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Autore: CedroContento    22/10/2020    6 recensioni
Non sappiamo molto sugli anni di Astoria ad Hogwarts. Eppure era lì, nell'ombra, anche lei testimone degli eventi, e ad un certo punto anche Draco deve essersi accorto di lei, arrivando ad innamorarsene.
Sbirciando nel suo Pensatoio, qualcuno vuole ripercorrere gli anni scolastici della Serpeverde.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Astoria Greengrass, Blaise Zabini, Daphne Greengrass, Draco Malfoy, Pansy Parkinson | Coppie: Draco/Astoria
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4, II guerra magica/Libri 5-7
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Terzo Anno
 
Sola, nella Sala Comune dei Serpeverde, davanti al caminetto acceso, mi tengo la mano dolorante. Quando le lacrime hanno cominciato a scendere, non hanno più voluto saperne di fermarsi.
Ormai è notte, sono tutti a dormire, tranne me. Io ero in punizione con la Umbridge. Quell’orribile rospa rosa.
La mano mi brucia da morire; ha fatto male tutto il tempo, già dalla prima frase. Ho cercato di trattenere le lacrime mentre riempivo la pergamena con quello strano inchiostro scarlatto, ma ovviamente non ci sono riuscita. Sono rimasta lì due ore in tutto, a cercare di scrivere con gli occhi appannati, mentre la mia colpa si incideva anche sulla mia pelle.
“Astoria, cosa fai ancora qui?” chiede una voce stupita, facendomi sobbalzare. Draco. Non l’ho neanche sentito rientrare.
“Cosa succede?” chiede, irrigidendosi, quando vede in che condizioni sono.
“Ero in punizione,” confesso, cercando di soffocare un singhiozzo e asciugandomi le guance con una manica.
Avverto Draco sospirare, allentando la tensione che gli ho percepito addosso.
“Cosa hai combinato?” mi chiede, tra il dispiaciuto e il curioso, mentre comincia a cercare qualcosa nelle tasche.
“Be’… io e Higgs…” comincio a mormorare, a disagio. Mi sento avvampare. Per un istante non sento nemmeno più il male alla mano.
“Sai che c’è, mi sono appena reso conto che non mi interessa,” lapida la questione Draco, afferrandomi bruscamente la mano.
So che non vuole sentire altro perché ha già capito, e il mio crimine viene confermato dai profondi tagli che ho incisi sulla pelle. Le effusioni sono vietate.
Draco estrae una boccetta scura dalla tasca, e fa cadere qualche goccia del contenuto sulla ferita,
“Che cos’è?” chiedo, tirando su con il naso, più forte di quanto vorrei.
Il dolore finalmente mi dà tregua.
“Essenza di Dittamo” dice Draco, finendo di medicarmi.
“Grazie,” dico piano, mentre sento la pelle andare a fuoco dove è a contatto con la sua.
Lui in risposta annuisce. Forse lo immagino solo, ma mi sembra indugi prima di lasciarmi andare.
Rimaniamo in silenzio, apparentemente ipnotizzati dal fuoco che danza nel caminetto, entrambi persi nei nostri pensieri.
Osservo con la coda dell’occhio il viso di Draco e vorrei essere in grado di leggere nella mente bene quanto sa fare lui.
Dopo il Ballo del Ceppo, è tornato ad ignorare la mia esistenza, questa è la prima volta che mi parla. O che mi guarda.
In realtà, non dovrebbe importarmi, dal momento che sto con Terence, ora.
“E tu perché eri ancora in giro?” chiedo.
“Ho fatto un’ultima ronda. Cercavo una cosa per la Umbridge”.
Mi scappa una smorfia solo a sentire quel nome. “Perché lo fai?” È una cosa che continuo a chiedermi, dall’istante stesso in cui hanno formato quella stupida Squadra d’Inquisizione.
Draco capisce subito a cosa alludo.
“Immagino che sia per come mi fa sentire, avere potere sugli altri. Mi piace,” dice, scoccandomi un’occhiata. “Dovresti saperlo ormai,” aggiunge, sorridendo impertinente.
Sbuffo. Rovinare la vita agli altri, penso tra me e me. E non ho bisogno di dirlo ad alta voce, perché Draco capisce cosa penso solo dal mio verso, infatti il suo sorriso si trasforma in un broncio contrariato. “E mettersi ancora in competizione con Potter. Vuoi solo trovare il modo di farlo penare”.
“Be’, almeno io non mi faccio beccare quando sto con una ragazza,” ribatte Draco acido.
Non c’entra un bel niente con quello che ho appena detto!
“E anche se mi beccassero, non mi farebbero nulla, perché sono nella squadra,” continua, picchiettando un dito sulla sua stupida spilletta.
“Ma poi, con Higgs… dai. Non mi piace che tu stia con lui, è ancora più idiota di Zabini”.
“E perché mai dovrebbe interessarti con chi sto?” sbotto, senza riuscire a trattenere un sorriso sarcastico. Mi muore sulle labbra, quando vedo il modo in cui Draco mi guarda. Il mio cuore manca un battito.
“Infatti non mi interessa,” mente. Lo so che mente. “Buonanotte, Astoria.”
Ed è per questo, che ho lasciato Terence Higgs il giorno dopo.

 
   
 
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