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Autore: AlbAM    08/11/2020    26 recensioni
Alba, trentenne single e convinta di essere destinata a rimanere tale, è assillata da un incubo ricorrente di cui non riesce mai a scoprire la conclusione.
Azaele, diavolo romantico e casinista, è convinto di aver riconosciuto in lei il suo amore perduto.
Michele, il suo migliore amico, è un angelo gentile e protettivo che è sempre finito nei pasticci per cercare di tirare il suo amico fuori dai guai.
In una Roma un po' reale e un po' inventata le loro vite si incrociano inevitabilmente.
Riuscirà Azaele a riconquistare Alba?
E Michele ce la farà a tenere l'amico lontano dai guai o finirà inevitabilmente per essere coinvolto nei pasticci combinati da Azaele per riconquistare la donna di cui è innamorato da quattrocento anni?
E Alba? Come cambierà, se cambierà, la sua vita? E se scoprisse di non essere esattamente la persona che ha sempre creduto di essere?
Genere: Comico, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Universo Aza&Miky'
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Capitolo 17

Un accordo pericoloso


Alba salì di corsa le due rampe di scale che la separavano dall'appartamento di Arianna, l'amica aveva risposto al citofono con una voce affranta e la ragazza era molto preoccupata.

Non fece in tempo a bussare che Arianna aprì la porta in lacrime.

"Ari che è successo?"

L'amica le rivolse uno sguardo disperato "Mi hanno licenziato!"

Alba rimase sconvolta, Arianna lavorava da otto anni per un'azienda di trasporti come impiegata amministrativa, aveva fatto spesso straordinari non pagati e rinunciato a tanti sabati nel periodo della consegna del bilancio e ora veniva ricompensata in quel modo.

"Ari, ma possono farlo? Hai un contratto a tempo indeterminato!"

"Possono farlo e lo hanno fatto! Mi hanno chiamato alle 16.45 e mi hanno detto che gli dispiaceva tanto, che non dipendeva da me, che anzi avevano molto stima della mia grande professionalità, ma che purtroppo l'azienda è in crisi e non possono più permettersi tanto personale!"

“Però i soldi per comprare al tuo capo la macchina sportiva nuova e metterla sul conto della ditta ci sono! Merita proprio di essere ricoperto da una montagna di letame quello là, lui e la sua Lamborghini” commentò Alba furente, ricordandosi l'aneddoto che Arianna le aveva raccontato qualche giorno prima.

Per un attimo il suo viso divenne bianco e le sue pupille brillarono di rosso.

Arianna, non si accorse di nulla, tirò su col naso, asciugò le lacrime con le maniche della camicia e aggiunse pallida in volto "Come farò con l'affitto? Non ho ancora trovato una nuova coinquilina per la stanza singola e la coppia della doppia a fine mese se ne va!"

La ragazza ricominciò a piangere "Non ho i soldi per pagare da sola una casa così grande, ma se la lascio e sono senza lavoro nessuno mi affitterà neppure un letto in doppia!"

Alba ci pensò un attimo, poi cercò di essere più razionale possibile.

"Senti, prima di tutto con il licenziamento ti arriveranno un po' di soldi tutti in una volta e nel giro di un mese arriverà anche la Naspi. E poi un'impiegata amministrativa con un curriculum come il tuo figurati se non trova di nuovo lavoro! Per me tra non più di due o tre mesi staremo brindando al tuo nuovo stipendio!"

L'amica la guardò un po' rincuorata.

Alba restò un po' sovrappensiero e poi aggiunse con entusiasmo "Sai che ti dico, sono stufa di vivere in quel buco da sola, a fine mese me la prendo io la doppia! Mi è sempre piaciuto questo appartamento e se vengo a vivere con te dimezzo le spese!"

Arianna si illuminò per un attimo, poi si rabbuiò di nuovo "Ma così perderai la tua caparra, non è giusto, neanche tu nuoti nell'oro!"

"Se trovo qualcuno interessato all'appartamento, la caparra non la perdo. Tutto sommato non credo che sia difficile da affittare, è in una zona interessante, la fermata della metro è a due passi e il quartiere è tranquillo!"

Arianna abbracciò Alba "Ti voglio bene, sei proprio un angelo!"

"Vedrai che si sistema tutto Ari!"

Le due ragazze rimasero abbracciate per qualche istante, poi Alba ruppe il silenzio "A proposito di angeli, ma poi come è andata con il dio Thor?"

Arianna sospirò "Dipende…"

"In che senso, quel tizio ti ha trattato male?"

"Quello stronzo è stato assolutamente fantastico! Ma subito dopo ha dato di matto!"

"In che senso ha dato di matto?"

"Si è infuriato perché mi aveva scambiato per te!"

Alba la guardò confusa "Che significa?"

"Non lo so neanche io Alba, so solo che quando ha capito che non ero te si è arrabbiato e ha iniziato a dire delle cose strane, si è rivestito e se ne andato sbattendo la porta! Scusa, con la storia del licenziamento non ho pensato più a nient'altro!"

"Ma io non l'avevo mai visto prima di ieri sera! Per quale motivo cercava me?"

"Non lo so Alba, so solo che a un certo punto ho avuto un po' di paura" disse Arianna titubante.

"Ti ha minacciato?"

"No, non ho avuto paura per me, ma per te! Lui ti conosce, ha capito che non ero te quando gli ho detto che i tipi mori e ricci non mi piacciono particolarmente"

Alba la guardò esterrefatta.

"E alla fine si è infuriato perché gli ho detto che non avevo idea di chi fosse un tizio di nome Azaele. Alba, ma tu conosci davvero qualcuno con un nome così assurdo?"

Alba impallidì e le sue mani cominciarono a tremare, Arianna si spaventò.

"Tesoro, ma che sta succedendo, dimmi la verità, tu lo sai?"

"No, non lo so Arianna, non so assolutamente cosa stia succedendo, è proprio questo che mi terrorizza!"


#


Sael si svegliò per primo e osservò Michele respirare regolarmente con un'espressione serena in viso, non riuscì a resistere e lo baciò delicatamente sulle labbra.

Michele gli poggiò una mano sulla nuca e trasformò il bacio delicato in qualcosa di più ardente, lo ribaltò sulla schiena e iniziò ad accarezzarlo e baciarlo dappertutto.

"Aspetta, fermati" disse Sael cercando di divincolarsi dalla stretta dell'angelo.

"Perché?" domandò un po' imbronciato Michele.

"Sono quasi le sette, Azaele sarà praticamente sulla porta, magari è meglio se non ci trova così!"

L'angelo ridacchiò "A dire il vero Azaele faceva il tifo per te, però hai ragione, è meglio se prima glielo diciamo!"

Diede un bacio a Sael e si alzò cercando i vestiti.

"Gli diciamo… cosa?" domandò il demone mettendosi a sedere sul letto.

Michele gli lanciò i vestiti sorridendo "Che stiamo insieme, o non ti va di avere un angelo per ragazzo?"

Sael si alzò dal letto con i vestiti in mano e si avvicinò incredulo a Michele "Vuoi che stiamo insieme?"

"Credevo lo volessi anche tu! A meno che quello che mi hai detto poco fa, fosse dettato solo dall'entusiasmo del momento" rispose Michele con un tono più distaccato.

Sael si rese conto che l'angelo si stava ritirando in sé stesso e cercò di rimediare "No… cioè si, era vero, è vero. È quello che provo Michele è solo…" l'emozione gli impedì di continuare.

"È solo?" domandò Michele nervosamente.

"Che non pensavo che tu potessi desiderare di stare con… uno come me!"

Michele si intenerì e accarezzò una guancia di Sael "Sei un ragazzo fantastico, non mi interessa se sei un demone!"

A quelle parole Sael non riuscì a dire niente, si limitò a lasciar cadere i vestiti che aveva in mano e abbracciare Michele, l'angelo restituì l'abbraccio e poi staccandosi dal demone disse dolcemente "Andiamo a preparare qualcosa da mangiare, ho fame!" aprì la porta e si diresse in cucina.

Sael aveva appena iniziato a vestirsi quando lo sentì esclamare "Ma non è possibile! Io prima o poi lo ammazzo!"

"Che succede?" domandò raggiungendolo in salone.

Michele lo guardò furioso "Quell'imbecille se ne andato a spasso e immagino abbia dato per scontato di poterti mollare Molinesi fino al suo ritorno!"

Sael vedendolo così arrabbiato non riuscì a trattenere una risatina.

"E dai, Michele! Povero Aza, sarà stufo di stare lì dentro!" rispose notando un post-it attaccato al corpo esanime di Molinesi.

"Ci manca solo che lo difenda!" rispose irritato l'angelo.

Sael prese il post-it e rise di gusto.

"Che hai da ridere?" domandò Michele ancora imbronciato malgrado l'allegria di Sael stesse cominciando a fargli vedere il lato buffo della situazione.

"Ma, non hai visto?"

"Cosa?" domandò Michele.

"Mi sa che siamo stati scoperti" rispose Sael porgendogli il post-it.

Michele lo afferrò e notò che Azaele, sotto un messaggio per Sael, aveva disegnato un emoticon che strizzava l'occhio e due cuoricini alati uniti da una freccia.

"Uh! Pensi che si riferisca a noi due?”

“Beh, viste le ali demoniache del cuoricino a sinistra, penso che non ci siano dubbi!” considerò divertito il demone.

“Ma quando ci ha visto? Insomma... pensi che possa essere entrato mentre dormivamo?" commentò Michele arrossendo imbarazzato.

"Temo proprio di sì!" ridacchiò Sael.

Il sorriso contagioso di Sael riuscì a far sbollire del tutto l'arrabbiatura di Michele.

"É meglio che cominci a fare da baby sitter al pelatone, sarà quasi un'ora che se ne sta abbandonato su quel divano" concluse sospirando, ma prima di lasciar entrare Sael nel corpo del povero Molinesi lo attirò a sé e gli diede un ultimo bacio.


#


Il Sig. Delrio, proprietario della Delrio trasporti per cui lavorava Arianna nonché responsabile del suo licenziamento, stava smadonnando al volante della sua Lamborghini appena ritirata dal concessionario.

Era in ritardo all'appuntamento con la sua nuova amante e il semaforo rosso che non voleva saperne di diventare verde, sembrava messo lì solo per dargli fastidio.

Era appena uscito dal traffico del raccordo anulare svoltando in una solitaria strada periferica per recuperare qualche minuto e ora fremeva impaziente domandandosi il senso di piazzare un semaforo in un incrocio dove passavano, si e no, venti macchine all'ora.

Provò a cercare qualcosa da ascoltare alla radio tanto per passare il tempo ma non trovò nulla di suo gradimento, stufo di aspettare sbuffò “Chissenefrega, io passo!” stava per sfiorare l'acceleratore quando un grosso camion pieno di letame cominciò ad attraversare l'incrocio.

“E quello da dove cazzo è uscito?” si domandò Delrio allontanando il piede dall'acceleratore.

“Ma non avevi fretta?” sussurrò la voce di una donna dietro di lui.

Derlio, colto di sorpresa, diede un'occhiata allo specchietto retrovisore ritrovandosi ad incrociare gli occhi verdi di una donna sconosciuta che lo fissavano con odio.

L'uomo si voltò terrorizzato a cercare la donna misteriosa e senza rendersi conto schiacciò il pedale dell'acceleratore, facendo rombare la Lamborghini che raggiunse i 100 Km orari in meno di 2 secondi (1,8” per l'esattezza, come riportato dalla brochure di presentazione del modello acquistato da Derlio).

L'autista del camion nel vedersi rombare contro un pazzo furioso, cercò di sterzare, ma non poté evitare del tutto lo scontro.

Scese dal camion sconvolto e si precipitò verso la montagna di letame che a causa del forte impatto si era riversata sulla macchina sportiva seppellendola completamente.

Scavò con tutte le sue forze fino a scoprire lo sportello del guidatore e dopo qualche tentativo riuscì a far scattare la maniglia e accertarsi con sollievo che l'uomo al volante era miracolosamente illeso.

Lo aiutò ad uscire dalla macchina accartocciata e dopo averlo fatto sedere sul ciglio della strada tirò fuori il cellulare per chiamare la Polizia Stradale commentando “Ma sei impazzito? Come ti è venuto in mente di tagliarmi la strada in quel modo? Potevi ammazzarti!”

Delrio gli rivolse uno sguardo atterrito e rispose “Non è stata colpa mia! Mi ha distratto la donna dagli occhi verdi!”

Il camionista lo squadrò preoccupato “Io non ho visto nessuno lì dentro, a parte te!”

“Lei era lì, aveva gli occhi verdi e le pupille rosse e mi guardava con odio dallo specchietto retrovisore!” insistette quello tremando come una foglia.

Il camionista osservò preoccupato lo sguardo spiritato di Delrio e decise di chiamare anche il 118.

#


“Ora devo proprio andare!” disse Azaele passando l'ultimo barattolo di vernice ad Aurora che lo depose nel bagagliaio della vecchia Panda 4x4 e si voltò sorridendo.

“Ok! Ti ringrazio per avermi aiutato, in genere tra un avanti e indietro e l'altro, ci metto quasi un'ora a mettere tutto in ordine!”

“Dovresti farti aiutare dai tuoi alunni!”

“Hai ragione, ma sai come sono i ragazzini, appena finisce la parte divertente scappano via come lepri!” rise Aurora.

Azaele pensò che da giovane doveva essere stata proprio una bella ragazza, poi fu colto da un pensiero improvviso e domandò “Sei sposata?”

Aurora lo osservò perplessa “Divorziata, però non prendertela, ma tu mi sembri un po' troppo giovane per me!”

Azaele arrossì “Cioè... no... non intendevo...!”

Aurora rise divertita “Sto scherzando! E poi mi chiedo se giovane e vecchio siano due categorie attribuibili a voi creature soprannaturali!”

Azaele sorrise “Beh, posto che in teoria siamo immortali, diciamo che più o meno la mia età potrebbe corrispondere a quella di un umano sulla trentina!”

“Allora ho ragione, saresti troppo giovane!”

“Si, io si, ma qualcun altro no!” rispose un po' enigmaticamente Azaele aprendo le ali.

“Posso chiederti di non dire a nessuno quello che ti ho raccontato prima? Non è il caso che si sappia in giro. Neanche Michele lo sa e non voglio che lo scopra, la sua amicizia con me gli crea già abbastanza problemi, vorrei evitare di aggiungergli anche questo peso sulle spalle, per quanto le abbia forti!”

“Certo, non preoccuparti!” rispose Aurora aprendo lo sportello della Panda.

“Posso tornare a trovarti, ogni tanto?” Azaele non si seppe spiegare bene il perché di quella domanda, sapeva solo che gli dispiaceva perdere di vista quella donna così gentile e particolare.

“Solo se prometti che poi non avrò bisogno di chiamare un esorcista!” rispose lei alzando un sopracciglio.

Azaele la fissò imbarazzato, poi si rese conto che Aurora stava scherzando “Quello ti serve solo se decido di trasferirmi a casa tua senza pagare l'affitto!” rispose allegramente alzandosi in volo e salutandola con la mano.

Aurora sorrise e rispose al saluto un po' commossa, vedere Azaele allontanarsi le aveva provocato la stessa stretta al cuore che provava quando uno dei suoi vecchi studenti, ormai adulto, se ne andava per la sua strada dopo averla fermata per salutarla con affetto.


#


Ariel osservò dubbioso il locale dove lo aveva portato Razel e commentò “A me veramente questo sembra un tram, non un bar!”

“Se Razel te dice che qui fanno i migliori spritz de Roma te devi fidà, damerino!” rispose Razel entrando sicuro e accomodandosi sul primo tavolino libero.

Ariel lo seguì incerto, non era sicuro di aver fatto la scelta migliore accettando di parlare con Razel, ma ormai non poteva più tirarsi indietro.

“Possiamo fare una cosa veloce? Non mi sento a mio agio!” propose teso mentre Razel attirava l'attenzione della cameriera.

Il demone sogghignò “Tranquillo, neanche io mi diverto particolarmente con voi celesti, nun so se te l'hanno mai detto, ma voialtri siete più noiosi di una puntata di Grey's Anatomy!”

La cameriera arrivò a prendere le ordinazioni e malgrado il tentativo di rimanere professionale, non riuscì ad evitare una furtiva occhiata adorante ad Ariel.

Ariel osservò Razel senza capire “Una puntata di cosa?”

“Lascia perdere!” rispose il demone occupandosi poi delle ordinazioni.

“Allora, hai intenzione di arrivare al dunque o no?” domandò l'angelo spazientito cercando di riconquistare l'attenzione del demone impegnato ad ammirare il fondoschiena della cameriera che si allontanava.

Razel riportò lo sguardo su Ariel sogghignando “Certe opere d'arte vanno ammirate!”

Ariel alzò gli occhi al cielo sbuffando.

“Scusa, se sono così materiale, però a dire il vero m'era sembrato che pure tu apprezzassi i bei culi!” ridacchiò il demone.

Ariel arrossì imbarazzato ma evitò di replicare, era già abbastanza faticoso per lui affrontare una normale conversazione con quel buzzurro dai capelli rossi, non aveva intenzione di cedere alle sue provocazioni, riprese il controllo e si limitò a lanciargli uno sguardo disgustato.

Razel fece spallucce e finalmente si decise ad entrare in argomento “Allora, so benissimo che l'anima di Molinesi è assegnata sia a te che a me...”

Ariel gli lanciò uno sguardo si sfida.

“Ma a me de Molinesi frega il giusto, è un coglione egoista e rappresenta una sfida da poco. Te lo posso cedere se in cambio mi aiuti a recuperare l'anima della streghetta di Azaele!”

Ariel gli lanciò un'occhiata incerta “Ma l'anima di Alba non è disponibile per colpa di Azaele stesso, lo sanno tutti. Mi sembra un patto senza senso!”

Razel sogghignò “Nessuna anima può rimanere non disponibile in eterno, si tratta solo di fare le mosse giuste per recuperarla. Se lascio il campo libero al regazzino e al frocetto biondo, sono sicuro che riusciranno in qualche modo a salvarla dall'attuale destino e reindirizzarla in Paradiso, come era previsto inizialmente!”

“Ma che stupidaggini dici?” commentò incredulo Ariel “Azaele è un demone, anche ammettendo che riesca a cambiare il destino di quell'anima, lo farà solo per portarsela all'Inferno e farci i suoi comodi ogni volta che gli va!” concluse sprezzante.

“Sono passati millenni e non hai ancora capito che il riccioletto non è un demone come gli altri! Come ti posso spiegà... non è venuto tanto bene, lui può provare dei sentimenti più profondi rispetto alla maggior parte di noi. Capisci?”

“No, e comunque non ci credo, o per lo meno credo che l'unico sentimento che possa provare sia l'egoismo, come tutti voi, d'altronde. Perché mai dovrebbe decidere di rinunciare ad Alba e mandarla in Paradiso?”

Razel scosse la testa “Prova a ragionare seguendo i sentimenti e non i luoghi comuni, il piccoletto è innamorato!”

“E allora? Tanto più non vorrà rinunciare a lei!”

Razel poggiò la schiena sulla sedia e incrociò le braccia sbuffando “Nun ci capisci proprio nulla di amore!”

“Cosa vorresti dire?” replicò nervosamente Ariel.

“Non ci arrivi proprio, eh? Azaele è talmente innamorato che quando la streghetta esalerà il suo ultimo respiro da umana, potrebbe affidarne l'anima a Michele!”

“Ma perché mai dovrebbe rinunciare a lei!” insistette l'angelo senza capire.

“Se fossi capace di amare davvero qualcuno, cosa di cui dubito fortemente, permetteresti che la sua anima passasse l'eternità all'Inferno tra atroci tormenti o ci rinunceresti pur di saperla al sicuro?”

La cameriera arrivò con i due Spritz, sorrise ad Ariel e lasciò lo scontrino sul tavolino.

L'angelo non rispose alla domanda di Razel, prese il bicchiere e girandolo lentamente tra le mani domandò “Quindi cosa proponi?”

“Questo fine settimana saranno tutti nella mia vecchia proprietà di Ferentino, quella dove adesso c'è l'agriturismo Drag me to Hell, i miei ragazzi sono già stati avvertiti di fare abbastanza casino da tenere impegnato Michele. Tu distrai il riccioletto, portalo lontano da lei, fai in modo da lasciarmi abbastanza spazio e tempo per portarla dalla mia parte!”

Ariel rimase in silenzio fissando lo spritz, poi alzò lo sguardo e guardando Razel dritto negli occhi domandò “Vuoi far emergere di nuovo quel lato di lei, ma questa volta senza che Michele possa intervenire per evitare il peggio?”

Razel sogghignò.

E va bene, ma nessun umano dovrà farsi del male. Siamo d'accordo?”

Razel finì il suo Spritz tutto d'un fiato “Siamo d'accordo!”

Anche Ariel terminò il suo spritz e si alzò per andarsene, ma Razel lo afferrò per un braccio “Vale anche per il regazzino, Ariel, se provi a fargli del male te ne farò pentire amaramente. Chiaro?”

Ariel si liberò dalla stretta e lo guardò con astio.

Chiaro!” rispose a denti stretti allontanandosi abbastanza da potersi rendere invisibile e volare via.

La cameriera, notando che Razel era rimasto solo si avvicinò e domandò “Desidera un altro spritz?”

Stronzo e pure tirchio!” pensò Razel tra sé e sé osservando Ariel volteggiare nel cielo di Roma.

No, sto a posto così!” borbottò tirando fuori il portafogli.



Nota: nessuna Lamborghini è stata maltrattata durante la stesura di questo capitolo









   
 
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