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Autore: Chiisana19    25/10/2020    2 recensioni
| AU • Avventura • Azione | SasuSaku • accenni NaruHina |
Il destino è imprevedibile e delle volte anche ingiusto e doloroso.
Sakura lo ha subito sulla sua stessa pelle la notte del suo ventunesimo compleanno, ritrovandosi di fronte ad una realtà che non ha mai affrontato, rimasta per troppo tempo chiusa e al sicuro nella sua grande gabbia dorata.
La storia per scoprire la verità e il proprio destino avrà inizio, ma non sarà da sola: i suoi amici d'infanzia la proteggeranno fino alla fine, scoprendo insieme a loro che cosa significa davvero vivere ed essere libera.
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha | Coppie: Hinata/Naruto, Sasuke/Sakura
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza | Contesto: Nessun contesto
Capitoli:
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Un Destino trasportato da un Vento Primaverile





 
Capitolo 21 ~ Fear  

 


Naruto poggiò delicatamente Hinata sul letto morbido che Sakura aveva utilizzato nei giorni precedenti per riposare. La ragazza, dopo quella sconvolgente confessione, aveva perso spossata i sensi e Tsunade lo aveva guidato fino alla piccola camera, in compagnia dei due amici.

La donna dai lunghi capelli biondi teneva la propria mano poggiata sulla fronte di Hinata, scoperta dalla frangia liscia e scura. Lo sguardo di Tsunade era serio, ma fortunatamente non pareva allarmata.

«Tranquillo, è solo un po’ ammaccata, ma starà bene» spiegò al biondo con un lieve sorriso, ritirando la mano e coprendo il suo corpo da una pensate coperta di lana.

Naruto, ancora non del tutto placato, iniziò a giocare con l’orlo della sciarpa «Puoi rimarginare le sue ferite?» domandò, senza staccare i suoi occhi azzurri da quei fastidiosi e lunghi tagli rossi che ricoprivano la maggior parte del suo corpo, specialmente il viso angelico.

«Certo»

Tsunade si sedette sul materasso, pronta a svolgere quel mestiere dopo tanti anni al quale si era abituata a svolgere a Konoha, ma poco prima di iniziare si bloccò, voltandosi pensierosa verso la ragazza dai capelli rosa, rimasta in silenzio e in contemplazione dietro di lei e Naruto, con accanto un serio Sasuke.

«Sakura, vuoi provare?» chiese con naturalezza e un lieve sorriso sulle labbra.

A quella improvvisa proposta la ragazza sussultò, cercando di non dar peso agli sguardi – giustamente – confusi dei due amici.

«Cosa? Io..»

«Puoi sfruttare questa occasione per fare pratica. Non preoccuparti, ti aiuterò io» continuò la donna, lasciandole un po’ di spazio sul materasso.

Il suo tono era dolce, ma i suoi occhi non accettavano repliche e in quei pochi giorni in cui Sakura aveva avuto modo di conoscerla aveva capito che la donna era priva di pazienza, e lei non voleva rischiare di ritrovarsi spiaccicata al muro come quel ragazzo conosciuto a Tanzaku.

Si avvicinò cauta al letto, osservando con dispiacere il viso pesto dell’amica; chissà cosa le avevano fatto quei bastardi.

 «Tu sei in grado di guarirla Sakura-chan?» domandò Naruto notevolmente sorpreso, così come Sasuke, che a differenza del biondo nascondeva il tutto dietro la sua solita maschera di freddezza.

I suoi denti andarono a mordere il labbro inferiore, facendolo di conseguenza arrossare e gonfiare. Sapeva che prima o poi quel piccolo segreto sarebbe venuto a galla e sicuramente Tsunade lo aveva fatto apposta – dato che non accettava questa sua decisione di doverlo tenere segreto ai suoi amici -, ma la paura di una loro reazione negativa non le permetteva di spiegare come si deve quel frangente ricco di tensione.

«Mi dispiace non avervelo detto, ma non ho avuto scelta» provò a dire, agitata, senza neanche avere il coraggio di guardarli. Sentì una lieve carezza sulla sua spalla e per lei non fu difficile riconoscere il tocco di Tsunade.

«Sakura era consapevole che la nostra abilità è molto bramata, l’ha fatto per proteggervi»

La rosa la ringraziò mentalmente, alzando lentamente le sue iridi chiare, che incrociarono per prima quelle eterogene di Sasuke. Come al solito era fermo e impassibile, il solito Sasuke di sempre; se non lo conoscesse come si deve avrebbe detto che in quel momento ce l’aveva a morte con lei, invece pareva tranquillo, così come Naruto.

«Quando l’hai scoperto?» chiese infine il moro e Sakura trattenne un grido di gioia: non era arrabbiato!

«Dopo l’attacco di Hidan e Deidara al villaggio. Senza volerlo sono riuscita a guarirti Sas’ke-kun» spiegò imbarazzata, stringendosi le spalle.

Ripensare a quell’episodio le fece scappare, solo per un attimo, un brivido di terrore. L’immagine di Sasuke ferito mortalmente e ricoperto di sangue non l’avrebbe scordato facilmente.

I due ragazzi rimasero sorpresi, soprattutto l’Uchiha, dato che non era a conoscenza di quel particolare fatto, anche se qualcosa dentro di lui lo fece rasserenare, tanto che, se non fosse stato attento, il lieve sorriso che era intenzionato a spuntare sulle sue labbra sarebbe stato scorto da tutti.

«E questa ragazza proviene da questo cosiddetto villaggio?»

I presenti si voltarono verso l’ingresso, dove un Kakashi scrutava assorto la giovane addormentata.

Naruto annuì, tornando a guardare Hinata «Sì, anche loro provano rancore nei confronti del Re e il Paese del Fuoco, perché i loro genitori sono stati esi..» si bloccò all’istante, mentre i suoi occhi azzurri si dilatarono «Aspetta un attimo! La guerra civile di cui hai parlato prima nonna.. hai detto di essere stata aiutata e non solo te hai subito l’esilio, giusto?»

Tsunade annuì, ma non disse nulla, lasciando che fosse il biondo ad arrivarci.. per una volta.

«I genitori di Hinata, così come quelli di Ino, Neji e tutti gli altri sono stati cacciati perché hanno aiutato la signorina Tsunade» confermò tutto la rosa, con voce dispiaciuta.

Una sua mano si era posata con dolcezza sulla fronte di Hinata imperlata di sudore e senza rendersene conto una lieve luce verdastra illuminò la pelle bianca dell’amica. Sasuke osservò rapito quella particolare tecnica, proprio come la prima volta che era stata utilizzata dalla donna.

Naruto invece non se ne accorse, troppo intento a ripassare quell’inconcepibile storia «È assurdo!»

«Mio padre è stato l’artefice di tutte queste sofferenze, e io non me ne sono mai accorta» sussurrò Sakura immersa nei suoi pensieri, lasciando che un’innocente lacrima solcasse il suo volto, fino a depositarsi sul letto, rimanendo assorbita dal tessuto pesante.

Mentre lei se ne stava al sicuro nel suo castello, moltissime persone avevano sofferto per colpa di un uomo che si era sempre reputato contro la violenza e le ingiustizie.. ingiustizie che per primo aveva causato.

“Devo smetterla di chiamarlo ‘padre’, lui non lo è mai stato” pensò irritata, cancellando la scia umida sulla guancia, dato che le aveva provocato un lieve prurito.
Sasuke, così come Tsunade, la guardarono dolenti, percependo tutte le sofferenze che la ragazza stava di nuovo provando.

«Sakura, vedo che sei già in grado di richiamare il chakra, ma ti manca ancora la giusta concentrazione. Cerca di pensare solo alla ferita, immagino che quando tu sei riuscita a guarire involontariamente Sasuke è andata proprio così, giusto?»

Sakura si volse sbigottita verso Tsunade, che continuava a regalarle un’amabile sorriso rassicurante. La sua mano leggermente più grande si era posata sulla sua, e solo in quel momento notò che aveva attivato il chakra curativo.

«Si, volevo soltanto che la ferita sparisse» disse, ancora sorpresa dalle sue conoscenze.

«Bene, allora sfrutta questa sensazione per aiutare la tua amica»

Sakura annuì decisa e, dopo aver posando anche l’altra mano, riattivò la propria abilità, osservando concentrata il volto di Hinata illuminato da quella singolare luce verde.

Naruto rimase diversi secondi immobile, in attesa. Non riusciva a staccare gli occhi da Hinata. Ogni volta che scorgeva un graffio, un livido o un semplice gonfiore, la sua mente gli mostrava una sofferente Hinata urlare il suo nome in cerca di aiuto, ma lui.. non accorreva. Aveva lasciato che quei figli di puttana la torturassero.

Si alzò di scatto - attirando l’attenzione di tutti - quando il suo cervello andò ben oltre l’immaginazione. Solo perché i suoi vestiti erano strappati non significava che l’avessero davvero..

Scosse la testa e con passi veloci e pensanti uscì tempestoso dalla stanza, raggiungendo l’uscita.

Si fermò al centro del giardino, a pochi metri dalla foresta. Il sole ormai era nel pieno del tramonto e i calori verdi e brillanti della primavera era stati sostituiti da sfumature rosse e gialle, simile ad un gigantesco incendio.

Con difficoltà, il biondo prese dei lunghi e sofferenti respiri, cercando di non pensare alla sua Hinata che veniva violata con la forza. L’ultima volta che gli era venuto un simile attacco era stato durante la Notte della Strage, quando era corso a casa per andare a cercare suo nonno. Il panico si era impossessato di lui quando l’aveva trovata completamente distrutta e le macerie diffuse in più punti.

Aveva cominciato a scavare e alla fine aveva ritrovato Jiraya ancora vivo, anche se un po’ ammaccato. Se non fosse stato per lui, Naruto sarebbe sicuramente morto per colpa dell’agitazione, la stessa che stava provando in quell’esatto momento.

Si coprì sofferente il volto con entrambe le mani, che contemporaneamente strinsero i suoi capelli, fino a farsi male.

«Naruto..»

Malgrado il richiamo di Sasuke, lui non si mosse «Ho.. solo bisogno di un minuto teme. Sto bene» provò a dire, sempre con i suoi lunghi respiri, che si potevano ben percepire, ma a lui non importava.

Improvvisamente sentì una fitta sulla nuca e velocemente si girò verso l’amico, che continuava a tenere il pugno alzato che aveva appena adoperato per colpirlo senza la dovuta grazia.

«Ahia! Ma che ti prende?!» gridò sofferenze, massaggiandosi la zona lesa, ma un attimo dopo ne arrivò un altro sullo zigomo «Che diavolo fai? Adesso mi verrà un livido!»

Sasuke assottigliò gli occhi, e senza dargli il tempo di aggiungere altro lo spinse appena, facendolo muovere all’indietro di qualche passo. Gli occhi di Naruto si assottigliarono, ostili, continuando ad osservare la figura dell’amico completamente tinta di rosso per colpa dei raggi solari.

«Piantala Sasuke non sono in vena!»

Il moro però non sembrava intenzionato a smettere e ancora una volta caricò il braccio sinistro, pronto a colpirlo, ma stavolta Naruto fu più veloce e senza ripensamenti bloccò il suo arto, affondando il ginocchio nel suo stomaco con vigore.

Sasuke trattenne un ringhio di dolore, ma contemperamento ghignò divertito «Sei veramente difficile da spronare. Chissà dove hanno trovato il maestro Kakashi e Jiraya la pazienza per allenarti» disse lievemente divertito, sotto lo sguardo confuso del biondo.

L’Uchiha smise di massaggiarsi il punto in cui era stato percosso, depositando poi una mano sulla sua spalla. Lo sguardo dannatamente serio «Ora è qui ed è al sicuro Naruto. Fatti trovare quando si sveglierà»

Solo in quel momento il giovane capì le vere intenzioni dell’amico e scioccato dilatò gli occhi, così come la bocca, mentre le braccia cominciarono a gesticolare con veemenza.

«Sasuke Uchiha, tu sei un vero e proprio bastardo stronzo di prima categoria!» sbraitò furioso, ma un attimo dopo il suo volto si addolcì, ricambiando il gesto «Ma è proprio per questo che sei il mio migliore amico»

 

**
 

Hinata rimase per alcuni secondi immobile, per cercare di capire cosa fosse successo. In un attimo, il flashback di Neji che le urlava di scappare mentre veniva buttato a terra dal suo avversario la costrinse ad aprire gli occhi di scatto, ma subito dopo richiuderli, dato che erano rimasti accecati dalla lieve luce della lampata posta sul comodino vicino al letto in cui era stata coricata.

Solo in quel momento si ricordò di Naruto e Sakura. Per un giorno intero si era recata verso quelle terre sconosciute, senza disattivare neanche per un attimo il suo Byakugan, fino a prosciugare ogni minimo flusso di chakra che le era rimasto. Gli uomini che erano giunti al suo villaggio l’avevano aggredita più volte, ma per fortuna – grazie a Neji – era riuscita a fuggire, ma qualcosa le diceva che quei tizi l’avessero lasciata andare volutamente.

I suoi muscoli erano ancora intorpiditi, ma almeno il dolore inferto dalle diverse ferite sembrava scomparso e a giudicare dalla finestra doveva aver dormito diverse ore, dato che sembrava da poco sorto il sole e lei era giunta lì durante il crepuscolo. 

Mosse piano la testa ancora poggiata sul soffice cuscino e per poco non sussultò quando riconobbe la figura del Ninja biondo poggiato sul materasso alla sua destra, col viso nascosto tra le braccia e il sedere su una scomoda sedia in legno.

«N-Naruto-kun» sussurrò la giovane imbarazzata, ma allo stesso tempo intenerita.

Anni prima anche lei era rimasta al fianco di Naruto fino al suo risveglio, quando lo aveva soccorso. Sapeva che era da stupidi, dato che quel ragazzo non lo conosceva affatto, ma fin da subito con Naruto si era sempre sentita al sicuro. Quei suoi occhi azzurri erano così belli e rari che sfidava chiunque a non credere nella loro bontà e innocenza.

Al suono della sua flebile voce, il ragazzo alzò il volto di scatto, osservando la giovane con aria fiacca.

«Hinata!»

Notando il suo sguardo ancora scombussolato e le iridi umide, la mora arrossì imbarazzata, iniziando come suo solito a farfugliare «S-scu.. scusa, non volevo svegliarti»

«Non fa niente» disse il biondo, con un lieve sorriso, avvicinandosi con la sedia ancora di più a lei «Come ti senti?»

La ragazza con lentezza alzò il busto, poggiando la schiena sul ripiano del letto «Meglio»

Naruto si scompigliò i capelli agitato. Aveva una voglia matta di chiederle cosa le avessero fatto, ma sapeva che non era una buona idea. Di sicuro la ragazza – conoscendola – era ancora turbata e lui non aveva alcuna intenzione di peggiorare la situazione.

Decise quindi di trovare a caso un qualsiasi altro argomento per poter parlare.

«Sai, è stata Sakura-chan a guarire le tue ferite»

Di sicuro si aspettava di tutto da Hinata, ma non uno sguardo sbalordito seguito da un guizzo improvviso «Alla fine ve l’ha detto?»

La mano di Naruto volò velocemente sulla nuca, grattandosela impicciato «In realtà l’abbiamo scoperto poche ore fa» disse scherzoso, lanciandole uno sguardo alquanto curioso «Mi stupisce che tu già lo sappia»

Le mani di Hinata cominciarono a torturarsi in difficoltà, poggiate sul proprio grembo. Il suo viso, tanto per cambiare, era sicuramente arrossito, dato che non si era mai permessa di dire bugie al biondo. Sperava con tutto il cuore che non si fosse arrabbiamo o offeso.

«Era il nostro segreto insieme a Ino» sussurrò infine, col capo chinato, ma in poco tempo lo rialzò, dato che Naruto era scoppiato a ridere in maniera assordante.

«Voi donne siete troppo fedeli!»

Al suo commento, gli occhi di Hinata si corrucciarono appena, confusi, e solo in quel momento il biondo si rese conto del suo strambo commento.

«C-cioè.. volevo dire, sì, nel senso.. voi prendete seriamente i segreti tra donne, non che siete le uniche fedeli e noi uomini no, ma.. dannazione!»

Si coprì impacciato il volto divenuto rosso, dandosi mentalmente dell’idiota. Quando Sasuke anni prima gli aveva ripetuto più volte di pensare prima di parlare dovette dargli ragione, ma lui era fatto così, e certe volte la sua lingua giocava brutti scherzi, anche se sinceramente non gliene fregava poi così tanto però, se li commetteva davanti alla ragazza di cui si era folgorato non riusciva a rimanere impassabile.

«Tranquillo Naruto-kun, ho capito»

Gli specchi cristallini del ragazzo tornarono a guardare il volto della giovane, costatando che questa stava sorridendo dolcemente come suo solito, così come il suo tono di voce.

Vide la sua piccola mano allungarsi, fino a depositarla sulla sua guancia morbida, dove un leggero livido sbucava all’altezza dello zigomo – maledetto Sasuke.

«Mi sei mancato» proferì armoniosamente Hinata, continuando ad accarezzare quello strato di pelle divenuto improvvisamente accaldato. Le labbra del biondo però non resistettero a piegarsi verso l’alto.

«Anche tu» sussurrò, stringendo il suo palmo con la propria «Tra poco Shizune preparerà la colazione. Vedrai, resterai soddisfatta della sua cucina!» enunciò elettrizzato, dato che stava morendo di fame, ma senza lasciare il suo arto «Così potrai raccontarci meglio quello che ti è successo» mormorò infine, sperando di non risultare troppo invadente o frettoloso.

Vide le sue particolari iridi spegnersi appena e istintivamente si avvicinò ancora di più a lei, con fare protettivo «Te la senti?»

Hinata, di fronte ai suoi modi dolci e delicati non riuscì a non sorridere grata «Certo»

Mentre i due giovani si osservavano incantati, una curiosa Sakura continuava a spiarli dalla fessura della porta lievemente aperta. Si era fermata a origliare da diversi minuti, per vedere come se la sarebbe cavata il biondo in quella bizzarra situazione. Quando aveva udito la sua stupida battuta si era trattenuta nel schiaffeggiarsi una mano sulla fronte, ma il suo amico era notevolmente fortunato, dato che la ragazza di cui si era innamorato era la dolce Hinata; di sicuro Ino al posto suo gli avrebbe regalato senza ripensamenti una bella cinquina.

«Sakura, è pronta la..»

La rosa posò velocemente un dito sulle labbra, intimando a Sasuke di tacere. Lui alzò cinico un sopracciglio, così la ragazza, con un cenno nel capo indicò la fessura da cui si poteva scorgere l’interno della stanza.

«Guarda» sussurrò appena, scrutando Naruto e Hinata ancora intenti a parlare di qualche cosa.

Sasuke, cercando di nascondere la propria curiosità, affiancò la giovane, portando la testa sopra la sua, sfiorando quasi col mento la capigliatura rosea, così come il resto del suo corpo.

«Ero venuta per vedere come stava Hinata, ma ho preferito non interromperli» spiegò intenerita, provando per Hinata una profonda contentezza, dato che conosceva perfettamente i suoi sentimenti, così come quelli di Naruto del resto.

«Avranno altre occasioni per certe smancerie» commentò il moro burbero, ma senza staccare gli occhi da quella scena.

Era la prima volta che vedeva Naruto in certe circostanze. Se doveva essere sincero trovava molto difficile immaginarsi il biondo a scambiare moine con una donna, data la sua indole infantile e goffa. Era sempre stato un ciarlatano, soprattutto da piccoli quando parlavano dell’argomento ‘femmine’, considerandosi molto più bello, desiderato e in gamba rispetto a lui, ma la verità era che quella era semplicemente una maschera per nascondere la sua reale incapacità – proprio come lo era sempre stato lui.

I suoi occhi strabuzzarono appena quando vide l’amico avvicinarsi con invidiosa sicurezza verso la ragazza, fino a poggiare delicatamente le labbra sulle sue, o almeno così credeva, dato che riusciva solo a distinguere la sua capigliatura bionda e le mani di lei irrigidirsi, ma subito dopo rilassarsi, cominciando ad accarezzare quelle ciocche chiare posate sulla nuca.

«Forse è meglio lasciarli soli» sussurrò Sakura, chiudendo lentamente l’uscio, stando attenta a non fare il minimo rumore.

A quanto pare Naruto si era dimostrato molto più competete di lui in quel campo, e la cosa lo fece altamente imperversare. Guardò con la coda dell’occhio la ragazza al suo fianco, che osservava incantata una parte imprecisa del corridoio, con le mani congiunte all’altezza del cuore.

Sembrava volare con la fantasia, o forse era semplicemente contenta per i due amici.. bah, chi le capisce le donne.

Rimase immobile a meditare la sua contentezza, come se in quel momento fosse appena stata lei ad essere baciata. Le bastava così poco per essere felice?

Davvero preferisci farti odiare, piuttosto che affrontare queste nuove sensazioni che solo lei saprà donarti..?

Non aveva idea se le parole di Naruto fossero veritiere. Non si era mai ritrovato in una situazione simile prima d’ora, eppure.. il suo corpo, la sua mente e il suo cuore parlavano da soli. Il desiderio di stringere Sakura e provare quelle percezioni del tutto nuove lo incuriosiva, ma..

Ma?

Quello non era il momento giusto.

Sospirò pesantemente, avviandosi verso la cucina e superando la ragazza ancora immersa nelle proprie immaginazioni «È pronta la colazione comunque»

La rosa fissò la sua schiena allontanarsi e senza rendersene conto una sua mano era corsa a stringere la sua fasciata dalle bende, bloccando così la sua camminata.

Vedere Naruto e Hinata l’avevano in un qualche modo risvegliata, ricordando perfettamente quello che era – quasi - accaduto tra loro pochi giorni prima. Non aveva idea del perché l’avesse fermato. Anche i suoi pensieri erano mescolati perché alla fin fine non era successo niente e loro non si erano mai detti niente quindi era inutile iniziare un discorso che non era mai cominciato, ma lei.. ci teneva a rivelargli i suoi sentimenti.

«Sa.. Sas’ke-kun»

Però aveva paura.

«Ecco io..»

Aveva una fottuta paura.

«Volevo sapere se oggi ripartiremo per Suna»

Si sentì una stupida, una vera e propria stupida.

Si morse impacciata il labbro inferiore, cercando di nascondere il proprio ingombro e mantenendo chinato il viso verso il pavimento. Sapeva che a Sasuke non sfuggiva mai niente, era sempre stato un ragazzo attento, un gran osservatore e il suo bislacco comportamento di sicuro lo aveva immediatamente intrigato.

In quel momento si sentiva troppo insicura, ed era qualcosa che aveva sempre detestato di se stessa. Questa sua incapacità di relazionarsi nel modo giusto con le persone era sempre stato il suo tallone d’Achille. Se non riusciva neppure a convincere il suo defunto ‘padre’ a farla uscire dal palazzo, figuriamoci a dichiararsi a lui col rischio di rovinare tutto.

No, non poteva rischiare.

«Credo di sì, ma prima è meglio sapere quello che è successo a Hinata»

Il moro pareva tranquillo, tanto che si sentì in dovere di posare gradualmente i suoi occhi chiari su di lui. Traspariva la sua tipica espressione, anche se quelle iridi singolari continuavano a indagarla con la dovuta attenzione, come se volesse scavare all’interno della sua anima e imprigionarla in quel petrolio nero.

Di sicuro Sasuke aveva notato qualcosa, ma il suo commento le fece capire che in quel momento non aveva alcuna intenzione di indagare.

Rassicurata, ma allo stesso tempo un tantino delusa sospirò «Ok»

I due raggiunsero insieme la piccola cucina, trovando già tutti i presenti a finire compiaciuti le pietanze preparate da Shizune. Sakura si sedette vicino a Tsunade, che come suo solito risiedeva a capo tavola. La bionda lanciò un’occhiata curiosa alla giovane, ma questa le sorrise appena, cercando di offuscare il suo improvviso malumore.

«Buooongiorno ragazzi!»

Un pimpante Naruto sbucò dall’entrata del piccolo vano, mentre la sua mano stringeva quella di una scossa e tentennante Hinata. Sicuramente era ancora nella fase post-bacio e a Sakura sfuggì un sorriso, ingiungendo alla mora a sedersi vicino a lei.

Questa annuì, portandosi una ciocca dietro l’orecchio, ma quando scorse il viso compiaciuto della rosa arrossì di botto.

«Vedo che sei di bon umore moccioso» commentò briosa Tsunade, posando sul ripiano la propria tazza fumante e profumata, mentre Naruto prese posto vicino a lei e di conseguenza di fronte a Sakura e Hinata.

Itachi, Kakashi e Sasuke invece se ne stavano in piedi, anche se quest’ultimo deteneva la vita poggiata sul ripiano, con le braccia incrociate.

«Si! Grazie a te e Sakura-chan, Hinata si sente molto meglio!» disse Naruto, portando alla bocca un pezzo di pane e facendo l’occhiolino alle due ragazze.

Hinata si strinse nelle spalle, osservando intimidita la  possente figura della donna a capotavola «L-la ringrazio per la sua ospitalità»

Poco prima di uscire dalla camera, Naruto le aveva più o meno raccontato quello che gli era accaduto quando avevano lasciato il suo villaggio, soffermandosi in particolar modo sulla storia di Tsunade, rimanendo molto colpita, soprattutto dopo aver scoperto la verità del perché la sua famiglia venne esiliata dal Re del Paese del Fuoco. Sicuramente a Neji avrebbe fatto piacere conoscere quel dettaglio.

«Non devi ringraziarmi» rispose la bionda con un lieve sorriso, tornando poi a sorseggiare la sua bevanda.

Dietro di lei apparve poi un’altra giovane ragazza, che se la memoria non la ingannava doveva chiamarsi Shizune, con in mano un ricco vassoio ornato di cibo appena disposto.

«Tieni, sarai affamata»

La mora ricambiò il sorriso compiaciuta, prendendo timidamente un biscotto fatto in casa.

«Hinata, giusto?»

L’interessata si voltò appena, notando che l’uomo che aveva appena preso parola indossava una caratteristica maschera scura a coprirgli la parte inferiore del viso, mentre i capelli ribelli erano di un brillante grigio, anche se la sua età pareva molto più sbarazzina.

«Mi dispiace essere così considerevolmente diretto, ma abbiamo bisogno di sapere cos’è successo» disse infine lui, con voce sicura, ma al tempo stesso paterna.

I suoi occhi scuri trapelavano dolcezza, ma il suo corpo diceva il contrario, così come tutti i presenti, tranne Naruto e Sakura, che sembravano semplicemente insistenti di conoscere quell’improvviso avvenimento, specialmente il biondo.

«Si, capisco» sussurrò, abbassando lievemente gli occhi lattiginosi sul piatto vuoto.

Percepì un tocco leggero sulla propria mano, posta sulle ginocchia strette, scoprendo che Sakura aveva allungato la propria per stringergliela e infonderle coraggio, proprio come faceva il suo sorriso, e lei si sentì in dovere di ricambiare, ringraziandola mentalmente.

«Era da poco sorta l’alba quando si sono presentati e non abbiamo idea di come siano riusciti a superare le nostre difese» iniziò a proferire, utilizzando il tono più affidabile che potesse avere.

«Quanti erano?» la interruppe Kakashi, interessato.

Hinata ci pensò un attimo prima di rispondere «In tre, seguiti da uno strano esercito di fantocci» spiegò pensierosa, cercando di metabolizzare al meglio ciò che aveva visto solo ventiquattro ore prima «Due di loro avevano i capelli rossi, l’altro grigi, con indosso una montatura scura»

«Kabuto»

Tutti i presenti si voltarono verso Itachi, che per la prima volta aveva dato voce ai suoi pensieri maledettamente sicuri.

«Li conoscete?»

Gli occhi raggelanti dell’Uchiha maggiore si posarono sulla giovane che aveva appena posto la domanda, detenendo come sempre le labbra nascoste dall’alto colletto scuro della mantella  «Si tratta del pupillo di Orochimaru, l’uomo che sta architettando tutto questo. Gli altri due erano Sasori e Pain, gli scagnozzi migliori dell’Akatsuki»

«Ma perché hanno catturato i miei amici? Cosa vogliono da noi?»

Un fastidioso silenzio calò all’interno della cucina. Nessuno trovò i responsi adatti a quelle domande che apparentemente sembravano semplici e ordinarie.

Kakashi, che sembrava quello più inquieto, si grattò soprappensiero il mento protetto «Hinata tu sei riuscita a scappare?»

Per un attimo la ragazza lanciò uno sguardo a Naruto, incrociando i suoi occhi azzurri onesti e rassicuranti, che la intimavano a continuare.

«S-sì, grazie a Neji» mormorò appena, ripensando al proprio cugino «Però uno di loro, dopo che mi ha visto fuggire verso la foresta non ha fatto niente» aggiunse poi, studiando attenta la figura di Kakashi che era tornata nuovamente taciturna.

«Il loro scopo è evidente: hanno usato Hinata per trasmettere il loro ammonimento perché sapevano che sarebbe corsa da voi in cerca di aiuto» ipotizzò infine l’uomo dai capelli grigi, lanciando uno sguardo indagatore a Sakura, Naruto e Sasuke, che naturalmente detennero uno occhiata grave, soprattutto gli ultimi due.

«Ma perché catturare gli altri?» aggiunse Shizune confusa, rimasta in piedi e con le braccia incrociate.

«Per attirarci nella tana del lupo» mormorò Itachi, con occhi chiusi.

Tsunade aveva preferito rimanere in silenzio per tutta la conversazione, per elaborare meglio quella terribile vicenda. Le sue mani, incrociate, erano state portate davanti alle labbra carnose e mentre continuava a scrutare ogni singola persona chiusa nel proprio mutismo collettivo notò con la coda dell’occhio il corpo di Naruto irrigidirsi e che naturalmente non riuscì a trattenere, dato che scattò in piedi velocemente come una molla.

«Allora cosa stiamo aspettando?» esclamò risoluto, osservando con decisione i propri compagni.

Kakashi sospirò «Calmati Naruto»

La mano del biondo colpì violentemente il ripiano del tavolo, rischiando di far rovesciare i bicchieri colmi «No che non mi calmo! Per colpa nostra Neji e gli altri sono in pericolo e io non ho alcuna intenzione di abbandonarli!»

«Nessuno sta parlando di abbandono, ma questo è il loro gioco, sono preparati a battersi»  rispose ancora il suo ormai ex-maestro, ma dato che Naruto non sembrava intenzionato a placarsi, Sakura decise di intervenire.

«E poi dimentichi Re Gaara» disse lei, scrutandolo con decisione «Non possiamo metterlo da parte. Sicuramente è un alleato molto utile»

Naruto metabolizzò le sue parole, considerandole in effetti veritiere, stessa cosa Tsunade, che per la prima volta prese parola «Sakura ha ragione, prima dovete tornare a Suna»

Il biondo sorrise, lanciando uno sguardo sicuro a Sasuke, Sakura e infine Hinata «Bene allora, muoviamoci!»


 
**
 


Sakura continuava a indagare assorta la schiena di Tsunade, che scambiava amichevolmente qualche parola con Kakashi, affiancato da Itachi e che guidavano assieme la fila.

 «Viene anche lei signorina Tsunade?»

«Ho una faccenda in sospeso con Orochimaru» esclamò risoluta la donna, facendole l’occhiolino «E poi voglio proprio vedere la sua faccia quando scoprirà che sono ancora viva e vegeta»

Le aveva risposto così la donna quando si era unita al loro viaggio di ritorno, a differenza di Shizune. Era rimasta particolarmente sorpresa, ma al tempo stesso appagata; ormai si era molto affezionata a Tsunade e se doveva essere sincera le dispiaceva salutarla così presto.

Prima di partire aveva calorosamente abbracciato e ringraziato Shizune e questa era rimasta ad osservare dalla soglia della porta il gruppo scomprarire lungo la boscaglia. Naturalmente uno scambio affettivo era avvenuto anche con Tsunade e, se la vista non l’aveva ingannata, aveva giurato di aver scorto un luccichio umino lungo le iridi scure della donna mentre salutava la ragazza, promettendole che sarebbe tornata.

Sorrise appena in direzione di Naruto e Hinata, che anche loro camminavano leggermente più avanti rispetto a lei e che continuavano a stringersi la mano, anche se il volto di Hinata era rimasto per tutto il tempo paonazzo. Infine, lei e Sasuke chiudevano la fila.

Le sembrava così strana quella situazione; all’inizio erano solo lei, Sasuke e Naruto ad affrontare insieme quell’irripetibile avventura, e adesso il gruppo si era notevolmente esteso, senza neanche rendersene conto. Tutti insieme con un obbiettivo comune.

In pochissimo tempo la sua vita era cambiata. Il suo destino aveva improvvisamente modificato strada e, nonostante si fosse ritrovata di fronte ad una realtà che non aveva mai affrontato, rimasta per tropo tempo chiusa e al sicuro nella sua grande gabbia dorata, non poteva mai smettere di ringraziare la notte del suo ventunesimo compleanno; la stessa notte che le aveva riportato Sasuke.

Senza farsi notare scrutò il suo viso perfetto, sorridendo appagata.



**
 
 
«Che succede Gaara?»

«.. Stanno tornando»
  
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