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Autore: lapacechenonho    03/11/2020    2 recensioni
L’anziana coppia che abitava ormai quella casa da moltissimi anni, era seduta nella veranda che molto tempo addietro era stato uno degli elementi fondamentali per la scelta dell’abitazione. Per volere di lei, ovviamente, lui si sarebbe accontentato di vivere sotto un ponte purché al suo fianco ci fosse lei. Si godevano la brezza fresca di quel primo settembre, una data che nel tempo era stata un momento importante, e adesso riguardavano a tutti quei momenti con un pizzico di malinconia tipico degli anziani quando ripensano alla loro vita.
Questa storia partecipa alla challenge “Things you said“ indetta da Juriaka sul forum di EFP
Genere: Fluff, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ginny Weasley, Harry Potter | Coppie: Harry/Ginny
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Più contesti
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2- 027: Things you said when we first met (Le cose che hai detto la prima volta che ci incontrammo).
 
«Oh ti prego mamma, posso salire sul treno a vederlo?» aveva piagnucolato Ginny dopo aver scoperto a chi avevano appena dato una mano. Era quasi ossessionata da quel ragazzo con i capelli neri, gli occhi verdi e la cicatrice a forma di saetta. Quello che gli era successo era straordinario e Ginny era sempre stata attratta da tutto quello che non era perfettamente ordinario, il perfetto contrario di suo fratello Percy.
Quando poi i suoi fratelli erano andati via, si era messa a piangere, un po’ perché voleva andare ad Hogwarts, un po’ perché era così tanto abituata ad averli in giro per casa che sapeva che ne avrebbe sentito la mancanza. Anche una volta a casa era rimasta in silenzio.
«Vuoi che ti preparo una crostata alla melassa?» aveva chiesto la madre premurosa, non troppo contenta di vedere la figlia così giù.
«Io voglio andare ad Hogwarts!» aveva risposto lei decisa incrociando le braccia al petto con un labbro in fuori.
«Ma ci andrai l’anno prossimo» le rispose dolcemente. «Ogni cosa a suo tempo. Quest’anno tocca a Ron, l’anno prossimo a te».
Alla bambina però quelle parole non sembravano convincerla, per quanto fossero vere, le sembravano parole vuote e prive di senso. Molly sospirò vedendo che l’umore della bambina non cambiava.
«Perché non mi hai fatto vedere Harry?» domandò imbronciata.
«Tesoro, te l’ho già detto! È una persona non è un animale allo zoo!»
«Ma io voglio conoscerlo!» esclamò battendo i piedi per terra. I capelli rossi che prima erano perfettamente in ordine ora erano scompigliati e rendevano ancora più furente quella piccola bambina di dieci anni.
«Lo conoscerai! Ha la stessa età di Ron, l’anno prossimo andrete a scuola insieme» le fece osservare la madre che stava iniziando a spazientirsi.
Quando la madre pronunciò quella frase, però, Ginny smise di sentirsi arrabbiata e iniziò a vergognarsi. Insomma, lui era il grande Harry Potter e lei sono Ginny Weasley, l’ultima di sei fratelli. Non era poi così speciale.
Molly Weasley notò il repentino cambiamento nell’umore della figlia e allora lentamente la prese per mano e la condusse in cucina. Con la magia fece levitare le uova, il burro, la farina, la melassa e tutti gli altri ingredienti necessari fino al tavolo e guardò la bambina sorridendo. «Adesso facciamo una bella crostata alla melassa per quando torna a casa papà, che ne dici?» sebbene non fosse ancora del tutto dell’umore adatto, i suoi occhi si illuminarono. Lei adorava la crostata alla melassa di sua madre Molly, chissà se un giorno sarebbe stata capace di farla pure lei.
Ben presto la cucina divenne un vero e proprio campo di battaglia: avevano iniziato a lanciarsi un po’ di farina, all’inizio per sbaglio, poi si era trasformata in una vera e propria guerra. C’era melassa sparsa ovunque, Ginny ne aveva fin sopra ai capelli ma aveva riso così tanto che le faceva male la pancia.
Dopo aver fatto la torta, Molly l’aveva obbligata a fare una bella doccia e poi erano uscite a raccogliere un po’ di fiori nel giardino per metterli dentro casa riempendo così l’abitazione di quell’odore delicato che Ginny amava tanto.
All’ora di cena era esausta, le lacrime e la tristezza del mattino sembravano appartenere ad un’altra giornata e la soddisfazione per quelle ore appena trascorse riempivano il cuore di Ginny. Avrebbe voluto accomodarsi sul divano e chiudere gli occhi, tanto era stanca, ma voleva accogliere suo padre, e fargli assaggiare la crostata alla melassa che aveva preparato con tanta passione.
«Ciao famiglia!» esclamò il padre rientrando. Ginny saltò giù dalla sedia su cui era seduta e corse dal papà.
«Papà!» esclamò abbracciandolo. Il padre ricambiò l’abbraccio piegandosi per guardarla negli occhi.
«Che buon odorino che c’è, mamma ha fatto la crostata alla melassa?» domandò ispirando l’odore della Tana.
«Io e mamma l’abbiamo fatta. Vieni in cucina ad assaggiarla!» puntualizzò per poi prendere la mano del padre e trascinarlo in cucina dove c’era Molly indaffarata ai fornelli.
«Ciao Arthur caro» lo salutò avvicinandosi al marito abbracciandolo velocemente.
«Tutto bene con i ragazzi?» la mamma annuì, mentre Ginny spazientita dai discorsi degli adulti, staccava un pezzo di crostata alla melassa senza tanta grazia porgendola al padre. Arthur sorrise divertito e prese il primo piccolo morso del dolce che la figlia gli stava offrendo.
«Allora?» chiese impaziente. «Secondo te ad Harry piacerà?»
 
«Confermo che ad Harry è sempre piaciuta quella crostata» disse accarezzandole piano piano il braccio.
«Pensa quanti anni ci ho messo a fartela assaggiare!» lo pungolò Ginny ridendo.
Erano ancora sotto il portico della loro casa a Godric’s Hollow a guardare la gente condurre le loro vite ignari di due anziani che ripercorrevano quello che avevano vissuto. 
«Mentre raccontavi potrei aver provato invidia per tuo padre» ammise Harry divertito.
«Invidiavi una bambina petulante che ti chiede se la torta può piacere alla sua cotta?»
«Be’ quella bambina petulante è diventata mia moglie. Non era una bimba petulante, piuttosto lungimirante» concesse Harry facendo ridere di gusto Ginny.  «Ti ricordi cosa mi hai detto quella volta al mio secondo anno?» domandò la moglie ancora appoggiata alla spalla del marito.
«Eravamo troppo giovani perché io possa ricordare» rispose Ginny.«Però ricordamelo tu» gli disse.
Harry aggottò le sopracciglia tornando a quel momento avvenuto così tanti anni prima da non contarli più.
   
 
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