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Autore: Biblioteca    31/10/2020    0 recensioni
Steven ha undici anni e per la prima volta ha un terribile incubo, che ha come protagonista Perla e una misteriosa figura bianca e spigolosa. Sarà proprio la gemma, pur con difficoltà, a calmare il ragazzo dopo un brusco risveglio. Con grande amarezza realizzerà che Steven sta crescendo e che non potrà proteggerlo per sempre. Proprio come Rosa non ha potuto più proteggere lei...
(Accenni RosaXPerla)
Genere: Drammatico, Horror, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, FemSlash | Personaggi: Pearl/Perla, Rose Quartz/Rosa Quarzo, Sorpresa, Steven Universe
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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Greg non c’era. E neanche le altre gemme.
Perla di solito non gli permetteva gli spuntini notturni quando restavano soli. Ma quella sera fece un’eccezione. Steven prese il latte caldo ma volle anche un gelato. Un Cookie Cat.
E Perla non potè dirgli di no.
“Quando stai meglio puoi raccontarmi tutto ok?” disse Perla.
“Non so se ti piacerà…” mormorò Steven tra un morso e l’altro.
“Non devi preoccuparti Steven: a volte bisogna dire anche cose che possono non piacere.” Rispose Perla. Poi abbassò lo sguardo. Quando sarebbe venuto il suo turno di rivelare (a Steven e alle altre gemme) tutta la verità su Rosa, ci sarebbe riuscita? O c’era qualche speranza che quel giorno non sarebbe mai arrivato?
“Era un sogno che riguardava te.” Confessò il bambino appena finito il gelato.
Perla sussultò.
“Me?”
“Sì. Ma come ti ho detto non era bello.”
Perla attese, ma vedendo che Steven non parlava, andò a sedersi vicino a lui e gli mise una mano sulla spalla.
“Non preoccuparti Steven. I sogni sono espressioni dell’inconscio che cerca di catalogare ricordi e emozioni nella mente di chi li fa. Alla fine sono solo espressioni di paure e desideri che a volte non sappiamo neanche di avere. Ma ti assicuro che non c’è niente per cui sentirsi in colpa.”
Steven fece un profondo respiro. Era chiaramente scosso e non riusciva a guardarla negli occhi.
“Ho sognato che ero in un posto strano. Una specie di castello. Ma non come quello dei libri che leggiamo assieme; anzi sembrava a metà tra un castello e un’astronave. Era vuoto e io camminavo… cercavo te. Non so perché, ma cercavo te. Ad un certo punto, tutto è diventato buio, si è accesa solo una luce. E ti ho vista, eri tu sotto quel faro, ma eri immobile. Come una statua.”
Il piccolo Steven cominciò a tremare.
“Mi sono avvicinato e ti ho toccata. Eri fatta di cera.”
Tremò sempre più forte.
“Poi ho sentito un rumore e mi sono nascosto. E a quel punto è comparsa… una specie di gigante donna…. Non lo so, era alta bianca e piena di spigoli e aveva un ghigno orribile.”
Perla sussultò. Non potè farne a meno. Era una descrizione molto approssimativa, ma si trattava evidentemente di Diamante Bianco. Ma come faceva Steven ad aver sognato Diamante Bianco se non l’aveva mai vista?
“Si avvicinava a te, ti prendeva un braccio e…” Steven tremò ancora più forte “Lo tirava via. E la cera si lacerava e sentivo un urlo e dai tuoi occhi scendeva una lacrima…. Perché tu eri una statua… che sentiva tutto.”
“Una statua cosciente…” mormorò Perla.
“Esatto! E continuava così finchè non ti faceva tutta a pezzi!”
Steven sembrò sul punto di scoppiare a piangere, ma Perla lo abbracciò forte.
“Calmo Steven, non preoccuparti. È stato un sogno molto brutto ma una cosa del genere non accadrà mai: noi gemme non possiamo essere trasformate in statue di cera; io sono una gemma forte, so combattere; e ci sono anche Garnet e Ametista a proteggerci; e il gigante bianco che hai sognato…” si interruppe.
“Eh?” domandò Steven curioso.
Perla lo strinse ancora più forte: “Era solo parte del sogno. Non c’è adesso. Adesso ci siamo solo io e te, e i Cookie Cat. Ti piacerebbe averne un altro?”
Dopo un istante di esitazione, Steven disse di sì.
Il secondo se lo godette di più. Si era calmato.
“Va meglio Steven?”
“Sì. Credo di sì.”
“Bene! Vuoi che giochiamo a qualcosa? Vuoi fare una passeggiata sulla spiaggia? O posso leggerti un libro?”
“No Perla, grazie. Ma in realtà, ho voglia di tornare a dormire.” Disse Steven sbadigliando “Spero di non avere più brutti sogni stanotte.”
“Sono sicura di no.” Disse Perla. Lo riaccompagnò a letto e gli rimboccò le coperte.
“Buonanotte Steven.”
“Perla?”
“Sì?”
“Grazie….”
Perla arrossì.
“Non c’è di che Steven.” Mormorò la gemma andandosene.
 
“Mi dimentico sempre che Steven è per metà gemma. I suoi sogni non sono come quelli umani. Alcuni dei ricordi di Rosa, e forse anche parte delle sue emozioni, potrebbero essere dentro di lui. Così come i poteri che deve ancora scoprire e esprimere…”
Perla si sedette nuovamente nella sabbia.
“Rosa aveva paura per tutte noi. Ma soprattutto per me. Aveva paura di cosa avrebbe potuto farmi Diamante Bianco dopo avermi presa. Le punizioni per le gemme che tradiscono sono… tremende… ma da quanto ne so, Diamante Bianco era ‘il punitore più temuto’. Di sicuro, però, non può arrivare a trasformarci in cera.”
Osservò di nuovo la luna scura nel cielo. Sospirò profondamente.
“Forse… Forse avremo fortuna. Non tornerà nessuno a perseguitarci dal Pianeta Natale. O comunque nessuno del calibro di Diamante Bianco. Forse ormai la storia della nostra ribellione è solo un pallido ricordo, una macchia da nascondere… Vorrei che Steven fosse felice. Vorrei che non vivesse quello che abbiamo vissuto noi.”
Perla sentì una lacrima scenderle nuovamente sul visto.
Proiettò davanti a se la figura di Rosa. L’ologramma si voltò e le sorrise.
“Oh Rosa… Spero di non deluderti…” mormorò Perla.
“PERLA!”
Perla sussultò: era la voce di Ametista.
Fece sparire l’ologramma.
Garnet e Ametista le vennero incontro.
“Perla alla fine non era nulla, falso allarme. Niente gemme o mostri invadenti, solo un’ordinaria esplosione vulcanica.” Spiegò Ametista.
Erano state via proprio per un’attività sottomarina sospetta individuata da Garnet.
Questa confermò quanto detto da Ametista. Poi domandò: “Qualcosa non va Perla?”
Perla sospirò. Sapeva che non poteva nascondere quanto accaduto. Raccontò di Steven, del suo primo incubo e del fatto che vi aveva visto Diamante Bianco.
Le due gemme reagirono in modi molto diversi. Garnet non mostrò sorpresa, ma dichiarò: “Steven sta diventando grande. Presto dovremo insegnargli molto di più che leggere e scrivere. Non possiamo più escluderlo dalle cronache del nostro mondo.”
Ametista invece arrossì violentemente se strusciò i piedi nella sabbia.
“Beh, certo però che un incubo così è proprio strano….” Mormorò.
Perla l’osservò attentamente e all’improvviso, nella sua ordinata mente, un ricordo fece capolino e accese una piccola lampadina.
“Ametista, in che giorno siete andati tu e Steven al cinema a vedere il film ‘Catty dog’?”
Ametista non rispose subito. Né la guardò negli occhi quando lo fece: “Il 31 ottobre.”
“Sì. E se non sbaglio è Halloween.”
“Sì.”
“E mi ricordo che Steven diceva sempre che voleva vedere ‘La regina di cera’ ad Halloween.”
“Sì… in effetti sì.”
“Una cosa che, avevamo detto non si poteva fare. Perché era un film inadatto all’età di Steven.”
Ametistà arrossì ancora di più.
Poi iniziò a correre.
“AMETISTA! TORNA QUI! MI DEVI UNA SPIEGAZIONE!” Urlò Perla inseguendola.
Garnet le osservò sorridendo.
 
FINE


(Nel mio incubo ad essere "fatta a pezzi" era la gemma Lapislazzuli. Ho trasformato l'incubo in questa storia per "sfogarlo", ma ho voluto dargli comunque un finale divertente. Buon Halloween a tutti!)
  
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