Videogiochi > Final Fantasy VII
Segui la storia  |       
Autore: _Zaelit_    07/11/2020    1 recensioni
Come cambierebbe la storia di Final Fantasy VII se un'altra creatura aliena fosse caduta sul pianeta, anni fa, oltre a Jenova?
Il Progetto Yoshua R porta alla creazione di una ragazza all'apparenza normale ma che, in realtà, dovrebbe incarnare il potere dei Cetra e uguagliare la forza fisica dei prodotti del Progetto Jenova.
Rainiel non sa di essere nata da un esperimento, esattamente come non lo sa Sephiroth, ma i loro destini percorrono la stessa strada e sono pronti a incrociarsi.
- La Fanfiction è ambientata durante le vicende di Crisis Core ma gli eventi sono stati cambiati per comodità della trama. Alcuni personaggi potrebbero risultare lievemente OOC. Vi è la presenza di coppie canon e noncanon e di personaggi OC. -
Genere: Azione, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Nuovo personaggio, Sephiroth
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Crisis Core, Contesto generale/vago
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Heiress of Yoshua'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 

«Maledizione.»
Sephiroth non imprecava quasi mai, era abituato ad affrontare ogni situazione con calma e razionalità, ma non gli venne in mente parola più adatta quando vide Rainiel sgattaiolare via dal nascondiglio del gruppo, per rivelare la sua presenza a quegli stessi nemici che cercavano di spiare.
Zack, a sua volta, si colpì la fronte mentre Cloud aggrottava preoccupato le sopracciglia.
"Quella donna un giorno sarà la mia rovina." pensò il Generale, indurendo lo sguardo. Lo sarebbe stata davvero, se avesse continuato ad agire testardamente come al solito. E ovviamente lui non l'avrebbe mai abbandonata al destino e alle sue folli idee per nulla ragionate. Nulla a cui non fosse già abituato, d'altronde...
Con un profondo sospiro, strinse l'elsa della Masamune, piegata verso l'alto, e corse al fianco di Rainiel, sollevandola accanto al proprio viso con una mano sull'elsa e una davanti alla lama, pronto anch'egli ad attaccare.
«Avresti almeno potuto avvisarmi.» mormorò sottovoce alla compagna di squadra, senza guardarla direttamente.
«Avresti cercato di fermarmi.» si giustificò lei.
«Assolutamente corretto.»
Naturalmente, anche Cloud e Zack si mostrarono, preparandosi al combattimento con le loro armi in pugno.
Hojo era fermo di fronte a loro, a capo di un piccolo gruppo di soldati. Alcuni di loro erano fanti o SOLDIER di terza classe, ma nessuno di essi sembrò reagire alla loro comparsa, come se non avessero una volontà propria.
Lo scienziato allargò le mani e li accolse con una breve risata.
«Ah ah! Ma che piacevole sorpresa! Sempre che di sorpresa si possa parlare...»
I suoi occhi avidi squadrano da capo a piedi tutti e quattro i presenti, uno dopo l'altro, ma era chiaro che fosse particolarmente interessato a due di loro.
«Però, che squadra interessante. I miei soggetti preferiti... ho sentito che avete legato molto, negli ultimi tempi. Prima che uno di voi bruciasse da cima a fondo gli archivi scientifici, intendo.» commentò, infimo proprio come entrambi lo ricordavano.
Le espressioni di Rain e Sephiroth si spiegarono da sole. Con quella frase aveva rivelato molto, con poche parole. A quanto sembrava li aveva spiati, sapeva tutto ciò che riguardava la realtà - il che non era una novità, dato che proprio lui si trovava all'origine di ogni cosa, ma il problema era capire come facesse a sapere tutto - anche a proposito dell'incendio della torre Shinra, e poi... sembrava così contento di vederli insieme. Non era un segreto che i suoi esperimenti fossero per lui una vera e propria ossessione: veder diventare tanto intimi i suoi due migliori risultati probabilmente era come un'utopia divenuta realtà.
Inoltre, Sephiroth non parve contento di sentirsi ripetere quel che aveva fatto in un periodo di assoluta follia. Che lo avesse detto per instillare il dubbio nei suoi compagni?
«Generale... è un piacere reincontrarsi. Quasi commovente, a dir la verità... era da anni che non parlavamo faccia a faccia. Hai finito di nasconderti nell'Oasi?» dichiarò l'anziano, direttamente a lui.
Sephiroth non cambiò espressione. Era freddo e pacato come sempre. Non si sarebbe infuriato per qualche insulsa provocazione. Neanche se da parte sua.
«Adesso hai davvero deciso di disertare e tradire la Shinra e SOLDIER? Mi aspettavo un comportamento più professionale, da te.» continuò a dire proprio a lui.
Rainiel notò che Hojo non si riferiva a lui in maniera formale, come invece faceva con altri. Come se lo conoscesse bene. Il pensiero che stesse dicendo delle cose simili al suo stesso figlio... non poteva nemmeno descrivere come si sentì in quel momento. Sephiroth aveva fatto del male, certo, ma non meritava un padre del genere.
«Vede, professore, dal mio punto di vista è la Shinra ad aver tradito me. Ho scoperto molto, in quegli archivi che tanto le stavano a cuore.» spiegò con calma l'altro, scandendo ogni parola con meticolosità. «Mi dica,» sibilò un attimo dopo, «per quale motivo non dovrei ucciderla all'istante?»
Rainiel tornò a osservare Sephiroth, allarmata dal suo tono di voce. Come temeva... i suoi occhi erano di nuovo gelidi, rancorosi, congelati in una rabbia unica nel suo genere, la rabbia di chi sa di avere davanti l'artefice di ogni propria miseria. Aveva già visto uno sguardo simile, anche se non così intenso, quando lui l'aveva difesa da un uomo che aveva osato metterle le mani addosso per farle del male... e, purtroppo, anche quando lei stessa si era ritrovata nel cupo abbraccio della morte a causa sua, la Masamune che la teneva sollevata su lingue di fuoco che le bruciavano le gambe.
Sephiroth stava sprofondando di nuovo nel vortice vizioso dal quale con difficoltà era riuscito ad emergere. Quello dell'odio come unica motivazione della sua intera vita.
«Per un solo e semplice motivo, ragazzo mio.» Hojo si massaggiò il mento. Sembrava tranquillo quanto lui, come se tutto ciò fosse naturale. Non lo disturbava l'avere davanti quattro soldati ben addestrati e pronti a fargli pagare ogni torto commesso.
Le guardie ai suoi fianchi impugnarono i fucili o le spade che avevano con sé. Ve ne erano quattro in totale, due a ogni lato. Non avevano avuto bisogno di alcun ordine verbale, come se sapessero già cosa passasse per la mente dello scienziato.
«La Riunione non si è ancora conclusa.» sogghignò quest'ultimo. «E purtroppo non posso proprio permettervi di interferire con i miei piani. Finora avete fatto tutto ciò che mi aspettavo da voi, perché rovinare tutto proprio adesso?» continuò, con un tono di voce simile a quello di chi sa di star parlando con un bambino.
«Tu e Rainiel... siete i pezzi più importanti del grande puzzle che cerco di comporre da anni. La mia teoria si sta provando corretta, passo dopo passo. Siete una vera rivoluzione per la scienza.» esclamò, carico d'emozione.
Rain storse il naso, disgustata. Quella sua espressione le ricordò di colpo una delle sue visioni: lei si trovava all'interno di una capsula da laboratorio, e lui la osservava con quel suo sguardo e quelle maniere viscide di sempre. Il solo pensiero le dava la nausea.
E lo stesso era per Sephiroth. Essere unico nel suo genere non significava che potesse trattarlo o considerarlo un esperimento. Doveva essere più del semplice mostro, della macchina da guerra da lui progettata.
«La sua scienza termina qui, professore.» minacciò infatti colui che un tempo era stato un eroe, e in seguito era ricaduto nella malvagità, nella quale ancora a tratti annaspava.
«Temo proprio di no, invece.» sorrise lui, «La mia scienza è e sarà per sempre immortale. Non posso permettere che vi intromettiate proprio adesso che siamo tanto vicini al gran finale.»
In tutta calma, Hojo diede loro le spalle e camminò verso l'elicottero.
«Avanti,» disse alle sue guardie, «Tenete occupati i miei soggetti. Uccidete gli altri. Non possiamo permetterci imperfezioni.»
Uno dei soldati impugnò un fucile e mirò a Rainiel, ma ben presto si ritrovò un fiume di sangue tra le labbra e l'arma gli cadde di mano. Tra le sue scapole spuntava la lunga lama scura della Masamune, dalla quale grondavano gocce rosse. La punta, che aveva trafitto il malcapitato, aveva quasi raggiunto il viso del professore alle sue spalle.
Sephiroth, spada in pugno, era scattato in avanti per eliminare la prima guardia. Il suo sguardo impietoso era fisso su Hojo, privo di alcuna emozione. La sua era una solenne dichiarazione di guerra.
Rain osservò tutta la scena, sbigottita come gli altri, e un grido muto le nacque e morì in gola.
"Lo ha ucciso!" realizzò. "Sapeva almeno che sono obbligati a rispettare la sua volontà? Lo avrebbe ucciso comunque, se fosse stato un soldato comune?"
Purtroppo non seppe darsi una risposta.
Hojo increspò le labbra, vagamente sorpreso.
«Immagino ci sia bisogno anche di te, Soggetto En.» chiamò senza ancora fuggire.
Dietro di lui v'era l'elicottero che cercava di raggiungere. Da esso uscì un omone persino più alto di Sephiroth, il che significava all'incirca due metri, e dalle spalle larghe e le braccia gonfie. Anche i suoi occhi sembravano spenti e brillavano solo di una tenue luce fredda.
«Come potrete notare, "En" sta per "Enhanced". Questo ragazzo era un SOLDIER di terza classe come qualsiasi altro, ma mi è bastato sottoporlo a una minima quantità delle cellule di Yoshua e di mako per creare un soldato temporaneamente imbattibile.» si pavoneggiò senza rendersi conto della crudeltà delle sue parole. «Divertitevi pure, e non temete: non mi dispiace vedere i miei giocattoli rompersi, e comunque morirebbero lo stesso. Le cellule aliene in loro hanno attivato un processo di degradazione.»
Era chiaro che nessuno dei presenti potesse più sopportarlo. Aveva letteralmente condannato a morte dei ragazzi qualunque, ragazzi che probabilmente avevano una famiglia e dei sogni, delle speranze e delle ambizioni. La loro vita si era conclusa nell'attimo stesso in cui Hojo aveva messo mano su di loro.
Rainiel non poteva più reggere l'idea che lo scienziato continuasse a comportarsi così. Aveva causato fin troppo dolore. Forse Sephiroth aveva ragione: dovevano ucciderlo lì e subito.
L'interessato se ne andò sul proprio elicottero, le eliche iniziarono a girare sempre più velocemente. Stava scappando.
Il soggetto En si parò di fronte a Sephiroth, affatto intimorito, quando lui ritirò l'arma e il soldato eliminato cadde a terra senza vita.
Li attendeva un'altra battaglia, ma questa volta non avrebbero dovuto affrontare delle comuni belve di mako. Quelli davanti a loro erano esseri umani la cui vita era stata stravolta dal gioco di un folle. Questo avrebbero reso le cose più difficili.

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Final Fantasy VII / Vai alla pagina dell'autore: _Zaelit_