4 Aprile, sopra le radici di un faggio
-Scrivi, mi diceva nonna, scrivi quando arrivano i mostri e diventeranno stormi di farfalle.
Io prendevo la penna e con le mie piccole mani scarabocchiavo, creando un mondo magico.
Forse non mi rendevo conto di dove andassi.
I fiori stanno sbocciando, aprendo gli occhi per la prima e ultima volta, mi lasciano attonita.
In momenti come questo vorrei saper interpretare le mille e più visioni che mi popolano la mente.
Ma non sono pazza, oh no, conosco il mio cervello meglio di uno scienziato.
Questo è il primo giorno, da molto tempo, che esco di casa, e i miei polmoni tornano ad accogliere aria nelle loro stanze.
Chissà se sono più entusiasti di me, all'idea.
Il dottore mi ha liquidato con una sola domanda:
-Cos'hai pensato quando lo facevi?
-Solo che volevo abbassare il volume ai pensieri.
Ed io gli ho sorriso, mentre taceva e apriva la porta per andarsene.
Serravo i denti, mentre consideravo la sua ignoranza.