La forte luce che proviene dalla stanza prima bloccata dalle grosse porte specchio mi costringe a socchiudere gli occhi, anche i miei colleghi vedo che si stanno schermando la vista.
- Sembra che tu sia riuscito a sbloccarla! – esclama entusiasta LED rivolto a me.
- Così sembra, vediamo cosa troviamo dentro.
LED non riesce a resistere oltre e corre dentro la nuova stanza, guardandosi intorno come se volesse catturare più informazioni possibili, mentre Manfredo avanza, subito dietro di lui, molto più guardingo e con il fucile in mano. Mi ricorda la versione in armatura di un cacciatore visto in un film su uno strano gioco che poneva enigmi e risucchiava le persone dentro di sé.
All’interno della nuova stanza vediamo una nuova poltrona, molto simile a quella che ho appena finito di usare, una specie di giaciglio formato da strati di pluriball e coperte, diverse lattine di cibo, vuote e con evidenti tracce di muffa.
Possibile che Fausti abbia soggiornato qui? Mi chiedo.
Sul lato destro notiamo nuovamente delle colonnine, tre sono vuote mentre sulla seconda a sinistra è poggiato una specie di rettangolo di metallo e vetro, completamente nero.
- Qualcuno di voi sa cosa sia questa roba?
- C’era qualcosa di simile in vendita dentro il programma, Soldato, potrebbe essere uno dei prodotti mai ritirati.
- Signor della Rocca, guardi qui – mi dice LED indicandomi la parete frontale.
Una volta entrati tutti nella nuova stanza una voce registrata di donna, calma ma sicura inizia a parlare.
- Benvenuti all’Atelier GROSS personal, vi meritate il meglio e noi ve lo offriremo, entrate pure e fate la conoscenza delle nostre PAI, le nostre Intelligenze Artificiali Personali, il vostro assistente perfetto e futuro migliore amico è tra di loro e aspetta solo di essere trovato.
Laila si avvicina a me, sembra leggermente spaventata, si guarda intorno e poi si rivolge a me.
- Da dove proveniva quella voce? Perché ovunque andiamo troviamo queste diavolerie della vecchia tecnologia?
- Sei seria Doc? metti via il coltello, è una semplice voce registrata, tu immagina di parlare e un oggetto raccoglie ciò che hai detto e la conserva, poi quando succede una determinata cosa la tua frase viene ripetuta, senza che tu debba dirla nuovamente.
- Certo…
- Oh, cielo, è un po’ come quando scrivi, ok? Tu scrivi e poi ciò che hai scritto rimane lì e quando qualcuno rilegge quel foglio non è che tu debba riscrivere di nuovo il messaggio, ormai il messaggio è sul foglio e ogni volta che lo si guarda si possono leggere le parole scritte. Così è più chiaro?
- Guarda che non sono stupida – e si allontana di qualche passo tenendo.
- Ma l’utilità di questa voce quale sarebbe, Alessandro?
- Queste voci registrate venivano utilizzate per fornire prevalentemente informazioni, Soldato, per informare le persone di determinate cose, per esempio questa ci ha comunicato che ora ci troviamo nell’Atelier e che qui si poteva fare la conoscenza delle PAI.
- Quindi è per le informazioni, bene – dice Manfredo, dopodiché prende un grosso respiro e urla – DOVE CI TROVIAMO?
- No, no, non così, le sue risposte sono limitate da ciò che è stato registrato, conservato. Non è in grado di rispondere a delle domande. Se le porte dovessero richiudersi e poi aprirsi nuovamente, dopo pochi secondi la voce ripeterebbe lo stesso messaggio che abbiamo sentito poco fa.
- Sì, ma perché c’è ancora?
- Perché il posto è ancora alimentato, Doc, ecco perché la voce funziona ancora.
- Quindi fornisce una sola informazione? E la trovate utile?
- Sì Soldato, di fatto ti ha dato un’informazione che prima non sapevi.
- LED, ma quindi è simile al verso che facevi? – chiede Virgilio.
- Esatto! Solo che io ho un po’ di suoni nel mio… nel mio… archivio! E posso sceglierli e farli suonare a comando. Questa voce invece possiede solo questo suono e si attiva solo quando le porte sono tutte aperte. Come se stesse dando il benvenuto in una locanda.
- Interessante.
- Come potete notare qui, qualcuno deve averci vissuto in questa stanza.
- È molto probabile, Soldato, che sia stato Fausti.
Non sembrano esserci altri pulsanti e toccando lo schermo nulla sembra cambiare. Lo infilo nella tasca, potrebbe essere interessante scoprirne di più, una volta a casa.
Guardando nuovamente verso il televisore mi avvicino al pc portatile, alcune spie sono accese ma non sono in grado di capire cosa vogliano comunicare, la curiosità però è troppo forte per resistere e premo il pulsante di accensione, sia del PC che del televisore.
- Alessandro, cosa stai facendo?
- Questo, Soldato, dovrebbe essere un computer portatile.
- Cos’è un computer portatile?
- Diciamo, per semplificare, che è un blocco per gli appunti, che non necessita di carta e che può fungere anche da sveglia, agenda, calendario ecc.
- Ah ok, roba inutile, nulla che non potrei acquistare senza problemi a Firenze.
Non riesco a riconoscere le due persone e, facendo partire altri quattro video, noto che le due figure sono sempre diverse, solo raramente quelle di destra si ripetono, i luoghi di registrazione sembrano essere due o tre.
Le date di registrazione dei video che ho selezionato sono sotto l’anno 2033. Sono però presenti davvero migliaia di file video come se fossero tantissimi colloqui, registrati per tenerne prova.
- Alessandro, che cosa hai fatto? – chiede Manfredo.
- Sarebbe troppo lunga da spiegare, fatti bastare, per ora, che tutto ciò che vedrai qui funziona tipo la voce di prima, nessuna persona è imprigionata dentro questo rettangolo e ciò che viene riprodotto è successo svariati anni e decenni fa.
- C’è qualcosa che non torna – dico a voce bassa.
- Cos’hai trovato?
- Guarda qui LED, guarda questi ultimi video, sono di tre anni fa, sono un sacco recenti e sembrano essere registrati a poche ore di distanza.
Di nuovo trovo davanti a me la rappresentazione del Diner dei video precedenti, le persone questa volta le riconosco, a destra Fausti, a sinistra il commesso del centro commerciale.
Il video dura pochi secondi:
- Quindi abbiamo raggiunto un accordo? – dice il commesso
- Così sembra – gli risponde Fausti.
- Ehi ma quello sembrava Fausti.
- Esatto, Virgilio, e l’altra figura aveva la stessa immagine del venditore che mi ha servito, quelle dovrebbero essere le cosiddette PAI, evidentemente questa qui è quella con l’aspetto più usato dentro il programma della poltrona.
- Torna dentro e interrogalo! – mi urla concitato Manfredo.
- Ha solo delle risposte preimpostate. Non c’è nulla da fare.
Dopo poco più di cinque minuti vediamo il soldato sfilarsi la calotta dalla testa, i suoi occhi sono completamente spalancati.
- Cos’hai visto? – gli chiede Virgilio.
- Q- quei, quei posti – dice Manfredo indicando lo schermo.
- Ok, vado io – dice Laila, si siede sulla poltrona e, come aveva fatto Manfredo, si collega.
- Anche tu hai visto le stesse cose, Doc?
- Già, e un messaggio che lampeggiava se provavo a schiacciare dei nomi, “404 PAI NON TROVATA”. Siano dannati te e tutti i fanatici tecnosofi come te.
- Ok, vedrò di provare io ora.
Provo a toccare quella di destra e l’ambiente in cui mi trovo cambia, mi ritrovo in una piccola automobile, sono solo e, come diceva Laila, sul posto di fianco al mio appare il messaggio “404 PAI NON TROVATA”. Ok, penso, vediamo cos’altro c’è qui.
Premendo sulle frecce ai lati vengo spostato ogni volta in un nuovo ambiente, vedo un giardino zen, una piscina, un letto con dei petali sulle coperte ecc.
Provo a parlare ma nessuno sembra rispondermi, infine, guardando verso l’alto scende un rettangolo contenente una sfilza di nomi, ogni nome premuto sfarfalla e fa apparire il solito messaggio. Mi disconnetto.
- Ok, direi che da qui non si va da nessuna parte – dico.
- E se collegassimo questo cavo all’altra poltrona?
- No Virgilio, non è possibile scambiare i caschi.
Ciò che però viene trasmesso dallo schermo non è ciò che mi aspettavo. Il video ci mostra Laila, nella sua personale e confusa esperienza all’interno del programma.
- Ehi ma quella sono io! Come mai sono lì? Cosa sta succedendo? Mi hanno sostituita?
- Doc, respira. Non vedi che sono le stesse cose che hai fatto una volta indossato il casco? È semplicemente la registrazione di ciò che è già avvenuto, è il passato, mettiti l’anima in pace. Nessuno sta copiando, imprigionando o sostituendo qualcuno.
- Questo dovrebbe mostrarci di cosa hanno parlato Fausti e l’altra figura – dico rivolto verso gli altri e premo il simbolo di avvio.
Guardando più attentamente il video noto un particolare che mi era sfuggito, sulla testa di Fausti c’è una piccola scritta che recita: Giovanni Giorgio Fausti.
Sulla testa di quella che ormai abbiamo capito essere una PAI la scritta recita: “My E-Friend 1” sviluppata in ambiente di deep learning “Self Teacher OF 3L3”. Con tanto di virgolette.
- Qualcuno ha un taccuino a portata di mano? Potrebbe essere utile per le nostre indagini appuntarci la scritta di identificazione, o nome, se preferite, della PAI con cui ha interagito Fausti – chiedo.
- Certo, eccolo.
- Grazie Virgilio, allora…
- Merda.