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Autore: CatherineC94    29/10/2020    6 recensioni
«I vostri occhi sono pozze profonde questa sera» mormora.Lo vede attingere da un immenso calice che somiglia ad una corona.Beve di foga e un rivolo di liquido rosso segna la mascella e il bavero pronunciato.«Annego in voi» le dice.Trattiene a stento un gemito, si avvicina e bacia la base del collo assaporando un altro grano, un altro chicco.[Storia quarta classificata al contest "Prompts letterari per un contest lampo" indetto da matiscrivo sul forum di EFP]
Genere: Angst, Erotico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Barone Sanguinario, Corvonero, Helena Corvonero
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
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[Storia partecipante al contest "Prompts letterari per un contest lampo" indetto da matiscrivo sul forum di EFP]
 
 
Pomegranate’s grain
 
 
 
 
«C'è sempre un grano di pazzia nell'amore, così come c'è sempre un grano di logica nella pazzia»
 
 
Allunga la mano, il tavolo è imbandito di ogni cibaria presente ma  è attratta da quel rilucente ed intenso  rosso.
Lo guarda esitante mentre le labbra sono socchiuse, invitanti e ne aspira il suo di alito, liscivia, libidine e desiderio.
La invita, con gli occhi rilucenti di estrema voglia e follia insita.
«Non conosco le vostre intenzioni signore e perdonate la mia franchezza, ciò che non conosco non lo considero degno» sussurra suadente, le labbra incurvate da un sorriso e i capelli color ebano che circondano il lungo collo color latte.
 
«Prendete, assaggiatene almeno un grano. La conoscenza passa dall’esperienza» mormora intenso, porgendole il chicco dell’eterna perdizione.
Lei lo osserva trovandolo allettante, allunga la mano sentendo calore alle dita mentre il suo sguardo la trafigge.
Avvicina il grano color rubino e lo assaggia.
«Ora siete mia, mia e solo mia per sempre» afferma con una strana luce negli occhi.
«Voi siete pazzo» ribatte, assaporando ancora quel grano così dolce che tutta la bocca inonda.

 
«I vostri occhi sono pozze profonde questa sera» mormora.
Lo vede attingere da un immenso calice che somiglia ad una corona.
Beve di foga e un rivolo di liquido rosso segna la mascella e il bavero pronunciato.
«Annego in voi» le dice.
Trattiene a stento un gemito, si avvicina e bacia la base del collo assaporando un altro grano, un altro chicco.
«Con questa corona, solo io potrò salvarvi» gli promette; sa già dove prenderla e come usarla.
 
«Ti ha legata a sé ormai. Quel grano sarà la tua dannazione» sussurra furente.
Lei la sfida, fa un inchino poi sorride furente e ne fa un altro.
«Madre, cosa temi? Che io possa finalmente vivere?» sibila.
I suoi occhi sono accesi di dispiacere, la vede trattenere a stento le lacrime.
 

«Mia, mia, mia e solo mia» ripete frenetico tentando di accarezzare i suoi capelli; lei scorge uno sguardo diverso nei suoi occhi e si scosta.
Non è proprietà di nessuno, si rende conto che il Barone è identico sua madre.
Si stringe un lungo foulard rosso al collo, indossa il mantello color latte e fugge via con la meritata corona in testa.
Finalmente libera.
 
Le sue mani tremano sinistre, l’ha trovata ma non ha paura.
«Ora che possedete la logica e ogni conoscenza tornate a casa, vi imploro»  sussurra.
Lei lo osserva, ormai quell’avverso luccichio cosparge anche il suo viso, e risponde:
« Per questo voglio essere libera, vi prego di andare»
Un battito di ciglia, un ruggito e l’amarezza del rifiuto intingono come veleno la sua lama; svelto l’attraversa .
Grani, gocce di sangue cadono a terra; c’è la neve che bianca ne fa risaltare l’intenso pigmento che non solo macchia il panciotto del Barone, ma anche la sua anima.
 
 

La madre, avvolta in un manto di dolore straziante, errante la cerca per il mondo; lei, macchiata di una colpa molto più oscura rifiuta il giudizio più grande e vaga per l’eternità sulla terra.
Sulla neve, ogni tanto, si possono scorgere ancora grani di ciò che fu.



 
 
Note
Ho da subito adorato questo prompt, non so il perché. Mentre mi arrovellavo il cervello per trovare qualcosa da scrivere ho riletto il suddetto prompt e mi ha colpito molto la parola “Grano”; ho subito ricondotto a “Chicco”, e poi Melograno. Naturalmente la storia si riferisce al mito di Proserpina che Ade ha rapito, e che sua madre ha tentato invano di salvare, purtroppo in questo caso Rowena Corvonero ha potuto fare ben poco, il forte desiderio di gloria, conoscenza, potenza e conseguente libertà dall’aura di magnificenza di sua madre ha distrutto Helena. Ho voluto giocare molto sul cromatismo, sulla famosa “Coincidentia Oppositorum” tipica degli scritti di Bachelard, questo rosso che si contrappone al bianco, la lussuria, la violenza, la morte e il candore, la purezza ormai contaminati. Ringrazio matiscrivo/vigilanza costate per aver indetto il contest  e per aver scelto una frase così importante; mi si è aperto il mondo.  Naturalmente il grano non è altro che la personificazione dell’attrazione/passione che entrambi provano, l’uno per l’altro. Spero sia di vostro gradimento, fatemi sapere che ne pensate!.
   
 
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