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Autore: mask89    26/10/2020    7 recensioni
Naruto è in esilio auto inflitto, ma un omicidio, legato a delle circostanze misteriose, lo costringe a ritornare a Konoha, dove sarà costretto ad affrontare il suo passato.
Genere: Azione, Sentimentale, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ino Yamanaka, Jiraya, Kakashi Hatake, Naruto Uzumaki, Sakura Haruno | Coppie: Minato/Kushina, Naruto/Sakura
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Chapter XX

 

I tre si guardarono smarriti. Quella villa era enorme e le luci che la illuminavano non facevano altro che aumentare quella percezione. Le carte catastali che avevano consultato davano una vaga idea, ma vederla dal vivo era tutt’altra cosa. Per quanto accurate, non potevano minimamente ricreare, quella comprensione che solo la vista poteva donare. Occupava l’intera superficie di un quartiere di Konoha. Era anche vero, però, che quella grandiosità giocava nettamente a loro favore. Passare inosservati sarebbe stato un gioco da ragazzi. Si avvicinarono al cancello d’ingresso e mostrarono i loro inviti alle guardie. Non era il solito invito su carta, bensì un badge. Se chi aveva creato quel sistema, aveva avuto la presunzione di renderlo a prova d’intrusione o di ospiti indesiderati, con tutta certezza si poteva affermare che aveva fallito e anche abbastanza miseramente. Infiltrarsi e creare delle false generalità era stato di una facilità inaudita. Rubare le caramelle ad un bambino, presumibilmente, sarebbe risultato più difficile. Diedero uno sguardo al parcheggio delle auto. Quella meno costosa non se la sarebbero potuta permettere, neanche mettendo insieme tutti i loro risparmi. Osservarono attentamente tutto ciò che il loro sguardo poteva cogliere. In quel posto, in quel momento, era riunita tutta l’alta società della nazione. Politici, banchieri, imprenditori, capitani d’industria, tutti riuniti ad applaudire la candidatura a primo ministro alle prossime elezioni di Madara Uchiha, attuale Ministro degli Interni, annunciata solo qualche giorno prima. 

«Naruto» disse Gaara sottovoce. «Questa volta cerca di non fare cazzate e segui il fottutissimo piano, chiaro?»

«Chiarissimo.»

«Ascolta bene fratello, questa volta nessuno salverebbe il tuo culo bello!» canticchiò B.

Il biondo si portò una mano alla fronte. Se i presupposti fossero stati quelli, avrebbero fatto prima a scavarsi una fossa con le loro mani. Specialmente se Piovra cominciava a parlare in stile rap. Tanto valeva entrare lì dentro ad armi spianate e farsi crivellare di colpi, nel tentativo, vano, di far riuscire la loro missione. 

«Ok, io seguo il piano, ma voi due…cercate di comportarvi come persone normali, intesi?»

«Io sono normale.» Rispose asciutto Gaara. Ed effettivamente, del rosso non si poteva lamentare. Il tatuaggio sulla fronte era stato ricoperto con abbondante cerone. Inoltre, sapeva mantenere il sangue freddo anche nelle situazioni più disparate.

«Anche io, fratello!» Rimbeccò B. Sapeva che era così. Sperava solo che non se ne uscisse, nuovamente, con una delle sue frasi da rapper da strapazzo. Ma era consapevole che, nei momenti cruciali, poteva contare su di lui.

«Scusatemi ragazzi. È che sono un po’ nervoso…Il resto della squadra?»

«È già entrata in azione. Ora tocca a noi; diamoci da fare!» Asserì il rosso.

Si divisero e mescolarono fra la moltitudine di gente che era intervenuta a quell’evento. Erano alla ricerca del loro obiettivo, ma quest’ultimo ancora non si decideva a comparire. Era in ritardo sulla tabella di marcia, strano per un tipo metodico come lui. Quasi ad esaudire il loro desiderio, finalmente lo videro scendere dalle scalinate. Finalmente, Madara era comparso sulla scena. Nonostante avesse passato i sessant’anni, il suo portamento non ne risentiva minimamente. Attesero. Sequestrarlo appena si fosse presentato, era fuori discussione. Dovevano, purtroppo, aspettare. Dovettero attendere più di un’ora, affinché l’attenzione sull’uomo del giorno scemasse. Lentamente cominciarono a circondarlo. Prima, però, verificarono che non ci fosse nessuna guardia del corpo nelle vicinanze. Campo libero. Quella sera era senza la sua scorta. Presumibilmente, si sentiva al sicuro all’interno di quella reggia. Vide che Gaara e B erano ormai alle spalle dell’obbiettivo. Gli si parò davanti.

«Madara Uchiha, finalmente ci incontriamo.» 

L’uomo rimase in silenzio a fissare il suo interlocutore. Se fosse rimasto stranito nel vedere chi fosse a parlargli, non lo dimostrò minimamente. Un ghigno comparve sulle sue labbra.

«Naruto Uzumaki, scommetto.»

«In carne ed ossa.»

«Ti credevo fuori dal paese a quest’ora. Sei un tipo pieno di risorse. Sei venuto a costituirti?» Disse beffardo.

«No, a farla finita una volta per tutte!»

«Non so a cosa ti stia riferendo…» Rispose vago.

«Seguimi!»

«Non ne ho la minima intenzione.»

«Oh, io penso che lo farai.»

Gaara gli puntò una pistola alle spalle, all’altezza del costato.

«Farai bene ad eseguire l’ordine che ti ha dato il mio amico, se non ti vuoi ritrovare cadavere.»

«Non ne avrai il coraggio, ragazzino. Non ne uscireste vivi…»

«Vuoi provare?» Ed armò il cane della pistola. 

«Dove mi volete condurre?»

«Nel tuo ufficio dobbiamo andare, perché le prove dobbiamo prelevare.» Canticchiò B. 

Naruto e Gaara sorrisero questa volta. Accompagnati dall’ostaggio, lentamente e senza dare troppo nell’occhio, si avviarono verso l’ufficio. Durante il tragitto fecero delle soste e si fermarono a parlare con degli avventori, per non destare sospetti. Ci volle quasi mezz’ora per raggiungere la sospirata meta, ma era andato tutto per il meglio. La prima fase del piano era giunta tranquillamente in porto. Chiusero a chiave la porta dell’ufficio, in modo tale che nessuno potesse disturbarli. Gli tolsero qualsiasi dispositivo elettronico avesse addosso.  

«Gaara mettiti al pc. B resta in guardia. Tu siediti, dobbiamo fare una lunga chiacchierata.»

«Ragazzino, credi che tu e i tuoi amici, possiate venire in casa mia, pensando di farla franca?»

«Onestamente? Non credo.»

«Almeno hai le palle.»

«Perché?» 

«Perché cosa?»

«Perché tutto questo? Perché mi volevi uccidere? Perché incastrare Jiraiya? Perché inscenare un omicidio e un furto di dati per me?»

«Oh bhe, è complicato da spiegare…»

«Abbiamo tempo.»

«Sai cosa sono i Big Data?»

«Sono un grande volume di dati, strutturati e non strutturati.»

«Esattamente. Ma detta così è robetta inutile. Sai cos’è la cosa più importante di questi dati?»

«Ciò che conta, veramente, è quello che si fa con i dati. La capacità di saperli analizzare, per estrarre informazioni utili.»

«Vedo che hai fatto i campiti a casa. Bene, immagina nel mondo della politica cosa possa significare…»

«Influenza su intere masse di popolazione, da usare nelle elezioni.»

«Giusto! Jiraiya ci aveva visto giusto su di te. Sei un tipo sveglio.»

«Non capisco, puoi fare questo anche senza ricorrere a grandi mezzi. Che connessione ha questo con me? Con Jiraiya? Con l’agenzia?»

L’uomo rise sguaiatamente. Quella situazione, anziché intimorirlo, sembrava divertirlo.

«Non ci arrivi proprio Uzumaki?»

«Sei tu la mente di questo piano. Raccontami tutto…»

«Oh bhe, visto che stiamo tanto comodi. Posso?» Indicò la bottiglia di whiskey sul tavolo, vicino la poltrona su cui era seduto. Naruto fece un segno di assenso con le testa. «Ti ricordi di quel gruppo di criminali informatici che hai arrestato?»

«Si»

«Erano alcuni dei miei uomini, stavano gettando le basi per il mio piano. Sarebbe filato tutto liscio, se tu non avessi cominciato ad indagare su di loro…Sapevo che fossi bravo, ti tenevo sotto controllo. Però, mai avrei immaginato che li avresti sgominati in poco più di un mese…Quindi sono passato al piano B.»

«Uccidermi.»

L’uomo scoppiò a ridere.

«Ucciderti. Mi dispiace, caro, ma non è mai stata la  mia intenzione. Volevo solamente fiaccarti il morale. Il tuo profilo psicologico parlava abbastanza chiaro…e poi ammazzare uno dell’agenzia, avrebbe peggiorato solo la situazione.»

«No…non oserai dire…» sussurrò inorridito. 

«Vedere la tua ragazza morire davanti agli occhi ti ha devastato, vero?» Rise più forte.

«Tu, bastardo…» Era pronto a scattare per avventarsi sull’uomo, ma venne fermato prontamente da B. 

«Resta calmo, ti vuole provocare. Vuole essere picchiato. Sa che qualsiasi segno sul suo volto, insospettirebbe gli invitati. Per noi la fuga diverrebbe impossibile. Sa di essere il nostro lasciapassare. Resta concentrato. So che fa male, ma resisti.» Vide l’amico rilassarsi. Lasciò andare la sua ferrea presa sul suo corpo.

«Come hai fatto ad accedere al mio profilo psicologico? Solo il direttore dell’agenzia può…»

«Oh bhe questa è semplice…Abbiamo avuto sotto controllo il pc personale e di lavoro di J. per anni.»

«Cosa? Come hai fatto?»

«Quei bravi ragazzi che tu hai arrestato, hanno creato un programmino davvero interessante. Una volta installato sul pc, come per magia, te ne fa assumere il controllo.»

«Il pc di Jiraiya era sorvegliato, nessuno di estraneo può avvicinarsi. A quello personale poi, solo pochi confidenti avevano accesso.»

«Esattamente. Usa un po’ l’immaginazione, puoi arrivarci…»

«La segretaria!»

«Bravo!»

«Hai corrotto anche lei!»

«No, quella donna gli era fedele fino all’osso. Ho dovuto usare metodi più persuasivi, come minacciarla di ucciderle i figli.»

«Fottutissimo bastardo!» Sibilò il biondo a denti stretti.

«Il suo conto in banca non è dello stesso avviso. Pago sempre chi mi serve bene.»

«Va avanti…»

«Vedi, però. Nonostante tu fossi fuori dai giochi, Jiraiya in segreto ha continuato ad indagare. Non era convinto di ciò che ti era accaduto. Stava facendo troppe domande. In altre parole, si stava avvicinando alla verità. Quindi ho voluto “cogliere due piccioni con una fava”. Farlo fuori e mettere un mio uomo a capo dell’agenzia. Anzi, tre piccioni, visto che anche tu non avevi mai smesso di indagare in privato.  Pensa che immagine poetica, l’allievo che arresta il proprio maestro!»

«Chiarisci la cosa…» Pronunciò ormai al limite della pazienza. 

«Mesi fa si è presentato a casa un funzionario del dipartimento del centro nazionale di ricerche. Mi ha chiesto di intercedere per trovare un lavoro a suo nipote. All’inizio pensavo di scacciarlo. Poi, ho avuto un’idea geniale. Ho raccolto un po’ di informazioni sul ragazzo: un perdigiorno, che passa l’intera giornata vicino al telefono e la sera a ubriacarsi nei pub. Era il tipo perfetto. Ho fatto un po’ di pressione, affinché fosse fatto assumere come guardia presso il centro. Sai cosa ha fatto appena assunto?»

«Posso immaginare…»

«Si è andato a ubriacare in un bar. Hackerargli il telefono, in quel frangente, è stato un gioco da ragazzi.»

«Hai fatto tutto questo da solo? Non è possibile… La rete dell’agenzia è ben protetta…» 

«Ho assoldato un gruppo di hacker.»

«Capisco. Hai usato il telefono del ragazzo, per inviare segreti di stato sul pc personale di Jiraiya e da lì poi, passarli sul tuo, vero?»

«È corretto.»

«In modo tale che Jiraiya risultasse la mente di quel piano. Inoltre, sapevi che mi avrebbe richiamato, considerato che lui sospettava la fuga dei dati, anche se gli analisti gli dicevano il contrario.»

«Esattamente. Anche usare il capo della banda che hai debellato. Che colpo di genio, eh? Sapevo che ti avrebbe fatto immergere nel caso! Era una mia idea, anche quella di usare Hidan per farti mettere sulla giusta strada. Sapevo che ci saresti riuscito, che avresti trovato le anomalie. Non credevo che avresti ammazzato Jiraiya. Onestamente, pensavo che lo avresti denunciato e basta. Mi hai sorpreso ragazzino. Ma…»

«Ma…»

«Solo una cosa mi sfugge. Come hai fatto a risalire a me?»

«Semplice. Il tuo programma per controllare i pc di J. consuma un bel po’ di banda. Sei stato molto attento su quello del lavoro, ma sul personale…hai avuto poca cura. Inoltre, non hai nascosto le tue incursioni. Pensavi di essere intoccabile, vero?»

«lo sono. Grazie al tuo aiuto ho messo un mio fantoccio a capo dell’agenzia. Quindi direi che il piano è perfettamente riuscito. Grazie ai server della Radice, potrò accedere a tutti i dati che mi servono. Infiltrarmi in tutti i dispositivi che voglio. Sfruttare i miei dati per farmi eleggere. Inoltre, potrò tenere amici e nemici per le palle. Ogni loro sordido segreto, ormai, è mio. Trasformerò questa stupida democrazia in un regime e mi imploreranno per farlo!»

La porta della stanza esplose in mille pezzi. Una squadra tattica entrò di prepotenza nell’ufficio. Tutte le armi erano puntate verso i tre ragazzi. 

«Finalmente vi siete decisi ad intervenire!» Disse l’uomo. «Con tutto quello che vi pago, avreste dovuto agire nel giro di cinque minuti dalla mia chiamata.» Dal taschino della giacca, tirò fuori una specie di telecomando, di forma rotonda, molto sottile. Fu un attimo, poi si ritrovò tutte le armi rivolte contro.

«Madara Uchiha, ti dichiaro in arresto!» Proferì un uomo entrando.

«Jiraiya!» esclamò felice Naruto. 

«Ragazzo mio, ottimo piano.» Gli diede una pacca sulla spalla.

«L’agente più imprevedibile dell’agenzia ha colpito nuovamente.» Disse un soldato, mentre si toglieva il passamontagna.

«Kakashi!»  

«Che succede?» Balbettò smarrito il padrone di casa.

«Succede che i tuoi giochi sono finiti e che l’agenzia ti ringrazia per la confessione resa.» Affermò Jiraiya.

«Io non ho reso proprio un bel niente!»

«Invece, si!» Intervenne B. Smontò la pistola che aveva. «Vedi, questa non è una pistola, ma una videocamera, collegata al tuo sistema di diffusione audio e video. I tuoi ospiti hanno sentito tutto. Anche l’intera nazione. Guarda, il mio amico laggiù…» e indico Gaara. «Ha trasmesso tutto in diretta streaming. Non avevamo bisogno di nessuna prova. La prova eri tu!»

«Come ci siete riusciti? Ho sul mio libro paga i migliori hacker in circolazione!» 

«Chi, gli Akatsuki? Catturati diverse ore fa!» Rispose Naruto. «Prima di venire qui ci siamo infiltrati nel tuo sistema di sicurezza e lo abbiamo fatto a pezzi, abbiamo sempre avuto la situazione sotto controllo. E comunque, i migliori sono quelli che vedi in questa stanza!»

«Tu…Tu eri morto!» Disse Madara rivolgendosi a Jiraiya. «Ti hanno visto che ti colpiva al cuore, cadere dalla balconata, il tonfo in acqua…»

«Oh quello. Trucco da cinema. Effettivamente Naruto mi ha sparato e mi ha fatto anche abbastanza male. Ma basta indossare un buon giubbotto antiproiettile e si sopravvive.»

«Ho fatto controllare le vostre conversazioni. Non avete mai parlato di certi aspetti!»

«Perché non abbiamo comunicato nel solito modo convenzionale.» Dalla tasca del pantalone, tirò fuori un foglio tutto scarabocchiato e glielo mostrò. «Vedi questi scarabocchi? In realtà sono un codice, che ho insegnato personalmente al mio allievo. Mentre leggevo il falso dossier, ho visto che scriveva qualcosa. Mi ha incuriosito. Quando ho letto cosa avesse scritto, ovvero se indossavo un giubbotto antiproiettile, ho risposto in modo affermativo. Anche se, ancora non capivo il perché. Poi i proiettili sono stati abbastanza chiarificatori.»

«Ma eri caduto, il tonfo in acqua...»

«Vedi, questi cari ragazzi, avevano montato un ponteggio per pulire le vetrate. Al momento della caduta erano solo qualche metro più in basso. Mi hanno preso letteralmente al volo, per poi buttare in acqua un corpo con lo stesso mio peso. Poi, il fattore pioggia ha giocato a nostro favore. Non è stato lasciato nulla al caso. Hanno pianificato tutto fino all’ultimo dettaglio. Sono venuto a conoscenza del loro piano solo dopo la mia morte. Anche Kakashi era all’oscuro di tutto.»

«Già, ma la prossima volta evita di puntarmi una colt alla nuca, prima di spiegarmi un piano.»

«Considerala la mia personale vendetta per tutte le volte che mi ha fatto perdere la pazienza!» Jiraiya rise.

«Hai perso Madara.» Disse trionfante Naruto. 

«Anche tu ragazzino, nuovamente.»  Rise sguaiatamente. «Ho fatto rilasciare Hidan di proposito. 

Sapevo che fossi un osso duro, quindi per costringerti a confessare, ti avrei fatto vedere il video di lui che minacciava di trucidarla. Ovviamente, dopo la tua ammissione avrebbe avuto carta bianca per qualsiasi sua fantasia omicida.»

Naruto sgranò gli occhi inorridito. 

«Sakura!» Esclamò.

«Portale un mazzo di fiori sulla sua tomba, anche da parte mia!» L’eco di quella risata malvagia rimbombò in quella stanza, rimasta silente per via di quella notizia. 

«Naruto» lo richiamò Jiraiya «Cosa stai aspettando? Vai da lei, salvala! Corri, ci sono diverse macchine veloci fuori. Pensa solo ad arrivare a casa sua. Al resto ci penso io. Vai!»

«Salutami il confettino!» Urlò Madara, con tutta la malvagità di cui era capace. 

Il biondo si precipitò fuori dalla villa e salì nella macchina, che un agente gli aveva indicato. Aveva il cuore in fibrillazione. Non avrebbe permesso alla felicità di sfuggirgli. Nuovamente.



Spazio autore:

 
Ciao, 
è lunedì,  quindi ecco a voi il nuovo e penultimo capitolo
La mente che si cela dietro questi omicidi finalmente è stata svelata; il movente rivelato. Riuscirà il nostro eroe ad essere finalmente felice? Lunedì prossimo, nell'ultimo capitolo, lo scoprirete.
Come sempre, spero che il capitolo sia stato di vostro gradimento. Un commento è sempre gradito. :-P
A presto!
Mask.
   
 
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