“Perché siamo qui?” Domandò. Era l'ultima cosa che si aspettasse.

“Quando eravamo a scuola tutte le coppie di innamorati venivano qui nei fine settimana e ho pensato che sarebbe stato carino farlo anche noi. Non torneremo mai più a Hogwarts insieme, ma almeno possiamo venire qui” le sorrise timidamente e lei si sentì sciogliere. Aveva fatto una cosa molto dolce. Non si sarebbe mai aspettata questo da lui.

“Ron è un pensiero bellissimo” cinguettò. Entrarono e furono accolti dalla proprietaria che li fece accomodare al suo tavolo migliore, squittendo elettrizzata per la loro presenza. Il locale era frequentato solo da coppie, ma non c'era l'affluenza di quando erano stati a scuola. In quei giorni il locale era strapieno e si faticava a trovare anche uno sgabello. Molte teste si voltarono nella loro direzione, ma solo per qualche istante. Erano tutti troppo concentrati sulla persona che avevano davanti per badare a loro. Si sedettero e la cameriera portò i menù. Hermione era a disagio. In altre circostanze le premure di Ron le avrebbero fatto molto piacere e forse, se lui l'avesse invitata a scuola, le cose sarebbero andate diversamente. Si sarebbe innamorata di lui e avrebbero avuto una vita facile e in discesa. Lo conosceva come le sue tasche ed erano cresciuti insieme. Avere una storia con lui sarebbe stato molto semplice.

“Allora cari cosa vi porto?” Li interruppe una ragazza vestita da cameriera come negli anni venti.

“Per me tè e biscotti, grazie”

“Lo stesso per me” si affrettò a dire Ron. Poi si concentrò su di lei.

“Allora quanto è imbarazzante essere qui?” Domandò. Hermione ridacchiò.

“Abbastanza”

“Pensavo che sarebbe stata una cosa romantica, invece ti ho messa a disagio” sospirò sconfitto.

“No è solo che...non siamo più quelli di una volta” alzò le spalle come a scusarsi per quello.

“Hai ragione avrei dovuto portarti a cena fuori” Ron si grattò la nuca in imbarazzo. La cameriera portò le loro ordinazioni e Hermione tentò di parlare del più e del meno per un po', ma era evidente che avrebbe voluto trovarsi da un'altra parte. Lui non era scemo, sapeva che quell'appuntamento era solo un patetico tentativo di tenerla legata a sé. Aveva visto da lontano come il rapporto con i suoi fratelli si fosse trasformato in quei mesi e l'aveva vista dormire al fianco di Fred sul divano dopo la festa e anche quella mattina. Hermione non gli apparteneva più o forse non l'aveva mai fatto, ma non poteva arrendersi senza combattere. Non era il tipo che rinunciava facilmente, non più. Harry gli aveva consigliato di parlare chiaramente con lei, di dirle cosa voleva e cosa provava, perché Hermione aveva bisogno di solidità e certezze nella vita.

“Senti. Probabilmente sono in ritardo di qualche anno, ma devi sapere che mi sei sempre piaciuta quando eravamo a scuola” iniziò, raccogliendo il coraggio. La vide sgranare gli occhi e arrossire.

“Piacevi anche a me” non gli sfuggì l'uso del passato.

“Solo che ero troppo stupido e timido per confessarti i miei sentimenti. Pensavo che mi vedessi solo come un amico e che...ecco dirti quello che provavo fosse da deboli. Sono proprio un idiota eh?” Ridacchiò, per smorzare l'atmosfera.

“Ron, per favore non farlo” mormorò lei, afflitta. Avrebbe voluto annegare nella tazzina di porcellana che aveva davanti pur di evitare quella conversazione.

“Lo so che non provi niente per me adesso. Non importa. È solo che volevo che tu capissi che se ci fosse anche solo una possibilità su un milione che tu mi possa amare di nuovo...io la vorrei” Hermione sentì lo stomaco stringersi in una morsa dolorosa e le lacrime fare capolino dagli occhi. Lui non si era certo aspettato quella reazione.

“Sei proprio un'idiota! Perché fai così adesso? Hai avuto una vita intera per dichiararti e lo fai ora che...ora che io amo un altro!” Sbottò attirando gli sguardi di qualche coppia curiosa. Ron impallidì.

“Sto cercando di rimediare al mio comportamento di questi mesi. Sono stato un cretino. Ti ho urlato addosso e ho preteso che tu mi amassi anche se è evidente che tu non possa farlo. Lo so che non mi ami, ma non potevo arrendermi così. Dovevo provare” le disse, con un tono risoluto che raramente gli aveva sentito usare.

“Sì, sei stato un vero stronzo. Però eri ferito e lo posso capire” in realtà Hermione aveva dedicato pochissimo tempo a pensare ai suoi sentimenti in quel periodo. Tutto quello che le stava succedendo nella vita era sufficiente per attirare tutta la sua attenzione.

“Anche se sono ferito questo non mi giustifica...alla festa io...mi dispiace per come ti ho trattata” Ron chinò il capo mestamente. Il fatto che si stesse scusando per lei era sufficiente per andare avanti.

“Ti perdono, anzi credo di averlo già fatto. Tu potrai perdonare me?” Domandò.

“Col tempo penso di sì. Dopotutto non è colpa tua se non mi ami. Magari non subito, ma torneremo ad essere gli amici di sempre” entrambi si resero conto che quella era la fine della loro storia, che da quel momento non ci sarebbe più stato un noi. Come molte volte in quei mesi Hermione sentì una parte della sua vita che si allontanava per sempre, un capitolo che si chiudeva. Per la prima volta, però si sentì sollevata di aver chiuso con Ron. Lui aveva lo sguardo triste e la testa bassa da cucciolo bastonato, ma si sforzò di sorridere. Poi si alzò e la strinse forte a sé. Hermione affondò la faccia nella sua camicia e si tenne stretta a lui. Era il suo amico, quello con cui era cresciuta e conosceva così bene. Profumava di erba bagnata. Doveva essere una caratteristica dei Weasley, o almeno dei maschi profumare di acqua. Ripensò ai gemelli. Fred sapeva di tempesta estiva, quando faceva così caldo che un temporale raffrescava tutto e sprigionava quell'odore caratteristico, mentre George... si staccò da Ron. Un ricordo improvviso la colpì come un maglio. Quella notte al concerto, quando si stavano baciando lei aveva creduto che fosse George, perché aveva sentito chiaramente l'altro gemello dire ad Angelina che era Fred. Eppure il suo profumo non corrispondeva. Era stata troppo ubriaca e stordita per notarlo, o almeno per razionalizzarlo, ma quello che stava baciando disperatamente contro un albero, non era affatto George, era Fred.

Note: Salve a tutti!!! Non so bene chi di voi segua anche l'altra storia...quindi lo ripeto: sono infortunata a una spalla e mi hanno detto che è una cosa cronica e che sarà lunga a guarire, quindi i capitoli potrebbero subire qualche ritardo di pubblicazione. Per adesso però non disperatevi perchè almeno per altre due o tre settimane abbiamo materiale...poi dopo si vedrà spero di essermi rimessa e aver ripreso a scrivere! Ringrazio tantissimo chi ha commentato, perchè è un pò l'unico modo che ho per comprendere se la storia piace o no e mi da la forza di andare avanti. Quindi grazie e godetevi questo capitolino che sembra tranquillo ma in realtà....

   
 
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