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Autore: Cesca_Haibara20    06/11/2020    1 recensioni
[Shoto x OC]
X: Potrei essere il diavolo, potrei essere un angelo.
Y: Non sei come gli altri. Hai un DNA diverso, non ti capiscono.
X: Vengo da un altro mondo. Una diversa dimensione.
Y: Apri i miei occhi.
X: Infettami con il tuo amore.
Y: Sei un alieno, il tuo tocco è straniero. È soprannaturale, extraterrestre.
X: Il tuo bacio è estraneo, ogni mossa che compi è magica.
Y: Ragazzo, sei la mia buona stella.
X: Per te io rischierei tutto, tutto.
Asami Tsukino è una ragazza di 17 anni che vive in un mondo dove le persone non hanno unicità. La sua vita tranquilla verrà interrotta e trasformata quando farà la conoscenza di un ragazzo. Lui viene da un altro mondo dove esistono le unicità e lui, ne ha ben due e non solo. Riuscirà Asami a far integrare il suo amico o dovrà aiutarlo a far ritorno a casa?
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Shouto Todoroki
Note: AU, Lime | Avvertimenti: Triangolo
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Mi giro verso il fornello, non ho neanche il tempo di reagire che Shoto spegne il fornello e forma un po’ di ghiaccio per fermarlo.
Io e mia madre facciamo un sospiro di sollievo.

«Asami, che cavolo...»
«Scusa mamma, è che per alcuni secondi me ne sono completamente dimenticata...»
Abbasso lo sguardo sentendomi in difetto.
«È okay.» minimizza Shoto. «L’importante è che nessuno si sia fatto male, giusto?»
«Sì… giusto.» concorda mia mamma.
«Ehi...» mormora accarezzandomi i capelli. «Va tutto bene, tranquilla.»
«Se non ci fossi stato tu avrei fatto uscire il latte ed creando un bel pasticcio.»
«Non pensarci. Gli incidenti capitano.»
Si avvicina al fornello e scioglie il ghiaccio con la sua parte di fuoco.
«È ancora caldo, ci metto dentro un cucchiaino di cappuccino in polvere?» domanda aprendo la credenza.
«Sì, grazie. Tu ne vuoi?»
«Se c’è abbastanza latte anche per me, sì.»

Mia mamma finisce di sistemare il capannetto mentre io e Shoto facciamo colazione tranquilli. Ogni tanto poso lo sguardo su di lui e mi sembra mogio mogio

«Ehi… è successo qualcosa?»
«E-eh…?»
«Sembri con la testa tra le nuvole, c’è qualcosa che ti turba?»
«N-no… è solo che...» sospira. «Un po’ mi mancano i miei amici… di solito passavamo la mattinata della vigilia ad incontrarci per scambiarci i regali e darci gli auguri… quest’anno è un po’ diverso. Qui non ho nemmeno il cellulare e questo mi rende impossibile comunicare con loro.»
«Mi dispiace tanto...» gli accarezzo una mano. «Vedrai che troveremo un modo per riportarti indietro, anche se non sappiamo ancora come sei arrivato.» ridacchio.
Sorride lievemente.
«Effettivamente è strano… ripensandoci non sono nemmeno più tanto sicuro che era un quirk di un’altra persona… sembrava più una cosa che doveva accadere.»
«Come se fosse stato destino…?»
«Chi lo sa? È un’ipotesi.»
Finisco di bere il cappuccino.
«Amore, vai su a chiamare Yumi? Son già le nove e mezza.»
«Urca!» mi affretto a salire. «Vado, vado.»

Come finisco di salire le scale sento qualcuno suonare il campanello. Mi giro e vedo Ayano che mi saluta dalla porta, ricambio il saluto. Entro in camera di mia mamma e prendo il suo regalo, scendo le scale di corsa e la raggiungo.

«Buona vigilia di Natale Ayano!»
Sorrido e la abbraccio forte.
«Buona vigilia anche a te Asami!» sorride ricambiando l’abbraccio. «Tieni, c’è un regalo per tutti voi.»
«Tutti?»
«Sì.» sorride. «C’è un regalo anche per il tuo amico.» ammicca.
«Smettila.>> sorrido lievemente rossa.
Ci diamo i rispettivi regali.
«Purtroppo non posso fermarmi perché sono veramente di corsa, sono passata di corsa a darti i regali. Salutami Yumi, okay?»
Sorride.
«Sarà fatto.»
«Vado. Ciao tesoro.»
«Ciao.»

Do a mamma il sacchetto con i regali e ritorno da Yumi a svegliarla.
Dopo che si è fatta la doccia la aiuto a vestirsi: le faccio indossare una camicetta elegante bianca, una gonna stile scozzese, collant nere e stivaletti ai piedi. Prendo un cardigan grigio e glielo faccio indossare, come accessori le presto una mia collana con il ciondolo a forma di Luna, che a lei sta molto lunga, e un bracciale con tre ciondoli a forma di tartaruga.

«Vuoi che ci facciamo i capelli?» le domandola sistemandola.
«Solo te li fai uguali a me.»
«Va bene, così sembriamo gemelline.»

La prendo per mano e la accompagno dentro al bagno.
Dopo aver finito la mia “esperienza” da parrucchiera, torniamo in salotto con mamma che ci guarda ammaliate.

«Ma come siete belle!» sorrido. «Sembrate quasi gemelline.»
«Quasi.»
La correggo con un sorriso.
«Non ti trucchi Asami?»
«Lo faccio stasera, non ha senso truccarsi ora.»
Yumi si avvicina a Shoto.
«Ti va di farti una foto con me?»

Sembra un po’ preso alla sprovvista dalla sua proposta ma accetta comunque.
Mia mamma ha fatto una foto anche a me e Yumi insieme così la potevo mandare a papà.

La mattina l’abbiamo passata sotto la fotocamera di Yumi, continuava a fare foto ad ogni cosa col cellulare.
Non sapevo fosse interessata alla fotografia…

«Non sapevo ti piacesse fare le foto, Yumi.»
Esordisce Shoto.
Che fai? Mi leggi nel pensiero?
«In verità mi ci sto appassionando grazie ad Asami...»
«Grazie a me?» arrossisco.
«Sì.» sorride. «Ti ho visto fare tante foto con la polaroid, poi la foto che hai scattato al centro commerciale, è la mia preferita. Così ho chiesto a papà se mi poteva comprare una polaroid in modo che potessi anche io fare foto belle come le tue.»
Sorrido sentendomi orgogliosa di me.
Non sapevo di avere un’influenza su di lei, ma sono contenta che l’influenza sia positiva. Credevo sarebbe cresciuta come sua madre: spocchiosa e viziata, ma vedo che sta diventando il suo contrario, più come me e questo mi rende davvero orgogliosa di lei.

A pranzo, abbiamo mangiato qualcosa di leggero, nulla di che.

Un’ora prima di cena, mia madre si è messa ai fornelli per cucinare mentre io e Yumi ci siamo chiuse in bagno per essere più belle.

«Allora, hai deciso che trucco desidera?» le domando.
«Ecco, io voglio un trucco natural, niente di troppo smooky eyes o qualcosa che comunque appesantisce.»
Ridacchio.
«Si giri verso di me, ci penso io.»
Ha ancora undici anni, non è che posso fare chissà che trucchi, ma mi piace scherzare.
Prendo un pennellino ed una palette di “Hello Kitty”.
Le trucco gli occhi con una passata di ombretto rosa e bianco per prendere la camicia, le faccio una sottile riga con la matita nera e del mascara sulle ciglia, una passata leggera di blush e un lucidalabbra rosa chiaro.
«Fatto.» sorride. «Cosa ne pensi?»
Si guarda allo specchio e rimane in silenzio a bocca aperta.
Oddio non le piace…?
«Non ti piace…?»
Fa cenno di “no”.
«È stupendo...»
«Ah, sì?»
«Lo adoro… Lo adoro! Lo adoro! Lo adoro! Sembra un trucco professionale!»
Sorrido sentendo il cuore leggero.
«Sono davvero felice che ti piaccia.»
«È stupendo, ti adoro!»
Mi da un veloce bacio a stampo e corre in salotto a farsi vedere da mia madre. Ritorno in piedi e guardandomi allo specchio, noto un bel segno rosa sulla guancia.
Sorrido.
Durerà tre secondi quel lucidalabbra. Su, ora pensiamo a farci carine noi.
Mi trucco passandomi un lieve strato di fondotinta, giusto per coprire alcune imperfezioni, una leggera passata di ombretto grigio per riprendere il maglioncino, una riga di eyeliner stile “occhio di gatto”, mascara ed un po’ di blush sulle guance e sul naso tipo e-girl.
Mentre rimetto i trucchi al proprio posto, la porta del bagno si apre mostrando la figura di Shoto.

«O-oh… ti serve il bagno…?» domando imbarazzata.
«No, in verità volevo chiederti un favore.»
Lo guardo confusa.
«Un favore…?»
«Niente di fraintendibile, eh.»
Si porta le mani avanti in segno di difesa.
Ridacchio.
«Tranquillo, so che non sei quel tipo di persona. Dimmi pure.»
«Mi chiedevo se potessi piastrarmi i capelli.»
Ho sentito bene?
Sbatto ripetutamente le ciglia stupita.
«Vuoi che ti stiri i capelli…?»
«Sì...»
Ah, allora avevo sentito bene.
«Ma i tuoi capelli sono già lisci.» ridacchio. «Sono lisci quanto i miei.» passo velocemente una mano tra di essi. «Se proprio vuoi fare qualcosa di diverso potresti farli mossi.»
«Sì, ma io non so farlo, per questo sono venuto da te.»
«Ah… giusto...»
«Se non ti va non sei costretta.»
«No, no, è okay.» sorrido. «In effetti, sono curiosa di vedere come stai con i capelli mossi.»
   
 
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