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Autore: Il cactus infelice    08/11/2020    3 recensioni
Estate 2020. Il riscaldamento globale colpisce non solo il mondo Babbano, ma anche quello dei Maghi. La frenesia dei social, della tecnologia, sta travolgendo anche i maghi e le streghe. Bisogna tenersi al passo coi tempi.
Ma mentre queste questioni vengono lasciate ai Babbani - che se ne intendono di più - il Mondo Magico avrà un'altra gatta da pelare.
Harry Potter si ritroverà a dover risolvere un altro mistero, forse addirittura a combattere un'altra guerra e questa volta lo riguarda molto, molto da vicino.
Tutto inizia con un ritorno inaspettato una mattina del 10 Luglio 2020.
Genere: Angst, Azione, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Famiglia Potter, Famiglia Weasley, I Malandrini, Nimphadora Tonks, Teddy Lupin | Coppie: Bill/Fleur, Harry/Ginny, James/Lily, Teddy/Victorie
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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FRATELLI E SORELLE 


Harry era andato a trovare Cedric quel giorno. Non ne era particolarmente entusiasta e non certo perché Cedric gli stesse antipatico, anzi. Sentiva come se fosse una sua responsabilità, quella di prendersi cura di tutti coloro che erano tornati e verificare che stessero bene.

Con Cedric però era - ironicamente - meno facile. Non era certo la persona, tra quelle resuscitate, alle quali era più legato, ma era comunque più difficile affrontarlo dopo tutti questi anni. Un po’ perché Cedric era morto troppo presto e troppo all’improvviso, in un periodo di pace e tranquillità, quando non c’era la minaccia reale di Lord Voldemort; e un po’ perché Harry - per sindrome dell’eroe che possedeva - si sentiva in parte colpevole della sua morte.

Se solo non gli avesse fatto toccare la Coppa… Lo aveva sognato spesso negli incubi che lo avevano perseguitato dopo la guerra, insieme a tutti gli altri fantasmi che ritornavano puntualmente per ricordargli - a torto, ma lui allora non se ne rendeva conto - che lui si era salvato solo grazie alla morte di altri, di persone che meritavano di vivere più di lui, i suoi genitori, Sirius, Lupin, Tonks, Malocchio, persino suoi vecchi compagni di scuola di cui nemmeno ricordava il nome. 

Cedric forse era stata la morte che più aveva faticato a superare perché nel frangente in cui era avvenuta non aveva avuto alcun senso.

Cedric voleva solo vincere una competizione, portare a casa la gloria ed essere ricordato per qualcosa. Qualcuno che sarebbe stato ricordato per degli sforzi che aveva davvero fatto, e non per aver avuto la fortuna di salvarsi grazie all’amore della propria madre piangendo in culla. 

“La verità è che mi annoio, Harry”, gli disse Cedric. “Ci sono così tante cose da fare qui, tante cose nuove da scoprire, eppure… Non mi attira nulla. Questa non è la mia vita”. 

“Lo capisco”.
“Davvero?” C’era del cinismo nel tono di voce di Cedric e Harry non se ne stupiva. Ma capiva il senso della frase “non è la mia vita”. 

“Insomma, mi sono perso un’intera guerra, e un’intera ricostruzione. Metà delle cose che ci sono oggi non le conosco”. 
“Lo so, è straniante. Ti ritrovi improvvisamente sbattuto in un’esistenza per cui non eri preparato e non sai che fare. Ma l’importante è non lasciarsi travolgere troppo dagli eventi”. 

“Parli come se sapessi qualcosa”.
Harry si bloccò e si guardò attorno, nel giardino dell’anziana zia di Cedric - l’unica parente che potesse ospitarlo - e infine posò lo sguardo sul giovane. “Ne so qualcosa. E’ quello che è successo a me dopo la guerra. Non sapevo che fare della mia vita, avevo passato tutta l’infanzia e l’adolescenza a lottare contro Voldemort e non avevo mai… Pensato al dopo. E quando è arrivato quel dopo non ho saputo gestirlo”.
“E che è successo?” Ora lo sguardo di Cedric era pieno di aspettativa ma anche di quel pizzico di angoscia che ti prende quando sai che sta per arrivare qualcosa di doloroso o triste.

“Ho iniziato a drogarmi. Era il modo più semplice per disconnettermi dalla realtà”.  

L’espressione di Cedric era quella di qualcuno che si aspettava cose molto diverse da quella, ma alla fine si fermarono a parlare ed Harry gli spiegò brevemente la storia. 

I toni del ragazzo si calmarono immediatamente e anche il suo corpo sembrò rilassarsi. Harry gli spiegò anche del peso che si portava appresso per le morti, la sua morte in particolare e Cedric ci mise qualche secondo a realizzare di dovergli dire che no, non lo incolpava di certo per quello, sarebbe stato stupido farlo. Ma non era sicuro quanto le parole potessero essere efficaci. 

“Comunque, se vuoi, posso provare a vedere se al Ministero cercano qualche mansione. Giusto per… Sì, non farti stare con le mani in mano”, gli disse l’Auror verso la fine del loro incontro. 

“Non sarebbe male anche se… Avevo una mezza idea di partire per l’America. Lì ho dei parenti e… Voglio ricostruirmi una vita ma non so quanto riuscirò a farlo qui. Ho troppi ricordi e troppi… Insomma, sono troppo legato a Londra e non sarebbe il luogo giusto per ricominciare”. 

“Capisco”. 


Molly stava giocando da quasi un’ora a Gobbiglie con Hugo e iniziava ad annoiarsi. Il bambino era bravo e più volte di quanto le potesse piacere le Gobbiglie le avevano spruzzato addosso quel liquido puzzolente. Per fortuna era brava con gli Incantesimi di pulizia, tra i pochi che le riuscivano al primo colpo.
Voleva smettere di giocare solo che non sapeva in che altro modo ammazzare il tempo. Non c’era davvero molto che potesse fare: non aveva lezioni prima di cena, aveva finito di studiare e non aveva davvero qualcuno con cui passare il tempo. Sua sorella era sparita, probabilmente in giro con i suoi amici e gli amici di sua sorella erano… Be’, gli amici di sua sorella. Oltretutto avevano due anni in meno di lei. 

“T’oh, non c’è davvero nessun altro che ti possa tenere compagnia, al di fuori di un undicenne?”
Molly alzò gli occhi al cielo esasperata all’udire quella voce accompagnata da quel tono stizzoso e vanesio. Si girò e la vide lì, che la sormontava; Rose, perfetta con la sua minigonna e il top con la scollatura per mostrare un pizzico di seno ma senza rivelare troppo. Il trucco non era mai sbavato, la pelle era sempre perfetta e i capelli pettinati come se fosse uscita dalla parrucchiera. 

Non capiva davvero cosa avesse Rose contro di lei. Doveva sempre provocarla, anche quando non diceva o faceva nulla. Iniziava davvero a pensare che fosse la sua mera presenza - o esistenza. 

“Ciao, Rose, buona giornata a te”. 

Con Rose - Molly quasi non l’aveva notata - c’era la sua amica Melanie che l’accompagnava sempre come un vero cane da guardia. E probabilmente per Rose non era nulla di più. Certe ragazze avrebbero dato l’anima pur di essere amiche della bella e popolare Rose, se non altro per salire in quella assurda “scala sociale” di cui tutti avrebbero negato l’esistenza ma che tutti sapevano che c’era. 

Molly era davvero stanca di tutto ciò.
Melanie era praticamente la copia di Rose, solo che aveva i capelli neri anziché ramati, e gli occhi azzurri. Cercava di imitarla anche nell’atteggiamento e nel modo di parlare ma a volte si rendeva semplicemente ridicola. 

“Lo è sicuramente”. 

“Bene, allora puoi anche andare a disturbare qualcun altro”. 

“Ehi, quanta antipatia! Volevo solo salutare mio fratello”. 

Ah certo, Molly tendeva a dimenticare che Hugo fosse il fratello di Rose. A volte si convinceva che quest’ultima fosse stata adottata; non era possibile che zia Hermione e zio Ron avessero messo al mondo una vipera del genere e non era possibile che uno dolce e tenero come Hugo avesse quella stronza come sorella.
“Ciao, Hughie, come stai?” fece la sorella accucciandosi accanto a lui. 

“Bene”, rispose Hugo alzando gli occhi grandi sulla sorella. 

“Ti va se stasera scriviamo una lettera a mamma e papà?”
“Va bene!”

“Ottimo!” 

La ragazza si alzò e - sorridendo altezzosamente a Molly - si allontanò facendo ondeggiare la sua dannata gonna che era un miracolo non le mostrasse le mutande.

A Molly era passata completamente la voglia di giocare.


Lily Luna guardava l’allenamento di quidditch di Corvonero con occhi attenti. Il suo sguardo castano seguiva attentamente ogni mossa dei giocatori, ogni virata di scopa, e le sue orecchie cercavano di catturare ogni parola urlata dal Capitano. 

“Lily, non capisco perché siamo qui”, disse la sua amica Natasha che le sedeva accanto, rabbrividendo nel suo cappotto rosso. Anche Natasha cercava di seguire la partita, ma tenere la testa piegata all’indietro per vedere le faceva venire il torcicollo. Forse avrebbero dovuto sedersi qualche gradone più in alto. 

“Puoi andare via se non ti va”, le disse Lily scrollando le spalle e senza distogliere gli occhi dall’amichevole. 

“Lily voleva vedere Brendan. Ha occhi solo per lui”, la canzonò Amanda dietro di lei.
Lily aveva solo detto che voleva vedere l’allenamento, non aveva costretto la sua compagnia di amiche a venire con lei. E decisamente non era in vena di sopportare quei toni. Ma dopotutto, era solo Amanda, e lei adorava fare quel tipo di gossip. 

“Ma non dire sciocchezze. Brendan non è il tipo di Lily. Probabilmente è qui solo per fare la spia e dire a suo fratello le tattiche che usano i Corvonero. In fondo, con quegli occhi da cerbiatta innocente nessuno penserebbe che Lily possa essere una spia”.
Lily sorrise sotto i baffi; era già un’ipotesi più plausibile. Brendan era il Cacciatore di Corvonero, quindici anni, e con i lineamenti da Ken di Barbie. Un belloccio da cinema anni Settanta.
Ma a Lily interessava il quidditch non certo i ragazzi.

Restò a guardare per qualche altro minuto poi, abbassato lo sguardo, si accorse di una figura che passeggiava a bordo campo e nelle spalle un po’ curve e le mani in tasca riconobbe la figura di suo fratello Albus. 

“Ragazze, voi andate pure in Sala Comune. Ci vediamo dopo!” disse alle sue amiche e prima ancora di lasciare a loro il tempo di rispondere era già giù dagli spalta. 

Natasha alzò gli occhi al cielo; ci voleva coraggio, a volte, a stare dietro a Lily. Persino più di un Grifondoro. 


“Ehi!” 

Albus rallentò l’andatura quando vide sua sorella Lily corrergli incontro. 

“Dove vai?” gli chiese la ragazza affiancandoglisi e continuando a camminare con lui. 

“Pensavo in Dormitorio. A leggere”. 

“Oh. E Scorpius dov’è?”
“Non lo so, lo stavo cercando. Pensavo fosse qui ma non l’ho trovato”. 

“Perché dovrebbe venire a vedere gli allenamenti di quidditch?”
“Non lo so, ultimamente ci è venuto”. 

Entrambi sapevano che Scorpius, come Albus, non amava particolarmente il quidditch.

“Stai bene?” gli chiese la sorella dopo qualche attimo di silenzio. 

“Sì, perché?”
Albus teneva le mani infilate nelle tasche del cappotto e lo sguardo basso, ma non appena Lily gli fece quella domanda, si voltò verso di lei e la sua espressione si mise subito sull’attenti. 

“Così, chiedevo. E’ da un po’ che non ci vediamo e non parliamo. Non sei venuto con noi a Hogsmeade, quindi…”. 

“Siamo in Case diverse, Lils, è normale che frequentiamo gente diversa. E poi non volevo disturbare te e James con i vostri amici”. 

“Sei mio fratello. Ovvio che non disturbi”. 

“Dillo a James”. 

“Dai, lo sai che a lui piace fare il cazzone. E tu glielo servi su un piatto d’argento”. 

“Hmm”. 

Caddero di nuovo in un silenzio tombale. Ormai si stavano avvicinando al Castello e le grida dei giocatori si potevano udire solo in lontananza. 

“Comunque fa freddo. Me ne torno in Sala Comune”. 

“Va bene, Al. Se hai bisogno sai dove trovarmi”. 

Lily se ne andò e Al proseguì per la sua strada cercando di non chiedersi a cosa fosse dovuto tutto quello. 


*** 


So di non aver aggiornato domenica scorsa e chiedo scusa: era stata una settimana piuttosto impegnativa e improvvisamente mi ero trovata a domenica senza il capitolo pronto. Non volevo certamente scrivere una cosa in fretta e furia. 

Ma visti i risultati del nuovo DPCM e trovandomi questa settimana perlopiù in casa e in smart working, ho trovato un po’ di tempo per scriverlo in totale rilassatezza.

E devo dire che questo capitolo mi piace assai, anche se è leggero è piuttosto introspettivo e credo riveli qualche dettaglio in più dei protagonisti giovani che comunque saranno abbastanza importanti andando avanti. 


Fatemi sapere cosa ne pensate e per rimediare al mancato aggiornamento vi lascio con le immagini dei prestavolto di Lucy e Hugo. 


Bacioni, 

C.


Lucy 1

Lucy 2

Hugo

   
 
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