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Autore: Rumaan    31/10/2020    0 recensioni
Il Trio delle Meraviglie è tornato ad Hogwarts dopo la fine della guerra, per frequentare l’ultimo anno in tranquillità. La scuola, però, riuscirà ancora una volta a stupirli, quando la McGranitt annuncerà di voler spostare Hermione tra i Serpeverde, per promuovere l’unità tra Case, ormai inesistente.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Pansy Parkinson | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Pansy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Capitolo 19

Capitolo 19

Sala Grande

La Sala Grande era silenziosa. Era uno smorto lunedì mattina, in cui corpo studentesco e professori erano più interessati a rimpinzarsi con la colazione e bere tè e caffè piuttosto che parlare. Tutti tranne una persona, Ginny Weasley, chiaramente mattiniera. Stava ciarlando con il resto dei suoi poveri compagni, mentre questi annuivano e facevano a finta di prestare attenzione. Ecco perché fu uno shock quando si zittì. Il silenzio divenne assordante. I compagni vennero distolti dall’apatia individuale da quell’atmosfera rilassata che discese quando lei chiuse la bocca. Erano confusi, nessuno riusciva a zittirla, tranne che Blasie Zabini, ma solo quando la baciava. Videro la sorpresa sul suo viso quando si rese conto di aprire la bocca ma senza poter emettere una parola. Guardò Harry e Ron perché la aiutassero, ma loro la fissavano divertiti.

Ron scrollò le spalle. “Immagino tu abbia finalmente perso la voce, Gin. Doveva succedere prima o poi, le corde vocali non possono essere usate così tanto senza danni”. Stava chiaramente traendo vantaggio da quella situazione, visto che non poteva né litigarci né affatturarlo di fronte ai professori, anche se lo sguardo assassino prometteva ritorsioni. Lui fece una smorfia e si tuffò l’ennesimo cucchiaio di uova strapazzate in bocca. Ma il divertimento durò poco visto che, con un pop improvviso, si trasformò in un Orango Tango. Emise un ringhio quando saltò sul tavolo e spazzò via la colazione.

La McGranitt si alzò di scatto per andare ad aiutare, assieme al Professor Vitious e Lumacorno, ma niente di quello che facevano sembrava funzionare. Gli studenti, da addormentati, si svegliarono di colpo.

Al tavolo dei Serpeverde, una bruna prendeva a sberle il suo bel fidanzato. “Pensavo avresti dato a Ron la pozione in un posto più tranquillo”.

Draco ghignò. “Sono un Malfoy, ci piace dare spettacolo. Quale posto migliore della colazione di lunedì mattina?”.

“Wow, George ha davvero fatto un lavoro spettacolare con la modifica alla crema canarina”, disse Hermione.

“Adoro che abbia accettato la mia idea di trasformarlo in quell’orango tango gigante che è in realtà”.

Hermione alzò gli occhi al cielo e scosse la testa. Sapeva che non avrebbe dovuto fidarsi di Draco e George che complottavano senza la sua supervisione. Superata l’inevitabile Malfoy-Weasley diatriba, si erano scoperti essere spiriti piuttosto affini.

“Bel lavoro, comunque, per aver silenziato Ginny. Diventerà isterica entro fine giornata”, si complimentò Draco.

Hermione sorrise, contenta di aver potuto sfruttare la naturale incapacità della sua amica di tacere ogni tanto. “Due andati, ne mancano cinque”, rispose.

Draco ghignò maligno. “Adoro la tua indole Serpeverde. È così dannatamente sexy”.


Serre di Erbologia

Pansy osservò confusa Blasie che si intrufolava alla lezione di Erbologia di Grifondoro e Tassorosso. Si accigliò e gli sussurrò “Che ci fai qui? Sparisci prima che la Sprite ti veda”.

Parò troppo presto, perché la Sprite si voltò e se ne accorse. “Signor Zabini, posso chiederle cosa ci fa alla mia lezione? Non è né un Grifondoro né un Tassorosso”.

Blasie si giro i pollici, a disagio. “Mi chiedevo se potessi scambiare una parola con lei, Professoressa”, chiese.

“Non è di regola, Signor Zabini, ma se è abbastanza urgente da interrompere la mia lezione immagino di poterle parlare. Andiamo fuori”.

Ron sogghignò e si voltò verso Harry e Pansy, indicando la cravatta di Blasie mentre questi si allontanava dalla serra con la Sprite. “Zabini si è trasfigurato la cravatta nei colori di Tassorosso?”.

Harry iniziò ad armeggiare nella propria borsa e ne estrasse qualcosa. “Sapevo di averne ancora un paio da qualche parte”, disse reggendo le Orecchie Oblunghe. “Vediamo che combina Zabini”.

I tre si strinsero ed allungarono verso un’estremità del cavo. “Per favore Professoressa, vorrei davvero trasferirmi nella sua casa”, sentirono Blasie pregarla.

Pansy si allarmò mentre Harry e Ron non riuscirono a trattenere le risate.  “Signor Zabini, è stato smistato a Serpeverde. È il cappello parlante a scegliere e noi non ci immischiamo né trasferiamo gli studenti che credono si essere stati smistati erroneamente”.

“Ma dovrei essere un Tassorosso. La sua casa andrebbe molto meglio per me”.

“Non ha mai espresso tale desiderio, prima di oggi. In realtà, mi è sempre sembrato molto contento di dove si trovasse”.

“Non voglio fare una rivolta ma credo davvero dovrebbe essermi permesso di cambiare. Dovrei appartenere alla casa verso la quale provo più affinità”.

“Questo va oltre le mie competenze, Signor Zabini. Non mi è mai stata fatta prima una simile richiesta e non son dell’idea che un trasferimento sia possibile”.

“Lo dice solo perché non mi vuole nella sua casa”, singhiozzò Blasie.

La Professoressa Sprite sbuffò, piuttosto esasperata. “No, non è così. A Tassorosso noi non discriminiamo nessuno. Penso di dover parlarne con la Professoressa McGranitt, se è sicuro di ciò che vuole. Suppongo potrebbe ricadere nella nuova politica di unità”.

Blasie abbracciò la Sprite, che si scansò velocemente. “Signor Zabini, immagino lei dovrebbe trovarsi ad Incantesimi in questo momento. La prego, torni in classe prima che il Professor Vitious pensi sia stato rapito”.

Harry ricacciò velocemente le orecchie oblunghe in borsa appena la Professoressa rientrò nella serra, piuttosto rossa in viso e frustrata. “Perchè le ha chiesto quella cosa?”, chiese a Pansy.

Pansy inarcò un sopracciglia, ripensando alla conversazione origliata. “Non lo so, non è da Blasie. Nessun Serpeverde diventerebbe mai amico di un Tassorosso, figuriamoci cambiare casa. Sta sicuramente succedendo qualcosa”.

Harry annuì. “Prima Ron e Ginny e adesso Blasie. Non è per niente normale”.


Classe di Incantesimi

Blaise entrò in classe un quarto d’ora in ritardo. “Finalmente si unisce a noi”, gli fece notare il Professor Vitious. “Per quale motivo è arrivato così in ritardo, Signor Zabini?”.

“Dovevo parlare con la Professoressa Sprite, signore”, rispose Blasie.

“La metterò in punizione”, gli disse Vitious. “Non posso tollerare un tale ritardo, anche se doveva parlare con un collega Professore”.

Blasie annuì e si mise a sedere. Draco diede una gomitata ad Hermione. “Tesoro, hai visto cos’ha fatto Blasie alla sua cravatta?”, rise.

Hermione lo osservò da dietro il libro su cui si stava concentrando. “Sì, l’ha trasfigurata appena l’ho messo sotto incantesimo”.

Draco ghignò. “Sei davvero malvagio, Hermione. Questo piano mi piace oltre ogni limite. Blasie non si riprenderà mai più”.

“Pronto per la prossima fase? “, chiese Hermione.

Lui annuì, ghignando ancora di più. “Non vedo l’ora. Theo rimarrà traumatizzato a vita”.

Contando fino a tre, presero entrambi le bacchette e le agitarono verso Theo e Daphne. I due ragazzi si irrigidirono appena, cosa che si sarebbe notata solo se qualcuno vi avesse fatto molta attenzione. Sia Hermione che Draco invece si rilassarono. “Hai trovato un ottimo incantesimo”, si complimentò Draco.

“Grazie, vale sempre la pena fare il topo da biblioteca”.

“Finché continuerai a baciarmi anche lì, puoi passarci tutto il tempo che vuoi”, la provocò Draco.

Hermione gli piantò le unghie nella coscia, facendolo sussultare. “Comportati bene, Malfoy”.

“Altrimenti mi metti in punizione?”, chiese speranzoso Draco.

Fortunatamente per Hermione, il Professor Vitious richiamò l’attenzione della classe. L’incantesimo lanciato a Theo e Daphne si manifestò solo a metà della lezione e gli studenti iniziarono a ridere quando Theo si alzò e si mise di fianco ad Hermione, seguito da Daphne che si unì a Draco e Blasie.

“Theo”, gli sussurrò Hermione. “Sei dal lato sbagliato”.

Theo la guardò confuso, prima di rispondere con la voce di Daphne. “Hermione, stai bene? Mi hai appena chiamata Theo”.

Hermione fece uno sforzo terribile per evitare di ridere. “Perché tu sei Theo, Daphne è laggiù”, disse, indicando Daphne.

La voce di Daphne diventò un lamento, che fece ridere gli studenti ancora di più, mentre Theo, intrappolato nel corpo di lei, iniziò ad urlare. “Che diavolo sta succedendo?”.

Il Professor Vitious rimase sbalordito e senza parole. Quel giorno stava sicuramente capitando qualcosa di strano.


Corridoi di Hogwarts

Draco stava facendo del suo meglio per rimanere dritto e non ridere. Stava seguendo Harry, che cercava di inseguire la sua ultima cotta. Ci era voluto un po’ prima che Hermione accettasse la sua idea e gli permettesse di somministrargli gli ultimi cioccolatini che erano rimasti. All’inizio aveva protestato vigorosamente, ritenendola una cosa troppo subdola ed inoltre non voleva ferire Pansy, che in quel momento stava rincorrendo Harry, piuttosto sconvolta. Draco l’aveva ignorata, dicendole che era stata proprio Pansy ad ideare il piano e Potter se lo meritava perché beh, perché era Potter.

Hermione gli si parò davanti, mani sui fianchi, chiaramente turbata. “È un piano cattivissimo, Draco”, si lamentò.

“Sì”, concordò lui. “Andiamo Hermione, abbiamo deciso di dividerci le punizioni per avere abbastanza tempo da trovare delle fatture decenti. Adesso non puoi lamentarti solo perché a me è toccato Harry”.

“Non credevo saresti stato così maligno”.

Draco le lanciò uno sguardo incredulo. “Da quanto mi conosci, Hermione? È ovvio che avrei trovato qualcosa di pessimo per Potter. E Pansy se lo merita. So che c’era lei dietro a tutto”.

“Ma guardala, ha il cuore a pezzi”.

“Solo perché al momento ha la personalità di un nano da giardino. Adoro vederla così indifesa”.

Hermione si accigliò alla vista di Harry rincorrere la Professoressa Cooman con un’espressione vacua.

“Sybilla, aspetta. Per favore, amore mio, dimmi che verrai con me ad Hogsmeade questa sera”.

“Signor Potter, ho saputo della sua irrefrenabile passione per me sin dal primo momento in cui l’ho vista ma caro, non posso sacrificare la mia condotta professionale per compiacerti”, disse la Professoressa Cooman, sbattendo rapidamente le ciglia da dietro gli occhiali.

“Per favore, Sybilla, io ti amo. Ho sconfitto Voldemort così che potessimo stare insieme”.

La Cooman gli batté una mano sulla spalla. “I miei tarocchi mi dicono che non mi dimenticherai mai, ma non siamo fatti per stare insieme. La sfera di cristallo dice che avrai una vita vuota, con la tua piccola amica Parkinson”. Scosse triste la testa. “Mi spiace, ragazzo mio. Sei destinato ad una vita infelice”.

“Lei?”, protestò Harry. “Non è nient’altro che una piccola intrigante”.

La Cooman annuì concorde mentre Pansy obiettava con voce debole e tremolante. “Harry, come puoi dire una cosa simile? Io ti ho dato tutto”, urlò piangente.

Hermione lanciò a Draco uno sguardo di disapprovazione, prima di andare da Pansy e prenderla tra le braccia. Il suo irriverente ragazzo invece continuò a ridere del disastro intorno a lui.


Sala Comune dei Serpeverde

A fine giornata, Draco aveva male ovunque per le troppe risate che si era fatto a causa del caos combinato da lui ed Hermione. Hermione invece, fedele alla propria natura compassionevole, si sentiva in colpa. Per fortuna era riuscita a convincerlo che nessuna punizione sarebbe dovuta durare più di una giornata, così i loro amici stavano piano piano tornando normali.

Theo e Daphne si stavano guardando, avendo appena finito di litigare dopo che lei lo aveva beccato a palparsi il seno. Blasie stava tornando dal suo incontro con la Professoressa Sprite e la Professoressa McGranitt. Era diventato una furia quando l’incantesimo aveva iniziato a svanire e si era reso conto di aver girato tutto il giorno con l’uniforme di Tassorosso. Hermione invece aveva passato il pomeriggio a consolare Pansy, che aveva pianto così tanto da far impallidire Mirtilla Malcontenta.

Blasie irruppe nella sala comune con Ginny, Harry, Pansy e Ron accodati.

“Come avete potuto?”, urlò Ginny.

Draco ghignò, come da manuale. “Che abbiamo fatto, piccola Weasley?”.

Ginny lo ignorò e si focalizzò su Hermione. “Mi aspetterei una cosa del genere da quel borioso idiota ma non da te!”. Hermione squittì, sentendosi più in colpa che mai.

“La Cooman? Perché mi avresti voluto fare una cosa del genere?”, si lamentò Harry.

“Potrei chiedervi la stessa cosa”, fece notare Draco. “Romilda Vane? Non potevate scegliere qualcuno di più irritante di lei”.

Pansy sbiancò, con il viso ancora pieno di lacrime. “Come l’hai scoperto?”. Il suo incantesimi non era ancora svanito.

Draco alzò un sopracciglia. “Scusami? Non sono Paciock ed Hermione è la strega più brillante di sempre. Credevi davvero che non l’avremmo capito?”.

I loro amici si scambiarono uno sguardo. “Wow, credevate davvero di potervela cavare”, disse ridendo Draco. “Questo rende la cosa ancora più soddisfacente”.

“Io ho ancora dei flash di me che rincorro la Cooman come una specie di malato mentale, mentre blatero di destini incrociati e dico parole orribili su Pansy”, disse Harry.

“Per favore, vai a piangere da un’altra parte. Farmi sentire in colpa non funzionerà e comunque voi con me avete continuato per giorni. Mi avete fatto sedere al tavolo Grifondoro con gli occhi da cucciolo per la Vane mentre lei si comportava da schifo con Hermione”.

“Ma… proprio la Cooman”, si lamentò Harry.

“Ma, ma, ma… datti un contegno, pensavo fossi il Ragazzo che è sopravvissuto non una cacca qualunque”, lo prese in giro Draco. “Tra parentesi, penso che tu e la Cooman siate una coppia adorabile. Entrambi con il cervello ammaccato”.

Pansy lanciò uno sguardo a Draco. “Perché mi hai cambiato la personalità? Sono diventata una lumaca piagnucolona!”.

Draco sorrise maligno. “Chiamala vendetta per quando al quarto anno mi hai dato quell’orribile soprannome”.

“Sei un borioso vendicativo, Malfoy”, sbottò Ginny.

“Sai che novità?”, rispose Draco.

“E comunque, avete iniziato voi”, ragionò Hermione. “Siete stati voi ad immischiarvi nella nostra relazione”.

“Sì, ma avevamo buone intenzioni”, disse Daphne. “Ed ha funzionato, ora siete felici assieme”.

“Dopo oggi io sono ancora più felice”, si perse nei ricordi Draco.

“Sei un idiota”, sputò Ginny.

“E allora?”, la rimbeccò Draco.

Ron era rimasto ancora un po’ arancione. “Aspetta che racconti a George di come hai modificato la sua Crema Canarina. Ti farà causa, Malfoy”.

Draco ghignò strafottente. “Chi credi mi abbia aiutato?”.

“Quel traditore!”, sputacchiò Ron.

“Se avete finite di fare gli idioti, la Professoressa McGranitt ha richiesto la presenza delle Signorine Granger e Parkinson nel suo ufficio”, biascicò Piton dal suo ritratto.


Ufficio della Professoressa McGranitt

Minerva McGranitt guardò le due ragazze di sottecchi. “Pensavo sareste state entrambe contente di tornare alle vostre case”, disse, sorpresa che la notizia appena comunicata fosse stata accolta con dei musi lunghi.

“Ci piace dove siamo, abbiamo trovato nuovi amici e beh… ragazzi”, replicò Pansy.

Hermione annuì. “Non avrei mai pensato di dirlo, ma mi piace davvero essere a Serpeverde”. Rabbrividì appena, rendendosi conto di ciò che aveva detto di fronte ad una McGranitt in stato di shock. “Intendo, è stato bello essere la prima Nata Babbana a guadagnare punti”, si difese.

“Allora, è possibile rimanere dove siamo?”, chiese Pansy.

La McGranitt sorrise con le sopracciglia ancora leggermente arcuate. “Devo ammetterlo, non è la reazione che mi sarei aspettata all’inizio. È comunque una piacevole sorpresa ma temo, come ho già spiegato al Signor Zabini poco fa, che il cappello parlante non sia mai stato messo prima in discussione e, domani, tornerete alle vostre case”.

Pansy scrollò le spalle e guardò Hermione. “Mi mancherà la vista dalla tua stanza”, le disse.

Hermione sorrise di rimando. “Ed a me la tua scrivania. Ci stanno tutti i miei libri”.

La McGranitt le fece uscire con un sorriso enorme. Si appoggiò alla sedia e guardò Albus Silente. “Come al solito, vecchio mio, avevi ragione. È stato un successo”.

Albus le fece l’occhiolino. “Otto anni fa chi avrebbe mai pensato che Hermione Granger e Draco Malfoy avrebbero lavorato assieme per potare il caos ad Hogwarts. Credo possano essere lasciati in pace, hanno dimostrato di saper dimenticare il passato e la rivalità. Sono piuttosto deluso tu non abbia assegnato loro dei punti”, disse.

Minerva gli lanciò uno sguardo di rimprovero. “Non credo sarebbe una buona idea incoraggiarli, Albus. Sono solo felice di doverli tenere qui ancora sei mesi, vista la loro recente relazione. Sarebbero difficili da controllare, quei due”.

Piton fece una smorfia, alzò gli occhi al cielo ed abbandonò il ritratto facendo svolazzare il mantello.


Sala Comune dei Grifondoro

Pansy si abbandonò contro la spalla di Harry. “Non voglio andarmene, Harry”, disse.

“Lo so, sarà strano non averti qui ogni sera”, replicò lui, accarezzandole la schiena.

Ginny soffiò. “Oh, datevi un contegno, voi tue. Io e Blasie stiamo benissimo. Avrete ancora tempo per vedervi”.

“E comunque puoi tornare quando vuoi, Pansy”, mormorò Ron, con la bocca piena di cioccolato. “Sempre che non ti porti dietro quel furetto platinato”.

Pansy fece una smorfia alla vista dei pezzi di cibo che gli uscivano dalla bocca. “Buona fortuna con Hermione, ti affatturerà entro metà della prossima settimana”.

Harry sospirò. “Tristemente, Pansy ha ragione. Dovremmo incontrarlo regolarmente. Dimmi di nuovo, perché li abbiamo fatti mettere assieme?”.

Pansy gli diede un buffetto sulla nuca. “Draco non è così male ed Hermione è perfetta per lui. Lo tiene con i piedi per terra e gli dona un po’ di compassione”. Harry, Ron e Ginny storsero la bocca increduli. “Beh, gli dà un minimo di umanità il che, per un Malfoy, è dire molto”, emendò lei.


Sala Comune dei Serpeverde

Hermione si raggomitolò al fianco di Draco, posando la testa sulla sua spalla. “Mi mancherà tutto questo”, disse fisando il fuoco.

“Anche a me”, le sussurrò lui all’orecchio.

“Sicura che la McGranitt non cederà?”, chiese Daphne.

“No, ed ha ragione. Immagina che incubo sarebbe se tutti gli studenti decidessero di cambiare casa ad ogni nuova relazione e poi volessero tornare appena si lasciano”, le fece notare Hermione.

“Beh, immagino tu abbia ragione”, rispose Daphne.

“Io non chiederò mai di diventare Grifondoro solo perché frequento te”, disse Malfoy.

Blasie rise. “Ti immagini Draco a Grifondoro? Sarebbe da inserire in Storia di Hogwarts”.

Theo sghignazzò. “E poi Hermione tornerà a trovarci quasi ogni sera, no Draco?”.

Draco annuì.

“Chi ha detto che non verrà Draco da me?”, obiettò Hermione.

Theo tossì. “Buona fortuna, Hermione. Credo Draco pensi ancora di prendersi qualche malattia nel mettere piede in quella sala comune”.

Draco scrollò le spalle. “Potrei diventare povero come i Weasley o peggio, prendere la Spruzzolosi”.

Hermione lo colpì alla spalla. “Sii carino” I Weasley sono stati come una seconda famiglia per me. Potrebbe succederti di peggio che diventare come loro”.

Draco la guardò orripilato. “Sono un Malfoy, noi abbiamo degli standard”.

“Sì, in cattiveria”, lo prese in giro Blasie. “E non c’è niente che non vada nei rossi. Ginny è bella, non puoi negarlo”.

“Non è male per una Weasley femmina, immagino. Ma io preferisco le brune geniali e feroci”.

Hermione alzò gli occhi. “Credi davvero io sia un genio?”.

Prima che Draco potesse rispondere, Piton emise un rumoroso sospiro dal ritratto. “Sapevo che questa robaccia dell’unità sarebbe stata un errore. Guardati, Draco, stai diventando dolce fino alla nausea. Non è da Serpeverde, tantomeno da Malfoy”.

“Che posso dire? È troppo carina e non riesco a resistere”, rispose Draco, stringendo ancora di più Hermione per darle un bacio.

Theo e Blasie iniziarono a ridacchiare mentre Piton emise un lamento e si voltò. “Andrò a controllare i Grifondoro nell’ufficio del Preside”.

 

 

  
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