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Autore: meiousetsuna    08/11/2020    9 recensioni
Questa storia è seconda pari merito nel contest “Ignotus - Indovina chi (Edizione Deluxe)” indetto da Nirvana_04 sul forum di Efp, e ha vinto il Premio “Minerva” per il migliore stile.
Ilgioco consiste, per i partecipanti, nell’indovinare il protagonista leggendo solo il dieci per cento dello scritto.
Fenrir Greyback è noto come uno dei più feroci Mangiamorte, malgrado non abbia mai ricevuto il Marchio Oscuro a causa del disprezzo di Voldemort per i lupi mannari. Questo non gli impedisce di compire brutali assassinii e atti tali da disgustare persino gli altri maghi votati al male.
Una volta era un bambino come tanti, ma la maledizione del lupo lo ha segnato; ora è lui a seminare atrocità e morte tra le sue vittime, specialmente le più piccole.
Finché, in una notte di luna piena, ha compiuto una vendetta molto particolare, che ha mutato le sorti di un personaggio adorabile.
Buona lettura, vostra Setsy
Genere: Drammatico, Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Fenrir Greyback
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
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Questa storia è seconda pari merito nel contest “Ignotus ― Indovina chi (Edizione Deluxe)” indetto da Nirvana_04 sul forum di Efp, e ha vinto il Premio “Minerva” per il migliore stile
Il contest consiste nello scrivere di un personaggio in modo che uno stralcio di storia del dieci per cento lo renda indovinabile ai concorrenti: questo sarà riconoscibile dal font: “Lucida Calligraphy”.           

Personaggio: Fenrir Greyback  
Tematiche delicate: accenni alla pedofilia 
Contesto:1949 -1965
bad-moon-rising

All’inizio la chiamavo maledizione. Quello che mi è successo non è stato giusto, no. Un mostro è strisciato fuori dalla notte ― resa di un grigio pallido da una luna cattiva ― straziandomi il petto. Il corpo ha ceduto, il cuore ha smesso di essere umano. Non posso vendicarmi di lui, ma altri pagheranno un prezzo di carne e sangue; bambini come me, che sognavano guardando il cielo illuminato da quell’immensa moneta d’argento. Ogni mese vivevo l’agonia delle ossa che si spezzavano; unghie come rasoi squarciavano le dita e gridavo il mio dolore con la gola della Bestia, impotente. Forse ho anche pianto, ma è un ricordo confuso.
Sono diventato forte usando ciò che ho ricevuto come un dono; adesso non provo timore, anzi, rido dell’angoscia che provoco nei miei nemici. La trasformazione non fa più male, perché l’ho abbracciata; la desidero, l’aspetto con un guizzo di fame ferina che mi bagna le fauci di saliva sgocciolante, mentre la bramosia di sangue fa esplodere l’adrenalina in ogni fibra del mio essere. È il terrore che dà quel sapore squisito alle prede; mi rotola in bocca, mentre inghiotto avidamente grossi bocconi. Non faccio il difficile, mando giù tutto: pelle, ossicini, interiora… solo i capelli sono disgustosi. Ogni giorno mi soddisfa di più, ne voglio di più.
Perché accontentarmi di un pasto prelibato una volta al mese? Dopo decine di lune che mi hanno piegato sotto il loro influsso, ho preso il controllo. Mi sono trasformato quando l’ho deciso, finché non mi è servito più. Ora sono un uomo nuovo.
Cannibale, mi chiamano. Il lupo si è fuso con me, siamo una cosa sola; non c’è ritorno, e mi sta bene. La mia faccia incute disgusto e terrore, ma non m’importa, anzi, accresce il mio potere. Sfogo tutta la mia fame. E non solo. C’è un piacere senza nome nel torturare prima di uccidere, ascoltare le suppliche e le grida disperate, e non solo, non solo
Avere tra gli artigli il corpo tenero dei bambini mi eccita ed esalta. La loro paura è come una spezia sulla mia lingua, farne scempio in ogni modo è quello che preferisco.
I miei seguaci dovrebbero imparare, essere degni di accrescere le mie schiere. Saremo noi licantropi a dominare il mondo magico, e la cosa più ironica è che molti erano mie vittime, passate per convinzione o per forza dalla mia parte. Chi continuerebbe ad allevare nella propria casa un abominio?


A vent’anni ero nel pieno delle mie forze, padrone di me stesso e sempre famelico.
I Mangiamorte reclutavano creature oscure preparandosi all’ascesa del loro signore, ma c’era un solo scopo per cui avevo accettato quella proposta. Più aggressioni, più divertimento, la protezione di un branco per le mie razzie. Sono così fragili i cuccioli umani… un giorno stavo giocando con un paio di esemplari, e dopo qualche minuto non si muovevano più. Ho annusato i loro corpi, dato un morso di assaggio, però quando perdono tanto sangue non resta che consumarli subito.
Ma qualcosa mi ha interrotto: dei maledetti esperti della Divisione Animali del Controllo delle Creature Magiche. Ho lasciato che mi catturassero senza oppormi, contando su quanto al Ministero della Magia fossero tutti vecchi ignoranti e presuntuosi.
Non ero mai stato iscritto nel registro dei Lupi mannari, non portavo una bacchetta, e non capivano da soli quello che era evidente.  Non ero un povero vagabondo con gli indumenti consunti e luridi, senza un rifugio e spaventato da quel tribunale di potenti stregoni. La verità era che gli abiti erano lacerati dalla trasformazione, perché ancora avveniva quando mi avvicinavo alle prede; fango e residui di sangue mi incrostavano la pelle e i vestiti in un confuso insieme maleodorante e dal colore della ruggine che i loro deboli sensi non riconoscevano.
L’odore di morte che solo un cacciatore porta addosso, il guizzo delle pupille ristrette…
Mentre fingevo di tremare per aver visto i cadaveri dei bambini, blaterando scuse e parole di spavento e orrore, ero quasi sicuro di averli convinti, quando una voce si è alzata sulle altre.
Quel piccolo, insignificante mago ha osato fissarmi negli occhi, con disgusto, accusandomi di portare i tratti distintivi della depravazione scritti sulla faccia, di quanto il mio atteggiamento di falsa disperazione mi condannasse. Non ero più tanto certo di uscire da lì, di non finire ad Azkaban, prosciugato dal bacio dei Dissennatori. Sentivo la lingua che guizzava sulle labbra secche, la rabbia montare. Avrei potuto contare sui miei tre complici?

Quel miserabile ha proposto di trattenermi per un giorno, fino alla luna piena. Sarebbe stata la mia fine, ma nessuno lo ha ascoltato. È come impazzito, ha gridato insulti verso di me, parole delle quali si sarebbe pentito per sempre.
‘Senz’anima, malvagio, da condannare a morte’. Come tutta la mia razza.

Bene, è questo che credi? Sono fuggito con l’aiuto degli altri lupi, scortato fuori dalle vostre grinfie da un mago che voleva cancellarmi la memoria. Pazzi!
Come ti senti, adesso, Lyall? Ora che quello che odi di più vive in tuo figlio, cresce in lui, si presenta con denti e artigli a ricordarti di esistere?
È stato bello entrare in casa tua nella notte di luna piena, bello mentre Remus piangeva e urlava, balzare sul suo lettino… gli ho affondato le zanne nel collo, e la sua vita è cambiata.
Ora ululiamo alla stessa luce bianca, ma il mio è un canto di vittoria, il suo di agonia.

N.d.A: Il banner è basato sul poster di: “The howling”, il mio film sui licantropi preferito, di Joe Dante
Il titolo:Bad Moon Rising
Il brano dei Creedence Clearwater Revival ha un testo che parla della luna che scatena degli omicidi notturni: non a caso è stato scritto nel 1969 durante la guerra del Vietnam.
Difficilmente un brano potrebbe essere più iconico per questa storia: è stato usato in “Un lupo mannaro americano a Londra” di John Landis (da cui la sua ispirata regia per il video “Thriller” di Michael Jackson). Compare nel film-citazione: “Il giorno della luna nera” (Black Moon Rising) sceneggiato da John Carpenter. È anche presente in “Teen Wolf”, ed è il titolo dell’episodio della trasformazione di Tyler Lockwood in “The Vampire Diaries”.
Il gioco: l’estratto vorrebbe confondere (un minimo!) le acque col processo di Barty Crouch junior, per quanto possibile, non essendo ovviamente simili. Quello che c’è in comune è che durante gli interrogatori non fu dimostrata definitivamente la colpevolezza di nessuno dei due, perché Barty accusò sempre suo padre di non aver creduto che fosse stato un complice della tortura ai coniugi Longbottom, ma senza effettuarla, e Fenrir fu lasciato uscire dall’aula. Ambedue avevano tre complici: (cit. da Wiki) “Bellatrix, Rodolphus, e Rabastan Lestrange” e “altri tre complici lupo mannaro”.
Il linguaggio: Non ci sono indicazioni ufficiali sulla famiglia Grayback: potevano essere analfabeti come premi Nobel. Visto che la licantropia non ha effetto sulle capacità intellettuali (Lupin insegna) ho scelto un linguaggio medio, perché il personaggio parla poco nel canone, e sempre in situazioni “di battaglia”, quindi non saprei che valore dare alle sue frasi.





  
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