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Autore: Chiara_tommo_05    24/10/2020    0 recensioni
Harry aveva perso i suoi genitori e sua sorella all’età di 18 anni. L’unico membro della famiglia che gli era rimasto era la figlia di Gemma, sua nipote Claire.
Rinunciando alle sue ambizioni decise di aprire un piccolo bar per prendersi cura della piccola, e fu proprio lì che incontró lui, uno dei chitarristi più famosi al mondo, Niall Horan.
Harry riuscirà ad aprirsi con lui e raccontare il suo passato? Riuscirà ad aprire il suo cuore di nuovo dopo anni?
Genere: Drammatico, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Niall Horan, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 1

Quattro anni dopo.

Che a Londra il tempo fosse sempre grigio e chiuso non era una novità, ma quella mattina Harry pensò che Dio avesse fatto proprio un bel lavoro per mettergli i bastoni tra le ruote e rischiare di essere in ritardo al primo giorno di scuola della sua piccolina.

Era il 1 settembre e Claire avrebbe iniziato le elementari quell’anno; sua nipote non faceva altro che ricordarglielo ogni volta che passavano davanti una bella vetrina colorata ricca di zaini e libri colorati. Harry sorrideva ogni volta che la piccola Claire iniziava a parlare del perché uno zaino fosse la scelta giusta piuttosto che un altro, anche se in cuor suo sapeva che avrebbe dovuto fare qualche sacrificio in più per potersi permettere lo zaino che sua nipote desiderava.

I due purtroppo non navigavano nell’ oro, nonostante Harry avesse avuto alle spalle una famiglia benestante, con la morte improvvisa dei suoi genitori dovette ritrovarsi faccia a faccia con diversi investimenti che suo padre aveva fatto nel corso della sua vita che purtroppo non andarono a buon fine, non avendo nessuno che li portasse avanti.

L’unica cosa che Harry possedeva era il suo Range Rover nero, il suo appartamento e il piccolo bar sotto casa che gli permetteva di guadagnare il giusto per poter affrontare le spese e al tempo stesso racimolare dei risparmi per l’istruzione di Claire.

La sua nipotina però non era viziata, nonostante avesse 6 anni, era un bambina molto sveglia e pratica; con i suoi occhioni verdi era capace di guardarti nell’animo, nel profondo, e capire il tuo umore senza nemmeno parlare.

Fu quando compi 5 anni che chiese a suo zio dei suoi genitori. Del resto frequentando l’asilo si era chiesta perché gli altri bambini venivano accompagnati da una mamma e un papà e lei no.

Fu in quel momento che il cuore di Harry si strinse in una morsa dolorosa e dovette affrontare il discorso; così sedendosi su un divano, accarezzando la piccola guancia paffuta di sua nipote le raccontò la storia.

La reazione di sua nipote lo stupí, poiché una bambina di 5 anni avrebbe potuto disperarsi o piangere, essere triste, e invece Claire lo guardò negli occhi con una consapevolezza che non poteva far parte di una bambina di soli 5 anni; con le sue manine si sistemò qualche ricciolo biondo dietro le orecchie, e poi abbraccio suo zio. 

Fu un abbraccio di quelli in cui senza dire una parole, si capiscono l’ un l’altro .

Harry ricorda la sensazione delle braccia piccine di Claire che gli stringevano il collo, i suoi capelli morbidi sotto la sua mano che era intenta ad accarezzare i riccioli biondi, e la piccola voce di Claire che gli sussurrava “tu ti prendi cura di me, sei Il mio papà’.

E anche se Harry sapeva che non era giusto che sua nipote lo definisse un padre, non riuscì a non essere d’accordo con lei.

 

Era immerso nei ricordi mentre accompagnava distratto Claire portandola in braccio dal parcheggio verso scuola, tenendola stretta a lui sotto al piccolo ombrello per evitare che si bagnasse il suo nuovo grembiule bianco.

Arrivati all’entrata della scuola i due furono al coperto, ed Harry poté mettere sua nipote giù.

La guardava sorridendo, pensando che la sua piccola con lo zaino dietro le spalle che sporgeva oltre la sua figura, i riccioli biondi raccolti in una piccola coda e il cestino con la merenda, fosse la cosa più tenera del mondo.

La bimba lo distrasse dai suoi pensieri quando timorosa gli tirò il lembo della maglia costringendolo a piegarsi sulle ginocchia e chiederle cose c’era che la turbava.

“ e se non vorranno colorare con me papà?” Gli chiese con gli occhioni verdi lucidi e profondi che guardavano le piccole scarpine rosa ai suoi piedi.

Harry non poteva fare altro che pensare che nessun bambino poteva rifiutare di colorare con una bambina così adorabile. 

“Claire sono sicurissimo che ci saranno tante bimbe e bimbi che vorranno colorare con te e condividere i loro pastelli.” Le disse senza fare a meno di sorridere.

Nonostante le sue parole però la bimba non sembra essere convinta e continuava ad osservare con interesse il pavimento. 

Harry le prese le piccole manine e le chiese di guardarlo.

La piccola con le labbra tremanti lo guardò negli occhi in attesa, e lui senza pensarci due volte le fece un gran sorriso e le disse “andrà tutto bene, fidati di me” tirandola poi in un grande abbraccio.

Facendole coraggio, la piccola attraversó il corridoio con gli altri bimbi, senza prima girarsi ed assicurarsi che il suo papino fosse ancora lì ad osservarla.

 

Harry continuava a sorriderle quando si rese conto che questo sarebbe stato il primo di tanti giorni che avrebbe passato così tanto tempo senza di lei; fino all’asilo era abitudine andarla a prendere per il pranzo e passare il pomeriggio insieme nel piccolo bar , facendole rubare di tento in tanto dei biscotti dalla biscottiera di vetro.

Nella nuova scuola che Harry aveva scelto invece i bambini avevano la possibilità di mangiare in mensa per poter permettere ai bambini di poter restare il pomeriggio e svolgere i loro compiti insieme ai tutor.

Era una scuola privata molto organizzata e ben gestita, e Harry non poté fare a meno di pensare, che la retta scolastica che lo privava di quasi metà stipendio, valeva I servizi che la scuola offriva.

Tornando a casa,Mentre si stringeva sotto all’ombrello questa volta solo, e continuava a fissare i suoi stivaletti di pelle nera, pensava a quello che poteva cucinare per cena a Claire per rallegrarla del suo primo giorno di scuola.

Era così immerso nei pensieri che nemmeno fece caso al ragazzo biondo che lo urtó mentre correva distratto.

Arrivato al bar, apri le due porte di ferro che chiudevano l’accesso, entro ed accese le luci.

Il piccolo bar era molto accogliente e ben curato, non aveva molti fronzoli, ma pareti bianche circondate da piante verdi ed alte come piacevano a Claire, tavolini e sedie in legno al centro della sala,  E in fondo il piccolo bancone con cassa e sgabelli per chi avesse voluto sedersi al bancone.

Harry entró sul retro del bancone e iniziò a riscaldare le diverse brioches nel forno aveva dietro di se , mise il caffè nel filtro, e avviò la macchina mentre il rumore dei primi clienti che entravano lo distrassero dal ricordo del sorriso di Claire.

L’ora di pranzo arrivó senza indugio, e mentre Harry era intento a posizionare delle focaccine in un sacchetto per l’anziano signore davanti a lui, fece ingresso un  ragazzo con occhiali scuri e berretto nero, che lasciava intravedere ciocche bionde disordinate.

Il tipo si sedette da solo ad un tavolino e aspetto che Harry gli si avvicinasse chiedendogli l’ordine.

Harry sfoggio il suo sorriso da ‘perfetto cameriere ‘ e chiese cosa potesse portargli.

Il ragazzo senza alzare lo sguardo dalle sue mani aggrovigliate sul tavolino, con uno strano accento che Harry riconobbe come Irlandese, gli disse che avrebbe preso un caffè.

Harry sembrava stranito dalla voce del ragazzo che suonava quasi affannato e distratto, ma senza dire una parola prese l’ordine e andò al bancone.

Il piccolo bar era piuttosto affollato dopo le due, ed Harry non poteva fare a meno di pensare tra un caffè ed un altro che mancavano ancora 3 ore prima di rivedere Claire. 

Harry aveva accettato il servizio pulmino messo a disposizione dalla scuola in modo tale da poter continuare a lavoro senza rischiare di fare tardi, quella mattina però fece un eccezione perché almeno il primo giorno avrebbe voluto accompagnarla. 

Mentre i clienti andavano via pian piano, e altri entravano e prendevano posto, lo strano ragazzo irlandese continuava a stare al suo posto, questa volta però era impegnato a scrivere su un piccolo quaderno da cui di tanto intanto alzava lo sguardo per rivolgerlo alla finestra.

Harry di tanto in Tanto lo guardava dal bancone e non poteva fare a meno di pensare che fosse strano, ma finché avesse continuato di tanto in tanto ad ordinare altre cose non si sarebbe lamentato.

Erano le 5.15 quando Claire fece il suo ingresso in sala con un sorriso a 32 denti.

Correndo con le braccine tese urló ‘ papà sono tornata ‘ mentre saltava in braccio ad Harry che si era accovacciato per poterla stringere e in un forte abbraccio.

Immerse il naso tra i suoi riccioli biondi e finalmente poté ritornare a respirare perché finalmente Claire era a casa.

‘dio quanto mi sei mancata’ pensava mentre la faceva sedere sullo sgabello dietro al bancone accanto a lui.

La piccola si perse in tanti racconti riguardanti le sue nuove amiche, le maestre gentili e il buon cibo della mensa, mentre alcuni clienti fidati di Harry la osservavano sorridendo.

Harry non aveva mai stretto amicizia con alcun cliente in particolare, eppure molti di loro provavano affetto nei confronti della piccola; alcuni di loro pensavano che Harry potesse essere un ragazzo padre lasciato dalla moglie e o che Claire fosse un errore di gioventù o altre storie che riuscissero a spiegare il perché di un ragazzo così giovane con una figlia.

Ad Harry non importava di dare spiegazioni a degli sconosciuti,per lui era importante solo ciò che Claire pensasse o facesse.

Erano ormai anni che Harry non aveva una conversazione da adulto con una persona o che si rapportasse a qualcuno. Non che Harry non avesse ricevuto numerose richieste da ragazze che occasionalmente entravano nel suo bar, e del resto come biasimarle? Harry era cresciuto, non era più il ragazzo tenero dai riccioli ribelli e il sorriso perfetto. Fu costretto a crescere in fretta, diventando l’uomo che oggi era, con gli occhi verdi profondi che nascondevano tanta tristezza e fragilità , il sorriso spento e i lunghi capelli disordinati che gli ricadevano sulle spalle. Il tutto avvolto da un aria di mistero e skinny jeans che fasciavano perfettamente le sue lunghe gambe .

Ad Harry non pesava il fatto di non avere relazioni con persone adulte ; perciò eccetto chiedere ordini, e scambiare qualche parola di cortesia con i clienti, Harry non si spingeva oltre.

Aveva allontanato i suoi amici e la sua famiglia rimasta inconsapevolmente con il suo modo di vivere incentrato solo su Claire. Di tanto in tanto facevano visita ai nonni di Harry o ai genitori del marito di sua sorella, ma le visite non duravano mai molto, perché ogni volta che erano insieme , i nonni di Harry non potevano fare a meno di versare qualche lacrima per i suoi familiari scomparsi. Ed Harry non voleva questo, non per una bambina di sei anni. 

Mentre la bimba accese il piccolo stereo sotto al bancone e le note di ‘ocean eyes’ risuonavano nella sala, il ragazzo biondo che era rimasto per quasi tutto il pomeriggio, si diresse alla cassa distraendo Harry dai suoi pensieri: chiese con fare sbrigativo il conto e andò via , senza dare ad Harry il tempo di dargli il resto.

Harry lo guardò stranito con le banconote tra le mani e pensò che forse era stato qualcosa del suo caffè o delle sue focaccine a renderlo insoddisfatto, ma non ebbe tempo di rimuginarci troppo perché la sua piccola richiamó la sua attenzione chiedendogli cosa avrebbero mangiato per cena. 

Ed Harry guardandola sorrise, perché non poteva non farlo di fronte alla piccola Claire con le dita e le labbra sporche di briciole e cioccolato del biscotto che stava addentando.




Ed eccomi di nuovo qui con il primo capitolo della mia storia!

La storia è ancora tutta da scrivere ma prima di continuare a farlo vorrei prima capire se vi interessa o meno.

É la prima storia che scrivo quindi per tutti i consigli e dritte potete scrivermi un commento che è sempre super apprezzato!

 

A presto , Chiara_Tommo

  
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