genere: angst, introspettivo, drammatico.
note: solita what if?, sarebbe opportuno aver letto almeno fino a “Di vecchie dissonanze e nuovi duetti” per conoscere gli OC.
contesto: infanzia, post morte di Fabian.
parole: 496
Dentro il tuo
sorriso
“Ci
sono! Stringiamo
un Patto Infrangibile.”
“Potrei sbagliarmi per la prima volta in vita mia, Fa, – anche se dubito – ma non ricordavo che qualcuno di noi sapesse già fare magie.”
“Beh, pazienza, non ci serve. Siamo migliori amici e staremo sempre insieme, punto.”
“Potrei sbagliarmi per la prima volta in vita mia, Fa, – anche se dubito – ma non ricordavo che qualcuno di noi sapesse già fare magie.”
“Beh, pazienza, non ci serve. Siamo migliori amici e staremo sempre insieme, punto.”
Fabian Gallagher non ricordava il primo sorriso che aveva rivolto a Charlotte Sheridan.
Doveva essere stato un sorriso sdentato e impastato di saliva, uno di quei sorrisi da cucciolo spelacchiato di pochi mesi per la versione in culla, ugualmente sdentata ma con molti più capelli, dell’amica – era certo che lei avesse risposto con la smorfia più bella del mondo.
Ma per quanto non ne conservasse memoria, ogni volta in cui negli anni a seguire gliene aveva rivolto uno – in tralice, così grande da riempire il mondo – aveva avvertito una fitta dolce, proprio lì, sopra al cuore. Ed era strano, a spiegarsi, ma era come la consapevolezza che il segreto e l’origine del loro legame fossero annidati in quel sorriso. Chiunque avrebbe potuto obiettare che era facile diventare inseparabili, quando c’erano ben pochi altri bambini con cui passare i pomeriggi al pontile a contare le barche; ma lui preferiva credere alla propria versione della storia.
Perché per Fabian Gallagher nulla era mai stato così naturale come sorridere a Charlotte Sheridan.
“Sono
sicuro di
averti sorriso la prima volta che ci siamo visti, Lottie.”
“Eravate neonati, per le mutande di Merlino, non fare lo sdolcinato! Se anche lo avessi fatto non era certo consapevole...”
“Non dargli retta, Fa. E io sono sicura che ci sorrideremo fino alla fine.”
“Eravate neonati, per le mutande di Merlino, non fare lo sdolcinato! Se anche lo avessi fatto non era certo consapevole...”
“Non dargli retta, Fa. E io sono sicura che ci sorrideremo fino alla fine.”
Charlotte Sheridan ricorda con lacerante precisione l’ultimo sorriso che ha rivolto a Fabian Gallagher.
È stato un sorriso appena accennato e traballante di paura, uno di quei sorrisi da equilibristi sospesi sul sottilissimo filo che divide il mondo dei vivi da quello dei morti, pronto a spezzarsi al primo colpo di bacchetta – i Mangiamorte sanno essere più spietati di Atropo.
Ed è un ricordo che la scortica da dentro – brucia i polmoni, fracassa le ossa –, che non la lascerà mai più per ogni secondo rimastole senza di lui, premendo lì, tra le costole. Ed è inaccettabile, a viversi, la condanna di lui che domani non potrà alzarsi, darle un buffetto sul naso e rubare l’ultimo biscotto delle scorte dal piatto di Nat. Chiunque potrebbe obiettare che lo sapevano, che la guerra lascia solo zanne affondate nel collo e tombe vuote su cui piangere fino a scavarsi gli occhi; ma lei ha preferito credere al loro per sempre.
Perché per Charlotte Sheridan casa è sempre stata da qualche parte nel sorriso di Fabian Gallagher.
Ma
c’è la guerra. E
non c’è mai tempo, in guerra.
Non c’è stato tempo per loro.
Non c’è stato tempo per loro.
Note
alla storia: scenderò a patti con il
fatto che questa raccolta è destinata
a essere una collezione di pastrocchi, prima o poi. Ma veniamo a noi:
la flash
partecipa a due iniziative del gruppo fb “Caffè
e calderotti”. La prima
è A scatola chiusa, seguendo la traccia
lasciataci da Rosmary
«Non è
tempo per noi» dal titolo di una canzone di
Ligabue: chiedeva di raccontare
di un legame fortissimo per il quale, però, “non
è tempo”. Ho scelto un po’
all’ultimo
di scrivere di Charlotte e Fabian: nati e cresciuti nello stesso
villaggio e
avendo la stessa età, trascorrono letteralmente tutta la
loro infanzia insieme,
convinti che nulla possa mai dividerli, senza fare i conti con il tempo
a loro
disposizione che è ben poco, data la morte di Fabian per
mano del branco di
Grayback durante la Guerra. La
seconda
iniziativa a cui partecipa è il Gioco di
scrittura, nello specifico con
la traccia 12: Death 10 (Terry Boots) e 3 (Fabian Gallagher), dove ho
usufruito
dello switch concessoci per scambiare il personaggio 10 con
l’1 (Charlotte
Sheridan), e parlare così della sua reazione alla morte di
Fabian.
E
con questo dovrei aver detto
tutto. Spero che la storia possa essere di gradimento per qualcuno, ad
ogni
modo grazie di cuore per il tempo dedicatole.